30 marzo 2009

L'ARMATA DELLE TENEBRE

Le premesse per l'evento erano le migliori: Berlusconi la spara grossa “Io e Obama diciamo le stesse cose, però lui lo applaudono. Sarà per l'abbronzatura...”, il fedele Minzolini riporta tutto parola per parola e nessuno sembra farci caso, ma il congresso fondativo del Popolo della Libertà è andato oltre ogni più rosea aspettativa, raggiungendo vette ineguagliabili di cattivo gusto ed instaurandosi immediatamente al primo posto della classifica degli eventi più trash della storia italiana.
A dire il vero non si capisce bene quando sia nato il Popolo della Libertà (in questi giorni? Con la discesa in campo del 1994? Con
la svolta del predellino? Con la vittoria del Milan sulla Steaua Bucarest nella Coppa dei Campioni del 1989?), ma non importa. Ciò che importa è che è nato un partito che ha vinto definitivamente, che in un modo o nell'altro raggiungerà il 51% e che illuminerà il cammino degli italiani per i prossimi quarant'anni, alla faccia della sinistra che a poco a poco scomparirà assieme al suo inamovibile gruppo dirigente.
Scenografia psichedelicissima, un palco sopraelevato dal quale il Maestro ha potuto indicare a reti unificate la via per un futuro migliore ai suoi discepoli, il discorso della discesa in campo del 1994 finemente vergato su carta pregiata e
regalato ai delegati come fosse un libro di fiabe, le canzoni di Apicella, Demo Morselli strafatto di speed, capelli di plastica, i soliti slogan che come per magia sembrano nuovi, lo spettro di Putin e di Chavez che aleggia nella sala, Fini che finge di essere un liberal per rubare elettori alla sinistra, gli occhi di Gasparri, Brunetta che piange ma nessuno lo nota perché Brunetta è basso e non si vede nemmeno, la gente si commuove ed alza cartelli, io sono altrove ma avrei tanto voluto esserci – per ridere come non mai, ridere per non piangere.
L'Italia è tutta in eventi come questo. La Corea del Nord non è mai stata così vicina e la colpa fondamentalmente è tutta di Massimo D'Alema, che quando venne eletto Presidente del Consiglio grazie ad una congiura di palazzo non si degnò di fare uno straccio di legge decente sul conflitto di interessi. D'Alema andrebbe condannato a lavorare in un call center, o magari a fare il cameraman a Mediaset.

WIR FAHR'N FAHR'N FAHR'N AUF DER AUTOBAHN / VOR UNS LIEGT EIN WEITES TAL / DIE SONNE SCHEINT MIT GLITZERSTRAHL

(Arte del Nastrone)

Preparare una compilation è una cosa seria. Ci vuole passione, ci vuole sbattimento, ci vuole denaro e ci vuole tempo a disposizione. Ed oltretutto preparare una compilation per affrontare un viaggio in autostrada, il viaggio che da casa ti porta ad un concerto e viceversa, diventa ancora più difficile.
Soprattutto se questa compilation la devi fare su cassetta e sono anni che non fai una compilation su cassetta, e sono anni che dal tuo rivenditore di fiducia non rivendono più le cassette vergini. Devi riflettere ed inventarti qualcosa, o almeno provarci. Ci vuole pensiero, perciò lavoro di fantasia (cit.) e mi metto all'opera.
Venti brani venti, per partire di slancio ed a arrivare ancora freschi a destinazione. E per ripartire e tornare a casa con un'altra storia da raccontare, un altro ricordo di un concerto (bello o pessimo che sia) da serbare nell'angolo dei ricordi relativi ai giorni più lieti. Si parte di classe e si finisce in caciara, soprattutto dopo la sosta al mio Autogrill di fiducia per in caffè che cambia il corso della serata. E ora, parola alla musica (citazione squallida, non rivelerò mai il nome di chi ebbe il coraggio di pronunciare una frase del genere ad un concorso musicale di merda, ma questo è un altro discorso), buonanotte e buone botte (cit.).

