20 gennaio 2010

NON È BELLO CIÒ CHE PIACE MA È BELLO CIÒ CHE È (Un post da leggere a tranci, in tre diversi momenti della vita)



Sabato 16 gennaio, serata strana. Serata a tranci.
Mi son trovato a dover decidere tra tre grandi eventi – Alessandra Amoroso al Gran Teatro di Padova, i Kap Bambino al Covo di Bologna e Morgan al Sinatra di Ferrara – e giustamente nel dubbio ho deciso che valeva la pena di provarci fino in fondo facendo in modo di essere presente a tutti e tre gli imperdibili appuntamenti, alla faccia di Milano che impone il limite di 78 decibel per i concerti rock e di Paul McCartney che rinuncia all'esibizione milanese per non dovere abbassare il volume (non male, per uno morto da quasi quarant'anni).
Ho preso la mia Porsche targata Londra (pronunciato tavgata Londva, con la evve moscia di Gianni Agnelli, un grande uomo che resta pur sempre un mio solido riferimento culturale anche se io la Porsche targata Londra l'ho vinta con il panettone Melegatti), ho fatto il pieno e son partito, cercando di annullare le distanze grazie ad Autostrade per l'Italia S.p.a. e alla guida sportiva ad alta velocità in autostrada.

Prima tappa: Padova, tanto il concerto della Amoroso iniziava presto e durava poco perché il repertorio della Amoroso è molto, molto limitato.
Sono arrivato al Gran Teatro di Padova con largo anticipo, ho parcheggiato l'auto (o meglio, ho parcheggiato la mia Porsche targata Londra) e mi sono diretto verso entrata fischiettando quando, leggendo un avviso affisso alla porta, ho scoperto – sorpresa delle sorprese – che il concerto della Amoroso era stato rinviato a data da destinarsi per indisposizione della cantante. Studio Aperto non aveva detto nulla in merito ed io ho sprecato benzina inutilmente: peccato, perché mi sa tanto che al concerto di Alessandra Amoroso ci sarebbe stato da ridere parecchio. Il concerto forse un giorno verrà recuperato, ma non sarà la stessa cosa perché probabilmente quel giorno Alessandra Amoroso sarà già caduta nel dimenticatoio, sostituita dal prossimo fenomeno da baraccone vincitore di Amici di Nacha World. Tra l'altro ho strappato il biglietto, non posso nemmeno andare all'eventuale data di recupero. L'ho strappato apposta per non andarci perché fondamentalmente non me ne frega un cazzo. E me ne vanto.

Seconda tappa: Bologna, tanto la Bologna-Padova è tutta un rettilineo e ci vuole un attimo ad arrivare a destinazione.
La Porsche targata Londra filava molto karaskov,
con piacevoli vibrazioni trasmesse al basso intestino – anche perché durante il tragitto ho ascoltato in loop Kings of Metal dei Manowar e, si sa, i Manowar procurano vibrazioni al basso intestino e quando guidi di notte mentre li ascolti quello che ti circonda più che buio di campagna è paura di non fare in tempo ad arrivare al bagno e fartela sotto. Ad arrivare a Bologna ci ho messo un attimo, fottendomene degli autovelox e del codice della strada (tanto la Porsche è targata Londra e l'ho intestata ad un prestanome, voglio vedere come fanno a mandarmi le multe a casa), ad arrivare al Covo ci ho messo un pochino di più perché come al solito mi sono perso in tangenziale.
Ma è stata tutta fatica sprecata: fila chilometrica di persone che volevano entrare e locale esaurito tutto un'ora prima del concerto. Non hanno fatto entrare me, non hanno fatto entrare tanti altri ragazzi che son venuti da lontano solo per vedere i Kap Bambino, hanno fatto entrare una coppia di distinti cinquantenni lei-in-pelliccia-e-botulino-lui-in-giacca-e-cravatta anche se non avevano prenotato ed io mi sono incazzato (ma questo è un altro discorso che non sto ad approfondire in questa sede, anche perché il Covo non è una pizzeria. O meglio, il Covo non è ancora una pizzeria). Son rimasto un pochino nei giardini adiacenti a fare le sgommate e i testacoda con la mia Porsche targata Londra e poi son ripartito verso Ferrara senza nessun rimpianto, tanto tra la gente che attendeva invano fuori dal locale girava voce che i Kap Bambino non siano tutto 'sto granché, che fingano di suonare dal vivo, che per i loro live fake usino gli stessi cd che utilizzano per tirasi lo
speed (cit.) e che dietro l'hype che li circonda ci sia ben poco di buono. Oltretutto ho evitato di respirare il fumo di sigaretta che impesta il Covo, e la mia salute non può che trarne giovamento. Prevenire è meglio che curare, prevenire è meglio che curvare.

