28 febbraio 2009

LA FORFORA SULLA GIACCA LOGORA CHI NON CE L'HA

Ultimamente Vittorio Sgarbi e la sua (abbondante) forfora sulla giacca sono ovunque. A qualsiasi ora, su qualsiasi emittente televisiva di regime e non, su qualsiasi apparecchio televisivo lcd e non, Vittorio Sgarbi c'è, a parlare del nulla o più probabilmente a parlare di nulla dandosi il tono di chi ha tante cose da dire e le vuole imporre sugli altri, con urla, intemperanze e scatti di ira assortiti.

Perché in tasca manca money, sempre più difficile restare calmo in questa situazione sclero, non ne voglio più parto da zero so che in qualche modo devo andare su ma... non c'è più luce, solo buio che fa male non c'è più pace solo rabbia che ogni giorno sale, ed allora Sgarbi va ovunque lo paghino bene a recitare il personaggio che interpreta (e bene) ormai da vent'anni: l'intellettuale incazzato che ha sostiene determinate cause e determinate ragioni, soprattutto quelle del suo portafoglio.

E fa bene. Finché la gggente ci cascherà, Sgarbi fa bene a recitare e a guadagnare più soldi possibile per riuscire a mantenere il suo altissimo tenore di vita. È ottimo sindaco di Salemi (TP), ha nominato Assessore al Nulla il futurista Graziano Cecchini, è stato parlamentare, europarlamentare, sottosegretario. Ha pure cercato di candidarsi nel 2005 alle primarie dell'Unione (quando pareva che il vento stesse cambiando definitivamente) ma soprattutto ha cercato di fare il liberal con un movimento politico pomposamente denominato Liberal Sgarbi, una lista che era talmente alla alla frutta da candidare Morgan alle Europee 2004 solo per il gusto di prendere meno volti possibile e sparire nel nulla. La città di Ferrara ed i ferraresi tutti han da essere orgogliosi di essere suoi concittadini.

Ha fatto (e fa) politica a spese del pubblico contribuente, va in tv a spese del pubblico contribuente e poi se la prende con Roberto Benigni definendolo uno dei leader della sinistra che deve restituire i (tanti) soldi guadagnati con la sua ospitata a Sanremo. Gonfio e sudato, con gli occhi da gufo, inizia ad urlare e sbraitare e Massimo Giletti non riesce più a contenerlo. Anzi, Giletti nemmeno ci prova a contenerlo, Giletti che in quella trasmissione fa la figura dell'intellettuale profondo che ha tante cose da dire e le dice con pacatezza e senso della misura. Iva Zanicchi che si lamenta perché vittima incolpevole di cinquant'anni di dittatura comunista che l'hanno privata di ben più prestigiosi successi. Klaus Davi che come al solito ti chiedi che cosa ci faccia lì in tv un wurstel con gli occhiali e cosa faccia nella vita per essere così famoso e ben pagato. Psichedelia purissima, personaggi di un certo spessore che permettono al fortunato spettatore seduto in poltrona di vivere momenti di grandissima tv, attimi che rimarranno scolpiti nella storia della tv italiana e verranno tramandati ai posteri come esempio di cultura moderna ed immortale.

Comunque alle prossime primarie del Partito Democratico Vittorio Sgarbi, Klaus Davi, Massimo Giletti ed Iva Zanicchi si candideranno alla carica di leader ed a sorpresa vincerà Giletti, perché qualche anno fa l'hanno menato duro e lui non è riuscito a reagire, presentandosi in trasmissione il giorno dopo con gli occhi neri e diverse escoriazioni, ma pur sempre dimostrandosi stoico e ligio al proprio dovere di Ambasciatore del Nulla. È dunque un ottimo incassatore, dote fondamentale se a circondarti sono tipi a modo come D'Alema, Bersani e Rutelli – gente che un giorno sì e l'altro pure ti sputtana a mezzo stampa/tv e cerca di metterti i bastoni tra le ruote, e dunque è l'uomo ideale per condurre il partito allo sfacelo definitivo.

26 febbraio 2009

ITALIA DE PROFUNDIS, MA I JUNIOR BOYS NO

Ho fatto un sogno. Mi è apparso Lorenzo Caldonazzi, il sensitivo-fashion victim che imperversa sulle piccole emittenti di mezza Italia cazziando con estrema arroganza chi telefona da casa e non gli pone domande di suo gradimento. Mi è apparso in tutto il suo splendore lui, il morphing ben riuscito tra Marcello Pera e Costantino Vitagliano (anzi il figlio di Pera e Costantino o molto più probabilmente colui che vive a Villa Pera in quel di Lucca) e mi ha parlato, dicendomi la Sua Verità.

Mi ha raccontato che l'Italia è in pericolo e che se è messa così male è solo colpa degli italiani e del loro essere babbei sempre e comunque, ma che comunque non mi devo preoccupare troppo perché ormai non c'è più nulla da fare e bisogna solo aspettare che arrivi qualcuno che abbia il coraggio di intonare il de profundis in onore di un paese finito per sempre. Poi mi ha allungato un cd, dicendomi di ascoltarlo con attenzione perché tanto nei negozi uscirà a maggio e prima di allora neanche a Blow Up avranno la possibilità di ascoltarlo. E la musica ha iniziato a suonare diffondendosi nell'aria che mi circondava, ed io mi sono svegliato in un lago di sudore. Ma il sogno era talmente reale che il cd era lì, appoggiato sul mio comodino.

Lorenzo Caldonazzi mi ha donato una copia Begone Dull Care, il nuovo album dei Junior Boys. E nulla sarà più come prima.

A meno che questo Costantino Pera wannabe non mi abbia teso un trabocchetto, Begone Dull Care è un disco della madonna. Un incubo italo-disco con un'anima, con molta più depressione addosso rispetto all'atmosfera di festa che si respirava negli anni ottanta. Mentre lo ascolti ti aspetti di veder sbucare fuori Jerry Calà strafatto come al solito, ebbro di morfina in luogo delle altre sostanze che circolano nel suo organismo durante le sue scorribande notturne nei locali della periferia veronese. Parte Work e sei in coma a Discoring, subentra Work e ti pare di vedere i Franke Goes To Hollywood che risuonano Relax in una situazione di fattanza assai preoccupante. Bits & Pieces è un capolavoro, dopo circa tre minuti sbuca dal nulla un break di quelli che che ti cambiano la vita e ti fanno piangere di felicità. Dull To Pause è la quiete prima della tempesta, mai sentita una cosa così paracula eppure così reale e palpabile. Hazel è il prossimo singolo dei Daft Punk, ne sono convinto, mentre Sneak A Picture sarà il singolo che lo seguirà. The Animator è il 1987, What It's For sono i Global Communication di 76:14 che decidono di fare pop e dotarsi di un cantante al solo scopo di scalare le classifiche di mezzo mondo. Null'altro da aggiungere.
Begone Dull Care è il disco più genuinamente adolescenziale che l'orecchio umano abbia sentito dai tempi di United dei Phoenix, solo che fondamentalmente è pensato per chi era adolescente negli anni ottanta, quando si poteva fare ancora qualcosa per impedire lo scempio di questa povera Italia.