Dargen D'Amico – Sms alla Madonna
Bugo – Love Boat
Pulp – Common People
Tv On The Radio – Staring At The Sun
Junior Boys – Teach Me How To Fight
Olive – You're Not Alone
Five – When The Lights Go Out
Sophie Ellis Bextor – Murder On The Dancefloor
The Avalanches – Frontier Psychiatrist
The Notwist - Pilot
Hercules and Love Affair - Blind
Modjo – Lady
Stardust – Music Sounds Better With You
Spiller - Groovejet
Whirlpool Produtions - From: Disco To: Disco
Daft Punk – Around The World
Alice Deejay – Better Off Alone
Cassius – Toop Toop
The Faint – Glass Danse
Whigfield – Saturday Night
(ovviamente manca quel capolavoro di The Plot, la title track dell'omonimo album a cura dei danesi Who Made Who. Nonostante suoni come Robert Wyatt che scopre ecstasy ed house music e decide istantaneamente di suonare cover dei Kasabian, il brano in questione fa parte di un disco che non è ancora uscito - o forse è uscito ed ancora non lo so, o magari è uscito solo nella mente della gente che ne sa - indi per cui non può essere portato in auto per essere ascoltato. A volte succede.)

28 marzo 2009

SOSTIENI LA MUSICA ARTIGIANA

30 euro per un concerto sono troppi, ma 30 euro per vedere gli ultimi Franz Ferdinand lo sono ancora di più. E dunque ad un evento del genere sarò assente giustificato, anche perchè ci andranno cani e porci (tanto per dire, la data di Bologna è già sold out). Peccato solo perché sarebbe stata un'occasione per rivedere in giro un rutilante personaggio Fusi di Testa, uno che in situazioni del genere non manca mai. Ma non si può pretendere tutto dalla vita, tantomeno dopo aver scagliato contro il muro il cd di Tonight: Franz Ferdinand, un'opera che sul bianco candore della parete ha lasciato un segno indelebile della propria attitudine totalmente democristiana. Il fatto che su Vanity Fair ne parli pure un personaggio indefinibile come Guido Bagatta è un'aggravante.

Ed alla fine di tutto questo bailamme, quando meno te lo aspetti viene fuori che la parte migliore del nuovo disco dei Franz Ferdinand sono le
Dub Sessions ufficialmente presenti nella deluxe edition ma che circolano in rete in maniera più o meno carbonara. Sono sessions che si prendono sulle spalle tutti i rischi che i Franz Ferdinand non hanno voluto prendersi nella stesura dell'album e che in pratica mostrano ciò che l'ultimo disco avrebbe potuto essere ed invece non è stato - sia per colpa delle dure leggi di mercato che per mancanza di coraggio da parte del gruppo scozzese. Sono sessions per gente che ne sa ed ha buon gusto, da assaporare in determinati momenti della giornata come la fase post-prandiale o la sera tardi nelle serate in cui addormentarti non ti riesce proprio.

Ma chi se ne frega poi dei Franz Ferdinand e di quanto sono bolliti quando si può benissimo dormire serenamente ascoltando i
Fleet Foxes e le loro nenie insostenibili. Ci provo e ci riprovo ma non ce la faccio, mi addormento sempre alla terza/quarta traccia. Tutti ne parlano, tutti li cercano, tutti li vogliono, generalmente gli indiebloggers impazziscono per loro perché la loro musica è allo stesso tempo progressista e conservatrice, ma il loro debut album omonimo è un disco che contiene al suo interno tutti gli elementi che spingono un essere umano ad iniziare a soffrire di narcolessia.

Non sempre la narcolessia è il male assoluto, ma allora tanto vale bruciarsi i neuroni guardando vecchi filmati del Deejay Time live @ Riccione Estate 1994, filmati punk in tutto e per tutto in quanto sono emotivamente devastanti e mostrano gente che ci crede(va) e che ha saputo inventare qualcosa di nuovo uscendo dal solito stereotipo concerto-folla osannante-rockstar e/o gruppo che suona sul palco compiaciuto da tale devozione. La musica da autoscontri come unica plausibile forma di ribellione ad un sistema che ti prende il collo come un cappio, ribellarsi al sistema entrando a far parte di questo prendendolo al contempo per i fondelli (e guadagnandoci pure un bel po' di soldini, il che non è male).

Viene quasi da piangere pensando a quei bei tempi che furono perché a differenza di Franz Ferdinand, Fleet Foxes et similia Albertino sapeva rischiare, si metteva in gioco di continuo ma alla fine ne usciva a testa alta, sempre vincitore. E con lui everyone's a winner per davvero.

