31 gennaio 2010

VITA, MORTE E MIRACOLI DI UN PEZZO DI BAMBA (Esclusivo: Alfonso Signorini intervista Povia, parte 2)


(seconda parte del'Intervista di Alfonso Signorini a Povia, mi è tornata la voglia di trascrivere dopo aver fatto una fatica immane per editare la prima parte)

A proposito del cardinale Ratzinger hai scritto: "Un giorno, stanco di leggere sui quotidiani frasi estrapolate, esposte al pubblico disprezzo, del reazionario per eccellenza "Pastore tedesco", entrai in libreria e chiesi: "Non ha mai scritto un libro, questo tal Ratzinger?"
L'immagine che avevo del cardinale Ratzinger, senza aver mai letto un suo libro, era quella del "reazionario per eccellenza". Le prime volte che, da Papa, si è presentato in pubblico percepivo un indole di riservatezza e timidezza. Quando il cardinale Ratzinger è diventato Papa mi sono inginocchiato davanti alla televisione piangendo per la commozione, la gioia, poi la tv si è rovesciata e mi ha colpito esattamente sulla nuca. La tv era una di quelle vecchie col tubo catodico, mi son fatto malissimo ma è stato un gran giorno, uno dei più belli della mia vita.

È vero che, qualche tempo fa, hai firmato un contratto in cui erano previste delle clausole dove era vietato parlare male del Papa?
No. Quello era Giovanni Lindo Ferretti. La mia roba purtroppo non era buona come la sua. Tu ti offendi se scrivo canzoni che parlano male dei gay dicendo che sono degli invertiti?

Non capisco ma proseguo con le domande... questo discorso vale anche per la preghiera?
Ognuno di noi può inventarsi le proprie preghiere, ha tutta la libertà e anche il dovere di farlo. Ognuno di noi può fare musica e spacciarsi per un predicatore come faccio, che lancio messaggi scomodi perché rende di più in termini di attenzione dei mass media. Ognuno di noi può diventare Papa e predicare cose ai confini con la realtà. Dovrebbe essere il nostro dovere, oltre che piacere, ascoltare quel che dice il Santo Padre trattenendoci dal fare sonore pernacchie, perché è lui quello che comanda e decide le preghiere.

Cosa ti aspetti dal prossimo Festival di Sanremo?
Innanzitutto tante polemiche e tante interviste, poi vincere e vinceremo!

C'è una cosa, nella tua vita, che ti penti di aver fatto?
Averti concesso quest'intervista. Prima di tutto, averti rivolto la parola può nuocere alla mia carriera perché porti sfiga, e poi quella tua spocchioseria sottintesa che si permette di irridere tutto e tutti mi ha fatto girare le palle e mi ha proprio rovinato la giornata. Due scappellotti, per questo, me li meriterei proprio, brutto finocchio! Mi pento di molte altre cose, ovvio, ma attengono alla relazione tra il Creatore e la mia persona e trovano nella dimensione del confessionale il proprio spazio. Rifuggo il parlar pubblico che diventa necessariamente pettegolezzo, certe cose è meglio risolverle in privato. (urla, sparo, buio totale, si chiude il sipario)

Il file audio termina con un colpo di pistola seguito da un ghigno satanico. Non è dato sapersi cosa sia accaduto in quella stanza, speriamo solo che non si sia fatto male nessuno e che Povia riesca a partecipare al Festival di Sanremo. Se lo merita.

30 gennaio 2010

VITA, MORTE E MIRACOLI DI UN PEZZO DI BAMBA (Esclusivo: Alfonso Signorini intervista Povia, parte 1)


Mentre cercavo di scaricare da Emule un superclassico della cinematografia italiana ho avuto la fortuna e l'onore di imbattermi per caso in un reperto di rara importanza sociale e culturale: il file audio di un'intervista a Povia, il celeberrimo cantante autore di un caposaldo della storia della musica leggera italiana come Luca era gay. Ed ora che Povia ci riprova e torna a Sanremo con una canzone sulla vicenda di Eluana Englaro io non posso fare altro che trascrivere l'intervista e riportarla senza censure dopo averla ascoltata vincendo lo schifo & il ribrezzo. La qualità del file audio non era buona e dunque non sono in grado di dire con assoluta certezza chi fosse l'intervistatore, ma ad occhio e croce viste la boria e la leggerezza dei temi trattati potrei ipotizzare che colui che ha posto a Povia le insidiose domande fosse il grande Alfonso Signorini. Anzi, sono praticamente certo è Signorini che fa le domande e questa è l'intervista esclusiva a Povia che Tv Sorrisi e Canzoni ha pubblicato questa settimana. Mi chiedo solo come cazzo abbia fatto a finire su Emule... deve essere perché Signorini scarica tonnellate di filmati porno e condivide ogni cartella del suo hard disk.

Sul tuo ultimo libro hai scritto che "la casa in ristrutturazione e un tumore alla pleura" ti hanno "ancorato alla vita" e ti hanno aiutato a salvarti. Da cosa ti hanno salvato?
Non ho scritto nessun libro e non ho avuto nessuna malattia. O meglio, non ho ancora scritto nessun libro ma un giorno ci arriverò – è una ottima via per guadagnare ancor più soldi alla faccia dei gonzi che si indignano per ciò che canto. Pensa a come ero fino ad un paio di di anni fa: la mattina mi alzavo tardi, bighellonavo, preparavo un concerto e, infine, mi esibivo sul palco. Nessuno mi cagava, nessuno si filava la mia musica, poi però ho scoperto che infilando argomenti di attualità nelle canzoni e facendo un po' il reazionario ci si mette in mostra, si scatenano polemiche e si vendono più dischi. Comunque non ho mai detto la frase che hai citato, non so dove cazzo tu l'abbia tirata fuori. Non sono mica Giovanni Lindo Ferretti, babbeo!

