28 giugno 2009

RINGRAZIO dIO DI ESSERE VISSUTO NELLA TUA STESSA EPOCA (cit.)

Nel ringraziare le migliaia di persone che in queste tristi giornate di fine giugno hanno preso d'assalto queste pagine per cercare cose a caso come “maicol gecson”, “canzoni di maicol gecson”, “michael jackson fa luce” e “silvio berlusconi naked pics”, mi permetto di fare alcune riflessioni – che tanto queste pagine sono mie ed ogni tanto posso permettermi di essere totalmente autoreferenziale, cazzo.

Son tre giorni che Mtv dedica l'intera sua programmazione a Michael Jackson. Video, speciali, interviste, videomessaggi, sms da casa, marchette... tutto in memoria del re del Pop, una sorta di apoteosi in onore di un personaggio che era decaduto/deceduto ormai da cinque (otto?, dieci?) anni e che sopravviveva artisticamente solo in filmati d'epoca simbolo di un passato che fu e purtroppo per lui non sarebbe più tornato. Assistendo impassibile al triste spettacolo, vien perfino da pensare una cosa: ma quando morirà Silvio Berlusconi (si spera più tardi che mai, altrimenti senza il Joker d'Italia chi riuscirà più a farci ridere? Chi ci renderà più allegre le giornate con filmati esclusivi relativi a feste esclusive sniffing tra le cosce di bambine esclusive?) cosa succederà? Che faranno in tv? Credo che dovremo sorbirci due settimane di spezzoni di filmati relativi ai suoi incontri con i Grandi della Terra, i trionfi del Milan, i figli neri di Baresi (uno di Gullit ed uno di Weah), i trionfi elettorali, le toghe rosse, Iva Zanicchi, le canzoni con Apicella, il Contratto con gli Italiani sulla scrivania da Vespa, Giacomo Crosa, Giuliano Ferrara che presenta Lezioni d'amore ecc. ecc., ma non ne sono così certo. Magari si vedranno solo parate militari et similia. Chi vivrà vedrà.

Michael Jackson. Maicol Gecson, dicevo. È morto, ed è questa la morte la morte simbolo degli Anni Zero. Non si scappa. Gli anni settanta hanno avuto John Lennon e Ian Curtis, gli anni ottanta hanno avuto Freddie Mercury, gli anni novanta Kurt Cobain e Bettino Craxi. Fino a qualche giorno gli Anni Zero non avevano ancora avuto alcun morto da poter ergere a proprio simbolo assoluto, ma Jacko pare proprio la figura ideale per rappresentare degnamente questi anni, la più tragica, la più vera. In fondo questo decennio fondamentalmente è un decennio che non fa altro che riproporre cose già viste e sentite in passato rielaborandole per renderle digeribili anche alle nuove generazioni, e cosa potrebbe ergersi a simbolo se non la morte di un personaggio come Michael Jackson, un uomo che provava disperatamente ad inseguire i fasti del suo passato ed è stato schiacciato dai demoni di un passato che non riusciva più a raggiungere? Un uomo che aveva venduto milioni e milioni di dischi e provava a riemergere in un'epoca in cui nessuno compra più musica e i dischi stanno sparendo, sostituiti da files musicali? L'ultima vera stella del firmamento musicale, che provava a riproporsi in un'epoca in cui esistono solo stelline che indovinano un singolo e sono già in orbita, ma dureranno solo una stagione e verranno sostituite da altre stelline, altri replicanti che ripropongono qualcosa di già visto e sentito senza che nessuno se ne renda veramente conto. Ci mancherà, ma ora piantiamola con l'intera programmazione di Mtv dedicata a lui.

26 giugno 2009

LA GENTE ALTA OSCURA LA VISUALE ED INFRANGE LA MORALE



Credevo che non esistessero più le persone molto alte che vanno ai concerti, invece ho potuto appurare che esistono ancora, ed oltretutto ti si piazzano davanti a suon di spintoni e se osi dire qualcosa ti dicono che sono di Ferrara e devono fare le foto dell'evento per mandarle a non so chi (probabilmente alla loro mamma). Personaggi odiosi, ma niente paura: il chewing gum nei capelli è la soluzione finale che guarisce ogni male.

Fatta questa dolorosa ma doverosa premessa, parliamo di cose ben più importanti.

Il responso del concerto di mercoledì scorso è stato inequivocabile: gli Editors valgono nonostante il loro cantante Tom Smith sia una delle persone più insopportabili che io abbia mai visto. Sanno suonare bene, il loro set è stilisticamente perfetto ma non per questo sembra freddo e calcolato. Hanno cuore e ci credono, il che non è poco. Non sempre mi hanno convinto su disco, dal vivo temevo l'effetto Interpol ma sono stati una grossa sorpresa. Quanto a Tom Smith, me lo aspettavo sborone, ma non a quei livelli: ha atteggiamenti da divo tipo quelli di Freddie Mercury, però ha una gran bella voce e sa cantare (tranne quando cerca di fare gli acuti in falsetto, ma questo è un altro paio di maniche).

Discorso a parte per i Klimt 1918. Che ci facevano lì? Sembrano Nek che prova a suonare cover dei Joy Division con risultati altalenanti, e soprattutto non hanno un pezzo loro. Non è questione di scarsa originalità/prendere ispirazione dai maestri/imitazione/scopiazzatura, qui si tratta di plagio. Credo di aver sentito addirittura Valvonauta dei Verdena, ma soprattutto ad un certo punto è sbucato fuori un ritornello identico a Se telefonando - musiche di Ennio Morricone, testo di Maurizio Costanzo, canta Mina Mazzini. Da piegarsi in due dalle risate, sono il gruppo gag definitivo – almeno fino a quando i Bloc Party saliranno sul palco di Ferrara Sotto Le Stelle e ristabiliranno le gerarchie come si conviene ad una band del loro calibro. Han suonato poco, ma è bastato per far capire alla gente che sono roba buona per il Mi Ami e non per palchi prestigiosi come quello di Ferrara. L'ho detta.

