28 luglio 2011

SI FA PRESTO A DIRE CASTA


Questa settimana è uscito uno special su La Repubblica in cui un onorevole dell'Italia dei Valori raccontava in esclusiva quali sono tutti i privilegi di cui godono i parlamentari italiani eletti dai cittadini italiani (che ricordiamolo votano un listino bloccato scelto dai partiti e non hanno la possibilità di scegliere veramente il loro candidato. Altrimenti chi è che voterebbe uno con una faccia come quella di Scilipoti?). Nessuno ne ha parlato, ma il quadro che emerge dallo special in questione è davvero desolante: rimborsi spese fantasma, sontuosissimi pranzi serviti da camerieri in livrea al modico costo di dieci euro, viaggi gratis su aerei Alitalia con tanto di punti fedeltà e vacanza gratuita al raggiungimento della soglia et altre cose divertenti. Ci sarebbero tutti gli estremi per imbracciare i forconi ed andare a Roma a far pulizia, però pensandoci bene meglio non muovere un dito perché mi rendo conto che se fossi io al loro posto mi comporterei uguale (se non peggio), cercando di sfruttare i privilegi come se non ci fosse un domani e volando a sbafo il più possibile facendolo pesare agli altri e vantandomene pure – che sinceramente mi son stancato di passare ore ed ore a cercare il volo più economico ogni volta che voglio andare a svernare all'estero.

Tanto per rimanere in tema, uno che non ha il problema dei voli all'estero è l'europarlamentare (anzi, il neuroparlamentare) leghista Mario Borghezio (anche perché l'Europarlamento è a Strasburgo e tecnicamente Borghezio è già all'estero – e speriamo che ci rimanga per parecchio tempo, possibilmente in stato di indigenza), uno che in passato aveva definito “un grande padano“ il benzinaio di Piazzale Loreto ed ora si è spinto addirittura a definire il killer di Oslo come uno che aveva “buone idee, in qualche caso ottime”, salvo poi far retromarcia scusandosi e affermando che comunque il killer di Oslo aveva le stesse idee di Oriana Fallaci ed il problema non esiste. Sono affermazioni che si commentano da sole e fanno perfino nascere un sentimento di Umana Pietà verso la tragica figura di Mario Borghezio, uno che probabilmente cita la Fallaci solo perché i suoi son gli unici libri che ha letto negli ultimi venticinque anni (ovviamente assieme ai fumetti Squalo, che comunque son stati gli unici che è stato in grado di terminare) e che dice talmente tante orride cazzate che ad un certo punto devi per forza alzare bandiera bianca ed arrenderti alla sua supposta (nel senso medico-farmacologico del termine) superiorità mentale. In pratica non è colpa sua, è che proprio non ce la fa – e con lui non ce la fanno quelli che prendono per oro colato il contenuto delle ultime cinque o sei opere di Oriana Fallaci e si fiondano in massa ad acquistarle ogni qual volta la casa editrice opta per una vendita promozionale (a proposito, oggi il direttore della libreria per cui lavoro mi ha fatto un richiamo scritto perché mi son rifiutato di vendere ad una cliente un libro di Oriana Fallaci adducendo come giustificazione il fatto che secondo il mio modesto parere le sue ultime cinque o sei opere dovrebbero essere stampate anche sulla carta igienica. Il richiamo scritto è stato già incorniciato ed appeso in camera).

E per concludere lieto ritornello che non c'entra un cazzo ma che piace ai giovani (cit.): oggi è uscita una notizia bomba secondo la quale Amy Winehouse non sarebbe morta per overdose ma perché aveva smesso di bere da tre settimane ed ha osato scolarsi tre Red Bull e gin. Se non fosse morta sul serio ci sarebbe da ridere molto, ma se proprio vogliamo ridere non sentiamoci troppo in colpa perché tanto i veri sciacalli sono i suoi discografici che hanno già trovato nel suo pc un album nuovo da pubblicare ed hanno più o meno detto che la sua musica non è mai stata a quei livelli. A questi qui Borghezio che dice che il killer di Oslo ha idee giuste e condivisibili gli fa un baffo.

27 luglio 2011

LA VOGLIO DEDICARE AD AMY WINEHOUSE (cit.)

Amy Winehouse se n'e' andata oggi in circostanze tragiche. Noi ce la vogliamo ricordare così”

Recitava così la sgrammaticata scritta in sovraimpressione (altrimenti detta crawl) che Mtv faceva passare durante la sua programmazione di sabato sera, ovviamente interamente basata su video di Amy Winehouse, concerti di Amy Winehouse, concerti in cui Amy Winehouse beveva in pochi secondi bicchieri di vino tra un brano e l'altro, altri video di Amy Winehouse (avendo ben cura di non mostrare mai il video di Stronger Than Me in cui Amy respingeva un fidanzato-pretendente perché questi beveva troppo quando usciva con gli amici e poi tornava a casa ubriaco e collassava sulle scale. Sarebbe stato inopportuno e/o la gente non avrebbe capito la involontaria quanto macabra ironia post mortem). Il Morto del Mese era già stato aggiornato e la Storia era già stata fatta, ci toccava solo riflettere sull'accaduto e sorbirci giornate intere di suoi video, per capire, per capirci.


Ed allora, è morta Amy Winehouse, viva Amy Winehouse. La sua musica vivrà sempre con lei (un album che nessuno qui in Italia ha sentito, un album davvero bello che deve parecchio alla stellare produzione di Mark Ronson, un altro di prossima uscita postuma, altri album al limite della necrofilia negli anni a venire – di sicuro i suoi discografici metteranno mano ai cassetti e tireranno fuori qualunque registrazione, anche la più scadente) che è morta ma è ancora viva (se ne è andata – o se n'e' andata, per dirla come Mtv – sabato scorso, ma a giudicare dalle foto che giravano era già morta da un paio di anni, sia artisticamente che fisicamente) e vivrà nei secoli dei secoli (continuando a fare dischi anche da morta – vedi i cassetti e le registrazioni di cui sopra) assieme agli altri eroi del Club 27. I giornali e le tv di regime ora parlano di lei e del mix eroina-cocaina-ecstasy-ketamina che a quanto pare l'ha stroncata solo per avere un'altra notizia di cronaca nera da sbattere in prima pagina, meglio non essere ipocriti e ricordarla solo per il disco Back To Black e per le esibizioni live reperibili su YouTube risalenti a quel periodo, che prima e dopo qui in Italia non l'avevamo mai sentita.