Da ascoltare in loop leggendo Italia De Profundis di Giuseppe Genna, libro che è stato scritto alla faccia di Lorenzo Caldonazzi – il vero simbolo dell'Apocalisse Italiano, un personaggio genuinamente adolescenziale – e di tutti quelli che lo chiamano in trasmissione. Il baratro non è mai stato così vicino.

In sogno Caldonazzi mi ha parlato anche di questo libro, solo che io non ho dato peso alle sue parole perché ero troppo impegnato a deriderlo. Non può andare in trasmissione con i jeans bianchi e la t-shirt smanicata, non è umano. Non può mimare un playback sulle note di un trashissimo drama-pop anni ottanta. Se solo si riflette bene sul fatto che c'è gente che lo segue e lo chiama in trasmissione per avere lumi sul proprio futuro appare chiaro il motivo per cui l'Italia è totalmente irrecuperabile. Che Giuseppe Genna scriva un libro anche su di lui, e subito.


SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

Le ronde rappresentano la sconfitta definitiva dello Stato. Se il cittadino comune per difendersi da un (eventuale) pericolo deve rivolgersi a degli pseudo-eserciti composti principalmente da invasati ultras dell'Inter significa che lo Stato non riesce più a svolgere in maniera autonoma una delle sue funzioni principali, la difesa del cittadino. Lo Stato è finito, andate in pace.

Fatto questo noioso (ma necessario) pistolotto, bisogna assolutamente dire che ora tutti ce l'hanno con i rumeni, come se i rumeni fossero la causa di tutti i mali e cacciandoli tutti i mali d'Italia di colpo svanissero. Però gli stessi che ora ce l'hanno con i rumeni e vogliono fortissimamente le ronde andavano in delirio per Gheorghe Hagi quando vestiva la maglia del Brescia o, peggio, andavano in delirio per Dragostea Din Tei - dance zarra from Romania che fino ad un paio di anni fa una determinata fascia della popolazione soleva addirittura usare come suoneria per il proprio cellulare.

I rumeni che stuprano. I rumeni che svolgono i lavori più umili. I lavori che gli italiani non vogliono più fare perché considerati troppo defradanti a livello sociali. Le ronde. Il Maradona dei Balcani. Le partite del Brescia la domenica. Dragostea. I Cellulari. Competizione con la suoneria di Dragostea per dare fastidio. Qualcosa non torna.
Che si decidano: o Dragostea o le ronde. Tutte e due le cose no. Non è coerente.
Ma l'Italia è un paese che non brilla certo per coerenza e spirito critico, dunque ormai non mi stupisco più di nulla.

Intanto in tutto questo baillamme di istinti animali in libertà e nessuna risposta adeguata da parte della sinistra italiana il neo-segretario del Partito Democratico Dario Franceschini ha affermato che azzererà l'intero gruppo dirigente. Speriamo che lo azzeri servendosi di un comunissimo machete, che altrimenti non ci liberiamo mai più di D'Alema, Rutelli e di tutte le altre zavorre che impediscono la nascita di un moderno partito progressista che riprenda il discorso interrotto con lo scioglimento del vecchio e glorioso Partito D'Azione.

23 febbraio 2009

LE MASSE VOGLIONO APPARIRE ANTICONFORMISTE, QUESTO SIGNIFICA CHE L'ANTICONFORMISMO DEVE ESSERE UN PRODOTTO PER LE MASSE

Secondo quanto si apprende sfogliando le nobili pagine di Cronaca Vera, in Russia la mummia di Lenin ha ripreso vita per alcuni attimi e si è alzata per guardare la tv assieme ad i guardiani incaricati di proteggerla da assurdi personaggi come Oliviero Diliberto che vorrebbero portarsela in Italia in nome dei bei tempi che furono. La mummia ha guardato un pochino di tv, si è spaventata per la rara bruttezza dei programmi trasmessi e poi si è accasciata di nuovo nella sua teca, come se nulla fosse successo, come se tutto fosse normale e Putin fosse un sincero democratico.

Quello che nessuno dice è che in quel momento la tv stava trasmettendo una puntata di X-Factor, ed in particolare il momento esatto in cui si esibivano i Bastard Sons Of Dioniso, formidabile power combo trentino che suona qualcosa (copiaeincollo a caso dal loro sito) che prende spunto dal rock anni ’70 fino ad arrivare allo stoner contemporaneo, con venature punkeggianti e vocalizzi a tre voci stile Beatles e Crosby Stills Nash & Young. Roba per palati fini insomma, roba per gente che ne sa(peva) ed apprezza incondizionatamente chi ha suonato di spalla ad artisti come Caparezza, Derozer, Franky Hi-NRG, Omar Pedrini, Gatto Panceri, Labyrinth, Andrea Braido, Federico Poggipollini e Persiana Jones.

Tre bravi ragazzi che, reduci dai trionfi ottenuti presso fondamentali rassegne musicali quali Concentratissimo Rock 2005, Girorock 2006, Festival Acustico di Trento 2006, Aspettando Mesiano 2006, Suoni Universitari 2007, hanno deciso di tentare il tutto per tutto partecipando al programma del famigerato trio Ventura-Maionchi-Morgan, divenendo subito un fenomeno ed ottenendo pure un discreto successo vista la quantità di pullman che partono dal Trentino per andarli a sostenere in trasmissione e di recensioni ottenute su prestigiose testate socio-culturali quali Fashionteen e Forza Roma. Tre bravi ragazzi che in realtà sono già vecchi dentro come tutti quelli che pensano ancora di poter sfondare partecipando a trasmissioni come X-Factor (o Grande Fratello, visto che il concept che sta dietro al tutto è sempre lo stesso – prendere uno sconosciuto che potenzialmente possa colpire il pubblico e farne un fenomeno da baraccone, spremendolo per un paio di anni per poi metterlo nell'album dei ricordi assieme ad altri personaggi che hanno animato i giorni più lieti di milioni di italiani), atteggiandosi magari a stelle alternative ed anticonformiste perché è giusto che sia così anche se i programmi a cui partecipano sono un paletto di frassino conficcato nel cuore della cultura alternative.

