30 marzo 2008

SCELTE DI CAMPO

Oggi pomeriggio di prestigio seduto in poltrona a guardare la tv (che poi non è vero che sono stato tutto il pomeriggio davanti alla tv, ma era bello dirlo). Principale mezzo per assorbire meglio il cambio di orario: una insana visione di schegge di Buona Domenica su Canale 5, condita con brevi puntatine su Mtv – che anche oggi come al solito è stata monopolizzata da Carlo Pastore, un vero globetrotter che salta con grande disinvoltura da un programma all'altro senza mai spettinarsi – e tappe varie al frigorifero per mangiare schifezze assortite.
La tv italiana fa prevalentemente schifo però a volte è bello vederla lo stesso. È educativa, nel senso che ti fa capire cosa NON devi essere e cosa NON devi fare per affrontare il mondo mantenendo sempre alto il tuo livello di dignità, e a questo scopo Buona Domenica è il meglio che si possa guardare.
Buona Domenica è semplicemente agghiacciante, però seguirla saltuariamente fa molto bene. È stimolante, ma non perché è piena zeppa di ragazze in abiti succinti, ma perché racchiude in sé uno spaccato di ciò che l'Italiano Medio vuole/vorrebbe essere e di ciò che lo stesso vuole/vorrebbe vedersi servito su di un piatto d'argento mentre è comodamente seduto in poltrona a farsi ipnotizzare da quella scatola che circonda il vuoto siderale comunemente identificata come “televisione”. E quindi disimpegno, gente che ce l'ha fatta a raggiungere il Grande Successo, semplificazione di ogni dibattito ad una disputa tra due opposte fazioni che cercano di far prevalere la propria ragione anche mediante urla e schiamazzi, turpiloqui vari, inquadrature ginecologiche sulle starlette di turno, personaggi famosi che si esprimono sulle questioni di tutti i giorni, televoto come metodo per garantire la partecipazione anche di chi non ha voce per dire la sua. In poche parole, una telecrazia a lento rilascio.
Oggi intorno alle sei si dibatteva sull'opportunità o meno di riaprire le cosiddette “case chiuse”. Due fazioni (i sì e i no) con i rispettivi testimonial che proponevano le proprie idee e teorie in materia (Maria Teresa Ruta per il no ed una pluricentenaria Assunta Almirante per il sì), pubblico che urlava ed applaudiva entusiasta, Paola Perego che moderava(?), che ed Iva Zanicchi che sbucava fuori random per dire la sua. Dopo poco ho iniziato ad avere paura ma ho seguito ugualmente con interesse l'alato dibattito che ne è scaturito (una ex prostituta che cercava di far capire che la prostituzione da strada è una forma di schiavitù e che bisogna combattere ciò che sta dietro a questo fenomeno senza limitarsi a nasconderlo nelle case chiuse ed un ragazzo del pubblico che ha osato darle ragione sono stati letteralmente zittiti dai ruggiti della Almirante e della sua claque, tanto per rendere l'idea del clima di gioia e letizia che si respirava in studio), e quindi ho seguito con trepidazione il televoto: come da copione ha vinto la Almirante con una percentuale bulgara (più o meno l'80%) , segno che il popolo italiano e la gente che lavora e che produce vogliono riaprire le case chiuse “per togliere le ragazze dalle strade”. Più o meno come nascondere la polvere sotto al tappeto, con la differenza che, mentre prima o poi qualcuno sposterà il tappeto e ne pagherai le conseguenze con gli interessi, in tv si smetterà improvvisamente di parlare di prostituzione ed un altro problema sarà risolto in manierà virtuale, senza che nessuno ne paghi le conseguenze.
Mi sono venuti diversi herpes per la rabbia, però ho capito cosa voglio fare da grande.

LIBERTÈ! UMILTÈ! INTENSITÈ!

