30 maggio 2011

FILE UNDER: GENTE CHE DEVE TROVARSI UN ALTRO LAVORO


Data storica: con i ballottaggi del 28 e 29 maggio 2011 finisce ufficialmente il berlusconismo, anche se Berlusconi è in viaggio-premio in Romania e non se ne è ancora accorto. Berlusconi proverà a fare con Pisapia e De Magistris quello che ha fatto con Prodi dal 2006 al 2008 (ossia ridicolizzarli mediaticamente, sommergerli di rifiuti, pagare persone perché si trasformino in voltagabbana et similia), probabilmente ce la farà (ma anche no) però resta sempre un vecchio con i capelli pettinati col catrame che ha perso in maniera inequivocabile quando doveva stravincere. La Storia ora inizierà a presentargli il conto, e saranno cazzi suoi.

Speriamo solo che i suoi parlamentari inizino a diventare incontrollabili e a fargli mancare la maggioranza in occasione di votazioni importanti, ci sarà da divertirsi parecchio. E speriamo anche che il centrosinistra butti tutto alle ortiche iniziando nell'ordine:

  • con i litigi tra D'Alema e Veltroni;

  • con Rutelli che ha mangiato pane e cicoria per un centrosinistra competitivo anche se ora sta con gli ex-fascisti e con i democristiani;

  • con Bersani che imita Crozza che imita Bersani;

  • con Rifondazione Comunista, che non sapevo neanche che esistesse ancora e quando ho letto che il segretario è Ferrero ho pensato subito che fosse quello della cioccolata morto in Sudafrica durante una gara ciclistica;

  • con diversi parlamentari che passano nelle file del centrodestra per andare a rimpolpare i numeri del traballante Berlusconi;

  • con un alleanza con il cosiddetto Terzo Polo, uscito devastato da questa tornata elettorale;

  • con il sistematico boicottaggio dei prossimi referendum, in modo da non far raggiungere il quorum e da salvare il culo a Berlusconi.

Non ci credo che il centrosinistra arrivato a questo punto non riesca a non tirarsi la zappa sui piedi, è matematicamente impossibile. Chi si voterebbe a livello nazionale zombie come Veltroni e D'Alema (ma anche altri, tanto per dire oggi hanno intervistato Luciano Violante riguardo alla vittoria elettorale ed io non mi ricordavo nemmeno che esistesse ancora. Brutto segno quando torna alla ribalta gente del genere) se non ci fosse un Berlusconi da sbandierare come nemico ad ogni tornata elettorale?


Che poi Berlusconi ci metta del suo trasformando ogni elezione in un referendum sulla sua figura è un altro paio di maniche, così come il fatto che Berlusconi in occasione di queste amministrative ha raggiunto dei livelli di insopportabilità (esiste il termine “insopportabilità” in italiano? Il T9 del mio cellulare lo scrive, direi che esiste davvero) che raramente un essere umano normale aveva osato raggiungere. Ma è davvero un essere umano normale Silvio Berlusconi? La risposta dopo lo spot pubblicitario.

27 maggio 2011

SI PARLA DI TRASMISSIONE DEL CALORE QUANDO DELL'ENERGIA TERMICA TRANSITA PER EFFETTO DI UN GRADIENTE DI TEMPERATURA (cit.)

Dopo aver assistito ad un concerto di un certo spessore come quello di Sufjan Stevens a Ferrara non si può far altro che dire:

  • Sufjan Stevens era alla prima volta assoluta in Italia, e probabilmente è sbarcato con un'astronave.

  • Lo show è stato di gran classe, ed un giorno o l'altro verrà utilizzato come termine di paragone quando si tratterà di spiegare alla gente cosa sono il divertimento e la grande musica pop di qualità.

  • Lo show introduttivo di DM Stith è stato adeguato.

  • Sufjan dal vivo ha un suono che una volta uscito dalle casse a tratti diventa palpabile e pare quasi volerti avvolgere in tutta la sua barocca maestosità.

  • Trovate sceniche da Carnevale di Rio, visuals pazzeschi, grandi canzoni, fanciullesca innocenza: se solo lo volesse potrebbe trasformarsi in un divo pop, ma teniamocelo così che è pure meglio.

  • Peter Gabriel.

  • Riesce a far suonare incredibilmente bene un album (a mio parere) non sempre del tutto a fuoco come The Age Of Adz fino a renderlo un'opera assolutamente coinvolgente ed imprescindibile, e fa i recuperi giusti dagli album precedenti. Bravo.

  • La sua tenuta scenica è di quelle che potenzialmente potrebbero rendere ridicolo qualsiasi essere umano, ed il gruppo che lo accompagna è adeguato alla portata della sua proposta musicale.

  • C'è caldo, c'è il tutto esaurito, c'è chi troverà qualcosa da ridire ma alla fine si esce col sorriso sulle labbra. Grazie ai ragazzi di Ferrara Sotto Le Stelle che sono riusciti a donarci un live del genere.

Attendiamo fiduciosi le prossime puntate. Mi sa che ci sarà da divertirsi.

(foto a cura di Luca Gavagna - Le Immagini)

QUI MILANO ISLAMICA

Siamo alle solite: Silvio Berlusconi ha insultato gli elettori di sinistra. Per la precisione, ha detto una cosa del tipo che chi vota a sinistra non ha cervello e praticamente è un deficiente. E come al solito tutti si sono indignati ed hanno protestato, facendo il gioco di uno che certe cose le dice apposta per provocare e poter poi recitare la parte della vittima al minimo accenno di reazione da parte dell'avversario. È così prima di ogni tornata elettorale in cui parte in svantaggio, e sarà così fin quando Berlusconi sarà sulla scena politica ed arriverà in svantaggio ad una tornata elettorale (quando è in vantaggio col cazzo che se ne esce così. Mica è scemo l'ometto...).

Per quanto mi riguarda, Berlusconi può dire quello che vuole tanto resta sempre un vecchio di settantasei (o settantaquattro? Non ho nemmeno voglia di verificare in rete la sua vera età, e poi tanto alle signore l'età non si chiede mai e dunque non la cerco) anni che crede di essere un trentacinquenne ed è guidato da svariati complessi d'inferiorità (dovuti tra le altre cose a bassa altezza, invecchiamento, invidia del pene dei comunisti, figli neri di Franco Baresi, perdita dei capelli, ossessione da potere, ossessione per la figa, ossessione per la figura di Rosy Bindi, ossessione per il denaro, ossessione per la madre, lingue felpate, miraggi) che ne condizionano in maniera inequivocabile l'operato (sia nel campo politico che nella vita di tutti i giorni, sempre ammesso che nel suo caso sia possibile separare questi due aspetti) e che da parecchio tempo a questa parte mi portano a non prendere più in considerazione quanto lui va dicendo in giro. Rileggendo ciò che ho appena scritto non capisco nulla, ma probabilmente con una frase del genere ho voluto dire che non me ne frega un cazzo di quello che dice Berlusconi in tv. Vivo bene lo stesso anche senza ascoltarlo più quando dice certe cose, e probabilmente vive alla grande anche lui che alimenta la sua genialità con i vizi come Maradona e Michael Jackson (cit. il grandissimo Attila Csihar Sallusti, che in un intervista a Vanity Fair gli ha praticamente dato del cocainomane e del pedofilo. La sinistra che si indigna per le esternazioni fuori controllo di Berlusconi non avrebbe saputo fare di meglio, anche se ultimamente tra i lettori che commentano gli articoli di Repubblica qualche elettore di sinistra sta uscendo allo scoperto e lo definisce malato mentale. I vertici dei partiti di centrosinistra hanno tutto da imparare). Non lo voto che non mi rappresenta, ma non vado di certo in giro ad insultare quei minus habens che vivono la vita incollati allo schermo televisivo, credono ai suoi vaneggiamenti in favor di telecamera e lo votano regolarmente, salvo poi lamentarsi per come vanno le cose in Italia. È la democrazia, è la cosa più bella che ci sia ed è giusto che il mio voto conti come quello di un pezzente che vorrebbe una vita migliore e vota Berlusconi perché così diminuisce il carico fiscale, migliora la qualità della vita, i negri e gli zingari se ne tornano a casa loro ed il Milan compra quel gran pezzo di figo di Cristiano Ronaldo (che per me è pure ricchione anche se sta insieme ad una supermodella, ma non diciamolo a Giovanardi sennò si incazza e lo fa tornare al Real Madrid).

