30 settembre 2011

I CAN’T REMEMBER, GIVE ME A REMINDER / I COLLECT, I REJECT MEMORABILIA... MEMORABILIA


Viviamo in tempi che fingono di essere moderni ma guardano al passato in maniera inquietante, talmente inquietante che in questi giorni i negozi di dischi sono invasi dalle ennesime ristampe dell'intera discografia dei Pink Floyd (sarà la quindicesima ristampa, è ora di finirla di spennare quei poveri riccardoni che ci credono ancora e continuano a comprarle ignorando il fatto che ne possiedono già parecchie altre copie) mentre Tv Sorrisi e Canzoni regala a dieci euro i dischi più recenti dei Pooh (le edicole sono invase da un cartonato in cui sembrano imbalsamati e soprattutto sono in tre. Stefano D'Orazio è stato cancellato con Photoshop perché è un fratello che ha tradito, comunisti di merda). Si sono i riformati Blink 182 escono con un disco nuovo di zecca che è sublime in maniera imbarazzante oppure a scelta imbarazzante in maniera sublime, i Linea 77 ristampano Ketchup Suicide in occasione del suo decennale (e Rockit lo mette in anteprima esclusiva streaming sulle sue pagine – come cazzo fanno a dire di avere l'esclusiva di un disco uscito dieci anni fa? Io all'epoca l'ho messo in download anteprima esclusiva su Audiogalaxy, eppure non sono mai andato a dirlo in giro per avere successo con le ragazze) con relativo tour celebrativo al quale io presenzierò sicuro come è sicura l'esistenza di dio (con la d minuscola perché non sto parlando di Ronnie James Dio), Pete Doherty suona in dicembre a Bologna (non si sa se sul palco ci sarà lui, la sua salma oppure un cartonato a dimensioni naturali) in un ipotetico tributo alla sua figura di rocker che se vuole ha ancora tanto da dire e Vasco Vaffanculo Rossi non canta più ma ha scelto Facebook per farci conoscere la sua opinione(!) sui grandi problemi del mondo(!!). Tutto molto bello, dunque. Tutto molto moderno – come dicono quei culattoni raccomandati che vanno ai concerti solo per scattare foto o girare filmati che poi non guarderanno mai perché una giornata dura solo ventiquattro ore ed almeno sette/otto devi passarle a dormire, cazzo. La vita vera è altro.

In compenso, in America si sta svolgendo il processo al medico di Michael Jackson e sono state finalmente mostrate le foto del suo cadavere (di Jacko, non del medico che comunque i fan accaniti della superstar americana vorrebbero morto). Repubblica le ha prontamente pubblicate ovviamente apponendo un disclaimer riguardante la loro presunta capacità di urtare la sensibilità del lettore, eppure io osservandole non ho provato alcun fastidio (non posso dire che ho riso, perché direi una bugia di quelle che hanno le gambe corte) ma sono diventato maggiormente consapevole di una fatto che in passato avevo solo potuto ipotizzare perché non esistevano prove scientifiche: Michael Jackson sembrava più vivo nelle foto in cui era morto che in quelle in cui era ancora vivo e vegeto. O, meglio, sembrava più vivo in quelle che in tutte le altre foto degli ultimi suoi dieci/dodici anni di vita – e da lì è facile arrivare a concludere che Michael Jackson è l'unico artista che è riuscito a fare dischi postumi anche quando era ancora in vita, un vero e proprio record difficile da battere. Certo, magari Michael Jackson sarà stato anche la persona più buona del mondo (non lo metto in dubbio), però nel giudicare la sua figura, la figura del suo management e la sua musica degli ultimi dieci/dodici anni bisogna tenere conto anche di questo piccolo ma importante particolare. La potenza è nulla senza il controllo, diceva Tronchetti Provera – ed aveva ragione.

Concludiamo alla grande con Silvio Berlusconi che compie 78 anni (o 76? 77? 75? 82? Blink 182? 69? 90°? Il Viagra?) e li ha festeggiati alla grande dicendo che lui come i miti non ha età. Non male per uno che con tutti i problemi che affliggono l'Italia attualmente trova il tempo di dedicare un'ora e mezza del proprio prezioso tempo ad incontrare Sabina Began. Non male per le foto che sono recentemente uscite recentemente in cui Berlusconi è ritratto insieme a Sabina Began e a George Clooney in occasione di una cena elegante nella quale sicuramente si parlava del Darfur, immagini che hanno la stessa potenza mediatica delle foto del cadavere del povero Michael Jackson perché in un colpo solo demoliscono l'ottima reputazione goduta dal superliberal George Clooney agli occhi di certa sinistra salottiera italiana che perde sempre le elezioni (anche quelle di condominio, anche quando gareggia da sola) e mostrano un Silvio Berlusconi che sembra più vivo adesso di quando venti e passa anni fa il suo Milan batteva il comunismo vincendo la Coppa dei Campioni in finale contro la Steaua Bucarest.


29 settembre 2011

LA REPUBBLICA DI RIHANNA


Liberateci da Rihanna, che è dappertutto e francamente non se ne può più di vederla su qualsiasi sito di informazione (uno a caso, Repubblica) o in qualsiasi canale musicale in pose che – se solo non fossi fissato con il politicamente corretto – oserei definire pose da puttanone, per la precisione uno di quei puttanoni che solitamente vedevi una decina di anni fa nei video hip hop.

Ci mancava solo la sua collaborazione con Calvin Harris (definito da Repubblica “dj-mito” e non si sa neanche il perché – avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffé, o magari è per Acceptable in the 80s o a scelta per essersi fatto Kylie Minogue), ci mancava solo il contadino irlandese che rimane traumatizzato dopo averla vista durante le riprese di un video (che non abbia mai visto un po' di cellulite e due cosce che neanche Roberto Carlos quando giocava nel Real Madrid?). Ci mancavano le foto di lei appena sveglia, senza trucco e con l'alito tipo fogna di Calcutta (l'ho sentito perché Repubblica c'ha le foto in odorama). Ci mancavano altre cose che non sto qui ad elencare. Deve avere un management geniale Rihanna, riescono a piazzarla ovunque – mio blog compreso.

È ora di finirla. È ora di lasciare lo spazio alle cantanti vere come Avril Lavigne e Lapo Elkann (che non è una cantante, ma questa è una scusa per chiedermi che fine ha fatto Lapo Elkann e dunque vale lo stesso). Se lo meritano molto più di lei.

Propongo una moratoria sulla presenza di Rihanna nelle pagine di Repubblica.it, le donne che tempo fa lanciavano la campagna Se non ora quando? dovrebbero giustamente scandalizzarsi per la costante presenza di Rihanna mezza ignuda sulle pagine del loro sito/giornale di riferimento e di conseguenza appoggiare un'operazione del genere. O Rihanna è meno donna di Ruby & Silvio?

27 settembre 2011

ANDREA RONCATO È USCITO DAL GRUPPO


Ho iniziato a scrivere un libro sulla Paolino Paperino Band che uscirà per l'Arcana non appena sarà finito (probabilmente non avrà neanche una copertina perché voglio che esca subito e non si perda nemmeno un briciolo dell'urgenza dell'opera in questione – questione di principio), e lo sto facendo con pochissimi elementi concreti in mano dato che quando la Paolino raccoglieva tutta la sua discografia in Pislas e si scioglieva io ero davvero troppo piccolo per accorgermene veramente. Sto lavorando parecchio di fantasia e di sentito dire, ma nonostante tutto sono molto orgoglioso che mi abbiano chiesto di imbarcarmi in un'impresa di tale portata perché la Paolino è la Paolino e mai nessuno è stato così grande in Italia. Non vedo l'ora che se ne accorga pure Rockit, ci sarà da ridere.