Ho appena sentito Morgan ad X Factor che parlava di umiltà e più o meno diceva ad un concorrente che "non si fa così, io non mi sono mai permesso di rispondere male ad un professore. Io sono umile".
Morgan che parla di umiltà, che delizioso ossimoro!
Peccato solo che sulla sua strada non abbia mai trovato un recensore con le palle che stroncasse a dovere lui e i suoi pallosissimi Bluvertigo, dandogli una lezione di vita.

27 marzo 2008

PURE FUCKING ARMAGEDDON

In una ipotetica classifica dello schifo totale/fastidio tra i più insostenibili della musica italiana, il primo posto nella hit parade sarebbe sicuramente occupato da quel capolavoro che risponde al nome di La vasca, a cura di Alex Britti. Un motivetto facile facile, dal testo light e dalla melodia semplice ma che ti entra in testa e non ne esce più, costringendo anche colui che non la sopporta a canticchiare il tutto senza nemmeno rendersene conto: praticamente, una forma di tortura in aperto contrasto con quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra (il video era pure peggio - e la pettinatura sfoderata dal cantante romano era incredibile - ma stendiamo un velo pietoso).
Ora Alex Britti è un illustre desaparecido (scrivere le musiche con/per Maurizio Costanzo equivale a non fare nulla, quindi ad oggi Britti è un illustre desaparecido) nonché ex talentuoso chitarrista blues ed ex persona, ma allora con questa filastrocca faceva soldi a palate. La sentivi veramente dappertutto, era inevitabile imbattersi in qualcuno che la stava canticchiando e a volte ti sorprendevi pure a pensare di fuggire dall'Italia, tanto per dire il livello di fetenza raggiunta dall'emittenza radiotelevisiva di regime in quel preciso lasso di tempo.
Ma ora qualcuno ha finalmente avuto il coraggio di fare giustizia, intervenendo in tackle da dietro per vendicare un'intera generazione che se l'è dovuta sorbire in tutte le salse e a tutte le ore per un'intera stagione, riportando purtroppo traumi psicologici difficili da riassorbire. Il vendicatore, l'uomo giusto al posto giusto, colui che ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, l'eroe dei due mondi risponde al nome di Giorgio Prezioso/lo scratch nervoso non ti molla mai(cit.). Prezioso ha fatto ciò che ognuno di noi in cuor suo avrebbe sempre desiderato fare: l'ha danneggiata irrimediabilmente con schizzi di vetriolo. Poi l'ha sventrata, fatta a pezzi, plagiata, accartocciata, ricomposta – unendola infine in un mash up assolutamente concettuale con Come to Daddy di Sua Maestà Aphex Twin. Applausi.
In casi come questo ciò che conta non è la qualità musicale del prodotto in sé, ma il gesto simbolico, l'idea che ci sta dietro, ed il brano che ne viene fuori è qualcosa da sbellicarsi dalle risate – e magari da ridere in faccia a chi all'epoca si bullava di essere un grande fan di Britti avendone sentito in radio le principali megahit. Un affronto agli amanti del Bel Canto e della Buona Musica Universalmente Riconosciuta che rende finalmente giustizia a mesi e mesi di mia durissima sofferenza.
L'idea di fare i mash up sarà anche vecchia e superata, ma in casi come questi si rivela sempre efficacissima. Ed ora voglio lo stesso trattamento anche per
questo, questo, questo e magari anche tutto questo, ma sono sicuro che dando tempo al tempo nulla resterà impunito. Basta saper aspettare.

IO SONO VIVO E SONO QUI

Nel mio caso Voi siete qui non ha indovinato per nulla, e comunque se la gente per orientarsi deve utilizzare uno strumento del genere siamo proprio alla frutta.

20 marzo 2008

EMO'S SNOT/DEAD

I Tokio Hotel, uno dei gruppi più plasticosi di tutti i tempi (molto più dei Bros, dei Milli Vanilli e dei Kris Kross messi insieme, tanto per dire) vengono finalmente a suonare in Italia. E lo fanno in grande stile, come si conviene a gente di gran classe e temperamento come loro. Tre concerti assolutamente imperdibili, tre concerti che quasi quasi viene perfino da sperare che saltino tali sono la bravura e la simpatia del funambolico gruppo tedesco. Il sold out è assicurato, e vengono persino scomodati sociologi ed altre persone di un certo livello per studiare i perché e i percome di questo vero e proprio fenomeno planetario. Miracoli di un martellamento pubblicitario simile ad un lavaggio del cervello, suggerirei.

Sorrisi e Canzoni Tv (noto organo di stampa paleo-bolscevico) dedica loro copertina e relativo commovente speciale all'interno. Leggendo con la dovuta attenzione l'articolessa si può apprendere che hanno scelto il nome Tokio Hotel perché grazie alla musica sono sempre in viaggio, che hanno partecipato ad un talent show, che purtroppo non hanno vinto, che comunque l'avventura è stata decisiva perché lì hanno conosciuto il produttore che li ha lanciati (viene quasi da pensare male), che in realtà il cantante ha i capelli ricci, si trucca anche nella vita di tutti i giorni e si è diplomato attraverso internet (probabilmente all'equivalente tedesco della Scuola Radio Elettra – dove magari ha imparato anche a cantare). Tutte notizie che ti cambiano la vita, ma che non te la cambieranno mai come sentire il parere in merito di Sua Maestà Federico Moccia.

Intervistato assieme ad altri supereroi come i Sonhora, Claudio Cecchetto, Enrico Ruggeri, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Matteo Maffucci degli Zero Assoluto, “il famoso scrittore di libri dedicati ai giovani” Federico Moccia ha gettato il cuore oltre il ridicolo ed ha dichiarato che i Tokio Hotel “sono la proiezione fisica di un desiderio di ribellione dei ragazzi”.
Sì, ribellione. Ribellione a buon mercato. Spacciare la propria musica per dura quando in realtà le chitarre sono all'ammorbidente. Sembrare dei freak ma essere in tutto e per tutto omologati, studiati in ogni particolare, nulla è fuori posto altrimenti qualcuno se la potrebbe prendere. Piacere ai piccini ed anche alle loro mamme, atteggiarsi da divi ed inventarsi storie e leggende urbane riguardanti il proprio inizio carriera. Essere un simbolo generazionale senza sapere nemmeno il perché, ma è bello finché dura. Sono agghiacciato.

E bravo Moccia, come al solito l'hai detta giusta. Sei uno che la sa lunga e confesso che sotto sotto ti ammiro. Anzi, ti dirò di più: anche io voglio proiettare fisicamente il mio desiderio di ribellione. La prossima volta che mi imbatto in un video dei Tokio Hotel lancio il televisore fuori dalla finestra, per vedere di nascosto l'effetto che fa. Spero solo che i vicini non lo dicano ai miei.
Sarebbe un fatto molto spiacevole.

RIDEFINIRE IN MANIERA CONSAPEVOLE IL CONCETTO DI NERDITUDINE E NON RENDERSENE NEMMENO CONTO

Un gruppo che ha il coraggio di usare per i propri brani titoli come "Funky Nerd", "Samba Apocalypse 2000", "Happy Bass", "Balafonix" non può che starmi simpatico all'istante . Se poi questo gruppo decide di uscirsene con piccolo capolavoro come Insect Funk si arriva davvero a livelli di idolatria totale. E poi, il nome che si sono scelti. Elmore Judd. Non significa nulla ma è un bel nome. Suona bene.
Tanto per rendere l'idea, gli Elmore Judd suonano come Prince che si è infilato proprio lì un Ipod Shuffle e fa suonare in loop brani di Talking Heads, Junior Boys, Hot Chip, Jamie Lidell, Tussle e Pino D'Angiò. La definizione probabilmente è da querela ma rende benissimo l'idea di quanto sia figo il pasticcio che suonano questi pazzoidi londinesi. Che poi tanto pazzi non sono, visto che riescono a far suonare facile roba all'apparenza complicatissima. E viceversa.

Però, se vogliamo proprio dirla tutta ed essere onesti, gli Elmore Judd sono essenzialmente un progetto che ruota intorno ad un polistrumentista che risponde al nome di Jesse Hackett, ma preferisco per comodità vederli come un gruppo vero e proprio visto che il loro suono è troppo organico per essere opera di una one man band. Devo ammettere che mi stanno un pochino sulle scatole le one man band, mi sanno troppo di masturbazione mentale. Ma questo è un'altro discorso, che non c'entra nulla con gli Elmore Judd. E quindi chiudo qui.

Elmore Judd - Rats

18 marzo 2008

HAPPY PORNO LIVING

Domenica scorsa ho avuto un privilegio mica da ridere: mi sono recato al Locomotiv a Bologna all'appuntamento “Bologna trema – 44 Magnum Afternoon”, un'interessante rassegna basata su proiezione film poliziesco all'italiana '70 circa + aperitivo con buffet + concertone assolutamente devastante. E devo dire che sono tornato a casa molto soddisfatto, rilassato e pronto per affrontare una dura settimana pre-ferie pasquali.
Dopo un viaggio in solitaria segnato dall'ascolto in loop di Full Collapse dei Thursday - l'ultimo disco emo della storia/l'ultimo disco bello fatto uscire dalla Victory Records, sono arrivato al Locomotiv giusto giusto in tempo per il film. E che film: nella fattispecie trattasi di La polizia è sconfitta, opera interamente girata a Bologna. Roba favolosa ed ignorantissima, talmente trash da risultare un capolavoro totale, da vedere anche solo per un magistrale Vittorio Mezzogiorno nella parte del cattivo di turno, praticamente Costantino Vitagliano trent'anni prima, abbronzatura, catena e torso nudo sotto il giubbetto compresi. Tra l'altro Costantino Vitagliano è un gran fan del Club Dogo, che a loro volta sono grandi fan dei polizieschi all'italiana, quindi per la proprietà transitiva si ricava che Costantino si è chiaramente ispirato al personaggio interpretato da Mezzogiorno nella scelta del look e dell'atteggiamento con cui affrontare la vita. Come sempre accade quando guardo un poliziesco del genere non sono riuscito a decidere quali fossero i buoni e quali i cattivi, ragion per cui mi sa tanto che dovrò per forza approfondire il genere e magari appassionarmi perdutamente a quelle piccole opere d'arte girate con quattro soldi ma tanta passione nell'ultra-alienata Italia degli anni settanta, bomba o non bomba arriveremo a Roma.
E dopo un ottimo aperitivo con buffet (aperitivo si fa per dire: io come al solito non ho bevuto nulla, mi sono limitato a mangiare tantissimo) e questi ottimi dolci, è venuto il turno della musica. E nulla è stato più come prima. È salito sul palco Bologna Violenta, un tizio che sembra Jeff Goldblum (l'indimenticabile protagonista de La Mosca) ma programma la sua drum machine e suona la chitarra elettrica, vi spacca il culo. Un'autentica colata di ghisa fusa incandescente scagliata a velocità supersonica contro le orecchie dei presenti, per la loro somma soddisfazione. Samples presi da film polizieschi, ritmi serratissimi, atteggiamenti teatrali e sprezzanti, intransigenza musicale: ha vinto lui, e con grande distacco dalla concorrenza. Grind alla Agoraphobic Nosebleed mi hanno detto - decisamente non sono un esperto del genere, per me è roba nuovissima che approfondirò con la dovuta attenzione. Mi è piaciuto molto, e non è cosa da poco visto quali sono i miei ascolti standard.
Dopo di lui hanno suonato i milanesi Calibro 35, ma francamente non era momento per me: bravissimi tecnicamente, ma dopo ciò che ho sentito prima di loro mi è risultato impossibile riuscire a prestare la benché minima attenzione alle loro (pur mirabili) cover di temi di poliziotteschi ed altre leccornìe assortite. Tanto per dire sono addirittura uscito prima della fine, cosa più unica che rara. Ma ne è valsa la pena lo stesso, è stato bello vivere e raccontare una serata del genere, così uguale ma anche così diversa dal solito.

