28 febbraio 2012

TRISTE COSA LA VECCHIAIA



L'esibizione di Madonna al Superbowl è stata una delle cose più tristi che io abbia mai visto in vita mia (e non l'ho nemmeno vista in diretta ma mi sono accontentato di vederla su YouTube in ritardo di alcune settimane – tipo le mestruazioni quando sei incinta oppure esageri con la coca). Davvero, mi ha fatto quasi pena vedere questa cinquantenne (o cinquantacinquenne? o sessantenne? Ormai ho perso il conto) ballare ed agitarsi come una ragazzina, cercando disperatamente di somigliare una Rihanna qualsiasi, cercando disperatamente di rimanere al passo con i tempi in nome di un non si sa bene quale malcelato orgoglio (o Malgioglio, ideale contrazione di malcelato orgoglio).

E la musica? Beh chiaro, a parte il fatto che durante la caotica esibizione ha ballato ed ha eseguito un medley di suoi vecchi brani cantati in playback con ospitate che denotano il suo voler cercare disperatamente di rimanere al passo con i tempi (M.I.A., LMFAO, ecc - roba della quale forse ci siamo già scordati) Madonna ha proposto il singolo nuovo – un mega plagio conclamato per il quale ha ovviamente scomodato un produttore di grido come Martin Solveig e che promette di ammorbarci fino al momento esatto dell'uscita dell'album (in marzo, dunque dietro l'angolo).

Eh sì perché Madonna ha una caratteristica: una volta (diciamo negli anni ottanta/primi novanta) inventava i trend ed era innovativa, oggi li insegue ed è più anni ottanta di allora. L'ultimo suo guizzo d'orgoglio è stato il video copiato a Biagio Antonacci (lo avrei fatto anche io, per sfotterlo tramite i miei legali apostrofandolo come “fattorino delle pizze”), poi ha sbracato definitivamente ed ha provato a scopiazzare con minimo un anno di ritardo tutti i trend musicali possibili – chiamando a lavorare per lei i personaggi che più funzionavano oppure loro cloni come Mirwais. Lei usciva con un disco che suonava come i Daft Punk di Homework ed i Daft Punk uscivano con quel capolavoro che risponde al nome di Discovery, le usciva con cose prodotte da Timbaland quando nessuno già se lo cagava più, e via discorrendo ed arrancando. Che brutta fine ha fatto Madonna, soprattutto in un mondo dove grazie ad internet la musica è già vecchia prima di uscire (sembro Assante & Castaldo quando mi esprimo così).

Cosa attendersi dall'album nuovo di Madonna? Nulla, anche perché il singolo è roba che sarebbe stata imbarazzante perfino cantata da Avril Lavigne – figuriamoci da lei che un bel po' di storia della musica pop l'ha fatta – e lei ormai è una mummia al botox che va avanti per inerzia. Come minimo MDNA sarà un capolavoro.

24 febbraio 2012

ONE DIRECTION: STRAIGHT


Ho da poco saputo che esiste una ridicola boyband britannica chiamata One Direction e che qualcuno con grande sprezzo del ridicolo l'ha definita addirittura "i nuovi Take That". Che dire? Innanzitutto copiaincolliamo il tweet per il quale Fabio Alisei è stato crocifisso dai fans (e non solo) della band

Grazie Adriano perchè così hai portato la Parola di Dio a milioni di persone (cit.)



Davvero bella l'intervista esclusiva di Sandro Ruotolo di Servizio Pubblico ad Adriano Celentano datata giovedì 23 febbraio A.D. 2012, talmente bella che non ho capito nulla di ciò che voleva dire davvero Celentano. Però ha detto cose belle, tipo che il potere ce l'ha con lui - lui che ha votato DC per cinquant'anni (e probabilmente anche MSI in gioventù) e dunque è un pericoloso comunista - e che (copiaincollo da Repubblica perché ascoltando dalla trasmissione appunto non l'ho capito) "L'errore è nel meccanismo di conduzione della Rai. Finché i partiti continueranno a litigarsela, sarà preda di sotterfugi, intrighi e sospetti. Ed è difficile non pensare che lo stesso dg non sia sottoposto a pressione dei partiti, non solo della destra ma anche della sinistra". Su quest'ultima cosa ha ragione da vendere mentre su quella del potere no, un applauso comunque all'intenzione.



Spesso e volentieri anche Sandro Ruotolo (che è un giornalista e non quello che giocava una volta nel Genoa e più recentemente nel Livorno) si perdeva e non seguiva più, ed allora Celentano lo cazziava manco fosse Berlusconi che cazzia Carlo Pellegatti per una domanda troppo felpata. Tra l'altro il Celentano visto in data giovedì 23 febbraio A.D. 2012 per portamento ed occhiali indossati era praticamente identico a Joey Ramone, sarebbe bastato mettergli in testa una parrucca ad avrebbe potuto iniziare a cantare qualcosa tipo We're A Happy Family e nessuno avrebbe notato la differenza. Se avesse anche iniziato ad impennare in macchina sarebbe stato il massimo, ma non si può pretendere tutto dalla vita e dobbiamo accontentarci di ciò che passa il convento (che probabilmente non piacerà al Celentano 2012 che ce l'ha con la Chiesa, ma tant'é).

