27 settembre 2008

GOD SAVE THE QUEEN / THE FASCIST REGIME / THEY MADE YOU A MORON / POTENTIAL H-BOMB

Così a quanto pare Mario Borghezio è diventato un perseguitato politico. A Colonia non lo hanno fatto parlare e non gli hanno nemmeno servito una birra, e lui ha sfruttato l'occasione ed ha fatto la vittima. Mi faccio una pera o mi bevo una Peroni? Sinceramente non lo so, però quella di Colonia è stata fatta passare dai media di regime come una vera e propria umiliazione gratuita ad un uomo che a quanto pare nella vita di tutti i giorni è leale e generoso, solo che gli altri non lo capiscono ed allora se la prendono come lui solo perché come Calimero è piccolo e nero.
Dunque Borghezio Calimero, come si dice ultimamente in giro. Però intanto il suo Q.I. non si è alzato di un millimetro e lui ha ancora più gradimento da parte del suo pubblico di riferimento. Sarebbe stato meglio farlo parlare per ore ed ore, ridergli spudoratamente in faccia e poi sommergerlo di una non meglio identificata sostanza corporea marrone (utilizzando enormi ventilatori per rendere lo spettacolo ancor più realistico), avendo cura che le immagini dell'evento facessero in poco tempo il giro del mondo. Un'umiliazione pubblica, una vera e propria gogna mediatica per un uomo che se potesse metterebbe alla gogna ogni diverso, per la gioia dei suoi fan più accaniti. Purtroppo però Borghezio anche questa volta l'ha fatta franca. Sarà per la prossima.
Borghezio d'altronde è come i Queen: tanto osannato dai fan, tanto stroncato dalla critica. E dunque quasi sicuramente Marione sarà il 28 settembre a Milano (a Roma no perché Roma è ladrona) a gustarsi il concerto della fantasmagorica band inglese, che si è inaspettatamente riformata ed ha assunto la denominazione di “Queen+Paul Rodgers” per rendere il tutto più prestigioso. I Queen hanno pure fatto un disco nuovo, che sarà fuffa sopravvalutata come tutti gli altri loro dischi ma tanto venderà milioni di copie, ché la nostalgia è canaglia e lo zoccolo duro è duro a morire. Ci sarà da divertirsi parecchio, ne sono sicuro.
Paul Rodgers lo pagano bene, Roger Taylor e Brian May ci sono, manca il bassista John Deacon che ha avuto la dignità di non partecipare a questo ignobile teatrino, risparmiandoci un bel po' di sofferenza. Ma tanto Deacon non sapeva suonare e dal vivo non si sentiva proprio, per cui il suo posto potrebbe essere preso da Sid Vicious o Mario Borghezio ed il risultato sarebbe esattamente lo stesso. Ecco già ce lo vedo Borghezio, dimagrito e con i capelli tinti di nero pece, imbracciare un Rickenbacker da vero Lemmy Kilmister wannabe e suonare assieme ai suoi nuovi amici ad uno qualsiasi dei tanti raduni di Pontida che si tengono durante l'anno solare. Roba da transennare la zona e chiamare la Protezione Civile per evitare spiacevoli inconvenienti, roba da non dormire mai più la notte a forza di ridere. Ma purtroppo siamo nell'Italia del 2008 ed i miracoli ormai non avvengono più. La gente non capirebbe.

DEVIL'S HAIRCUT

Niente da dire, la nuova pettinatura di Raffaele Sollecito è qualcosa di sensazionale. Ma del tipo che la vedi e non ci credi nemmeno, resti traumatizzato e poi da vero giustizialista quale sei ti domandi: “Come può un essere umano andare in giro con dei capelli del genere? Come può un essere umano aver fatto quello che ha fatto?” e non riesci proprio a darti risposta. Certe volte la vita è qualcosa di bizzarro.
L'ho scambiato per Mauro Repetto, e per un attimo ho pensato che fossero tornati davvero gli anni novanta. Mancava solo Pezzali e poi c'erano tutti, mi sono preso male e mi sono reso conto che un pochino sembra anche il Piotta. Mauro Repetto meets Piotta, figo no?
Ma poi sono tornato alla dura realtà del Tg1, talmente obiettivo nel dare le notizie che a volte ti sembra un telegiornale della tv di Stato cinese.
No, gli anni novanta non sono tornati per nulla.

