30 gennaio 2012

Perché? Perché? Perché? (cit.)




Stanotte ho sognato che Silvio Berlusconi tornava al governo ma in luogo dei soliti capelli finti e bitumati aveva capelli lunghi e cotonati tipo un membro a caso dei Mötley Crüe (magari Tommy Lee, eroe del bunga bunga con Pamela Anderson). Era veramente bello anche perché si vestiva di conseguenza, solo che continuava a cantare canzoni napoletane con Mariano Apicella e non era davvero glam.

Non so perché ho sognato una cosa del genere (probabilmente sento la sua mancanza come gran parte della sinistra italiana, compreso Di Pietro anche se non è di sinistra ma finge di esserlo), però è successo ed io non posso farci nulla se non ridere senza farmi troppe noiose domande. Purtroppo il sogno si è interrotto sul più bello e non ho potuto vedere com'erano Alfano, Cicchitto, Gasparri (probabilmente anch'egli vestito glam, ma per altri motivi che non sto qui a spiegare sennò l'Arci Gay mi querela), La Russa (probabilmente death metal, data la voce), Lupi e financo Capezzone (probabilmente anch'egli vestito glam, ma per altri motivi che non sto qui a spiegare sennò Antonio Socci e Vladimir Luxuria mi querelano).

E a proposito di Luxuria, quest'anno la conduttrice de L'Isola dei Famosi sarà proprio lei, l'unica, la sola (anzi no, la sòla), l'inconfondibile Vladimir Luxuria. In cinque anni è passata da sedere in Parlamento a prendere il posto di Simona Ventura, direi che ad occhio e croce gliene fregava parecchio del comunismo e della lotta politica. Vladimir Luxuria conduttrice de L'Isola dei Famosi rappresenta l'ennesima grande vittoria di Fausto Bertinotti (ovvero l'uomo grazie al quale lavoriamo trentacinque ore a settimana ed abbiamo salari ottimi ed abbondanti tipo il rancio dei militari) ma soprattutto della legge elettorale Porcellum di Calderoli, una legge-schifezza in virtù della quale votiamo (sempre se votiamo ancora) delle pure e semplici figurine che appaiono in tv e/o sui giornali (sempre se leggiamo ancora) e non sono manco per il cazzo espressione del territorio nelle quali sono state candidate.

Ho perso il filo del discorso e non ricordo più dove volevo arrivare e cosa volevo dire, però resta il fatto che questa legge elettorale sarebbe da cambiare anche solo per il fatto che ti basta guardare in faccia Calderoli e capisci che è una legge che ha parecchi problemi di varia natura e specie. A proposito di Calderoli, nel sogno non mi è apparso e me ne dispiaccio assai. Sarebbe stato bello vederlo vestito glam e scoprire un suo lato nascosto (anche no), ma diamo tempo al tempo e soprattutto siamo fiduciosi perché quando la Lega smetterà di fingere di essere di opposizione e tornerà ad essere alleata di Berlusconi (che, a quanto pare, dal punto di vista legale è padrone del suo simbolo) potremo di nuovo vederlo in questa veste (o sveste).


28 gennaio 2012

"Castelli, non mi devi rompere i coglioni a me!"



Ed un ideale abbraccio va all'operaio sardo che durante Servizio Pubblico di Michele Santoro ha detto a Roberto Castelli di non rompergli i coglioni. Castelli in tv fa venir voglia di prendere a schiaffi il televisore (cit.), era ora che qualcuno facesse un gran gesto come quello dell'operaio sardo.

Ovviamente Castelli (uno che dichiara 145mila euro all'anno ma dice di esser povero) si è alzato e se ne è andato sdegnato manco avessero insultato sua madre, ed in questo è stato la perfetta metafora di una classe politica che esiste solo in tv, nei dibattiti col pubblico che applaude a comando, a Porta a Porta tra un plastico e l'altro, nelle apparizioni al Tg1 con dichiarazione da trenta secondi leggendo il gobbo ma nel mondo reale non conta un cazzo perché assolutamente incapace di capire i problemi reali e di sostenere un confronto sugli stessi. Resta la curiosità di sapere come il buon Castelli avrebbe risposto alle eloquenti argomentazioni dell'operaio sardo (che avrà pure un nome, ma io continuo a definirlo operaio sardo ed un po' mi vergogno), ad occhio e croce avrebbe continuato imperterrito a citare a caso le aziende lombarde e la Lombardia ma sarebbe stato raso al suolo e spazzato via a fine trasmissione - com'è giusto che sia.

27 gennaio 2012

MICHEL, MAI BÉL (cit.)


