29 luglio 2007

TRA L'ALTRO PARE CHE LE ESPADRILLAS STIANO TORNANDO DI MODA


Dopo il concerto, ho avuto l'occasione di parlare con Emanuel Lundgren, voce, mente e tante altre cose degli I'm From Barcelona. In un'attimo di follia ho rivolto lui una domanda che avrei sempre desiderato fargli: “Do you like Alcazar?”. Lui mi ha risposto di no, facendo pure un'espressione un tantino schifata. Non ci posso credere. Non può essere vero.
Emanuel Lundgren è completamente fuori di testa. Sembra una versione hippie di Zibì Boniek, indimenticato centrocampista della Juve di qualche lustro fa, ma è perfino riuscito a salire sul tetto del bagno Hana-Bi e a lanciarsi in un improbabile stage diving sulla folla sottostante, che lo ha prontamente accolto a braccia aperte. Ha fatto cose incredibili ed ha guidato gli I'm From Barcelona in un concerto praticamente perfetto, che ha fatto divertire un sacco grandi e piccini.
Il tutto è iniziato sulle note di Barcelona, capolavoro trash di Freddie Mercury e Monserrat Caballet, la canzone che quando è stata suonata alle Olimpiadi di Barcellona ha fatto immediatamente terminare gli anni ottanta per lasciare spazio a quell'epoca aurea chiamata anni novanta. E anche ieri sera quando è partita sono iniziati gli anni novanta e sono saliti sul palco gli I'm From Barcelona. Dal punto di vista estetico credo che non se ne salvi nessuno, sembrano più una comitiva di svedesi in vacanza che un gruppo musicale. Ma probabilmente per loro quella di sabato è stata una vacanza, visto che qualcuno ai piedi aveva pure le famigerate espadrillas, forse le più brutte calzature che siano mai state concepite nel corso della storia dell'umanità. Hanno attaccato subito con Treehouse, è saltata la luce, e loro non hanno fatto una piega continuando imperterriti a suonare in versione acustica, facendosi aiutare dal singalong del folto pubblico. Poi l'elettricità è tornata ed è stata solo festa.
Un'ora e mezza che è passata in frettissima, e alla fine ne avrei voluto ancora. Mi ha stupito il fatto che saltino, ballino, cazzeggino tantissimo ma riescano sempre a rendere i pezzi alla perfezione, senza nessuna sbavatura. Hanno suonato pure il nuovo singolo Britney ed hanno fatto divertire il pubblico, ma forse si sono divertiti loro ancor di più. E alla fine il colpo di scena. Emanuel Lundgren al grido di “Let's Go To The Water” ha trascinato la folla in un bagno collettivo in mare.
L'ideale coronamento per una serata che più che un concerto è sembrata un falò di Ferragosto. Personalmente io non mi sono spinto a tanto, ma solo perché non avevo con me il costume. Sarebbe stato divertente, anche se ho una paura folle dell'acqua. Li ho solo seguiti per poi osservarli in lontananza, facendomi quattro risate al chiaro di luna.

27 luglio 2007

DANSE MACABRE

Un disco che è stato per lo più stroncato dalla critica musicale e non. Un disco che ha non mi ha convinto subito ma poi mi è entrato dentro, irrimediabilmente. Un disco talmente tamarro ed irriverente da piacermi un sacco.

Burn Your Own Church dei Black Strobe suona come tutto ciò che sta tra Daft Punk e Motorhead. Ed il bello è che non si prende troppo sul serio. I Black Strobe hanno perso per strada Ivan Smagghe ma hanno comprato chitarre e amplificatori. Si sono fatti rock band vera e propria, e forse ci hanno guadagnato.