RIDATECI ACCORSI, ALMENO NELLA PUBBLICITÀ DEL MAXIBON ERA SIMPATICO

La misura esatta del declino di un paese sta nel fatto che ora in Italia spopola un'opera che nel 1992 è passata del tutto inosservata, ovvero Tre metri sopra il cielo, supercapolavoro ad opera di Federico Moccia che all'epoca uscì nel disinteresse generale e dieci anni dopo è stato miracolosamente ripubblicato in versione riveduta e corretta, garantendo all'autore fama, successo e denaro.
Un'opera che purtroppo è stata seguita da altre che hanno instaurato Moccia nell'immaginario collettivo elevandolo al rango di Grande Scrittore, un'opera dalla quale è stato pure tratto un film che è diventato oggetto di culto, se non addirittura un simbolo generazionale. E, tanto per non farsi mancare nulla, ora Moccia diventa regista, come se fosse normale che un qualunque individuo normodotato si improvvisi regista solo perché figlio di un regista di commedie all'italiana anni ottanta.
Mi ricordo di tutto questo ogni volta che facendo zapping mi imbatto nel video di Scusa ma ti chiamo amore, soundtrack dell'omonimo film-evento, che per l'appunto è un lieto evento visto che è l'esordio del buon Moccia dietro la cinepresa. Il brano è interpretato dagli Sugarfree (band che all'epoca dell'esordio ho continuato a scambiare per Le Vibrazioni per almeno un paio di mesi, una roba talmente melensa e scontata che potenzialmente potrebbe essere la band preferita di Geronimo La Russa) e nel video oltre al suddetto gruppo compaiono, per la gioia dei telespettatori e delle telespettatrici, niente popò di meno che Raoul Bova e Michela Quattrociocche, i due protagonisti del filmissimo.
Ora basta, mi fermo qui perché non voglio essere querelato. In certi casi si rischia troppo grosso, meglio autocensurarsi per evitare casini.

14 marzo 2008

MOMENTI DI GLORIA #3 - SABBIATURE


Un filmato che è storia: Elio e le Storie Tese al concerto del Primo Maggio 1991. Il collegamento tv venne interrotto proprio mente Elio stava parlando di Ciarrapico, e la faccia di Vincenzo Mollica (che più che una faccia era una maschera di panico) la dice lunga sul clima paludatissimo che regnava all'epoca in Rai. A quanto pare alcuni energumeni cacciarono il gruppo dal palco con la forza e staccarono perfino gli spinotti per interrompere del tutto l'esibizione.

Sarebbe interessante sviscerare, discutere e analizzare col senno di poi alcuni dei temi proposti dalla canzone. Ci si stupirebbe di molte cose. Ma penso che nessuno lo farà, è troppo faticoso. Meglio pensare al calcio, alla tv e alla pubblicità.

Ad ogni modo, Elio aveva già capito tutto.

«IL PROGRAMMA PIÙ INVOLONTARIAMENTE COMICO DELL'ANNO»

"Però il più comico di tutti è Morgan, alias Marco Castoldi. Con la sua puzzetta sotto il naso, con le sue velleità artistiche e letterarie, con il suo maledettismo, con il suo francobattiatismo, con l'antologia di Spoon River sotto il braccio, ecco con tutte queste ubbie Morgan è il protagonista di un reality, al pari di un qualsiasi scalcinato partecipante al Grande Fratello. Solo al riparo dell'autoironia ci è permesso ridere a crepapelle."


Aldo Grasso sul Corriere della Sera ha stroncato sonoramente X Factor, usando parole ironiche ma pesanti come macigni. E tra l'altro, in una sola frase ha detto tutto quello che avrei sempre voluto scrivere io a proposito di Morgan.

BEPPE GRILLO, DONADONI O WAYNE COYNE?


12 marzo 2008

MOMENTI DI GLORIA #2

"Colui che io considero geniale", "La più brava giornalista musicale", "Un artista che io amo dal più profondo". Paola Maugeri intervista Morgan, ed è subito agghiacciante marchettone ad X Factor.

