31 ottobre 2011

RETROMANIA: Il Festivalbar del 1999 (più che altro sarebbe il caso di dire Rettomania, ma tant'è)


Il Festivalbar ci manca parecchio. Nessun'altra cosa ha saputo riempire le nostre estati come questa celeberrima manifestazione canora, nessun'altra cosa è stata di così alto livello emotivo negli anni novanta (che, per la cronaca, sono gli anni che vanno dal 1992 al 2001). In particolare ci manca l'edizione del 1999, ed oltretutto all'epoca non vidi nemmeno una puntata di quella strabiliante edizione perché avevo di meglio da fare – dunque posso affermarlo con particolare cognizione di causa.

Chi vinse? Non so e non ho nemmeno voglia di consultare Wikipedia per scoprirlo. Probabilmente Vasco Rossi o magari Zucchero, se proprio vogliamo esagerare Franco Califano. Mi limito a dire che quell'anno ci sono stati addirittura i Red Hot Chili Peppers (non me lo ricordavo proprio), con un John Frusciante gonfio come un pandoro perché appena uscito dal rehab ed un Flea ancora in grado di saltare in maniera piuttosto credibile. Devono averli pagati bene, e non necessariamente in maniera legale. Buon per loro.

Addirittura i Pooh, probabilmente appena usciti dal tunnel anche loro come John Frusciante. Grandissimi.

E, tanto per rimanere in tema, ti porto a un party con Nek col laccio al braccio. Un parrucchino oserei dire eroico.

E poi gli Eiffel 65, gente che tutti pigliano per il culo però intanto sono più famosi all'estero che in Italia ed il loro conto in banca si regola di conseguenza. Blue comunque è una delle canzoni italiane più belle degli ultimi vent'anni, pochi cazzi (anche se dire che il cantante degli Eiffel 65 è piuttosto buffo è un eufemismo). Guardando il filmato mi rendo conto che Gabry Ponte è sempre uguale, ma come fa?

Vamos A La Playa di Miranda, über-meteora in playback clamoroso capace di cambiare voce almeno sei volte nello stesso brano (per non parlare di come simula l'eco oppure la voce che sfuma, roba da tre metri di pelle d'oca sopra il cielo). Grandissima, sarei curioso di sapere cosa fa adesso nella vita e nel frattempo ha imparato a cantare sul serio. Rehab anche per lei, direi.

If You Believe di Sasha, che ormai viene ricordata solo per la pubblicità delle merendine con quell'insopportabile di Andrew Howe (a dire il vero è la pubblicità delle merendine con Fiona May, però tanto è uguale perché Fiona May ed Andrew Howe sono entrambi italiani neri) però lui un po' bravo lo era (anzi, era parecchio bravo – e poi in seguito ha inciso un paio di dischi col nome d'arte di Dick Brave, dunque è un tipo da rispettare a prescindere), nonché particolarmente umile nel suo salutare timidamente il pubblico di Verona.

I Litfiba in una delle loro ultime apparizioni prima dello scioglimento, o magari si sono sciolti un po' tempo dopo ma si vedeva già che non andavano d'amore e d'accordo. Piero Pelù era più concentrato a smentire le voci che lo vogliono autore della sigla di Jeeg Robot d'acciaio che a cantare, i suoi capelli erano unti come ai bei tempi ma si vedeva che qualcosa si era rotto. Meno male che si sono riuniti di recente, non riuscivo proprio a stare senza.

I capelli di Giorgio Prezioso, che dopo dodici anni sono ancora così folti e voluminosi. La musica di Prezioso feat. Marvin, roba che pare scolpita nella roccia per quanto è rimasta uguale negli anni, sempre folta e voluminosa. Lo scratch nervoso di Prezioso che non ti molla mai è ufficialmente la cosa musicale più anni novanta di sempre assieme alla fucilata che si è tirato Kurt Cobain quando si è ucciso.

Anggun, che non si sa che fine abbia fatto ma è sparita dopo un pezzo con Piero Pelù (o con i Litfiba, non ricordo più). Rehab anche per lei.

Mambo N. 5 di Lou Bega, indiscutibilmente una delle canzoni più brutte di tutti i tempi. Lou Bega aveva una discreta faccia da schiaffi (o da pappone), secondo me qualcuno glieli ha pure dati ed è ancora all'ospedale. Niente rehab per lui, era straight edge.

Narcotic dei Liquido, brano che inneggiava all'uso (e all'abuso) di droga e nessuno se ne accorgeva. Quelle tastiere erano davvero insostenibili, però sentite dodici anni dopo son diventate belle. Tra l'altro uno dei Liquido suonava pure nei Notwist, segno che la band valeva parecchio.

Davide De Marinis, che è andato avanti a cantare per quasi due anni una canzone orrenda del 1998 poi è sparito quasi del tutto dalle luci della ribalta (il titolo del suo ultimo singolo Morandi Morandi la dice lunga su quanto ci creda ancora). Peccato, faceva ridere ed aveva pure un discreto gusto nel vestire.

Geri Halliwell, che quando era nelle Spice Girls era una cicciona poi si è presentata fuori da sola che era al limite dell'anoressia. Grande shock, grande successo, storia con Robbie Williams, fine della carriera (no, non è vero. L'ha addirittura salvata dalla bulimia). Ci manca, speriamo ritorni.


Britney Spears, ancora minorenne ma con il seno già rifatto che canta Baby One More Time. Anche lei sparita, anche se ha appena pubblicato un disco nuovo ed è sempre su Mtv. Poveretta.


Potrei andare avanti ancora un bel pezzo (se non addirittura all'infinito), ma mi fermo qui perché è scaduto il tempo e non ho voglia di postare un filmato di Mango che già dodici anni fa cantava una canzone uguale a tutte le altre sue canzoni. Il tono di voce è quello, il modo di cantare pure ed io non ci posso far nulla.

2 commenti:

casadivetro ha detto...

M'hai anticipato di un soffio, avrei scritto proprio del '99, che è l'anno borderline.
Avevo la compilation blu&rossa di quell'annata storica. Roba da lacrime. Solo una cosa: Unforgivable Sinner di Lene Marlin???

Anonimo ha detto...

io ti amo e adesso lo sai.