Vado controcorrente ma potrebbe essere uno dei dischi dell'anno. In ogni caso, roba pericolosa. Prima della cura:
Black Strobe - Me and Madonna
Dopo la cura:
Black Strobe - I'm a Man

26 luglio 2007

IT'S MURDER ON THE DANCEFLOOR / BUT YOU BETTER NOT KILL THE GROOVE



Dopo un concerto del genere si esce stremati. Personalmente mi ha prosciugato a livello emotivo. Troppe sensazioni contrastanti, e troppe da vivere tutte in un colpo. Ma gli Xiu Xiu sono così, non si scappa.
Io li ho sentiti sempre e solo su disco, e mi sono sempre chiesto come avrebbero fatto a riproporre la loro cosa dal vivo. Bene, ieri sera ho avuto la prova che è possibile riuscirci ed è possibile renderla addirittura meglio che su disco. E senza usare plotoni di laptop, ma solo ed esclusivamente strumentazione analogica. Un concerto assolutamente perfetto, completo, in cui c'è stato tutto: gioia, dolore, rabbia, amore, ilarità, caos, tranquillità. E anche silenzio, che nelle canzoni degli Xiu Xiu è un elemento basilare. Riescono infatti ad utilizzare il silenzio come strumento per creare ancora più tensione, ed ascoltarli diventa come spiare qualcosa di proibito attraverso una porta socchiusa. C'è la paura di essere scoperti, ma la tentazione è forte e non si riesce a stare senza.
Sul palco erano in tre ma sembravano in trenta. Strumentazione minimal per un'esibizione potentissima, della perfetta durata di un'ora. Di più non si poteva fare. O forse non valeva la pena di fare, si correva il rischio di rovinare tutto. Jamie Stewart ha dato tutto, Carelee McElroy barcollava ed era vestita come neanche al campeggio d'estate, Ches Smith è un percussionista eccezionale. Gli Xiu Xiu sono un segreto ben custodito.
C'era tanta gente, ma quasi tutti venivano da fuori Ferrara. I ferraresi come ogni mercoledì sera erano in piazza a passeggiare. L'importante è rispettare la tradizione.

24 luglio 2007

ALTERNATIVE JET SET, TRASH AND NO STAR

E' estate, c'è un caldo infernale, si soffoca e tutto il resto. Ordinaria amministrazione, quindi. Ma pensandoci bene mi sono reso conto di una cosa: a differenza degli anni passati, quest'anno manca il tormentone estivo. Manca cioè una canzone che possa segnare questa stagione e possa farla ricordare negli anni per questo. In sostanza, se in futuro si penserà all'estate 2007 probabilmente non verrà in mente nessuna canzone in particolare. Peccato.
Non saranno quindi i giovanissimi Tokio Hotel ad entrare negli annali (a proposito, ma da dove saltano fuori e che cosa vogliono rappresentare? Io li trovo di una inutilità molto preoccupante, dunque adattissimi al nostro tempo, compreso il cantante che sembra una versione gothic di Michael Jackson), e nemmeno Mondo Marcio (che parla di vita di strada pur venendo da una famiglia molto agiata e pare sempre avere la bocca piena di dentifricio). Non saranno i soliti Elisa, Biagio Antonacci, Gemelli Diversi et similia, ormai da considerarsi vecchi dinosauri già bollitissimi. Manca anche la canzone-sorpresa, quella che nonostante il suo essere facile e paracula, porta in dote una certa dose di classe che le consente di ottenere il mio gradimento. Anche se a scoppio ritardato, come dissi in passato.
E' dunque un'annata atipica questa.
Però devo dire che Makes Me Wonder, il nuovo singolo dei Maroon 5, mi piace assai. Nonostante il cantante Adam Levine sia una delle persone più antipatiche sulla faccia della terra, nonostante un video assolutamente scontatissimo, la canzone è molto ben fatta, roba di qualità con tanto groove e bei suoni, puliti puliti. Qualcosa che non ascolto mai di mia spontanea volontà, ma che all'occorrenza non disdegno. Non ripeteranno mai più l'exploit avuto con This Love nell'estate del 2004, ma venderanno tonnellate di dischi. Ed un pochino se lo meritano. Meglio loro dei Tokio Hotel, senza ombra di dubbio. Almeno non sono finti.