Nelle tue canzoni, comunque,c'è sempre stata un'attenzione alla dimensione spirituale più che a quella materiale...
Non sono mai stato ateo e ho sempre avuto una visione carnale della dimensione della Creazione. Principalmente però mi sono fatto di crack, quello che costava meno perché fino a quando non ho iniziato a vendere molti dischi non ho avuto tanti soldi in tasca per soddisfare i miei vizi.

"Tornare a casa" è un'espressione che ricorre molto spesso nei tuoi interventi. Cosa ha significato nascere e crescere in questo piccolo borgo di montagna?
Nulla, assolutamente nulla. Non sono nemmeno nato in un piccolo borgo di montagna ma a Milano, solo che è bello spacciarsi per ciò che non si è. Ed è bello essere complessati e per questo motivo arrivare a scrivere canzoni contro gay ed eutanasia. Io sono un cantore con i capelli lunghi e unti e la panza prominente che prova in tutti i modi ad essere al centro dell'attenzione e per farlo suona pure al Family Day.

(fine prima parte, perché non ho più voglia di trascrivere. La seconda parte forse arriverà a breve, o magari non arriverà mai perché interverrà la potente lobby di Comunione e Liberazione e farà bloccare l'intera operazione)

27 gennaio 2010

IL PIAVE MORMORÒ NON PASSA LO STRANIERO



Il filmato più bello degli ultimi dieci anni: come fare a non pagare per salire sugli autoscontri (passandola possibilmente liscia).

Grazie YouTube per regalarci sempre perle di questo livello! E grazie utente medio di YouTube per postare cose così memorabili! E grazie commentatore medio di YouTube per lasciare commenti tipo questo:

hai perfettamente ragione non è un cretino ma un figlio di zoccola e stai a ttento perche gli imbecilli come voi ne hi beccati un sacco e sai cosa hanno fatto,
mi hanno ripagato i giri per 10 giorni di fina sceminiiiii tutti e due siete propio dei ragazzini io non ho fucili come dicono ma so tirare dei bei cazzottoni che fanno anche male sicche occhio pagliaccetti”
(vorrei essere colui che ha scritto parole così belle e cariche di poesia)

Più che altro, viste le didascalie esplicative presenti nel filmato e l'idioma con il
quale vengono espressi con chiarezza i commenti, sembra quasi di guardare un corso accelerato di lingua italiana moderna.

Provare a modificare un gettone e salire a sbafo sulla macchina girando in pista fino al collasso diventa un dovere morale. E se YouTube rimuove il filmato bisogna per forza gridare al colpo di stato.

25 gennaio 2010

24 HOUR PARTY PEOPLE



Sabato scorso Massimo D'Alema era ospite al programma di Fabio Fazio (ormai non si chiama più Che tempo che fa, si chiama “il programma di Fabio Fazio” perché è un programma inconsistente come il suo conduttore e non merita di avere un titolo come tutti gli altri programmi tv) ma non ha detto nulla di sensato.

Sai che novità: Fazio è solito chiamare sempre gli stessi ospiti ed ovviamente D'Alema non poteva mancare anche se in trasmissione c'era già stato appena un paio di mesi fa, e D'Alema lo ha ripagato facendo ampio sfoggio della sua proverbiale (ed insopportabile) boria, la boria tipica di chi cerca di nascondere il vuoto totale. Chi paga ancora il canone tv è un perdente, chi crede che D'Alema sia un politico con le palle lo è ancora di più.

In poche parole D'Alema - il grande stratega politico, l'uomo delle grandi vittorie elettorali, colui che riesce a tener testa a Silvan Berlusconi – parlava ma non si capiva nulla perché non c'era l'audio. O meglio, l'audio c'era ed incredibilmente non era quello della trasmissione di Fazio, ma era l'audio della puntata del Grande Fratello in cui Ascanio Pacelli mena Patrick Ray Pugliese perché sta mangiando una sua mela. La Rai mi ha privato della possibilità di sentire ciò che diceva D'Alema, la Rai mi ha privato della possibilità di ridere di D'Alema utilizzando oltretutto l'audio di un programma della concorrenza in cui un bullo palestrato si incazza per un presunto torto subito. Che schifo.

Ma il punto non è questo, il punto è che alla fine di questo interminabile weekend D'Alema ha visto il suo candidato polverizzato da Nichi Vendola alle primarie per scegliere chi a fine marzo correrà per presidenza della Regione Puglia. Ovviamente D'Alema grida al complotto e parla addirittura di voto che ha cercato di farlo fuori, ed ovviamente andrà a finire che il grande stratega politico, l'uomo delle grandi vittorie elettorali, colui che riesce a tener testa a Silvan Berlusconi farà di tutto per far vincere il candidato della destra contro Nichi Vendola. Berlusconi ed i suoi più stretti collaboratori (Capezzone, Gasparri e Bondi – quello abbronzato) stanno ancora esultando al solo pensiero di poter ancora una volta contare su un alleato fedele come D'Alema. Beati loro.

24 gennaio 2010

UN DISCO DA MASSIMO DEI VOTI: Of the Blue Color of the Sky degli OK Go.

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un disco del genere dagli OK Go, quelli del video virale sul tapis roulant, quei cazzoni che ballavano e cantavano sul tapis roulant ed intanto vendevano vagonate di dischi finendo pure in heavy rotaton su Mtv. Alzi la mano chi in vita sua non ha mai giocato a fare lo snob salvo poi pentirsene un attimo dopo.

Tre anni fa accendevi la radio e sentivi il loro power-pop, gradevole fin che vuoi ma pur sempre del tutto inoffensivo, roba che te ne scordavi un attimo dopo averlo ascoltato e non ti chiedevi nemmeno perché. Tre anni dopo tre anni fa (quindi adesso, ma potremmo essere anche ai tempi di certi Beatles di fine anni sessanta, del Prince più illuminato, del Beck che cazzeggia con il funk in “Midnite Vultures”, dei Blur del disco omonimo, dei They Might Be Giants più maestosi, degli Eels dei primi due dischi) gli OK Go pubblicano il loro capolavoro, “Of the Blue Color of the Sky”, un disco che ha voglia di osare e sperimentare e che soprattutto non c'entra assolutamente nulla con quanto il combo americano ha finora detto.