CHIARAMENTE BRUNO VESPA AVREBBE FATTO LA STESSA, IDENTICA COSA


Al trentottesimo coglionazzo e al 49 a 2 di punteggio Fantozzi incontrò di nuovo lo sguardo di sua moglie

“Mi perdona un attimo? vorrei... vorrei fare un tiro io adesso!”

”Eh prego coglionazzo”

Rinterzo con 3 sponde e boccino da quattro puntisilenzio

“Non 3 punti, 11! COGLIONAZZO!”

24 settembre 2008

THERE IS A WAR, THIS IS A WEAPON

Che bello arrivare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e leggere Il Foglio, l'unico e vero giornale involontariamente comico, talmente comico che lo chiamano addirittura “trasversale”, “di elite” o “roba per palati fini”. Quasi quasi ti pare di leggere un blog e vorresti cliccare i link invece di sfogliare le pagine, ma poi ti rendi conto che è fatto di carta spessa e molto ruvida ed allora ci rimani parecchio male.
Noi dell'Italia che lavora e che produce amiamo Il Foglio proprio perché è semplice ma deciso nel prendere posizione, ed amiamo incondizionatamente Giuliano Ferrara perché è intelligente ed avanti anni luce rispetto alla concorrenza. Giulianone ha capito tutto: dalla parte del più forte a prescindere, ed avanti tutta fino alla vittoria finale. Ed involontariamente ha capito tutto anche quando ha dato vita al Foglio, visto che inventando dal nulla quel quotidiano ha inventato i blog: tutte quello colonne appiccicate tra loro, tutti quei caratteri piccoli e molto fitti, quelle titolesse in neretto, quelle vignette dal tratto incerto non possono che rimandare allo spazio che ogni giovane ganzo che si rispetti deve possedere per essere accettato nell'alta società.
E più o meno mentre Giulianone inventava i blog, Noel Gallagher tirava cocaina nella toilette riservata alla Regina a Downing Street, in occasione di un incontro con Tony Blair. Un gesto da campione assoluto per un uomo che era bollito già allora, solo che almeno non lo dava a vedere. Vedere gli Oasis che ci provano ancora una volta è un tantino patetico, ma al peggio non c'è mai fine e i fratelli Gallagher mai si arrenderanno, ne sono convinto. Solo la sconfitta finale potrà fermarli. Oltretutto, il fatto che Noel abbia bisogno di ricordare l'avventura nei bagni di casa Blair proprio in occasione dell'uscita dell'ennesimo, sempre uguale disco degli Oasis ha più o meno lo stesso significato della presenza alle ultime elezioni della lista Pro-life di Giuliano Ferrara: la solita e prevedibile provocazione a buon mercato, fatta per tornare finalmente al centro dell'attenzione dopo un periodo di momentaneo oblio. Solo che almeno Noel non corre in ginocchio dal Vescovo di turno o non cerca di rifarsi una verginità presso il pubblico di nicchia come dei Metallica qualsiasi, che all'epoca della nascita del Foglio già affilavano le armi per affrontare una dura battaglia contro Napster e gli scaricatori di musica illegale, mentre ora cercano di tornare all'ovile pubblicando un disco thrash prodotto da Sua Maestà Rick Rubin. Noel Gallagher è capace di ben altro.
Sono praticamente certo che alla fine Noel Gallagher si rivelerà l'uomo in grado di far vincere di nuovo i Laburisti alle prossime elezioni, ed ovviamente a quel punto incasserà il deciso sostegno di Giulianone. E magari anche dei Metallica e, perché no, dei Beatallica, un gruppo che come gli Oasis suona cover dei Beatles ma lo fa senza prendersi sul serio.