23 luglio 2007

EVOLUTION REVOLUTION LOVE

Non sto qui a spiegare cosa sia la house e quale sia stata la sua enorme importanza sul corso della musica che è venuta successivamente, tanto al limite si trova tutto qui e qui. Però se dovessi spiegare a qualcuno (tipo all'alieno) quali siano i superclassici house più significativi, consiglierei direttamente di ascoltarsi in loop The Original Chicago House Classics. Farei prima e la soddisfazione sarebbe garantita.
Roba fine, roba che viene da Chicago, luogo di nascita della house. Roba che ha dato origine a tutto e che é venerata da gente come Daft Punk o Basement Jaxx. Christian Zingales direbbe se non la conosci non sei house. Io non sono house ma è musica che mi piace parecchio. E trovo che abbia una suo senso anche fuori dalla pista.
12 tracce, 12 inni da ascoltare con la mano sul petto e le lacrime agli occhi. C'è tutto quello che si deve sapere, basta l'uno-due Your Love di Frankie Knuckles/Can You Feel It di Mr. Fingers e la metà dei produttori odierni vanno a casa. E il resto non è assolutamente da meno. C'è tutto: la gioia, il funk, la droga, la psichedelia, il sangue, il sudore e le lacrime.
Ma la house sfortunatamente è troppo sottovalutata. E' troppo maranza. Gli snob preferiscono farsi piacere a tutti i costi l'ultimo dei Mogwai. Si torna sempre lì.

20 luglio 2007

LA COLAZIONE DEI CAMPIONI

Sei un gruppo musicale (quasi) famoso. Sei al primo disco su major ed è la tua grandissima occasione. La tua nuova etichetta crede in te e ti ha dato carta bianca. Sembra tutto fatto ed hai finalmente la possibilità di arrivare al grande pubblico, alle masse. In fondo dopo anni di gavetta te lo meriti pure. Sembra tutto fatto. Anzi, è già tutto fatto.
Ecco, in una situazione del genere il modo migliore per riuscire nell'impresa di mandare tutto a puttane è fare come hanno fatto gli Interpol. Scegliere un video del genere per The Heinrich Maneuver (il singolo apripista del nuovo album, quello della cosiddetta consacrazione) è potenzialmente suicida.
Un video letteralmente inguardabile, lento, che non ha ritmo. Proprio insostenibile. Ti invoglia a cambiare canale o a smettere di guardarlo, iniziando a fare tutt'altro. Non ne riesco nemmeno a capire bene il significato. Magari hanno pure speso un sacco di soldi per girarlo, ma potevano anche fare a meno.
L'ho visto per la prima volta domenica mattina su Rete Allmusic, mentre facevo colazione. Era presto, stavo per partire per il mare ed ero reduce dal concerto degli Arctic Monkeys. Poche ore di sonno alle spalle e sono incappato un video del genere. Proprio l'ideale per iniziare bene la giornata. Per qualche secondo ho pure sperato che fosse un filmato di Fuori Orario, qualcosa fatto apposta per mandare irrimediabilmente in paranoia la gente, ma purtroppo non lo era. Da allora sto provando a guardarlo e riguardarlo per tentare di capire, ed ogni volta mi chiedo chi glielo abbia fatto fare agli Interpol di uscire con una cosa così.
Tra l'altro su YouTube la gente si chiede addirittura se sia l'originale oppure un fake, segno che probabilmente non sono l'unico a gradire l'opera. Quando un gruppo viene scambiato per il fake di se stesso non è un bel segno.

IL PAESE DEI BALOCCHI

Quando un commento vale più di un post.
Avrei pagato per ricevere un commento del genere, ma mi è piovuto giù dal cielo gratis.

18 luglio 2007

MA IN DEFINITIVA: DOV'E' LA LEGNA?

Mi sa tanto che il bassista che ieri sera accompagnava Conor Oberst fosse Todd Fink dei Faint. Mi sembrava proprio lui, ma se così non fosse almeno mi piace pensarlo.
Io avrei voluto sentire ancora i Faint come spalla dei Bright Eyes ma mi sono dovuto accontentare di Jaymay (chitarra acustica e voce, senza infamia e senza lode). Va bene così. Complessivamente è stato un bel concerto, non tutto mi ha convinto ma i momenti belli sono stati proprio belli. Conor Oberst rimane un bel po' sborone ma ieri sera sembrava più umano, quasi intimidito. Probabilmente è merito delle tante lattine di Birra Moretti che si è scolato durante l'esibizione. Rispetto all'ultima volta che l'ho visto si è fatto crescere i capelli ed sembra pure ingrassato un bel po'.