Un personaggio che risponde al buffo nome di Michel Martone ha detto che chi si laurea dopo i ventotto anni è uno sfigato. Basterebbe anche solo ricordare che è figlio di un noto frequentatore del giro di Cesare Previti per passare immediatamente a parlare d'altro, ma andiamo avanti perché dopo questa sua affermazione si è scatenata la bufera e lui ha fatto una debole retromarcia salvo poi aprire un account Twitter per spiegarsi/giustificarsi (ha pubblicato due soli tweets e non si è capito nulla, mi chiami se ha bisogno di un discreto ghost writer), facendo pure la figura del peracottaro (come si suol dire in Val Brembana) che non conosce tempi e modi della rete (neanche io se per questo, ma almeno non occupo posizioni di prestigio come invece fa Martone e sono scusato). Un grande.

Fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno chi fosse, 'sto Martone - ed invece ho scoperto che è tipo sottosegretario al Welfare ed un po' mi sono sentito felice. Somiglia in maniera terribile ad un ex concorrente del Grande Fratello del quale in questo momento non ricordo il nome (non vado a cercare in rete perché non ne ho voglia e perché probabilmente è solo un falso ricordo frutto di un mix tra personaggi delle diverse edizioni della trasmissione. Magari sembra solo Gianluigi Paragone) – in sovrappiù per postura, portamento ed acconciatura ricorda pure Lapo Elkann, ma questo è un dettaglio secondario che nulla aggiunge e nulla toglie al flusso del discorso – e quando lo guardi in faccia esclami subito “culattone raccomandato!” nel senso sgarbiano del termine (ovviamente è un complimento, visto che il mio faro culturale Vittorio Sgarbi ha coniato questa definizione per il Trio Medusa, mica per Lapo Elkann o per un concorrente del Grande Fratello a caso). Nascono a questo punto una serie di domande spontanee:

  • dove ha conseguito la laurea il buon Martone?

  • a che età si è laureato?

  • ha mai lavorato un giorno in vita sua? Dico, ha mai svolto un lavoro faticoso e stressante con contratto a termine?

  • ha mai lavorato durante il periodo degli studi?

  • ha mai visto un suo curriculum vitae non venir preso in considerazione dall'azienda per la quale si era autocandidato?

  • si chiama Michel in onore di Michel Platini?

domande alle quali forse un giorno Marco Travaglio troverà risposta (magari dicendo che per tutte e sei la risposta è “Cesare Previti”) o forse no, lasciandoci ancora una volta nel dubbio. Beato chi si fa poche domande perché avrà tutte le risposte.

Resta il fatto che probabilmente Martone avrà anche sbagliato a generalizzare e/o ad usare termini quantomeno impropri, però un po' di ragione ce l'ha - magari riferendo il suo discorso a quei culattoni raccomandati che si laureano fuori corso massimo perché hanno il papi con la grana e non hanno voglia di fare un cazzo ma appena laureati trovano subito posto in una grossa azienda (segue vertiginosa ascesa ai vertici della stessa), diventando i più grossi bastardi con i colleghi (in seguito sottoposti) e, più in generale, con il mondo intero. Ecco, in quel senso il discorso di Michel Martone non è sbagliato. Dubito comunque che si riferisse a quella determinata tipologia di persone quando ha pronunciato la frase incriminata.

25 gennaio 2012

CAZZI QUELLA GOMENA (cit.)

Qualche giorno fa mi è arrivato per l'ennesima volta un messaggio riguardante il povero Riccardo Capriccioli malato terminale di leucemia che necessita di una trasfusione urgente. Son quasi cinque anni che 'sto bimbo ha diciassette mesi ed è malato terminale di leucemia, periodicamente mi arriva lo stesso sms (o, nel caso di un utente tecnologicamente evoluto, la stessa mail) e direi che è ora di smetterla con questa cazzata che crea danno ai malati veri e a chi lavora per farli in un qualche modo guarire. Mi sono rotto le palle, perché quando è troppo è troppo. Ma chi è che concepisce catene così squallide e fa di tutto per alimentarle? Probabilmente gli stessi italiani che si recano all'Isola del Giglio per farsi immortalare in una foto ricordo di fronte al relitto della nave Concordia, fieri e sorridenti in tutta la loro ingenua semplicità di persone che non riescono più a distinguere il confine tra realtà e finzione televisiva.

Fino a quando ci saranno personaggi televisivi (giornalisti? Uomini di spettacolo? Avvoltoi?) come Massimo Giletti, Bruno Vespa, Barbara D'Urso (uomini? Sì, uomini) ed Alfonso Signorini (uomini? Sì, uomini) che sprecano ore ed ore di trasmissione per spettacolarizzare una tragedia (e speculare sulla stessa) ci saranno gonzi che partono da Milano per scattare una foto di fronte ad una nave incagliata, fieri ed imponenti con indosso occhiali da sole che io non metterei nemmeno per fare i lavori in giardino. Ed il Capitano Schettino è uno di loro, ma dall'altra parte visto che la nave incagliata la pilotava ed è fuggito di fronte alla difficoltà perché quella era la realtà e non la finzione televisiva. Se non fosse stato capitano sarebbe andato di sicuro a farsi fotografare di fronte al relitto.