Sì perché fare gli anticonformisti in un mondo di replicanti come quello della tv italiana alla lunga paga. Le masse sedute davanti alla tv si vedono davanti sempre la stessa sbobba fatta di personaggi e vicende simili a qualcosa già visto in passato (attenzione: simili ma non del tutto uguali. Basta che ricordino qualcosa di già visto in passato ma che non siano esattamente quel qualcosa già visto, per rassicurare gli spettatori e nello stesso tempo dar loro l'illusione di vedere una novità assoluta), personaggi e vicende che per certi versi sono come al solito molto democristiani e nazionalpopolari, ed allora perché non dar loro qualcosa che resta pur sempre democristiano e nazionalpopolare ma che nel contempo è anche eccentrico e fuori dalle righe?

Una botta di vita del genere è la soluzione ideale per svegliare l'atrofizzatissimo Spettatore Medio Italiano e farlo sentire a modo suo anticonformista, facendogli poi fare il passaparola e spingendo dunque altri suoi simili a guardare il programma perché ci sono i Bastard Sons Of Dioniso (o Jonathan Kashanian, o Giusy Ferreri, o comunque altre superstar del genere), così lo share si alza ed anche gli inserzionisti pubblicitari sono felici contenti quanto lo Spettatore Medio Italiano.
E sono felici anche le Giovani Ragazze Italiane (e sotto sotto anche i Giovani Ragazzi Italiani) che hanno nuovi idoli da appendere al muro, incollare sul diaro e/o ascoltare ossessivamente mediante un iPod nuovo di zecca, fino al momento in cui li sostituiranno con altri idoli buoni per una stagione o poco più. È una realtà dura da accettare, probabilmente figlia dell'interminabile cinquantennio di sana e robusta dittatura comunista che ha oppresso l'Italia, ma bisogna farsi forti e guardare avanti perché l'Italia è un bel paese un cui vivere.

Dunque, lunga vita ai Bastard Sons Of Dioniso, il nuovo che avanza.

LA TERZA VIA: ANDARSENE

L'ex Presidente del Consiglio ed attuale sindaco di Roma Francesco Rutelli dice finalmente la sua sullo scottante argomento del testamento biologico. Secondo lui “alimentazione e idratazione artificiali sono forme di sostegno vitale” che “non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento” e, in caso di una malattia incurabile allo stato terminale, sarà il confronto tra medico curante e fiduciario a decidere modulazione e via di somministrazione di alimentazione ed idratazione artificiali.
Questa coraggiosa proposta vuol segnare una terza via al testamento biologico, e senza ombra di dubbio il pusher di fiducia di Rutelli è un uomo che sa fare bene il suo mestiere.

22 febbraio 2009

IL PAESE È REALE, IL PARTITO DEMOCRATICO NO

Ieri mattina ad Omnibus un Paolo Liguori ormai incredibilmente simile a Bobo Craxi ha avuto il coraggio di affermare quello che tutti pensano ma non vogliono dire: il segretario ideale del Partito Democratico è Giuliano Ferrara, perché essendo nato politicamente del PCI conosce già come funzionano gli ingranaggi che compongono questo nuovo e fragile partito.
Il ragionamento non fa una grinza, e si potrebbe anche aggiungere che un uomo (?) come Giuliano Ferrara, uno che nel corso della vita ha avuto più o meno tutte le posizioni politiche possibili ed è riuscito sempre a rimanere sulla cresta dell'onda, sarebbe il leader più adatto per un partito che (finora) non ha preso una posizione netta praticamente su nulla.

E Giuliano Ferrara leader del principale sarebbe assolutamente coerente con il trick narrativo che caratterizza le vicende dell'Italia attuale: la svendita di tutto il vendibile al partito-azienda Mediaset, con conseguente accrescimento del prestigio della stessa. Tanto per fare un esempio a caso, il Festival di Sanremo era presentato la Paolo Bonolis (grande intellettuale ex fiore all'occhiello di Mediaset, azienda dove comunque tornerà a lavorare al più presto dopo essere stato rilanciato artisticamente a spese del contribuente pubblico) coadiuvato da Luca Laurenti ed addirittura da Maria De Filippi (che sono ancora sotto contratto con Mediaset e erano lì solo per fare pubblicità occulta all'azienda) ed ha vinto Marco “Soru ha fatto cose che non mi sono piaciute” Carta (grande cantautore proveniente da quella ineguagliabile palestra di vita che risponde al nome di Amici) precedendo Povia (vorrei dire che è un clerico-fascista, bigotto e reazionario con i capelli unti ed è incredibile anche solo il fatto che possa partecipare ad un qualsiasi concorso musicale, ma non lo dico perché mi ha appena querelato) e Sal Da Vinci (più o meno roba alla Gigi D'Alessio, più o meno roba buona per allietare i pomeriggi delle massaie sedute davanti alla tv a guardare Verissimo ma che di fronte alla pochezza di dimensioni cosmiche del vincitore e del secondo classificato sembra Fabrizio De Andrè), e dunque non ci sarebbe da scandalizzarsi se a Mediaset ed ai suoi uomini di punta venisse finalmente consentito di scegliersi il leader dell'opposizione che più gradiscono.

Vedendo come vanno le cose (ma soprattutto vedendo l'agghiacciante giacca color muco nasale indossata da Marco Carta durante la finale), vien quasi da dispiacersi per aver ripetutamente preso per i fondelli Manuel Agnelli e i suoi Afterhours (che a Sanremo hanno vinto il premio della critica ed al momento della premiazione si sono presentati sul palco con un bel triangolo rosa appiccicato sul petto, in barba a Povia e alla sua religione che vuol cambiare i gay con una cazzo di canzone) ma soprattutto vien da pensare che in questo momento l'unico vero leader della sinistra è Beppino Englaro.

babykialetta94 (19 ore fa): ma dooo k billa sta canzone e trp fashion!!!!

Sacrilegio.
Qualcuno ha osato accostare la merda alla cioccolata.
Qualcuno ha osato accostare Il Genio e la sua inutilità allo stato terminale al genio totale ed irraggiungibile dei Daft Punk, innovatori che sono già lontani anni luce quando il resto della scena musicale sta ancora tentando senza successo di emularli.
Technologic meets Pop Porno è roba difficile da mandar giù, ma magari sono solo io che sono un integralista e non riesco a capire tutta l'ironia che sta dietro a questa operazione. Succede.
Nonostante questo lieve incidente di percorso, il resto della produzione di Manovale Sonoro spacca, e non poco. Tanto di cappello per uno che ci crede sul serio.