23 febbraio 2012

Zio Ax vs. Papi Silvio


Non abbiamo neanche fatto in tempo ad affezionarci a quel capolavoro da dopolavoro nordcoreano di Meno male che silvio c’è che Silvio Berlusconi ha deciso di rivoluzionare tutto e cambiare inno (tra l’altro senza nemmeno avvisarci, ma tant’è). E non ha scelto un inno qualsiasi: ha composto di suo pugno (così dice, ed io gli credo ciecamente) una cosa che in realtà è concettualmente identica a Gente che spera degli Articolo 31. Non siamo nel territorio del plagio tout-court (per quello si sa, basta e avanza l’ottimo Zucchero), ma andiamo oltre spingendoci fino alla scopiazzatura di intere strofe del testo senza nemmeno riuscire ad essere altrettanto efficaci, fino al voler ostentare ottimismo anche se ormai si è giunti a fine corsa, fino al voler sembrare giovani/giovanilisti a tutti i costi, fino all’oltrepassare quel labile confine che separa i concetti di “surreale” e “ridicolo”. Che figata.

E come l’ha presa il mio maestro adolescenziale J-Ax? Sicuramente si sarà incazzato abbestia, poi ci avrà riflettuto su ed avrà riso tantissimo – com’è giusto che sia, da persona vera qual’è. Secondo quanto è dato ascoltare dalla versione postata da Repubblica.it (che pare registrata in un cesso di un Autogrill vicino a Rho) musicalmente il nuovo inno del Pdl ricorda più la sigla di un qualche cartone animato a caso fine anni settanta/inizio ottanta (tipo Lady Oscar, ad esempio) che il brano degli Articolo 31. C’è stato un poco scaltro furto di concetti, che io vedo più o meno così: il ghost writer di Berlusconi ha un figlio grande fan degli Articolo 31, ha sentito qualche cd del figlio, è stato colpito dal testo di un brano ed ha deciso riproporne pari pari le tematiche – ovviamente ricorrendo ad alcune esagerazioni, tanto per far contento il Capo e potergli far affermare ha testa alta qualcosa del tipo “L’ho scritto di mio pugno in tre ore”. Nulla di male, dunque – nulla che non possa far gridare lo scandalo anche perché una cosa del genere rappresenta (qualora ci fosse ancora bisogno di dimostrazioni) la fine definitiva di quel ridicolo teatrino che è stata la politica italiana dal 1993 al 2011. Sul palco chi ci sta? Ci sta la fine per chi fino ad oggi ha solo parruccato (cit.), ed ovviamente non perché Berlusconi ha rubato concetti di J-Ax (e ci mancherebbe) ma proprio perché se un partito pensa di risolvere i problemi della gente con una canzone che pare la sigla di Lady Oscar registrata nei cessi di un Autogrill vicino a Rho è un partito degno dei luoghi in cui tale canzone è stata registrata (non sto a menzionarli ancora perché altrimenti divento ripetitivo e/o sembra che Autogrill mi paghi per far pubblicità occulta).

(Dance Like Shaquille O'Neal)

SISTER MORPHINE ACT

Che ridere la vicenda delle ostie all'Lsd in una chiesa di Campobasso: puzza di bufala lontano un miglio perché gli acidi ti salgono almeno dopo mezz'ora (tipo Studio Aperto, per intenderci), ma vuoi mettere? Non mi ricordavo nemmeno più dove fosse Campobasso, ed invece ecco che ti viene fuori 'sta storia di un prete che ha dato l'ostia ai fedeli e questi sono andati in trance ed hanno iniziato a cantare e ballare manco fossero posseduti dal demone di Gigi D'Agostino. Favoloso.

Probabilmente quelli dell'Ufficio Marketing della Chiesa l'hanno inventata lì per lì per recuperare un pubblico - quello dei giovani discotecari dediti allo sballo chimico - che storicamente la Chiesa non è in grado di intercettare (a differenza di Studio Aperto, che li intercetta alla grande), ma vuoi mettere la soddisfazione di immaginare il prete che urla ai fedeli "sale sale non fa male", "un trip non è mai trop", "su le mani come i gabbiani", "meglio pasta che rasta" et altre frasi da discoteca d'avanguardia in voga nella seconda metà degli anni novanta?

I fedeli che cantano e ballano manco fossimo in Sister Act, poi. Mi sa che è davvero una bufala.

22 febbraio 2012

"Il Molleggiato bisogna rispettarlo. Quando canta è eccezionale, arte pura"



1 - 2, 1 provo i microfoni, questo il suono che nasce dalla metropoli: c'è questa cantante che si chiama Emma Marrone ma si fa chiamare solo Emma perché probabilmente si vergogna del suo cognome (e dunque d'ora in avanti la chiameremo Emma Brown perché in questo caso chiamarla così rappresenta un buon compromesso tra autistico e artistico) e che ha vinto il Festival di Sanremo dopo essere partita da Amici di Marione De Filippi (come se vincere a Sanremo contasse qualcosa, come se parlarne contasse qualcosa).

E c'è il fatto che dopo aver vinto Emma Brown si è scordata di ringraziare l'autore del pezzo che le ha fatto vincere il festival, ossia Kekko Silvestre dei Modà (che è il nome dell'autore del pezzo e non il nome del pezzo, ma tant'è) e ne è nata una vicenda che più che vicenda è puro melodramma (soprattutto pensando al fatto che Kekko Pino Silvestre non ha più quindici anni e ad occhio e croce dovrebbe aver passato la sua fase adolescenziale).

E poi c'è il fatto che Emma Brown dopo la vittoria ha iniziato a rilasciare interviste pazzesche, nelle quali spara frasi come proiettili del tipo (copiaincollo a caso) "Il Molleggiato bisogna rispettarlo. Quando canta è eccezionale, arte pura", "Largo a noi donne rock", "Non sono certo la persona adatta a dire la mia sui pensieri di una signora colta e intelligente che si occupa del Lavoro e delle Politiche Sociali", "La grande Gianna Nannini mi è sta vicina tutti i giorni e i suoi consigli sono stati per me oro colato", "Dico alle ragazze che vogliono sfondare nella musica o che vogliono raggiungere un qualsiasi altro obiettivo di stringere i denti, di non farsi mai sopraffare ma di andare avanti. Se hai il fuoco dentro, prima o poi lo devi far bruciare", "La musica non si vince e non si perde. Si vive. Ha vinto la vita" ed altre cose che non sto qui a riportare perché non ne vale più la pena e probabilmente non ne ho più voglia.

Dicevo, Emma Brown ha vinto Sanremo ma la musica che conta davvero è altra e non sta nel pop italiano mainstream (mainstream nel senso che potrebbe piacere anche a mia madre). Tipo il nuovo Kindred Ep di Burial (che ho trovato abbandonato nei bagni di un Autogrill in Toscana mentre tornavo dalla serata finale del Festival di Sanremo dove ero riuscito ad imbucarmi perché quelli di Avvenire mi hanno pagato per fischiare Adriano Celentano, probabilmente era una copia lasciata da qualcuno che tornava da un rave) (probabilmente l'aveva lasciata la stessa Emma Brown al ritorno da un rave, ecco perché si è scordata di ringraziare Kekko Pino Mikaël Silvestre dei Modà), una cosa che è la solita cosa di Burial ma avercene di cose così. Tre tracce per un totale di mezz'ora, un'esperienza quasi mistica che ti assorbe del tutto e ti porta lontano, verso mondi sommersi (che non è un disco dei Litfiba), verso luoghi che non sapevi nemmeno di conoscere e che forse mai conoscerai. Sicuramente Burial non vincerà mai Sanremo, ma ad occhio e croce potrebbe partecipare alla prossima edizione insieme a Loredana Berté e Gigi D'Alessio.

Tra l'altro ho il sospetto che Burial sia lo stesso Gigi D'Alessio sotto mentite spoglie, ma non ho elementi per affermarlo con certezza e dunque non lo affermo.





19 febbraio 2012

NON CAMBIO IDEA PER DAVVERO (cit.)



La vita è fatta di scale ma chi è furbo prende l'ascensore, diceva uno di quegli orrendi soprammobili che pretendevano di essere scherzosi e che infestavano certe case pretenziose negli anni ottanta (a casa mia ad esempio c'era). Ed è ancora più furbo chi si imbatte per caso in un bruttissimo film su Rai4 e decide di guardarlo, soprattutto se il film parla di ascensori che prendono vita ed uccidono la gente in una New York pre-attacco alle Torri Gemelle (io quel film l'ho visto tutto, deve essere perché da piccolo a casa mia c'era l'orrendo soprammobile di cui sopra). Roba per la quale bisognerebbe rispolverare all'istante quel gran genio di Rokko Smithersons e farglielo recensire, che c'è un gran bisogno di cose così al giorno d'oggi.

Non c'entra un cazzo (o forse sì: ho il gusto dell'orrido), ma io del Festival di Sanremo ho gradito solo la performance di Loredana Berté e Gigi D'Alessio con Fargetta. Loredana Berté sembra sotto crack (anzi no, sembra Genesis P-Orridge) e grazie alla sua grande presenza scenica ha finito per oscurare persino il suo compagno di avventure sanremesi (che incidentalmente è Gigi D'Alessio, ma avrebbe potuto essere chiunque altro) e financo Adriano Celentano con i suoi soliti sermoni sull'Italia di oggi pronunciati con l'arroganza di uno che nel 2001 ha votato con convinzione Silvio Berlusconi ed oggi ce l'ha con Berlusconi, la Chiesa e più in generale con la disastrosa situazione generale italiana (povero quel paese che accetta lezioni da uno come Celentano). Comunque, divagazioni a parte, Berté+D'Alessio+Fargetta è stato un momento altissimo, con la Berté che non riusciva a muoversi, D'Alessio che sembrava uno dei Village People e talmente tanta gente sul palco che ad un certo punto non si capiva più nulla. I vincitori morali del Festival sono loro (anche perché il pezzo è davvero bello e nella sua versione standard sembra la versione italiana di If I Told You That di George Michael e Whitney Houston, pesante accostamento tra due cose che non c'entrano un cazzo anche perché credevo di parlare di As di George Michael con Mary J Blige), altroché quella raccomandata da Marione De Filippi di Emma Marrone, che con quel cognome partiva favoritissima date le preferenze – ehm ehm – alimentari di Gianni Morandi.

Comunque, del Festival ho visto praticamente solo quello perché ho altro da fare. Tanto per dire, invece di guardarlo sono andato in un pub perché è molto meglio riempirsi la pancia e la bocca ascoltando la musica e guardando i video per poi scrivere cosa è giusto o sbagliato, chi è uno e chi zero, chi bianco e chi nero (l'ho già scritto in passato, ma lo copiaincollo perché mica mi pagano per scrivere cazzate) ed ho come al solito prestato attenzione ai video che venivano programmati in tv più che a ciò che stavo mangiando e bevendo.