E comunque Berlusconi è simpatico. Quando parla di Milano islamica non si riferisce di certo ai baciamano che faceva Gheddafi, quando parla di comunisti e centri sociali non si riferisce di certo a Putin e a Lukashenko, quando parla di zingari non si riferisce di certo a Bossi e agli altri pezzi grossi della Lega che ai bei tempi volavano a Belgrado ad incontrare il criminale di guerra Milosevic. Berlusconi non parla mai a vanvera, ma nel dubbio io non lo ascolto più.

26 maggio 2011

IN COPPA I GOL SEGNATI FUORI CASA VALGONO DOPPIO



Incredibile Silvio Berlusconi, che si supera attaccando una tomella[*] assurda al presidente americano Barack Obama vaneggiando di nuova maggioranza, di riforma della giustizia e di una fantomatica dittatura dei giudici di sinistra in Italia. Quando ho visto il filmato intero al Tg di La7 nemmeno ci credevo (non posso riportare quel filmato perché se lo mettessi sul blog partirebbe in automatico ad ogni apertura una pubblicità di Leroy-Merlin, e fare pubblicità gratuita non mi piace mai) ed invece è la realtà, nuda e cruda come è giusto che sia. Notare la faccia impietrita di Obama, pagherei oro per poter entrare nel suo cervello e scoprire cosa pensava in quel momento. E poi l'incredulità della Merkel, l'aria scocciata di Sarkozy, il fotografo istruito da Berlusconi sulle foto da scattare, lo sguardo di Berlusconi che punta Obama e poi lo raggiunge, la traduttrice che traduce ma vorrebbe essere altrove.
Fantastico, queste sì che sono le cose che ti rendono fiero di essere italiano. Avanti così presidente, che siamo il paese più ricco d'Europa!
E sono cinquanta di bocca e cento a scopata.

[*] tomella: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà elegantemente il PEx alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Vedi anche "pezza" (dizionario italian-bolognese)

Una città eterna, un disco eterno: DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI - Rome

Quando si parla di Roma la prima cosa che mi viene in mente è il grandissimo Antonello Venditti che dedica l’ennesima canzone alla sua città di origine (anzi no, scherzavo. Mi viene in mente Corrado Guzzanti che a “L’Ottavo Nano” imita in maniera esilarante Antonello Venditti che dedica l’ennesima canzone alla sua città di origine). E poi a seguire mi vengono in mente il dialogo in discoteca tra Valerio Mastandrea ed il Piotta nel video di “Supercafone”, quel genio di Gianfranco Funari (R.I.P.) che mangia la mortazza durante le televendite, Francesco Totti che fa er cucchiaio a Van Der Sar durante i calci di rigore di Italia-Olanda ad Euro 2000, Ciccio Graziani che in finale di Coppa dei Campioni si fa parare il rigore decisivo da Bruce Grobbelaar del Liverpool e ne esce talmente sconvolto da non riprendersi mai più, Metal Carter, Alvaro Vitali che in “Giggi il bullo” viaggia per le strade della periferia romana con un clamoroso mini-motorino 50cc, Fabrizio Bracconeri nei Ragazzi della Terza C quando era ancora molto grasso e lo canzonavano tutti, Alberto Sordi tassinaro, il Colle der Fomento, il Gabibbo e il Papa (cit. Paolino Paperino Band - “La Pentola”). Non mi viene in mente nient’altro, anche perché non sono mai stato a Roma e dunque non l’ho mai vista dal vivo. Prima o poi comunque ci andrò.

Se io non ho mai visto Roma e non posso dire nulla in merito, cosa può aver spinto uno come Danger Mouse ad intraprendere una per certi versi folle collaborazione con Daniele Luppi (italiano d’America, compositore di colonne sonore ed arrangiatore di grande talento)? La passione. “Rome” è stato inciso a Roma nei celeberrimi studi Forum e non è (come si potrebbe essere portati a pensare) un concept album dedicato a questa favolosa città che tutti nel mondo ci invidiano, ma è sostanzialmente un disco ispirato all’atmosfera delle colonne sonore dei film italiani anni ‘60-’70 che vuole essere nel contempo un tributo a quel periodo aureo. Null’altro. Danger Mouse e Daniele Luppi ispirati dalla bellezza di Roma? Non lo so, e non so nemmeno se siano invidiosi della sua bellezza e della sua magia. L’unica cosa certa è che dietro a questo “Rome” ci sta un lavoro di sei anni ma nonostante il disco riesce a suonare fresco e sveglio come se fosse una immaginaria colonna sonora per un film che deve ancora uscire (e che forse un giorno uscirà sul serio, da un tipo fresco e sveglio come Danger Mouse ci sarebbe da aspettarsi anche una mossa del genere) ed è più o meno una cosa per cui gli ultimi Air sarebbero anche disposti ad uccidere tale è il livello di eccellenza sonora raggiunto da questi sofisticatissimi trentasei minuti di musica.

Quindici anni fa per musica del genere sarebbe stato scomodato l’ingombrante termine “musica cinematica” ed a volte vengono quasi in mente i migliori Morcheeba (un tempo sono esistiti anche dei Morcheeba migliori, che tanto per rimanere in tema di romanità non sono quelli di quell’orrendo pastrocchio di pop vacanziero 2000 di “Rome Was’t Built in a Day”), il Serge Gainsbourg più sognante ed etilista, gli Zero 7 degli esordi, ma il tutto è estremamente personale e reca impresso a fuoco il marchio di fabbrica di questo estemporaneo duo Danger Mouse & Daniele Luppi (estemporaneo duo si fa per dire, visto che han lavorato per sei anni a questo disco e si sono serviti della collaborazione di parecchi musicisti che hanno suonato nelle colonne sonore di gente come Rota e Morricone – e si sente). C’è gran bisogno di roba del genere oggi, anche se siamo nel 2011 e non nel decennio che va dal 1960 al 1970: quegli arrangiamenti di archi sognanti perfettamente curati da Daniele Luppi, quelle atmosfere retrò e vagamente dark, la magia & il sogno dei brani strumentali (che sono il vero punto di forza di questo album), il peculiare lavoro di Danger Mouse alla produzione che riesce a non far sembrare fuori contesto un Jack White che sembra posseduto dal demone di Robert Plant (“Two Against One”) e la popstar Norah Jones (“Problem Queen”). Un disco davvero affascinante.
Sì, devo proprio andare a visitare Roma.

(Indie For Bunnies)

Un disco che era vecchio quando è uscito ed è nuovo adesso: BLOODY BEETROOTS - Best Of… Remixes

A me piace ascoltare la musica mentre guido perché solo così riesco a capire se un disco vale veramente oppure è una ciofeca. Mentre guido sono totalmente concentrato sulla strada ma paradossalmente la mia mente è più disponibile ad assorbire ogni sfumatura, ogni variazione, ogni particolare di un dato album, e se il suono è quello giusto riesco pure a gasarmi parecchio e a spingere l’acceleratore a tavoletta. Ho dei grossi problemi ma me ne sbatto.