21 settembre 2008

UN EGO GRANDE QUASI COME QUELLO DI MORGAN

Ormai non finisco più di stupirmi per l'immensa grandezza del Mago Silvio – il capo di tutti. Ha già raggiunto tutti gli obiettivi che si era posto in campagna elettorale ed ora si sta prendendo il lusso di andare oltre, lassù dove solo i Grandi osano arrivare.
È sparita del tutto la Casta, nessuno sì lamenta più degli eccessivi privilegi di cui gode la classe politica italiana e non esistono più sprechi e malgoverno. L'Antipolitica è solo un lontano ricordo ed ora si fa solo Bella Politica, di quella con le iniziali maiuscole che hai perfino paura a parlarne per paura che si sgualcisca e perda il suo profumo e la sua morbidezza. Mastella fa il commentatore di eventi politici in tv come se fosse una vecchia gloria andata in pensione, Giuliano Ferrara e la sua tenace campagna antiabortista sono evaporate come popper al sole e perfino Lamberto Dini, l'unico liberaldemocratico esistente in Italia, il vero difensore del libero mercato, l'uomo che con le sue bizzarre richieste faceva il bello ed il cattivo tempo durante gli ultimi scorci della precedente legislatura, sembra sedato con pasticche della peggior qualità ed è scomparso totalmente dalla scena politica italiana. L'Italia è dunque un paese migliore, ed io me ne compiaccio.
Ma il traguardo più importante raggiunto da Mago Silvio, quello che ti cambia la vita e ti fa sentire più sereno, quello che ti fa alzare la mattina e ti fa trattenere a stento l'entusiasmo è uno solo: il ritorno sulle scene di Andrea Pezzi, un grande artista purtroppo snobbato dalla solita critica di sinistra che poi perde le elezioni perché non sa capire i desideri e le aspirazioni dei gggiovani d'oggi. Pezzi, un personaggio che giustamente è sempre stato pieno di sé in quanto intelligenza molto superiore alla media, ad Mtv ha inventato un nuovo modo di fare tv ma poi ha scelto di eclissarsi in programmi di seconda o terza serata, con il coraggio che solo i Grandi riescono ad avere. Ma ora ritorna tra noi, e ritorna con un importante incarico governativo: riscrivere la storia per mezzo di un programma televisivo, l'unico supporto multimediale che il popolo italiano è in grado di padroneggiare e comprendere appieno. Anche Dell'Utri approva, e questa non può che essere una garanzia di qualità.
E sono sicuro che Andrea riuscirà in questo difficile compito, e supererà la prova sfoderando la sua brillante verve e la sua simpatia travolgente. Le solite malelingue dicono che è caduto molto in basso, io lo difendo a spada tratta e replico dicendo che Pezzi è già finito da anni, almeno dal momento in cui è finito su tutti i rotocalchi Cucuzza-style per la storia con Claudia Pandolfi, divenendo appunto il signor Pandolfi e facendo passare in secondo piano il suo enorme talento. E dunque perché negare all'uomo che ha lanciato il Nongiovane, che ha inventato l'intervista doppia che poi ha fatto la fortuna del programma di denuncia sociale ed approfondimento Le Iene, che sparava cazzate e parlava di cucina con la stessa, identica, soave leggerezza la possibilità di un meritato quanto tardivo ritorno alla ribalta? Sono tempi bui, tempi in cui Robbie Williams esagera con le micropunte e, dopo aver visto ben due volte gli alieni, decide di ritirarsi dalle scene perché desideroso di ricercare gli Ufo. Io gli alieni li vedo tutte le sere al Tg1, e dunque sono convinto che un personaggio come Andrea Pezzi sia necessario per risollevarci dal grigiore quotidiano che ci troviamo ad affrontare. Finalmente la destra è in grado di esprimere un artista degno di nota, lasciamolo lavorare e poi accogliamo il suo operato con una sonora risata, l'unico commento possibile di fronte ad un progetto di tale portata.

ALTRO MONDO, DIREI

E poi ti capita di vagabondare per il web e di imbatterti in un video del genere, roba che scotta e che ti chiedi se sia vera o se sia uno dei soliti fake che circolano in rete. Mai visto in vita mia un conduttore ridere in faccia ad un ospite, per giunta il solito caso umano che sembra uscito da una qualunque trasmissione pomeridiana o dall'angolo strappalacrime di Studio Aperto. Mai visto un conduttore epurato per una cosa del genere.
In Italia si epura per molto meno, ma devo smettere di pensarci troppo su.
(via Ted Disbanded)