19 febbraio 2009

IL RIFORMISMO HA I GIORNI CONTATI

Il PdL stravincerà le elezioni Europee, ma imploderà scomparendo per sempre dalla faccia della Terra. Su questo non ci piove, ma poi che succederà? Dove andremo a finire? Chi siamo? Da dove veniamo? Risposta non c'è, ma resta il fatto che la scena politica italiana ne trarrà sicuro giovamento in termini di nuovi personaggi-macchietta da poter allegramente deridere.

Comunque, dopo la pesante disfatta alle Europee Rutelli e i suoi sodali clerico-democratoidi manterranno le promesse e se ne andranno dal Partito Democratico per entrare immediatamente nell'Udc. Scene di giubilo e cortei di gente in festa accompagneranno il lieto evento, che porrà le basi per (ri)costruire finalmente un partito progressista di ispirazione liberalsocialista. Bisogna perdere tutto per sopravvivere morire per rinascere, per restare giovani, per cambiare veramente e non continuare a venerare vecchi ruderi come se fossero totem. Per la cronaca, in tutto questo bailamme risultano non pervenuti D'Alema e Veltroni, perché oramai quei due non pervengono più da un bel pezzo. Il mondo è ormai cambiato, non c'è più spazio per gente che parla più a se stessa che agli altri.

E il centro? Il centro c'è, perché in fondo il centro vince sempre anche quando perde perché il centro è equidistante da tutto e tutti. Al termine della campagna acquisti l'Udc entrerà in una fase di fermentazione controllata ad una temperatura di 17/18 gradi, che porterà alla produzione di gas di varia natura e specie ma soprattutto porterà ad un repentino ma sofferto cambio di nome e finalità. La nuova denominazione della Cosa Bianca (e vecchia) sarà dunque quella di Partito dell'Amore, il capo supremo sarà Paola Binetti ed il partito sarà un organismo bicefalo che vedrà Pierferdinando Casini e Francesco Rutelli nelle vesti (o nelle svesti) rispettivamente di Moana e Cicciolina – ed ovviamente il deus ex machina Riccardo Schicchi Cuffaro tirerà a suo piacimento i fili del teatrino, anzi tirerà e basta. Scene da un matrimonio di Davide Mengacci accompagnerà il lieto evento, che passerà nel cosmo con la stessa leggerezza di una tirata di sciacquone.

Vien perfino voglia di scappare, ma passerà presto.

I RE DEL NIENTE

È finito Festival di Sanremo e come tutti sanno i vincitori sono stati gli Afterhours. Nonostante la boria da pseudo-idolo generazionale di Manuel Agnelli, nonostante la sua spocchia da pseudo rockstar, nonostante i capelli tinti e nonostante le compilation pacco con le principali bands esponenti della Scena – compilation buona a (ri)costruirsi una verginità artistica smarrita da tempo - gli Afterhours hanno meritatamente trionfato, a dispetto di tutto e di tutti.

Ma il punto non è questo. Il punto è che il vero vincitore morale della kermesse sanremese è stato Povia che, pur presentando una canzone mostruosamente brutta, si è riscattato concedendo a Vanity Fair una sontuosa intervistessa nella quale ha sfoderato alcune perle degne di una mente assolutamente superiore. Frasi come “non mi rispecchio in nessun partito”, “ho avuto problemi con la cocaina, l'alcool”, “piaccio molto ai gay”, “se vedo un bel culo mi giro”, “mi irrita che siano solo quelli di destra ad appoggiarmi”, “(sono un appassionato di film porno) ma solo ogni tanto, quando sono in tour”, “sono d'accordo con le idee di Al Bano sull'omosessualità”, “mi piace far riflettere”, “per me ci sono diritti che sono solo eterosessuali”, “non ho mai avuto una fase omosessuale, non ho mai convertito nessuno” e la bomba “mi piace vivere controcorrente, non ce la faccio a fare una vita da pecora” sono frasi che non si regalano a nessuno e gli consegnano di diritto il titolo di vincitore morale del Festival ergendolo al rango di idolo totale in questa Italietta da parecchio tempo ricoperta da uno spesso strato di merda che non le permette di ossigenare a dovere le cellule cerebrali.

Mi sono sbagliato su di lui. L'ho sottovalutato, anche perché il fatto che mi abbia querelato per averlo definito in passato NaziPovia, mediocre, clerico-reazionario, capelli plastici, mostro sacro, intellettuale di riferimento della destra italiana e fallito mi ha portato a cambiare repentinamente idea in proposito per non rischiare il peggio e limitare i danni.

Vediamo che succederà in futuro, però intanto almeno un grande traguardo l'ho raggiunto: dalla prossima settimana inizierò una collaborazione con Liberal, prestigiosa testata diretta da Nando Adornato e vicina politicamente all'Udc, Mi occuperò di recensioni musicali et altre amenità assortite, e sono sicuro che ne vedremo delle belle. Solo una cosa non riesco a spiegarmi: ho inviato tonnellate di curriculums a Rockit (e solo a Rockit) ma sono stato assunto da Liberal, e non capisco quale sia il legame tra queste due testate giornalistiche. Sono perplesso.
Misteri della fede, direi. O forse è perché grazie alla vittoria degli Afterhours il vento è davvero cambiato.




(Demon vs. Heartbreaker - You Are My High. House musica allo stato dell'arte ed un video della madonna, alla faccia di Povia e della sua querela)

16 febbraio 2009

CLEMENTE MASTELLA IS MY NEW BEST FRIEND

Visioni bestiali (ma nello stesso tempo celestiali) su Mtv il sabato sera dalle ore ottoettrenta alle ore novettrenta: Paris Hilton is my new BBF, direttamente da Mtv USA un nuovo reality show in cui chi vince diventa migliore amico di Paris Hilton e per vincere non bisogna far altro che cercare di imitare con successo il suo lifestyle. E dunque feste che vanno avanti tutta la notte, raglie di coca, una riserva di pasticche per l'inverno, un mix di gocce nella cedrata, capelli ossigenati, nasi rifatti, labbra come canotti e supermarchette per conquistare le preferenze della superstar Paris.