Terza tappa: Morgan al Sinatra, ed ho detto tutto.
Bologna-Ferrara in un quarto d'ora netto tappa Autogrill compresa: nuovo record mondiale, anche perché all'Autogrill ho acquistato un libro a caso di Bruno Vespa (tanto son i suoi libri son tutti uguali e soprattutto non li scrive lui) la cui lettura mi ha accompagnato per il resto del tragitto (mi dicono dalla regia che guidare mentre si legge un libro di Vespa non è facile e non è nemmeno legale. Non lo farò mai più, promesso. Non leggerò più nulla di Bruno Vespa). Ed arrivati a Ferrara ci vuole un attimo a dirigersi verso il Sinatra, storico locale sito nella periferia ferrarese più profonda (anzi, sito nei pressi della Copparo Violenta) teatro di epici pomeriggi domenicali per centinaia e centinaia di giovani ferraresi che sono stati giovani e minorenni negli anni novanta (e quindi dal 1992 fino al 2001).
Ci ho messo poco, ma sono arrivato ugualmente troppo tardi: Morgan aveva già finito di esibirsi e si aggirava per il locale con l'occhio spillato ed un distillato in mano. Rum col sonnifero, sottocombinazione di Dio e Lucifero: una manciata di minuti dopo Morgan giaceva esanime su un divanetto del locale, nell'indifferenza generale. Mi son seduto di fronte a lui mentre sorseggiavo un chinotto e gli ho parlato, facendolo rinvenire/risorgere nell'attimo esatto in cui gli ho chiesto scusa per averlo preso per il culo per circa dodici anni e per non aver capito la grandezza della sua figura. Morgan ha sorriso e mi ha ringraziato, io l'ho salutato e me ne sono andato. Una scena imbarazzante.

E tornare a casa dopo aver mancato tutti e tre gli appuntamenti imperdibili è stato bellissimo. La Porsche targata Londra rombava, era ancora notte fonda ed avevo ancora tante energie da spendere, ma ho preferito andarmene a letto perché in fondo mi sentivo un vincitore morale ed ero già appagato così. Non son riuscito a chiudere occhio, deve essere stato il chinotto che ho bevuto di insieme a Morgan o molto più probabilmente la miriade di video di Annoying Orange che mi sono guardato prima di coricarmi a letto. In compenso però ho dormito la domenica, quando la gente normale che lavora, produce e fa girare l'economia italiana va a messa in giacca & cravatta, pelliccia & botulino, libro & moschetto fascista perfetto. Son cose che capitano.

7 commenti:

Disco Bambino ha detto...

Ti droghi peso, sei totally wired. Secondo me il tuo pusher più trucido è di Saletta.

accento svedese ha detto...

In realtà il pezzo l'ha scritto Feltri, sotto dettatura di Berlusconi. La serata di sabato è andata così veramente.

Unknown ha detto...

La droga preferita di Accento Svedese è il caffè Illy in lattina. Roba che ti fa sudare freddo e cagare a spruzzo.

Anonimo ha detto...

Ogni volta che ti leggo mi fai sentire culturalmente inadeguato.

accento svedese ha detto...

@ nicola: il problema è che il caffe Illy in lattina non mi fa venire il mal di pancia nemmeno se lo bevo associato alla Red Bull. Sono stupito di me stesso.

@ anonimo: non scherzare, dai...

Dario ha detto...

sei il t o p.

Anonimo ha detto...

Una cosa sola... I Kap Bambino sono una cosa fuori dal normale!!! e perdendoteli... hai perso quella che sarebbe stata l'esibizione live più bella alla quale potessi assistere!!! Sono sconvolgenti! Un'esperienza senza pari!!! Sono droga x me!