EXIT: LIGHT / ENTER: NIGHT / TAKE MY HAND / WE'RE OFF TO NEVER-NEVERLAND


Va bene, è morto Michael Jackson e siamo tutti più tristi e più soli, più umani e più veri.

Ma che la morte di Jacko non diventi una scusa per oscurare le ultime disavventure del Michael Jackson italiano.

Jacko è morto ma non sottovalutiamo il fatto che D'Avanzo su Repubblica ha posto al Premier queste ulteriori dieci domande:

1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
Quante volte ha avuto modo d'incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?

2.
Qual è la ragione che l'ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?

3.
Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano "papi"?

4.
Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le "squillo" che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l'abbiano reso vulnerabile, cioè ricattabile - come le registrazioni di Patrizia D'Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?

5.
E' capitato che "voli di Stato", senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?

6.
Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiamo compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?

7.
Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?

8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l'opinione comune considera inadatto al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?

9.
Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?

10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?

D'Avanzo e gli italiani non riceveranno mai alcuna risposta, ma vuoi mettere la soddisfazione?


A questo punto una undicesima domanda sorge spontanea:

11. Signor presidente, secondo lei come si sentivano quelle povere ragazze quando venivano da Lei costrette a sorbirsi interminabili documentari che mostravano i suoi incontri internazionali, gli innumerevoli trionfi del Suo governo, i figuranti che cantavano Meno male che Silvio c'è, le immagini delle sue proprietà et altri interessanti aspetti della sua vita pubblica/privata? E se sottoponessero lei ad una Cura Ludovico di tale portata, come la prenderebbe?


MICHAEL JACKSON R.I.P.



Si chiude un'epoca: è morto Michael Jackson, a modo suo il re del pop.
Ricordiamolo così.

23 giugno 2009

SPACEMAN I ALWAYS WANTED YOU TO GO / INTO SPACE MAN (INTERGALACTIC CHRIST)




Che figata: domenica sera ho visto Graziano Cecchini aggirarsi con passo felpato per le vie di Ferrara. Sembrava la Pantera Rosa – anzi, la Pantera Nera (pessima battuta la mia, roba degna del peggior Pippo Franco). Dopo una intera giornata trascorsa smanettando con Virtual Dj per creare mixtapes dal valore artistico pari a zero ho creduto di avere le allucinazioni, solo che in realtà non erano allucinazioni ma era il mondo reale. Il paese è reale e quello che ho visto era davvero Graziano Cecchini che, come annunciato nei giorni scorsi dal sempre informatissimo Estense.com, è sceso a Ferrara per colorare di azzurro le acque del Castello di Ferrara in caso di vittoria al ballottaggio del candidato sindaco destroide Giorgio Cagotto (purtroppo per qualche inspiegabile motivo il correttore automatico di Microsoft Word® continua a correggere e a scrivere Cagotto, dunque scrivo Giorgio Cagotto e non se ne parli più), il suo candidato prediletto. Il Cecchini indossava una tutina in spandex® da vero gonzo ed aveva un grosso sacco sulle spalle, sacco che probabilmente conteneva qualche chilo del colorante azzurro puffo che veniva utilizzato negli anni ottanta per confezionare i gelati gusto puffo (gelati purtroppo fuori produzione da troppo tempo, avevano un sapore indefinibile e soprattutto quando andavi in bagno ti permettevano di stupire la mamma facendo gigantesche cacche verde mare. Sulle sostanze usate all'epoca per fabbricarli dovrebbe indagare Roberto Saviano), ed era molto affaticato ma aveva il sorriso sulle spalle, segno che alla vittoria di Giorgio Cagotto ci credeva sul serio. Credeva nella svolta per entrare da protagonisti nella Storia, e non è poco.

E per un attimo l'ho pure visto allo Zuni (oppure da Zuni, come si usa dire a Ferrara) in occasione del concerto di Ariel Pink e dei suoi Haunted Graffiti, ma poi è corso via e si è dileguato nel nulla. Forse era già in missione, un'altra memorabile impresa questa volta da realizzare in terra estense.

Comunque, nonostante la presenza/assenza di Cecchini gli Ariel Pink's Haunted Graffiti hanno spaccato, e non poco.

Dal punto di vista estetico Ariel Pink sembra:

(in ordine crescente)

  • le scarpe che indossava durante il concerto di domenica, un misto tra le ciabatte da fornaio del Dr. Scholls pittate di nero, gli anfibi del Dr. Martens, le Croqs e le Spadrillas in da mist;
  • Ozzy Osbourne in versione reality show di Mtv sul suo ménage famigliare/ménage familiare/comecazzosiscrive (in sostanza, quell'uomo che c'è talmente rimasto da non riuscire nemmeno più ad usare il telecomando della tv satellitare, figurarsi a comporre canzoni per un album nuovo decente);

  • il figlio di Ozzy, se questo fosse un fricchettone dedito all'uso di droghe sintetiche invece di essete un ciccione alcoolizzato dedito a sperperare i soldi di papà presenziando a feste et altri eventi mondani di dubbio gusto (praticamente la versione maschile di Paris Hilton opportunamente dopata con droghe sintetiche fabbricate nei laboratori clandestini dell'ex Jugoslavia);

  • Brian Mongo dei Placebo quando al festival di Sanremo ha distrutto la chitarra causando un malore al parrucchino di Pippo Baudo;

  • Mick Jagger, se Mick Jagger avesse ascoltato tonnellate di garage rock, colonne sonore del film la Febbre del sabato sera, dischi minori degli Iron Maiden, dischi minori di Robert Wyatt (ammesso che esistano dischi che possano considerarsi dischi minori di Robert Wyatt);

