17 ottobre 2011

PAUL IS DEAD, BJORK IS DEAD, PUNK IS DEAD, STEVE JOBS ANCHE: TEMPO DI SEDUTA SPIRITICA?

Recentemente ho vinto circa seicento euro al videopoker ma li ho già spesi tutti per comprarmi il biglietto per il concerto di Paul McCartney a Bologna e l'edizione ultra-mega-special da cinquecento dollari del nuovo disco di Björk. Potevo spenderli meglio ma potevo anche spenderli peggio, però son sempre soddisfazioni visto che ora ho in mano due pezzi della storia della musica e posso anche vantarmene con gli amici al bar.

A dire il vero, Paul McCartney è morto quarant'anni fa e quello che si vede in giro da circa quarant'anni è un sosia. Si è perfino sposato di recente e non si è ben capito se lo sposo era quello vero (dunque Faul McCartney) oppure un sosia del sosia visto che aveva dei capelli che probabilmente i suoi parrucchieri hanno cominciato ad acconciare tre giorni prima (richiedendo un permesso speciale al Ministero delle Infrastrutture) per quanto erano tinti e cotonati; oltretutto il suo viso era talmente liftato che se per caso quel Paul McCartney volesse salire in aereo lo respingerebbero al mittente in nome delle norme sulla sicurezza aerea post-11 settembre. Tenendo conto che le mogli di McCartney son sempre giovanissime non so proprio cosa aspettarmi da un suo concerto nel 2011, ma ad occhio e croce non mi aspetto nulla di particolarmente buono e dunque mi sa tanto che il fatidico giorno mi metterò nei pressi dell'entrata a rivendere il biglietto a prezzo maggiorato. Spero di farcela.

Il nuovo disco di Björk, invece, è il classico disco che se non fosse opera di Björk non se lo sarebbe cagato proprio nessuno. Noioso come pochi, è un concept su non so che cosa interamente composto utilizzando l'iPad (così ho letto su Elaborare, dunque è vero) in combinato-disposto con strumenti musicali ormai desueti oppure inusuali. In definitiva, roba da citare in giudizio Steve Jobs - se solo fosse ancora vivo. Purtroppo per lei Björk ha smesso di innovare perfino quando cerca di sfruttare al meglio le nuove tecnologie e non riesce nemmeno più a scegliersi i produttori giusti e/o alla moda come faceva in passato, quindi il suono ne risente assai; urge dunque un ritiro o a scelta un ritorno a fare le cose semplici come un tempo, senza per forza voler stupire il mondo con trovate concettuali che lasciano il tempo che trovano. Tra l'altro l'edizione da cinquecento dollari in mio possesso può essere goduta appieno mediante un iPhone o un iPad in quanto c'è tutto in discorso di visuals dietro, ma io non sono possessore di questi strumenti e dunque mi sa che lo rivenderò assieme ai biglietti del concerto di Faul McCartney. Anzi no, lo rivenderò proprio a lui – così magari grazie al disco di Björk riesce a mettersi in contatto mentale (tipo seduta spiritica di Via Gradoli, per intenderci) con il vero Paul McCartney e ci spiega se è vero o no che è morto da quarant'anni anche se nessuno lo dovrebbe sapere.

Nessun commento: