31 luglio 2009

GLI AMICI DEGLI AMICI


Sensazionale: Blow Up ora ha anche una sua web tv, solo che non riesco a vederla perché è talmente pesante che mi si impalla il pc. Che sia questione di contenuti o è semplicemente colpa di quel cazzo di Windows Vista®?

Scherzi a parte, non riesco a capire il significato di Blow Up. Proprio non ce la faccio. Mi metto lì, mi applico, leggo, consulto un buon dizionario ma il contenuto degli articoli della rivista in questione continua a rimanermi oscuro ed io resto con un pesante senso di inadeguatezza/ignoranza. Tanto per dire: ho dei serissimi dubbi sulle recensioni proposte. I dischi di cui si parla esistono o è tutto inventato di sana pianta? Non sono abbastanza aperto dal punto di vista mentale o è roba talmente ricercata che nessuno la conosce? Boh, francamente non lo so e forse nemmeno mi importa davvero. Però so solo che, nonostante questo mese (che poi son due mesi, visto che per luglio e agosto il numero è doppio) il direttore S.I.B. abbia proposto un articolo vergato di suo pugno in cui viene proposto un ardito parallelo tra contatti di un sito di informazione come Repubblica.it e contatti di una rivista cartacea come Blow Up – con relativo paginone di complicati calcoli e stime matematiche che mi hanno mandato immediatamente nel pallone, Blow Up è l'unica rivista musicale che in tempo di crisi riesce a vendere bene. Ed in un mondo in cui un disco esce sul mercato che è già vecchio perché in rete gira da almeno un paio di mesi (ma anche: Tv Sorrisi e Canzoni va al Gods Of Metal con un suo stand ed i tipi di Solomacello non dicono una parola in merito. Che la loro sia una piena e convinta svolta mainstream?) ciò non è cosa da poco. Complimenti Blow Up, continuerò a comprarti saltuariamente e a mero scopo di testimonianza, però in fondo continuerò a comprarti perché mi piace sentirmi inadeguato. È molto più chic.

E continuerò a passare per la vetrina di un antico negozio musicale del centro cittadino di una ridente città emiliano-romagnola (ovviamente non faccio il nome della città e nemmeno del negozio, dico solo che che la città è anche una località marittima e il nome del negozio suona più o meno come “Bartelli e Pistolucci”) e a ridere della intera vetrata di cd metal esposti con orgoglio ma soprattutto delle tre file intere di cd di mostruosi personaggi venuti fuori da Amici ed X Factor. Si torna sempre al discorso di prima: Tv Sorrisi e Canzoni regala gli album storici del metal al modico prezzo di dieci euro, va al Gods Of Metal con un suo stand (Solomacello dove sei?) e poi incensa personaggi che scelgono come nome d'arte Mario o Francesco – come se fossero miei amici ed io potessi prendermi il lusso di chiamarli col loro nome di battesimo – ed hanno come unico merito quello di aver avuto un alto gradimento di pubblico nelle suddette trasmissioni tv. Ed in un mondo in cui Marco Carta esce da Amici per vincere Sanremo e Morgan torna ad essere un personaggio di massa (come forse non è mai stato in vita sua) grazie alla partecipazione ad X Factor nelle vesti di giudice di gara/maestro di vita ciò non è cosa da poco, perché serve ad delineare con chiarezza quale è il reale stato di decomposizione della musica in Italia (che purtroppo non è la musica artigiana che esiste solo sulle pagine di Blow Up, ma è ben altro).

Solo una cosa: perché Malika Ayane si ostina a comparire in copertina dei suoi album o durante le ospitate in programmi tv di regime senza indossare il reggiseno? Ha le tette veramente molto cadenti, e nonostante magliette indossate con disinvoltura questo piccolo dettaglio si nota parecchio. Vuole dimostrare che non è da questi particolari che si giudica un giocatore oppure semplicemente vuole dimostrare con esperimenti sul campo la reale portata della forza di gravità? Urgono rimedi, ne va della salute di chi si ferma davanti alle vetrine dei negozi a ridere dei dischi esposti.


LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO (DI COMA)


Un vecchio ormai ostaggio di piccoli e grandi ricatti, gente che a quanto pare una volta si faceva portare la coca direttamente al ministero ed ora minaccia di dar vita ad un nuovo partito se non viene accontentata, gente che va e viene, voti di fiducia che si concludono sul filo del rasoio nonostante una maggioranza principesca, quattro miliardi di euro che improvvisamente sbucano dal nulla ma salvano la poltrona del Capo, il riporto di Raffaele Lombardo che ride soddisfatto, la Lega che incassa il colpo ed intanto prepara la contromossa, la Chiesa che non dice una parola e prepara il colpo di mano sull'aborto, l'Italia che è sempre più vicina al baratro.

La vicenda dei quattro miliardi di fondi per la Sicilia è talmente grottesca che in un qualsiasi paese civile causerebbe l'immediata caduta del Governo.
Se solo ci fosse un minimo di dignità in certi esponenti della maggioranza.
Se Vittorio Feltri decidesse di tornare ad essere un giornalista.
Se solo ci fosse ancora un'opposizione (e dicendo opposizione non intendo di certo quel fascista di Di Pietro, il miglior alleato del governo Berlusconi).
Se ci fosse una libera informazione televisiva.
Se non ci fossero gli italiani.

Back With A Bang (for the bilancia) : la musica da veri uomini la sanno fare solo le lesbiche obese, e se lo dice il direttore ha ragione lui


Tutta la verità e nient'altro che la verità sulle sorti di Giuliano Ferrara.