Un disco che inizia con una cosa (“WTF”?) che suona come Prince che canta chiuso nel bagagliaio dell'auto degli Enon non è un disco che passa inosservato, eppure via via che si procede nell'ascolto e ci si addentra nelle pieghe più nascoste dell'opera ci si rende conto che gli OK Go sono arrivati ad un tale livello di consapevolezza che se ne fregano delle vendite perché vogliono suonare solo ciò che amano. E, visti i risultati ("Skyscrapers", “In the Glass”, “White Knuckles”), fanno benissimo.

Se fossero una band esordiente tutti griderebbero al miracolo, ma siccome sono quelli del video sul tapis roulant e dell'heavy rotation su Mtv se li fileranno in pochissimi. Brutta cosa lo snobismo a prescindere.

(IFB)



20 gennaio 2010

NON È BELLO CIÒ CHE PIACE MA È BELLO CIÒ CHE È (Un post da leggere a tranci, in tre diversi momenti della vita)



Sabato 16 gennaio, serata strana. Serata a tranci.
Mi son trovato a dover decidere tra tre grandi eventi – Alessandra Amoroso al Gran Teatro di Padova, i Kap Bambino al Covo di Bologna e Morgan al Sinatra di Ferrara – e giustamente nel dubbio ho deciso che valeva la pena di provarci fino in fondo facendo in modo di essere presente a tutti e tre gli imperdibili appuntamenti, alla faccia di Milano che impone il limite di 78 decibel per i concerti rock e di Paul McCartney che rinuncia all'esibizione milanese per non dovere abbassare il volume (non male, per uno morto da quasi quarant'anni).
Ho preso la mia Porsche targata Londra (pronunciato tavgata Londva, con la evve moscia di Gianni Agnelli, un grande uomo che resta pur sempre un mio solido riferimento culturale anche se io la Porsche targata Londra l'ho vinta con il panettone Melegatti), ho fatto il pieno e son partito, cercando di annullare le distanze grazie ad Autostrade per l'Italia S.p.a. e alla guida sportiva ad alta velocità in autostrada.

Prima tappa: Padova, tanto il concerto della Amoroso iniziava presto e durava poco perché il repertorio della Amoroso è molto, molto limitato.
Sono arrivato al Gran Teatro di Padova con largo anticipo, ho parcheggiato l'auto (o meglio, ho parcheggiato la mia Porsche targata Londra) e mi sono diretto verso entrata fischiettando quando, leggendo un avviso affisso alla porta, ho scoperto – sorpresa delle sorprese – che il concerto della Amoroso era stato rinviato a data da destinarsi per indisposizione della cantante. Studio Aperto non aveva detto nulla in merito ed io ho sprecato benzina inutilmente: peccato, perché mi sa tanto che al concerto di Alessandra Amoroso ci sarebbe stato da ridere parecchio. Il concerto forse un giorno verrà recuperato, ma non sarà la stessa cosa perché probabilmente quel giorno Alessandra Amoroso sarà già caduta nel dimenticatoio, sostituita dal prossimo fenomeno da baraccone vincitore di Amici di Nacha World. Tra l'altro ho strappato il biglietto, non posso nemmeno andare all'eventuale data di recupero. L'ho strappato apposta per non andarci perché fondamentalmente non me ne frega un cazzo. E me ne vanto.

Seconda tappa: Bologna, tanto la Bologna-Padova è tutta un rettilineo e ci vuole un attimo ad arrivare a destinazione.
La Porsche targata Londra filava molto karaskov,
con piacevoli vibrazioni trasmesse al basso intestino – anche perché durante il tragitto ho ascoltato in loop Kings of Metal dei Manowar e, si sa, i Manowar procurano vibrazioni al basso intestino e quando guidi di notte mentre li ascolti quello che ti circonda più che buio di campagna è paura di non fare in tempo ad arrivare al bagno e fartela sotto. Ad arrivare a Bologna ci ho messo un attimo, fottendomene degli autovelox e del codice della strada (tanto la Porsche è targata Londra e l'ho intestata ad un prestanome, voglio vedere come fanno a mandarmi le multe a casa), ad arrivare al Covo ci ho messo un pochino di più perché come al solito mi sono perso in tangenziale.
Ma è stata tutta fatica sprecata: fila chilometrica di persone che volevano entrare e locale esaurito tutto un'ora prima del concerto. Non hanno fatto entrare me, non hanno fatto entrare tanti altri ragazzi che son venuti da lontano solo per vedere i Kap Bambino, hanno fatto entrare una coppia di distinti cinquantenni lei-in-pelliccia-e-botulino-lui-in-giacca-e-cravatta anche se non avevano prenotato ed io mi sono incazzato (ma questo è un altro discorso che non sto ad approfondire in questa sede, anche perché il Covo non è una pizzeria. O meglio, il Covo non è ancora una pizzeria). Son rimasto un pochino nei giardini adiacenti a fare le sgommate e i testacoda con la mia Porsche targata Londra e poi son ripartito verso Ferrara senza nessun rimpianto, tanto tra la gente che attendeva invano fuori dal locale girava voce che i Kap Bambino non siano tutto 'sto granché, che fingano di suonare dal vivo, che per i loro live fake usino gli stessi cd che utilizzano per tirasi lo
speed (cit.) e che dietro l'hype che li circonda ci sia ben poco di buono. Oltretutto ho evitato di respirare il fumo di sigaretta che impesta il Covo, e la mia salute non può che trarne giovamento. Prevenire è meglio che curare, prevenire è meglio che curvare.