25 marzo 2009

UNO SU MILLE CE LA FA

Lapo Elkann non è umano e tu lo sai, e stare in casa per guardarlo mentre risponde alle domande(?) di Fabio Fazio è qualcosa di spettacolare.
Lapo Elkann nella sua vita ha lavorato per due mesi, e per lo shock ha iniziato a pippare.
Lapo Elkann ci è rimasto la notte dell'overdose, ed ora chi ne paga le conseguenze siamo solo noi.
Lapo Elkann ha smesso, ma ha gli occhi pallati, la lingua felpata, parla a fatica e si contraddice di continuo.
Lapo Elkann si veste come
Felice Caccamo ma la gente di fronte a lui riesce a rimanere seria lo stesso. Il denaro è lo sterco del demonio, e se al mondo ci fosse giustizia qualcuno gli direbbe che è inguardabile.
Lapo Elkann ha regalato ad Alberto una 500 bianca del '71, ma avrebbe fatto una gran figura se gli avesse regalato una Duna marrone '86 circa.
Lapo Elkann è un creativo, anzi un cre-attivo. O passivo?
Lapo Elkann sembra un'imitazione di Corrado Guzzanti. Anzi, sembra suo padre Paolo Guzzanti, capelli rossi compresi.
Lapo Elkann ha la peggior pettinatura degli ultimi quindici anni. Era dai tempi di Gigi Lentini che non vedevo nulla di peggiore.
Lapo Elkann vende occhiali da mille euro, ma fanno cacare lo stesso.
Lapo Elkann se non fosse il nipote di Agnelli venderebbe Rayban falsi al mercato rionale.
Lapo Elkann ha appreso da suo nonno che nulla è guadagnato. Ma se sei un Agnelli parti di slancio.
Lapo Elkann suda molto.
Lapo Elkann smascella.
Lapo Elkann ha messo la musica alla macchinetta del caffè per gasare i suoi operai.
Lapo Elkann per gasarsi preferiva la bianca colombiana.
Lapo Elkann ha fatto il militare con mio cugino, e di solito veniva chiuso in un armadietto ed obbligato a cantare una canzone a caso degli 883.
Lapo Elkann ama la Fiat. Gli operai in cassa integrazione amano molto meno lui.
Lapo Elkann è un genio del male, è il miglior comico involontario italiano.
Lapo Elkann dovrebbe essere condannato a sopravvivere con mille euro al mese.

(e 2, e 3)

WEEKEND CON IL MORTO



Del congresso di scioglimento di Alleanza Nazionale che si è tenuto lo scorso weekend rimangono alcune immagini nitide, istantanee che ti entrano in testa e non ne vogliono saperne di uscire: Repubblica.it che segue via twitter lo svolgersi degli eventi, La Russa che sproloquia e definisce Forza Italia ed AN gemelli diversi, Fini che in quattro e quattr'otto imbastisce un discorso che lo farà definire da tutti “grande statista” e porterà via ulteriori voti alla sinistra, Menia che non si vuole arrendere e commuove la platea con un discorso da Libro Cuore, Maurizio Gasparri che arringa la folla come solo lui è in grado di fare, Italo Bocchino che ha il nome che sembra il titolo di un film porno di serie z e la faccia di uno che guarda troppi film porno di serie z, la nuova destra che forse non nascerà (ma che se nascesse sarebbe un bene per la sinistra, che si deciderebbe a cacciare a calci in culo alcune cariatidi che tutti si ostinano a considerare ancora leader) e che punta al 51% (e magari ce la farà pure).
Ma una cosa passerà alla storia ed entrerà di sicuro nell'immaginario collettivo, segnando in maniera indelebile i ragazzi di ieri, di oggi e di domani: Enrico Ruggeri che
si esibisce per la platea e canta Si può dare di più. Vestito con camicia nera e giubbotto nero da ganzo, per pallore e presenza scenica sembrava un morto. Anzi, probabilmente è morto dopo aver vinto il Festival di Sanremo con Mistero ed ora il suo management continua a far finta che sia ancora in vita trascinandolo in giro come facevano Richard e Larry con Bernie in Weekend con il morto. Un'esibizione che voleva essere serissima ma si è rivelata qualcosa da scompisciarsi dalle risate, e solo se Ruggeri si fosse messo a bestemmiare oppure si fosse messo a cantare Contessa ci sarebbe stato da ridere di più.
Perché Enrico Ruggeri è rimasto un punk dentro e coerentemente con questo suo stato mentale non muore mai. Punk's not dead ed Enrico Ruggeri cambia pelle di continuo, riesce ad essere tutto e tutti tramutandosi in ciò contro cui combatteva da giovane. Ma magari non ci credeva sul serio e faceva il panc solo per mettere le mani sulle pischelle più belle, ed ora flirta con la destra post-post-fascista così lavora di più in televisione.
Ai posteri l'ardua sentenza.