  • Phil Anselmo post overdose, 1996 circa quando ha deciso di farsi crescere i capelli e li portava di media lunghezza e soprattutto molto unti;

e musicalmente i suoi Haunted Graffiti ovviamente risentono di queste molteplici ed eterogenee influenze. Roba da farti sanguinare le orecchie per quanto è rumorosa, roba che a volte sembrava i Bee Gees che suonavano cover degli Iron Maiden che suonavano cover di Ozzy che suonava cover di Robert Wyatt ecc. ecc., ed altre sembrava semplicemente Daniel Johnston suonato al doppio della velocità da un fornaio con gli anfibi ai piedi durante il turno lavorativo del venerdì sera. Tutto suonato/cantato con l'aria di chi passa lì per caso e sta partecipando ad un karaoke, come un soundcheck che si trasforma in un concerto e nessuno ha nulla da ridire. Mancava solo il codino di Fiorello, ma gli Ariel Pink's Haunted Graffiti sono entrati ugualmente nella galleria dei miei idoli totali.


Il concerto è finito davvero troppo presto, ma non prima di riservare un clamoroso colpo di scena: a sopresa (ma non troppo, visto che già immaginavo che un uomo del genere avrebbe compiuto una prodezza del genere) Ariel Pink si è introdotto nei bagni del locale portando con sé il microfono per cantare una, due, tre canzoni rimanendo comodamente nascosto lì dentro. Tutto molto bello, tutto molto esilarante, solo che Ariel Pink ha disturbato il povero Graziano Cecchini che era seduto seduto sulla tazza e spingeva come un forsennato per colorare di azzurro le acque. Aveva la cacarella delle occasioni che contano, il Cagotto delle Libertà, e stava già festeggiando in anticipo il trionfo di Giorgio Cagotto al ballottaggio.

Non è dato sapersi come sia terminata la disputa Ariel Pink-Graziano Cecchini. Le autorità di pubblica sicurezza stanno ancora facendo tutti i rilievi necessari alla risoluzione del caso, ed a breve Estense.com farà sapere di più riguardo agli sviluppi della vicenda.

20 giugno 2009

HO DISISTIMA TOTALE NEI CONFRONTI DEL SUO GIORNALE DUNQUE NON RISPONDO

Il Popolo è una cosa sola con Silvio Berlusconi. Noi siamo una cosa sola con lui. Gli attacchi contro di lui sono attacchi contro di noi. La sua battaglia per la libertà è anche la nostra. Il suo impegno per cambiare l'Italia è lo stesso che ci anima. Questa unità nessuno la potrà scalfire e rispetto ad essa non faremo nessun passo indietro.
È evidente che esiste un complotto contro il presidente del Consiglio. Si parlava di foto di un finto matrimonio del Presidente con una ragazza, le foto sono uscite ed è venuto fuori che non si trattava del Presidente ma di due giovani figuranti venuti lì per allietare i presenti, dunque è un complotto. Berlusconi è innocente e resisterà, e continuerà a divertirsi a feste e festini dove, per quantità di donne seminude ed altre polveri e polverine che non stiamo qui ad elencare, sembra di essere sul set di un qualunque video gangsta rap metà anni novanta.
Festini, ma quali festini? Chi ha mai parlato di festini? Non è successo nulla, è una bufala mediatica. Il Conte Igor Marini, quello sì che era un testimone attendibile. Telekom Serbia, quella sì che era una truffa ai danni dello stato organizzata dai comunisti che non mangiano più i bambini ma mangiano i soldi dello Stato. Mica come Silvio che paga tutto di tasca sua, voli di Stato compresi.
C'è un'area (un ben preciso gruppo editoriale, che ha aperto la strada anche alla ''concorrenza''), rispetto alla quale il Pd svolge una funzione gregaria e servente, che ha un totale disprezzo del voto espresso dagli italiani, e che ha deciso un attacco selvaggio, una vera e propria caccia all'uomo contro il premier Berlusconi. È bene che i cittadini lo sappiano: è in corso un'operazione di chiaro sapore antidemocratico, che va denunciata e battuta. Un'operazione su larga scala, che parte dall'enorme potenza mediatica della sinistra italiana per arrivare ad Obama, Zapatero, Sarkozy, Fidel Castro, Hugo Chavez e l'Ayatollah Khamenei, coinvolgendo Repubblica, L'Unità e tutti i giornali esteri manovrati dai comunisti. Lo stesso arrivo in Italia del dittatore libico Gheddafi è stato un chiaro tentativo di screditare Berlusconi a livello internazionale. Siamo in pericolo, è ora di agire per salvare l'Italia.
Invece di minacciare denunce e accusare il Presidente del Consiglio, l’on. D’Alema e tutti gli altri esponenti del Pd che in questi giorni avrebbero dovuto tacere e non rilasciare dichiarazioni di dubbio gusto, farebbero bene a riflettere e a chiedere scusa per l’assoluta assenza di moralità del loro modo di fare politica e di tentare di scalzare il Presidente del Consiglio con sistemi che nulla hanno a che vedere con un’opposizione seria che affronta il merito dei problemi e non si attacca a gossip e spazzatura.
D'Alema avrebbe dovuto tacere, ma come al solito quando si tratta di fare un favore a Berlusconi non si risparmia ed allora ha spifferato tutto, rovinando la sorpresa e permettendo ai ciambellani di corte di fare la parte delle vittime. Quando sei a libro paga di Berlusconi capita questo ed altro (discorso che vale sia per i ciambellani che per D'Alema).
Quando Berlusconi morirà (politicamente, s'intende) ci saranno due vedove inconsolabili: D'Alema e Veltroni, che non avranno più la loro ragione di essere e non sapranno più che fare per mantenere il loro sistema di potere. E solo allora potrà esserci un vero cambiamento nella sinistra italiana e nell'Italia tutta. Tra poco forse potremo ballare sulle macerie del berlusconismo, vediamo di non salvargli il culo un'altra volta.