Tanto per dire, l’altra sera sono uscito di casa ed ho preso la macchina solo per intraprendere un viaggio medio-lungo ed ascoltare “Best Of… Remixes” dei Bloody Beetroots, un disco che come dice il nome raccoglie il meglio dei remix disseminati in giro negli ultimi anni dai Bloody Beetroots. Per dovere di cronaca dico subito che i Bloody Beetroots sono un progetto tutto italiano di dance che piace anche a chi ha velleità maggiormente punk, ottengono un grosso riscontro sia in Italia che all’estero ma io non avevo gradito molto “Romborama” (il loro disco uscito più o meno un anno e mezzo fa) perché fondamentalmente l’ho trovato un inutile e pretenzioso spreco di testosterone, ma visto che come dice il magico De Gregori un giocatore si vede dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia ho deciso dare ai Bloody Beetroots un’altra chance e sono partito verso una destinazione ignota accompagnato dalla solo da me stesso, dalla loro musica e dalla mia auto.
Ho inserito il cd nel lettore dell’autoradio, ho schiacciato il tasto play ed è stato subito grosso spavento: credevo che si fosse saltata la marmitta (assolutamente plausibile, visto che ho guido una Fiat Ritmo blu classe 1983 e non la cambierei per nulla al mondo), ma erano solo i synth über-distorti & rumorosissimi che caratterizzano il suono delle Barbabietole Insanguinate (l’ho tradotto con WordReference®, non è certo farina del mio sacco visto che non so nemmeno parlare l’italiano – figuriamoci l’inglese).

Scampato il pericolo, ho potuto gustarmi appieno una raccolta che fotografa esattamente lo stato dell’arte di un progetto che, piaccia o no, ha un suono che è un marchio a fuoco ed è tutto fuorché banale e scontato. In “Best Of… Remixes” lo spreco di testosterone c’è ancora, ma è uno spreco che stavolta funziona alla grande e dimostra come in definitiva i Bloody Beetroots se la cavino meglio quando sono alle prese con brani altrui che quando sono alle prese con proprie composizioni (che poi i Bloody Beetroots sono essenzialmente Bob Rifo, ma continuiamo a fingere che siano un gruppo vero e proprio e non se ne parli più). Uno dopo l’altro diciotto missili che mi hanno fatto addirittura venire in mente quei folli mazzolatori sonori degli Stunned Guys per la cattiveria e la brutalità che viene messa nello sventrare i brani altrui, una cosa tipo prendere Tiga, Robyn, Chemical Brothers, Marina Gasolina, Shitdisco, Goose, Etienne De Crecy, All-American Rejects, MSTRKRFT, Toxic Avenger, chiuderli nel bagagliaio dell’utilitaria e lasciare che le loro urla e la loro sofferenza definiscano la musica che ti circonda in quel preciso istante, in quell’attimo che era adesso e poi è già passato senza che nemmeno tu te ne accorgessi. Bel disco davvero, ed oltretutto non ha grosse pretese concettuali come “Romborama” – quindi vince facile.

Da che mondo e mondo, gli italiani quando si tratta di fare dance con le palle non sono secondi a nessuno – la italo disco tutta, Daniele Baldelli, Boy George arrestato per droga negli anni ottanta durante una sua ospitata in un locale ferrarese, le prime radio e le prime discoteche che suonavano house, i Black Box che da Modena hanno conquistato il mondo, Gino Latino, Albertino e il Deejay Time, le favolose croste eurodance da autoscontri metà anni novanta, i Datura, le carovane di auto per andare al Number One a Brescia, Robert Miles, un mio compagno di università che faceva il dj gabber ed era riuscito ad entrare nella top ten dei dischi più venduti in Germania, il Kinki quando contava esserci, Mario Più che parla in tedesco intervistato ad un programma musicale della tv tedesca, gli Eiffel 65, Gigi D’Agostino, mille altre cose – e i Bloody Beetroots mentre remixano non fanno che confermare questo semplice ma fondamentale assioma. Mi sono esaltato parecchio e la mia auto ha iniziato a viaggiare oltre ogni limite, probabilmente ho preso un paio di autovelox ma non è un grosso problema visto che la targa è opportunamente camuffata per sfuggire ad ogni identificazione ed attaccato al vetro anteriore a mo’ di amuleto ho un cd di Lady Gaga. Anche stavolta forse l’ho scampata.
(comunque il punk-rock è tutta un’altra cosa, sia ben chiaro)

(Indie For Bunnies)

22 maggio 2011

DINAMICHE DI CANCELLAMENTO, LA MALEDIZIONE DEL BENESSERE, SINTOMI DI QUELLA VITA

Che fine ha fatto Pete Doherty? È un po' di tempo che non lo si vede in giro, almeno da quando un paio di mesi fa ho visto un video in cui era gonfissimo ed aveva i denti verdi. Sembrava uscito dalla mente dell'inventore degli Sgorbions[*] più che dalle pagine di NME, ma probabilmente è solo perché sta smettendo di farsi ed allora chissà cosa è costretto a pigliare per non sentire i terribili morsi delle crisi d'astinenza. Speriamo che torni a far musica sul serio e la smetta con quella merda perché ha scritto grandi cose, o magari speriamo che continui con la merda se è questo che gli serve per scrivere grandi cose.

Pensavo al suo destino un paio di giorni fa quando sono incappato in una vecchia recensione di un concerto dei Babyshambles, solo che invece di leggere Babyshambles ho letto Barbareschi ed ho riso tantissimo smettendo all'istante di pensare al destino del buon Pete. Luca Barbareschi non c'entra nulla con i Babyshambles eppure me lo sono immaginato sul palco come sostituto temporaneo di Doherty e non c'è stato verso di riuscire a smettere. Poi di conseguenza ho cominciato a chiedermi se a Kate Moss sarebbe piaciuto un tipo come Luca Barbareschi e se Kate Moss lo avrebbe lasciato per Jamie Hince oppure no. Pippe mentali comunque, visto che devo ancora capire come faceva Kate Moss a stare con Doherty e soprattutto quanti anni ha Kate Moss (trentacinque? quaranta? quarantacinque? Ho visto una sua foto di diciassette anni fa quando stava con Johnny Deep ed era uguale ad oggi. Ed anche Johnny Deep era uguale ad oggi, se per questo. Come fa/come fanno? Deve essere questione di alimentazione o di droga buona), figuriamoci se posso capirne di quel grande intellettuale di riferimento della destra italiana che risponde al nome di Luca Barbareschi. Ai poster l'ardua sentenza.

Resta il fatto che sentendo il nuovo dei Friendly Fires (che erano in copertina su NME un paio di settimane fa e che se ne sono usciti con un nuovo disco che è una vaccata pazzesca. I Friendly Fires suonano come i New Kids On The Block e i Bros, il gradevole disco d'esordio ed il singolo piccolo-capolavoro Paris sono solo uno sbiadito ricordo e per farteli piacere devi essere per forza di Milano – niente contro Mil'ano e i milanesi ovviamente). vien da pensare che Pete Doherty ci manca tantissimo e sarebbe ora che se ne uscisse con nuova musica (o al limite con qualche gossip degno di nota) per spazzare via questi damerini che di sicuro a questo giro fanno il botto su Mtv e poi chi li ferma più. Ridatecelo.

[*] per la cronaca: gli Sgorbions sono una delle manifestazioni culturali più alte della prima metà degli anni novanta, Con il loro umorismo da seconda media (e nemmeno al primo banco, come diceva il nostro Condottiero Silvio) hanno avuto un impatto talmente dirompente che ancora oggi che siamo nel 2011 c'è gente che ne porta i segni a livello mentale.