Ad un certo punto Radio Capri TelevisiON ha sparato un poker di video da antologia, roba da restarci secchi: Cranberriers, Grignani, Negrita, Ligabue l'uno dopo l'altro - ovvero, gruppi/musicisti che avrebbero potuto essere in heavy rotation tredici/quattordici anni fa senza nemmeno che ci fosse bisogno dell'avvento del digitale terrestre e dei suoi tanti canali musicali semisconosciuti - ed ho capito che Sanremo non è nulla di fronte a queste cose e al fatto che ora a livello mainstream non nasce nulla di interessante e gli unici cantanti nuovi vengono da talent show tipo Amici o X-Factor (infatti tra i primi tre classificati due venivano da talent show).

In pratica:

  • durante il video dei Cranberries sono andato in bagno e fortunatamente non ho visto praticamente nulla del risultato della loro reunion, e meno male visto che mi stavano sulle palle anche prima dello scioglimento;

  • il video di Grignani era l'ultimo in cui si trasforma in un lupo (chiara citazione di un film con Michael J Fox di cui non ricordo il nome e che non cerco su YouTube perché non ne ho voglia) e diventa orribile, cosa che probabilmente gli accade tutte le volte che esagera un po' con i beveraggi;

  • il video di Ligabue non l'ho considerato perché mi sono rovesciato addosso le patatine fritte con il ketchup e ho cercato disperatamente di rimediare al danno;

  • il video dei Negrita, quello del nuovo singolo in stile MGMT con almeno quattro/cinque anni di ritardo – mamma mia che schifo sia il brano che il video, sia l'uno che l'altro sono roba che ad un certo punto diventa doveroso autolimitare la propria libertà di espressione altrimenti Pau quando ti vede in giro ti mena e ti fa molto male.

Un bello spettacolo, non c'è che dire. Peccato solo che Pierdavide Carone (cazzo, è arrivato a Sanremo perfino lui – ed il pezzo era davvero ottimo, bravo Carone!) ed il parrucchino di Lucio Dalla accompagnati da un gonfissimo Gianluca Grignani non abbiano fatto faville come promettevano. Sarebbe stato bellissimo vedere Grignani trasformarsi in lupo oppure dar vita a performance epocali come quelle in palese fattanza a cui dava vita nel 1996, ma sarà per un'altra volta - sempre tenendo conto che Madonna ha copiato un video di Biagio Antonacci che a sua volta ha copiato un video del Santo Niente e dunque in un certo senso per la proprietà transitiva Madonna ha copiato un video del Santo Niente ed il mondo potrebbe finire il 21/12.



UN DISCO NERO COME LA PECE: PRINZHORN DANCE SCHOOL - Clay Class

Non traggano in inganno nome del progetto e provenienza DFA: con la musica dei Prinzhorn Dance School non si balla neanche un po’. È roba obliqua e tagliente, roba pericolosa, talmente intensa che mentre l’ascolti ti assorbe totalmente o al contrario ti causa disturbi da deficit d ‘attenzione ma quando ti riprendi è sempre lì, con le sue ripetizioni ossessive, con i suoi accordi minimali, con quel suo essere notevolmente malata e figlia dei tempi nostri come dei tempi in cui i Fall avevano tanto da dire (e quindi ora come a fine settanta, ma tant’è) e Johnny Rotten si tramutava definitivamente in John Lydon con “Metal Box” (o “Second Edition” per chi non ha avuto la fortuna di acquistare l’edizione con i dischi racchiusi in contenitori di metallo).

Nulla di nuovo dunque, nulla che non sia già stato detto o suonato in passato – ma trovami tu qualcuno che suona le stesse cose e le suona così vere e veritiere oggi che siamo nel 2012. I Liars, forse. O magari i Fuck Buttons se solo si decidessero finalmente a nutrirsi con una steady diet of Fugazi e a bandire del tutto l’elettronica per cimentarsi in una specie di blues urbano fatto solo di chitarra-basso-batteria ed occasionale voce femminile di un featuring o chissà chi (decidano loro, basta che ci provino. Io sarò contento a prescindere). Comunque, nessun orpello nella musica dei Prinzhorn Dance School, niente che vada a rivestire lo scheletro che costituisce impalcatura ed al tempo stesso essenza delle loro “canzoni” (il virgolettato è d’obbligo, perché le loro composizioni non hanno propriamente la canonica struttura della canzone pop. Anzi, mi correggo: il loro è pop autistico e artistico, tra Rain Man e Man Ray giusto per citare a sproposito il poeta urbano Dargen D’Amico).

Tanto per dire, talvolta i Prinzhorn Dance School arrivano perfino a lambire i tanto vituperati territori del pop-che-ti-ritrovi-a-canticchiare-quando-meno-te-l’aspetti (“I Want You”, “Shake The Jar”) se non fosse che questi tanto vituperati territori del pop-che-ti-ritrovi-a-canticchiare-quando-meno-te-l’aspetti vengono poi irrimediabilmente deturpati dalle bordate di “Sing Orderly” e dalla venefica filastrocca “Usurper”. Grande disco questo “Clay Class”, un’opera nella quale il vuoto diventa pieno e colma lo spazio che ci circonda, le ritmiche sono ridotte ai minimi termini e mentre l’ascolti ti ritrovi a pensare che i quattro anni dal debut album non sono passati invano e che la proposta del duo è notevolmente migliorata, facendosi meno dispersiva e più focalizzata al raggiungimento dell’obiettivo. Non è dato sapersi quale sia questo obiettivo, ma viste le facce da psicotici dei due sarei portato a pensare che il loro obiettivo nemmeno tanto nascosto sia incasinare in qualche modo il mondo. Ben vengano band così.

(IFB)

UN DISCO DEL CAZZO, MA BELLO: SKRILLEX - Bangarang [EP]


Che dire di uno come Skrillex e del suo nuovo “Bangarang EP”, preludio di una luminosa e brillante carriera (negli States, ma probabilmente anche in Europa)?

1) Assolutamente figlio dei tempi odierni, di quell’attitudine/abitudine che porta la gente ad ascoltare le canzoni con il telefonino (lo chiamo telefonino perché io sono figlio degli anni novanta), skippando dopo trenta secondi per passare ad un altro brano da skippare dopo trenta secondi. Musica da fast food, o se proprio non ce l’abbiamo con le multinazionali e vogliamo pure fare loro pubblicità gratuita, l’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s®.

2) Ci sono belle idee sepolte sotto quintali di suoni troppo brutti per essere veri (la prima volta che l’ho ascoltato ho temuto per un attimo che mi fosse scoppiata la caldaia), troppo malsani per non esserne intossicarsi, troppo ricchi di grassi saturi per non fare la fine del tizio del documentario “Super Size Me” in caso di ascolto prolungato. Musica da fast food, o se proprio non ce l’abbiamo con le multinazionali e vogliamo pure fare loro pubblicità gratuita, l’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s®. Mi ripeto perché tanto in “Bangarang EP” c’è una sola idea replicata dall’inizio alla fine dell’opera, e probabilmente non ci farà troppo caso nessuno.

3) “Bangarang EP” ha un suo fascino ed è un bel prodotto. È roba da nerd fatta da un nerd che ce l’ha fatta, roba che ti illude per una trentina di secondi di essere riuscito a conquistare un ruolo di rilievo nella società odierna, poi quando ti ha stancato la prendi per quello che è – ossia ciò che ho detto al punto 1 e non sto a ribadire per questioni di spazio.

4) Skrillex stesso ha un suo fascino. Sembra un’imitazione del Nongiovane Francesco Mandelli (quando in una celeberrima gag urlava “Thrasher!” vestito da metallaro ritardato), poi leggi la sua bio e noti che è l’ex cantante di una terribile metalcore band americana che ha dovuto abbandonare il ruolo per problemi alla voce ed allora un pochino ti appassioni a lui ed al suo riuscito tentativo di svolta elettronica. Il suo conto in banca ti ringrazia.

5) Per i fanatici delle categorie, delle etichette e dei generi musicali: la musica di Skrillex è molto difficile da incasellare. È tutto e nulla, i più svegli la chiamano dubstep ma non è dubstep, qualcuno la definisce house ma non lo è (almeno non in senso stretto), electro non ne parliamo nemmeno, fidget forse-ma-forse. Categorizzare la musica non mi è mai piaciuto e quindi la definirei musica da ballare con il corpo ma non con la testa. Troppo ignorante per ballarla anche con la testa, su questo ci siamo.

6) “Bangarang” alla prova dei fatti regge bene. Ti pare di sentire la stessa traccia dall’inizio alla fine ma è giusto così, ed ha perfino il coraggio di campionare i Doors (“Breakn’ A Sweat”) e collaborare con Ellie Goulding (“Summit”, forse la traccia più interessante del lotto – una cosa tipo gli Alphaville o qualunque altra band meteora anni ottanta suonata ad 8bit) e Wolfgang Gartner (“The Devil’s Den”) pur di arrivare al risultato.

Comunque, bando alle ciance: Skrillex riuscirà dove i Prodigy, i Chemical Brothers e Fatboy Slim hanno fallito, ossia far innamorare l’America della dance più cafona. Riuscirà a sfondare piombando ai primi posti della hit parade (quando dico così mi sento un po’ Dj Ringo) e Skrillex diventerà un personaggio di pubblico dominio nonché esempio da seguire per migliaia di giovani americani e non (spero solo che non lo seguano nel taglio di capelli). È solo questione di tempo ed arriverà una collaborazione con Lady Gaga (anzi no, con l’ultima, ingrassatissima Christina Aguilera – e si torna al discorso di “Super Size Me” e dell’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s®) e la gloria. Staremo a sentire come sarà il disco nuovo, per ora questo Ep fa il suo dovere e ciò basta e avanza.

(IFB)

16 febbraio 2012

IN NOME DEL POPOLO SOVRANO

Mario Monti ha detto sì: le Olimpiadi del 2020 non si terranno a Roma perché, a suo dire (ma è anche il mio dire, visto che io sostengo con convinzione il suo tentativo di fare la rivoluzione liberale in Italia), sarebbe rischioso per le finanze pubbliche imbarcarsi in un progetto del genere in un momento estremamente difficile come questo. Parole eleganti per dire che Olimpiadi non si terranno a Roma per il semplice fatto che c'è il rischio che qualcuno come al solito si magni tutto perché tanto paga Pantalone (io, tu, noi, tutti – tranne gli evasori fiscali).

Ed il sindaco-spalatore Gianni Alemanno ora piange ed annuncia che non si arrende. È ovviamente un complotto nordista in combutta con un complotto delle scie chimiche (che hanno pure fatto nevicare a febbraio, pensa un po' te come è strana la vita) in combutta col Gruppo Bilderberg in combutta con 'sto cazzo di leghisti, una cosa che fa ridere tantissimo se pensi che Alemanno sembra un'imitazione di Corrado Guzzanti ed ormai ha l'autorità di un Rutelli qualsiasi (a proposito, come sarebbe stato se fosse stato Rutelli a gestire una vicenda come quella della candidatura alle Olimpiadi? Per me avrebbe fatto condurre le trattative a Lusi e sarebbe stato un successone) o addirittura di un Bertolaso qualsiasi (non c'entra un cazzo, ma era bello citare a sproposito Bertolaso che ormai poveraccio non lo caga più nessuno).

Non si è ancora dimesso Alemanno? Non ha in programma di farlo nelle prossime – diciamo – quarantotto ore? Credo di no, anche perché a fare il sindaco si guadagna piuttosto bene e poi c'è il rischio che la gente si penta di non aver votato per Rutelli e di conseguenza Rutelli decida di ricandidarsi anche al prossimo giro (comunque io ad uno del genere non farei fare nemmeno l'amministratore condominiale, figuriamoci il sindaco). (Sto parlando di Rutelli, ma potrei benissimo riferirmi ad Alemanno o a chiunque altro senza far nomi). Comunque, da qualunque parte la si voglia vedere abbiamo scampato un bel pericolo. Le Olimpiadi in Italia avrebbero sicuro causato una voragine nei conti pubblici, una sciagura tipo Italia '90 (e difatti Montezemolo aveva già drizzato le antenne, ma è meglio che continui a pensare alla Ferrari e soprattutto ai suoi treni NTV, che non se ne può più di Trenitalia) o tipo i mondiali di nuoto di qualche anno fa (e qui si ritorna al discorso di Bertolaso, e chiudiamo subito il discorso perché un personaggio come Bertolaso non merita nemmeno che vengano sprecate ulteriori parole per parlarne). In Italia non deve essere organizzato un bel nulla di evento sportivo o altro, perché l'Italia ha il grosso difetto di essere un paese infestato da determinate persone che appena sentono il termine “denaro pubblico” si fregano le mani poi partono a fregare tutto il resto. Monti ti prego: governa altri dieci anni e spazzali via.

15 febbraio 2012

BRUCIO SOLDI NEL RESIDENCE LE ROSE E RESTO A DIGIUNO


Il pezzo si apre con un minuto di raccoglimento per Whitney Houston, una cantante che era una ex cantante almeno dal 1998 ma che rispettiamo (plurale maiestatis, delirium tremens) anche solo per il vivace scambio di opinioni che ancora esordiente ebbe con Serge Gainsbourg mentre erano entrambi ospiti di un programma della tv francese.

E finito il minuto di raccoglimento si parte. Si parte per dove? Non so, ma so solo che quello della popstar fondamentalmente è un mestiere duro. Hai successo e tutti ti amano, poi il successo finisce, tutti si scordano di te e ti ritrovi annegato in una vasca da bagno (o esplodi per i troppi antidolorifici, o ti spari, o voli da un palazzo, o guidi a fari spenti nella notte, o ti ammali di una malattia sessualmente trasmissibile, o ti giochi gli ultimi risparmi al videopoker, o fai tutte queste cose contemporaneamente – insomma, finisci parecchio male) ed entri nel mito, nella leggenda, nell'album dei ricordi di chi ti aveva scordato e si è improvvisamente ricordato di te perché te ne sei andato definitivamente ed inesorabilmente.

Sempre in viaggio da un palco all'altro, tanti amici/zero amici, il partner che non vedi quasi mai (nel caso di Whitney Houston è stato meglio, viste tutte le botte che si prendeva quando era sposata con Bobby Brown), la casa discografica che preme perché tu riesca a sfornare un altro successo, la mancanza della voglia di sfornare un altro successo, droga & alcol a fiumi, tutto ti è concesso poi son cazzi tuoi questo è il prezzo del successo (tanto per citare l'ineguagliabile Gianluca Grignani di Rokstar)(Grignani, un altro che ha dato molto in termini di “vita vissuta al limite” ma poi si è ripreso – ed infatti pezzi così non li scrive più, e nemmeno dischi immensi come La Fabbrica di Plastica) . Vivi così ma in fondo sei solo fino all'epilogo, triste o tragico che sia.

Ed ora, a mente lucida, a bocce ferme, dopo che tutti (io compreso, non ci credo) hanno detto la loro riguardo alla scomparsa di Whitney Houston (che – ricordiamolo – praticamente è morta come Pantani solo che non ha vinto un Tour De France nonostante il vivace scambio di opinioni con Gainsbourg) una domanda sorge spontanea: chi sarà il prossimo? George Michael? Britney Spears? Mariah Carey? Christina Aguilera? Courtney Love? Billy Corgan? Demi Moore (che non è una cantante, ma facciamo finta che lo sia?) Justin Bieber (che non è una cantante e nemmeno una persona, ma facciamo finta che lo sia?) Bud Spencer? Eminem? Dave Mustaine? Silvio Berlusconi? Non lo so, non ho la sfera magica – e qualora ce l'avessi la userei per qualcosa di più costruttivo tipo sapere in anticipo i numeri vincenti del Superenalotto e cose così. Comunque si accettano scommesse su chi sarà il prossimo a partire per un lungo viaggio senza ritorno se non in volo (tanto per citare ancora Grignani).

10 febbraio 2012

POVIA COL VENTO FRA LE CHIAPPE

Ebbene sì, gli italiani hanno una folle passione per la musica. Per rendersene conto basta vedere la psicosi collettiva che si genera durante la settimana in cui si svolge il Festival di Sanremo e basta sentire le canzoni che hanno contraddistinto il suddetto festival negli ultimi – diciamo – trenta/trentacinque anni. “Lasciatemi cantare con la chitarra in mano”, diceva Totò Schillaci quando aveva ancora i capelli (cioè ora come allora, visto che attualmente indossa un parrucchino clamoroso) e segnava un sacco di goal durante i mondiali in Italia del 1990 - “i bambini fanno eia eia alalà”, diceva Povia quando ancora era un artista emergente e non segnava goal durante i mondiali in Italia del 1990 perché non è un calciatore (non che io sappia) ma un cantante (così pare, anche se ormai non lo si vede più in giro e non presenta nemmeno più le gare canore per bambini su Canale Italia).

E poi le polemiche. Non so nemmeno se quest'anno Povia partecipi al Festival, ma sta di fatto che se ne è uscito con la solita polemica tipica degli anni in cui partecipa al Festival e deve per forza farsi notare altrimenti non se lo fuma praticamente nessuno. E non è stata una sparata qualunque, è stata una sparata con i Fiocchi (gag assolutamente strumentale, appoggiata lì per giusto dimostrare a me stesso che conosco le cartucce da caccia Fiocchi e citare qualcos'altro – “la caccia e contro l'amore” come diceva Adriano Chelentano Guevara quando faceva la rivoluzione in diretta tv, tanto per citare qualcos'altro che sia in tema con Sanremo): Povia ha scritto sul suo profilo Facebook frasi irripetibili riguardo agli omosessuali, cose che nemmeno riporto perché, mentre se fossero state scritte con ironia guascona forse farebbero anche ridere, se scritte da uno che fondamentalmente è un cantante fallito diventano immediatamente lo sfogo di uno che non ce l'ha fatta e vuole farlo pesare al mondo intero.

O magari sono semplicemente frasi pronunciate contro il proprio subconscio (l'ho scritto sul serio? Rileggendolo non ci capisco una mazza), tanto per cercare di celare la propria omosessualità agli occhi della gente – la stessa omosessualità che non si ha il coraggio di dichiarare e/o vivere con serenità. Dai, uno non può avercela così tanto con i gay, non essere così complessato. Per me il cantante (cantante?) Povia fondamentalmente è un omosessuale che non vuole dichiararlo perché ha paura di se stesso e fa il duro e puro con il solo scopo di camuffare la sua vera natura, ma magari mi sbaglio e finisce qui.

Sbaglio o no, resta il fatto che sono praticamente certo che quest'anno Povia parteciperà a Sanremo e verrà mangiato in diretta tv dal conduttore Gianni Morandi (no, non è cannibalismo). Ci sarà da divertirsi parecchio. Tra l'altro pensavo che Povia non sapesse nemmeno accendere un pc, ma leggendo le frasi irripetibili da lui scritte scopro che sa persino usare Facebook ed un po' sono contento per lui che ce l'ha fatta. “Uno su mille ce la fa”, cantava Gianni Morandi – e Povia ce l'ha fatta ed è pure one in a million come cantava Axl Rose, che anche se i Guns N'Roses non sono italiani vale lo stesso come termine di paragone quando si tratta di machismo forzato ed intolleranze varie. Un applauso al cantante Povia.

06 febbraio 2012

DINOSAURS WILL DIE (Il rock è essenzialmente un mondo sbagliato)



Quel pallone gonfiato di Axl Rose compie 5o anni. Un bel traguardo direi, anche perché vedendolo ad occhio e croce gliene darei molti di più (esemplare in tal caso la descrizione che ne ha fatto il Corriere della Sera: "i capelli rossi fiammeggianti hanno lasciato il posto a stoppose «extension» a forma di treccina e il bel volto dei tempi d'oro è una maschera di Botox" - che ridere) e comunque mai e poi mai avrei detto che sarebbe arrivato così in là con gli anni e così in là con la capacità di sopravvivenza agli abusi di droga ed alcool. Una piccola vittoria per un personaggio talmente tronfio da essere la rappresentazione vivente di tutto ciò che c'era di sbagliato nel rock duro (sì, chiamiamolo "rock duro" come veniva chiamato allora) fine anni ottanta/primi anni novanta - ossia tutto quello che Kurt Cobain avrebbe dovuto spazzare via invece di spararsi in faccia a lavoro quasi ultimato - e che ha scelto di proseguire con un progetto farsa come i Guns N'Roses con lui alla voce ed un nugolo di turnisti a fare il resto.

Dicevo, quando penso ad Axl Rose ed ai Guns N'Roses mi viene subito in mente la loro leggendaria performance al Freddie Mercury Tribute del 1992, quella in cui Axl Rose era quasi ancora un essere umano ed il resto della band c'era ancora ed era in ottima forma (cazzo che botta quel live!). E quando penso al Freddie Mercury Tribute mi viene in mente Brian May, e quando penso a Brian May mi viene in mente che sarà a Sanremo con la figlia di Zucchero - che non so nemmeno come si chiami e non ho voglia di cercarlo su Wikipedia ed allora la chiamo solo "figlia di Zucchero" perché quello è - ed un po' mi incazzo, perché gira e rigira la figlia di Zucchero nella vita ha avuto possibilità che altri non hanno avuto però nello stesso tempo è stata limitata dal fatto di essere figlia di e probabilmente non è stata apprezzata per il suo reale valore. Non deve essere facile essere la badante di Zucchero - scherzo, non deve essere facile essere la figlia di un cantante famoso dato che tutti ti paragoneranno sempre a lui e/o ti accuseranno di essere raccomandato se per caso ce la facessi ad emergere.