29 luglio 2009

IL PCI È MORTO, TORNA IL PCI


Ci sono cose nella vita che sono difficili da ammettere, però devi per forza ammetterle altrimenti non sei abbastanza onesto con te stesso. Sono cose della vita, vanno prese un po' così. È tornato il Pci, ed a questo punto si salvi chi può. Fine della corsa per progetti politici di altra natura e spessore.

Ma il punto non è questo. Il punto è che ieri ho avuto l'onore di essere presente ad un'iniziativa a sostegno di Bersani candidato alla segreteria del Partito Democratico, e si dà il caso che l'ospite d'onore fosse addirittura Massimo D'Alema, ex Presidente del Consiglio, ex segretario (o vice-segretario, o dirigente di spicco) di almeno quattro partiti diversi in vent'anni ma soprattutto ex persona. Confesso che Baffino visto dal vivo ha un non so che di femminile, e visto di profilo ricorda addirittura Michael Jackson (dal che si deduce che D'Alema è il Michael Jackson italiano, proprio come Berlusconi), ma magari ho solo bisogno di un paio di occhiali nuovi.

Dopo una interminabile attesa in cui come sottofondo girava in loop La canzone popolare di Ivano Fossati (fossati come quelli che certi loschi figuri che sostengono Bersani stanno scavando per seppellire un'idea di partito moderno, ma non ce la facciamo proprio a scegliere musica decente per accompagnare le nostre manifestazioni politiche?), D'Alema è arrivato parecchio in ritardo ed ha iniziato a parlare, però nel momento esatto in cui ha pronunciato la fatidica frase di rito “Cari compagni, care compagne” mi sono addormentato. Non mi ricordo assolutamente nulla del suo alatissimo discorso, ma so solo che ho dormito di brutto e mi sono inspiegabilmente svegliato a casa, sudato fradicio e parecchio spaventato.

Cos'avrà mai detto D'Alema di tanto interessante? Francamente non lo so, ma tanto non importa. Sono vent'anni che D'Alema parla senza dire nulla e passa per uno che dice cose altamente illuminanti, potrei copiaeincollare un suo discorso di vent'anni fa preso a caso e probabilmente non andrei tanto lontano dal succo delle roboanti frasi da lui pronunciate ieri.

D'Alema è come il vino buono: invecchiando migliora. E come il vino buono non va mai in pensione, ma resta sempre defilato in cantina salvo poi venir fuori nelle occasioni che contano, le occasioni in cui c'è da scegliere da che parte stare, quali posti a tavola occupare e quale succulenta pietanza mangiare.

27 luglio 2009

ONE MORE CHANCE: FARE IL GIARDINIERE.



Ultimamente i Bloc Party sono usciti con un singolo nuovo, ma avrebbero potuto anche fare a meno visto il livello del loro ultimo parto cesareo.

One More Chance è assolutamente impresentabile, una roba che suona più o meno come Saturday Night di Whigfield rifatta dai Joy Division oppure come un brano dei Joy Division (uno qualsiasi, tanto non ho mai avuto tempo di sentirli bene. O forse sì, ho dato tempo al tempo e li ho ascoltati tantissimo, però spesso mi faccio prendere dall'entusiasmo e li cito a sproposito) risuonato da Whigfield.

L'ha detta giusta Brugo, impareggiabile come al solito: “Confusione. All'inizio sembra un brano di Alexia dei tempi d'oro. Poi senti la voce di Kele e pensi questi ormai hanno completamente perso la brocca.Quando azzecchi solo l'album di debutto (e che album di debutto!) ma poi metti in fila una serie di spiazzanti inutilità melodiche a catena, è più corretto parlare di perdita di ispirazione oppure di botta di culo del principiante?“. Parole sante.
In poche parole, One More Chance è il tracollo di quella che a questo punto si è dimostrata la band più sopravvalutata dai tempi dei Live (un gruppo passato direttamente dal programma rock 1994 circa condotto su Radio Deejay da Enrico Silvestrin all'oblio più totale) e di Marilyn Manson (che a dire il vero ha fatto e continua a fare dischi buoni, ma era bello citarlo ugualmente). Con quel video, poi. Con quel cantante, poi.

Kele Okereke ha la boria da intellettuale e sul palco si muove come qualcosa che sta esattamente tra Ian Curtis e Michael Jackson, però non ha lo spessore
artistico-morale di nessuna di queste due figure drammatiche della musica moderna e si sente. Dato che il resto del gruppo non esiste più Kele Okereke è il solo artefice della svolta musica da autoscontri che hanno avuto i Bloc Party, il che rappresenta un'aggravante visto che la musica da autoscontri era ben altro e lui all'epoca sicuramente ascoltava metal oppure i Queen (o magari entrambe le cose). Ed io, che di recente ho osato attraversare in auto un viale infestato dai peggiori street bar della costa emiliano-romagnola tenendo i finestrini abbassati e suonando No Cars Go degli Arcade Fire a palla (per la cronaca, giunto di fronte ad una discoteca chiamata Barracuda ho rischiato il linciaggio, ma ero pronto anche ad un'eventualità del genere e me la sono cavata bene), posso ragionevolmente affermare che il suo prossimo disco solista sarà un botto commerciale pazzesco e verrà venduto negli Autogrill di tutta Italia come i cd di quegli stronzi che dopo aver partecipato ad Amici stanno vendendo dischi a palate.