Terza tappa: Morgan al Sinatra, ed ho detto tutto.
Bologna-Ferrara in un quarto d'ora netto tappa Autogrill compresa: nuovo record mondiale, anche perché all'Autogrill ho acquistato un libro a caso di Bruno Vespa (tanto son i suoi libri son tutti uguali e soprattutto non li scrive lui) la cui lettura mi ha accompagnato per il resto del tragitto (mi dicono dalla regia che guidare mentre si legge un libro di Vespa non è facile e non è nemmeno legale. Non lo farò mai più, promesso. Non leggerò più nulla di Bruno Vespa). Ed arrivati a Ferrara ci vuole un attimo a dirigersi verso il Sinatra, storico locale sito nella periferia ferrarese più profonda (anzi, sito nei pressi della Copparo Violenta) teatro di epici pomeriggi domenicali per centinaia e centinaia di giovani ferraresi che sono stati giovani e minorenni negli anni novanta (e quindi dal 1992 fino al 2001).
Ci ho messo poco, ma sono arrivato ugualmente troppo tardi: Morgan aveva già finito di esibirsi e si aggirava per il locale con l'occhio spillato ed un distillato in mano. Rum col sonnifero, sottocombinazione di Dio e Lucifero: una manciata di minuti dopo Morgan giaceva esanime su un divanetto del locale, nell'indifferenza generale. Mi son seduto di fronte a lui mentre sorseggiavo un chinotto e gli ho parlato, facendolo rinvenire/risorgere nell'attimo esatto in cui gli ho chiesto scusa per averlo preso per il culo per circa dodici anni e per non aver capito la grandezza della sua figura. Morgan ha sorriso e mi ha ringraziato, io l'ho salutato e me ne sono andato. Una scena imbarazzante.

E tornare a casa dopo aver mancato tutti e tre gli appuntamenti imperdibili è stato bellissimo. La Porsche targata Londra rombava, era ancora notte fonda ed avevo ancora tante energie da spendere, ma ho preferito andarmene a letto perché in fondo mi sentivo un vincitore morale ed ero già appagato così. Non son riuscito a chiudere occhio, deve essere stato il chinotto che ho bevuto di insieme a Morgan o molto più probabilmente la miriade di video di Annoying Orange che mi sono guardato prima di coricarmi a letto. In compenso però ho dormito la domenica, quando la gente normale che lavora, produce e fa girare l'economia italiana va a messa in giacca & cravatta, pelliccia & botulino, libro & moschetto fascista perfetto. Son cose che capitano.

18 gennaio 2010

L'ULTIMO TANGO DI JOHN TITOR

Silvio Berlusconi è tornato dal regno dei morti per salvare l'Italia, e mo' son cazzi. Si potrebbe anche chiudere qui il pezzo, ma i tipi di Mediaset mi pagano in nero per scrivere almeno 2000 caratteri (spazi compresi) ed allora son costretto mio malgrado ad andare avanti pur non avendone alcuna voglia. Quasi quasi vorrei essere un intellettuale del calibro di Vittorio Sgarbi per non avere un limite minimo di battute da rispettare. Vorrei il ciuffo di Vittorio Sgarbi. Vorrei la forfora perenne che Vittorio Sgarbi ha sulle spalline della giacca. Vorrei, vorrei, ma quante cose che vorrei.

Dicevamo, è tornato Silvio ed in quasi una settimana ha sparato una raffica di cazzate talmente prive di una qualsiasi forma (anche apparente) di decenza da far impallidire il celeberrimo John Titor. É quasi un record mondiale: ha parlato di riforma fiscale, riforma delle aliquote, taglio delle tasse, smentita del taglio delle tasse, riforma della giustizia, riforma della costituzione, andare avanti da soli, legittimo impedimento e modellini del Duomo di Milano talmente inflazionati che te li scagliano addosso senza che nessuna delle sue affermazioni venisse anche solo lontanamente messa in discussione da chicchessia. Se le minchiate a caso le avesse dette John Titor tutti si sarebbero messi a ridere poi avrebbero chiamato la guardia medica dopo aver aggiornato la pagina che Wikipedia ha dedicato alle sue prodezze, le ha dette Berlusconi con indosso il piumino della Marina Militare russa ed allora in Parlamento ed in televisione (ormai i due luoghi spesso e volentieri tendono a coincidere) non si parla d'altro – come se le sue promesse fossero qualcosa che lui intende mantenere sul serio e non specchietti per le allodole ad uso e consumo dei gonzi indecisi se votarlo o no alle prossime elezioni regionali (io personalmente intendo votarlo perché mi è simpatico e vuole davvero il Bene della Nazione, ma questo è un altro discorso).

C'è gente che è ancora convinta che Berlusconi prima o poi manterrà le promesse e continua a credere in lui. Son 16 anni che promette il taglio delle tasse (l'esordio del tormentone-tasse fu infatti nel 1994, e da allora è stato un crescendo continuo) ma non l'ha mai fatto, nemmeno quando era all'opposizione (è noto a tutti che Berlusconi governa anche quando è all'opposizione perché gli esecutivi di centrosinistra hanno avuto negli anni la stessa consistenza del burro usato da Marlon Brando in Ultimo Tango a Parigi). Beato chi ci crede ancora e chi aspetta fiducioso. La pazienza è una virtù che io apprezzo molto, soprattutto in coloro che non si formalizzano di fronte ad un tizio con i capelli disegnati che va in giro vestito con il piumino della Marina Militare russa.

E beato chi aspetta da troppo tempo un segno di vita dalla falsa opposizione (il Partito Democratico di D'Alema, fine stratega politico che se deve fare una cosa di sinistra stai sicuro che non la fa salvo poi far sì che la colpa ricada sul suo ventriloquo di fiducia Bersani) o chi crede veramente nella falsa-vera opposizione (Antonio Di Pietro, uno che ogni volta che apre bocca regala a Berlusconi una scusa per recitare il ruolo a lui più congeniale: la vittima di un complotto ordito dai comunisti). Se ci fosse il Partito d'Azione voterei più volentieri, ma visto che non c'è il Partito d'Azione mi dovrò mio malgrado rassegnare a decidere sul momento chi non votare e chi votare per non fare un favore agli altri contendenti.