Un programma talmente eccessivo e diseducativo da risultare splendido, un reality che diventa capolavoro totale solo per il fatto che, a differenza di quanto accaduto tempo addietro in occasione della pubblicazione del video di Pane e merda di Gel sul sito di Mtv, il Moige non ha ancora avuto nulla da ridire e dunque implicitamente avalla la tesi che vorrebbe i genitori italiani fieri che un luminare della cultura mondiale come Paris Hilton funga da esempio di vita per i loro incolpevoli figli. Da vedere tutti i sabati sera dopo cena, magari sorseggiando un infuso Twinings Limone & Zenzero ed altresì alternando la visione della sempresveglia Paris Hilton che detta atteggiamenti da tenere/cose da fare/vestiti da indossare a sedici poveri sfigati allo stato terminale a una visione acritica di schegge impazzite di una qualsiasi non-intervista a cura del sempresveglio Fabio Fazio che come al solito non chiede nulla all'ospite, intervista in cui ci si imbatte rigorosamente per caso perché su Mtv è tempo di interruzione pubblicitaria ed allora si passa su Raitre. E così sia.

Mediaset sta già pensando di acquistare il format per farne una versione italiana, con Clemente Mastella nella parte di una Paris Hilton grassa, brutta e con i capelli palesemente tinti di nero pece catapultata sulle comode poltrone dell'Europarlamento e sedici poveri sfigati allo stato terminale che cercano di compiacerla per vincere l'ambito premio finale che consiste in una raccomandazione per ottenere un posto di lavoro in una Asl nel beneventano. Tutto come ai vecchi (bei) tempi insomma, solo che nel frattempo Mastella ha fatto cascare definitivamente un governo che stava insieme con lo sputo ed ora raccoglie i meritati frutti del suo ottimo lavoro.
Clemente sei tutti noi.

INSIEME RILANCIAMO IL MADE IN ITALY NEL MONDO & L'USO SANO E CONSAPEVOLE DI PHOTOSHOP

Le Iene? I Drughi di Arancia Meccanica? Oliver Hutton e la sua New Team? I Ghostbusters? I Manowar? I ragazzi della Compagnia delle Indie?
No, la Fondazione Italiani nel Mondo capitanata dall'Omino Michelin Sergio De Gregorio e da Nicola Di Girolamo, senatore residente in Italia ma che in barba ad ogni legge nazionale ha finto di vivere all'estero per essere eletto al Senato Italiano. E dopo il loro ingresso nell'arena politica italiana nulla fu più come prima.
Vedendo gente del genere (e soprattutto una pubblicità del genere) mi vien voglia di trasferirmi all'estero per avere l'onore di poterli votare. Purtroppo ciò non è possibile e mi devo accontentare di deriderli per il loro modo di porsi, per la loro conformazione fisica, per il parrucchino di Berardi ma soprattutto per il loro spregiudicato uso di quel prodigio della scienza e della tecnica chiamato Photoshop.

NAZIPOVIA ERA (ED È) UN BIGOTTO CIELLINO

Che NaziPovia arrivi ultimissimo al Festival di Sanremo, tra fischi e lanci di concime animale verso la sua tragica figura.
E che gli spettatori lancino i loro televisori fuori dalla finestra nell'attimo esatto in cui lui sale sul palco per esibirsi.

14 febbraio 2009

LAST NIGHT GABRIELE LA PORTA SAVED MY LIFE

Accendere la tv, sintonizzarsi su un qualsiasi canale musicale di regime ed imbattersi regolarmente nel video di Pensiero d'amore di Giuliano Palma & The Ballbreakers è stupendo. Ti fa salire una rabbia che ti permette di affrontare a testa alta la restante parte della giornata e ti consente di vincere ogni sfida, anche la più ardua e all'apparenza impossibile.
E rendersi conto che in quel video Giuliano The King Palma è vestito esattamente come Giulio Tremonti la sera in cui andò ospite al programma di Fabio Fazio è ancor più stupendo. Ti permette di deriderlo ancor di più perché è la prova provata che Giuliano Palma è reazionario e la storiella dell'analogia tra Giuliano Palma e Giuliano Ferrara è vera. Non riesco ancora a capire i motivi del successo di Giuliano Palma però mi conforta sapere che Ferrara e Palma non hanno in comune solo il nome di battesimo.

Il massimo della vita però è accendere la tv alla mattina ed imbattersi volontariamente in Anima Good News, scheggia di un minuto a cura del fantastico televisivo Gabriele La Porta, una delle menti più geniali che esistano. Peccato che vada in onda ad orari da fornaio, perché un programma assolutamente situazionista che ti sbatte in faccia notizie impossibili oppure consigli/recensioni di libri scelti a caso in una oscura libreria in base alla trashitudine della loro copertina non è cosa da poco.
Speriamo solo che decida di dedicarsi anche alle recensioni musicali ed abbia il coraggio di dire che Il Genio è merdaccia reazionaria mentre io ho fatto male (anzi malisssssimo) a snobbare Chunk of Change dei Passion Pit, che è un disco della madonna, non cerca di scimmiottare nessuno ed è opera di un gruppo che si chiama come un film porno anni ottanta e dunque è il vero pop porno alla faccia di quella merdaccia reazionaria (repetita juvant) suonata da Il Genio.

Provare disperatamente ad imitare Stereolab, Cicciolina e Gainsbourg/Birkin non è male, non farcela e per giunta essere pompati alla grande da Rockit è il male assoluto. Rockit parla del Genio ma non parlerà mai dei Passion Pit, anche perché i Passion Pit sono americani e dunque Rockit non se li fila perché è nato in Italì. E soprattutto Rockit non mi ha ancora contattato per chiedermi di scrivere sulle sue pagine nonostante le decine e decine di curriculums da me inviati.
Ma ci penserà Gabriele La Porta a rendermi giustizia, ne sono convinto. Sto pensando addirittura di chiamarlo per un dj set in apertura del concerto che i Passion Pit terranno nel loft che i miei facoltosi genitori hanno per me acquistato presso il Residence Le Rose, ma temo che sia ancora prematuro pensare ad una eventualità del genere.

BULLSHIT AUTHORITY


Solidarietà a Vauro, che con una semplice vignetta ha scatenato l'ira di Gasparri ed ora verrà sicuramente epurato dalla Rai.
Non sempre sono d'accordo con Vauro e con ciò che dice e/o disegna, ma la libertà di espressione va difesa sempre. E comunque Gasparri è un personaggio di una mediocrità incredibile, ed in questo caso la vignetta ci sta tutta.