21 marzo 2009

MONEY TALKS (YOU KNOW) / MONEY TALKS / DIRTY CASH I WANT YOU (DIRTY CASH) / DIRTY CASH I NEED YOU, OH

Secondo quanto si apprende da quel fogliaccio che risponde al nome di Metro – quotidiano free buono solo per incartarci le viscere del pesce che hai appena pulito, Giusy Ferreri si schiera dalla parte delle major e combatte il file sharing ed il download libero. Che poi nell'intervista a pagina 15 lei dica in maniera molto soft che non è brava con la tecnologia ed ama il supporto tradizionale, che il file sharing ha senso solo se fatto con materiale autoprodotto ma che comunque lei lavora con una major e non spetta di certo a lei prendere una posizione analoga a quella presa da certi artisti britannici non importa, tanto il titolone in prima pagina dice “Giusy Ferreri: Download libero? Io difendo le major” e dunque lei sta cercando di mettere il bastone tra le ruote a chi scarica musica e pertanto un giorno ne pagherà le conseguenze.

Giusy Ferreri, la miracolata, una che faceva la commessa in un supermercato ma poi è arrivata seconda ad X Factor ed ha fatto il botto, ed ora ogni volta che ti sintonizzi su una tv o una radio di regime stai sicuro che stanno passando lei, con quella sua voce così potente e quella sua aria da brava ragazza che sa scrivere canzoni che entrano nel cervello e non ne escono più. Ma poi, c'è una canzone di Giusy Ferreri che non somigli a qualcosa di già sentito da qualche parte in passato? Magari è per quello che ti resta in testa e non ne esce più, magari è solo che è talmente brava (o meglio, i suoi ghost writers son talmente bravi) a sintetizzare un campionario assortito di citazioni/o plagi facendoli diventare qualcosa dotato di vita propria vita che se sei un tipo che si ferma solo all'aspetto superficiale delle cose ti sembra di ascoltare musica nuova ed originale.

Oltretutto sembra un caso, ma Giusy Ferreri se ne è uscita fuori nel periodo in cui anche da noi spopolava la benemerita Amy Winehouse. Il vento che tirava era quello, ed allora i suoi discografici han cercato ed han trovato la versione italiana di Amy Winehouse, l'han lanciata, l'han pompata e le han fatto fare il botto, consentendola di invadere le classifiche ed entrare nel cuore degli italiani. Solo che alla fine ne è uscito un personaggio grottesco, praticamente Amy Winehouse con la peperonata al posto del crack, con tutto ciò che ne consegue in termini di controllo della mente del popolo italiano, controllo delle nascite e rottura di scatole di chi non ne può più di sentire la sua musica in giro.

Ed ultimamente ogni volta che si accende la tv e ci si sintonizza su Mtv, tra un sermone di Carlo Pastore ed uno di Jovanotti ci si imbatte nel video di Stai fermo lì (quasi un'esortazione – e dunque torna in ballo il discorso del controllo della mente del popolo italiano), il suo nuovo singolo che riesce a ricordarmi in un colpo solo Avril Lavigne, Return To Innocence degli Enigma, Things Can Only Get Better dei D:Ream suonata a velocità dimezzata, Always di Bon Jovi cantata da Mina imbottita di Valium e una tipa con il mal di pancia causato da una indigestione di peperonata che cerca di cantare per far passare il dolore. Proprio un bello spettacolo, però il video non è da meno, con tutto il carico di ribellione a buon mercato che si porta appresso: Giusy Ferreri amante abbandonata sfascia tutto e si dispera, e c'è pure la neve che cade in una stanza – malcelato riferimento alla cocaina che la Ferreri vorrebbe sniffare ma non può perché ha il naso otturato dalla peperonata che tira per sconvolgersi di brutto. Da impazzire di rabbia o da impazzire di gioia, non ci sono mezze misure.