Non bisognerebbe scherzarci su
(ed infatti non ci scherzo) ma il Capitano Schettino è davvero la maschera che meglio rappresenta una certa Italia, quella che si tira indietro quando c'è da affrontare una sfida ma poi si incazza perché le cose vanno male. L'Italia de “il problema è ben altro”, l'Italia del tutto bene finché non toccano me, l'Italia del va tutto bene madama la marchesa, l'Italia del son tutti froci col culo degli altri (uomini? Sì, uomini), l'Italia del male minore ecc. ecc ... insomma l'Italia che non ci piace (plurale maiestatis d'obbligo perché sono in pieno delirio di onnipotenza) e che faremo di tutto per cambiare (veltronismo maiestatis d'obbligo perché sono in pieno delirio di impotenza). La gag di Fantozzi sulla barca del Megadirettore assieme a Filini in confronto non era nulla, e questo qua mentre la barca affondava era già a terra ed era pure riuscito a portare in salvo il suo pc portatile manco fossimo in una puntata di Baywatch. Più che Schettino, schiaffoni (almeno un paio, a tutto braccio).

Io non giudico la figura di Schettino perché solo dio può permettersi di giudicare (in questo caso sto solo facendo finta di essere credente anche se scrivo dio con la minuscola, ormai il delirio di onnipotenza/impotenza ha vinto definitivamente), io parlo come l'uomo della strada divenuto esperto di navigazione & di legislazione che si applica alla stessa grazie alle notizie flash dei tg televisivi e a Bruno Vespa, Massimo Giletti, Barbara D'Urso ed Alfonso Signorini (uomini? Sì, uomini) che dedicano intere puntate alla narrazione della vicenda del Giglio. Schettino ha sbagliato perché non ha abbandonato la nave per ultimo, si è preso un cazziatone da De Falco ma non è bastato, ci sono state vittime e dispersi ed ora probabilmente pagherà. Che la giustizia faccia il suo corso, tenendo sempre conto che spesso e volentieri in Italia la giustizia è piuttosto lenta ed in molti casi è giustizia-spettacolo che esiste in tv e non nelle aule dei tribunali.


23 gennaio 2012

FUORI ORARIO COSE MAI VISTE - Loredana Berté e Patti Smith al Festival di Sanremo feat. Gianni Morandi



Sono talmente stanco che non so più che cazzo scrivere ed allora non scrivo nulla. Mi fermo dunque qui anche se una cosa comunque bisogna dirla: nel circuito indie-snob si fa un gran baccano per la partecipazione dei Marlene Kuntz al Festival della canzone italiana comunemente denominato “Festival di Sanremo” (quest'anno presenta il cuoco della Nazionale di calcio Gianni Vissani Morandi, ci sarà da ridere molto), come se i Marlene Kuntz potessero ancora essere considerati duri e puri dopo aver fatto quella porcata con Skin degli Skunk Anansie (in realtà il pezzo non era niente male, solo che era bello scrivere la parola “porcata” ed allora l'ho scritto – chiaro omaggio al custode degli spogliatoi della Nazionale di calcio Roberto Calderoli e alla sua merdosissima legge elettorale) e come se avesse ancora un senso fare un discorso sulla purezza d'intenti dei gruppi musicali ora che siamo nel 2012 e la musica non la compri più perché la scarichi prima che esca.

C'è chi grida al tradimento, c'è chi aggiorna il sito di Rockit pubblicando la notizia, c'è chi ne parla, c'è chi ne scrive praticamente alla cazzo di cane come il sottoscritto, c'è chi approva e c'è chi se ne sbatte la minchia perché ha altro a cui pensare: ma non saranno i Marlene Kuntz liberi di fare ciò che vogliono della loro carriera? Non saranno liberi di scegliere il loro pubblico e/o cercare di arrivare ad un pubblico nuovo? Non saranno liberi di assecondare la loro casa discografica se li paga bene? Non saranno liberi di fare cose nuove? Non saranno liberi di fare cose vecchie in un contesto che ti propone come new sensation per il 2012 niente popo' di meno che Maria Antonietta? Io non lo so, il mondo è davvero un posto sbagliato.