21 maggio 2011

È arrivato Weah e Baresi è di nuovo papà: Africa Hitech – 93 Million Miles (Warp)

Non ricordavo più chi fosse Ruud Gullit e mi è tornato in mente solo quando ho letto dell'arresto di suo figlio Saverio Gullit per spaccio di droga. Può la mente di un uomo rimuovere dal proprio archivio personaggi del genere? Eppure Gullit è stato un grande calciatore del Milan dei primi scudetti berlusconiani ed è pure il padre di uno dei figli neri di Franco Baresi (la leggenda metropolitana dice così, non so se sia vero sul serio ma preferisco credere che lo sia. Magari per la legge del contrappasso Saverio Gullit è figlio di Baresi, chissà), come è possibile non ricordarsene? Capisco non sapere che Gullit ora allena una squadra in Cecenia, ma ricordarsi di lui perché suo figlio si fa beccare mentre vende il fumo proprio no. Deve essere perché non ho mai tifato Milan.

Ci pensavo un paio di giorni fa, quando guardavo una serie di vecchi video degli East 17 (misconosciuta boyband anni novanta, quella che all'apice del successo si è giocata tutto perché il cantante ha dichiarato che ogni sabato notte si faceva dodici pasticche ecstasy e guidava tranquillamente per tornare a casa) e mi rendevo conto che all'epoca si vestivano come certi studenti fuorisede proto-altermondisti che oggi si vedono in giro per il capoluogo di regione emiliano-romagnolo (che per la cronaca attualmente è Bologna), baggy pants, camicioni e felpe extralarge con i colori della Giamaica compresi. Come facevano gli East 17 a vestirsi così ed apparire fighissimi agli occhi delle teenager? Come facevo io a non ricordarmi che si vestivano così? Non lo so, ma ad occhio e croce deve valere lo stesso discorso che ho fatto per Gullit: non ho mai tifato Milan ed ho rimosso questi piccoli, divertenti particolari dalla mia mente e dalla mia vita. Succede.

Comunque, vedendo i video delle megahit East 17 e vedendo i video in cui annunciavano la loro reunion mi son reso conto che il tempo è stato davvero ingrato con loro. Si son conservati parecchio male e sembrano passati quarant'anni: Tony Mortimer è gonfio che sembra un pandoro, Brian Harvey ha i denti marci ed ha due occhiaie che non ti dico (deve essere stato tutto l'ecstasy per cui a suo tempo lo cacciarono dalla band, o magari il fatto che è uno dei pochi al mondo che ha tentato di suicidarsi lanciandosi dall'auto mentre la stava guidando a bassissima velocità. Più probabilmente guidava strafatto come ai bei tempi, è scivolato e deve ancora ristabilirsi), gli altri due un po' meno ma non han mai contato nulla nell'immagine della band dunque non fanno testo. I Take That, tanto per citare i loro acerrimi rivali dell'epoca, al loro confronto sono degli atleti olimpici (a parte Robbie Williams che è anche lui gonfio come un pandoro, ma dimagrirà giusto in tempo per il prossimo tour). Il tempo è stato molto più clemente con Gullit, che non ha più i dread ma resta un distinto signore capace di colpi da maestro sia in campo che fuori (e si ritorna alla leggenda metropolitana del presunto figlio nero di Baresi). Chissà perché suo figlio Saverio spacciava fumo pur essendo figlio di un ex calciatore e dunque piuttosto benestante? Ma siamo proprio sicuri che si chiami davvero Saverio il figlio di Ruud Gullit? E siamo sicuri che fosse proprio fumo quello dentro alla busta che ha cercato di vendere ad un poliziotto in borghese e non una copia di un disco che scotta perché dentro c'è roba che se l'ascolti eccessivamente svieni?

Tutto questo per arrivare a dire che 93 Million Miles degli Africa Hitech è un disco fighissimo. L'Africa si sente ma non troppo, giusto quel tanto che ti porta a pensare che un disco del genere sia la proiezione esatta di come i bianchi londinesi vedono l'Africa e di come successivamente filtrano questa proiezione mentale attraverso una sorta di distorsione spazio-temporale dovuta all'abuso di sostanze chimiche varie ed assortite. Dubstep ma non solo, arriva forse fuori tempo massimo per salire sul carro dei vincitori ma è un disco che rischia ben più dei soliti fantocci dubstep che negli ultimi due anni hanno pubblicato dischi tutti uguali ed intercambiabili e pertanto vince alla grande la sfida. E poi è uno dei dischi più tamarri ed eccessivi che io abbia sentito negli ultimi cinque anni ed in più – cosa da non sottovalutare – recupera dai sepolcri della storia degli anni novanta Ini Kamoze, che io pensavo avesse fatto solo Here Comes The Hotstepper ed invece ha continuato a fare altro anche se il grande pubblico non se lo è più filato manco per scherzo (almeno in Italia). Magari il figlio di Gullit invece ha continuato a filarselo, ed i risultati si son visti alla grande.

(Bastonate)

19 maggio 2011

IL SECONDO ALBUM È SEMPRE IL PIÙ DIFFICILE, et altri luoghi comuni vari ed assortiti.



Ho ormai ultimato il mio libro sugli 883 che uscirà tra qualche tempo per l'Arcana e non sto più nella pelle. Ma niente paura: mi basta leggere che i Modena City Ramblers hanno tenuto di recente concerti in discoteche dove di solito suona gente come i Cyberpunkers e mi demoralizzo subito (per colpa dei Modena City Ramblers, ma anche per i Cyberpunkers). E mi demoralizzo ancor di più quando leggo che i Modena City Ramblers minacciano di esibirsi al Ferrara Buskers Festival, una roba che quando penso al fatto che hanno trasformato l'immortale canto partigiano Bella Ciao in una cosa tipo Albachiara di Vasco Rossi (o peggio, Sabato pomeriggio di Claudio Baglioni) virata combat per il pubblico medioaltermondista con pantaloni a righe-canotta-zaino Invicta-cartone di Tavernello-Birkenstock ai piedi-sigarette rollate artigianalmente-capelli sporchi-pisciate contro il muro ben nascosti dalla tua auto mi vien voglia di far di tutto per boicottare i prossimi referendum su legittimo impedimento / acqua bene comune / centrali nucleari e contribuire al mancato raggiungimento del quorum (anche solo per il fatto che il sito Angolotesti attribuisce ai Modena City Ramblers il testo di Bella Ciao).

E invece no. Votare ai referendum è importante e votare sì lo è ancora di più, ma non è questa la sede per approfondire un argomento del genere anche perché non ricordo nemmeno la data esatta di questi referendum e non ho voglia di cercarla in rete (in tv non mi hanno detto quando si tengono e sono del tutto disinformato). La cosa da approfondire ora è il fatto che a Ferrara Sotto Le Stelle suoneranno lo stesso giorno i Dinosaur Jr. (che eseguiranno Bug per intero!), i Verdena (che non mi piacciono, ma problema mio visto che a quanto pare l'ultimo disco è notevole), gli Aucan (che mi piacciono un sacco, ma problema mio visto che a quanto pare l'ultimo disco è notevole e l'ho ormai consumato a furia di ascoltarlo), Iosonouncane (mai sentito, ma se ne dice un gran bene e mi fido), i Jennifer Gentle ed altri nomi da definire (ma che sono sicuro saranno robbba bbbona). Il tutto si terrà il 3 luglio ad urne referendarie ormai abbondantemente chiuse e a risultato già definito, per cui possiamo stare tranquilli che ci sarà da divertirsi. Comunque vada sarà un successo, comunque vada ha assolutamente ragione chi in rete osa scrivere che è assurdo che Berlusconi dica che a sinistra sono brutti e non si lavano in quanto lui sembra truccato dalle pompe funebri ed odora di formaldeide e pertanto è privo di ogni facoltà di giudicare gli altri. Ed ha ragione anche chi scrive che è assurdo pure il fatto che lui si permetta di giudicare gli altri a livello estetico e che si ostini a parlare di futuro quando è l'ultimo comunista (nel senso sovietico del termine, s'intende) rimasto al mondo ed ormai è stato superato dalla storia. Chi scrive ha sempre ragione.