Una donna potenzialmente in grado di dividere un paese e scatenare le sue pulsioni più profonde e nascoste, la Giusy (esemplari alcuni commenti al suo nuovo video su YouTube, qui riportati errori ortografici compresi: “Non capisco perchè c'è l'avete con questa ragazza, siete dei pecoroni non capite la musica”,  “questa fa solo pompini!!! “, “Giusy sei mitica, unica, the best questa canzone è la più bella fra tutte quelle che hai fatto e la tua voce è davvero fanasticha e le parole della canzone sono molto profonde e intense, credimi colpiscono al cuore ! COMPLIMENTI CONTINUA COSI' “, “la sua voce fà schifo, se nn avrebbe PRODUTTORI cn LE PALLE dierto queste canzoni, farebbe davvero vomitare... “, “molto bella ma tolto il ritornello... la base musicale è identica alla colonnasonora di kingdom hearts... ^^ “, “ma questa canzone e' copiata da una vecchia canzone? “, “quando si bona “, “Emh,scusate l'igoranza,ma...Sbaglio,o è dimagrita molto ? o.O Comunque,bella canzone ”), una donna che col seguito che ha potrebbe far cambiare mentalità a chi comanda l'industria musicale, solo che è meglio starsene calmi calmi, non prendere una posizione netta, incassare il cash e difendere gli interessi della casa discografica che ti permette di incassarlo. E magari ridursi pure a condannare pubblicamente il file sharing.

In definitiva, ha senso che una che vive di rendita sul plagio e/o sulla citazione prenda posizione contro il file sharing e per la difesa del diritto d'autore? No, ma chi se ne importa. L'importante è che un barista del mio Autogrill di fiducia mi abbia regalato il biglietto per la data di Giusy Ferreri il 24 marzo all'Estragon di Bologna. Non mancherò di certo, anche se a Giusy Ferreri preferisco sempre Giusy Consoli (e se per questo preferisco Giusy Consoli anche a Carmen Consoli, ma è un altro discorso) vale la pena di andare a farsi due risate, per giunta a spese di chi ti serve un ottimo caffè nelle tue tappe caffè pre-concerto.

20 marzo 2009

LA GRANDE ABBUFFATA

Tredici righe per Mastella che, non appena Prodi ha detto la verità sulle responsabilità di Veltroni nella caduta del governo, se ne è uscito dicendo di non essere stato difeso abbastanza dallo stesso Prodi ai tempi delle sue disavventure giudiziarie.
Tredici righe per Mastella, che ha detto che non prenderebbe nemmeno un caffè con Romano Prodi ed ora si candida alle Europee con il Pdl perché il richiamo della poltrona è troppo forte per lui.
Tredici righe per Mastella, che a questo punto potrebbe bersi un bel Kopi Luwak, un pregiatissimo caffè che viene prodotto con le bacche ingerite e defecate dallo zibetto delle palme indonesiano.
Tredici righe per Mastella, che invece del Kopi Luwak potrebbe bersi direttamente la materia prima utilizzata per produrlo – meglio se appena sfornata, ancora calda e fumante.
Tredici righe per Mastella son pure troppe. Meglio dieci.

18 marzo 2009

AFFINITÀ-DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO TARDUCCI E NOI

Politica censura due facce schifose della stessa impostura, allora fanculo a chi dice giusto o sbagliato (cit.) ma soprattutto a chi dall'alto della sua decennale esperienza di soubrette-miracolo della chirurgia estetica vuole regolamentare Internet ed il diritto d'autore, non tralasciando magari di censurare voci scomode che osano esprimersi con qualunque mezzo che non sia quello televisivo.

A quanto par di capire, alla fine con la proposta della Carlucci niente più spezzoni di programmi Mediaset su YouTube, nemmeno di pochi secondi, e niente più video musicali su Youtube o musica da scaricare grazie ai prodigiosi sistemi peer-to-peer. L'ennesimo, malcelato marchettone a Mediaset, che sta cercando di far rimuovere i video contenenti parti delle sue bellissime trasmissioni spazzatura, ed il miliardesimo marchettone alla SIAE che vuole tutelare i bellissimi cd di musica sempre uguale a se stessa disponibili nei migliori musicali al modico prezzo di euro 22.