Il vero problema comunque è che nella serata dedicata ai duetti con gli ospiti stranieri si esibiranno assieme a Zio Tibia Patti Smith, ossia la poetessa punk Patti Smith dopo parecchie pere di troppo (ma si faceva Patti Smith? Presumo di sì, ma se così non fosse l'ho scritto perché era bello scrivere “dopo parecchie pere di troppo”), una che l'unica sua canzone che ho ascoltato è Because The Night solo perché è la sigla di Fuori Orario di Enrico Ghezzi (non che io guardi Fuori Orario, eh...)(sì, talvolta lo guardo ma collasso sempre dopo circa mezz'ora perché è roba troppo complicata per me. Io sono per le televendite di Egorex con Andrea Roncato e per Lea Di Leo ed i suoi foruncoli sulle natiche, mica per la cultura) e perché Because The Night dei Co.Ro. è una discreta bomba da autoscontri primi anni novanta. Ma chi gliel'ha fatto fare ai Marlene Kuntz di recuperarla? Non avrebbe avuto più senso recuperare – chessò – l'immenso Francesco Salvi (la sua Taxi di venti e passa anni fa è roba di stretta attualità) anche se è italiano e non straniero? Mi sa che c'entri la casa discografica, ma quest'ultima frase è una cosa che dico ben consapevole della mia ignoranza e si può anche passare oltre.

Comunque se il recupero Patti Smith è una scelta di dubbio gusto allora cos'è il recupero di Loredana Berté, altra ospite straniera al Festival della canzone italiana comunemente denominato “Festival di Sanremo”? La prima volta che ho visto l'elenco dei partecipanti avevo letto Loredana Verzé ed avevo pensato ad una nipote di Don Verzé (e, perché no, ad una figlia di Don Verzé) ma quando ho realizzato che si trattava proprio di Loredana Berté (canta in coppia con Gigi D'Alessio, tra l'altro) ho pensato che sarà fantastico assistere ad un suo qualche strippo in diretta tv, magari una cosa del tipo la Berté che inizia a strillare nel momento di massimo ascolto della serata e finisce per rivelare a quella parte di Italia ancora ignara il vero segreto dell'eterna giovinezza di Gianni Morandi. Ti prego Loredana fallo per noi.

21 gennaio 2012

The life you live ignoring who, ignoring who you're giving money to. And you, you support the corrupt industries and companies who don't think to care

Sinceramente me ne frega poco e nulla della chiusura di Megaupload, tanto non guardo i film in streaming e poi comunque ci sono parecchie altre piattaforme dalle quali attingere files musicali e non. L'unica cosa che resta è che Kim Schmitz (il tizio ciccione che stava dietro a Megaupload - se fosse stato magro si sarebbe chiamata Upload e basta, invece era ciccione ed allora Megaupload) aveva un parco macchine da paura perché era un tamarro da paura, come solo un tedesco ricco e ciccione sa essere (magari non era nemmeno tedesco, ma il nome è tedesco dunque lui è tedesco a prescindere). E poi delicatissime targhe "MAFIA" nelle auto, targhe "GUILTY", foto con pornostar, champagne, barche, fucili, Bruce Willis, truffe, insider trading. Bel personaggio, vogliono dargli cinquant'anni di carcere e ad occhio e croce se li merita quadi tutti solo per la classe che non ha. Comunque, c'è qualcuno che crede che gliene importasse qualcosa di mettere (anche se indirettamente, visto che in teoria forniva solo la piattaforma per ospitarli) a disposizione di tutti film e dischi? A lui importavano il denaro e tutto ciò che ne deriva, ed infatti subito dopo l'arresto ha dichiarato «La cura non ha dato alcun frutto: ci aspettiamo di essere richiamati, visto che siamo stati eletti» (ah no, è stato Berlusconi a dirlo. Mi fermo qui).

17 gennaio 2012

GIURAMI CHE RIMARREMO SEMPRE GIOVANI

Mario Monti ha un'ironia british che mi diverte troppo. Detto questo perché non sapevo come aprire il pezzo e sottolineato che anche Berlusconi faceva ridere ma era una botta di un attimo poi ti passava (mentre Monti è meno immediato ma più divertente, con lui si ride di gusto e più a lungo) andiamo avanti come se nulla fosse.

Dunque, ad occhio e croce hanno annunciato i cantanti che saranno in gara quest'anno al Festival di Sanremo. Non me ne frega nulla perché non c'è nessun Povia da mettere in croce e non c'è nemmeno nessuna Iva Zanicchi fresca di video virale su YouTube da affiancare al noto presentatore di programmi di cucina alternativa Gianni Morandi (altrimenti detto G.G. Morandi), però seguire anche indirettamente il festival della canzone italiana in fondo è bello. Certo, se ci fosse/fossero il favoloso/i favolosi Il Triangolo sarebbe tutta un'altra cosa (ed in un mondo migliore il vincitore sarebbe Il Triangolo, sia chiaro - così come sia chiaro che Il Triangolo in questo caso non è il titolo della celeberrima canzone di quel fascistone di Renato Zero), però anche così non è male visto e considerato ciò che passa il convento ultimamente. Ci sarà perfino Adriano Celentano, ed a questo punto speriamo in gag immortali tipo quella di Fantastico 1987 (errore di ortografia e Massimo Boldi nel cast inclusi) anche se il nuovo singolo in stile Faint promette davvero molto bene. Chi vivrà vedrà, resta il fatto che per un paio di settimane l'Italia non parlerà d'altro e si lascerà alle spalle ogni problema.