Tutto questo non c'entra un cazzo con Andrea Roncato ma era bello dirlo tanto per alleggerire la tensione. Succede che ultimamente dormo poco perché sto sveglio a guardare i video su Canale Italia Musica (dove in realtà di notte fanno le pubblicità dei numeri sexy 899 a pagamento in luogo dei video musicali che uno si immaginerebbe di poter vedere su una tv musicale, magie del digitale terrestre, misteri della fede – misteri di Emilio Fede) e le televendite degli integratori alimentari per migliorare le proprie prestazioni sessuali, e succede che in una di queste televendite ho avvistato Andrea Roncato che si prodigava nello spiegare le virtù di un determinato-integratore-di-cui-non-ricordo-il-nome. Minchia però, Andrea Roncato. Non mi ricordavo più di lui, o meglio me ne ricordavo benissimo ma non credevo fosse finito così male (o bene, se lo pagano e se la sente fa bene), non credevo avesse bisogno di un integratore proprio lui, che ha sempre avuto la fama del grande chiavatore (e magari lo è ancora, e fa quelle televendite solo per i soldi – se lo pagano e se la sente fa bene) e che bene o male ha sempre fatto ridere tantissimo da solo o in coppia con Gigi Sammarchi (e quando non faceva ridere fingevi come si fa con gli anziani, in segno di rispetto) (a proposito, che fine ha fatto Gigi Sammarchi? Nessuno si ricorda mai di lui, quasi come il tipo moro degli Wham! di cui nessuno ricorda mai il nome). Ed il bello è che fa ridere anche nella televendita in questione, perché è impacciato come Stefano Accorsi quando faceva la pubblicità del Maxibon (tutt'ora Accorsi recita esattamente come recitava in quella terribile pubblicità, ed ogni volta in cui lo chiamano viene chiamato “il nuovo Mastroianni” il vero Mastroianni si rivolta nella tomba - ma questo è un altro discorso che non approfondirò mai).

Sono sicuro che Andrea Roncato come Stefano Accorsi arriverà a mettersi con una come Laetitia Casta, magari con l'aiuto degli integratori di cui sopra ed un film come Jack Frusciante è uscito dal gruppo come rampa di lancio. E scrivere “rampa di lancio” dopo aver parlato di integratori alimentari per migliorare le prestazioni sessuali può far partire una serie infinita di allusioni/doppi sensi, ma mi fermo qui altrimenti il MOIGE allerta la Polizia Postale e mi fa chiudere bottega in maniera quasi istantanea.


25 settembre 2011

LISTA DI PROSCRIZIONE, COSA CI VUOI FARE?


È finalmente uscita la prima lista-outing e francamente non si sa se ridere o piangere. Un elenco di dieci nomi che potrebbero essere stati scritti da chiunque pubblicate su un blog (qualche acutissimo giornale tipo Corriere della Sera l'ha definito blog-pirata, in realtà è un normalissimo blog su una piattaforma Wordpress), nessuno straccio di prova, nessuna spiegazione, nessuna foto a corredo della preziosissima lista. Praticamente, una versione minimal del cosiddetto metodo-Boffo applicata però in metodo uguale e contrario; può servire a far aprire gli occhi su un grosso problema, ma lo fa nel modo più sbagliato che ci sia e probabilmente causerà un grosso danno perché fornisce ai personaggi della lista un alibi per essere ancora una volta omofobi.

Comunque, fa davvero ridere leggere i nomi ed immaginare scenari apocalittici tipo Calderoli e Gasparri in una sauna, Formigoni e Letta in una cabina-armadio, Bonaiuti culattone et similia. Si possono passare ore ed ore ad immaginare combinazioni e situazioni oltre ogni limite di decenza (sempre che non si abbia di meglio da fare nella vita), però francamente lo si sarebbe potuto fare anche senza che ci fosse bisogno che qualcuno aprisse un blog apposito. Sarebbe stato meglio farlo in privato senza scomodare la rete e lasciare che questi personaggi di dubbio gusto vengano superati dal corso della storia e degli eventi – così come verrà superato Emilio Fede che dall'alto dei suoi lifting, dei suoi capelli finti, del suo fondotinta, della sua dignità, del suo grande giornalismo, di Raffaella Zardo che a quanto si dice non gliela dava, di Ruby introdotta nei festini ad Arcore ha avuto il coraggio di canzonare Nichi Vendola per la sua omosessualità (a proposito, perché non ha mai canzonato Lele Mora? C'entra forse la cresta sul prestito di Berlusconi?). Sarebbe stato meglio fare come ha fatto Nichi Vendola, che ha liquidato Emilio Fede con una risposta di gran classe ed ha proseguito per la sua strada. Un'alzata di spalle e via, problema eventualmente di (dico un nome a caso) Luca Volonté essere in pace con la propria coscienza.



IL NUMERO DI PLAYBOY CON STEPHANIE SEYMOUR


Siccome mi piace fare le cose in grande, copiaincollo direttamente da Bastonate. E rubo pure l'immagine, tanto visto che è una cosa celebrativa del ventennale dell'uscita di Nevermind non dovrebbe essere un grosso problema. Ovviamente concluderò mettendo un video a caso tanto per celebrare lo scioglimento dei R.E.M. (o degli R.E.M. per gli anglofoni), una grande band che si è sciolta in questi giorni ma a quanto pare avrebbe dovuto farlo almeno una decina di anni fa - o forse no, magari aveva ancora tanto da dare. Si diceva così pure di Michael Jackson, ma due giorni dopo c'è rimasto secco dopo una botta di Demerol e non è riuscito a fare il tour di rilancio.

Il numero di playboy con Stephanie Seymour
(possibile tributo in occasione del ventennale di Nevermind)

QUI c’è il pdf.

QUI c’è l’epub.

La copertina è di Giudit.

Il retrocopertina è di Tostoini.

L’impaginazione è soprattutto di Barabba.

La regia è di Bastonate.

i contributi sono di

Accento Svedese
Alex Grotto
Andrea Bentivoglio
Andrea Mancin
Arianna Galati
Aurelio Pasini
Bart Cosmetic
Capra – Gazebo Penguins
Daniele Funaro
Daniele Piovino
Daniele Rosa
Davide Bolzonella
Diego Peraccini
Elena Marinelli
Emiliano Colasanti
Enrico Veronese
Enzo Baruffaldi
Federico Bernocchi
Federico Guglielmi
Federico Pucci
Federico Sardo
Francesca Fiorini
Francesco Farabegoli
Francesco Russo
Germana Maffucci
Giampiero Cordisco
Giovanni Pontolillo
Giuditta Matteucci
Giulia Blasi
Giuseppe Mancuso
Irene Musumeci
Jacopo Cirillo
Livia Fagnocchi
Luca Benni
Marco Braggion
Marco Caizzi
Marco Delsoldato
Marco Kiado
Marco Manicardi
Marco Pecorari
Marina Pierri
Massimo Fiorio
Matteo Cortesi
Matteo Zuffolini
Mattia Meirana
Nicola Berto
Paolo Barbieri
Paolo Belardinelli
Paolo Grava
Paolo Morelli
Pop Topoi
Ramona Norvese
Ray Banhoff
Renato Angelo Taddei
Roberta Ragona
Roberto Bargone
Roberto Recchioni
Robertz Vinx
Simone Rossi
Solo Macello
Tatiana Traini
Tito Faraci
Tommaso Belletti
Valerio Spisani
Vanessa Carmicino

Si è sciolto Michael Jackson, dopo più di due anni (ma sembrano dieci o venti perché nessuno si ricorda più di lui) il suo corpo plastico dovrebbe essersi sciolto. Viva Michael Jackson! Ciao R.E.M., ci mancherete.



Peraltro la ristampa-cofanetto celebrativo di Nevermind è già disponibile in download pirata, direi che è d'uopo procurarsela illegalmente perché costa un sacco e con i tempi che corrono (siamo in tempi di Iva al 21%, la situazione è seria) bisogna risparmiare.

23 settembre 2011

Get Out Of Your Lazy Bed

Gira già da un po' il leak del nuovo disco di Blink 182 e – diciamolo fuori dai denti – pensandoci bene ne vien fuori che quella della reunion dei Blink 182 è un'operazione talmente raccapricciante che l'idea di far uscire un singolo inedito di Amy Winehouse il giorno del suo compleanno non è nulla al confronto. Pura necrofilia, e lo dico non avendo nemmeno ascoltato né il disco della pur simpatica band californiana né il singolo della recentemente morta cantante inglese.

Si sentiva davvero il bisogno di un ritorno di una band del genere? Non era meglio lasciarla consegnata all'album dei ricordi relativi quel periodo a cavallo tra la fine dei 90's e l'inizio degli Anni Zero, un'epoca in cui visto che ce l'avevano fatta i Blink sono spuntate una miriade di band italiane che ci hanno provato (Sun Eat Hours, Succo Marcio et similia) ed una rivista che su quella musica e quelle band ci ha campato alla grande (Rocksound, che costava diecimila lire e ti regalava pure un cd sampler)? Non era meglio lasciare Travis Barker alle sue collaborazioni eccellenti, ai suoi reality su Mtv e ai suoi crash quasi mortali in elicottero? Non era meglio lasciare gli altri due al loro destino fatto di nuove band che non son mai riuscite a replicare il successo ottenuto anni prima sulla scia di un video in cui correvano nudi per strada?

E invece ce li sciropperemo tutti e tre, invecchiati ma ancora parecchio combattivi. Suoneranno a luglio 2012 in un concerto annunciato addirittura due anni fa e poi rinviato (probabilmente è il concerto annunciato con il maggior anticipo nella storia della musica) e quasi quasi ci andrò, in ricordo delle bottiglie che non ho mai lanciato loro durante quella celeberrima esibizione a Bologna interrotta dopo solo sei brani (me ne sono andato prima che suonassero ed ancora lo rimpiango, ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire perché altrimenti dovrei dire che a quel festival ero entrato scavalcando i cancelli). Se Ernesto Assante scrive sul suo blog un post sul nuovo disco dei dEUS e lo fa sparire nel nulla il giorno dopo perché per errore ha linkato i brani in download gratuito (la cache della pagina comunque esiste ancora, che te lo dico a fare? Non c'è bisogno di giustificare la scomparsa della pagina favoleggiando di anteprime che duravano un solo giorno...) perché non posso andare a sentirmi i Blink dal vivo anche se all'epoca non mi son mai piaciuti? E se Lou Reed ed i Metallica se ne escono con una collaborazione che potenzialmente è molto più necrofila di tutti gli inediti di Amy Winehouse che usciranno in futuro, perché deve fregarmene qualcosa se una simpatica band che ha ottenuto successo dieci anni fa si riunisce per guadagnare ancora un bel po' di soldi? Al loro posto lo farei anche io, senza nessun rimorso.


20 settembre 2011

IL CICLISMO È UNO SPORT DI POPOLO, LA CULTURA NO


A memoria d'uomo non ricordo nulla di più ridicolo del Giro della Padania, giro ciclistico di una nazione che non esiste o che, se per caso esiste, è roba talmente di infimo livello da avere cittadinanza solo nella testa di Umberto Bossi, uno che venti e passa anni fa agitava il cappio contro i ladri in Parlamento (in senso figurato, anche perché in realtà quella volta ad agitarlo era Orsenigo) ed oggi ovunque vada è accompagnato dai congiuntivi in libertà di suo figlio Il Trota e da un partito in lenta ma costante dissoluzione (o ancor meglio decomposizione).


Eppure questo giro ciclistico è stato corso (non so nemmeno chi ha vinto, non me ne frega nulla – forse ha vinto Francesco Moser dopo essere andato a fare il tagliando da Conconi) ed ha avuto parecchia visibilità, ma almeno il concetto stesso di Giro della Padania è stato contestato duramente ad ogni tappa e dunque non tutto il male vien per nuocere. Mi chiedo solo se per finanziare un'operazione del genere siano stati utilizzati soldi pubblici - perché se così fosse sarebbe parecchio grave (soprattutto in virtù del fatto che si è preferito privilegiare la Padania e non Gotham City, Topolinia, Flatlandia o la cittadina immaginaria in cui è ambientato il gioco del Monopoli) – ma non devo farmi troppi problemi visto che se per caso fossero stati utilizzati soldi pubblici di certo Umberto Bossi non verrebbe a raccontarlo proprio a me. Al limite al suoi elettori che pagano le tasse, e sarebbero dolori.

Ecco, quando tra qualche mese la Lega sparirà dal panorama politico italiano (o per lo meno, sparirà la Lega così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi) e qualcuno dovrà spiegare il momento esatto in cui la Lega ha raggiunto il punto di non ritorno potrà facilmente dire che la Lega è morta durante il Giro della Padania, magari quando si è trovata ad affrontare la salitella di Viale de Amicis (nominata poi tragicamente "cima del Diavolo" per l'immancabile e terrificante tempesta teatro di ogni Gran Premio della Montagna. Nell'epicentro, 50 gradi sotto zero!) e si è resa conto di non avere più le forze per farcela ad affrontare la volata. Ha iniziato ad arrancare quando ha fatto eleggere Il Trota al Consiglio Regionale della Lombardia (congiuntivi sbagliati, sapiente uso del termine “scii”, filmati in cui spiega l'importanza dei social network, diecimila euro al mese) ma è finita proprio lì, durante quella corsa ciclistica in un paese inestente.

Il fatto che il bravo giornalista teròne filo-leghista Gianluigi Paragone venga intervistato questa settimana da Vanity Fair e (tra le altre cose) dica che nella querelle Vasco Rossi-Ligabue lui difende a prescindere Vasco Rossi perché Ligabue è provinciale è un fatto di secondaria importanza, anche perché nello stesso numero di Vanity Fair i Misfits vengono definiti “i fondatori dell'horror-punk” (che cazzo vuol dire poi?) e dunque spesso e volentieri ciò che questo settimanale dice in ambito musicale non va preso troppo in considerazione. Vanity Fair lo compri per le tette nelle pubblicità e per la rubrica di Barbara Palombelli (che questa settimana se la prende addirittura con il sesso estremo, brrrr!), non di certo per la musica.

19 settembre 2011

UN MATTO (dietro ogni scemo c'è un villaggio)



Grandissimo Don Gallo, che al minuto 5:40 di un estratto da una tesissima prima puntata di In Onda arriva addirittura ad offrire a Berlusconi di ospitarlo nella sua comunità per curarlo ed aiutarlo. Visto in diretta, credo di non aver mai riso così tanto in vita mia. Dalle intercettazioni sta venendo fuori talmente tanta merda che probabilmente saranno proprio le risate e i grandi uomini come Don Gallo a spazzare via lui e tutte le caste varie (di destra e di sinistra - non dimentichiamolo mai) che attualmente infestano il Parlamento e che non hanno fatto altro che coprirlo (direttamente o indirettamente) per proteggere i loro privilegi.

E la faccia che ha fatto (il pur decente) Martino quando Don Gallo ha detto quella cosa? Da ridere tantissimo pure quella, con in sovrappiù il fatto che Martino si permetteva di sfotterlo pur non avendo i titoli per farlo (e quindi ridere alla faccia di Martino rappresenta una soddisfazione ancor più grande). Ed i successivi suoi tentativi di difendere l'indifendibile arrampicadosi sugli specchi? Inqualificabili, talmente inqualificabili che pur di difendere il mio stipendio mensile di 15mila euro li farei anche io - ma a pensarci bene dopo mi sentirei male e dunque non li farei, soprattutto in virtù del fatto che stanno tentando di coprire un pauroso deficit di bilancio aumentando l'Iva dal 20% al 21% (sai che paura quando tra un paio di mesi i consumi crolleranno e ci saranno ancor meno entrate fiscali rispetto al passato?).

Tutti a casa, nessuno escluso (seguono urla e strepiti alla Beppe Grillo, panza alla Beppe Grillo, conto in banca alla Beppe Grillo).

18 settembre 2011

ABBIAMO BISOGNO DI CREDERE (ANCHE) NEI MARZIANI (cit.)



Sto ancora cercando di digerire la cena di venerdì, e tutto perché mentre mangiavo ho avuto la sventura di imbattermi in una scena televisiva del tipo Antonio Di Pietro e Nichi Vendola ospiti al tg di La7 e mi si è bloccato tutto - roba da Idraulico Liquido o giù di lì. Sto malissimo.

Li ho visti molto entusiasti per tutta la faccenda del Nuovo Ulivo, ma non ho capito nulla di ciò che han detto perché uno parla un italiano troppo complicato (per il sottoscritto, ma credo anche per tanti altri) mentre l'altro si esprime a gesti e non parla proprio italiano: non ce la facciamo proprio a trovare qualcuno che parli un italiano normale, eh? L'uomo della strada che cazzo ha capito dopo quell'intervista doppia al tg di La7? Nulla (e perfino Mentana era allibito).

E non dimentichiamo che c'è sempre Bersani che sembra uno che si trova lì per caso, appena fuggito dal retrocucina di una Festa de L'Unità a caso - reparto frittura. "Oh ragàssi, son appena arìvato... stavo finendo di friggere le patatine! Cosa stavamo dicendo? Ah sì... Berlusconi dovrebbe dimettersi!" ed intanto nessuno sa nulla di quali siano i programmi per questo benedetto dopo-Berlusconi. Si sa solo che hanno avuto un'idea geniale ed hanno riesumato l'Ulivo, ma non si sa per che cosa o per chi (anzi, si sa: per loro, per mantenere la poltrona). Facce nuove non ne vediamo neanche a cercarle col lanternino.

Al prossimo giro elettorale Berlusconi vince di nuovo anche se tra poco sarà costretto a rifugiarsi ad Antigua.

16 settembre 2011

L'ULTIMA SIGARETTA, MICCIA AL TABACCO, E POI IL MIO TRONO ESPLODERÀ



Ieri mattina un tizio al bar mi ha chiesto cosa ne pensavo dello shibari e dei recenti fatti di Roma ed io non ho saputo cosa rispondergli. Praticamente ho fatto scena muta (anzi no, sono scoppiato a ridere rovesciandogli addosso metà tazza di cappuccino), ma sono giustificato perché fondamentalmente di quelle cose non me ne frega nulla, non so cosa siano perché sono ignorante e non vedo perché se ne debba parlare al bar tra un croissant ed una bestemmia del barista. Ognuno fa ciò che vuole e non è giusto sbattere uomini e donne/vivi e morti in prima pagina solo per criminalizzare un'abitudine sessuale diversa dall'ordinario, ma non è nemmeno giusto violare la altrui proprietà privata per andare ad appendersi alle travi di un garage – dunque siamo pari ed allora ognuno faccia ciò che vuole ma lo faccia a casa propria, protetto dal rassicurante tepore delle sue quattro mura.

Elementare no? Non capisco perché una cosa del genere non l'abbia detta una testa fine come – cito un nome a caso - il Ministro Giovanardi, che forse è troppo impegnato ad invocare il boicottaggio di Madonna perché ha osato esprimere la sua opinione su quel culone inchiavabile del Presidente del Consiglio (la querelle Madonna-Giovanardi: sembra una bestemmia invece purtroppo è la realtà) ed allora non ha tempo per pensare a cose del genere. O magari la Santanché, anch'essa (ella? è una cosa o una persona? Non lo so, sono ignorante) troppo impegnata ad invocare il boicottaggio di Madonna (la querelle Madonna-Santanché, altra bestemmia oltre i confini dell'umana capacità di immaginare bestemmie. Se mostri a Madonna una foto della Santanché e le chiedi chi è ti risponde chiedendoti la tariffa del chirurgo plastico). O ancor meglio Ignazio La Russa, che ultimamente è talmente impegnato che ha sentito il bisogno di prendersela in maniera piuttosto violenta ed arrogante con la Juventus, come se lui fosse un dirigente dell'Inter o qualcosa di simile e non ci fossero problemi ben più gravi in Italia e nel mondo di uno scudetto tricolore da cucire sulle maglie dopo aver terminato il campionato al primo posto in classifica.

Sono parecchio stanco di pagare lo stipendio a questa gente qua, anche se in fondo La Russa lo rispetto perché è simpatico ma soprattutto perché suo figlio Geronimo a fine anni novanta suonava la batteria negli Stuntplasticpark ed era un tipo davvero ganzo (cosa gli è successo in seguito? Ha conosciuto Red Ronnie?). Vorrei smettere di pagare le tasse, ma ho troppo senso civico e non me la sento di arrivare a tanto. Ad occhio e croce mi limiterò a non ascoltarli, più o meno come faccio da parecchio tempo a questa parte. Mica sono Beppe Grillo, io.

15 settembre 2011

BACK FROM THE GRAVE Special Edition: il ventennale dell'uscita di Nevermind dei Nirvana

Dunque, dove eravamo rimasti? A Kurt Cobain che si spara e alle miriadi di dischi postumi che sono usciti per celebrare il nome Nirvana. A Courtney Love che ha goduto di un effimero boom sul finire dei 90’s salvo poi trasformarsi in una mummia al botox e a Dave Grohl che si è rilanciato alla grande con i ganzissimi Foo Fighters ed è ancora sulla cresta dell’onda dopo quindici anni. A Krist Novoselic che tenta l’avventura Sweet 75 ma non replica il colpo riuscito a Grohl ed allora prova di buttarsi in politica con i Democratici. Ai tanti gruppi-clone che per un attimo ce l’hanno fatta (uno su tutti? I Bush) senza particolari meriti se non quello di una “somiglianza” ai limiti del plagio con il terzetto di Seattle e alle decine di dischi (e, più in generale, di gruppi musicali) che senza “Nevermind” non sarebbero mai nati o comunque non avrebbero mai goduto della stessa esposizione mediatica. All’impatto che questo disco ha avuto, continua ad avere ed avrà in futuro.

Ecco, visto che tutto è già scritto su “Nevermind” e non ho voglia di copiarlo solo perché è il ventennale della pubblicazione ed esce una super-ristampa megadeluxe, non spreco battute invano dicendo che l’album in questione è la summa perfetta di certo alternative rock (Pixies, Melvins, Flipper, Vaselines, l’eroina) e cristallina sensibilità pop ma proseguo indicendo seduta stante un concorso (anzi due) in cui non si vince nulla ma almeno si pensa: quale sarebbe stato il corso della musica moderna se “Nevermind” non fosse mai uscito? E quale sarebbe stato il corso della musica moderna se Kurt Cobain non si fosse mai ucciso? La prima domanda ha risposte troppo scontate e dunque non la prendiamo neanche in considerazione (anche perché vent’anni di gruppi tipo Guns n’Roses, Poison ed Ugly Kid Joe non riesco a reggerli neanche se provo ad immaginarli), procediamo allora con la seconda. Se Cobain non avesse premuto il grilletto i Nirvana sarebbero diventati una specie di R.E.M. con più dolore dentro, avrebbero fatto un altro paio di album senza mai cadere nel banale poi stop.

Dopo lo scioglimento Kurt Cobain non si sarebbe rivelato un Chris Cornell qualunque ma avrebbe intrapreso una non scontata carriera solista e sarebbe stato elevato al rango di grande cantautore, mentre i Foo Fighters avrebbero goduto di molta meno visibilità, avrebbero fatto alcuni buoni album senza essere troppo considerati e si sarebbero fermati lì. Krist Novoselic sarebbe diventato una sorta di icona liberal e sarebbe arrivato ad essere vice di Obama al posto di Biden, mentre non ci sarebbe stata nessuna reunion dei Nirvana, nessuna invasione ciclica di gruppi-clone dei Nirvana e nemmeno nessuna reunion ai limiti della necrofilia come quelle di (pesco a caso dal mazzo) Soundgarden, Smashing Pumpkins e Stone Temple Pilots. Probabilmente il mondo sarebbe anche un posto migliore dove vivere, ma quest’ultima affermazione purtroppo non sarei disposto a ripeterla sotto giuramento.

(IFB)

12 settembre 2011

BACK FROM THE GRAVE Vol. 2: Jane's Addiction - Irresistible Force



Sensazionale: viene data per ormai certa la reunion degli Oasis con una line up che vedrà – oltre ai soliti fratelli Gallagher – Danny Lavitola al basso, Quentin Tarantini alla chitarra, Lapo Elkann alla tromba a pelo e la salma di Mike Bongiorno alla batteria. Son curioso di scoprire se scriveranno anche qualche pezzo nuovo o se proporranno sempre le solite cose che tanto piacciono ai fan degli Oasis (ed occasionalmente anche a me), speriamo solo che sul più bello non cambino idea perché sarebbe tanto bello nel ventennale di Nevermind dei Nirvana poter rivedere anche gli Oasis (magari tronfi come ai bei tempi, il che non guasterebbe). In fondo, se continuano a suonare i Jane's Addiction perché non possono farlo anche gli Oasis? Se i Jane's Addiction hanno ancora il coraggio di proporsi può farlo chiunque.

Ma in definitiva, c'è qualcuno che si caga le cose nuove dei Jane's Addiction? A me se per questo non piacciono nemmeno quelle vecchie, però ho sentito l'ultimo singolo ed istantaneamente ho avuto un blocco digestivo (oltretutto ero a stomaco vuoto, il che non è da sottovalutare) dal quale mi sto riprendendo a fatica in questi giorni e per il quale ho perfino rivalutato i Coldplay più segaioli (cioè quelli degli ultimi due, tre album). Ci vuole davvero molto coraggio ad ascoltare i Jane's Addiction del 2011 e a farseli piacere.

Minchia però, ma chi glielo fa fare di andare ancora in giro a suonare? Le bollette da pagare? Il metadone? Gli alimenti da pagare alle ex mogli? Non lo so, son cazzi loro. Quello che so è che tra cazzi e smazzi questa reunion va avanti da troppo tempo, Dave Navarro ha ormai assunto le sembianze di un junkie con il botox al posto dell'eroina (tra l'altro, memorabile il reality show nel quale fingeva benissimo di essere etero e doversi sposare con quell'altro relitto degli anni novanta chiamato Carmen Electra – punto più alto e nello stesso tempo punto più basso della sua luminosa carriera), Perry Farrell c'è talmente rimasto sotto che non si rende nemmeno conto di essere una parodia vivente del Perry Farrell dei bei tempi che furono, il batterista nei video non lo inquadrano mai e dunque non esiste (ad occhio e croce direi che é lo stesso della line up originale). La bella musica è la grande assente, e non basta l'aver preso come bassista Duff McKagan - uno che è un ex in tutto e per tutto però avrà sempre la mia stima per essere (a memoria d'uomo) l'unica rockstar che ha rischiato di lasciarci le penne per essersi sparata della birra in vena (probabilmente la birra Duff dei Simpson ha preso il nome da lui) – a salvare la situazione. Quella dei Jane's Addiction è forse la reunion più indecente di tutti i tempi, ma magari ce ne sono anche di peggiori ed io non lo so.

Perché non arrendersi all'inesorabile scorrere degli anni? Perché non fermarsi anche se in ritardo? Ridateci i Porno For Pyros e magari ridateceli con Duff McKagan al basso - che fa davvero troppo ridere come personaggio – oppure non ridateci nulla che forse è anche meglio.


11 settembre 2011

LA VITA NON È UN FILM

Non so cosa avrei dato per essere alla Mostra del Cinema di Venezia quando veniva proiettato il film su Vasco Rossi e vedere le facce dei giornalisti stranieri presenti all'evento. Avranno capito chi è quel panzone avvinazzato o staranno ancora ponendosi domande a riguardo? Avranno capito che è un cantante o l'avranno scambiato per il forever young che frequenta il bar sotto casa mia e comincia con gli aperitivi alle dieci di mattina? Si saranno resi conto che sono fortunati visto che uno del genere fuori dall'Italia non può esistere? Si staranno chiedendo perché uno del genere ha successo solo in Italia e all'estero no? Staranno pensando che all'estero uno del genere non lo farebbero nemmeno entrare ad un concerto, figuriamoci cantare? Staranno ridendo del fatto che quando Vasco Rossi fa i concerti a Londra ci vanno solo gli italiani? Staranno ridendo di quegli italiani che partono dall'Italia per andare a vedere Vasco Rossi a Londra e che da buoni italiani applaudono quando l'aereo atterra?

Non so rispondere (vorrei tanto saperlo/potrei continuare a pormi domande all'infinito ma mi fermo qui), però se perfino Repubblica (organo ufficiale di quella sinistra che contesta tanto Berlusconi ma non si sforza di proporre una soluzione alternativa) ha affermato che questa estate è stata sicuramente segnata da Vasco Rossi e dalle cose-da-neuro che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un fondo di bontà nella figura del Blasco ci dovrà pur essere. Sforziamoci di trovarlo.

Ecco, mi sono sforzato e non ho trovato nulla se non che Vasco Rossi almeno non si deturpa il viso con il botox per cercare di sembrare giovane (a differenza – chessò – di Madonna che, vista alla Mostra del Cinema di Venezia, per colpa del botox ha assunto sembianze inquietanti) ma soprattutto che in tema di diritti civili Vasco Rossi ha idee molto più moderne e progressiste del suo fan medio. Ed è questo ciò che conta, tutto il resto è game over (come diceva tempo fa un altro forever young che un giorno verrà studiato in laboratorio perché è impossibile avere cinquant'anni e sembrare così giovani, ossia Ringo).

Non vedo l'ora di andare al cinema e vederlo questo benedetto film su Vasco Rossi, così assieme al film potrò vedere orde di fan che ruttano, emettono fragorosi peti all'odor di piña colada, rollano canne e fanno il singalong quando partono i superclassici. Probabilmente sarà la volta in cui riderò di più in vita mia.

10 settembre 2011

BACK FROM THE GRAVE Vol. 1/bis: Silvio Berlusconi che parla alla festa di Atreju

Torna Berlusconi dopo circa quindici giorni di assenza dagli schermi televisivi (ed incidentalmente anche dal Parlamento) e lo fa in grande stile: di nero vestito, dimagrito, incipriato, con lo sguardo modellato dal botox e dalla chirurgia estetica, ha parlato di fronte alla platea di Atreju [*] sfoderando il solito corredo di frasi che ripete da quasi vent'anni cercando più di convincere se stesso che gli altri della bontà del suo pensiero. In realtà è morto da qualche anno - sia politicamente che fisicamente - ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirglielo, perché se dici qualcosa che non sta bene a Berlusconi rischi di finire per giorni e giorni in prima pagina su Libero e Il Giornale (su Il Foglio no, perché in prima pagina non ci sono foto dunque non lo noterebbe nessuno), e finire in prima pagina su fogli di cul-to del genere è pericolosissimo per la salute.

Giuro, quando l'ho visto al telegiornale ho avuto paura. Non delle cose che ho detto (che comunque sembravano provenire da un altro pianeta/dalla mente di una persona che non vive nel mondo reale), proprio di lui - di com'era vestito, di come era conciato, dei capelli (o meglio, dei non-capelli pitturati col bitume), del fatto che va a dire in giro che ha ragazze di vent'anni e lo fa senza nessuna vergogna ecc. ecc. Come può un uomo di quasi ottant'anni ridursi così? Come riesce a non prendere atto del proprio fallimento fisico e personale?

La risposta dopo la pubblicità.





[*] qualcuno poi un giorno mi spiegherà perché la festa dei giovani del Pdl si chiama così e se per scegliere il nome ci si è ispirati al protagonista di La storia infinita oppure alla terrificante metalcore band americana. Sono anni che non ci dormo sopra.

09 settembre 2011

HASTA LA SAMPDORIA SIEMPRE

Meno male che riparte il campionato, altrimenti io alla domenica pomeriggio non avrei avuto più nulla da fare e sarei stato costretto a trovarmi un hobby nuovo. E meno male che Berlusconi ha cambiato la legge sul contributo di solidarietà così i calciatori hanno fatto rientrare lo sciopero ed al loro posto pago io con l'aumento dell'Iva dal 20 % al 21% e con il fatto che tanto in pensione non ci andrò manco per il cazzo. Lavorare fino a centoventi anni e crepare sulla scrivania mentre Francesco Totti continua come se nulla fosse a fare da testimonial alla Vodafone e ad indossare la maglia della Roma sponsorizzata da Wind, altroché scherzi.

Chi vince quest'anno? Il Trota durante una tappa del Giro di Padania mi ha detto Milan, ma poi è stato colpito da un budino al letame lanciato da un militante del PRC ed è stato costretto a cambiare repentinamente idea. Vince l'Inter, che col ritorno di Mourinho, Bergkamp, Aldo Serena ed addirittura Ruben Sosa si presenta ai nastri di partenza con un organico di prima qualità (organico non nel senso di nucleo di giocatori come tutti sarebbero portati a credere ma di materiale organico di rifiuto) in grado di intimorire tutte le rivali. Seconda arriva la Juve, che da quando in panchina ha il parrucchino di Antonio Conte (uno che non ha mai avuto così tanti capelli neanche quando era un ragazzino) e la salma di Luciano Moggi (uno che non ha mai avuto così tanti capelli neanche quando era un ragazzino ed era vivo), a ruota tutte le altre in ordine di simpatia e di numero di abitanti della città in cui è sito il loro terreno di gioco.

Non vedo una partita allo stadio dal 1994, direi che ne vado fiero.

Un disco su cui non avrei scommesso un centesimo: THE RAPTURE - IN THE GRACE OF YOUR LOVE

Fa davvero impressione pensare che i Rapture sono in giro da tredici anni e si parla di loro da nove. Il tempo passa e nessuno può fermarlo, nessuno ci prova e cose che un tempo sembravano fichissime anni dopo dimostrano tutti i loro limiti. O magari a volte succede (molto raramente a dire il vero) il contrario, e cose che sembravano così così si dimostrano fichissime o (ancor meglio) si evolvono alla grande, rimediando agli errori/alle ingenuità iniziali ed uscendone da fuoriclasse.

Tanto per dire, qualche tempo fa in libreria ho rubato un numero di Rumore del 2002 in cui i Rapture venivano presentati come next big thing sulla scia di “House Of Jealous Lovers”, singolo che ha fatto (ri)nascere quella voglia funk-punk che ancora oggi non accenna a placarsi in tutte le sue varianti più o meno di valore. Leggere quelle cose mi ha fatto pensare parecchio: i Rapture nell’arco di nove anni son passati dall’essere gruppo sulla bocca di tutti ad essere un gruppo di cui nessuno si ricorda più, e nel frattempo il mondo musicale è cambiato parecchio e lo ha fatto ad una velocità che all’epoca di quella vecchia copia di Rumore non era assolutamente prevedibile. Escono troppe cose e non ci si sofferma troppo ad ascoltarle oppure è diventato troppo facile far parlare di sé creando alte aspettative salvo poi deluderle con un disco fatto di un paio di singoli e tanti riempitivi? È diventato troppo facile far musica oppure è diventato troppo facile ascoltarla? Non so assolutamente rispondere, non sono un indovino.

Comunque oggi che siamo nel 2011 i Rapture se ne escono con “In The Grace Of Your Love”, un gran bel disco talmente onesto da risultare commovente, talmente differente da ciò che lo ha preceduto da sembrare sperimentale, talmente libero da pressioni e gabbie mentali varie da rasentare l’inspiegabile (sempre se paragonato al resto della produzione dei Rapture. C’è roba ben più ardita in giro, voglio che venga messo agli atti). Come hanno fatto a ripartire nonostante il mancato raggiungimento del Grande Successo di Pubblico che tutti nove anni fa pronosticavano? Dobbiamo scomodare i RIS di Parma per indagare sul caso o ci accontentiamo di ascoltare musica senza tante menate? Secondo me non c’è altra spiegazione se non quella della cosiddetta ultima spiaggia, ossia il classico disco frutto della ritrovata voglia di suonare, nel quale è stata buttata dentro ogni idea e poi il lavoro del produttore (che in questo caso è Zdar dei Cassius) ha fatto il resto, in attesa di vedere se la va o la spacca, se si può proseguire o se la corsa finisce qui e tanti saluti, è stato bello conoscerti.

Visti i risultati, per me la corsa dei Rapture può e deve proseguire. “How Deep Is Your Love?” ed il suo riuscito tentativo di far risuonare la disco da Studio 54 ai Television e ai Velvet Underground, i krautismi vari ed eventuali in salsa Animal Collective di “Bluebird”, i Cassius in botta dance Est-Europa like Dragostea armati di filtri et altri effetti assortiti di “Come Back To Me”, lo stomp tipo Goldfrapp del secondo album-flop “Black Cherry” di “Miss You”, gli U2 più puttani che mai di “Children”, i Klaxons di “Sail Away” ed un calcio in culo a tutta la presunta ondata nu-rave. Sono brani che non si regalano a nessuno e rendono “In The Grace Of Your Love” opera da ascoltare con molta attenzione, senza preconcetti di sorta. Ci si entra a poco a poco e poi uscirne diventa impossibile, davvero non ci avrei scommesso nulla.