Bella la musica anche se l'inizio non è stato dei più convincenti, bella l'idea di decorare il palco con i fiori e lanciarli tra il pubblico, bello il fatto di presentarsi di bianco vestiti.
E qui una domanda sorge spontanea: visto che c'era un caldo atroce, come faceva Todd Fink a continuare ad indossare imperterrito la sua (notevole) felpa bianca? Me lo chiederò per almeno un paio di giorni, credo.
Io con un caldo del genere sarei svenuto. Lui però sul palco beveva Stella Artois, e forse questo spiega tutto.

17 luglio 2007

SIGNORA CAMBIEREBBE IL SUO FUSTINO CON DUE DI QUESTI?

A me piace parecchio ad andare ai concerti a scatola chiusa proprio perchè alla fine sono quelli che riservano le soprese migliori. Non c'è niente di meglio che non conoscere per nulla un gruppo, sentirlo, e alla fine rimanerne piacevolmente stupiti. E' appagante.

Prendiamo i Tinariwen. Non li avevo mai ascoltati e li conoscevo solo per sentito dire. Li ho visti ieri sera in concerto e mi hanno lasciato praticamente a bocca aperta. Un gruppo di tuareg del Mali che decide di darsi al rock, con risultati impeccabili. Roba assolutamente narcotizzante ma con parecchio groove, che suona come una versione arab folk dei Primus. Ma forse è solo un'impressione data dalla mia totale mancanza di conoscenza del genere da loro praticato.

Ma tant'è che il concerto non ha avuto una sbavatura. Due ore di durata che sono trascorse in un attimo, e alla fine ce ne sarebbe voluto ancora. Perfetto dall'inizio alla fine, e molto coinvolgente. Pensavo fosse roba da radical chic o, al contrario, roba da lettori XL, ma sono uscito totalmente soddisfatto. Approfondirò con molto piacere.

TEMPO CHE PASSI COME UNA RUSPA

Invecchiare secondo Ten Dollar Writer. Gran post.
Vorrei averlo scritto io, anche solo per il titolo.

15 luglio 2007

COME SE IL TEMPO SI FOSSE FERMATO


Mi rendo conto che per una città come Ferrara il concerto di ieri sera deve essere stato un grande evento dal fatto che anche oggi il tabellone luminoso che segnala l'entrata nel territorio cittadino reca ancora il solenne promemoria “Stasera concerto ARTIK MONKEYS”. Così, con cattiveria e perentorietà.
E grande evento in effetti è stato, ed in città se ne parlerà per molto tempo. Fiumi di gente all'entrata di Piazza Castello, tutti già dalle prime ore del pomeriggio in febbrile attesa dell'apertura dei cancelli. Cittadini che si fermavano a dare un'occhiata, incuriositi dal fenomeno che ha parzialmente rivoluzionato il loro tran tran quotidiano. Ferrara è piccola e più o meno ci si conosce tutti, ma arrivato lì mi sembrava di essere in un'altra città perché le facce erano nuove, diverse. E giovani, visto che l'età media all'entrata mi sembrava molto bassa. Lì per lì la cosa mi ha spaventato un pochino, ma una volta entrato non mi sono accorto di nulla. Ero tornato anche io ai miei sedici anni, ed è stato fantastico. Allora i Nofx e tutto il resto, oggi gli Arctic Monkeys, ma per una sera ho avuto l'illusione che tutto fosse cambiato per rimanere uguale. Sembrava il 1996.
Hanno aperto le danze i Coral, ed è stata gran cosa. Io avevo il timore che la gente non li capisse, temevo che venissero insultati e presi bottigliate. Suonano qualcosa di parecchio lontano dagli headliners della serata, qualcosa di meno immediato ma non meno suggestivo. Invece mi ha stupito il calore con cui sono stati accolti. Calore che è cresciuto man mano che la loro esibizione procedeva, segno che anche gli scettici si sono definitivamente convinti del loro grande valore. Facce da bravi ragazzi, grande umiltà ed intrecci vocali da brivido per un rock psichedelico dove mi sembrano molto forti le influenze dei primi Pink Floyd e dei Love. Un set perfetto, senza nessuna sbavatura, travolgenti dall'inizio alla fine ma sempre con il sorriso sulle labbra tipico di chi suona con fierezza ciò che gli piace e prova gioia nel farlo. Commoventi nel loro crederci ad ogni costo, i Coral sono un gruppo che ho scoperto tardi ma che mi sta segnando definitivamente. Favolosi su disco, dal vivo rendono addirittura di più.
E poi, dopo un cambio di strumentazione che è parso infinito e un paio di scaramucce nelle prime file, sono arrivati sul palco gli Arctic Monkeys. E tutti i presenti sono stati accontentati. Pure io. Non sono rimasto fermo un attimo, ho sudato sette camicie. Ho cantato e ho ballato. Ho pure pogato dopo anni che non riuscivo più a farlo. Mi sono divertito un sacco, perché gli Arctics, oltre ad essere dannatamente bravi, sono pure divertenti. Il loro è il classico concerto che si vive in maniera spensierata, cadono tutti i limiti e c'è l'urgenza tipica del qui ed ora. Come accadeva dieci anni fa.
Non hanno lasciato un attimo di tregua. Hanno canzoni che sembrano irreali per quanto sono perfette, complicatissime nella loro semplicità e dotate della capacità di stamparsi immediatamente ed irrimediabilmente nella mente per essere urlate al cielo durante le loro esibizioni live. Quando hanno attaccato Brianstorm per un attimo è sembrato che le mura del Castello Estense dovessero crollare da un momento all'altro. Potentissimi, hanno dato tutto quello che si poteva, con generosità e dedizione alla causa. Ed anche con autoironia in occasione di un paio stecche prese, dimostrando dunque di essere dannatamente umani. I compagni di banco che ognuno avrebbe voluto avere.
No, decisamente non sono i Bloc Party che si prendono dannatamente sul serio ed hanno sempre l'aria da primi della classe. Non c'è nemmeno paragone. Gli Arctics stanno su un altro pianeta. E per giunta non te lo fanno pesare.