Staremo a vedere Sanremo con il suo carico di chiacchiere a vuoto, per ora ci accontentiamo del compleanno di Giulio Andreotti. Pensavo che fosse morto in diretta tv ed invece è ancora vivo e vegeto anche se non si sa quanti anni abbia con precisione (alcuni siti internet parlano di novantesimo compleanno, altri di novantaduesimo o novantatreesimo, uno di di novantaquattresimo), probabilmente Giulio Andreotti è come quelle signore imbottite di botulino alle quali non puoi chiedere l'età perché è da maleducati fare certe domande delicate solo che a lui non la chiedi perché non la sa nessuno. Andreotti non è mai nato, Andreotti è sempre giovane, Andreotti non sa nulla dei grandi misteri d'Italia degli ultimi cinquant'anni, ed allora perché disturbarlo con cazzate inutili? E perché i diretti interessati o chi ne fa le veci non riformano la DC? Per me la rifanno prima o poi. Chi vivrà vedrà, resta il fatto che per un paio di settimane l'Italia non parlerà d'altro e si lascerà alle spalle ogni problema.

14 gennaio 2012

SIGN O' THE TIMES


Francamente non so più cosa pensare di tutte 'ste clamorose reunion che si susseguono ciclicamente da qualche anno a questa parte. All'apparenza sembrano una figata perché ti offrono la possibilità di vedere band che per ragioni di età e/o di tempo libero ti eri perso in in passato (o magari ti offrono la possibilità di rivedere band che avevi già visto in passato per testarne il livello di declino psico-fisico causato dall'inesorabile trascorrere del tempo, ma questo è un altro discorso che non approfondisco per rispetto delle band musicali in generale), però se ci pensi bene son tutte una gran risciacquatura di piatti che non porta altro che soldi, soldi soldi (spesi nel caso dello spettatore, presi nel caso della band riunita) e sotto sotto un po' ci si soffre. Dipende solo dal proprio grado di purismo e/o dalla propria voglia di esserci a dispetto del proprio purismo, non si scappa.

Si sono riuniti gli Stone Roses e minacciano un album nuovo, hanno deciso di rimettersi insieme gli At The Drive-In (fondamentalmente un gruppo di persone che non ce l'hanno fatta) ed addirittura i Refused per tentare di passare all'incasso sulle scia di album seminali usciti più o meno un secolo fa, i Coal Chamber (cazzo i Coal Chamber, che schifo) hanno fatto un folgorante tour un po' di tempo fa ma non hanno in programma nuove uscite discografiche (e per fortuna), è risorto Michael Jackson per una attesissima reunion dei Jackson 5 e relativo tour mondiale (per la cronaca: recupererà tutte le date di Londra saltate per la sua morte, accompagnato dai fratelli che ne faranno le veci), i Germs si sono riuniti con alla voce l'attore che interpretò Darby Crash nel film sulla band (tra l'altro visti, hanno spaccato), John Lennon e Paul McCartney (quello vero morto nel 1966, non l'impostore che fu chiamato a sostituirlo) stanno controllando l'agenda per organizzare una epica reunion dei Beatles e così via. I prossimi saranno gli Smiths, ne sono praticamente certo – mentre Claudio Baglioni no, è stato talmente riunito dalla chirurgia estetica che non lo fanno più salire in aereo in nome delle norme restrittive post-11 settembre '01 e dunque non è purtroppo più possibile una sua reunion con Fabio Fazio per una nuova edizione di Anima Mia dedicata alle grandi band anni ottanta-novanta.

Attendiamo (plurale maiestatis) fiduciosi il ritorno degli Avalanches, unico gruppo mai sciolto che mi sta facendo attendere da ben dodici anni un seguito al favoloso Since I Left You. Loro sì che sono spariti dalla scena dopo un esordio col botto, li ammiro infinitamente anche solo per questo.



13 gennaio 2012

LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA TANZANIA





La storia della Lega Nord che investe in Tanzania i soldi del finanziamento pubblico ai partiti è ufficialmente la cosa più bella del 2012. Ha già vinto e non c'è bisogno di attendere i prossimi undici mesi e mezzo (anzi undici perché secondo i Maya il mondo finisce il 21/12/12) per trovare qualcosa che faccia più ridere in assoluto (per non parlare poi del voto contro l'arresto di Cosentino, ma qui fa ridere soprattutto perché così facendo Bossi porta la Lega dritta dritta alla morte – ed in quel giorno ormai prossimo noi festeggeremo facendo saltare con i Magnum le cassette della posta dei nostri vicini che hanno votato Lega per una vita).