Un surreale scambio di battute, in cui a tratti si toccano picchi di pura psichedelia. Roba forte, roba pericolosa, grande informazione che entrerà sicuramente nella storia della televisione italiana. Morgan ha i baffi posticci e sembra in trance, si perde in flussi di coscienza di difficile interpretazione ma alla fine sembra uscirne con gran classe, come è solito fare nelle occasioni che contano. La Maugeri recita la parte della brava giornalista che ha vissuto tutte le più importanti rivoluzioni musicali in prima persona, proiettata in un passato assolutamente virtuale che però fa parte del suo bagaglio di esperienze formative.

In pratica, due anziani che si trovano al parco a ricordare i tempi che furono, con tutto ciò che ne consegue. Avrei troppo voluto essere tra il pubblico in studio.

LOTTA, DI CLASSE

Però ieri per sentire Veltroni in Piazza Municipale è venuta più gente che per gli Arctic Monkeys a Ferrara Sotto Le Stelle.

MISSISSIPPI IS BURNING

"Stiamo dimostrando che c'è un grande bisogno di cambiamento in questo paese".

Barack Obama vince in Mississippi e consolida il suo vantaggio su Hillary Clinton. Ora io ci credo ancora di più.
(foto desi_bebi)

10 marzo 2008

BOLOGNA GIORNO E NOTTE


Che la maggiore attrazione della serata siano stati la maglia del Rimini Calcio indossata da uno dei chitarristi ed il taglio di capelli stile “mi sbronzo, prendo la macchinetta e vediamo cosa salta fuori” sfoderato dal cantante la dice lunga su che genere di concerto sia stato quello dei Los Campesinos! al Covo. Non in assoluto un brutto concerto, ma un concerto decisamente noioso. Tanto per rendere l'idea al quarto brano avrei voluto già essere altrove, magari sotto le coperte a riposare dopo una lunga e faticosa giornata.
Sia chiaro, i Los Campesinos! sono giovani e simpatici, sono un gruppo divertente e sono in grado di comporre brani che presi singolarmente sono formidabili per urgenza ed irruenza. Il problema è che quando vengono messi in fila emerge chiaramente l'unico vero limite della band: la scarsa varietà compositiva. In pratica, i brani si somigliano tutti e, soprattutto dal vivo, pare proprio di sentire sempre la stessa canzone girare in loop senza che nessuno abbia il coraggio (o semplicemente voglia) di fermarla.

Nonostante venerdì sera io ce l'abbia messa tutta per godermi lo spettacolo, man mano che si andava avanti ciò che accadeva sul palco diveniva un dettaglio sempre meno interessante ed io mi sorprendevo a pensare a cose assurde tipo le sopracciglia tatuate di Sandy Marton, gli studenti fuorisede che pogano sempre come fossero ad un concerto dei Pornoriviste anche se il contesto non lo richiede, il divieto di fumo nei locali pubblici che è l'unico provvedimento buono che la destra ha fatto in cinque anni di governo anche se sovente non viene applicato, finire al pronto soccorso solamente per aver voluto riprovare dopo dodici anni a fare un giro agli autoscontri oppure far scrivere a mia madre un dettagliato resoconto di una puntata di X Factor. Emozioni forti, anche se magari avrei preferito tenerle a freno e sentire un concerto molto più coinvolgente.

Sarebbe bastato solo che i Los Campesinos! avessero fatto una pausa di un quarto d'ora ogni due brani (spalmando quindi il concerto su due ore e mezza, ma lasciando però al pubblico la possibilità di fare altro e non annoiarsi) e le cose sarebbero andate molto diversamente. Comunque sono giovani, cresceranno ed impareranno tutti i trucchi del mestiere. Il tempo gioca a loro favore, basterà solo lasciar loro la possibilità di maturare (e di strafarsi di droga ed altro) e sapranno regalare grosse soddisfazioni.
Tanto per dire, potrebbero addirittura diventare una grande band.