(IFB)

07 settembre 2011

BACK FROM THE GRAVE Vol. 1: East 17 – Secret Of My Life



Ha ragione Simon Reynolds (e lo dico sulla fiducia, senza nemmeno aver ancora letto Retromania): ormai nella musica non si inventa più nulla, tutto è già stato detto e fatto, non c'è più voglia di uscire dagli schemi, si vive ancorati nel passato, si vive in una continua rielaborazione del passato, una reunion non si nega a nessuno (che poi queste sono riflessioni mie, ma le attribuisco a Simon Reynolds sulla fiducia, in un mio personale delirio di onnipotenza).

Tanto per dire, qualche giorno fa ho acceso la tv, mi sono sintonizzato su uno dei tanti canali musicali di regime che è possibile trovare sulla piattaforma del digitale terrestre ed ho scoperto un video nuovo degli East 17 – giungendo dunque alla conclusione che anche gli East 17 si finalmente sono riuniti e nessuno può fermarli, nessuno ci prova. Esemplare a proposito il commento di un utente inglese al video su YouTube:

Nice to c east 17 back but seriously...with no brian... no chance man...hope that you guyz sort out the differences among you and make it back as the real EAST 17...u know wat i mean...us fans will be of most grateful and albums will be sold... and believe me.. east 17 still have millions of fans around the world.. all of the 80z generation but still as a loyal fan for 2 decades now guys best of lucks”,

il che, tradotto alla lettera con Google Translate (perché non ho voglia di sbattermi a tradurla parola per parola io, ma soprattutto perché il tipo inglese scrive in maniera piuttosto approssimativa ed è giusto lasciare intatto il suo pensiero), suona più o meno come un perentorio:

Bello c est 17 ​​schiena, ma sul serio ... senza brian ... nessun uomo caso ... speriamo che si ordina guyz le differenze tra voi e renderla di nuovo come il vero EAST 17 ... u know wat voglio dire ... ci fan saranno di molto grato e album sarà venduto .. . e credetemi .. East 17 sono ancora milioni di fan in tutto il mondo .. tutti della generazione 80Z ma come fan leali per 2 decenni ragazzi di fortune migliori”.

Il tipo inglese (o magari è scozzese, buon per lui) ha ragione: il video è un pastone indecente di immagini estive con protagonisti quattro ragazzi la cui figura è stata deformata dal tempo (ma non dal botox), talmente inguardabile che la prima volta che ho avuto il piacere di vederlo non son riuscito nemmeno a capire se Brian Harvey fosse o no della partita (almeno tre comparse del video somigliavano a lui, o a come potrebbe essere diventato dopo anni di abusi ed un presunto tentativo di suicidio gettandosi fuori dall'auto che guidava a passo d'uomo) ed eventualmente se fosse stato ingaggiato un sostituito (ho dovuto consultare Wikipedia per averne la conferma) per colmare il vuoto o se invece fosse stato utilizzato un cartonato a mo' di monumento al Brian Harvey che fu. Ed il brano che accompagna il video non è meglio: una sbobba informe che sta esattamente a metà strada tra gli 'Nsync e quella scoreggia atomica di Bruno Mars, suoni che dovrebbero allietarti l'estate e/o prolungarne gli effetti benefici anche durante l'autunno e l'inverno ma riescono solamente a farti pensare a quanto siano inutili certe reunion fatte sulla scia di altre reunion ben più prestigiose. Ed il bello che gli East 17 riformati hanno intrapreso un tour inopinatamente intitolato "Back To The Future Tour" e minacciano un album nuovo di prossima uscita. Non chiedevo altro.

A questo punto spero anche in una reunion degli 'Nsync con un sostituto di Justin Timberlake ed in una reunion dei Backstreet Boys (che si sono già riuniti, ma non se ne è accorto nessuno). Ce lo devono.

05 settembre 2011

Non è troppo lungo, ma dicono sia largo (cit. la didascalia di una foto di un pene che esce cercando "Il lungo e il largo" su Google Images)

È iniziato il mese di settembre e tutti son già lì a dire che l'estate è finita e bisogna iniziare a pensare ai regali di Natale. A parte che bisogna essere un minimo ottimisti altrimenti si finisce ad ascoltare i Mogwai e non se ne esce mai più, a parte che ci sono ancora poco più di due settimane di estate da vivere alla grande, però la vera fine virtuale dell'estate coincide con un'unica triste data: 9 settembre 2011, ossia il giorno in cui termina Il lungo e il largo su Radio2. E dopo il 9 settembre, il diluvio universale & catastrofi varie ed assortite.

Che dire a proposito de Il lungo e il largo? È il programma di Massimo Cervelli (nome omen) e Ciccio Valenti (uno dei miei riferimenti culturali più solidi), roba che va in onda dalle otto di mattina fino alle dieci e che ci sarebbe da licenziarsi dal lavoro per seguirla sempre – se solo non terminasse il 9 di settembre. Vien scelto un tema (solitamente in linea con qualcosa accaduto il giorno prima, solitamente di facile comprensione, solitamente ricco di spunti riflessivi ma anche no) e poi vien dato libero sfogo alle telefonate da casa, per discuterne in tutta leggerezza ed in tutta terza media (nel senso che grazie agli interventi fulminanti della mia guida spirituale Ciccio Valenti ne escono fuori delle gag da terza media ultimo banco vicino alla finestra). Durata teorica della trasmissione: due ore. Durata effettiva della trasmissione: venti minuti, perché tra musica (recentemente han programmato pure Wilco, Radio Dept. ed anco l'immensa Mare Mare di Luca Carboni), giornale radio, pubblicità (tanta) e cazzivari i tempi effettivi si riducono all'osso. Se poi in quei venti minuti ci metti le telefonate da casa ed un sacco di cazzeggio ti rendi conto che il programma potrebbe anche autocondursi e non cambierebbe nulla. O forse no, il contributo dei due conduttori all'economia del programma è decisivo perché Il lungo e il largo è una cosa talmente “bassa” da essere in realtà altissima, talmente brutta da risultare bella (e viceversa). A volte capita pure che il topic sia talmente poco interessante da far sì che non arrivino telefonate, e nello studio scende l'imbarazzo ed aumenta la terza media ultimo banco vicino alla finestra. I miei neuroni mollano gli ormeggi e se ne vanno, ed è quello il bello perché solo così facendo rimarranno in vacanza fino all'anno prossimo, fino alla prossima estate, un'altra estate qui più disinvolta e più puttana che mai, gli ombrelloni ripiegati e le sdraie / un'altra estate che se ne va/ e io qui che mi ritrovo da solo a pensare all'aborto, a pensare a Ciccio Valenti e a Massimo Cervelli che nonostante tutto fanno parecchio ridere e non vedo l'ora di poterli riascoltare anche se tecnicamente la trasmissione non è ancora del tutto terminata.

Qualcuno si sporchi le mani e confezioni un mash-up tra Mare Mare di Carboni ed All That She Wants degli Ace Of Base, il cantato drammatico di Carboni sulle melodie drammatiche degli Ace Of Base potrebbero farmi diventare la persona più felice del mondo.