Ma come, tu sventolavi il cappio in Parlamento ce l'hai con gli immigrati, con i neri, con i diversi e tuoni tanto contro la Casta ed i ladri di Stato e poi vai ad infognare i soldi ricevuti dallo Stato in un fondo di investimento ad alto rischio non in un posto qualunque ma in Tanzania – cioè nel cuore dell'Africa nera che tanto ti sta sulle balle? Favoloso.

La Lega anche questa volta si conferma un partito che pare uscito dalle pagine di Orwell. È tutto ed il contrario di tutto, tra vent'anni la studieranno nelle università come dimostrazione lampante degli anni di merda che abbiamo vissuto (circa) tra il 1989 e il 2009.


09 gennaio 2012

Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda (cit.)


La tv italiana è una cosa favolosa ed - aggiungo tanto per citare Bugo - stare in casa è qualcosa di spettacolare. Tanto per dire, qualche sera fa mi sono imbattuto in quel programma su Raiuno dove ballano i vips (peraltro tra i partecipanti io conosco solo la Tatangelo, Gianni Rivera e Massimo Del Vecchio, gli altri sono per me emeriti sconosciuti) nel momento esatto in cui si esibiva il grande Bobo Vieri ed è stato qualcosa di favoloso, del tipo che ho riso per tre minuti buoni e sono arrivato addirittura a pensare che Bobo Vieri ci sorprendesse ulteriormente con un infarto in diretta tv per l'enorme sforzo affrontato per ballare insieme ad una professionista. Mamma mia, sembra incredibile che fino a cinque-sei anni quel ciccia-ciccione di Vieri fosse il migliore centravanti del mondo eppure così è stato, così è e così sarà - e vederlo ballare i Blues Brothers è stato qualcosa di spettacolare (come stare in casa per Bugo, cito ancora perché non fa mai male) che entrerà nella storia. Bobo Vieri is the new John Belushi, se solo vuole.

E sempre a proposito di tv ed overdose di fronte ad una telecamera, quella tizia chiamata Clio divenuta nota con i tutorial per truccarsi su YouTube a febbraio comincerà a condurre un programma su Real Time in cui farà esattamente la stessa cosa che faceva in rete solo che lo farà per un pubblico ampio e - presumo - guadagnerà un sacco di più (comunque sono convinto che già grazie quei tutorial avesse un certo riscontro economico, ma non ho le prove per affermarlo con certezza e dunque non lo affermo). Tutto molto bello, tutto molto figo ma mi chiedo solo se il tutto sarà girato con una webcam come vien fatto per YouTube oppure con una sola telecamera in primo piano fisso sul conduttore (che poi in questo caso è una conduttrice) così come veniva fatto in quel memorabile programma tv che era Mtv Hot condotto da Andrea Pezzi (a proposito, che fine ha fatto Pezzi? Per me a modo suo era un genio, mi manca molto. Era talmente avanti che non è mai stato capito fino in fondo, peccato), se Clio avrà la stessa bocca impastata che sfodera quando spiega come truccarsi nei tutorial ma soprattutto se in tv incontrerà lo stesso successo che attualmente ottiene in rete. Si sa, la tv e la rete sono molto diverse tra loro (ma non andiamo a raccontarlo ai minus habens che seguono Alfonso Signorini su Twitter e lo bombardano di messaggi al limite dello stalking credendo che Twitter sia una sorta di chat, altrimenti succede un casino da cui diventa difficile uscire indenni) ed un'idea del genere trasportata sullo schermo televisivo potrebbe anche rivelarsi una cagata pazzesca in barba al milione di contatti su YouTube. Resta il fatto che probabilmente io sono l'unico che facendo cose inutili in rete non ci ha praticamente mai guadagnato un penny e non ha nemmeno migliorato la propria posizione lavorativa, ma non me ne frega un cazzo e sto bene così.

07 gennaio 2012

IL PUNTO SULLA LIBERTÀ DI STAMPA IN ITALIA


Dunque, che dire di questo 2012? Nulla, se non che è cominciato da troppo poco per poter dire qualcosa di sensato a riguardo. Considerando che il 2011 si è chiuso con la morte di Don Verzé ed il drammatico ferimento in diretta tv di Carlo Conti durante il countdown di fine anno (una sola di queste due cose è vera, e non necessariamente quella relativa a Don Johnson Verzè) ci attendiamo grandi cose dall'anno che ci troviamo da pochi giorni nostro malgrado a vivere.