E comunque, vedere Zucchero che il giorno seguente al Tragico Evento la ricorda durante un concerto è una di quelle scene che non si dimenticano tanto facilmente. Era talmente gonfio che l'ho scambiato per Luciano Pavarotti, ho riso parecchio.

25 luglio 2011

ANNA TATANGELO FEAT. THE FAINT FEAT. COMUNIONE E LIBERAZIONE FEAT. DON SPRITZ



Uno non fa nemmeno a tempo a dire che abbiamo appena superato indenni la prima metà del mese di luglio che nelle stazioni dei treni della regione Emilia Romagna iniziano più martellanti che mai le pubblicità del meeting di Comunione e Liberazione di Rimini che si terrà a fine agosto (credo a fine a agosto. Quelle pubblicità sono talmente tediose che quando me le trovo davanti non le ascolto, e dunque ho nemmeno capito quando comincia la kermesse. Facciamo che comincia a fine agosto e non se ne parli più). Chi saranno mai gli ospiti d'onore? Giulio Tremonti e Marco Milanese che lanciano anatemi contro il matrimonio gay?[*] Il ministro Giovanardi che minaccia il boicottaggio all'Ikea per le pubblicità di qualche mese fa? Pierluigi Bersani, in qualità di cuoco della Festa de L'Unità? I Pooh che eseguono Uomini Soli facendo commuovere l'intera platea? Dj Francesco che esegue brani a caso della sua prima punk band, quella per cui si è preso schiaffoni da Miss Violetta? Don Verzé ed il suo braccio destro, quello che si è sparato e la pistola dopo si è spostata? Don Frappé? Don Spritz che agli albori del mio blog lasciò pure un commento da ridere tantissimo? Tom Cruise in qualità di principale esponente della versione americana di Comunione e Liberazione, ossia Scientology? I Metallica? La crew di Solomacello che spettina tutti a suon di bestemmie? Gigi D'Alessio che pettina tutti a suon di bestemmie? Anna Tatangelo? Ai poser l'ardua sentenza, io come ogni anno cercherò di andarci anche se non sono un addetto ai lavori – e come anno mi perderò per strada e non riuscirò ad entrare. Che me ne frega a me, basta che ci sia da prender dei soldi (cit.).

E a proposito di Anna Tatangelo, ho visto girare un suo video in cui dimostra cinquant'anni come al solito però almeno la canzone è di un certo livello (testo a parte, ma non si può pretendere tutto dalla vita – soprattutto da una che si è autodefinita ragazza di periferia). Tanto per dire, ci sono dei synth acidi e dei beat 1986 che ascoltandola bene viene quasi il sospetto che la Tatangelo si sia fatta produrre il disco dai Faint per giocarsi ai dadi un'intera carriera ed i tanti mirabili traguardi raggiunti nel corso di questi ultimi venti-venticinque anni (nonostante la giovane età la Tatangelo è in giro da così tanto tempo che sembrano venti-venticinque anni e vien perfino da credere che abbia partecipato a Sanremo 1986 tra le Nuove Proposte cantando Ragazza di periferia, ma è solo un'illusione ottica), e quasi quasi mi piace così tanto che se ne avessi l'opportunità ascolterei il disco intero. Spero di scordarmene presto, impiegando magari il mio tempo per ascoltare qualcosa di meglio.

[*] Ovviamente, nessun intento omofobo anche se chiaramente l'allusione non è casuale (Libero e Il Giornale insegnano). Tremonti può farsela con Milanese o con chi vuole (uomo o donna che sia), l'importante è che questo qualcuno non ne abbia vantaggi economici o di posizione di nessun tipo, neanche immaginario.

22 luglio 2011

MANI BUCATE COME PADRE PIO


La cosa che mi frulla in testa da un po' di tempo a questa parte è che Child di Mark Owen è una delle canzoni pop più belle degli ultimi quindici anni. Una voce così fragile e così toccante, una melodia semplice che nonostante tutto riesce a parlare al tuo cuore e la tua anima: non smetteresti mai di ascoltarla, anche se ammetterlo pubblicamente potrebbe avere ripercussioni sulla tua vita sociale. E poi Mark Owen è un bel personaggio, ha anche dovuto superare dipendenze varie uscendone più forte di prima. Mi sta simpatico, così come mi è stato simpatico a prima vista Robbie Williams quando ha esordito da solista con una cover di George Michael e relativo video in cui era gonfio da far paura con l'effetto Mick Hucknall che non riusciva neanche per sogno a farlo sembrare snello come ai tempi dei Take That – ma questo è un altro discorso da approfondire in separata sede. Comunque Child io l'ho sempre ascoltata anche se in prevalenza ascoltavo tonnellate di skate punk californiano e prima ancora tonnellate di metal da dementi, dove sta il problema? Bisogna essere duttili e malleabili.

Altra canzone pop da paura è Your Woman di White Town, una cosa che divenne tormentone pop una vita fa ma sembra domani per quanto è attuale. White Town era proiettato nel futuro ed ha avuto intuizioni sulle quali Moby ha (ri)costruito una carriera da popstar, peccato che poi sia caduto nel dimenticatoio (o magari va avanti imperterrito a far musica ed io non mi sono più preso la briga di seguirlo, indagherò in rete) non deliziando le nostre orecchie con altri capolavori come Your Woman – una canzone capace di emozionare ora come allora, nella quale senti che dietro c'è passione e c'è duro lavoro per assecondare questa passione. Avercene oggi di canzoni così, sia a livello mainstream che a livello indie.

E a proposito di tormentoni da paura, perché non menzionare Sex & Candy dei Marcy Playground? Roba di gran classe fondamentalmente figlia di tanta paranoia, dei Nirvana e di Beck, roba che è invecchiata bene anche se ascoltandola oggi ti rendi conto che è When I Come Around dei Green Day suonata al 75% della velocità ed addizionata con uno stacco chitarristico preso di peso da My Friends dei Red Hot Chili Peppers (non ci sono arrivato io, questa è una cosa che mi hanno segnalato ma spaccio per una mia intuizione), roba che siamo nel 2011 e certi suoni sono ormai passati di moda ma ritorneranno più prepotenti che mai dopo che si sarà generata l'isteria collettiva per il ventennale di Nevermind dei Nirvana. E solo allora verrà riesumata Sex & Candy e verrà riconosciuto il suo valore di monumento (ma non di lapide) ai bei tempi che furono. Luci accese anche di giorno e prudenza, sempre – come diceva Nico Cereghini, uno che ci è rimasto sotto con le paste ad Ibiza ed allora si è fissato con la sicurezza stradale. Magari anche a lui come a me piaceva (e piace anche oggi) One and One di Robert Miles, ma mi fermo qui che Robert Miles va trattato con più rispetto.

20 luglio 2011

EVERYBODY JUMPS FROM THE SOUND OF THE SHOTGUN. IN MY NEIGHBORHOOD, EVERYBODY GOT ONE



La prima cosa che mi è venuta in mente vedendo il sontuoso speciale di Blob dedicato al decennale del G8 di Genova? Quel mio amico che si professava punk (con tanto di capelli multicolor!) ma votava Silvio Berlusconi e che all'epoca commentò i pestaggi dicendo che le Forze dell'Ordine hanno fatto più che bene ad agire così perché punk non vuol dire distruggere tutto (purtroppo l'ho perso di vista, era un tipo interessante anche solo per il fatto che era conservative punk quando praticamente nessuno in Italia – lui e Ringo compresi – conosceva il significato di questo termine). E poi tutto il resto: terribili le immagini degli scontri e dei pestaggi ad innocenti manifestanti che erano lì per esprimere pacificamente le loro idee ed il loro dissenso, terribili le immagini di Silvio Berlusconi calvo e con almeno venti/venticinque chili in meno che indossando un vestito ed un cravatta diversi da quelli che è solito indossare perennemente oggi stringe per la prima volta amicizia con Putin (probabilmente i semi del concetto di bunga bunga sono stati gettati in quel momento), terribile quel soggetto affetto da svariati ritardi mentali che risponde al nome di George W. Bush presidente degli Stati Uniti d'America (scherzo, io a George W. Bush voglio bene. É stato un grande presidente degli Stati Uniti d'America, e meno male che si è tolto dai coglioni), terribile Manu Chao che all'epoca ci veniva servito in tutte le salse e con il suo imbarazzante cappello è riuscito nella non facile impresa di mandare al macero quanto di buono aveva combinato con i Mano Negra e/o agli esordi, terribili i giorni in cui in Italia c'è stata una vera e propria sospensione dei diritti umani e la maggior parte della gente se ne è sbattuta altamente.

Si potrebbe andare andare avanti all'infinito, ma meglio fermarci qui perché a questo punto una domanda sorge spontanea: quanto è invecchiato Gianfranco Fini in questi ultimi dieci anni? Ma soprattutto, quand'è che risponderà del comportamento delle Forze dell'Ordine a Genova? Non è che è invecchiato per il rimorso e non ce lo vuol dire? E la sinistra radical-chic che lo vede come uno affidabile se ne è già dimenticata? E chi è stato a fomentare per mesi il clima paventando il rischio di incidenti a Genova, le sacche di sangue infetto da lanciare alle Forze dell'Ordine, il rischio attentati e tutto il resto? E chi è che ha mandato allo sbaraglio Carabinieri, Poliziotti e quant'altro costringendoli ad affrontare situazioni "difficili" (il virgolettato perché queste situazioni son state provocate e/o fomentate, dai) senza che fossero ben preparati? La risposta a breve su Italia 2, il nuovo canale Mediaset che replica i soliti telefilm già visti migliaia di volte ma in sovrappiù ha un coloratissimo programma musicale che pare uscito dalla testa di un qualche hipster milanese in crisi d'astinenza da sali da bagno. Non guardo Italia 1 più o meno da quando Studio Aperto ha dato l'ultima volta una notizia su Alberto Stasi (a proposito, che fine ha fatto?), direi che per par condicio non guardo nemmeno Italia 2 (a meno che non mi chiamino a scrivere i testi del programma musicale, ma questo è un altro discorso che non c'entra nulla con il punto di partenza).

19 luglio 2011

ESTATE, LA STAGIONE PIÙ FRESCA E POP DELL'ANNO



Certe cose vanno dette: quel duo di culattoni raccomandati romani (nel senso sgarbiano del termine, ed è un complimento visto che Sgarbi coniò il termine per il Trio Medusa e/o per gli obiettori di coscienza) che si fanno chiamare Zero Assoluto se ne sono usciti con un nuovo singolo che è semplicemente clamoroso. Non ricordo come si chiami e non ho nemmeno voglia di cercare notizie in rete, però è un technopop che ti si installa nel cervello e non ne esce più, nemmeno se vuoi, nemmeno se ci provi (più o meno come i virus per Windows, tanto per semplificare le cose e rendere l'idea).

Ti ritrovi a canticchiarlo fin dal primo ascolto (che nel mio caso è stato a Marina di Ravenna mentre in un bar mi gustavo una granita al tamarindo e la televisione era sintonizzata su Radio Bruno Tv – non sapevo che Radio Bruno avesse anche un emittente tv sul digitale terrestre, non si finisce mai di imparare sia riguardo a Radio Bruno che agli Zero Assoluto e alle granite al tamarindo) ed uscirne è molto, molto difficile. Gli articoli in prosa da terza media di Matteo Maffucci su Vanity Fair son sempre lì in tutta la loro vacua inutilità, però gli Zero Assoluto dimostrano che c'è vita anche nel piatto e noioso panorama delle radio e tv musicali di regime. Giuro, visti i precedenti non me lo sarei mai aspettato (errore: gli Zero Assoluto hanno fatto tante altre cose belle nella loro carriera, solo che non ho mai voluto ammetterlo a me stesso) ma bisogna imparare a giudicare le cose non in maniera superficiale. Giudicando troppo in fretta si rischia di commettere grossi errori, nel mondo della musica come nella vita di tutti i giorni. Ma in fondo, è bello anche avere la facoltà sbagliare ogni tanto, no? E comunque gli Zero Assoluto restano due culattoni raccomandati perché uno di loro è figlio di un noto ex dirigente Rai, non si scappa.

Il brano in questione è uguale ad almeno tre o quattro cose già fatte da altri in passato ed è ai limiti del plagio, ma chi se ne importa?

18 luglio 2011

Un disco che sembra un disco di venticinque/trent'anni fa: THE HORRORS - SKYING

Il mio benzinaio di fiducia – che è persona parecchio saggia e sa come gira il mondo perché ne ha viste di ogni – me la mena sempre con una band scozzese abbastanza in voga negli anni ottanta chiamata Simple Minds. Dice sempre che quando era un ragazzino li ascoltava in maniera ossessiva e che se avessero avuto un po’ più di fortuna (e se fossero stati molto più paraculi) oggi sarebbero al posto degli U2 e riempirebbero gli stadi, con contorno di folle urlanti fuori dagli alberghi nei quali si trovano a soggiornare, decine e decine di groupies pronte ad entrare nel loro camerino dopo ogni concerto, scene incredibili nei backstage, Ferrari, coca & puttanoni et altre cose tipiche dello starsystem musicale. E perché i Simple Minds sono entrati nel cuore del mio benzinaio (che ultimamente è anche un po’ il mio guru)? Ci sono entrati grazie ad una formula musicale tipicamente anni ottanta (batteria dal suono che ti chiedi sempre se sia vero o sintetico e non lo capisci mai, tastiere e sintetizzatori che hanno decisamente la meglio sulle chitarre, atmosfere sognanti, voce carica di pathos, new wave come se piovesse) che suonava vera (e veritiera) e che per una qualche ragione che fatico a spiegarmi è invecchiata bene e riesce a suonare dignitosamente anche oggi che siamo nel 2011 e la musica esce che è già vecchia perché l’hai già scaricata prima, ma soprattutto grazie al carisma-non carisma del loro leader Jim Kerr, uno che agli inizi sembrava un damerino come tutti gli altri che all’epoca calcavano i palchi ed avevano successo ma poi è venuto fuori che aveva parecchie cose da dire e le ha dette (e fatte).

Ecco, “Skying” – nuovo, attesissimo (almeno nel Regno Unito, qui in Italia non so) album degli Horrors – suona proprio così, come i Simple Minds tanto amati dal mio benzinaio di fiducia. O meglio, suona come ciò che sarebbero stati i Simple Minds se Jim Kerr avesse avuto certi problemucci di inserimento sociale ed una volta svanita la botta di successo anni ottanta-primi novanta invece di svoltare trasferendosi a Taormina ed aprendo un albergo avesse optato per un buen ritiro nella comunità di recupero tossicodipendenti di San Patrignano, per riflettere su nuove vie musicali ma soprattutto per curare svariate (e ad occhio e croce) ipotetiche dipendenze da sostanze stupefacenti. E dunque, tastiere e sintetizzatori che hanno la meglio sulle chitarre ma sembrano affogati nella melma (“Monica Gems”, “Oceans Burning”, “Moving Further Away”) o nel miele (“I Can See Through You”, “Dive In”, “Wild Eyed”) a seconda dei casi e del grado di dolcezza o sporcizia del brano in questione, atmosfere allucinanti/allucinogene, botte sonore a strati che sembrano uscite da una produzione a caso di Phil Spector, voce che spesso e volentieri non si sa dove voglia andare a parare eppure riesce a trasmettere sia pathos che sensazione di disagio giovanile, ritmiche baggy tanto per farti capire che Madchester è viva e lotta insieme a noi (e ad un ipotetico Jim Kerr che frequentava l’Hacienda, ma che te lo dico a fare). Poi, per carità, dentro ad un disco del genere ci sono anche l’austera marzialità dei Joy Division, le allucinazioni pop di Echo & The Bunnymen, Julian Cope quando aveva in testa di fare dischi pop e mille altre influenze/citazioni che magari non riesco a riconoscere perché io non vado ai concerti indossando la maglietta di Ondarock (per carità, problema mio e non di Ondarock), però resta il fatto che un disco del genere sta a dimostrare che gira e rigira i Simple Minds un qualcosa di buono lo hanno seminato anche nelle giovani menti che magari non erano neppure nate quando Jim Kerr e soci spopolavano.

Un disco come “Skying” non arriva subito e ci mette parecchi ascolti per essere capito, ma quando ci entri dentro fatichi ad uscirne. Si ripete il miracolo: terzo disco per gli Horrors, terzo cambio netto di direzione, terzo disco che non inventa nulla ma sceglie con gusto e competenza le fonti da cui trarre ispirazione e riesce a dimostrare che oltre alle foto di copertina su NME (e le presunte storie d’amore con la figlia tossicoanoressica di Bob Geldof – ed un po’ si torna ancora al discorso del buen ritiro a San Patrignano di Jim Kerr) c’è molto di più e gli Horrors sono un gruppo di valore. Devo farlo ascoltare al mio benzinaio. Per me va a finire che gli piace pure.

(Indie For Bunnies)

Un concerto del tutto diverso: Skunk Anansie @ Ferrara Sotto Le Stelle, 10/07/2011

Alzi la mano chi, dodici anni fa avrebbe immaginato di trovarsi ad un concerto degli Skunk Anansie nel 2011. Io non me lo sarei mai immaginato (neppure lontanamente) e non avrei mai pensato di imbattermi in una band in grande forma e di divertirmi così tanto, soprattutto dopo lo scioglimento del 2001 e l'inizio della modesta carriera solista della loro leader Skin (carriera che viene ricordata più per la collaborazione con Maxim dei Prodigy in Carmen Queasy che per altro, il che è tutto un dire).

Eppure eravamo tutti lì, a sudare ad un concerto degli Skunk Anansie a Ferrara Sotto Le Stelle nel 2011. La band suonato davvero potente ed ha proposto un set per certi versi sorprendente, con inattesi (e coraggiosi) recuperi dal primo, devastante esordio Paranoid & Sunburnt affiancati ai superclassici da singalong tipo Secretly ed Hedonism e a canzoni dall'ultimo album post reunion Wonderlustre (mai sentito per intero, ma pare che meriti assai). Skin è padrona assoluta del palco ed è ben supportata da una band affiatata che non sbaglia un colpo: gli Skunk Anansie han suonato quasi due ore concludendo il tutto addirittura con Little Baby Swastikkka, e se avessero suonato pure Glorious Pop Song mi avrebbero reso ancor più felice e contento. Va bene anche così, comunque: reunion come queste non sono operazioni messe in piedi solamente per pagarsi il rehab ma eventi in grado di emozionare anche chi come il sottoscritto gli Skunk Anansie li aveva già rimossi dalla memoria nel momento esatto in cui Secretly ha iniziato a sentirsi praticamente in loop nelle radio e tv musicali di regime. Ben vengano dunque.

(foto by Luca Gavagna)

15 luglio 2011

LUCI A SAN SIRO DI QUELLA SERA / CHE C'È DI STRANO SIAMO STATI TUTTI LÀ

Diciamo la verità: ne è valsa assolutamente la pena di andare a lavorare il giorno dopo in condizioni pietose con un paio d'ore di sonno alle spalle (con tutto il rispetto, una cosa del genere la si fa per un concerto irripetibile, non per gli I'm From Barcelona che ormai esistono solo all'Hana Bi e che sono già stati visti), e ne è valsa assolutamente la pena di comprare i biglietti con otto mesi d'anticipo ad un prezzo piuttosto salato. I Take That a Milano hanno regalato uno spettacolo di quelli difficili da dimenticare, con un rientrante Robbie Williams più animale da palcoscenico che mai (qualcuno mi dica il nome del suo pusher, Robbie era veramente troppo carico per essere vero), un cicciabomba Gary Barlow che si conferma grande cantante pop (e – visto nel maxischermo – sulla nuca sfoggia una bella chierica, il che lo rende un po' più umano e decisamente più simpatico), un Mark Owen che si conferma grande cantante pop anche se le canzoni le scrive tutte Gary Barlow, un Jason Orange che ha imparato a cantare e balla ancora benissimo, un Howard Donald che ha imparato a cantare e balla ancora benissimo. Anche se probabilmente nella vita di tutti i giorni si odiano, sul palco sembravano quasi cinque amici che si ritrovano dopo tanto tempo e decidono di cantare i loro grandi successi degli esordi, i successi solisti di Williams, i successi dei Take That riuniti senza Williams, le canzoni di Progress composte dopo il rientro di Williams, un accenno di West End Girls quasi a voler deridere i loro acerrimi rivali East 17 che su questa cover ci costruirono una carriera ed altre cose varie ed assortite (ma sempre di un certo livello). Mancava solo Child di Mark Owen solista e poi c'erano tutte. E poi le scenografie tutte incentrate sul tema dell'evoluzione, con continui rimandi ed allusioni al progresso tecnologico (lo sponsor del tour Samsung ringrazia) con una specie di robot gigante che a fine concerto si alza in piedi e sembra voler uscire con la testa dal terzo anello di San Siro, quasi a voler vedere in anticipo il traffico che si congestionerà nelle vie adiacenti lo stadio facendo rimanere gli spettatori bloccati per un'ora dopo la fine del concerto. E poi il fuoco sul palco, che quando c'erano le fiammate si sentiva la vampata di calore anche a cinquanta metri di distanza. E poi i Pet Shop Boys in carne ed ossa che hanno aperto il concerto ed hanno dimostrato che sono ancora enormi pur avendo superato da un pezzo i cinquanta ed avendo alle spalle trent'anni di carriera. E poi la gente del fan club che attaccava gli striscioni alle balaustre come se fossimo ancora nel 1993 e non ci fosse un domani. E poi le magliette taroccate in vendita fuori dai cancelli - ce n'era una in cui Robbie Williams da lontano era uguale in tutto e per tutto a Brandon di Beverly Hills 90210 e da vicino era in uno stato di fattanza clamorosa, probabilmente fotografato nel periodo in cui diceva di avvistare ufo e cose così. E poi gli spettatori presenti, tutti mediamente molto brutti per un motivo che non riesco a spiegarmi.

Che piaccia o no, i Take That sono un pezzo della nostra storia e sono un fenomeno con cui bisogna fare ancora i conti anche oggi che siamo del 2011. L'ultimo disco Progress sta lì a dimostrarlo: se l'avesse fatto identico un qualsiasi gruppo indie fatto di gente magra e brutta a quest'ora le varie webzine griderebbero al miracolo (e se l'avessero fatto gli Zoot Woman a quest'ora si parlerebbe di grande ritorno degli Zoot Woman), l'hanno fatto i Take That ed allora fa schifo a prescindere oppure va ignorato. Ma che me ne frega a me, tanto i Take That con questo tour hanno guadagnato talmente tanti soldi che è assolutamente inutile che io stia a farmi delle pippe mentali se il loro disco non è considerato a dovere da certi ambienti musicali perché certi ambienti musicali hanno i paraocchi e preferiscono farsi le pippe per i pur ottimi Friendly Fires. Vorrei che il mio estratto conto a fine mese avesse lo stesso saldo di un membro a caso dei Take That (magari non Williams, che forse ha il saldo in rosso perché è spendaccione e non voglio poi trovarmi a dover pagare i suoi debiti).

13 luglio 2011

"Io stesso uso Facebook e Twitter quotidianamente, sempre improntandoli in ambito lavorativo" (cit.)



Il Trota che parla di nuovi media è talmente enigmatico che ti riduce al minimo le funzioni vitali. Rimani lì incollato e cerchi di decifrare invano. Dopo circa due minuti sono svenuto, rinvenendo un paio di ore dopo e trovandomi ricoperto di una strana gelatina verdognola. Ho riprovato e sono svenuto ancora, con in sovrappiù il fatto che non ho capito un cazzo di quello che Il Trota cercava di spiegare ed ho lanciato il pc fuori dalla finestra, colpendo un anziano che portava a spasso il cane e ferendolo gravemente. Al terzo tentativo ho stracciato in mille pezzi l'attestato di frequenza della scuola di scrittura creativa di Alessandro Baricco ed ho rinunciato a capire cosa il Trota cercava di dire. Non ho studiato abbastanza, devo andare a ripetizione alla Scuola Radio Elettra. Devo andare ad imparare un mestiere, e comunque i nuovi media sono un fenomeno che entrano quotidianamente nella nostra vita.

11 luglio 2011

MANCAVA SOLO RED RONNIE POI C'ERAVAMO TUTTI (cit.)

Si fa presto a lamentarsi affermando che nelle città di provincia non c'è mai nulla da fare ecc. ecc. (segue una sfilata di luoghi comuni presi a caso da forum e siti locali) ma finisce sempre che ci si distrae troppo e ci si perdono le cose migliori dell'estate. Tipo i National che hanno suonato a Ferrara nell'ambito del festival Ferrara Sotto Le Stelle, una realtà capace di dire qualcosa di molto bello e di farlo in un modo così rispettoso dei maestri (in primis Joy Division, Nick Cave e l'ultimo, immenso Johnny Cash) eppure così personale e peculiare (talmente peculiare da piacere perfino a Barack Obama).

Ma torniamo a Ferrara e al concerto, che è quello che conta davvero. Preceduti dai Beirut - una cosa molto bella e pop del tipo Patrick Wolf che scrive la colonna sonora per un film western di Emir Kusturica oppure a scelta un giovane Morrissey che frequenta da fuorisede il DAMS a Bologna e – hanno iniziato ed hanno suonato novanta minuti più recupero saccheggiando il loro repertorio (privilegiando ovviamente l'ultimo High Violet ma giustamente recuperando anche canzoni tratte da Boxer ed Alligator). La particolarissima voce di Matt Berninger è in grado di entrarti dentro scavandoti nell'anima e quando il tutto si conclude con una tiratissima Mr. November ed inedita versione acustica di Vanderlyle Crybaby Geeks cantata da un Matt Berninger ormai proiettato fisicamente e spiritualmente in mezzo al pubblico non può non scapparci una lacrima. I National sono pronti per il mainstream, son partiti dal nulla e conquisteranno il mondo. Se non ce la fanno loro chi ce la può fare?





(foto by Luca Gavagna)

LA PREPOTENZA, SAI, È COME IL VENTO


"A quel signore: ti prego falli causa. ti ha accusato di essere drogato, uno spacciatore, ecc.

E poi a tutti gli italiani: Ma che sistema educativo di m*rda c'avete, se questo lo considerate uno inteligente?????"

Io Vittorio Sgarbi non lo considero inteligente, lo considero intelligente con due L. E lo considero pure uno dei più lucidi e pacati intellettuali italiani, ed allora? Non c'è nulla di male. A questo giro magari avrà anche esagerato (ha insultato un ragazzo del pubblico che lo contestava e lo ha insultato pesantemente, ma ha pure rischiato il linciaggio) ma comunque non ha tutti i torti a dire ciò che dice e a dirlo in maniera così sobria e rispettosa delle opinioni altrui (nel filmato avrei voluto vedere chi era il soggetto insultato da Sgarbi, avrà avuto sicuramente i dread, la canotta, i pantaloni a righe, lo zaino Invicta e lo djembé) nonché in maniera così rispettosa del buon uso della lingua italiana. Il mio sistema educativo è ottimo, così come il suo (abitiamo a poche decine di chilometri di distanza io e Vittorio) e già che ci siamo anche quello di Alessandro Haber, un uomo che paga il suo essere attore fino in fondo a dispetto di decenni di pregiudizi che vogliono per forza l'uomo cacciatore e la donna preda. Cosa ho detto? Non so, rileggendolo non ci capisco nulla eppure mi rendo conto che ancora oggi a dieci anni di distanza Vittorio Sgarbi che insulta il Trio Medusa coniando l'epiteto "culattoni raccomandati" è una delle cose intellettualmente più elevate di sempre. E questo mi basta per perdonare lui qualsiasi cosa.

10 luglio 2011

LA GIGANTESCA SCRITTA COOP DEI SUPERMERCATI COOP CHE HO VISTO PASSANDO PER LA SVIZZERA


Andare all'Eurockéennes di Belfort in Francia (95.000 presenti nelle tre giornate del festival, quattro palchi, strutture adeguate alla portata degli eventi in cartello, bella gente, cornice fatta di un paesaggio che ti sembrava di essere dentro ad un puzzle da diecimila pezzi – per intenderci uno di quelli con mucche, lago, altipiani e tanto verde, uno di quelli che non finisci mai perché manca sempre un pezzo) e vedersi rifiutare da Liam Gallagher in persona una foto in sua compagnia è una cosa eccezionale.

Ok, gli Arcade Fire stellari, gli Arctic Monkeys stellari, i Les Savy Fav che mi sono perso ma saranno stati stellari sicuro essendo una band enorme, i Motörhead con un Lemmy che a sessantasei anni riesce ad essere ancora una autentica rockstar (quel pallone gonfiato di Vasco “rockstar in pensione” Rossi prenda appunti, please ), Katherine autentico scherzo della natura, i Kyuss riuniti che talvolta riescono a riportare le lancette del tempo a vent'anni fa, i Queens Of The Stone Age idem anche se vent'anni fa non esistevano, gli House Of Pain con chitarra-basso-batteria che sembrano i Dog Eat Dog (e dunque la copia della copia, solo che i Dog Eat Dog erano meglio di questi House Of Pain stanchi e riuniti solo per il cash) e tanta altra roba che non sto qui ad elencare perché sono stanco, però Liam Gallagher quando l'ho incontrato ha rifiutato di fare una foto con me ed io non riesco a darmi pace (in senso figurato ovviamente, mica dico sul serio).