I LIKE TO PLAY THE DRUMS. I THINK I'M GETTING GOOD, BUT I CAN HANDLE CRITICISM.

Sembra uno scherzo ma è il mondo reale: è tempo di mash-up Lady Gaga vs. Nirvana. Nirgaga, Poker Face vs. Smells Like Teen Spirit (o come cazzo vogliamo chiamarlo) è quasi più bello dei rispettivi originali, però ad occhio e croce mi aspetto che da un giorno all'altro Kurt Cobain esca dalla tomba per spararsi un'altra fucilata, perché la prima forse non è bastata (e parlo con tutto il rispetto possibile per Lady Gaga, artista che stimo parecchio perché ha portato una zaffata di novità nel piatto panorama pop delle tv musicali di regime).



(via Stereogram)

15 gennaio 2010

LA VIA DELL'OPPIO



Qualche sera fa sul mio schermo televisivo è apparso quell'uomo alto, unto e pelato che a quanto pare svolge le funzioni di direttore del Tg1. Parlava di Craxi, del Papa (anzi,mi correggo: del papa), di euromissili, di finanziamenti sovietici al Partito Comunista Italiano, di ingiusto martirio subito da Craxi e di altre cazzate simili, ma non sono riuscito a capire il senso del discorso perché il filmato si è improvvisamente interrotto e sono apparse le immagini di un vecchio tossico sdentato (uno dei reduci degli anni ottanta, gli anni in cui da un lato della strada imperava il craxismo mentre dall'altro imperava l'eroina) intento a spararsi in vena una dose di eroina mediante siringa ipodermica. Nel collo, mica nell'avambraccio.

È stato uno spettacolo assolutamente disgustoso, immagino che la vita di milioni di famiglie italiane sia stata sconvolta da immagini del genere trasmesse ad orario pasti, però le droghe pesanti sono una grave piaga sociale che va affrontata con coraggio e decisione, a muso duro, senza nascondersi di fronte ad inutili forme di ipocrisia che alla lunga provocano solo danni e null'altro. Meglio mostrare ciò che non si vorrebbe vedere, per far sì che le giovani menti non cadano in tentazione e non scelgano il vizio in luogo della retta via.

Avrei tanto voluto capire cosa stava dicendo il tiramolla che dirige il Tg1, ma non mi è stato possibile per via del vecchio tossico che si faceva in diretta tv e forse è stato meglio così. Solo riflettendo sugli errori/orrori del passato e facendo autocritica è possibile evolversi e diventare persone migliori: Minzolini l'ha fatto e partendo da Servire il popolo e dalle severe critiche ai compagni di lotta perché da lui ritenuti socialdemocratici è arrivato sino ai vertici del più importante telegiornale italiano. Dedichiamo dunque una via in ogni città a Bettino Craxi, legalizziamo le droghe pesanti così gli editoriali in difesa della figura di Craxi non verranno più interrotti dall'altra faccia della medaglia del craxismo e soprattutto facciamo come il tiramolla che dirige il Tg1: autocritica, specie schierandoci sempre e comunque dalla parte di chi comanda ed è più forte. Anche a costo di oltrepassare il limite del ridicolo.

13 gennaio 2010

PLEASE REMAIN SEDATE


Ieri mattina sono andato al Lidl a fare la spesa. C'era il pienone causa saldi ed è stato estenuante, ho pensato più volte di fuggire senza comprare nulla ma quando ho visto in un cesto delle offerte il libro dedicato ad Alessandra Amoroso a 3,99 € non ho resistito e l'ho acquistato senza nessun senso di colpa. Come resistere ad un libro che racconta (copiaeincollo a caso da una delle migliaia di pagine che in rete parlano di questa monumentale opera che cambierà il corso della storia) “i sogni e le speranze, i desideri e i nuovi progetti di una giovane artista protagonista di una favola moderna”?

Durante il viaggio di ritorno in macchina l'ho letto tutto (è un libro talmente poco impegnativo che lo puoi benissimo leggere mentre stai guidando, oltretutto senza nemmeno bisogno di togliere le mani dal volante – quindi non rischi il ritiro della patente e probabilmente nemmeno l'arresto) e posso dire con assoluta onestà intellettuale che è una cagata pazzesca.

Impossibile ignorare un talento e una potenza vocale così trascinanti, impossibile ignorare il fatto che il libro è scritto con una prosa da terza media (all'interno c'è pure un poster della Amoroso che ho già provveduto ad appendere nel mio ufficio, cioè nel bagno di casa mia) Angelo Gregoris e Alessandra Celentano devono essersi impegnati parecchio per partorire queste 120 pagine (scritte oltretutto con caratteri ben visibili anche a chi ha meno di 4/10 di vista stabili) nelle quali si racconta senza giri di parole tutta-ma-proprio-tutta la vita professionale della Amoroso: i duri inizi, la vittoria ad Amici di Marione De Filippi, l'esordio con Immobile, il grande successo, l'uscita nell'estate 2009 del primo album Senza Nuvole, la memorabile intervista a Vanity Fair, la prima pera, il pentimento dopo aver scoperto che dopo la prima pera si sta malissimo e si vomita sangue, il programma di cucina con GG Morandi, la somiglianza con Edgar Davids, il primo posto in classifica. Un libro che praticamene più che un libro è la nuova Bibbia.

Pagina dopo pagina, parola dopo parola si ride tantissimo, si rischia di soffocare salvo poi iniziare a porsi domande inquietanti come “perché fenomeni da baraccone del genere vengono definiti artisti?”, “perché i teenagers si riconoscono in lei?”, “perché i suoi dischi vengono pubblicizzati anche sugli scontrini degli Autogrill?”, “perché lei sì e invece tanti altri musicisti di talento no?”. Da quando l'ho letto non riesco più a darmi pace.