Che poi Albano Carrisi ha praticamente riabilitato e santificato la figura di Don Verzé a cadavere ancora caldo, quindi qualcosa riguardo al 2012 si può già prematuramente affermare – ossia che questo è l'anno buono in cui ritrovano viva e vegeta Ylenia Carrisi e si scopre che Al Bano non ha i titoli per parlare di famiglia, droga, religione, fede (ce li ha invece per parlare di Fede, nel senso di Emilio Fede). Buon 2012, l'anno nuovo arriva con i suoi petardi.

E a proposito di figli di, parliamo di Cristiano Doni anche se non è figlio di. Ultimamente si parla molto di lui per vicende extracalcistiche (perfino il barista dove faccio di solito colazione al mattino parla di lui, ma se per questo parla anche di Maria Antonietta Tilloca e del suo nuovo album probabile fenomeno tipo I Cani per l'anno che verrà. Il mio barista è un tipo in gamba) e sono praticamente certo che sarà nel 2012 la sua figura sarà rivalutata e santificata da Al Bano così come è stata dallo stesso rivalutata e santificata quella di Don S. Verzé (S. sta per San e non per Seppia come i più potrebbero pensare) – con tutto ciò che ne consegue in termini di “vacua inutilità del parlare di calcio”, “rimpiango Glenn Peter Stromberg e la sua bionda chioma”, “chi ha rubato la salma degli Mike Bongiorno merita almeno una contravvenzione”, “il calcio è truccato”, “fare il vigile è romantico”, “lo giudico dopo aver letto alla cazzo di cane le notizie che lo riguardano mentre twittavo cose a caso, ma così fan tutti perché ormai in Italia il garantismo non conta più un cazzo” et altre cose che non mi vengono in mente ora ma mi verranno sicuramente in mente nel futuro prossimo. Povero Cristiano Doni, ora libero dopo essere stato a lungo chiuso in cella senza vasella (rima da terza media, ideale per chiudere un paragrafo e passare oltre).

Il 2012 ha comunque portato in regalo la chiusura di quel foglio di culto (io quasi quasi tra “cul” e “to” oserei mettere un trattino, ma forse è da querela e non lo metto) di Liberazione, e dunque almeno per quest'anno si risparmierà in termini di finanziamenti pubblici agli organi di partito (organi crioconservati perché il partito a cui appartenevano è morto da tempo) e saremo tutti più ricchi, felici e contenti dato che potremo consultare solamente la versione online e non quella cartacea.

Ovviamente scherzo, anche perché quando ci sono di mezzo perdite di posti di lavoro è sempre un dramma e non si dovrebbe proprio scherzare - e poi mi stanno simpatici Liberazione, il concept che sta dietro ad un giornale del genere, il suo gimmick, l'hype, l'understimate, il nickname, il mash up, l'extra time nei videogiochi calcistici anni novanta quando il match finiva pari, l'overtime l'overbooking, il Booster, Napster, master, faster, meglio rasta che pasta, Assto, Asso il film con Celentano, cento cento cento come in Ok il prezzo è giusto, la voce fuori campo di Ok il prezzo è giusto, la voce che agli autoscontri annuncia la macchina che ha vinto il giro gratis, un trip non è mai trop, Alberto Tomba gran guzzatore, Alberto Tomba in Alex l'ariete e non ultimo Alberto Tomba ospite ad Italians di Beppe Severgnini nel '97 che se ritrovo la puntata sono l'uomo più felice del mondo perché non ho mai riso così tanto in vita mia come quella volta lì. Ecco, se scopro che Liberazione per la versione online ha in mente di recuperare quella memorabile figura di merda prolungata in diretta tv di Alberto Tomba diventa all'istante il mio giornale preferito, e senza nemmeno passare dal via.

E comunque qualche giorno fa ho visto la rassegna stampa del Tg5 e Liberazione c'era, dunque non è vero che ha chiuso. Liberazione c'è ancora ma come al solito esiste solo nelle rassegne stampa in tv e non nelle edicole.

06 gennaio 2012

BROWN SUGAR, NEL VERO SENSO DELLA PAROLA


Tagliamo la testa al toro: Zucchero ospite al programma di Fabio Fazio è stato uno dei momenti televisivi più belli del 2011. Una roba incredibile, talmente bella che su YouTube nessuno ha avuto il coraggio di postare il filmato, con un Fabio Fazio letteralmente impietrito (non che di solito il viso di Fazio sia particolarmente espressivo, ma tant'è) di fronte ad un incontenibile Adelmo Fornaciari (questo il suo vero nome, anche se penso che attualmente non lo ricordi più nemmeno lui) che pareva davvero dover bucare da un momento all'altro lo schermo per sedersi a tavola con te e fottersi tutto il vino che hai in tavola, o a scelta esplodere colorando di lambrusco le pareti dello studio in cui viene registrato il programma (che tra l'altro è in diretta quindi non viene registrato). Cosa ho scritto? Non lo so proprio, ma resta il fatto che guardando Zucchero in quelle splendide condizioni ho riso tantissimo perché pensavo costantemente al fatto che non scrive una canzone al 100% sua da ormai vent'anni (e son stato di manica larga) eppure assieme ad Andrea Bocelli e ad Al Bano Eroina Power è forse il cantante italiano più famoso ed apprezzato nel mondo - e poi pensare a quella volta in cui ha insultato pesantemente il pubblico ad un concerto esclusivo in Sardegna ha fatto il resto (che figata, gli lanciarono addosso addirittura un limone intero!). Ad uno così si perdona tutto, perfino sua figlia che a quanto dicono le malelingue canta in giro solo perché è figlia di (ovviamente io non credo a queste voci. I believe in Jesus, I believe I can fly, Believe di Cher).