17 giugno 2009

LA GIOVENTÙ ESTENSE È PIÙ FORTE DELLE BOMBE E SFIDA LA DIFFIDA


Ho visto persone sfoggiare i tatuaggi più brutti di sempre. Dovrebbero vietare per legge i tatuaggi alle persone che non sanno cosa farsi tatuare e scelgono il disegno sui cataloghi un minuto prima di iniziare. Beati loro che non hanno pudore alcuno verso la loro stessa persona.

Ho visto persone comprare l'Iphone ed abbonarsi alla versione web de Il Resto del Carlino per leggerlo durante gli spostamenti in treno ed arrivare al lavoro informate. Beato chi si vanta con le ragazze di compiere tutti i giorni imprese del genere.

Ho visto persone andare incontro al loro destino sfogliando City, Leggo, Metro et altro ciarpame maleodorante che qualcuno si ostina a chiamare free press. Le ho viste scivolare sicure come ghiaccio verso il mare, sembrava conoscessero il segreto del passo di chi non torna più indietro – soprattutto perché stavano leggendo mentre camminavano e notoriamente le automobili non guardano in faccia a nessuno, nemmeno a chi legge giornali-spazzatura mentre cammina. Beati loro che hanno un coraggio da leone. Leone Di Lernia, soprattutto.

Ho visto Giorgio Dragotto. È un ciclone. Anzi, è un ciccione un po' pelato non me lo son mai cagato, Dragotto. Spara un sacco di cazzate, le più grosse mai sentite, Dragotto. Torna in Polonia, vai in Patagonia, però intanto a Ferrara è arrivato al ballottaggio ed ha buone possibilità di vittoria. Lo ha detto Estense.com, e se lo dice Estense.com vuol dire che è vero. E vittoria significherebbe un'incursione del fenomeno da baraccone protofuturista Graziano Cecchini, che in caso di vittoria colorerà di azzurro le acque del Castello Estense. Chi c'è dietro Graziano Cecchini? Da dove viene? Chi lo manovra?
Nessuno, direi. Purtroppo per lui Cecchini è così di natura, però la città di Ferrara non merita un'onta del genere - anche perché Dragotto sindaco significherebbe addio a Ferrara Sotto Le Stelle, che verrebbe sostituita da Ferrara Sotto la Stele, un festival socio-culturale fondamentalmente basato sulle esibizioni di mostri sacri come Al Bano, Iva Zanicchi, Mariano Apicella, Dj Francesco, Franco Baresi ed di un redivivo Don Luigi Giussani, risorto per verificare che gli appalti per la ricostruzione di Ferrara dopo cent'anni di dittatura comunista finiscano tutti in mano alla Compagnia delle Opere.

A questo punto, tanto vale votare Tagliani anche solo per il fatto che è identico a Tim Harrington dei Les Savy Fav. È preciso dovere di ogni persona di sinistra, interessata a salvaguardare un'idea di GIUSTIZIA e di DEMOCRAZIA assennate ed attente, ATTIVARSI per frantumare ogni aspirazione di questa destra. Dobbiamo seppellirli, per bene, ed a seguire pisciare sulla loro tomba (cit.), anche solo per salvare Ferrara Sotto Le Stelle dall'attacco delle destre

Tra l'altro, Ferrara Sotto Le Stelle parte ufficialmente il 18 giugno – anche a dire il vero ci sono state alcune gustose anteprime tipo Yo La Tengo il 31 maggio e il tributo a Nico il 10 maggio.

Ad ogni modo, il programma è questo:

AMADOU & MARIAM
Giovedì 18 giugno - Unica data italiana
Ingresso gratuito

EDITORS
Mercoledì 24 giugno - Unica data italiana.
Posto unico euro 22

PAOLO CONTE
Sabato 27 giugno
Platea 1° ordine, posti a sedere numerati: euro 60; platea 2° ordine, posti a sedere numerati: euro 50; Posti a sedere non numerati: euro 40.

BLOC PARTY + WHITE LIES | BANDS APART festival
Mercoledì 15 luglio - Unica data italiana
Posto unico euro 25

TV ON THE RADIO + ANIMAL COLLECTIVE | BANDS APART festival
Martedì 21 luglio - Unica data italiana
Posto unico euro 20

JÓHANN JÓHANNSSON
Domenica 5 luglio - Unica data italiana
Cortile del Castello Estense
Ingresso gratuito

MASSIMO VOLUME feat. FAUSTO ROSSI
Sabato 11 luglio
Ingresso gratuito

SCOTT MATTHEW
Venerdì 17 luglio
Ingresso gratuito

DAVID BYRNE
Songs of David Byrne and Brian Eno
Mercoledí 22 luglio
Posto unico euro 30

Come ogni blogger che si rispetti, in un impeto di autoreferenzialità repressa annuncerò via via la mia presenza o la mia assenza agli eventi in questione. Per ora anticipo solo che quasi quasi il 15 luglio vien voglia di saltare i Bloc Party per andare a Padova a sentire i Prodigy che continuano a suonare sprezzanti del ridicolo avendo come solo ed unico scopo quello di pagarsi il metadone, ma non ci andrò perché i Prodigy mi piacevano quando si facevano come intillimani e poi perché, nonostante i benpensanti siano soliti affermare il contrario, ancora una volta Ferrara Sotto Le Stelle è imperdibile. Che ci provino loro ad organizzare una cosa del genere.

16 giugno 2009

1950 vs. 2050


La radio trasmetterà
la canzone che ho pensato per Te,
e forse attraverserà l'Oceano
lontano da noi:
l'ascolteranno gli Americani che proprio ieri
sono andati via e con le loro camicie a fiori
colorano le nostre vie
ed i nostri giorni di primavera.
Che profumano dei tuoi capelli !!
E dei tuoi occhi così belli
spalancati sul futuro
e chiusi su di me
nel novecentocinquanta....