A questo punto andare il 16 gennaio al suo concerto di Padova diventa un dovere morale. Per capire, per ritrovarsi, per ridere ancora una volta di lei.

12 gennaio 2010

UN UOMO SOLO AL COMANDO


Finalmente, dopo un'attesa che a molti è parsa interminabile, il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani (a dire il vero il segretario è D'Alema e Bersani è solo una sua controfigura, ma fingiamo almeno per stavolta che Bersani sia davvero il segretario ed andiamo avanti) ha smesso per qualche ora di friggere patate nella cucina della Festa de L'Unita nella quale vive rinchiuso ed ha parlato al mondo.
Bersani ha detto che Emma Bonino è una fuoriclasse, che ha già lavorato con lei e che è una donna fuori dagli stereotipi. Non ha detto chiaro e tondo che la Bonino sarà candidata nel Lazio, ma è un grosso passo avanti per uno che son tre mesi che è segretario e non ha ancora parlato se non per bocca di D'Alema.

Intanto il Partito Democratico (una massa informe che non prende posizione su nulla, una gigantesca e disperata operazione di vertice messa in piedi da una classe dirigente con le pezze al culo per rimanere a galla garantirsi ancora una volta la poltrona truffando i poveri elettori che credevano di poter finalmente votare qualcosa di nuovo) si prepara all'alleanza con l'Udc nonostante un paraculissimo Pierferdinando Casini ospite da Fabio Fazio non dica nulla in merito (o addirittura neghi l'evidenza). Come sarà possibile conciliare la posizione “Emma Bonino è una fuoriclasse” con la posizione “alleanza con l'Udc” resta un mistero, ma magari a D'Alema riuscirà ad avere una delle grandi intuizioni politiche che lo hanno reso celebre in Italia e nel mondo (soprattutto in Serbia) e la sconfitta alle prossime elezioni politiche (Berlusconi infatti tra poco cade e si vota anche per le politiche) sarà meno bruciante del previsto. Buona fortuna.

IL PASTORE SUONA SEMPRE DUE VOLTE


Allora cosa ci dice l’avvicendamento fra Sofri e Pastore? E’ più importante la “qualità” della musica o quella delle chiacchiere? Almeno per chi decide i palinsesti, non ci sono dubbi: una musica più targettizzata è comunque preferibile a chi fa un discorso appena intelligente. E non è vero che questa dittatura della stronzata, di fronte alla quale resistono ormai ben poche sacche di resistenza nel sistema radiotelevisivo, sia inoffensiva. Tutt’altro, e non perché si debba per forza parlare di politica o di cose serie: il problema è più in generale la scomparsa delle Idee, o meglio il fatto che nell’Italia dell’amore esse siano costrette a nascondersi peggio che un nigeriano in Calabria. E del resto è proprio grazie alla loro mancanza, che i sentimenti identitari della peggior specie stanno prosperando alla grande.”

Complotto e mezzo dice la sua riguardo a Carlo Pastore e al suo programma Traffic in onda su Radio Due Rai. Parole sante che vorrei aver scritto io, parole che vorrei talmente aver scritto io che mi sono permesso di copiaincollare almeno metà del pezzo di Complotto e mezzo (non me ne voglia il titolare del blog in questione ma non ho resistito alla tentazione, al limite se vi sarà l'occasione per scusarmi gli offrirò da bere – magari un chinotto, visto che io sono straight edge). Se continua così il programma di Pastore in poco tempo prenderà il posto dello Zoo di 105 nel cuore dei gggiovani italiani, e nulla sarà più come prima.


Ma non basta: per descrivere chi è Carlo Pastore penso si possa dire che è un pierluigidiaco degli anni Zero”

Tanto per rimanere in tema: Anelli di Fumo parla del declino di Radio Due Rai (e incidentalmente anche di Carlo Pastore), Il paragone con Pierluigi Diaco è assolutamente azzeccato.




Democristiano! Con Jovanotti poi...

09 gennaio 2010

THE INFINITE PARADE OF PUNK ROCK T-SHIRTS



Ho avuto bisogno di guardare un paio di volte il sontuoso dvd del Live At Reading dei Nirvana ma finalmente ci sono arrivato: Kurt Cobain è stato uno dei più grandi di sempre (anzi, forse è stato l'ultima grande rockstar della storia) ed ha fatto bene ad uccidersi con una fucilata. Suicidandosi ha infatti scelto di andarsene quando era ancora all'apice, evitando pertanto di fare la fine di Chris Cornell (che tra Audioslave, indecenti dischi solisti e reunion dei Soundgarden ha smarrito da tempo il senso del pudore) e – spostandosi da Seattle e dal grunge – di Billy Corgan (che tra Zwan, reunion degli Smashing Pumpkins, scioglimenti degli Smashing Pumpkins, nuove reunion degli Smashing Pumpkins, indecenti nuovi dischi degli Smashing Pumpkins e presunti blocchi dello scrittore non riesce nemmeno più a suscitare pietà) e Liam Gallagher (da quando ho letto che vuole ripartire dagli Oasis 2.0 non riesco più a smettere di ridere – qualcuno lo fermi e gli spieghi che ha già una certa età e siamo nel 2010, non nel 1994 / anzi no, non lo fermi nessuno così Liam Gallagher caga fuori l'ennesimo disco uguale a tutti gli altri ed io posso ridere ancora una volta di lui e dei suoi insopportabili atteggiamenti da primadonna). In certi casi non basta il ritiro dalle scene: serve una decisione definitiva per evitare ogni ripensamento, ed una fucilata è l'ideale in quanto evita ogni rischio di ritorni, reunion o trascinamenti nei secoli dei secoli degni dei Pooh o dei Rolling Stones.