12 febbraio 2009

RIDE ON TIME

Solo chi viaggia nel tempo può riuscire a vedere 90210, lo spin-off del gloriosissimo Beverly Hills 90210. Solo chi ha le palle lo guarda prima che lo trasmettano anche nel proprio paese in barba alle leggi sul copyright.
All'epoca non ne avrei visto una puntata di Beverly Hills nemmeno se mi avessero regalato tutto l'oro del mondo, ma ora che viaggio nel tempo rimpiango di non averlo seguito e mi consolo vivendo un domani migliore mentre guardo tutte le puntate di 90210 che andranno in onda il prossimo autunno sulla padanissima Raidue. Per giunta hanno i sottotitoli in italiano, quindi riesco ad apprezzare al meglio le sfumature dei profondissimi dialoghi di questi ragazzi che sono così uguali ma anche così diversi dai protagonisti della serie originale. Tutte le ragazze sono semi-anoressiche, una ha un blog, una si cala pasticche a spugnate mentre un'altra è viziata ma ha un vuoto interiore da colmare. Tutti i ragazzi sono iperpalestrati, uno di loro è indie, uno finge di esserlo ma è ricco ed ha un jet privato ed un altro addirittura è nero perché anche gli autori della serie hanno deciso di salire sul carro del vincitore prima ancora che Obama vincesse le presidenziali. Più o meno, il 2009 come veniva visto negli anni novanta, una figata che l'Italia nemmeno capirà bene. Già prevedo il flop e la sospensione dopo quattro o cinque puntate, e magari una sostituzione con un analogo telefilm ambientato a Gallarate o nella Val Brembana. Ed ovviamente Renzo Bossi farà la parte di un ipotetico Dylan McKay dedito alla polenta taragna invece che alla coca, come si compete ad un ragazzo del suo livello intellettuale.

Mi chiedo solo se ai bei tempi che furono Beverly Hills 90210 piacesse agli Uochi Toki, perché solo loro saprebbero trovare e descrivere con parole adeguate le analogie e le differenze tra i personaggi dell'originale e quelli dello spin-off, per poi magari costruirci intorno vecchie storie e leggende urbane. Ma non perdiamoci in cazzate, basta solo dire che Libro Audio è clamoroso, forse il loro migliore disco (anche perché è l'unico che ho sentito, ma mi fido del mio intuito), che è hip hop facendo finta di non esserlo ed è il riciclo di scarti sonori presi di peso da Kyuss, Queens Of The Stone Age, Secret Chiefs 3, Metallica, Meshuggah, Converge, Pig Destroyer, eurodance(!), Tre Allegri Ragazzi Morti eccetera eccetera, resi irriconoscibili ed usati per forgiare basi abrasive sulle quali si adagia un flusso ininterrotto di parole in libertà. Dodici autoritratti che ti fanno convincere che gli Uochi Toki non esistono davvero ma sono solo un frutto della nostra immaginazione perversa. Un gruppo vero non può far uscire un disco in data Venerdì 13, un gruppo del genere verrà capito solo in futuro perché ad oggi non abbiamo ancora i mezzi psico-fisici per comprendere la loro musica. Io che viaggio nel tempo lo so bene.
Libro Audio è la definitiva conferma che l'hip hop è un genere alto e le serie televisive anni novanta lo sono ancora di più perché hanno forgiato giovani menti che poi hanno partorito opere del genere, ed in casi come questo non si sbaglia di certo ad utilizzare il termine Arte (sia per gli Uochi Toki e le loro giovani menti che per le serie anni novanta) per descrivere il tutto. E poi in Beverly Hills 90210 tra gli attori protagonisti c'era pure Brian Austin Green, un giovane uomo che poi ha avuto una mirabolante esperienza musicale in ambito hip hop – una roba talmente perdente che secondo me in America lo stanno ancora cercando per menarlo – ed allora perché non prendere il coraggio a due mani e provare ad ascoltare gli Uochi Toki buttando via quella dannata malattia che risponde al nome di “puzza sotto al naso”, una patologia che affligge gran parte della scena italiana che si strappa le vesti di fronte ai Ministri e non vuol rendersi conto che l'unica plausibile forma di ribellione al sistema è quella proposta dagli Uochi Toki?

11 febbraio 2009

COMPETIZIONE CON ALBA PARIETTI PER DARE FASTIDIO

E bravo Occhialone dei Kings of Convenience, che con i suoi Whitest Boy Alive ha tirato fuori un disco della madonna! Rules esce a marzo ma io come mio cugino Marty McFly riesco a viaggiare nel tempo e l'ho già sentito, e posso solo dire che un'opera del genere è il disco che i Franz Ferdinand avrebbero dovuto fare invece di venirsene fuori con quel capolavoro di democristianità che risponde al nome di Tonight: Franz Ferdinand. Rules è techno minimale suonata da persone in carne ed ossa che però si sono servite di strumenti musicali nel vero senso del termine, è la musica che viene fuori da degli ipotetici Talking Heads versione 2009 che provano a fare cover di Villalobos con tutti gli annessi e connessi del caso, è il disco dell'anno che potrebbe piacere sia ai fan dei programmi serali di Radio Montecarlo che ai fan dei programmi notturni di m2o. Lo ascolti e vorresti che ricominciasse subito da capo, ma chi non viaggia nel tempo purtroppo dovrà aspettare marzo per ascoltarlo. I Franz Ferdinand non sarebbero mai riusciti a scrivere un disco del genere perché a quanto pare ultimamente hanno ascoltato troppa italo-disco. In pratica, hanno ascoltato troppe volte Alba Parietti, e l'influenza di certa sinistra che esiste solo nei salotti che contano si sente tutta.


08 febbraio 2009

DA YA THINK I'M SOCCI?

Antonio Socci. Un passato da bassista dei Litfiba epoca El Diablo, un presente da brillante intellettuale di riferimento della destra clerico-fascista italiana. Nulla da eccepire, dunque. Una grande e splendida metamorfosi probabilmente dovuta ad abuso di PCP, ma che in realtà ci ha consegnato una delle menti più lucide e lungimiranti che la storia italiana ricordi.

Il punto però non è Socci. Socci non mi ha fatto nulla (tranne partecipare ad un sano e consapevole sperpero di denaro pubblico nelle vesti di conduttore di terribili programmi che fortunatamente non guardava quasi nessuno), ma Socci in quanto persona dotata di media intelligenza è solo un pretesto per dire che fatte le debite eccezioni, il suo punto di vista para-integralista è quello dominante nel PdL (ma anche in certi settori dell'opposizione), con tutto ciò che ne consegue in termini di danni a questo nostro povero paese fatto di gente che ama delegare ad altri l'esercizio dei propri diritti civici e poi si lamenta sempre a prescindere. Si tenta di improvvisare un decreto per impedire l'interruzione dell'alimentazione ad Eluana Englaro perché altrimenti il Vaticano poi non ti garantisce più i voti, e si pensa di impedire alle minorenni di rifarsi il seno sull'onda del successo delle poppe posticcie di una concorrente del Grande Fratello: l'Italia più o meno è un paese a fine corsa, e manca poco allo schianto che sarà catastrofico anche se gli italiani non se ne renderanno nemmeno conto. E dopo molto probabilmente ci saranno solo i militari come in Cile nel '73.