18 settembre 2008

SANGUE, LACRIME & GAS LACRIMOGENO

Basta con l'assurda ghettizzazione che la musica dance si trova suo malgrado a dover subire!
Sì, perché la dance è ghettizzata, poche storie. Prendiamo ad esempio il doppio dvd di Michel Gondry, The Work of Director. Te lo spacciano come una raccolta di tutti-ma-proprio-tutti i suoi video musicali fino al 2003, e poi scopri che il video di Music Sounds Better With You degli Stardust è suo ed ovviamente non è stato incluso nell'opera.
Ora, non voglio dire che The Work of Director sia brutto. Anzi, è roba che scotta, spettacolare, avanti cent'anni, la guardi ed un attimo dopo ne vorresti ancora. Però Music Sounds Better With You potevano metterla, visto che ha un video da lacrime agli occhi ed è semplicemente la canzone più bella di tutti i tempi. Però è dance, ed il pubblico con la puzza sotto al naso potrebbe non gradire, e allora i compilatori non la mettono nella lista. Ed io mi incazzo.
La ghettizzazione della dance è cosa gravissima, roba che quando ci pensi ti vien voglia di fare come Dave Mustaine dei Megadeth, ovvero convertirti alla chiesa dei Cristiani Rinati, diventare Repubblicano, sostenere Bush e soprattutto rifiutarti di suonare in festival dove sono presenti anche band sataniste, ma io che sono un Cretino Rinato sono superiore e me ne frego. Mi basta solo sapere che gli Stardust con un solo brano sono entrati nella leggenda, mentre uno come (faccio un nome a caso) Morgan è una vita che ci prova ma non ce la fa mai. Ma in fondo Morgan a.k.a. Marco Castoldi mica è uno a scelta tra Thomas Bangalter, Alan Braxe o Benjamin Diamond, no?
Un unico brano che fa il botto senza che nessuno se l'aspetti, offerte da tre milioni di dollari per registrare un disco intero ma niente, gli Stardust non hanno mai voluto andare oltre. Hanno scelto di fermarsi lì e non sono finiti a fare i saccenti a programmi come X-Factor. Ed hanno fatto bene, visto che probabilmente sarebbe stato impossibile fare meglio di Music Sounds Better With You.
La canzone praticamente è nata per caso. Un sample preso da Fate di Chaka Khan che Bangalter e Braxe hanno opportunamente trattato e dopato fino a trasformarlo in una micidiale base da utilizzare una sera in una discoteca di Parigi, la voce del vocalist Benjamin Diamond che quella sera canta frasi alla cazzo seguendo il proprio istinto ed il proprio gusto. Il risultato è stato talmente strepitoso che il giorno dopo i tre, ancora palesemente strafatti, si sono recati in sala d'incisione a registrare il tutto per non lasciarselo scappare di mente.
Ha venduto milioni di dischi, è stata per settimane al primo posto nelle hit parade di mezzo mondo, qualcuno la definisce la più bella canzone house del millennio, io (lo ribadisco) la definisco la canzone più bella di tutti i tempi. È uno dei simboli di un certo periodo degli anni novanta (gli anni che vanno dal 1998 ed il 2000), un periodo in cui la trasgressione andava a braccetto con la consapevolezza e la responsabilità (non vuol dire nulla, ma era bello dirlo), un periodo in cui facendo le cose nel modo più semplice ed artigianale possibile si tiravano fuori dal cilindro veri capolavori come quello degli Stardust.
Grande annata, il 1998.


14 settembre 2008

L'URLO DI HIRO TERRORIZZA ANCHE L'OCCIDENTE

I Polysics sono una delle cose più rock che esistano.
Visti ieri sera all'Unwound di Padova, hanno dato vita ad uno dei concerti più divertenti ed elettrizzanti a cui mi sia capitato di assistere. Sono quattro nerd vestiti con stranissime tute arancioni e dotati di chitarra, basso, batteria, sintetizzatori e suonano come qualcosa a cavallo tra uno qualsiasi dei concorrenti di Mai Dire Banzai che, imbottito di anfetamine, decide inaspettatamente di fare cover dei Devo ed Ivan Cattaneo che violenta i megasuccessi italiani degli anni '60. E dunque, rumore, ignoranza a tranci, demenza allo stato puro, neuroni che ti escono dalle orecchie e devi mettere i tappi per salvare il salvabile.
Si autodefiniscono “technicolor pogo punk” ed io che li conoscevo poco e nulla e sono rimasto folgorato. Il cantante-chitarrista Hiroyuki Hayashi è una gigantesca presa per il culo agli stereotipi del rock e sul palco dà tutto ciò che può e molto di più, il batterista Masashi Yano è uguale a Richard Ashcroft dei Verve ma non te lo fa pesare e suona come un martello pneumatico, la bassista Fumi è incazzatissima ma non perde un colpo e la tastierista Kayo oltre ai synth ha suonato pure un flauto da scuole medie ed ha fatto la ragazza pon pon continuando sempre a rimanere impassibile. A volte neppure credevo ai miei occhi, un attimo prima del concerto erano tranquillissimi ma una volta saliti sul palco si sono trasformati ed hanno fatto cose pazzesche, cose che se le racconti in giro la gente non ci crede nemmeno e ti dice che di drogarti come fanno tutti gli altri comuni mortali della tua età.
I Polysics potrebbero suonare sia all'Mtv Day che all'Anti Mtv Day e nessuno tranne Carlo Pastore se la prenderebbe a male. Carlo Pastore è troppo impegnato a dare lezioni di galateo o ad intervistare grandi artisti del calibro di Cesarone Cremonini per rendersi conto di cosa vale la pena ascoltare e cosa no, però intanto il concerto dei Polysics è durato un'ora e mezza che è trascorsa in un attimo ed io alla fine ne avrei voluto ancora ed ancora.