13 luglio 2007

RIGHT ABOUT NOW - THE FUNK SOUL BROTHER / CHECK IT OUT NOW - THE FUNK SOUL BROTHER

In breve, visto che oggi fa caldo e forse non ho voglia di scrivere e di fare troppa fatica.

Sottovalutare le cose belle fa male. Multiply di Jamie Lidell lo ho cagato poco, ed ho fatto male. Classico disco preso, ascoltato per breve tempo poi messo da parte, in vista di tempi migliori. Che ora finalmente sono arrivati.
Arte allo stato puro, è ultra funk ed ha un tiro micidiale. Disco per l'estate con almeno tre anni di ritardo. Esce pure per la Warp, che di solito fa(ceva) tutt'altro. Come Lidell, d'altronde.
Completa il tutto una copertina veramente inguardabile, ma non si può certo pretendere tutto dalla vita.

Bastano la musica e i video:

Jamie Lidell - You Got Me Up

Jamie Lidell - Multiply

12 luglio 2007

DAL VIVO SONO ANCORA PIU' ANNI OTTANTA

Il termine esatto per descrivere gli Arcade Fire è "monumentali". Dal vivo non sbagliano un colpo, sono un muro di suono sbattuto in faccia agli spettatori mantenendo sempre il sorriso sulle labbra. La loro forza è riuscire a suonare rock da stadio infilandoci dentro cose complicatissime. I singalong si sprecano.

E ieri sera Piazza Castello era gremita ed ovviamente tutti erano lì per sentirli. Il pubblico era veramente eterogeneo ed ho notato addirittura un favoloso sosia di Romano Prodi (per la cronaca: non è stato fischiato perchè a Ferrara non ci sono claque organizzate) che mi è sembrato molto soddisfatto dell'evento. Nonostante io sia arrivato poco prima dell'inizio causa impegni lavorativi e la posizione non fosse di quelle ottimali, mi sono goduto un gran bello spettacolo, emozionante dall'inizio alla fine. Tre tipi vicino a me invece hanno assistito al tutto assolutamente impassibili, esaltandosi come fossero ad un concerto di Vasco Rossi solamente in occasione di un paio di pezzi, che poi probabilmente erano gli unici che avevano scaricato. Erano inquietanti ma io ho cantato e ballato, ho sudato e poi ho preso freddo. Ora ho mal di gola ma ne è valsa la pena.
Ho visto una scenografia stupenda, tutta incentrata sulla Bibbia al Neon. I membri del gruppo venivano ripresi random da microcamere posizionate sul palco e il tutto veniva visualizzato su schermi circolari. L'effetto era straniante ma riusciva nell'intento di dare ancora più forza a quello che il gruppo intendeva comunicare.
Ho sentito musica stupenda, suonata con il cuore ma anche con tanta tecnica. Continue rotazioni hanno fatto sì che alla fine tutti suonassero tutto. E parecchio bene, per giunta.
Ho visto gente felice di essere lì e che alla fine del concerto aveva il sorriso sulle labbra.
Ho visto il mio guru, che ha decretato che dal vivo gli Arcade Fire sono ancora più anni ottanta che su disco. Ed in effetti devo dargli ragione. A volte finiscono per sembrare gli U2 dei giorni migliori senza quel carico di supponenza che mi ha sempre reso Bono Vox e soci insopportabili.
Gli Arcade Fire sono un gruppo che se solo volesse potrebbe sbancare qualsiasi genere di classifica, ma ama molto complicarsi la vita. E complicare anche quella degli ascoltatori, altrimenti non ci sarebbe gusto.