E J Ax ha sempre ragione. Il suo nuovo singolo Musica da rabbia è una superbomba, con un video che rischia e lo eleva di botto ai bei tempi che furono. Passerà mai su Mtv roba del genere? Francamente spero di sì, ma quello che importa è che J Ax ha ancora tanto da dire e lo dirà comunque a prescindere da ciò che posso pensare io (tutto il bene possibile, anche se in passato l'ho preso un po' per i fondelli - ma è stato per troppo amore) o da ciò che possono pensare gli altri. Respect per il personaggio e per la sua importanza.

17 maggio 2011

LOTTERIA ITALIA, ESTRAZIONE FINALE 6 GENNAIO



Alla luce dei risultati delle elezioni amministrative una domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto Clemente Mastella e Marylin Manson?

Non sapendo (o non volendo) rispondere a questa domanda, ne sorge spontanea un'altra: che cosa farà al ballottaggio Mattia Calise, il candidato grillino alle elezioni di Milano che sembra Giovanni Allevi (spero che non sia ritardato come lui) e che condizionerà pesantemente l'esito della sfida tra Moratti e Pisapia? Non è possibile rispondere neanche a questa domanda - anche perché Calise sta ancora aspettando ordini da Grillo, ma ad occhio e croce Grillo dirà che i due candidati sono uguali perché la Moratti negli anni settanta rubava auto per andare a fare pestaggi punitivi e Pisapia consuma un tubo di lacca al giorno per cotonarsi i capelli – e dunque attendiamo fiduciosi che Grillo si esprima, possibilmente senza concludere il tutto con un rutto o un peto. Una volta che si sarà espresso Grillo capiremo come va a finire a Milano.

E il resto? Berlusconi ha preso una tranvata che non ti dico (a Milano ha preso a malapena la metà dei voti che aveva promesso di prendere), Di Pietro sta farfugliando cose a caso su alleanze con l'Udc e Futuro e Libertà (quando parla Di Pietro non si capisce nulla per cui potrei anche aver capito male), Vendola parla di trionfo (quando parla Vendola non si capisce nulla per cui potrei anche aver capito male), Bersani sembra sempre più l'imitazione di Crozza ma ha portato a casa un grande risultato (anche se non si sa bene come), Calderoli in conferenza stampa aveva una giacca verde tragedia (ed è sbucato fuori addirittura Castelli, segno che per Berlusconi le cose si mettono male dato che la Lega non è riuscita a vincere al primo turno né a Varese né a Gallarate), Casini ha detto tutto e il contrario di tutto (riuscendo sempre a dare l'idea di uno che sta dicendo una cazzata, un record). Che figata la politica italiana.

E ora ci tocca di aspettare quindici giorni, un arco temporale lungo il quale capiterà di tutto. Non oso immaginare cosa si inventerà Berlusconi per cercare salvare il salvabile (è già partito con le repliche di College e de I Cinque del Quinto Piano sui canali Mediaset del digitale terrestre e poi, ad occhio e croce: corrente che se ne va durante lo spoglio delle schede e quando torna lo scrutinio è già concluso ed ha vinto la Moratti, ma quel povero cristo di Red Ronnie filmerà tutto per sbaglio ed il tranello verrà smascherato prima di andare in porto), ma ciò che è certo è che bisogna mantenere i nervi saldi perché se a Milano cade il blocco CL-Lega-Berluscones crolla tutto. E finalmente Francesco Facchinetti figlio dei Pooh dovrà trovarsi un lavoro vero come tutti noi.

14 maggio 2011

COSE CHE NON SI FANNO PER RIMANERE SULLA CRESTA DELL'ONDA

Pensavo/speravo che Blogger mi avesse censurato un post invece era semplicemente sparito temporaneamente perché c'era un bug da risolvere ed è stato necessario resettare un po' tutto. Poco male, lasciamo a Beppe Grillo l'onore/onere di interpretare la figura di quello che viene censurato per le cazzate a caso che scrive in rete. Io ho una vita normale da vivere, io sono una persona in carne ed ossa.

A proposito di Beppe Brillo, ultimamente Adriano Celentano è diventato un suo fervente sostenitore e va in giro dicendo che è l'ultima speranza rimasta per cambiare le cose. La cosa in sé fa troppo ridere (soprattutto perché Celentano ha votato per una vita DC oppure MSI), ma fa ancora più ridere il fatto che Adriano Celentano dica peste e corna di Silvio Berlusconi quando nel 2001 (e probabilmente anche in seguito) è andato di corsa a votarlo (ci dovevi pensare prima Adriano, ora è tardi. Te lo dice uno che alle elezioni del 2001 ha votato Francesco Rutelli ed ora vorrebbe cancellare quella giornata dal corso della sua vita) e probabilmente continua imperterrito a farlo perché dall'altra parte ci sono i comunisti che mangiano i bambini e sono nemici del libero mercato. Ed il bello è che Celentano-ce-l'ha-in-mano (gag da seconda media) talvolta scrive pure su Il Fatto Quotidiano ed è di colpo diventato l'idolo incontrastato della sinistra da salotto italiana. É proprio vero che l'Italia è un paese profondamente sbagliato.

Checché se ne dica in giro, Adriano Celentano nei suoi film anni ottanta ha raggiunto vette altissime. È riuscito perfino a recitare la parte di uno che impennava con la macchina, almeno questo merito bisogna riconoscerglielo. Beppe Grillo invece ha fatto cose egregie tipo la partita di calcio Grillo vs. Resto del Mondo al Maracanà di Rio durante Te lo do io il Brasile ma poi si è perso per strada perché ha progressivamente iniziato a credere di essere una specie di messia capace di orientare il pensiero della gente. O forse quella partita Grillo vs. Resto del Mondo è stato un primo, inascoltato segnale della deriva che avrebbe avuto in seguito e nessuno se ne è accorto. Non lo so, però il fatto che su YouTube non ci sia il filmato di quella partita immaginaria giocata da Grillo mi fa pensare.

12 maggio 2011

FARSI TROPPE PIPPE FA DIVENTARE CIECHI (come votare Lega Nord, d'altronde)

Non altro che parlare di Pippa, la sorella di Kate principessa d'Inghilterra. Pippa di qua, Pippa di là (fa troppo ridere il suo nome/soprannome, è troppo bello scriverlo), quant'è bella Pippa, che bel sedere che ha Pippa, ha già una storia con il fratello del principe - speriamo che si sposino, eppure non è che sia tutto sto granché come ragazza. Ha già le rughe (o comunque ha un viso abbastanza grinzoso) e non si capisce bene che età abbia (potrebbe avere diciotto anni come trentotto, troppe lampade mi sa) ma soprattutto perché piaccia così tanto. Deve essere l'occhio azzurro, o più probabilmente deve essere questione di soldi e prestigio sociale (soldi e prestigio sociale fanno miracoli: con quella faccia lì e quella chierica lì se William fosse stato il figlio di un metalmeccanico col cazzo che si sposava una come Kate. Si sarebbe sposato solamente le pasticche in discoteca, ettolitri di birra al pub e risse allo stadio, altroché Kate) o magari di gusti diversi dai miei, ma io comunque non lo sopporto proprio perché mi alzo tutti i dì per portare a casa il pane per sfamarmi e Pippa Middleton no.

È ora di finirla di parlare sempre e solo di lei. È ora di una moratoria su di lei e più in generale su questi culattoni raccomandati inglesi[*] che non hanno mai lavorato seriamente un giorno in vita loro eppure sono ricchi e famosi, hanno tutto e tutti parlano di loro. Tra l'altro a Pippa qualche buontempone buongustaio ha offerto cinque milioni di euro per recitare in un film porno, a questo punto tanto vale tenerci ben stretti quel candidato leghista al consiglio comunale di Bologna che è gay dichiarato ed in passato ha addirittura recitato in un film porno gay (ma non l'aveva detto al momento di accettare la candidatura. Lui a questo punto si rimette alle decisioni del partito ed è disposto a fare un passo indietro, io ho il sospetto che l'abbiano per poter dire che la Lega ce l'ha duro anche in quel senso. Big respect per lui comunque, anche se milita in un partito che fondamentalmente è omofobo). Chiediamo ad Enzo Miccio e vediamo cosa ci dice.

[*] nel senso sgarbiano del termine, ovviamente. Mica sono scemo.

Un libro sui Ramones, nel 2011

Tema (uno di quelli da seconda media, per un ragazzo che non siede nemmeno al primo banco – e dunque non propriamente un tema per un intellettuale): “Descrivi in massimo quattromila battute l’impatto dirompente che hanno avuto i Ramones sul corso della storia della musica moderna, soffermandoti in particolar modo sul fatto che dopo di loro nulla è stato più come prima. Motivare adeguatamente citando casi pratici.”

Svolgimento:

Pensandoci bene, quanto sarebbe stata piatta la nostra vita senza i Ramones? Probabilmente saremmo passati da quelle seghe a vuoto tipo Boston, Eagles ed America a quelle altre seghe a vuoto tipo Duran Duran, Wham! e Spandau Ballet ma soprattutto ci saremmo persi parecchie cose belle e di forte impatto (musicale, ma non solo). Gli anni ottanta sarebbero durati in realtà più di vent’anni perché gran parte delle band che tanto hanno allietato i nostri pomeriggi durante gli anni novanta non sarebbero mai nate, o magari se ne sarebbero andate in giro conciate tipo Boy George (che comunque con i Culture Club ha fatto cose di spessore) o peggio si produrrebbero negli assoli sempre uguali nei secoli dei secoli (amen) di Mark Knopfler dei Dire Straits ed avrebbero fatto di tutto fuorché allietarci i pomeriggi. In Italia il top della trasgressione sarebbe Vasco Rossi e a quest’ora probabilmente saremmo tutti ai suoi concerti a tirare lattine e sassi al gruppo spalla che suona prima di lui perché, si sa, Vasco è sempre Vasco e gli altri nun sò un cazzo. In definitiva, non una vita esaltante.

Ok, il punk non sono stati i Ramones (anche perché, diciamola tutta, i Ramones non si sono mai considerati una punk band) ma i Ramones hanno aperto la strada ed hanno dato consapevolezza a tutta una serie di band che insieme a loro hanno cambiato il senso della storia e ci hanno salvato da una china parecchio pericolosa fatta di melodie all’ammorbidente e capelli perfettamente phonati. Quando sono usciti allo scoperto nessuno osava suonare come loro – i Beach Boys sparati a mille all’ora con tre accordi a disposizione, un bassista tossico, un cantante che sembra uno spaventapasseri, un chitarrista di dichiarata fede repubblicana e vari batteristi che bevevano tutti come spugne – eppure chi li ascoltava non rimaneva indifferente e spesso decideva di mettere in piedi una band perché se ce l’avevano fatta loro ce la poteva fare chiunque. Hanno abbattuto un sistema (perché il mondo della musica è un sistema) nonostante non facessero nulla per combattere il Sistema (quello vero, non quello musicale), universo che in fondo supportavano in maniera critica (Johnny era un conservatore, Joey e Marky erano convinti liberal, Dee Dee se ne fotteva altamente) risultando ben più efficaci di tante band che urlavano Fuck The System con il portafogli gonfio dei danari del padrone. E poi sono sempre rimasti se stessi pur apportando modifiche al loro suono, perché ci credevano ed amavano ciò che facevano in barba a chi li accusava di essere una montatura o, peggio, di essere gente che sapeva suonare solo una canzone e null’altro. Nei loro testi dicevano cose vere e lo facevano con sagacia ed ironia, sono durati più di vent’anni e non hanno mai avuto il successo di classifica che avrebbero meritato, ma in un mondo in cui la Storia si ricorda di loro e non dei Living In A Box questo deve essere cosa di cui vantarsi molto.

Per questo e tanti altri motivi i Ramones sono da considerarsi un gruppo fondamentale, dopo il quale nulla è stato più come prima sia a livello di musica che di attitudine. Pensare che i tre membri fondatori della band sono già passati a miglior vita mette parecchia tristezza, ma a noi che apprezziamo la loro musica sembrano ancora vivi – e poi in fondo è sempre meglio andarsene così che continuare per cinquant’anni a suonare la musica dei Pooh come fanno appunto i Pooh. O no?

E il libro in questione? È l’autobiografia ufficiale dei Ramones, ristampata in versione addizionata con gli ultimi eventi della vita della band prima dello scioglimento e con ciò che accaduto dopo. C’è tutto ciò che bisogna sapere su di loro ed è scritta da un fan per i fan, ma è l’ideale anche per chi non conosce i Ramones e vuole avvicinarsi alla band oppure per chi semplicemente vuole capire cosa vuol dire essere una delle cose più rock di sempre senza volerlo. Da qualunque parte la si veda, dopo averla letta ne esci comunque diverso.

(Indie For Bunnies)

09 maggio 2011

SIMONA VENTURA E STEFANO BETTARINI SONO L'EQUIVALENTE ITALIANO DI KURT COBAIN E COURTNEY LOVE

L'ideale quando senti il bisogno fisico di scrivere ma non sai bene cosa scrivere (e nemmeno come farlo) è andare su YouTube e prendere dei video, parlarne a te stesso e poi scrivere ciò che viene fuori dalla ricerca, seguendo solo ed esclusivamente il filo rosso della casualità. Giuro che rileggendomi non capisco nulla di ciò che ho appena scritto, però è bellissimo farlo ed è pure molto rilassante (e liberatorio).

Prendiamo uno dei momenti musicali più belli della tv italiana e cerchiamolo su YouTube: i Muse che predono per i fondelli Simona Ventura a Quelli che il calcio esibendosi uno scambio di ruoli assolutamente esilarante (il cantante alla batteria si produce in pose plastiche che neanche il batterista dei Whitesnake).

Tutto molto bello, ma siamo in Italia ed abbiamo la Ventura (ogni volta che ci penso mi chiedo come possa non essersi accorta dello scambio di persona, ma poi penso al suo viso devastato dal botulino e capisco tutto), dunque è tutto assolutamente nella norma. Sarebbe successa una cosa del genere in Gran Bretagna – chessò – ad un programma-istituzione come Top Of The Pops? Direi di no. Ci sono stati momenti esilaranti in passato, ma tutto ad un livello molto artistico e professionale, fatto più per divertirsi che per pigliare per il culo i conduttori (che comunque sono molto preparati, mica come la Ventura che ha subito domandato notizie ai Muse riguardo alla villa di George Clooney).

Tanto per dire, a Top Of The Pops ai tempi del primo boom della musica da rave (chiamiamola per comodità così, anche se la definizione è alquanto riduttiva) si sono esibiti gli Orbital che, in barba alle restrittive leggi del playback che impongono di fingere di cantare/suonare nella maniera più credibile possibile, si sono limitati per tutta la durata del brano a rimanersene immobili, ciondolando o schiacciando un tasto di tanto in tanto giusto per dare un tocco di classe al tutto. La fattanza probabilmente era tanta, ma che risate si devono essere fatti gli Orbital una volta tornati nei camerini. E che risate mi son fatto io vedendo come erano vestiti quel giorno.