Ma Irene Fornaciari (questo il suo nome, l'ho finalmente cercato su Wikipedia) ce l'avrebbe fatta lo stesso anche se fosse stata figlia di qualcun altro? Chessò, se fosse stata figlia di un operaio della Fiat di Pomigliano D'Arco? E se fosse stata figlia di Axl Rose? E chissà quante figlie illegittime ha in giro Axl Rose, magari avuti con donne che nemmeno sanno di essere state con Axl Rose perché a fine ottanta/inizio novanta in quegli ambienti di merda del rock duro erano tutti fatti come scimmie? E perché son partito dal compleanno di Axl Rose e son finito a parlare di Irene Fornaciari? Non sarebbe stato meglio limitarsi a dire che i Queen saranno sì la cosa più tamarra, kitsch ed eccessiva che si sia mai sentita a livello mainstream però hanno scritto delle gran belle canzoni? E comunque la faccenda che il nome Axl Rose è l'anagramma di Oral Sex in realtà è una sgamabilissima leggenda metropolitana, ed è ora che la gente la pianti di crederci e di menarla ancora adesso che Axl Rose è una macchietta e per anagrammare il suo nome ha bisogno del Viagra (avrei voluto scrivere che per farselo venire duro prima di farsi applicare una fellatio ha bisogno di farsi di Viagra, ma non lo scrivo perché mi pare poco rispettoso verso quella che in fondo è essenzialmente una persona di cinquant'anni. Tanto per dire, una cosa del genere non la scriverei nemmeno di Vasco Rossi).

01 febbraio 2012

TI HANNO DETTO CHE HAI UNA VOCE CHE FA COLPO INFATTI T'HANNO SPARATO



Il mio sogno è recensire i locali/i ristoranti in base alla musica che propongono come sottofondo e non in base a tutto il resto. Sarebbe troppo facile recensire un ristorante basandomi solo sul cibo o un bar in base a cosa serve da bere, molto meglio riempirsi la pancia e la bocca ascoltando la musica e guardando i video per poi scrivere cosa è giusto o sbagliato, chi è uno e chi zero, chi bianco e chi nero. Giuro che prima o poi lo farò.

Dicevo, un po' di tempo fa sono andato in un pub per trascorrere un sabato sera giovane e, tra una bruschetta, una birra ed una patatina (non necessariamente in quest'ordine, non necessariamente con la consapevolezza di poter far la fine del tizio di Super Size Me in caso di eccesso) ho visto sugli schermi opportunamente sintonizzati su Radio Capri TelevisiON il video di [titolo sconosciuto che non faccio nemmeno la fatica di cercare e/o trascrivere perché a differenza di Maria De Filippi io sono eterosessuale], il nuovo singolo di Valerio Scanu lo stallone italianu (che poi a dirla tutta non so nemmeno se sia il singolo nuovo oppure no, diciamo che era il singolo nuovo ed aggiungiamo pure che Wikipedia afferma che Scanu ha fatto tre album in tre anni. Nemmeno Omar Rodriguez-Lopez si era spinto a tanto).

E com'è il singolo nuovo di Valerio Scanu? Non lo so, perché ero concentrato solo sul cibo e sul beveraggio e non ho ascoltato un cazzo della canzone; mi sono però soffermato sulle immagini, e qui c'è la sorpresa. Tanto per dire, ho scambiato Valerio Scanu per Roberto Baggio. Identico! E poi conciato uguale! Che cazzo di capelli c'ha, dico io? Come fa ad essere uscito con tre dischi in tre anni e ad andarsene in giro pettinato così? Lo obbligano oppure si concia così di sua spontanea volontà? Si guarda allo specchio ogni tanto? Lo fa per mera autoironia? Mamma mia (la chiusura era per far rima)!

Non so perché, però mi fa troppo ridere. E fa troppo ridere anche un commento al video su YouTube che dice più o meno "Il mio interesse per la musica è infinito, spazia dai King Crimson a Sara Vaughan, da Robert Wyatt a Richard Galliano, da Jack Brel ai Led Zeppelin, dalla musica classica all'heavy metal. La VOCE per me è uno strumento musicale e quando una voce mi piace molto la ascolto come se fosse un assolo di violino, anche se la canzone non mi fa impazzire, e me la godo in ogni sfumatura. Scanu soprattutto ascoltato live dimostra di avere un'orchestra in gola e dunque mi piace. E lo ribadisco" (le risate raggiungono il loro apice soprattutto quando il commentatore dice che Scanu ha un'orchestra in gola - vedendolo nel video personalmente ho pensato che avesse qualcos'altro, in gola)(comunque questo blog condanna ogni forma di omofobia e/o discriminazione sessuale, sia chiaro). Ho riso talmente tanto che è quasi passato in secondo piano il video di Wow Oh Wow dei Jedward che Radio Capri TelevisiON ha programmato subito dopo quello untitled di Valerio Scanu - una roba talmente trash ed oltre che andrebbe approfondita seduta stante con un pezzo di 15mila battute ma che non approfondisco perché finirei per scrivere che i Jedward fanno trenino anche se sono fratelli gemelli irlandesi (comunque questo blog condanna ogni forma di omofobia e/o discriminazione sessuale, sia chiaro)(comunque questo blog rispetta gli irlandesi e il loro essere parecchio cattolici). Mamma mia che posto sbagliato il mondo.