Con il suicidio è morto l'uomo Cobain ma è nato il mito Cobain, e i 93 minuti del dvd Live At Reading stanno lì a testimoniarlo in ogni loro nota musicale. Vien quasi voglia di andare il 19 febbraio a Milano a sentire le Hole di nuovo riunite sperando che qualcuno abbia la geniale idea di colpire Courtney Love in faccia con un modellino del Duomo di Milano, ma noi (uso il plurale maiestatis perché sono in pieno delirio di onnipotenza e sono illuso di essere il rappresentante di un pensiero dominante) che siamo sempre e comunque per la non violenza ci limitiamo a dire che quella sera a Milano suoneranno la salma di Courtney Love e tre musicisti a caso, e questo basta e avanza per farsi un'idea su che genere di serata sarà quella di Milano.

COOKING WITH CROOKERS, COOKING WITH ZINGALES



Un commovente Christian Zingales su Blow Up di questo mese consegna alla storia una altrettanto commovente speciale contenente una lista di 200 tracce house che hanno segnato il decennio appena trascorso. In quella lista c'è dentro tutto ciò che occorre ascoltare per essere felici, ma non è questo il punto. Il punto è che nell'articolo Zingales arriva a coniare la più bella definizione possibile e immaginabile per la fidget house, roba da strapparsi i capelli per non esserci arrivati prima ed averla scritta da qualche parte. Zingales ha infatti definito la fidget “neo shampismo adolescenziale da pogo cretino”, ed ho le lacrime agli occhi per la commozione.

È una definizione perfetta perfetta, la faccio mia in attesa del nuovo disco dei Crookers che a marzo spazzerà via la concorrenza facendo vedere chi vale veramente e chi invece si limita a ripetere all'infinito un suono o un'idea.

Per chiudere il cerchio un reperto archeologico che non c'entra un cazzo, buttato lì a caso tanto per darsi un tono: Sale sale e non fa male. Abbastanza trash ma efficace nella sua inutilità.


06 gennaio 2010

ARE WE HUMAN OR ARE WE DANCERS?



Chi se ne frega del fatto che sentire i cinesi parlare tedesco mi faceva impressione perché io i cinesi sono abituato a sentirli parlare in italiano?
Chi se ne frega se in realtà Alberto Stasi si chiama Alberto Ferrari ed Alberto Stasi probabilmente è solo un soprannome coniato dai suoi amici del bar per via di una certa, impressionante somiglianza con svariate decine di agenti della Stasi?

Chi se ne frega se i Digitalism sono talmente un pacco che non sono nemmeno riuscito a trovare il Weekend Club dove avrebbero dovuto mettere dischi ed allora ho preferito dormirmela?
Chi se ne frega se in Germania Scooter è ancora un dio mentre noi in Italia siamo rimasti ancora fermi ad Hyper Hyper – che è ormai storia di 16 anni fa, dunque una vita fa?
Chi se ne frega se in Italia siamo da sempre convinti che Scooter sia uno solo mentre in realtà gli Scooter sono una vera e propria techno-band e il tizio biondo ossigenato che noi identifichiamo come Scooter è in realtà il cantante degli Scooter?

Chi se ne frega se in Germania ridono di Silvio Berlusconi e degli italiani che continuano a sceglierlo come spirito guida nonostante lui stia lavorando assieme ad Apicella ad un album di canzoni per riconquistare Veronica Lario, sua ex moglie nonché ipotetica risposta italiana a Lady Gaga?
Chi se ne frega se Lady Gaga in Germania, in Italia, nel mondo ha successo non tanto per la musica (assolutamente in linea con il suono post-Timbaland che attualmente va per la maggiore nelle radio di regime, assolutamente identica alle nuove cose di Shakira, Rihanna et altre artiste donne prese a caso dalla top ten dei singoli più venduti/suonerie più scaricate) ma perché ha un'immagine che funziona e all'apparenza è molto trasgressiva?

Chi se ne frega se Mtv tedesca è identica a quella italiana perché anche se non ha un Carlo Pastore a farla da padrone manda in heavy rotation gli stessi dieci video per tutta la giornata, fino a farteli piacere per sfinimento?
Chi se ne frega se Viva è infinitamente meglio anche se poi scopri che è di proprietà di Mtv e non riesci ancora a spiegartelo?
Chi se ne frega se sempre su Viva hai scoperto che il video di Informer esiste ancora e non ne hanno bruciato tutte le copie esistenti un attimo dopo che Leone di Lernia ha deciso di farne una sua versione?

Ma soprattutto, chi se ne frega di tutto e di tutti quando ovunque vai accendi la tv (o la radio) e puoi trovare canzoni come Tik Tok di Ke$ha che ti allietano la giornata? Una tonnellata di ribellione a buon mercato, tanta finzione, sonorità di cui Madonna aveva già ampiamente abusato 25 anni fa, nessun senso compiuto se non quello di buttarsi nella mischia per provare a vendere tanti dischi e diventare di conseguenza una popstar a livello planetario, una di quelle plasmate ad arte da manager senza scrupoli che le sfruttano finché possono salvo poi gettarle nel cestino della spazzatura al primo insuccesso. Quando nel video viene fermata dalla polizia, ammanettata e poi istantaneamente rilasciata probabilmente per aver fatto un servizietto al tutore della legge di turno non ci si crede nemmeno: questa è roba fastidiosa, che un giorno verrà condannata dalla storia come Stalin e i Milli Vanilli.

05 gennaio 2010

IPSE DIXIT: ALBERTO TOMBA IS VERY HOT AND GOES ROCKIT.



E' il modo migliore per spalancare le orecchie ai buoni suoni del nuovo anno, quindi via il maglione pesante, si aprano le finestre e si lascino entrare e non in punta di piedi i nuovi Caloriferi.”