Mentre nel Regno Unito importanti musicisti firmano un manifesto pro-download, i soliti liberali e libertari de' noantri scelgono da che parte stare: dalla parte di chi paga meglio, in barba ad ogni forma anche minima di rispetto della diversità culturale. E poi magari si spaventano pure se qualcuno sfrutta i loro stessi mezzi di informazione preferiti (ad esempio riuscendo ad entrare con un video in heavy rotation si Mtv) per diventare famoso e sfruttare la propria fama per cercare di far riflettere la gente.
Tanto per dire, il video di Questo è il nuovo singolo di Fabri Fibra non passerà mai su Mediaset, e nemmeno su Mtv. Molto meglio Fabrizio Corona che sconta la pena al reality show La Fattoria, oppure l'ennesima gag all'acqua di rose di Francesco Giussani a.k.a. il Nongiovane di Mtv.
Fabri Fibra sembrava un cazzone bruciato dalle droghe sintetiche che è stato per miracolo baciato dalla fama e dal successo, ed invece i suoi neuroni funzionano ancora e non ci pensano due volte ad arrivare in cima per dire cose scomode e a concepire video dove si bruciano libri, dischi et altra oggettistica capace di scandalizzare i benpensanti e/o determinate cerchie sociali che poi alle elezioni controllano molti voti. Ed allora questo video lo vedi su Youtube o oppure di notte tra un pornoshow di Lea Di Leo e l'altro. O magari chiami un 899 e senti Fabri Fibra che non passa in radio ma è diventato un sottofondo che accompagna i gemiti e le frasi scurrili di Lea Di Leo, ed allora capisci tante cose sul sistema-Italia e sul suo funzionamento.

No, meglio di no. Meglio oscurare Fabri Fibra, altrimenti la gggente potrebbe iniziare a pensare e sarebbe troppo pericoloso, e dunque per continuare a garantire l'ordine pubblico, il decoro ed il buon costume è preferibile che la gggente continui a narcotizzarsi con Claudio Baglioni (ed il film tratto dalla sua megahit Questo Piccolo Grande Amore), Giusy Ferreri (che ormai plagia anche se stessa), Zucchero (che ha ormai finito le fonti da cui trarre i suoi plagi, ed infatti è un bel po' che non si vede in giro), Gigi D'Alessio, il Maestro Apicella e, per gli anglofoni, Marco Carta e la banda di Amici tutta. L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul controllo della mente.

15 marzo 2009

L'AMORE AI TEMPI DI ROCKIT

Josè Mourinho ha perso la testa ed ha menato un tifoso. E tutto perché in poche settimane ha dovuto incassare dichiarazioni d'amore da parte di Giuliano Ferrara (che ormai non sa più cosa inventarsi per attirare l'attenzione ed è arrivato ad affermare che Mourinho è un po' D'Alema e un po' Thatcher – praticamente l'ha insultato dicendo che è un po' come due personaggi che prima o poi la storia scaraventerà nel cestino della spazzatura ) ed Alba Parietti (che lo ha addirittura definito il suo uomo ideale, e detto da una che cerca in tutti i modi di ostentare il suo essere intelligente e di sinistra ma poi si siede sulle ginocchia di Berlusconi alle megafeste nella sua villa a Porto Rotondo suona come una beffa atroce). Chi non perderebbe le staffe dopo avere incassato tonnellate di lodi sperticate da due personaggi del genere? Chi non si incazzerebbe sentendosi così preso per il culo? Mourinho è pienamente giustificato per il suo sfogo di rabbia, chiunque al suo porto si sarebbe comportato così. Ma il punto non è questo. Il punto è che Mourinho è probabilmente la persona più antipatica che esista perché vince solo perché ha fior fior di campioni ma te lo fa pure pesare, con quella sua boria e quel suo atteggiamento di superiorità che meriterebbero parecchi schiaffoni. Il calcio e' un grande rito che devi rispeta'r, l' Europa ne impazzisce e negli Stati Uniti lo vorrebbe popolar, fondamentalmente del calcio non me ne frega nulla ma una sana lezione di vita ad un personaggio come Mourinho sarebbe doverosa.