Berlusconi incontra Obama, e vengono subito alla mente le immortali note di 1950 di Amedeo Minchia. L'ennesimo trionfo dello Statista delle feste nelle ville in Sardegna, che grazie all'ottimo lavoro dei media amici (praticamente tutti) è riuscito a far credere al popolino che l'incontro di mezz'ora con Obama è stato un autentico trionfo personale.
Un caffè allunga la vita.

RITORNO AL FUTURO 1, 2 E 3

Nessuno fa più dischi di una volta come questo.

Da queste parti si condivide in toto il giudizio di Onanrecords su West Ryder Pauper Lunatic Asylum dei Kasabian, che per inciso è il disco dell'anno per i prossimi due anni.

15 giugno 2009

COMPAGNI SÌ, COMPAGNI NO, COMPAGNI UN CAZZO


Massimo D'Alema è scatenato. Prima lo spiazzante intervento al Senato (dopo essersi gonfiato con un compressore ed aver indossato una parrucca ha addirittura osato dire che in Parlamento ci sono un sacco di mignotte), e poi l'affondo contro il Governo Berlusconi, che sta già tremando per la paura memore del fatto che con D'Alema capo di Governo nessuno si è mai preoccupato di fare una seria legge sul conflitto d'interessi.

In pratica D'Alema ha detto che il governo Berlusconi potrebbe subire presto forti scosse e che il Partito Democratico deve tenersi pronto ad ogni evenienza, e da ciò si evince che D'Alema ad ottobre si candiderà alla segreteria del partito e diventerà segretario per la duecentesima volta.

Ne vedremo delle belle. Con Veltroni che muore e risorge, indicendo manifestazioni a caso da fare a luglio quando la gente normale va al mare, e Rutelli che si scaglia contro la presunta adesione dei democratici al Partito Socialista Europoeo, il quadro si presenta il più nero possibile: tutto come quindici anni fa, Veltroni e D'Alema che si contendono il partito e Rutelli che fa l'opportunista e cerca di dire belle senza risultare credibile. Sempre loro, sempre gli stessi, perdenti ora più di prima. Hanno rotto i coglioni, punto e basta.

Veltroni e D'Alema han fatto più danni alla sinistra italiana di vent'anni di dittatura fascista. Bisognerebbe caricarli su una zattera (magari insieme a Rutelli e, perché no, a Bertinotti – sempre che non sia troppo impegnato a spassarsela sullo yacht di Cecchi Gori), lasciarli andare alla deriva e che la natura faccia il suo corso. L'unico rischio è che finiscano per approdare in Libia e che il sincero democratico Gheddafi ce li rispedisca al mittente. Saremmo al punto d'inizio, e ce li dovremmo pure tenere in quanto a quel punto godrebbero dello status di rifugiati politici. Ronnie James Dio ce ne scampi.

10 giugno 2009

FEDELI ALLA LINEA, #3 (La classe operaia va in paradiso)

"È l'ora dell'aperitivo ed è un giorno davvero bello. Tutto inizia a schiudersi nelle nostre vite." Inizia così, con la solita classe che contraddistingue colui che l'ha scritto, Devi augurarti che la strada sia lunga, il nuovo libro di Fausto Bertinotti. C'è da fiondarsi a comprarlo solo per l'incipit.

L'ex presidente della Camera, aiutato da Ritanna Armeni e Rina Gagliardi, parla con onestà della sua esperienza politica (anzi “della sua educazione sentimentale alla politica”: che cazzo vorrà dire poi?), delle sue lotte, e delle sue numerose sconfitte lungo un arco temporale che più o meno va dagli anni sessanta fino alla sconfitta elettorale dello scorso anno, che ha avuto come conseguenze la scomparsa della cosiddetta sinistra radicale dall'arco parlamentare italiano ma soprattutto la fine delle ospitate di Fausto Bertinotti a Porta a Porta.
Ora Bruno Vespa non lo invita più in trasmissione perché Bertinotti è già ricco ed ha abbandonato la politica attiva nonostante sia un perdente (nel mondo politico italiano, si sa, più perdi e più hai successo, però lui è l'eccezione che conferma la regola), ma c'è stato un momento in cui era sempre seduto sulle poltrone in pelle umana di proprietà del Giornalista-Insetto che disquisiva riguardo a tutto lo scibile umano. Dal Partito Democratico al Papa, da Faber Corona alla riforma Gasparri, da Luca Calboni al Festival di Sanremo, non c'era argomento sui cui Berty non dicesse la sua opinione con fermezza e coraggio, il coraggio di chi ha sprezzo del ridicolo. Memorabile una puntata pre-elezioni 2006 in cui in studio si scontravano Faustone e Silvan Berlusconi: in un clima infuocato Berlusconi regala al Nostro un orologio del Milan, ed il Nostro risponde da par suo regalando all'allora futuro leader dell'opposizione una copia della Costituzione italiana; il tutto si svolge sotto un maxischermo che emblematicamente li presenta al pubblico come il “liberale” e il “comunista” (i virgolettati sono testualmente citati, è tutto vero). Momenti che ormai sono nella storia della televisione, attimi che entreranno nei libri scolastici alla voce “Le più grandi vittorie del nostro Sempregiovane Premier”.