E che dire degli Orb che sempre lo stesso anno si sono superati ed invece di far finta di suonare hanno addirittura giocato a scacchi mentre veniva mandato un loro brano? Roba da rimanerci sotto pesantemente, soprattutto perché le immagini erano pesantemente filtrate e la partita in corso sulla scacchiera veniva proiettata sugli schermi alle spalle dei due musicisti per un risultato assolutamente straniante. Era il 1990 ed in Italia si dovevano disputare i Mondiali, Simona Ventura era ancora una giornalista sportiva, ma manco se all'epoca avesse iniziato ad andare in giro per rave ed avesse iniziato a farsi più pillole degli Orb sarebbe riuscita vent'anni dopo ad ospitare una cosa del genere in una sua trasmissione. Favoloso, lasciamole ospitare Emilio Fede e Flavio Briatore che è meglio.

Nel 1982 Top Of The Pops ospitava anche artisti come i Trio, e ne venivano fuori performance del tutto destabilizzanti fatte da gente che fingeva di suonare strumenti che non corrispondevano alla realtà, gente mascherata che non si sapeva cosa c'entrasse & batteristi sotto ad un ombrellone da spiaggia. Qui da noi al massimo c'era un truccatissimo Renato Zero vestito di piume e lustrini ospite a Domenica In, ma secondo me Renato Zero ha sempre votato DC o MSI dunque giocava in casa.

E a proposito di gente che giocava in casa ma lo faceva con armi, siringhe o Courtney Love (non necessariamente in quest'ordine), un devastatissimo Kurt Cobain che si infila il microfono in bocca durante l'esibizione dei Nirvana. Anni dopo avrebbe infilato una pistola ed avrebbe fatto click, ma qui raggiunge dei livelli che noi manco ci immaginiamo (a dire il vero noi possiamo sempre vantare Corrado Guzzanti che abbraccia Kurt Cobain durante la sua ultima apparizione televisiva in assoluto, il discorso tende un po' a cadere ma tant'è).

Assieme ai Nirvana, i Take That sono stati il gruppo più importante degli anni novanta, non ci piove. Però almeno agli esordi si vestivano in maniera del tutto ridicola, ed immagino le risate che si sarà fatto il pubblico inglese comodamente seduto in poltrona a sorseggiare in té. Notevoli i balletti, ma soprattutto notevole un Robbie Williams appena maggiorenne pettinato come uno degli Stone Roses.

Va da sé che qui subentra una esibizione degli Stone Roses nel periodo in cui gli Stone Roses più che un gruppo erano un fenomeno culturale.

E di conseguenza ne subentra pure una degli Happy Mondays, un gruppo che qui in Italia non è mai stato troppo capito ma che in Inghilterra ha ha avuto un impatto incredibile (del tipo: la gente ha capito che chiunque può farcela ad emergere e a fare roba sufficientemente creativa). Ad onor del vero qui abbiamo avuto gli 883 che possono essere considerati gli Happy Mondays italiani (con lo stesso disagio giovanile espresso dai testi, e con Mauro Repetto nelle vesti di Bez e Max Pezzali nelle vesti di Shaun Ryder), ma gli originali sono inarrivabili. Non vedo l'ora di vederli live a Bologna (per la prima volta in Italia!), son curioso di vedere come se la caveranno ma soprattutto come saranno ridotti fisicamente (con tutto quello che si è fatto è già tanto che Shaun Ryder non si presenti sul palco in un polmone d'acciaio).

A proposito di gente nel polmone d'acciaio, gira anche un fantastico ed esilarante video degli East 17 in tenuta natalizia a Top Of The Pops 1993 ma l'utente ha pensato bene di non permettere di incorporarlo nei blog (forse per rispetto del cantante degli East 17 che attualmente è un relitto, ha addirittura tentato il suicidio gettandosi da un auto in corsa – ed oltretutto guidava lui, non si capisce come abbia fatto) così come lo stesso utente ha bloccato i 2 Unlimited che eseguono No Limit e nessuno ride per la scenografia, per i loro vestiti e per la loro tamarraggine. Peccato, ma c'è sempre Whighfield che esegue Saturday Night, uno dei momenti più alti della storia della musica dance anni novanta (e forse della storia della musica dance, o addirittura della storia della musica in generale) con annesso balletto che ancora oggi tutti provano a fare ma nessuno ci riesce. Quel balletto è uno dei grandi misteri dell'esistenza umana, e non proviamoci nemmeno a capirlo tanto è bello così com'è.

E a proposito di capire, non riesco a capire perché solo dopo aver guardato un paio di volte il filmato dei Blur che suonano Charmless Man mi rendo conto che David Rowntree ha bacchette enormi e Graham Coxon una chitarra in miniatura. Deve essere perché mi blocco a guardare con invidia la giacca della tuta di Damon Albarn, ma francamente non ne sono certo anche se ne ho vista una identica in un outlet e probabilmente la comprerò. Comunque i Muse che sfottevano la Ventura per protestare contro l'esibizione in playback non inventavano nulla, ci erano già arrivati i Blur e facevano parecchio ridere. È la Ventura che non fa ridere, chissà se in Gran Bretagna una così avrebbe spazio in tv. Devo informarmi meglio.

06 maggio 2011

LA PRIMAVERA È LA STAGIONE DELLE ASCELLE PEZZATE E DELLE DROGA A BUON MERCATO



Viviamo strani giorni: clochard rumeni che tutti i giorni mentre cammini ti si avvicinano chiedendoti venti euro per pagare il biglietto del pullman per tornare a casa, tossici con le croste che cercano di scroccarti una telefonata e se non gliela fai fare si lagnano chiedendosi come mai nessuno glielo permette, goliardi che sono improvvisamente sbucati fuori dopo anni di oblio in cui tutti li credevano ormai scomparsi definitivamente, ragazzi che puzzano di sudore e ti allungano volantini in cui dall'alto del loro padre avvocato o commercialista accusano la CGIL di essere troppo morbida ed invocano la rivoluzione et altre cose così. Che schifo.
Deve essere la primavera, come cantava Marina Rei in una memorabile hit di tanti anni fa. Marina Rei, che tutti dicevano essere scomparsa dalle scene dopo il successo per disintossicarsi in comunità. Non è assolutamente vero, ho verificato in rete e son solo leggende metropolitane messe in giro da gente che magari si è insospettita vedendole occhiaie ed aspetto bizzarro. Purtroppo succede. Non bisogna mai giudicare una persona dall'aspetto esteriore, nemmeno se è un clochard che ti chiede tutti i giorni venti euro per spenderli in vodka di infima qualità, un tossico con le croste che vorrebbe rubarti il cellulare e per questo ti chiede di telefonare, un goliardo che si diverte incurante della gente che lo cataloga come sfigato o un ragazzo che puzza di sudore e rivoluzione ma in un futuro prossimo finirà per diventare un reazionario come il padre avvocato o commercialista. Che schifo davvero, ma comunque vada rispetto per Marina Rei e per il video di Primavera che in quattordici anni non sono ancora riuscito a capire che senso abbia ma è una delle cose più anni novanta di sempre.

04 maggio 2011

IL BLOCCO DELLO SCRITTORE, IL BLOCCO DELL'ISPETTORE (l'ispettore Gadget, per l'esattezza)



Da quando scrivo su Libero ho il blocco dello scrittore, nel senso che non riesco più a scrivere nulla di decente (ed infatti scrivo su Libero, mica su un giornale normale) ed un po' mi dispiace pure. Parlo di musica, cinema e sport ma lo faccio con poca convinzione, in attesa di una chiamata da un giornale di prestigio tipo Hurrà Juventus, Mucchio Selvaggio oppure Elaborare. Se mi chiamassero testate del genere allora sì che la mia vita cambierebbe radicalmente, ma per ora attendo e nel frattempo scrivo cose in cui non credo minimamente e guadagno molto bene. C'è di peggio comunque (tipo stendere l'asfalto rovente in pieno agosto oppure spalare merda tutto il dì, ma questo è tutto un altro paio di maniche), e poi per il denaro facile si fa questo ed altro.