24 luglio 2009

COME UNA SPEDIZIONE PUNITIVA A CASA DELL'INSOPPORTABILE PSEUDO-GRUPPO MUSICALE PROTAGONISTA DELL'ALTRETTANTO INSOPPORTABILE PUBBLICITÀ DELLA TIM


Tra dieci anni la gente si ricorderà ancora della Ed Banger e della musica che viene spacciata da questa (a dire il vero nobile) etichetta discografica? Dico, se dopo dieci anni la gente che sa ricorda ancora con profonda emozione i travolgenti esordi dei Basement Jaxx ed i Basement Jaxx sono ancora a livello stellare, accadrà lo stesso anche per le produzioni della Ed Banger? Ai posteri l'ardua sentenza, però intanto il dubbio rimane. Ed io, che ho scoperto i Massimo Volume con quattordici anni anni di ritardo rispetto a quando avevano qualcosa da dire perché quattordici anni fa avevo solo sei anni ed avevo appena imparato a leggere e a scrivere (o forse sedici, ventisei, trentasei, quarantasei oppure cinquantasei anni, tanto invertendo l'ordine degli addendi chimici il risultato non cambia), non posso che essere sensibile a tematiche del genere. Il dubbio nobilita l'uomo ma lo rende simile ad una bestia, Paolo Del Debbio nobilita molto meno l'uomo perché a modo suo è una bestia ed anche se non c'entra nulla era bello partire così, con arroganza.

Dubbio o Del Debbio, il dato di fatto è che gli Animal Collective e i Tv On The Radio a Ferrara hanno spaccato, ed io devo ancora riprendermi pienamente nonostante siano passate molte ore (o molti giorni, visto che ho perso la cognizione del tempo, dello spazio e della profondità). Scene di vita vissuta, attimi che non ti scorderai tanto facilmente, momenti che per molto tempo racconterai a gente del tutto incredula: si fa presto ad usare frasi fatte per descrivere uno spettacolo del genere, ed allora usiamole, che non fa mai male. E per completare il tutto e rendere più credibli certe affermazioni diamo anche libero sfogo a tante cose ma soprattutto
all'autocitazione/autoreferenzialità/autoplagio/autoflagellazione:

  • Han suonato prima gli Animal Collective e poi i Tv On The Radio (e comunque a parti invertite avremmo ottenuto esattamente il medesimo risultato), ma è stato come se il concerto fosse un unico flusso capace di rubarti il cervello per alcune ore, utilizzarlo per non meglio precisati scopi e restituirtelo praticamente intatto alla fine di tutto.

  • Gli Animal Collective sembrano fuori di testa ma sono lucidissimi, sono una delle cose più pop che esistano pur essendo materiale molto ostico, ed a Ferrara han suonato per un'ora e mezza eppure avrebbero potuto suonare per altre tre ore e nessuno avrebbe avuto di che lamentarsi.

  • Strati sonori che si sovrappongono, si intrecciano, mutano, cambiano pelle quando meno te lo aspetti dando vita a qualcosa che solo in apparenza è radicalmente diverso dal punto di partenza. Armonie vocali che sembrano essere solo abbozzi di idee ben più complesse eppure funzionano, eccome se funzionano. Musica che sembra suonata assolutamente a caso eppure ha una sua logica, improvvisazioni che hanno come unico filo conduttore la voglia di sperimentare, osare, andare oltre.

  • Sintetizzatori alla muoio domani come Pantani.

  • E poi, i Tv On The Radio. Questi tre, quattro, cinque, sei ragazzi newyorkesi che, suonando una peculiarissima mistura in parti variabili di My Bloody Valentine, Prince, Peter Gabriel, soul, electro e oppioidi, stanno nel loro piccolo conquistando il mondo sono scesi a Ferrara e non hanno fatto prigionieri.

  • Mancava solo Ambulance per trasformare il set in un set definitivo, ma sarebbe stato chiedere troppo ad una serata di quelle che comunque le racconterai per molto tempo.

Siam partiti dal raccontare una serata e siamo arrivati al raccontare una serata. Il cerchio si chiude perfettamente, ed è chiaro che se dovessi scegliere dire quale tra i due gruppi è stato quello che ha spaccato di più direi senza esitazione “Animal Collective!”, ma è un dettaglio assolutamente di poco conto visto il livello eccelso del concerto. È solo questione di gusti personali, spero che i Tv On The Radio non se la prendano troppo. E magari spero che Paolo Del Debbio (uno dei principali strateghi dei Michael Jackson italiano) non se la prenda troppo.

Peccato solo aver perso David Byrne che suonava la sera successiva. Ero ancora perso nel limbo e non sono riuscito ad andare causa miei limiti psicofisici, non ce la facevo proprio. Succede. Alcuni miei informatori fidati mi hanno riferito che tra il folto pubblico c'era pure Marco Giusti, sarebbe stato doveroso andare anche solo per quello. Sarà per la prossima.

23 luglio 2009

HIS NAME IS PIO AND HE DANCES ON THE SAND / JUST LIKE THAT RIVER TWISTING THROUGH A DUSTY LAND



L'unico dato rilevante che emerge dalle registrazioni degli incontri con Patrizia D'Alema è che Abberlusconi non usa il profilattico. Che c'è di strano? Abberlusconi segue in tutto e per tutti i dettami del Vaticano, che proibiscono l'uso del profilattico in qualunque situazione (anche la più sconveniente) e perciò va quantomeno ammirato e riverito. Chi si scandalizza comunista è. Perché prendersela con un uomo vero? Abberlusconi ha passato la notte con la prostituta nel letto di Putin, gli italiani dovrebbero essere fieri di tale primo ministro che ha 72 anni ma è in forma brillante, ha un sorriso largo, un eloquio bello e colorito. È il Mao italiano. Anzi no, è il Benny Hill italiano. Silvio compie imprese non solo in campo politico ma anche nelle alcove. È come un cavalier gentile. Se Berlusconi sta usando il suo testosterone alla grande forse fa male a qualcuno? Forse alle sue partner? Ma le ultime non si lamentano e con la moglie legittima ha avviato il divorzio, dunque chi se ne frega? Fa forse male ai ragazzi e alle ragazze che in un mese guadagnano come una escort in una sera? No, perché tanto la tv non ne parla e dunque loro non lo sanno. Non è un santo, lo dice lui stesso. Ed ha ragione.

È il nuovo Padre Pio. Ha pure le stigmate, solo che sono coperte dalla crema autoabbronzante.

NE SPUNTO UN'ALTRA DALLA WISHLIST

"ma che concerto hai visto?
mamma mia sei uno scandalo di recensore dovrebbero impedirti di scrivere
anche su un foglio di carta"

Adoro commenti come questo, sono la parte più bella del duro mestiere di recensore di dischi e concerti.

20 luglio 2009

L'AMORE PER LA TERRA DÀ SOLO BUONI FRUTTI


Innanzitutto solidarietà ai precari di Mtv che stanno per perdere il posto di lavoro. Come insegna Water Veltroni io non sono mai stato comunista, però quando si tratta di difendere i lavoratori io ci sono sempre, perché il diritto al lavoro (meglio se ben retribuito) è un diritto sacrosanto, il lavoro troppo precario uccide la creatività e perdere il lavoro (sia che sia precario sia che sia fisso) la uccide ancora di più.

Mtv è alla frutta. Non ha più un soldo in cassa. Sta tagliando posti di lavoro, chiuderà praticamente tutti i programmi ed andrà avanti a format a costo zero importati dagli Stati Uniti (format che per la cronaca gradisco incondizionatamente) e video importati a costo zero dalla Siae e dalle case discografiche italiane (video che per la cronaca mi causano dolori al basso ventre nella quasi totalità dei casi). La situazione è pesante, chiuderà pure Trl ed andrà a finire che Carlo Pastore emigrerà a Raiset dove diventerà il nuovo Daniele Bossari, ovvero un Daniele Bossari con più capelli, maggior profondità, gusti musicali migliori ma (purtroppo per lui) senza Filippa Lagerback in Bossari a rendere un po' meno grama la sua vita. O magari Carlo Pastore si candiderà al ruolo di segretario del Partito Democratico. Finalmente un volto nuovo anche a sinistra, era ora. A casa gli apparati di partito che non han mai lavorato un giorno nella loro vita!

Mtv avrebbe dovuto spendere meglio i propri soldi. A che serve ingaggiare quella diva da calendario per camionisti ed elettori Udc che risponde al come di Elisabetta 'analis se poi tre/quattro mesi dopo si deve chiudere bottega? Che senso ha Elena Santarelli a condurre un programma musicale? Perché non fan più vedere Celebrirty Deathmatch e Beavis & Butthead? Perché non fan vedere un Celebrity Deathmatch tra le due Beavis & Butthead de' noantri, ovvero Elena Santarelli ed Elisaberra 'analis? Mistero. Probabilmente perché il Vaticano, Monsignor Parola Crociata, Comunione e Liberazione ed il MOIGE ci rimarrebbero male, ma non ho le prove materiali per fare una affermazione del genere e quindi rimango col mio dubbio e non dico nulla, che a star zitti non si sbaglia mai (soprattutto quando ci sono di mezzo i bigotti, visto che notoriamente chi è bigotto ha la querela facile).

A questo punto l'Mtv Day di settembre sarà una gran festa, per l'esattezza una festa del cazzo (cit.) tutta incentrata su Tocca a Noi, il megaconcorso indetto dall'emittente per spingere i giovani italiani che ascoltano i Lost, i dARI e i Tokio Hotel a ribellarsi al sistema e a contribuire con le proprie idee ad una proposta di legge da presentare al Magnifico Governo Italiano che con ogni suo atto illumina la vita di ogni Cittadino Italiano, sia che sia un contribuente che un evasore parziale e/o totale.

La proposta di legge verrà presentata direttamente sul palco dell'Mtv Day a Genova, ma non è dato sapersi chi sarà il presentatore visto che probabilmente a quella data non ci sarà più nessun lavoratore ad Mtv, nemmeno un cameraman o un tecnico del suono. Probabilmente la proposta si autopresenterà di fronte ad un pubblico delle grandi occasioni, o forse ci sarà un colpo di scena: l'Mtv Day sarà presentato da Beppe Grillo trasformandosi all'istante nel Vaffanculo Mtv Day, giornata memorabile nella quale sarà presentata la proposta e verrà ufficializzata la candidatura di Carlo Pastore a segretario del Partito Democratico. Non vogliono far candidare Beppe Grillo, che si becchino Pastore. O Antonio Campo Dall'Orto, l'ex amministratore delegato di Mtv Italia che alle ultime elezioni politiche sosteneva la lista pro-life di Giuliano Ferrara. Lui almeno i precari li avrebbe salvati, ma resta sempre un bigotto che sosteneva Giuliano Ferrara e non ha esitato un attimo a mandare a casa Daniele Luttazzi dopo una innocente battuta su Giulianone.

Chi è bigotto avvelena anche te, digli di smettere.

I Said "NOW IT'S TIME TO PARTY", not "NOW IT'S TIME TO DEMOCRATIC PARTY"

L'Espresso e La Repubblica han pubblicato le registrazioni degli incontri tra Patrizia D'Addario e Silvio Gecsoni.
Ho paura ad ascoltarle.
Ho paura del contenuto.
Ho paura di capire cosa succedeva sul serio a quelle feste.

Ho paura di diventare basso e parruccato.
Non le ascolto.

RAINDROPS KEEP FALLIN' ON MY HEAD


Raindrops, il nuovo singolo dei Basement Jaxx, è talmente bello che non esiste.
Credo di essermelo immaginato, ma se tutto l'album sarà di livello così eccelso il titolo di disco del millennio non glielo toglie nessuno.