E Bertinotti nel libro arriva a definire queste sue continue, ossessive presenze da Vespa come “presenzialismo strategico”: un lavoro nella terra degli infedeli, da affrontare come un corpo a corpo, sapendo che quando ti va bene pareggi ma comunque determini attenzione verso una forza alternativa. Io le definirei molto più semplicemente “per il cash si fa questo ed altro, chi se ne frega se mi hanno messo lì solo per avvalorare l'idea di una sinistra composta di tante anime che tra loro non possono coesistere per nulla al mondo, l'importante è apparire, che del doman non v'è certezza”, ma mi limito a rispettare il punto di vista altrui e non aggiungo nulla.
Un libro entusiasmante, in cui Bertinotti dice tutto e il contrario di tutto ma non spiega perché fece cadere il governo Prodi nel 1998 (ed addirittura arriva a definire il mite Prodi “uno spregiudicato uomo di potere”, definizione forse pensata ai tempi delle vacanze con Valeria Marini e Vittorio Cecchi Gori). Nessuno l'ha mai capito (nemmeno lui, probabilmente) ma, date le circostanze e data la piega che hanno preso poi gli eventi, vien addirittura da pensare che nel 1998 Fausto Bertinotti fosse a libro paga di Silvio Berlusconi. In poche parole, vorrei poter scrivere che nel 1998 il “liberale” si comprò “il comunista”, ma forse è meglio che non lo dica perché non voglio querele. Se Bertinotti mi querelasse sarebbe impossibile spuntarla, visto che è difeso da due avvocati del calibro di Pecorella e Ghedini e spuntarla contro di loro è praticamente impossibile.
Meglio l'autocensura che la galera.

FEDELI ALLA LINEA, #2

Ogni blogger che rispetti e/o critico musicale di un certo spessore è solito lurkare Sceneboot in cerca di idee, spunti, gruppi musicali, filmati da (ri)proporre spacciandoli per una sua scoperta.
Io non sono un blogger e nemmeno un critico musicale (e neanche spessore o rispetti, se per questo) ma non ho voluto essere da meno, avendo pur sempre l'accortezza di dichiarare pubblicamente che ho lurkato Sceneboot in maniera attiva ed ho riproposto un filmato di Gel del Truceklan incredibilmente ospite a Matrix.
Lo spaccio per una mia scoperta, ma chi se ne importa? Gel è l'emblema di quanto gli abusi possano danneggiare un essere umano fino a renderlo un ex essere umano pur sempre degno di rispetto. Sono lontani i tempi delle leggendarie esibizioni al 2 the beat (“io vado a naso, gli faccio fare la fine del piccolo Tommaso”), ora Gel è rinsavito e, per tono vocale e profondità di pensiero, sembra doppiato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Lunga vita ai neuroni di Gel, che gli permettono di pronunciare in tv cose che nemmeno pensa veramente. Un posto in parlamento con il Pdl alla prossima legislatura non glielo toglie nessuno. Mai come ora Silvio ha bisogno di un personaggio del genere.
Farebbe parecchio ridere, ma ci siamo vicini.

FEDELI ALLA LINEA, #1


Vorrei gli occhiali di Gheddafi, vorrei il cerone di Silvio. Vorrei il ciuffo di Gheddafi, vorrei il ciuffo di Silvio. Vorrei le mani e l'anello di Gheddafi, vorrei le mani botulinate di Silvio. Vorrei l'intelligenza e lo sguardo sveglio di Gheddafi, vorrei lo sguardo sveglio di Silvio.

Vorrei 5 miliardi di euro, vorrei fare affari a spese del contribuente.

Vorrei parlare al Senato.

I dittatori non parlano al Senato della Repubblica, ma tra i due chi è il dittatore e chi è la Repubblica?

08 giugno 2009

GUT GUT, SUPET GUT!

Stando così le cose, il prossimo Presidente del Consiglio sarà Maurizio Lupi.
Complimenti vivissimi al Pharrell Williams italiano, ciellino di ferro e infaticabile yes man che a forza di dire sempre sì ha scalato ogni parete ed è arrivato alle soglie del paradiso.
Grazie a lui, alla sua bellezza ed alla sua abbronzatura il paese riuscirà a mantenere l'alto livello di prosperità faticosamente raggiunto in questi quindici memorabili anni.

07 giugno 2009

È VERO, L'HA DETTO IL TELEGIORNALE!

Il dato di fatto è che da quindici anni a questa parte qualsiasi tornata elettorale all'apparenza sembra un importante esercizio di democrazia, ma in realtà è una sorta di referendum sulla figura di un uomo ormai settantacinquenne possidente di 3 emittenti tv, una squadra di calcio, svariati giornali, svariate ville sparse per l'Italia et altre belle cose che nel Belpaese in molti vorrebbero ma che non potranno mai permettersi perché hanno le pezze al culo. Praticamente, la gente che lo vede come il Fidanzato d'Italia, il Meno Peggio dell'Altro o il Grande Statista lo vota, mentre la gente che lo vede come il Male Assoluto, il Pericolo o il Peggio dell'Altro non lo vota – e tutto questo mentre Obama in Egitto pronuncia un discorso in grado di regalare finalmente speranza in un futuro migliore. Non fa una piega.

Il paese è fermo però intanto lui se la gode, incurante di ciò che accade intorno a lui. L'Italia vive una sorta di campagna elettorale permanente, in cui Lui sceglie accuratamente il tema del giorno, parla e fa parlare salvo poi voltare improvvisamente pagina estraendo dal mazzo un altro tema del giorno, facendo sì che il gioco ricominci dal punto che più è utile. Non si parla di nulla di particolarmente importante però intanto lui si sceglie pure gli avversari da sovraesporre mediaticamente: prima Bertinotti il comunista che veste sempre firmatissimo, ora Alex Di Pietro a.k.a. Alex Drugo Di Pietro, che con il suo italiano zoppicante e i suoi gesti teatrali è dappertutto e riesce pure a far credere alla gente che è di sinistra (come Bertinotti d'altronde, sono che Bertinotti almeno non si esprime principalmente a gesti). A tratti vengono sovraesposti mediaticamente pure D'Alema e Rutelli, ma stiamo parlando di dead men walking prezzolati che se alle elezioni politiche ci fosse la possibilità di esprimere le preferenze non verrebbero nemmeno eletti e finirebbero a sbarcare il lunario scrivendo su Il Giornale o su altri house organ di famiglia - e pertanto non devono nemmeno essere presi in considerazione.
Dunque, con lui o contro di lui? Votare o non votare?

Votare, ma per chi.
Non voto Alex Drugo Di Pietro perché la destra non la voto nemmeno quando di traveste da sinistra.
Non voto Tiziano Motti nonostante abbia invaso il nord-est che lavora e che produce con chilometri quadrati di manifesti elettorali almeno fin dai tempi di febbraio, quando ha deciso di candidarsi senza nemmeno sapere quale partito avrebbe accettato di candidarlo (per la cronaca, si presenta come il volto nuovo della politica, sembra Ridge di Beautiful ed ora si candida per l'Udc dopo essere stato illuso e poi scaricato dal Pdl – buona fortuna davvero.)
Non voto Paola Bitch-netti in primis perché alle europee non è candidata e poi perché la destra clerico-fascista che indossa il vestito buono e si traveste da centrosinistra.
Non voto Lega o fascisti perché altrimenti dovrei passare il resto della mia vita a sputare in aria cercando di colpirmi sul viso, e non è bello vivere così.
Non voto la sinistra radicale perché io sono di sinistra radicale, ma nel senso americano del termine. A malincuore non voto Pannella perché temo di alzarmi domattina e scoprire di essermi trasformato in Daniele Capezzone, e non sarebbe bello vivere una vita da Capezzone.

Chi resta?

Il Partito d'Azione, ovviamente. Si torna al '47 ma contemporaneamente si vota per Zapatero ed Obama, sperando in un'Italia migliore. Mangiare tanto prima di recarsi al seggio, e la digestione lenta farà il resto. Spero solo di non svenire dentro alla cabina elettorale, ma sono sicuro che la natura ancora una volta farà il suo corso.

04 giugno 2009

COME SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI ED USCIRNE INDENNI – The Return of the Living Dead

Ieri sera, al ritorno da una festa di giovani del Pdl alla quale ero andato per vendere pasticche ai giovani del Pdl, ho avuto l'illuminazione ed ho capito tutto – quindi nulla sarà più come prima e la mia vita ne trarrà sicuramente giovamento. La faccio breve: è stata una gran serata perché ho insufflato i giovani bananas e poi ho capito che è ora di dire basta a personaggi come Beatrice Borromeo, che si fingono di sinistra, si danno tante arie spargendo consigli a destra e a manca, scrivono un libro con Marco Travaglio e poi collaborano con Radio 105 – la stessa radio dello Zoo di 105, programma-feticcio di certa sinistra salottiera e giustizialista che parla parla, organizza i Vaffanculo Day e poi da quando c'è Silvio non parla più, probabilmente perché Beppe Grillo è a libro paga di Silvio ed organizza adunate di piazza a comandi. Non accetto lezioni da Beppe Grullo, dalla sua barca e dal suo suv, non accetto lezioni su come essere di sinistra da una come la Borromeo che è fidanzata con Pierre Casiraghi. Sono e resto un liberal ma sono convinto che Raidue abbia fatto benissimo a censurarla. Lei non può parlare. Punto e basta.

E quante ragazze simil-Borromeo ho visto ieri sera alla festa? Tantissime, ma erano tutte strafatte grazie alle pasticche che ho smerciato in loco. E quanti ragazzi che in tutto e per tutto sembravano i Lost ho visto ieri sera? Ancor di più, ed erano fatti ancora più delle ragazze e sembrava di essere ad un rave. Però i Lost non sono così. I Lost sono ganzi, sono ribelli, sono punk perché fanno i le canzoni assieme al cantante dei punkissimi Good Charlotte e girano i video a Lisbona – non si sa mai che con una canzone che aggiunge le chitarre a Poker Face di Lady Gaga ed un video very alternative e diverso dal solito non si riesca a sfondare anche all'estero dopo aver conquistato l'Italia. E poi il loro cantante Walter dopo gli inizi emo e la svolta post punk ora va in giro con la maglietta di Barack Obama – cosa che fino ad oggi nessuno aveva mai osato fare – ed è sempre più fico, pronto per una copertina su Sorrisi e Canzoni Tv o per uno speciale sulle pagine degli spettacoli su Libero, con annesso editoriale di Vittorio Feltri che sproloquia sul fatto che finalmente hanno successo anche gruppi che per farsi conoscere non hanno bisogno di suonare al Concertone del Primo Maggio. Walter e i suoi Lost non parteciperebbero mai ad eventi del genere, ma non andrebbero nemmeno ad una festa dei giovani del Pdl perché non hanno bisogno di farsi pubblicità così: sono la maggioranza silenziosa, sono i giovani che votano Pdl ma non lo dicono in giro perché se ne vergognano, e per camuffare la cosa salgono sul carro del vincitore indossando la maglietta di Obama con un ritardo di diversi mesi – anzi, con un ritardo di sei giorni che non sai se dirlo a lui, non si sa mai che un giorno non riescano a sfondare pure in America e la smettano di fare i bulli perché il grande Carlo Pastore dedica loro uno spazio quotidiano nel suo programma Trl.

02 giugno 2009

LIKE TORNATORE AND CAMORRISTA / BEACH BEACH BOYS, VITA DA SURFISTA

“Mi dicono che sono un cammorrista, Boss, Bugiardo, Leader di Sinistra, Falso, Diffamatore, insomma una schifezza di uomo”. Con queste lapidarie parole che mi ronzavano in testa (e mi lasciavano molto perplesso) ho preso la mia Ritmo bianca a metano, ho immaginato di ascoltare The West Ryder Pauper Lunatic Asylum dei Kasabian e mi sono messo in viaggio, destinazione Marina Di Ravenna – per la precisione Hana Bi. Grazie al notevole sottofondo sonoro in men che non si dica sono arrivato a destinazione e (particolare non da poco) nel frattempo una nuova consapevolezza si è fatta strada in me: l'Operaio Gino è una persona che ha capito tutto e sicuramente sarà per la destra italiana ciò che Joe l'idraulico è stato per i Repubblicani negli Stati Uniti. Non so perché ma l'impressione è questa, staremo a vedere che succederà in seguito. Punto e a capo, veniamo al resto.