03 settembre 2011

RIO CASA MIA, PER PICCINA CHE TU SIA, MI SEMBRI UNA BADIA (nel senso di Badia Polesine, o di qualsiasi luogo nel quale si possa suonare)

E mentre tutti sono all'iDay Festival nessuno riflette sul dramma di Marco Ligabue, che col suo gruppo Rio sta facendo un tour che è articolato nel seguente modo:
- per metà son concerti negli ipermercati Coop;
- per l'altra metà concerti in librerie, feste della birra, iniziative di Radio Bruno e contest vari;
- data finale all'Alcatraz a Milano, locale che credevo chiuso da tempo.

Neanche i Red Hot Chili Peppers con il loro concerto virtuale in diretta nelle sale Uci Cinema si sono spinti a tanto. Tra l'altro date in ipermercati diversi nella stessa città a distanza di poco tempo, date in posti dei quali personalmente non conoscevo l'esistenza (vedi Chiavica) et altre cose così, perché? Poi magari i Rio sono anche un bel gruppo (sono sicuro che è così, sentendoli mi sembrano meglio di Ligabue) ed ovviamente massimo rispetto per i due fratelli Ligabue (sia Luciano che Marco), però per me 'sta cosa è al limite dell'imbarazzante. O forse no, è talmente esilarante da risultare sublime, ed io ho voglia di rischiare almeno quanto loro che suonano tra il banco del pesce ed il banco delle carni (tra gli anziani che vanno lì al fresco & a passare qualche ora facendosi compagnia l'uno con l'altro). Quasi quasi faccio un salto a sentirli (i Rio, non gli anziani), non dovrebbe essere difficile trovare una data in un posto vicino a casa.

02 settembre 2011

O METAL O MURDOCH, QUELLO DELL'A-TEAM

Sabato scorso mi sono recato in una ridente cittadina vacanziera lombardo-veneta per vendere la mia collezione di squadre di Subbuteo ed è finita che non ho venduto nulla perché non c'era nessuno disposto ad acquistare però alla bancarella di Scientology un tizio con una faccia da cazzo pazzesca mi ha fermato per vendermi Dianetics e/o per farmi il test dello stress. Sono soddisfazioni.

Ovviamente non ho bestemmiato perché non sono credente e non ho nemmeno comprato libri perché io da buon italiano medio leggo solo La Gazzetta dello Sport ed (occasionalmente) Elaborare, però ho fatto il test dello stress e ne sono venute fuori cose davvero interessanti. Il promoter di Scientology con la faccia da cazzo visti i risultati mi ha detto che sono un ragazzo problematico e fatico a relazionarmi con gli altri (e lo sapevo già, quello che mi ha stupito è che mi abbia chiamato ragazzo e non mi abbia dato del lei o del voi), che sono molto stressato (ed anche questo lo sapevo), che devo smetterla di dire in giro che la mia guida spirituale è Jerry Calà ma soprattutto che ascolto musica di merda e dovrei ascoltare buona musica come quella dei Pooh (non ho capito perché proprio i grandissimi Pooh, sarà mica per via di Roby Facchinetti che secondo la quanto scrive la sua pagina Facebook è sia di Scientology che di CL?) o dei Bloody Beetroots Death Crew 77 (e lì mi ha spiegato il perché: a suo dire, il loro vocalist Dennis Lyxzén sarebbe un adepto di Scientology. Io non gli ho creduto, perché una persona può anche partire dai Refused e finire a fare la pubblicità occulta ai jeans Diesel, ma non può comunque finire in una setta che afferma che i primi uomini sono stati portati sulla Terra da astronavi simili ad aerei DC-8). Ha detto pure che in America i coccodrilli escon fuori dalla doccia e le previsioni meteo vengono prese pari pari dalla Bibbia (no, non era Samuele Bersani – Samuele Bersani non ha la faccia da cazzo e canta molto bene), ma a quel punto il cervello aveva già mollato gli ormeggi da un bel pezzo e non lo ascoltavo più.

Pensavo a quanto sono stati eroici quei russi che sono scappati dal Billionaire di Flavio Briatore lasciando un conto da pagare di 86mila euro, a quanto coraggio hanno avuto e a quanto avrei voluto essere loro anche se erano in sei ed io uno solo. Ho immaginato la faccia che può aver avuto Briatore quando a saputo del fattaccio ed ho riso tantissimo. Mi sono sentito un po' come loro quando, continuando sempre a ridere, ho mandato a cagare il promoter di Scientology e me ne sono andato via correndo. Tra l'altro il tizio ha iniziato ad urlare come un pazzo e mi ha lanciato una copia di Dianetics, segno che il vero stressato è lui.

Un disco fuori dal tempo, fuori dallo spazio: l'omonimo di Sandro Codazzi

“Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza, sempre!” diceva un tipo che c’è rimasto pesantemente sotto con le micropunte che giravano nella mitologica discoteca Cosmic di Lazise (VR) nel 1984 e da allora si è talmente fissato con la sicurezza stradale da arrivare a parlarne in un programma tv in cui testava moto costosissime, roba buona per monomaniaci che spendono tutto lo stipendio in quello e non hanno praticamente altre passioni nella vita. Lo svizzero (ticinese per la precisione, proprio come gli svizzeri di Mai Dire Gol 1996 circa) Sandro Codazzi ha preso in parola questo saggio consiglio, ha allacciato il casco ed ha acceso le luci, solo che invece di far rombare la moto con prudenza si è messo in testa un’idea meravigliosa: assecondare la propria passione per i synth analogici e le auto anni ottanta da tamarro ed iniziare a fare musica fuori dal tempo/fuori dallo spazio, sospesa in un ideale arco spazio-temporale che nasce dalla bolgia electropop del 1982, si blocca di netto sul finire del 1990 salvo poi resuscitare temporaneamente in occasione dell’effimero revival electroclash del 2002 (e dunque il passato che diventa presente che ritorna al passato).

Il risultato è lo spiazzante (e destabilizzante) disco omonimo che esce per l’etichetta Musica di un Certo Livello, una cosa luccicante e virale fatta di fascinazioni italo-disco da telefilm vacanzieri con Jerry Calà, techno detroitiana virata pop come se dopo “Good Life” degli Inner City non ci fosse nient’altro che il diluvio universale, Giorgio Moroder più alienato ed alienante che mai, Pet Shop Boys che svoltano e decidono inopinatamente di iniziare a pubblicare dischi per la International Deejay Gigolo Records di DJ Hell, Daft Punk che sbroccano del tutto decidendo di dare un seguito in tutto e per tutto cocainomane al loro capolavoro protopop “Discovery”, Rayban Wayfarer indossati anche di notte per camuffare certe abitudini viziose, piña colada sorseggiata in una discoteca del profonda Emilia Romagna mentre la pula arresta l’ospite d’onore Boy George insieme ad altri fattoni qualunque (a true story), lingue felpate, miraggi.

I brani proposti da Sandro Codazzi sono prevalentemente strumentali e talvolta fanno capolino voci che non hanno più nulla di umano (“The Performer”) o forse sono umane dopo tutto (“FIALAS”) anche se il vocoder le ha trasfigurate in maniera perversamente grottesca (“Uno Turbo IE”) o grottescamente perversa (“Transitions”), ed il quadro è completato da un incredibile artwork interamente basato sulla figura di Elio De Angelis, gentleman e pilota di Formula 1 tragicamente perito nel rogo della sua auto da corsa durante una sessione di prove libere a Le Castellet nel 1986. Un disco misterioso, irrisolto, mai banale, mai scontato, che cresce ascolto dopo ascolto e che crescerà ancora – se solo gliene si vorrà concedere l’opportunità, se solo si vorrà capirlo fino in fondo, se solo vorremo fare i conti con il nostro passato, il nostro presente ed il nostro futuro.

(IFB)