I Calorifer is very hot li avevamo aspettati in questi due anni con pizzichi d'ansia, di quelli che mordicchiano lo stomaco quando attendi che arrivi finalmente il giorno in cui a fare ritorno dopo un innamoramento a prima vista è il vicino di casa che non hai mi potuto conoscere sul serio.”

Un concentrato esplosivo d'energia e grazia sixties. Rapiscono il pubblico con ritornelli che distillano in aria fuochi d'ispirazione in una notte che è ancora tutta da iniziare. Pestano la dancefloor con contenuti testuali, stracciano il canto con iniezioni di pensiero libero.”

I Calorifer is very Hot recensiti da Alberto Tomba su Rockit. Pura psichedelia, parole che aggirano qualsiasi tipo di paletto (anche quelli da conficcare nel petto di un presunto vampiro da weekend), frasi che non hanno nemmeno bisogno della sciolina per impossessarsi dei neuroni del lettore. Favoloso Albertone!

SCENE DI LOTTA DI CLASSE ALLA BBC



Pamela Anderson, Paul Gascoigne,Vinnie Jones, Mc Hammer ed addirittura Heidi Fleiss al Grande Fratello Vip inglese.

Pare che i lungimiranti autori del programma siano in trattativa anche con la salma di Bettino Craxi, ma non si sa ancora se l'affare andrà in porto. La salma di Craxi, infatti, non sa dire con precisione se si può spostare da Hammamet ed oltretutto ha pretese economiche francamente eccessive per un paese puritano come l'Inghilterra. Staremo a vedere come va a finire, la speranza di vedere finalmente riabilitata la figura di Bettino Craxi è tanta ma il rischio di rimanere delusi è molto alto.

04 gennaio 2010

UNO CHE FACEVA UN CENSIMENTO UNA VOLTA TENTÒ DI INTERROGARMI: MI MANGIAI IL SUO FEGATO CON UN BEL PIATTO DI FAVE E UN BUON CHIANTI...


Meno male che Silvio si è ripreso e riesce ancora ad andare alle feste di compleanno delle sue deputate del cuore. L'amore vince sempre sull'odio e sulle fabbriche dell'odio, e lo si vede da certe torte di gran classe (con dito medio incorporato) che vengono servite a quelle feste di compleanno e contribuiscono a rendere più allegra e gioiosa l'atmosfera che si respira in questo nostro splendido paese.

Meno male che il 7 gennaio Silvio ritorna ufficialmente all'attività politica dopo la sosta del campionato di calcio in occasione delle feste natalizie. Il paese senza di lui è fermo, non funziona, non ha carisma, non ha personalità. Il prestigio internazionale dell'Italia è salvo.

Tra l'altro, così conciato Silvio sembra Hannibal Lecter. Speriamo solo che un giorno o l'altro non finisca per mangiarsi la Carfagna durante una cena a Villa Certosa oppure un Pubblico Ministero durante un processo. Sarebbe una brutta scena che potrebbe disturbare le menti più facilmente impressionabili (sia chiaro, la brutta scena ovviamente è Berlusconi che diventa cannibale e mangia un essere umano, non il fatto che Berlusconi decida finalmente di farsi giudicare in uno dei tanti processi che lo vedono come imputato) e potrebbe anche portare a conseguenze inimmaginabili per un paese civile & democratico come il nostro.
Ad esempio, una puntata di Porta a Porta con un plastico che riproduce in ogni dettaglio l'Ultima Cena di Silvio, Bruno Vespa vestito da cameriere e Gianfranco Vissani che commenta il tutto dal punto di vista tecnico. Che schifo.

IN 1976 I WANTED TO SNIFF SOME GLUE, BUT NOW I WANNA SNIFF SOME SPICE

Pochi cazzi: il momento del video di Wannabe in cui le Spice Girls irrompono nella hall di un albergo di lusso creando il panico tra i presenti è le cosa più punk degli ultimi vent'anni.

01 gennaio 2010

ADESSO TI FACCIO VEDERE COME MANGIA UN ITALIANO



Siamo nel 2010 ma è ancora 2009: accendo la tv e mio malgrado mi imbatto in un video di Elisa, solo che non è un video qualsiasi di Elisa ma è il video di Ti vorrei sollevare, il nuovo supersingolo scritto, fatto e cantato in collaborazione con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

Le note scorrono via e non mi lasciano nulla, sono le immagini che passano davanti ai miei occhi a lasciarmi parecchio perplesso: il video sembra fatto con Paintbrush e soprattutto Giuliano Sangiorgi c'è ma non si vede. In sostanza Elisa canta, si contorce, saltella, si vedono nuvole che si muovono, montagne che fanno da sfondo e colori che esplodono a caso ma di Giuliano Sangiorgi si sente solo la fastidiosissima voce e null'altro.

Poi dopo un po' realizzi che Giuliano Sangiorgi nel video c'è, solo che non lo vedi perché negli ultimi tempi ha messo su quegli ulteriori dodici-quindici chili che lo hanno fatto dilatare talmente tanto da non permettergli più di essere contenuto all'interno del teleschermo. Poveretto, le telecamere lo inquadrano ma lui non compare mai per intero, si vedono solo il tronco e gli arti superiori e null'altro, prova a saltare e ballare ma nessuno se ne accorge, fa perfino tenerezza per quanto si è espanso. Se avesse la barba e fosse sempre e comunque dalla parte del più forte qualcuno potrebbe perfino scambiarlo per Giuliano Ferrara, ed a questo punto urge per lui una cura dimagrante o al limite l'utilizzo del famigerato effetto Mick Hucknall per limitare i danni ed evitare ulteriori figuracce.

Vien perfino il sospetto che Elisa lo abbia scelto come temporaneo partner artistico per cercare di conquistare definitivamente l'America puntando sul segmento di mercato dei junk food addicted, ma non disponiamo di elementi sufficientemente concreti per affermarlo con certezza. Resta il fatto che con una canzone (ed un video) del genere Elisa non riuscirà a sfondare in America manco per sbaglio.