13 settembre 2008

AEROPLANO CHE TE NE VAI / LONTANO DA QUI CHISSÀ COSA VEDRAI

Finalmente Alitalia è salva. Grazie al decisivo intervento del Nostro Fantastico Premier (che, al solo fine di garantire al paese di avere ancora una compagnia di bandiera, ha investito suo denaro guadagnato in tanti anni di duro lavoro) una situazione che pareva ormai disperata si è risolta in un attimo, per la gioia di un popolo intero. Ancora una volta il libero mercato è salvo, esultiamo tutti insieme!
L'ennesimo miracolo, l'ennesima impresa eccezionale di un uomo per cui nulla è impossibile. I soliti comunisti diranno che il salvataggio è stato fatto a spese dei cittadini, che era meglio la prima offerta di Air France, che non ci sono le condizioni, che i debiti rimangono allo Stato mentre il resto va alla cordata di imprenditori, che la cordata di imprenditori è stata raffazzonata in poche ore per salvare l'apparenza, che si stava meglio quando si stava peggio, che dovrebbero andare tutti a casa.
Non è vero nulla. Sono le solite menzogne. I soldi li ha messi il Premier, il più italiano di tutti gli italiani. Alitalia è fuori dal baratro, l'italianità è davvero salva.

11 settembre 2008

ACE OF SPADES

Tutti parlano di rivincita di Britney, di resurrezione, ma non è vero nulla. Sono tutte menzogne.
La disinformatja di regime ha colpito ancora, meschina ed inesorabile. Hanno diffuso per giorni pettegolezzi ed illazioni riguardanti la vita privata della della cantante americana, cose del tipo “a 13 anni iniziò a bere alcolici, a 14 perse la verginità e a 15 iniziò a prendere droghe”, “a 16 anni la ragazza fu trovata in possesso di marijuana e cocaina”, “adolescenza esagerata”, “Justin Timberlake cornuto e mazziato”, “giocatore di football di 18”, “sconsiderato appoggio alla guerra in Iraq”, “mononeurone”, “merda music ma non troppo”.
Bene, non è vero nulla di quello che i giornali ci hanno raccontato per giorni e giorni. È stata solo una abile mossa pubblicitaria per far tornare l'attenzione su di lei e preparare mentalmente il popolo bue al suo trionfale rientro. Il popolo va educato, e non c'è nulla di meglio che un battage così martellante per rendere un po' più scontato (e dunque rassicurante) un trionfo a mani basse. Ed ovviamente agli Mtv Awards americani Britney ha vinto ben 3 premi, ma non ha cantato e nemmeno ballato, e per giunta ha ringraziato niente popò di meno che Dio, il capo di tutti.
E qui viene il dunque. Questo sentito ringraziamento all'onnipotente che le è fuggito sul finire della serata è stata la prova lampante che quella sul palco non era la vera signorina Spears. Britney non può essere così magra e tonica, non può essere così agile e scattante, non avrebbe mai potuto presentarsi sul palco in perfette condizioni psicofisiche ma soprattutto in condizioni del genere avrebbe fatto tremare il palco con un rutto o un bestemmione di quelli che lasciano il segno e te li ricordi una vita.
Purtroppo quella che si è presentata sul palco era un'altra, che in tutti i modi ha cercato di camuffare la sua identità con una parrucca bionda, trucco pesante e vestiti provocanti ma è stata prontamente sgamata anche dagli osservatori meno attenti. Quella che è stata premiata agli Awards altri non era che Sarah Palin, camuffata in maniera indegna per una donna di classe come lei. L'effetto è stato assolutamente grottesco ma in campagna elettorale per rastrellare più voti possibile non si guarda in faccia a nessuno, ed allora ecco la hockey mom, l'antiabortista a favore della pena di morte, l'ambientalista a favore della caccia a lupi e orsi utilizzando aerei, la paladina della difesa della vita e della massima libertà di circolazione delle armi da fuoco - che poi tanto se qualche sbiellato entra in una scuola e fa una strage è colpa di chi ascolta metal – , la signora Barracuda che sculetta sul palco e farfuglia frasi alla cazzo, vergatagli da qualche oscuro ghost writer legato a doppio filo alla destra religiosa americana. Tutti sono buoni a recitare un discorso, ma un giorno tutti i nodi verranno al pettine.
Era la vice di McCain quella donna sul palco, non ci piove. Ma quando è troppo è troppo. Basta stare zitti e subire passivamente soprusi del genere, è ora di svelare ai cittadini americani e agli abitanti del mondo intero che è tutta una menzogna quella che i Repubblicani ci vanno raccontando da un paio di settimane. Britney è ancora in clinica a lanciare televisori dalla finestra e a cercare invano di disintossicarsi, Britney (assieme a Lemmy dei Motörhead) è l'ultima vera rockstar rimasta sulla faccia della terra. Sarah Palin no. È una poser.
We are John McCain & Sarah Palin... and we're gonna kick your ass! suona male, puzza di stantio lontano un miglio come le rughe liftate del comandante McCain. America svegliati, di Britney ce n'è una sola. E basta e avanza.