17 luglio 2009

PARALYZE US WITH YOUR RIFFS ALLA CAZZO DI CANE


Al concerto dei Bloc Party a Ferrara c'è stato parecchio da ridere. Quando ho visto Kele Okereke arrivare sul palco col cappellino della Ferrari ho capito tutto (che poi a dire il vero non era un cappellino della Ferrari, ma da lontano lo sembrava ed allora facciamo finta che lo fosse davvero) e mi sono preparato psicologicamente ad una serata molto impegnativa. Dal pubblico qualche minorenne in tempesta ormonale gli ha pure passato uno striscione con scritte imbarazzanti e lui l'ha mostrato a tutti con talmente tanto orgoglio che sembrava di essere ad una puntata di Trl, solo che al posto di Carlo Pastore c'ero io che mi sganasciavo dalle risate. Cosa chiedere di più alla vita?

Quando hanno attaccato a suonare è stata l'apoteosi. Ognuno sembrava suonare per conto proprio, la batteria perdeva colpi, la chitarra si perdeva in delay impazziti, il basso esisteva solo nelle canzoni di Silent Alarm ed Okereke si muoveva a scatti, cantava fuori sincrono ma soprattutto gigioneggiava quando doveva prendere le note basse – segno che non ce la faceva proprio, non era capace. E per un gruppo che suona un genere in cui l'unione è tutto avere quattro membri su quattro che suonano per i cazzi propri non è cosa buona e giusta. Al loro confronto i sorprendenti White Lies che aprivano la serata han fatto la figura dei giganti del rock (per la cronaca, mi sono piaciuti parecchio nonostante la durata eccessiva del set).

I Bloc Party danno perfino l'impressione di essere un gruppo minato da pesanti scazzi interni - con due membri su quattro che vorrebbero essere altrove e sulle spalle un pesantissimo fardello chiamato “la svolta pseudo-elettronica di Intimacy è stata imposta dall'alto ma non è stata ben digerita da qualcuno” - mentre Kele Okereke dà l'impressione di essere la dimostrazione vivente che la coca troppo pura alla lunga finisce per fare danni – ma non credo che Okereke sniffi coca, più facile che sniffi Orzobimbo oppure ascolti Mr. Oizo viste le movenze simil Flat Eric adottate sul palco. Dal vivo hanno sempre avuto parecchie incertezze, ma non ai livelli di quanto sentito mercoledì. Magari i vecchi singoli bomba riescono per un attimo a fare la loro porca figura, ma appunto è solo un attimo che non riesce a risollevare un concerto complessivamente da encefalogramma piatto (tanto per dire gli estratti da Intimacy dal vivo riescono nell'impresa di essere più impresentabili dell'album).

Un gruppo alla moda che però è un gruppo già finito. Un altro album e poi lo scioglimento. Avanti il prossimo.

14 luglio 2009

DENTRO AL BUIO DEL LOCALE / MUSICA CHE È SEMPRE UGUALE

Ci sono arrivato: la Siae è un'associazione a delinquere.

O, quantomeno, la Siae così com'è concepita non ha nessuna ragione di esistere ed andrebbe smantellata, possibilmente devolvendo in beneficienza il suo (enorme) patrimonio.

E ci sono arrivato dopo una torrida giornata trascorsa in una sperduta piscina di una sperduta località del nord-est che lavora e che produce. La radio dello stabilimento suonava e suonava, e la gente ascoltava e non ascoltava, ma sarebbe stato meglio tapparsi le orecchie o scappare a gambe levate: Radio LatteMiele ha mandato in loop le stesse canzoni per una giornata intera, e le mie lamentele con la direzione non hanno ricevuto alcun riscontro. Tu chiamale se vuoi emozioni, ma di Lucio Battisti purtroppo non c'era traccia.

Solo musica italiana, ma di quella che fa accaponare la pelle: Venditti, Baglioni, Alice, il Liga, gli Audio 2(!), Anna Tatangelo, Cesare Cremonini, Giusy Ferreri, Vasco Rossi, Vasco Ronda, Tiziano Ferro e via discorrendo, in un tripudio di canzoni tutte uguali a sé stesse, come in un ipotetico Truman Show imbastito con il solo fine di rompermi i coglioni fino ad esaurimento scorte. Però almeno cose del genere aiutano a capire, e non è cosa da poco. Nella vita è sempre utile capire che il pop italiano da classifica fondamentalmente fa cacare ma la gente continua a non rendersene conto perché non presta attenzione mentre lo ascolta. Ti fa crescere intellettualmente.

Prendiamo ad esempio Antonello Venditti, un uomo che non ha più nulla da dire da almeno vent'anni ma continua a vendere tonnellate di dischi. Nel corso ddella giornata ho potuto ascoltare cinque volte Benvenuti in paradiso, quattro volte Alta marea ed altrettante volte Amici mai, ed ho potuto constatare che le canzoni di Venditti sono tutte uguali e, quando provano un attimo a smarcarsi da una formula precostituita, è perché sono rifacimenti/plagi di brani che hanno avuto successo all'estero. Un fuoriclasse, direi. Lo stesso discorso vale per il Liga, per Vasco e per ogni altro artista citato in precedenza (salverei Tiziano Ferro, che è parecchio bravo ed almeno ci mette del suo - anche se non sempre ce la fa). Passavano sempre le stesse canzoni e le persone intorno a me non se ne rendevano conto, segno che il superpop italiano da classifica è musica che non è in grado di incidere e non lo si nota nemmeno. O alle orecchie della gente forse è suona talmente familiare e rassicurante (perché sempre uguale a sè stesso, si ripete e non esce mai dalla formula che ha avuto successo) che nemmeno ci si fa caso. Un dato di fatto, da prendere così com'è (Venditti non si discute, Vasco non si discute, la Pausini non si discute, eccetera). Oppure un sottofondo ideale per essere messo nel cellulare come suoneria, nulla più.

E che c'entra la Siae in tutto questo? C'entra, eccome se c'entra. La Siae fa gli interessi di Venditti e dei grossi musicisti - quelli che riempiono le arene suonando sempre la solita sbobba, senza mai evolvere – e non gli interessi degli emergenti (e per emergenti non si intendono quei babbei che escono da Amici o X Factor, ma chi ci crede veramente) che si fanno il mazzo per suonare in giro, fanno la gavetta e se potessero sputerebbero in faccia ai tizi che suonano la cover di Bocelli nello spot della Tim ma non lo fanno perché si rischia la galera. La Siae si incazza se scarichi/copi i cd, ma si incazza soprattutto se scarichi/copi i cd di Venditti perché é il gatto morto che ha in testa Venditti a guadagnarci dalla vendita di cd, mica i piccoli gruppi/musicisti che guadagnano solo dai concerti e che magari hanno interesse a permettere di scaricare la loro musica. La Siae si incazza e viene pure a dirti (per bocca del suo presidente) “L’indiscriminato saccheggio che le opere dell’ingegno subiscono attraverso Internet sta progressivamente uccidendo lo stimolo degli autori a creare nuove composizioni”. E vaffanculo. Bisognerebbe scaricare mp3 di Venditti solo per avere la soddisfazione di metterli direttamente nel cestino senza nemmeno ascoltarli.

Non è Internet che uccide lo stimolo degli autori a creare nuove composizioni, è che gli autori in questione sono bolliti perché hanno in testa solo il Dio Denaro. Internet è una vetrina per chi vuol farsi conoscere ed un formidabile strumento per reperire nuova musica. Che senso ha che la Siae protegga Venditti e gli altri già (pure troppo) famosi? Nessuno, perché oramai sono personaggi già alla frutta. Che senso ha il diritto d'autore così come è concepito ora? Nessuno, visto che ormai nella musica non si inventa più nulla di nuovo e tutto è già stato più o meno detto. Anche se non c'è plagio vero e proprio, ci sarà sempre ispirazione, ci sarà sempre un giro di basso, una linea di synth, un riff di chitarra, una linea vocale che trae linfa vitale da qualcosa già sentito in passato. E allora perché continuare a tenere in vita un carrozzone putrescente come la Siae? Perché impedire di scaricare liberamente a chiunque voglia allargare i propri orizzonti musicali?

Perché siamo la Repubblica delle Banane, ecco cosa siamo.



12 luglio 2009

MARIO CAPANNA IS A METALHEAD (C'è vita oltre Rockit)

Non avevo mai sentito niente in vita mia dei Massimo Volume. Niente di niente. Li ho sempre snobbati perché pensavo che fossero troppo complicati e cerebrali per me. Io ascolto roba molto più semplice e diretta, ed a volte pure più rumorosa. Fondamentalmente io sono un ignorante.
Ed invece vederli dal vivo a Ferrara, scoprirli per la prima volta, assaporarli in una fresca serata di metà luglio è stato parecchio emozionante. Si eran sciolti nel 2002 e si sono riformati un anno fa, ma non è questo il punto. Il punto è che sono diversi da qualunque cosa io abbia mai ascoltato, ed a volte è un bene cambiare e dirigersi presso lidi sconosciuti ma potenzialmente ricchi di potenzialità(?).
Emidio Clementi ha la camicia ed i pantaloni e sembra un normalissimo impiegato con i tatuaggi sulle braccia, suona il basso e declama i suoi versi accompagnato da un mantra di chitarre affilate ed un drumming robusto, preciso ed essenziale. La musica dei Massimo Volume ti prende e ti porta via, ti fa pensare e riflettere ma soprattutto ti rende partecipe di una serata che solo vivendola capisci che è una serata speciale. Arriva Fausto Rossi vestito come un pescatore e la serata prende tutta un'altra piega, ma ormai il più è fatto ed il concerto si è già guadagnato di diritto i galloni dell'Evento vero e proprio.
A questo punto una domanda sorge spontanea: approfondire i Massimo Volume ascoltando anche i loro dischi o lasciare le cose come stanno e non approfondirli, serbando intatto il ricordo della loro esibizione ferrarese? Sinceramente non lo so. Io non leggo Blow Up perché per riuscire a decriptare il contenuto di certi suoi articoli serve un buon dizionario ed io non sono solito ad utilizzare il dizionario quando devo leggere una rivista musicale, io leggo Rumore nonostante Stefano Cerati (il Mario Capanna del metal italiano) recensisca con entusiasmo e senza vergogna le stesse cose che recensiva dieci anni fa. Temo dunque di non riuscire a capire fino in fondo ciò che Emidio Clementi vuole comunicare con i suoi testi (a volte non capisco nemmeno cosa voglia comunicare Cerati, ma questo è un altro discorso). Sono consapevole che il mondo non si è fermato al 1999 perché il millennium bug si è rivelato una bufala e non siamo stati spazzati via dal blocco di tutti i computer del mondo, però ho paura che approfondendo su disco i Massimo Volume potrei rimanere deluso rovinando il ricordo di un concerto importante. Vedrò col tempo che cosa fare e, soprattutto, cosa non fare. In ogni caso sono certo che la natura farà il suo corso.

LA TESTA DEL CORTEO

Di solito l'interruzione di pubblico servizio è reato, ma interrompere/disturbare il Tg1 mostrando le chiappe in diretta tv per alcuni, lunghissimi secondi è un dovere morale. E vedere una scena del genere in diretta tv è un'emozione che un pochino ti ripaga di tutti i soldi spesi per il pagamento di quella ignobile (ed illiberale) gamella chiamata “canone tv”.
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è un cameriere di Berlusconi, i tipi che han mostrato le chiappe al suo sistema di potere sono i miei nuovi eroi assoluti. Ovviamente le chiappe al vento sono state tagliate del filmato postato sul sito del Tg1 (avrebbero potuto inficiare la perfetta riuscita mediatica del G8, chi l'avrebbe spiegato alle casalinghe e ai casalinghi seduti di fronte alla tv che Berlusconi è andato in crisi per tre chiappe maschili?)
L'unico reato è utilizzare un servizio pubblico (sembra strano, ma la tv di Stato è ancora un servizio pubblico) come strumento di propaganda, e sfruttare la tragedia di un terremoto per farsi belli di fronte all'elettorato rappresenta un'aggravante di tale reato. Tutto il resto è game over (cit.).

08 luglio 2009

COMUNQUE VADA SARÀ UN DECESSO


Le celeberrime foto che ritraggono Silvio Berlusconi nudo come un verme non esistono. È tutto un complotto organizzato da Murdoch perché il governo italiano ha deciso di mettere l'Iva al 20% sulle puntate dell'A-Team che vanno in onda su Sky dopo vent'anni di repliche ininterrotte ed incontrollate sui canali Mediaset. Le foto non verranno mai pubblicate ed il governo è salvo (nonostante D'Alema auspichi il contrario e non stia più nella pelle al solo pensiero di poter tornare al potere dopo quasi dieci anni di astinenza forzata), e vissero tutti felici e contenti.

È il terzo o quarto pezzo che inizio così ma va bene lo stesso, certa sinistra doveva pensarci prima impegnandosi a risolvere il conflitto d'interessi in maniera seria ed efficace – se certa sinistra a suo tempo si fosse sbattuta non sarei ripetitivo. Parlare di Silvio paga sempre (nel bene e nel male) ma magari dovrei cercare di preparare un dj set visto che non ho mai messo dischi in vita mia e non ho idea di come si faccia. Tanto so già che non lo preparerò ma soprattutto non ne parlerò perché parlare di un proprio dj set in maniera diretta sul proprio blog è conflitto di interessi, e tanto poi molto probabilmente mi vedrò costretto a far finta di suonare perché sono scarso (la musica che si sentirà quella sera sarà un vecchio dj set dei Sangue Disken registrato di sgamo quando ancora non erano famosi).

Dicevo, Silvio Berlusconi porta sfiga. Annuncia che a settembre a L'Aquila verranno inaugurate nuove abitazioni per gli sfollati e subito ricominciano scosse di intensità preoccupante. Incontra il presidente cinese e subito la Cina reprime nel sangue una rivolta della minoranza musulmana, ma tutto passa in secondo piano perché ci sono in giro interessi economici troppo grossi. Si sbatte per organizzare un G8 e poi vien fuori che ci vogliono cacciare dai G8 perché l'aspetto logistico dell'evento è stato curato dagli Stati Uniti visto che Sberla Frattini non era capace. Ci sono i funerali di Michael Jackson celebrati in mondovisione a Villla Certosa ma lui non riesce ad andare perché impegnato al G8 e soprattutto perché, visto che ultimamente tutti ce l'hanno con lui, non vuole correre il rischio di essere scambiato per la salma del cantante in questione (che è Maicol Gecson e non Giovanni Lindo Ferretti come alcuni sprovveduti credono. Flat Eric Ferretti a quanto pare è ancora vivo e vegeto, anche se dal punto di vista estetico/artistico pare proprio il contrario) ed ha ripiegato mandando al suo posto il fido Hannibal Letta. Il Milan non riesce a comprare nessuno mentre tutte le altre squadre dei calcio del campionato italiano (ma soprattutto estero) comprano chiunque sappia appena calciare un pallone. Riesce perfino a rigenerare Massimo D'Alema (uno dei suoi primi acquisti dopo la folgorante discesa nell'arena politica), che quando sente che il re vacilla torna a sperare di riuscire ancora ad occupare i posti che contano (vedi sopra) e rilascia illuminate interviste in cui spara ad alzo zero riuscendo nell'ordine 1) ad esaltare gli apparati di partito – indistruttibili ed indissolubili, 2) a demolire lo strumento primarie – che a suo dire permetterebbe alla gente di distruggere il partito, molto meglio prendere decisioni importanti durante fumose riunioni a porte chiuse in cui il tempo sembra essersi fermato al 1989, 3) a demolire tutti i candidati alle primarie presenti/passate/future che non siano Pierluigi Bersani, 4) a sancire la morte di fatto del Partito Democratico qualora si verificassero le condizioni prospettate nei tre punti precedenti – e tutti sanno che Baffino farà di tutto per far sì che le condizioni si verifichino, anche a costo di lasciarci la pelle. Non è colpa sua, è solo pagato dalla concorrenza per dire stronzate, ma senza ombra di dubbio D'Alema andrebbe garrotato fino a renderlo esteticamente uguale a Giovanni Lindo Ferretti. Senza pietà.

Staremo a vedere cosa succederà al G8 e all'ormai mitologico dj set. E magari vediamo anche cosa sa inventerà Papi Silvio per vendicarsi di Murdoch, visto che per la prima volta nella storia della tv italiana il fatturato di Sky ha superato quello di Mediaset. L'importante nella vita non è vincere, è partecipare.

05 luglio 2009

FALCE E MARTELLO, FECCIA E RUTELLI


Il gossip danneggia l'Italia, dice il Presidente del Senato Renato Schifani. E dunque stop al gossip sul Presidente Berlusconi, e parliamo di politica lasciando fuori tutto ciò che non rientra in questo ambito. E dunque, non parliamo di ragazze fanno carriera solo perché sono state brave ai festini organizzati dal Premier e di ragazzi che si fanno il culo per portare a casa un misero stipendio nonostante le loro capacità meritino di essere premiate in ben altro modo ed in ben altro luogo.
Parliamo di Rutelli e dei suoi Liberi Democratici. Più o meno è successo questo: Rutelli ha messo su un partito dentro al partito, ha organizzato un congresso che puzza tremendamente di scissione immaginaria ed ha concluso che appoggerà Dario Franceschini, a condizione che vengano accolte le sue due richieste (che, nonostante i bei giri di parole usati per spiegarle, più e meno “sono programma compatibile con i suoi obiettivi” e “posti che contano nella dirigenza del partito”). Francesco Rutelli sembra il Lamberto Dini dei tempi d'oro (quello che poneva le condizioni per garantire il suo appoggio al governo Prodi pur non essendo più in grado di spostare un solo voto sul territorio nazionale) e dovrebbe andare a spalare merda. Non ha ancora capito che non esiste più, immagina di essere ancora un leader e di contare qualcosa, ma non conta un cazzo e probabilmente non lo caga più nemmeno sua moglie Barnaba Palombelli. Ovviamente il povero Franceschini non ha rifiutato il sostegno dei Rutelliani/teodem in Alfredo Romeo, ed appare chiaro che le primarie del prossimo ottobre saranno come quelle dell'ottobre 2007: una gigantesca operazione di vertice imbastita ad arte da una dirigenza composta per lo più da morti viventi che cercano un'occasione per salvarsi/restare a galla/mantenere il culo sulla poltrona.

Berlusconi? Teniamocelo così la gente ha una scusa per votarci. Lo sconfiggeremo politicamente, non con il gossip. / Anzi no, non lo sconfiggeremo per nulla, perché siamo una classe dirigente che ha dimostrato di non saper governare e se vinciamo dobbiamo governare per forza, e sarebbe spreco di tempo e fatica. E se poi la gente vota Di Pietro? Sono voti nostri, ce li riprendiamo quando vogliamo. Tanto comunque abbiamo sempre gli anziani in Emilia, Umbria e Toscana che ci votano, il posto in Parlamento è garantito. Anche perché non esiste più il voto di preferenza, le liste sono bloccate e non abbiamo mosso un dito per cambiare questa terribile legge elettorale, che sarà pur terribile ma ci fa terribilmente comodo perché se la gente dovesse eleggere chi vuole non non verremmo più eletti.

Vista la piega degli eventi, il Partito Democratico, oltre ad avere un simbolo orribile, si sta rivelando un partito destinato all'estinzione – che potrebbe essere molto più rapida del previsto. A meno che Ignazio Marino...

01 luglio 2009

L'APPARATO DIGERENTE

Da qui al G8 stop alle polemiche, dice il Presidente Giorgio Napolitano.
Ed io mi attengo strettamente alle sue indicazioni e la smetto fare polemica. Basta parlare male di Silvio Jackson e dei festini che si tenevano nella sua tenuta sarda di Neverland, che gli italiani vorrebbero essere tutti al suo posto e chi parla male di lui infanga l'immagine internazionale dell'Italia. La smetto pure di parlare male dell'opposizione, che vorrebbe tanto poter partecipare ai festini nella tenuta sarda di Neverland ma non può e non deve, altrimenti poi Pansa e Polito ci restano male. Non dirò mai che è Debora Serracchiani ha 10, 100, 1000 volte ragione, che bisogna spazzare via (possibilmente a calci in culo) un intero gruppo dirigente che ha oltrepassato la soglia del ridicolo ma che non si fa da parte nonostante negli anni non abbia fatto altro che collezionare sconfitte, Bicamerali, giri in barca e banche del partito. Non dirò mai che Pierluigi Bersani doveva candidarsi due anni fa ed ora solo andare a friggere patate nelle cucine della Festa de l'Unità di Bologna, perché chi non ha le palle per candidarsi andando contro agli apparati di partito non può certo candidarsi ora facendo credere di non essere appoggiato dagli stessi. Non dirò mai che invidio Capezzone perché ora che viene pagato a cottimo per fare propaganda in tv per Silvio Jackson guadagna un sacco di soldi.
Non dirò nulla. Parlo di altro.

Come farà Bob Sinclar ad indovinare ogni anno la hit dell'estate? È quasi più paraculo di Moby (che a quanto pare è appena uscito un bel disco ma intanto ha rispolverato gli ometti che popolavano i suoi video di dieci anni fa, non si sa mai che la gente si sia scordata di Play) ma ci piace così. I fasti di Gym Tonic e I Feel For You sono ormai un lontano ricordo però intanto non è estate se Bob Sinclar non piazza un singolo killer in grado di spazzare via la concorrenza erigendosi a simbolo di una stagione, un'altra estate che se ne va ed io qui che mi ritrovo da solo a pensare all'aborto (cit.). Ed io non posso che gradire i singoli killer di Bob Sinclar, ed ogni estate è sempre festa perché arrivano i singoli killer di Bob Sinclar.
Quest'anno è il turno di La La Song. Non sarà quel capolavoro metapop che risponde al nome di World Hold On, però è la classica hit che si stampa nel cervello, ti aggredisce i neuroni (ed anche le sinapsi) e non esce più – almeno fino al momento in cui l'estate finisce ed iniziano a cadere le foglie. Ha riesumato la Sugarhill Gang, ha riesumato un crossover dance-hip hop altamente populista ed anche per quest'anno ha vinto. La pop song definitiva dell'estate è questa, ideale per fare brutta figura con gli amici suonandola a tutto volume nell'autoradio dopo aver opportunamente abbassato i finestrini.

È chiaro che l'evento dell'estate resta il concerto Animal Collective-Tv On The Radio a Ferrara Sotto Le Stelle il 21 Luglio, ma questo è un altro discorso.
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