11 luglio 2007

IL BUON SENSO SI VEDE DAL MATTINO

E così, con un gesto da campione, Emilio Fede finalmente è riuscito ad ottenere il sequestro preventivo del blog di Piero Ricca. Non se l'aspettava neppure lui che si arrivasse a tanto, ma ce l'ha fatta e deve andarne fiero.
Infatti, dopo il famoso diverbio che i due avevano avuto, con grande sprezzo del ridicolo Fede ha pensato bene di querelare Ricca e di fargli bloccare il blog. Complimenti per la faccia tosta, anche perchè credo proprio che se tutti facessero così il Tg4 verrebbe fermato almeno due volte la settimana.

Di quel diverbio ne parlai anche io qualche tempo fa. Devo iniziare a temere di trovarmi il buon Emilio sotto casa, con intenzioni minacciose e magari con indosso quel favoloso perizoma con cui era stato fotografato in vacanza in Sardegna l'anno scorso?
Tra l'altro, ho cercato in rete quelle foto ma non sono proprio riuscito a trovarle. Forse già che c'era avrà fatto rimuovere pure quelle.

09 luglio 2007

TEENAGERS FROM MARS

Curiosando per YouTube in cerca di emozioni forti, ho avuto una folgorazione. Ho capito tutto.
Il video più anni novanta di sempre è senza ombra di dubbio quello di Oh Yeah degli Ash, una canzone stupenda ad opera di gruppo che ha avuto il suo quarto d'ora di popolarità a metà del decennio, ma che ancora oggi va avanti su livelli ben più che dignitosi.
Il video è l'essenza stessa degli anni novanta perché racchiude numerosi luoghi comuni di quell'epoca. L'impressione è che sia stato girato con quattro soldi, è ambientato in qualcosa che somiglia ad un luna park (luogo che nello scorso decennio generalmente veniva visto come il punto di ritrovo giovanile), piove (quanti video dell'epoca sono ambientati sotto la pioggia?), si svolge in un'atmosfera tetra, il dramma incombe ma nello stesso tempo c'è grande serenità tra i protagonisti. L'estate è finita, finiscono le vacanze e si torna alla vita normale, lasciandosi alle spalle fugaci amori estivi. E ci si riflette sopra. Tipiche paranoie adolescenziali.
Pensandoci bene, anche i membri del gruppo, per caratteristiche fisiche e modo di porsi, contribuiscono a confermare questa mia impressione. C'è quello belloccio ma schivo dai modi gentili, amico di tutti (il cantante-chitarrista), quello bello e dannato che se la tira non poco (il bassista) e il nerd bruttino che non si fila nessuno (il batterista, che in questo video somiglia in maniera clamorosa ad Elton John). Quanti gruppi all'epoca erano assortiti in questa maniera? Gente assolutamente normale, a misura d'uomo. Persone come noi, con i nostri pregi e i nostri difetti. Ecco, gli Ash ci rappresentavano alla perfezione, sembrava fatto apposta. Ognuno di noi poteva riconoscersi in qualcuno del gruppo, e questo forse è il video in cui esprimono meglio questa loro caratteristica. Proprio per questo allora piacevano così tanto. In un'epoca in cui le rockstar sembravano essere persone normali, loro erano i più normali di tutti.
Che noia, però.