Due concerti in due sere, due sere in una, The Pains Of Being Pure At Heart + Vivian Girls la domenica e Akron/Family il lunedì – con annessa e connessa distorsione spazio-temporale che ha annullato ogni distanza ed barriera portando gli Akron/Family a suonare subito dopo il concerto di domenica sera. In sostanza, finisce la domenica sera che è già lunedi sera, e come se ne esce? Molto stanchi e mentalmente provati, ma nello stesso tempo ebbri di gioia e soddisfazione personale, anche solo per il fatto che ho finalmente avuto l'opportunità di saggiare la cucina dell'Hana Bi e sono rimasto piacevolmente impressionato (e ben nutrito, il che non guasta quando c'è da affrontare serate così impegnative). Gnocchi alle vongole e funghi porcini, insalata fredda di pesce, acqua, un sorbetto senza vodka, caffè: tutto ciò che ti serve per essere fresco e sveglio per il resto della serata e viverla da fuoriclasse. (voto: cinque cucchiai su cinque)

E, poi la musica. Ma che musica maestro! Attaccano i Pains Of Being Pure At Heart, ma è il soundcheck ed io e la mia combriccola stiamo ancora mangiando. Falso allarme, il concerto sarebbe iniziato di lì a poco, ma l'attesa era tale che noi ci siamo un tantino allarmati (e qualcuno è corso via senza rendersi conto che erano solo prove tecniche di trasmissione). Successivamente i Pains Of Being Pure At Heart attaccano sul serio, ed un pochino sembra addirittura di essere in Scozia ai tempi d'oro: degli ipotetici Jesus & Mary Chain meets Belle & Sebastian (il gruppo) meets Belle & Sebastian (il cartone animato) che suonano molto meglio dal vivo che su disco (che pure è un disco fichissimo), un'autentica goduria per le orecchie e per la mente. Belli da sentire e da vedere, alla voce hanno Dan Black dei Planet Funk e con un po' di fortuna potrebbero addirittura diventare delle popstars. Grande concerto e grande gruppo.

Seguono le Vivian Girls, ed è subito fuga verso l'esterno per sedersi a chiacchierare comodamente seduti nel cortile dell'Hana Bi nonostante l'umidità. Non si è capito nemmeno se si trattava di un soundcheck, di uno scherzo ben riuscito o di un concerto vero e proprio, ma resta il fatto che sono inascoltabili quasi quanto un gruppo da festa di fine anno al liceo – per la precisione Classe Mista 3A. Mi lascia molto perplesso tutto l'hype che le circonda, mi lasciano molto perplesso una batterista che pare quasi una favolosa Arisa meets Luciana Turina, una goffa bassista che si ostina ad indossare gli shorts nonostante abbia talmente tanta cellulite che puoi accendere i raudi sfregandoli sulle sue gambe e una cantante che bella non è ma che se confrontata alle altre due tizie del gruppo sembra bellissima, ma soprattutto mi lascia perplessa la loro musica senza capo né coda. Magari sentirò su disco, ma dal vivo proprio non mi han preso. Succede.

Concludono il tutto gli Akron/Family, ed è subito bolgia infernale – ma una di quelle bolge infernali che ti fanno pensare che gli Akron/Family si facciano di eroina stagionata del '76, la stessa eroina che girava al festival del Parco Lambro opportunamente conservata ed utilizzata oggi per far musica come si usava fare un tempo. Concerto magistrale nel quale il gruppo americano prende le proprie canzoni e le ribalta come un calzino, rendendole del tutto irriconoscibili grazie ad una perizia tecnica che li ha portati a radicali improvvisazioni del tutto free (questa grammaticalmente incerta definizione è roba buona per essere utilizzata su Rockit in una qualunque recensione di un gruppo a caso, Carlo prendi nota e diffondi il verbo presso i tuoi valenti colleghi). Un magistrale mash-up tra Franchino e Jerry Garcia dei Grateful Dead alla chitarra ha preso per mano i suoi compagni d'avventura e li ha guidati alla vittoria finale, ed il bello è che questi tre tizi vestiti con stracci presi in offerta all'Uba Uba mentre suonavano e deliravano avevano sempre il sorriso sulle labbra – segno che in fondo l'eroina del '76 era buona davvero. I Mars(turbation) Volta dovrebbero essere obbligati con l'inganno e con la forza a sentire un concerto degli Akron/Family, e forse tornerebbero ad essere quel grande gruppo che sono stati per i primi due dischi - quando Omar Rodriguez non era ancora stato colpito da delirio di onnipotenza musicale ed era ancora un umile(?) mestierante della chitarra. Senza ombra di dubbio Omar Rodriguez ha tutto da impararare da un tizio come Franchino Garcia.

E dopo una maratona come questa il ritorno in macchina è stato inaspettatamente tranquillo. La mia Ritmo a metano filava molto karaskov, merito forse dei Pnau ascoltati a volumi da arresto, o molto più probabilmente dal fatto che finalmente l'Italia intera ha potuto apprendere che Veronica Lario ha un compagno e Silvio si comporta da imperatore romano per colmare un vuoto. L'attendibile fonte che ci ha svelato questa verità è Daniela Santanchè, la stessa persona che non più tardi di un anno fa ha dichiarato “Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do. Donne non votatelo, ci vede solo in posizione orizzontale”. Tu passamela che sto de nnovo pe strada / A venne du scudi de dramma Aggiungice na canna / L’immunità diplomatica maa so dimenticata a casa.
Ormai ci siamo, essere un leader di sinistra equivale ad essere una schifezza d'uomo e l'Italia è pronta ad ospitare il G8.

SE QUESTO È UN UOMO

L'omofobo Eminem non ha tanto gradito avere il culo di un uomo in faccia. Figuraccia in mondovisione e risate assicurate.