Tanto per dire, per Libero ho dovuto seguire il concerto del Primo Maggio. Ovviamente l'ho seguito comodamente seduto in poltrona (mica vado in mezzo a quella gente lì, io) ma è stata ugualmente una esperienza straniante. Sentire i Modena City Ramblers suonare per la milionesima volta Bella Ciao (sono ufficialmente riusciti a trasformarla in una specie di Albachiara per altermondisti con i cartoni di Tavernello nello zaino e i pantaloni a righe, complimenti) è qualcosa di indescrivibile, così come l'odore della gente che ballava mentre suonava la Bandabardò (un delicato effluvio che arrivava fino alle mie narici nonostante io non fossi in loco) e Gino Paoli che quando ha iniziato a cantare mi sono addormentato improvvisamente salvo poi svegliarmi un attimo dopo la conclusione della sua prestigiosa esibizione (inspiegabilmente quando mi sono svegliato avevo indosso uno dei suoi celeberrimi maglioni a collo alto, quelli che è solito indossare sotto la giacca qualunque sia la temperatura esterna). Ed il bello è che tutto questo l'ho scritto su Libero, e quindi non è detto che io ci creda veramente però ormai l'ho scritto e rimane lì a testimonianza (anche se - ad onor di cronaca – il lettore medio di Libero si ferma allo sport e non legge le pagine degli spettacoli. Non ce la fa mentalmente).

Quello che non ho scritto su Libero è che al concertone del Primo Maggio i Subsonica hanno spaccato, che dal vivo sono ancora una macchina da guerra, (non vedo l'ora di sentirmeli a Ferrara in luglio), che sono più convinti quando suonano i pezzi degli ultimi dischi (segno che ne hanno le palle piene di suonare cose tratte da Microchip Emozionale, a dispetto della gente che da loro vorrebbe solo quello) e soprattutto che credo di aver visto Samuel Romano bestemmiare in diretta tv. Ha rivolto il microfono per far cantare il ritornello di un brano al pubblico ma nessuno cantava, ed allora lui ha urlato due parole che fanno rima con fenomenale e poi ha ripreso a cantare come se nulla fosse. Potrebbe anche non essere vero visto che da quando scrivo per Libero a causa di una deformazione professionale non riesco più a distinguere la realtà dalla fantasia, ma ho letto il labiale e ne sono fermamente convinto. E poi fa troppo ridere pensare ad una sua bestemmia in favor di telecamera, dunque è così.

E Caparezza? Massimo rispetto perché dal vivo suona potentissimo e poi comunque la si veda è uno che ha delle cose da dire e lo fa con sincerità, ma come dicono gli inglesi non è la mia tazza di tè. Non ce la faccio proprio a sentirlo: tanto per dire, durante la sua performance ero troppo impegnato a prenotare voli e pernottamenti in albergo utilizzando la carta di credito aziendale (e questo la dice lunga su quanto il buon Caparezza sia in grado di suscitare emozioni in me) e poi il mio giudizio su di lui non può non essere influenzato dal fatto che l'ho visto (ed in un certo senso vissuto e subito) nella sua prima incarnazione Mikimix e ciò mi è bastato. C'è da dire che recuperando dai sepolcri imbiancati (ovviamente di coca) degli anni ottanta niente meno che Tony Hadley ha dimostrato un coraggio pari solo ad Andrea Mingardi quando si è presentato a Sanremo in coppia con il povero Alessandro Bono, ma scrivere una cosa del genere è puro cinismo e dunque non la scrivo. Fra le deformazioni professionali causate dallo scrivere per Libero c'è anche quella che si finisce per trasformarsi in esseri eccessivamente cinici, ma io fortunatamente riesco ancora a salvarmi.

Comunque il morale della favola è: il concertone del Primo Maggio è inutile perché la gente ci va solo per bere, fumare e vedersi un concerto gratis. Credo che nessuno ci vada per celebrare la Festa dei Lavoratori, i sindacati dovrebbero pensare ad altro invece di perdere tempo ad organizzarlo.

03 maggio 2011

GUARDA CHE LUNA, GUARDA CHE MARE / DA QUESTA NOTTE SENZA TE DOVRÒ RESTARE

Il concerto dei Moon Duo al Covo mi è talmente piaciuto che il giorno dopo mi è sembrato di scorgere la maestosa figura di Ripley Johnson che suonava la chitarra nell'Orchestra Bagutti durante una delle interminabili repliche in loop di puntate a caso di Cantando Ballando (Canale Italia ha opportunamente aperto un canale interamente dedicato a questo favoloso programma, Canale Italia sì che sa quali sono le cose belle della vita). In realtà non era lui perché a Cantando Ballando non c'è gente con la barba lunghissima ed i capelli lunghi & unti, ma giuro che è vero che l'ho visto perché quando ti vedi un gruppo che suona musica che pare uscita dalla testa di Julian Cope (una cosa del tipo Faust meets certi Primal Scream e certi Suicide, ma la definizione è alquanto riduttiva) non puoi che vedere cose che nella realtà non esistono.

Uno di quei concerti che valgono la pena di essere vissuti davvero anche se non conosci i Wooden Shjips perché li hai sempre schivati ritenendoli un gruppo da metallaro depresso (magari mi sbaglio, non li ho mai ascoltati).

Che poi magari quello con la barba lunghissima ed i capelli lunghi & unti non era lui ma Osama Bin Laden, anche se Osama Bin Laden è morto avrebbe potuto essere benissimo lui visto che il programma è registrato e quando l'ho visto ancora non si sapeva della sua morte.

01 maggio 2011

1,2,3 PINOCHET! (le repliche di Non è la RAI salveranno il mondo, lo so)


Tutta questa assurda menata della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II e del suo grande coraggio nel combattere la piaga del comunismo mi ha fatto venire in mente che l'unica persona veramente coraggiosa è quel mio amico che tempo fa si è licenziato dal lavoro per poter seguire le repliche pomeridiane di Non è la RAI su Mediaset Extra. Ora ha aperto partita iva e finge di lavorare di fronte al pc, ma in realtà si fa le seghe davanti al televisore come faceva quindici anni fa mentre guardava in diretta (o era in differita? Non l'ho mai capito) quel mitico programma di Gianni Boncompagni (peraltro il mio amico non era l'unico ad ammazzarsi di seghe guardando Non è la RAI, visto che almeno il 75% degli adolescenti maschi lo guardava e spesso e volentieri durante il programma si registravano scosse telluriche di modesta entità dovute appunto alle seghe degli adolescenti italiani. Io non lo guardavo, ma solo perché già allora avevo un blog con cui farmi seghe mentali. Succede).
Non me ne frega nulla della religione cattolica che vuole imporci cosa dire e cosa fare (e me ne frega di meno delle religioni in generale, ma questo è un altro discorso), non me ne frega nulla di Giovanardi che si scandalizza per le pubblicità dell'Ikea e dice che l'unica famiglia è quella eterosessuale fondata sul matrimonio, non me ne frega nulla di Giovanardi che non si scandalizza per la famiglia berlusconiana fondata sul bunga bunga, non me ne frega nulla della Chiesa Cattolica che chiuderà entrambi gli occhi di fronte al bunga bunga berlusconiano in cambio di una legge sul testamento biologico da stato confessionale. Non me ne frega nulla di Wojtyla Beato perché non ho mai stretto la mano a Pinochet mentre lui l'ha fatto, eccome se l'ha fatto. Punto e basta.
E poi perfino lo stesso Gianni Boncompagni in un'intervista apparsa qualche tempo fa su Vanity Fair ha parlato del bunga bunga berlusconiano più o meno come di una vergogna nazionale, e se lo dice lui che se ne intende visto che a sessant'anni aveva fidanzate sedicenni cosa si può voler di più dalla vita? Ripeto, il più coraggioso è stato il mio amico che si è licenziato per seguire le repliche di Non è la RAI, altroché Wojtyla.