08 luglio 2007

A COMPREHENSIVE GUIDE TO MODERNE REBELLION

Frangetta era partita bene, poi ha rotto le palle.
Ha cominciato Milano, poi si è creato un fenomeno che progressivamente ha perso in brio e fantasia. Lo spirito di emulazione (e di copiatura) ha preso il sopravvento, e le ultime che si sentono in giro sono veramente mosce. Qualcuno è addirittura arrivato a concepire una forzatissima Comunismo is Burning, segno che Frangetta è ormai in mano alla Lucignolo-generation. Fine delle trasmissioni, quindi.
Però cho scoperto che ne esiste una versione anche per Ferrara, ed è pure molto divertente e dissacratoria. Per certi versi, quasi un calcio nei denti al sistema. Ovviamente per capirla bene bisogna essere dei nostri, ma Ferrara is Burning riesce a riassumere alla perfezione tutte le caratteristiche del giovane medio ferrarese in tre minuti.



A me piace molto, anche se non avrei messo l'immagine del prodotto della defecazione. Ma sono scelte personali, nulla più. Un bravo a chi ha avuto il coraggio di farla, perchè a Ferrara per cose del genere si rischia seriamente di essere emarginati a livello sociale, e per parecchio tempo. Va da sé che io non emargino nessuno, e se dovessi incontrare in giro l'autore, una bevuta è assicurata. Offro io.

SONO UFFICIALMENTE UN POSER

L'ho sempre giudicato una cosa inutile e sono sempre stato contrario.
Ma ora, fuori tempo massimo, ho deciso di provare ad aprire un mio MySpace. Così, per vedere di nascosto l'effetto che fa.
Non me ne faccio nulla, ma voglio vedere che succede e capire perchè piace cosi tanto ai gggiovani. E' un esperimento, nulla più.
Poi magari però mi piglia bene, e cominciano i guai. Vedrò almeno di salvare la dignità.

05 luglio 2007

REHAB (La dura legge della gola)

Ok, il 2007 è l'anno delle reunion. Stooges, Smashing Pumpkins, Jesus & Mary Chain, Rage Against The Machine, Verve e ed altri nomi importanti sono tornati a calcare le scene. E, nel piatto panorama musicale odierno, non può che risultare un beneficio.

Ma la vera notizia bomba, quella che tutti attendevano con ansia, è che gli 883 si riuniscono. E pare che tornerà con loro pure Mauro Repetto, che era sparito nel nulla dopo il secondo disco ed ultimamente è stato avvistato ad Eurodisney vestito da Pluto (o da Pippo? non ricordo) . Il lieto evento è stato annunciato in pompa magna da Max Pezzali, e per le strade la gente sta ancora festeggiando, impazzita di gioia. Caroselli di auto e cori da stadio completano la scena.
Max Pezzali, che dopo il matrimonio era ingrassato 30 chili, ha affermato inoltre di essere tornato (quasi) in forma, avendo perso 22 chili dopo una drastica cura dimagrante. Ho però sempre avuto il sospetto che in realtà fosse ingrassato così per essersi divorato Repetto. Lo stress da successo può giocare brutti scherzi e portare a fare cose incredibili. Anche mangiare il proprio partner professionale.
Sospetto che viene definitivamente confermato dalla grande notizia. Il vero motivo del ritorno non è la voglia di soldi perchè da soli non si è in grado di fare nulla di buono, ma il fatto che Pezzali ha rigurgitato Repetto. Raccapricciante, ma certe cose vanno dette.
Dopo l'improvvisa ricomparsa di Repetto, i tempi sono dunque maturi per la reunion definitiva del 2007.

A grande richiesta: il video di Come mai featuring Fiorello, che ha palesato al mondo intero la separazione di fatto tra Repetto e Pezzali, e un filmato di Mauro Repetto che compare a sorpresa durante un concerto degli 883 mettendo in serio imbarazzo l'ex collega. Stracult.

LA MEGLIO GIOVENTU'

Compro Rumore e scopro che il mio concittadino Le luci della centrale elettrica è demo del mese.
Suona roba diversa dal solito e, anche se non lo conosco di persona, posso dire che è molto bravo. Se lo merita.
Ed oltretutto ha anche un blog diverso dal solito. E' un piacere leggerlo.

04 luglio 2007

SUBURBAN TEENAGE WASTELAND BLUES

Ed intanto questo blog ha avuto l'onore di venire citato nel forum del fan club di Gerard Way, il cantante dei My Chemical Romance. E per giunta è stato pure trattato in maniera piuttosto civile ed educata. Non me lo aspettavo proprio. I tempi cambiano.

E, tanto per restare in tema, un video degno di nota:
Zombie Nation - Kernkraft 400
Inno, da ascoltare rigorosamente facendo il gesto della legna.
C'è ancora più gusto.

ACCATTATEVILLO

E ora, come ogni blog che si rispetti, un po' di pubblicità.
Lo scrittore da marciapiede (il mio maestro di vita) esce con il suo primo libro, che di titolo più o meno fa "Diplomazia dal basso. Un'esperienza di dialogo di pace a Cipro".
Per la precisione l'opera sarà nelle edicole il 7 Luglio in allegato al settimanale Carta, al modico prezzo di 4 euro. Conoscendo bene lo scrittore e sapendo quali sono le tematiche che affronta, direi che vale la pena di fare un piccolo sacrificio e mettere mano al portafoglio.

Oltretutto non ha nulla a che vedere con Indie Rock XL, e quindi stavolta si può correre in edicola sul serio.

03 luglio 2007

GIOVANI VECCHI/VECCHI GIOVANI

Grande colpo di XL, il mensile musicale de La Repubblica.
In vendita con il nuovo numero c'è Indie Rock XL, una compilation che vorrebbe essere una lucida fotografia su quanto di nuovo sta accadendo nell'universo indie italiano e straniero, ma che finisce per essere un'accozzaglia di gruppi messi lì praticamente a casaccio, giusto per darsi un tono.
Ci sono i Verdena, i Bloc Party, i Tre Allegri Ragazzi Morti, i Baustelle, Skin, i Killers e molto altro ancora. Non manca proprio nessuno.
Corro subito in edicola ad acquistare.

A VOLTE RITORNANO

Scrive poco ma ogni volta che lo fa è sempre uno spettacolo. Se poi si mette ad organizzare un festival che promette di essere l'evento DEFINITIVO dell'estate, siamo a livelli che noi umani non possiamo neppure immaginare. Figuriamoci raggiungere.
In attesa di ulteriori notizie, il ritorno di Cosucce Psicotrope con il festival Pollorock.

02 luglio 2007

AND THE SADNESS PREVAILS

Dico una cosa parecchio impopolare. I Verdena sabato scorso sono stati bravi, ma hanno fatto due palle così. Sono una macchina da guerra, sono tecnicamente ineccepibili, hanno piccole grandi canzoni, ma non sono riusciti ad appassionarmi. O meglio, mi hanno preso nella prima metà del concerto, poi il grado di soddisfazione è andato via via calando, fino alla chiusura che ho accolto come una vera e propria liberazione. Per un gruppo che fa roba del genere un concerto di due ore è troppo. Sarebbe bastata un'ora (più un paio di bis) e l'esibizione sarebbe risultata più viva e briosa. Ma forse la questione è solo che i Verdena suonano un genere musicale a cui non sono più abituato, ed al concerto ne ho pagato le conseguenze.
Comunque mi sono ampiamente rifatto in seguito, quando mi sono sparato Giardini di Mirò & friends in un concerto che si teneva nel cortile del Castello Estense, nell'ambito della Notte Bianca di Ferrara. Se per i Giardini di Mirò posso confermare parola per parola quello che ho scritto qualche tempo in occasione del loro concerto a Bologna, sono stati i side project dei loro componenti a stupirmi veramente. Sarà stato merito della suggestiva ambientazione e dell'acustica perfetta, ma Die Stadt Der Romantische Punks (alias Jukka dei GdM alle prese con la musica cosmica), Pillow e Nuccini ci stavano proprio a pennello. Nonostante le mie condizioni fisiche fossero ormai precarie per la dura giornata trascorsa in spiaggia, mi sono parecchio divertito. E con musica così, in cui la paranoia la fa da padrona, è una piccola impresa.

IO NON HO PAURA

Di Beppe Grillo, dello Zoo di 105 e dei gggiovani d'oggi.