Ma qualcuno, con grande coraggio e sprezzo del pericolo ha deciso di non starci ed uscire dal cerchio per cercare di salvare la situazione: Paolo Guzzanti lascia il PdL ed entra nel PLI. In sostanza, si è reso conto che Berlusconi non è Gesù come tutti pensano ed ha deciso di farlo con la solita classe, usando sia la spada che il fioretto. Ha snocciolato con disinvoltura arditi concetti come “Sono io che ho paragonato certe manifestazioni di Forza Italia al compleanno di Kim Il Sung” (se ne è accorto ora, manco fosse stato in coma farmacologico per anni e anni), “Mi sono ribellato al fatto che la signorina Carfagna, avendo una lite in corso con l'attrice Sabina Guzzanti, ha pensato bene di tirare in ballo me” (è chiaro, sei suo padre e loro non guardano in faccia a nessuno), ”Bondi è il mio più caro amico insieme a Cicchitto e ho trovato molto doloroso vederli assumere questo ruolo da Torquemada.” (personalmento io non andrei a sbandierare in giro amicizie con Bondi e Cicchitto, ma magari mi sfugge qualcosa), “Sono perfettamente consapevole di rappresentare molti più elettori di quanti ne bastino per eleggere un deputato” (peccato però che una legge elettorale mostruosa ci abbia tolto la possibilità di scegliere il candidato, ma forse questo dettaglio è assolutamente ininfluente agli occhi di chi sta in Parlamento da tanto tempo), “Poiché mi piace sognare rispondo sì: sogno il polo laico” (te ne accorgi solo ora, perché sei alla frutta in quanto tutti ti hanno voltato le spalle) ed è pure riuscito a rimanere serio mentre parlava. Ci credeva veramente, o magari scherzava e nessuno se ne rendeva conto, consapevole ancora una volta della sua superiorità fisica e mentale. Solo lui lo sa. Solo lui è la definitiva versione cozze e vongole della Great Rock'n'Roll Swindle

Ed è proprio per questa semplice ragione che il personaggio merita fiducia nonostante presenti alcuni lati oscuri. Manco sapevo che esistesse ancora il PLI, però qualora Guzzanti decidesse di dar vita ad una grande battaglia civile per ottenere l'immediata liberazione di Chicoria ingiustamente detenuto nelle patrie galere credo che aderirò sulla fiducia al glorioso Partito Liberale e cercherò di spingere più persone possibile a seguirmi. Far liberare Chicoria è un dovere morale

ALLE EUROPEE TU VOTI SPADRILLAS

La redazione di Spadrillas in da mist si è rotta le scatole dei soliti politicanti ed annuncia la propria discesa in campo alle prossime europee.
Vota Lista Spadrillas in da mist-io amo Giuliano Ferrara.

TEMPI BUI, MOLTO BUI

“La rabbia generazionale urlata dalle chitarre e sputata fuori in versi caustici”, “la posa iconoclasta che non conosce compromesso”, “l'assetto base chitarra/basso/batteria e la voce strozzata figlia del decennio precedente hanno la forza di mille onde”, “si abbattono sui luoghi comuni”, “travolgono i relitti”, “piccolo miracolo tutto italiano”.

Chi sono, i Negazione? No, sono i Ministri ed il loro ultimo album Tempi Bui descritti in una sontuosa recensione di Barbara Tomasino sul numero di febbraio di Rumore.

Leggendola si finisce per non credere nemmeno ai propri occhi e ci si convince definitivamente che personaggi come Manuel Agnelli hanno fatto più danni alle giovani generazioni di quanto la gente creda. Sono basito.

Tra l'altro, leggendo e rileggendo vien addirittura da pensare che la Tomasino sia molto amica dei Ministri, ma è solo un sospetto tipico di certa sinistra che poi si divide su tutto e perde sempre le elezioni anche quando le ha vinte per un pugno di voti.

"Non vedere è non voler vedere. Non conosciamo gli esiti, ma avvertiamo che la democrazia è in bilico."

"Rompiamo il silenzio. Mai come ora è giustificato l’allarme. Assistiamo a segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti. Quando i legami sociali sono messi a rischio, non stupiscono le idee secessioniste, le pulsioni razziste e xenofobe, la volgarità, l’arroganza e la violenza nei rapporti tra gli individui e i gruppi. Preoccupa soprattutto l’accettazione passiva che penetra nella cultura. Una nuova incipiente legittimità è all’opera per avvilire quella costituzionale. Non sono difetti o deviazioni occasionali, ma segni premonitori su cui si cerca di stendere un velo di silenzio, un velo che forse un giorno sarà sollevato e mostrerà che cosa nasconde, ma sarà troppo tardi."
(Firma qui)

“Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.
Norberto Bobbio

07 febbraio 2009

IL VATICANO È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO DEGLI ITALIANI

"Ogni sforzo per non farla morire. Eluana potrebbe avere figli." Il Presidente Silvio Berlusconi ha detto proprio così, e non si è nemmeno smentito come fa di solito. Ed assordante è il silenzio del portavoce a cottimo di Forza Italia Daniele Capezzone a.k.a. Daniele Cazzone, uno che si autodefinisce liberale liberista e libertario ma che è finito a fare lo sguattero nella cucina di quell'enorme bettola di periferia chiamata Popolo della Libertà.

La vicenda di Eluana Englaro è talmente tragica che ogni residua forma di ironia se ne va e subentra un certo livore verso personaggi che recitano il ruolo di presenti ed assenti nella ignobile farsa inscenata intorno al corpo di una ragazza di fatto morta diciassette anni fa.
Mi fermo dunque qui perché non voglio prendermi querele da Giuliano Ferrara o da Giovanni Lindo Ferretti e passo la parola a chi ha scritto cose che avrei tanto voluto riuscire a scrivere io.