09 settembre 2008

BENZINA SUL FUOCO

“ Perché i rapporti oggi durano così poco? Sinceramente nooosò, sarà er computer, ecchennesò, a playstation, uno non esce più de casa. È tanto bell'aamore “ (Surfer3 - Roma)

Come da copione sono diventato uno human blog, e me ne vanto.
Da qualche tempo, ad esempio, mi prende bene quando mi citano in un libro e sono diventato consapevole che in casi del genere la marchetta è doverosa - soprattutto se la casa produzione di tale opera te ne ha mandata una copia aggratis con relativo dvd annesso e connesso.
E dunque, che marchetta sia. Senza pudore e senza timore, tanto altra gente lo fa e non lo dice in giro – ma tanto lo sanno tutti. Io almeno sono onesto e lo ammetto, ed aggiungo che sono serio e le marchette le faccio gratis, senza pretendere nessun compenso o favore.
Il libro ovviamente è Nel dubbio, ti amo, un'opera di spessore che si propone di essere una guida per chi frequenta le chat ma soprattutto una guida per chi vuole ambire a frequentare The Club, il fantasmagorico programma in onda su Allmusic (che a dire il vero non seguo più da un pochino, tanto che non so nemmeno se sia ancora in programmazione o se in realtà non sia mai andato in onda in quanto frutto della mia immaginazione). Un'opera che un pochino ti fa venire voglia di fuggire dall'Italia. Maracaibo mare forza nove, fuggire sì ma dove? Ed allora rimani e lo leggi, guardandoti pure il gustosissimo dvd che raccoglie 100 profili cult di The Club.