Liam Gallagher chi? Quello degli Oasis, uno dei due fratelli ciglioni, quello che attualmente sembra una statua di cera di Madame Tussaud e con i Beady Eye inscena una parodia degli Oasis dei bei tempi che furono, colui che si presenta sul palco vestito con lo stesso giaccone militare che indossava mio zio quando andava a fare le notturne di pesca ed è talmente tronfio ed arrogante che la prossima volta dovrebbe portarsi esche e trekking light per andare a pescare sul lago adiacente alla location del concerto – così facendo la sua dignità ne guadagnerebbe di certo, e pure la sua capigliatura (per me quella che ha in testa è una parrucca, non può avere così tanti capelli con lo stile di vita spericolato che ha condotto per vent'anni). Liam Gallagher non ha fatto la foto con me e non me ne frega niente, perché tanto ho scoperto la Burn Day e nulla è più come prima per me. La Burn Day è una sorta di versione alla carota dell'energy drink Burn che disseta tantissimo ma non viene venduta in Italia, e forse è meglio così perché altrimenti a furia di berne lattina su lattina ad un certo punto inizierei a fluttuare nell'aria come il Rag. Ugo Fantozzi dopo quattro casse di acqua Bertier bevute al casinò mentre fungeva da talismano per il Megadirettore. Non si finisce mai di imparare cose nuove, alla faccia di Liam Gallagher che si incazzerà tantissimo quando uscirà il disco solista di suo fratello Noel che ovviamente sarà identico a qualsiasi altra cosa degli Oasis. La saga dei Gallagher continua, ma la soglia del ridicolo è stata oltrepassata già da un sacco di tempo ed il bello è che loro non ne sono consapevoli.

Comunque all'Eurockéennes ci voglio tornare, questo è poco ma sicuro. Anche solo per bere Burn Day che in Italia non arriverà mai per colpa del Vaticano, per passare in auto per la Svizzera e fermarmi ad un supermercato Coop (stesso logo di quelli italiani ma non c'entrano nulla, roba da querela o forse è solo perché il logo Coop è internazionale) ma soprattutto per vivere l'esperienza di un festival diverso dal solito.

09 luglio 2011

IL SORPRENDENTE ALBUM D'ESORDIO DEI NANI

Uno non fa neanche a tempo ad andarsene un attimo all'estero che al ritorno in Italia Tremonti dà del cretino a Renato Brunetta (e Brunetta non reagisce minimamente, ed a questo punto siamo al liberi tutti e chiunque può chiamarlo cretino se vuole) ma soprattutto nella Legge Finanziaria si autogenera un comma ad hoc che blocca il risarcimento di Berlusconi a De Benedetti e quando si scopre la magagna nessuno ne sa nulla (nemmeno Roberto Calderoli, che di solito quando si parla di grappe e vini pregiati sa tutto). È un paese davvero magnifico, nel quale ci si scandalizza perché in rete Brunetta viene sfottuto per l'altezza e non si batte ciglio quando lui afferma che se non avesse scelto la politica avrebbe sicuramente vinto in Nobel per l'Economia (non c'entra niente con l'altezza di Brunetta, ma era bello dirlo per riflettere sul fatto che c'è chi vuole essere in tutto e per tutto politicamente corretto anche a costo di annoiare), nel quale Beppe Grillo dice una cosa sui No Tav e viene subito accusato di essere un fiancheggiatore dei Blac Bloc (esistono davvero questi Blac Bloc? Ogni tanto spuntano fuori dai sepolcri imbiancati della storia degli ultimi dieci anni e creano scompiglio, ma com'è che riescono a farlo e poi scappare sempre? È sempre carnevale e bisogna andare in giro mascherati? O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai? É giusto fare un'opera come la Tav in Val Susa? In teoria potrei essere anche d'accordo, in pratica no: tredici anni per costruirla che diventeranno trentatré perché siamo in Italia, miliardi di euro spesi inutilmente perché siamo in Italia e quell'opera non arriverà mai alla fine, meglio prima sistemare le segnaletiche delle autostrade e le ferrovie che usano i poveracci come noi e poi pensare alla Tav – tanto se devo andare in Francia io ci vado in auto o in aereo)(cazzo ci faceva poi Beppe Grillo in Val Susa? Mica i No Tav possono bloccare le ruspe utilizzando i suoi libri, i suoi dvd ed i biglietti dei suoi spettacoli teatrali), I Cani viene intervistato da Rockit manco Signorini che intervista Berlusconi et altre storie e leggende urbane che non sto qui ad elencare perché ho finito lo spazio a disposizione.

In realtà, era tutta una scusa per dire che I Cani ormai finisce (o finiscono, non ho ancora capito se sia gruppo o o persona) su Repubblica e già si fantastica di un tour invernale. Son curioso di sentirlo dal vivo e di vedere la gente che accorre in massa per sentirlo dal vivo, il disco d'esordio non è nulla di che ed è roba già sentita (figlia di download illegale, software craccati, Max Gazzé, il cantante dei Baustelle, il noise, l'hardcore che ora è musica da hipster, lingue felpate, miraggi) però dentro qualcosa di buono c'è. Staremo a vedere, staremo a sentire. L'estate passerà in fretta perché adesso che la Giunta per le Autorizzazioni deve decidere sull'arresto dell'ex collaboratore di Tremonti Marco Milanese e probabilmente rinvierà la decisione a settembre il buon Giulio Tremonti passerà un paio di mesi sulla graticola ed i titoli di Libero e Il Giornale sapranno come al solito regalarci grosse soddisfazioni.

07 luglio 2011

JUST SEEMS TO FALL RIGHT DOWN MY LEG / AND ON THE FLOOR / MY CLOSEST FRIEND LINOLEUM / LINOLEUM



Gira e rigira, tutte le volte che faccio colazione al bar la radio sta trasmettendo a tutto volume On The Floor, la canzone di Jennifer Lopez che campiona la lambada e che per avere successo a livello di vendite conta sul fatto che nessuno si ricorda più cos'è la lambada, cos'è stata e quanto inneggiava alla pedofilia il video del brano dei Kaoma che all'epoca diede il via all'isteria collettiva (e tanto per non infierire aggiungiamo pure il fatto che il brano dei Kaoma era un plagio e dunque J.Lo in sostanza campiona un plagio).

Io quel brano non lo sopporto proprio e sono mio malgrado costretto a subirlo, però Pitbull che collabora mi piace a prescindere perché è orgogliosamente tamarro e comunque apprezzo il coraggio mostrato da Jennifer Lopez (o meglio, dal suo management – probabilmente lei ha tanta voce in capitolo sulle sue scelte musicali quanta ne ho io, cioè zero) sporcandosi le mani con quel maleodorante scarto della storia della musica & del costume comunemente detto “lambada”. Altri al suo posto avrebbero vinto facile recuperando i Technotronic oppure facendo una cover di Manchild di Neneh Cherry (tanto per citare a caso cose che andavano all'epoca), lei ha scelto la via più difficile e pertanto va rispettata anche se puntualmente quando parte la canzone io rischio di rigurgitare bombolone & cappuccino ed in sovrappiù devo sorbirmi i commenti bavosi del barista che si crede giovane quando in realtà giovane non lo è più da un bel pezzo. Tormentone dell'estate nonché pura avanguardia, solo chi ha il pelo sullo stomaco lo ascolta dall'inizio alla fine.

05 luglio 2011

FUMO TROPPA CIOCCOLATA (cit.)

Spero di averlo solamente sognato, ma qualche tempo fa mi pare di aver sentito in giro un nuovo singolo dance di Giorgia, una inascoltabile porcata kitsch con tanto di synth a zanzara e beat a martello. Ma chi glielo ha prodotto, Bob Rifo a.k.a. Bob Rifo dei Bloody Beetroots? Chi glielo ha fatto fare di fare una figura così, Capitan Findus (quello vecchio delle pubblicità originali, non quello ringiovanito che si vede da qualche anno a questa parte)? Giorgia era meglio quando fumava troppa cioccolata, era meglio quando io asportavo le lettere G ed I da un cartonato pubblicitario del suo disco allora appena uscito e lasciavo che si leggesse solamente la parola “orgia” per favorire le risate di chi passava davanti al negozio di dischi che sbandierava l'uscita del nuovo disco di Giorgia. Era meglio quando esistevano ancora i negozi di dischi e la gente non scaricava senza comprare (si limitava a noleggiare i cd e a copiarli su cassette al cromo) e non comprava senza ascoltare (si limitava a noleggiare i cd e a non copiarli se non piacevano). Secondo me il singolo dance di Giorgia non esiste nemmeno, troppo brutto per essere vero.

04 luglio 2011

FILE UNDER: DISAGIO GIOVANILE



Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero (cit.).
Io so che è vero anche se non ho le prove e tutti dicono che è stata colpa di Courtney Love: Kurt Cobain si è sparato dopo aver visto su YouTube il video in cui i Take That eseguono live una cover di Smells Like Teen Spirit. Quella dei Take That è una versione talmente brutta che Cobain ha sicuramente preso la decisione di togliersi la vita nel momento esatto in cui ha realizzato che i pantaloni indossati per l'occasione da Gary Barlow non sono di vera finta pelle ma di comunissimo vinile, eppure è una versione importantissima perché dice parecchio di cosa sono stati gli anni novanta e di cosa si racconterà ai propri nipoti quando si parlerà di questo decennio che in realtà è durato dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Barcellona del 1992 fino all'Undici Settembre 2001.

A settembre si celebrerà il ventennale dell'uscita di Nevermind ed uscirà una versione super-deluxe dell'opera in questione però nessuno si è mai soffermato sul fatto che i Take That per certi versi sono stati importanti a livello sociale quasi quanto i Nirvana, basta solo guardare le cose da un'altra prospettiva ed il gioco è fatto. E poi Robbie Williams non era presente nel video perché era già stato cacciato dalla band per problemi di droga, dunque tutto torna ed il disagio giovanile è sempre lo stesso.


(a proposito di disagio giovanile: una di noi Fergie dei Black Eyed Peas)

IN DROGA VERITAS



Morgan in un simil-berlusconiano collegamento telefonico con la trasmissione radio Un giorno da pecora ribadisce con grande eleganza che Vasco è morto artisticamente a 27 anni. Roba di giorni o settimane fa, ma sempre verità è. E la verità ti fa male lo so, soprattutto ai fan duri e puri di Vasco (non c'è nulla di male ad ascoltarlo, c'è di male a tirare le bottiglie ai gruppi spalla ed attaccare i detrattori del proprio idolo - i fan di Vasco non sono tutti così) e ai detrattori di Morgan (lo sono stato anche io per anni, ora mi son ricreduto e mi sento un uomo migliore). Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno e lo fa con grande arroganza, come è giusto che sia. Idolo totale, probabilmente strafatto, Morgan si produce in un intervento telefonico da antologia che sicuramente rimarrà negli annali, catalogato alla voce "persone che hanno detto la verità e per anni ne pagano le conseguenze".
Mica come Berlusconi che al consiglio nazionale del Pdl dice che dovrebbero fare un monumento a lui e/o al suo partito (sì, magari una lapide) e nonostante sia lì in carne ed ossa sembra sempre in collegamento telefonico perché è assente (per non dire di più) da parecchio tempo. Mica come Alponso Signorini (la P non è un refuso ma sta per l'iniziale di un termine assai sgradevole che io non uso mai ma viene utilizzato dai destroidi per indicare gli omosessuali - ed ovviamente alludo a questo termine senza usarlo perché Signorini approva che i destroidi lo usino, ragionamento contorto che rileggendo non riesco proprio a cogliere) che conduce un programma di cucina al quale prossimamente secondo me parteciperà pure Berlusconi nelle vesti di tacchino. O magari Vasco Rossi, nelle vesti di pensionato dalla carriera di rockstar.