SEGNALI

«Governerò per tutti ma soprattutto per coloro che non hanno tutto e per far diventare realtà le aspirazioni delle donne. Governerò con mano ferma ma tesa verso gli altri e per mantenere il nostro impegno con l'Europa, la pace e lo sviluppo».

Mentre in Francia il partito di Sarkozy fa flop alle elezioni municipali, Zapatero trionfa in Spagna.

08 marzo 2008

IDEA REGALO (PER FARE BRUTTA FIGURA) #4


Veltroni sta rimontando nei sondaggi ed ormai i bolscevichi sono alle porte? Niente paura, arriva il Silviodanaio®, il posto più sicuro in cui mettere i Suoi risparmi.
Ma è solo l'inizio. Prossimamente arriveranno Silvio Pistoloni (un'arma giocattolo ma all'occorrenza perfettamente funzionante, ideale per difendersi dagli intrusi che vogliono commettere furti), Silvio Casconi (una calotta che riproduce perfettamente la pettinatura asfaltata del Cavaliere, ideale per proteggere la testa dalle cadute in motorino) e soprattutto Silviomat, l'orsacchiotto che sicuramente a breve diventerà il più amato dalle mamme italiane perché in grado di stracciare i quaderni dei bambini che copiano i compiti ai loro figli. Anche se in realtà non li hanno per nulla copiati.

(via Corriere della Sera)

05 marzo 2008

MOMENTI DI GLORIA



Un impossibile Serge Gainsbourg, in evidente stato di ubriachezza, molesta in diretta tv una giovanissima Whitney Houston. La pettinatura della Houston dice che siamo nel 1986, il filmato è da non crederci.

Tra l'altro la Houston, che ha reagito imbarazzata alle tamarrissime avances dello chansonnier francese, dopo anni di vizi, stravizi & abusi vari è assolutamente irriconoscibile, chiaro segno che almeno a livello inconscio Gainsbourg deve aver fatto un po' colpo su di lei.

Il filmato tratto da un programma tv francese immortala un momento memorabile e può essere di diritto catalogato come "altissima televisione", ma è nulla in confronto a questa commovente intervista che il Tg1 ha fatto a Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l'Autonomia (praticamente una sorta di Lega Sud in salsa democristiana). Qualcosa di incredibile, vera e propria tv verità trasmessa direttamente dal salotto di casa Lombardo, impreziosito per l'occasione da una bandiera del partito e da una cartina geografica formato gigante. Qualcosa che chiudevi gli occhi e per un attimo ti sembrava di essere a La Vita in Diretta 2001 circa, con Cucuzza che passa la linea al riporto di Gianfranco Agus per un'improbabile collegamento in diretta dal ristorante "La pentola d'oro".

Ma questa volta i protagonisti assoluti erano Lombardo e la sua pettinatura, un'ardita Grande Opera che sfida e batte ai punti la forza di gravità. Un riporto talmente cotonato che ogni volta che lo vedo grido al miracolo, qualcosa che per gusto e pregevole fattura mi ricorda senza ombra di dubbio lo schiaffo di fantozziana memoria. Ma, a pensarci bene mi ricorda anche il Ponte sullo Stretto, l'impossibile che per meri fini elettorali diventa possibile ma poi scompare nel nulla, tramutandosi in ricordo mitologico da rispolverare all'occorrenza. Bastano un phon, due colpi di spazzola, una vigorosa spruzzata di lacca ed il gioco è fatto. Almeno il 25% dei voti siciliani è assicurato. E non importa se i voti si prendono solo in Sicilia e nel resto del paese no. L'importante è essere parte del Grande Sogno, il resto non conta.

LE ELEZIONI LE VINCO IO

Il Senatore Nando Rossi ce l'ha fatta e può partecipare alle elezioni, ed è tutto merito mio.

La città di Ferrara ha per la prima volta nella sua storia un candidato premier, ed ora io so per chi non votare.