03 gennaio 2012

MARIA ANTONIETTA, OVVERO LA NEW SENSATION DEL 2012

Il suo Bandcamp recita più o meno “un’attitudine assolutamente punk. Come se Courtney Love cantasse al telefono”, ma in realtà è Giusy Ferreri che canta al telefono i Prozac + quando erano famosissimi (e cioè quando il loro chitarrista bestemmiò in diretta tv durante un Mtv Day), oppure a scelta la one hit wonder Carlotta (chi cazzo sono andato a tirar fuori dal cassonetto dei ricordi? La tizia che ci ammorbava con Frena una decina di anni fa? Non ci posso credere) che canta al telefono la sua unica hit strafatta di Martini & Aspirina e poi sviene su un divano del suo loft cortesemente pagato dai genitori o da chi ne fa le veci. O magari la cantantessa Carmen Consoli che cerca di imitare/ammaestrare/adescare I Cani (ormai un classico, dunque ci sta tutto che Carmen Consoli provi ad imitare/ammaestrare/adescare I Cani) al suono di cassette di gruppi della Lookout! Records risalenti agli anni che vanno dal 1982 al 1994, e se proprio vogliamo esagerare Gianna Nannini che si presenta da Steve Albini per chiedere di produrle un disco e lui le risponde ridendole in faccia (è successo davvero, io so). E poi le Muffs, le Lunachicks, le L7, le Babes in Toyland, le Lollipop, Jessica Morlacchi, tutte nella pentola – mescolare, mescolare, mescolare, mescolare come diceva la Paolino Paperino Band – a cercare disperatamente di avere la meglio l’una sull’altra, per cercare di sopravvivere, per cercare di emergere o semplicemente di farsi notare.

Ecco, Maria Antonietta è tutto questo o forse nulla. Posso dirlo perché ho ascoltato il suo disco d’esordio in anteprima esclusiva streaming su un sito di bella musica italiana che si chiama come un celeberrimo brano electro di Herbie Hancock, posso confermarlo perché ho letto i suoi testi in super anteprima esclusiva sullo stesso sito e mi è venuto il mal di mare perché la punteggiatura risultava non pervenuta (gli argomenti trattati, poi). New sensation del 2012 oppure clamoroso abbaglio? Ai posteri l’ardua sentenza. Per carità, diverse idee buone ci sono e sicuramente in futuro verranno sviluppate meglio perché Maria Antonietta ha buone potenzialità, ma intanto si fatica davvero ad arrivare sino alla fine del disco e questo è ciò che conta davvero (anche se ormai la musica odierna probabilmente conta poco perché dura poco meno di una stagione poi te ne dimentichi). Un power-pop piatto e monocorde che pesca a destra e a manca ma non arriva mai al dunque, addizionato a parecchio grunge all’ammorbidente di quello che girava in Italia quando il fenomeno stava ormai inesorabilmente svanendo e ad un cantato che spesso e volentieri finisce per ricordare una ipotetica Sabina Guzzanti che imita Moana Pozzi alzata di due ottave: in poche parole, un prodotto che visto che I Cani ha/hanno fatto il botto cerchiamo di farlo anche noi, magari con testi troppo milanesi per essere veri (a quanto mi risulta Milano non finisce a Porta Ticinese, ma chiederò informazioni a Red Ronnie e a Letizia Moratti) orientati ad un certo tipo di gioventù (bruciata e non) che è in grado di capirli molto più di quanto riesca a comprenderli io. Probabilmente perché non ho capito un cazzo della vita, direi.

Dodici anni fa musica del genere finiva giusto nel cd allegato a Rocksound ed era quella che regolarmente skippavi perché totalmente fuori luogo mentre ora in rete non si parla d’altro e probabilmente tra poco Maria Antonietta finirà pure per diventare famosa davvero: i tempi che stiamo vivendo sono quelli che sono, prendiamoli per buoni anche se così non è.






E, tanto per postare qualcosa a caso, il nuovo singolo de Il Teatro degli Orrori, forse una delle cose più brutte di tutti i tempi (almeno musicalmente parlando, del resto non so).