04 febbraio 2009

MA QUANTO È BELLO ANDARE IN GIRO PER I COLLI BOLOGNESIIIII / SE HAI LO SPECIAL K CHE TI TOGLIE I PROBLEMIIIII

Più o meno a maggio di quest'anno correrà il decennale della pubblicazione di 50 Special dei Lùnapop, e la città di Bologna dovrebbe esserne molto fiera. Che poi a dire il vero il singolo è uscito a maggio però è esploso nelle radio e nelle tv di regime ad agosto (e dunque non si sa se il decennale si festeggi a maggio o ad agosto), ma Bologna deve esserne fiera ugualmente perché Cesarone Cremonini (all'unanimità dichiarato il capitano del supergruppo bolognese) ora è talmente gonfio e sfatto che l'ultima volta che l'ho visto in tv l'ho addirittura scambiato per Gel ed in quegli anni fu il vero precursore di quella che è l'attuale deriva dell'indie moderno (vedi ad esempio quei fantocci dei Klaxons che per confezionare un brano come Gravity's Rainbow hanno bisogno di plagiare contemporaneamente Faint ed East 17), e per questo va rispettato. E dunque Cremonini precursore, Ballo suo amico fedele che lo ha seguito ovunque, ma gli altri tre che fine hanno fatto? Non si sa dove siano finiti, o meglio non si sapeva fino a qualche giorno fa.

Gabriele Galassi, Alessandro De Simone e Michele Giuliani sono scomparsi nel nulla per circa dieci anni, parevano condannati a rimanere nella memoria collettiva nella tristissima veste di meteore ma ora hanno deciso di tornare e non ce n'è per nessuno. Forse sono morti e risorti ma il loro nuovo progetto risponde al nome di Liberpool, è roba meglio di qualsiasi altro conato pseudo-indie tipo Ministri et altri gruppetti del genere e potrebbe pure fare il botto come fecero i Lùnapop dieci anni fa – se solo la Scena Indie non storcesse il naso come al solito, se solo non contassero le amicizie importanti ecc ecc. Ultimamente gira con insistenza un loro video, non hanno il carisma dell'uomo vincente che ha Cesare-Cremonini-sempre-in-botta, fanno quasi tenerezza ma possono farcela e tornare ad essere delle rockstar.
Chiunque in Italia ce la può fare, perché non dare anche a loro una possibilità?

CELLINO SAN MARCO, ITALIA

“Come padre, mi avrebbe sicuramente dato fastidio avere un figlio, o una figlia, che non appartiene al suo sesso, però bisogna fare i conti con la natura, e la natura, a volte, gioca strani scherzi. Quindi, se uno – o una – si interroga a fondo, e ha voglia di guarire da questa “imperfezione”, fa bene. Se non ha voglia, o non può, perché la natura lo ha costruito così, che cosa puoi dire? Ma, grazie a Dio, non ho mai avuto questi problemi. E mi dispiace tanto per chi li ha”.

Essere gay non è un'imperfezione o uno scherzo della natura, caro Al Bano. Imperfezione e/o scherzo della natura è essere clerico-fascisti, ottusi e complessati, e purtroppo per te sono queste le malattie dalle quali è impossibile guarire.
Al Bano, ma vaffanculo!

MA VEDO CHE BASTA POCO E PRENDI FUOCO, TU NON CONOSCI LE BUONE MANIERE

Dalla serie sogni che diventano realtà: Dargen D'Amico che se ne esce fuori con un clamoroso remix di Buone maniere di Bugo.Una roba che neanche il più bagnato dei sogni.
Nulla sarà più come prima.

01 febbraio 2009

unz unz - COLLISIONE PROGRESSIVA – unz unz – COLLISIONE PROGRESSIVA COLLISIONE – unz unz - COLLISIONE COLLISIONE PROGRESSIVA – unz unz unz unz

Il nuovo album dei Franz Ferdinand è talmente interessante ed emozionante che lo inserisci nel lettore cd della tua auto, ascolti un paio di tracce e poi lo togli quasi immediatamente per mettere Deejay Parade 1997, quando la musica da autoscontri stava sublimando in qualcosa di più serio e meno ingenuo, più raffinato e/o più violento a seconda dei casi, ma sempre e comunque molto pre-undici settembre.
Magari è solo questione di ascolto troppo superficiale - situazione non adeguatasindrome da primo album troppo bello per essere vero - tempo che è passato inesorabile ma Tonight: Franz Ferdinand pare un disco estremamente di maniera, suonato tanto per svoltare una carriera che qualitativamente pare già in netta fase calante nonostante la musica del gruppo scozzese non sia più un segreto per pochi eletti ma un piatto succulento arrivato anche sulle tavole dello spettatore medio di Mtv et altre tv musicali di regime.
Viene persino da pensare che la copia digitale che mi è piovuta dal cielo sia un fake ed il disco vero in realtà abbia talmente tanta anima e tanto groove da illuderti di poterlo ballare stando comodamente seduto davanti allo schermo del pc, però io per ora preferisco spararmi quattro volte di seguito From: Disco To: Disco dei Whirlpool Productions mentre guido lungo nebbiose strade di provincia, credendo di essere al Kinki 1997 circa invece che al volante di una macchina calda-dove ti porta lo decide lei. Una macchina che ti porta from town across town e tu non te ne rendi nemmeno conto, impegnato come sei a capire se dietro al progetto Whirlpool Productions ci fossero uomini veri o robot[*], se il cantante fosse o no strafatto al momento dell'incisione ma soprattutto a chiederti se Alex Kapranos abbia ascoltato almeno una volta nella vita quest'inno per tutta la gente che almeno una volta nella vita ha percorso strade che sembrano immaginarie perché esistono solo nei navigatori satellitari, quelle strade che nonostante tutto riescono a portare da un locale all'altro durante notti che paiono interminabili.

[*] per la cronaca: i membri del progetto Whirlpool Productions erano uomini in carne ed ossa. All'epoca fecero addirittura un'apparizione a Superclassifica Show, dove si esibirono rigorosamente in playback e vennero pure intervistati dal parrucchino di Maurizio Seymandi. Questa è Storia, ed io c'ero.

IN THE PANCHINE SONO IO OGNI VOLTA CHE RESPIRO / È IL POLMONE CHE SI DILATA QUANDO TRATTENGO UN TIRO

Il turborepubblicano Michael Phelps è stato pizzicato (ed ovviamente fotografato) mentre fumava un bong ad una festa tenutasi lo scorso novembre.
È ovvio che fumava erba a profusione per dimenticare la sconfitta dei repubblicani alle ultime presidenziali. È chiaramente colpa di George W. Bush se Phelps è caduto nel baratro del vizio ed ora dovrà stare a lungo in panchina causa squalifica. Otto anni di Bush porterebbero nel baratro qualunque repubblicano.