02 marzo 2008

L'AUDACE COLPO DEI SOLITI IGNOTI

Tira una brutta aria in casa Linea 77. Grandi polemiche ha suscitato infatti la coraggiosissima decisione del gruppo torinese di duettare niente popò di meno che con Tiziano Ferro, che a quanto pare (secondo le fiabesche voci fatte circolare ad hoc) è pure un loro grande fan ed è solito andare ai loro concerti incappucciato per non essere riconosciuto dal pubblico. Pazzesco.
Interpellati riguardo a questa vicenda i Linea 77 hanno dichiarato (con molta intelligenza, tra l'altro): “Sapevamo che ci sarebbero state proteste, ma un'artista non si deve limitare. E poi a noi è sempre piaciuto provocare. La vicenda è il triste riscontro del male del secolo italiano: la faziosità.” Parole sante, che sarebbero da incorniciare per quanto riescono a descrivere bene la situazione italiana: nella gente manca l'apertura mentale perché ognuno è più impegnato a curare il proprio orticello che a preoccuparsi degli altri, ma manca soprattutto lo spirito critico, dote che permette di comprendere che non sempre il proprio giardino è immune da difetti, problematiche e cazzivari.
La pietra della discordia è il brano Sogni risplendono, contenuto nel loro nuovo disco Horror Vacui. Un brano di maniera, qualcosa del tutto uguale al resto della loro produzione discografica, qualcosa in cui le parti vocali cantate da Tiziano Ferro sembrano appiccicate lì per forza, tanto per darsi un tono e (soprattutto) rispettare gli accordi presi con la casa discografica. Insomma, musica assolutamente innocua e che non giustifica per niente tutto il polverone che è stato alzato dai soliti fan duri e puri.
E qui un dubbio sorge spontaneo. Può una persona nel 2008 dichiararsi fan duro e puro di un gruppo come i Linea 77 ed incazzarsi per una collaborazione con Tiziano Ferro pretendendo di non risultare una macchietta? I Linea sono un gruppo che suona la stessa roba da una vita, lo stesso minestrone di chitarre ribassate e doppio cantato melodico/incazzato che dal 1998 ad oggi non è cambiato di una virgola. Roba che negli Stati Uniti è stata fatta prima e meglio ma che soprattutto è già vecchissima da almeno cinque anni. Massimo rispetto per il lavoro, i gusti e le opinioni altrui, ma io non vedo come ci si possa emozionare per un gruppo del genere. Come non vedo che differenza ci sia tra Tiziano Ferro e i Linea 77: anche Tiziano Ferro fa pezzi molto simili tra loro e a modo suo suona la stessa cosa da una vita, un errenbì che negli Stati Uniti è stato fatto prima, meglio e soprattutto è già passato di moda da tempo. Anche Tiziano Ferro come i Linea è prodotto, ingabbiato in uno schema dal quale per logiche discografiche non può uscire. Anche Tiziano Ferro un tempo pesava 111 chili come Nitto ed ora è magro come Emo, dunque è un chiaramente un morphing dei due cantanti del gruppo torinese.

Allo stato attuale delle cose, quindi, Tiziano Ferro e i Linea 77 sono la stessa cosa, ed allora perché scandalizzarsi se gli artisti in questione decidono di fare un agghiacciante marchettone e collaborare ad un brano? Al limite si può sempre acquistare il cd ed evitare di ascoltare la traccia in questione, ma evocare addirittura il tradimento in un caso del genere equivale a guardare il dito che indica la luna e non la luna, o qualcosa di simile.

IL FESTIVAL DI SANREMO L'HO VINTO IO


Finito il Festival di Sanremo, resta un solo dato di fatto: Frankie Hi Nrg ed Elio e le storie tese erano in gran forma, ed hanno fatto entrambi bella figura. Che abbiano deciso di tirare fuori le palle dopo ciò che ho detto su di loro?
Palle tirate fuori o meno, la questione è un'altra. I capelli di Toto Cutugno sono qualcosa di pazzesco. Ogni volta che li vedo mi chiedo approvo la sua coraggiosa decisione di non tingerli più ma poi mi chiedo come riesca a farli stare così. Sono granitici, perfetti, talmente perfetti che sembrano disegnati. Non possono essere veri.