Bene, il dvd è roba da restare di sasso. Pura psichedelia emotiva. Gente che pensavi non esistesse nemmeno, stereotipi viventi (ribadisco, “stereotipi viventi”, visto che sulle pagine del simpatico libercolo mi hanno bonariamente messo in croce per aver osato scrivere una cosa del genere) che ti fanno capire che l'Italia è il paese degli stereotipi e che hanno davvero vinto loro, in maniera netta ed inequivocabile, definitiva. Si ride ma si vorrebbe piangere, si sfottono i partecipanti ma si vorrebbe venire alle mani con loro, in certi momenti si ha paura a proseguire nella visione però con l'andare del tempo si raggiunge un certo grado di consapevolezza e ci si diverte pure. In poche parole: te ne freghi di tutte le menate tipiche di certa sinistra che perde qualunque elezione e lo affronti serenamente, e non è cosa da poco. Tanto i problemi del paese restano comunque lì, immutati da anni ed oramai immutabili.
Il libro invece è roba che (copio ed incollo da una delle innumerevoli recensioni presenti in rete, segno che l'opera non è stata inviata solo a me) “raccoglie due anime: una più leggera che ti guida in modo divertente nel mondo delle chat e del dating e un’altra più di spessore in cui si racconta l’evoluzione del mondo dei social network e delle nuove forme di comunicazione. Perché il libro mi è piaciuto? Perché il linguaggio è semplice e diretto, adatto sia agli abituali frequentatori della rete che ai neofiti”. Un'opera situazionista, che chiaramente non si prende sul serio ma vuole solo prendersi gioco del giovane medio italiano (quello credulone e sempliciotto, che si mette alla berlina da solo) proponendosi come guida per cercare (e trovare) amicizia, amore e sesso. Qualcuno ovviamente ci cascherà ed il gioco sarà fatto, un'altra great rock'n'roll swindle è assicurata.
In definitiva, Nel dubbio ti amo rappresenta l'unica arma che ci rimane per combattere la Moccia generation, da utilizzare per mettere in ridicolo ogni membro di questa famigerata crew ed eliminarlo (non fisicamente, ma moralmente). Li attiri nella trappola e poi li smonti, senza pietà.
Un'arma infallibile che mi cita tra le sue pagine ma che domani mi citerà in giudizio per diffamazione, a modo suo anch'essa senza pietà.

07 settembre 2008

IL GRIGNO LIVE! TONIGHT! SOLD OUT!

Scherzi a parte è una delle peggio trasmissioni che esistano. Gli scherzi sono finti e preparati a tavolino con le vittime però, dato lo spessore del personaggio, uno scherzo a Gianluca Grignani non può che essere vero.
Concerto assolutamente malriuscito, nervi a fior di pelle, botte, spintoni, risate grasse per un Grigno 2007 version (e dunque ancora nel pieno del vortice). 7 minuti e 52 secondi di puro delirio per un Uomo non ancora in perfette condizioni psicofisiche.
Gianluca Grignani è il mio idolo.

04 settembre 2008

IDEA REGALO PER FARE BELLISSIMA FIGURA

La musica è brutta, è un dato di fatto. Ed oltretutto ultimamente sembra di sentire sempre la stessa cosa: tutto standardizzato, tutto prestabilito, rischio zero, Livello Zero, Renato Zero, Renato Portaluppi.
Però poi ti capita di sentire cose come Even My Winters Are Summer degli italianissimi Vancouver e le cose cambiano di colpo. Dieci anni fa sarebbe stato definito un disco emo, oggi è un disco che fortunatamente non ha nulla a che vedere quei pagliacci dei My Chemical Romance e tutti quegli altri falliti con eyeliner e frangetta. E per giunta non ha nemmeno nulla a che vedere con quell'altro illustre parmense che risponde al nome di Matteo Cambi, il profeta del nuovo emo italiano nonché gonzo-imprenditore.
Even My Winters Are Summer è vero, è vivo, è palpitante. È una tempesta di emozioni, è la pioggia di settembre che si porta via i ricordi estivi, è l'adolescenza che finisce e lascia lo spazio alla maturità e alla saggezza.
Era da tempo che non mi capitava di emozionarmi così tanto ascoltando un disco.
Però se qualcuno non li porta a suonare dalle mie parti mi incazzo.

IDEA REGALO PER FARE BRUTTA FIGURA # 5

Sembra che tra Michael Jackson e Pamela Anderson vi sia del tenero (cit.), ed io non posso che essere felice per loro. Finalmente ognuno di questi due fantasmagorici personaggi ha trovato la propria dimensione: lui ormai è un ex (con tutto ciò che ne consegue), lei è un vero e proprio relitto, un monumento al peggio degli anni novanta che, dopo anni di flirt con metallari falliti, ha deciso di provarci con un uomo superbionico, chimico e sintetico. Il loro primo appuntamento ha fatto notizia, ora vediamo come procede la storia. Magari arriveranno personaggi del calibro di Lars Ulrich o Ignazio La Russa a portargliela via, magari Jacko si stuferà presto e si ritirerà nel suo ranch di Neverland assieme alle gemelle Jenna & Barbara Bush, le due vere icone del punk rock americano.
Una cosa è certa: se Jacko vorrà cercare tenersi stretta Pamela dovrà quantomeno regalarle una copia di The Hawk is Howling, il nuovo disco dei Mogwai. E dovrà regalarglielo non certo per la musica (tanto sarà la solita sbobba strumentale uguale a tutto il resto della discografia della band scozzese), ma per la fiabesca copertina. La prima volta che l'ho vista non ci credevo nemmeno: un'aquila che neanche gli ZZ Top avrebbero osato, un'aquila che ti fissa fiera ed indisponente quasi a chiedersi “Che cazzo ci faccio qui? Riportami a casa!”. A memoria d'uomo, uno degli artwork più brutti che siano mai stati visti circolare sul mercato musicale, roba che se lo regali a qualcuno fai una pessima figura ma nello stesso tempo lo rendi felice perché lo fai ridere a crepapelle.
E, visto quanto è kitsch Pamela Anderson, Michael Jackson regalandole un disco del genere non può che andare sul sicuro. La musica magari non verrebbe apprezzata, ma il resto certamente sì.

01 settembre 2008

SOCMEL MAICOL / MAICOL SOCMEL / SOCMEL MAICOL / MAICOL GECSON

Michael Jackson ha compiuto 50 anni e nessuno se ne è accorto.
Mentre i Ministri vengono addirittura videointervistati da Panorama, il Re del Pop, l'uomo che ha venduto milioni e milioni di dischi, l'artista che ha infiammato i palchi di mezzo mondo è ormai ufficialmente finito nel dimenticatoio.
Talmente finito nel dimenticatoio che qualche buontempone inglese ha provato a simulare come sarebbero andate le cose se il buon Michele Gecsoni non avesse abusato di chirurgia estetica e detersivi sbiancanti ed avesse deciso di invecchiare serenamente. Il risultato è del tutto esilarante: Jacko sarebbe diventato una sorta di Willis invecchiato bene, qualcosa come se i produttori di Il mio amico Arnold decidessero di fare un sequel del telefilm e chiamassero lui invece dell'originate Todd Bridges (che tanto non parteciperebbe mai perché ormai si è ridotto a combattere contro Vanilla Ice in fintissimi incontri di boxe).

Un danno, una beffa, un'ingiustizia. Un uomo della sua portata non merita di essere preso in giro così. Almeno la Paolino Paperino Band quando cantava Maicol lo prendeva in giro con più classe e stile. Non si interrompe un'emozione, non si danneggiano milioni di fan che non attendono altro che il suo ritorno in pompa magna.

Se proprio si deve prendere in giro qualcuno basta sfottere il Presidente delle Camera Gianfranco Fini per come si è giustificato quando è stato pizzicato mentre si stava per immergere in una zona vietata di Giannutri (per giunta scortato da un imbarcazione di Vigili del Fuoco come al solito pagata da Pantalone). Non ci crede nessuno alla storia dell'errore o alla storia della leggerezza, non basta una semplice multa di 2000 Euro a rimediare all'imbarazzo. In un paese normale per una cosa del genere non ci sarebbero altro che le dimissioni, mentre in Italia si ride e si scherza, tanto paghi tu. Ed addirittura si riconosce come positivo il fatto che “Fini abbia riconosciuto l'errore dichiarandosi disponibile a pagare la multa” (parola di Ermete Realacci, responsabile della comunicazione del Pd nonchè ministro ombra dell'ambiente). Roba che se lo racconti all'estero non ci crede nessuno.

Gianfrà, tu che eri nero sei più bianco di me - proprio come Michael, però almeno lui non è Presidente della Camera e dunque lasciamolo stare – ma stavolta hai fatto una pessima figura (se proprio vogliamo essere sinceri è una delle tante, ma fingiamo che sia la prima), dunque smettila di arrampicarti sugli specchi e pensa alle cose serie.
E magari già che ci sei prendi posizione in merito alla vicenda di Gorki Aguila, leader del gruppo cubano Porno para Ricardo, incarcerato dal regime castrista sulla base di una demenziale norma del codice penale cubano che punisce la "pericolosità pre-criminale". In sostanza, è stato arrestato perché in futuro potrebbe compiere un reato, ma mentre tu eri impegnato in vacanza lui fortunatamente è già stato rilasciato.
Comunque il consiglio è sempre buono per la prossima volta, visto che a Cuba quando si tratta di gente come Gorki il regime non scherza.