Ed è pensando a questo e a quanto portino sfiga Giuliano Ferrara e la sua battaglia contro l'aborto che venerdi sera ho preso la macchina e mi sono diretto al Covo per andare a sentirmi i Ministri. La radio a mille watt mandava in loop una copia promo di Wolfgang Amadeus Phoenix che ho rinvenuto per caso sul bancone del Pacifico, prestigioso bar-ristorante-luogo di ritrovo della Ferrara che conta nonché prefabbricato simil-casa dei Lego ove mi sono recato a prendere il caffè prima di affrontare il viaggio, ed in un attimo sono arrivato a destinazione senza nemmeno accorgermene. Neanche alla guida di una DeLorean che ti riporta nel 1999 è possibile ascoltare un disco del genere, un'opera che ha un titolo che non ci si crede nemmeno però spacca (e non poco). I Phoenix sono gli 883 francesi perché fanno musica come la farebbero adolescenti che non ne vogliono proprio sapere di crescere, solo che loro si sono fermati negli anni novanta mentre gli 883 erano piantati a fine anni ottanta – con tutto ciò che ne consegue. Han fatto una roba con molte più chitarre del solito, talmente bella che l'ho infilata nel lettore cd ed ho continuato ad ascoltarla in loop anche all'interno del Covo, mentre i Ministri suonavano e la gente fumava, i Ministri sudavano e la gente sveniva. I soliti costumi da Napoleone (o da Coldplay che in un colpo solo han plagiano Bennato e Joe Satriani), la solita ribellione a buon mercato che vorrebbe graffiare ma non ce la fa proprio, il solito sudore, i soliti capelli unti e sudati del chitarrista con i capelli lunghi.

Non ho sentito una sola nota di ciò che han suonato i Ministri, ma tanto è uguale. Sono prevenuto nei loro confronti, e mi va di andare ai loro concerti a recitare la parte del fumatore passivo che non li caga di striscio e si ascolta i Phoenix nel lettore cd mentre scatta foto a caso alla gente che fuma e si diverte. Il giorno in cui i Ministri verranno recensiti da Il Foglio o saranno oggetto di dotte riflessioni da parte di Alba Parietti sarà un grande giorno per l'umanità. Che il successo di massa sia con loro e con il suo spirito, io intanto boicotto Maledetta Primavera. Anzi no, ci vado e mi metto in un angolo, così mi si nota di più ed intanto combatto il Sistema dall'interno.

LOADED LIKE A FREIGHT TRAIN / FLYIN' LIKE AN AEROPLANE / FEELIN' LIKE A SPACE BRAIN / ONE MORE TIME TONIGHT

Viaggiare un treno ha sempre un suo perché. Hai la possibilità di avere a che fare con un microcosmo di cose e persone che prima non conoscevi (e dunque puoi arricchire il tuo bagaglio culturale), leggi cose che hai in sospeso da tempo, ascolti dischi che hai in sospeso da tempo ma soprattutto puoi ritrovare soldi, cibo e/o preziosi reperti archeologici.

Tanto per dire, sulla tratta Bologna Verona (quella dove, secondo quanto scrive quel fogliaccio reazionario chiamato Il Resto del Carlino i treni arrivano con un quarto d'ora d'anticipo come quando c'era Lui) ho avuto la fortuna di rinvenire una copia di un libro pomposamente chiamato L'amore a Londra in altri luoghi. Qualcuno lo aveva incautamente lasciato sul sedile, io l'ho preso e poi ho trovato il coraggio di leggerlo. E devo dire che non mi è dispiaciuto per nulla. Bisogna solo abituarsi allo stile un tantino ampolloso di Flavio Soriga e alle storie emo che racconta, ma superati gli scogli iniziali il libro scorre via piacevolmente e ti lascia pure un senso di malinconia che ti fa scendere dal treno incurante del tanfo terribile che hai respirato fino a qualche minuto prima dentro al tuo comodo vagone.

Oltretutto c'è da sottolineare una cosa importante: nel racconto intitolato El Presidente il buon Soriga tratteggia la figura di un dittatore sudamericano che è palesemente Silvio Berlusconi sotto mentite spoglie, solo che nessuno se ne accorgerà perché tanto siamo ormai assuefatti a figure tragiche che possiedono tutte le tv del paese e controllano (direttamente o indirettamente) gran parte dell'economia. Se qualcuno che conta lo venisse a sapere Soriga rischia di essere vaporizzato, e dunque gran parte delle recensioni che si leggono in rete e che stroncano il suo libro dovrebbero tener conto della sua temerarietà.

12 marzo 2009

KILLING ME SOFTLY WITH YOUR MUSICA PESANTE

I primi sentori li ho avuti quando ho aperto la custodia ed ho notato che sul cd-rom masterizzato era riportata la dicitura “Romano Prodigy the invader is dead!”. Non credevo ai miei occhi, ma quando ho inserito il disco nel lettore ho capito tutto.

La copia di Invaders Must Die che ho trovato nel banco frigo della stazione Autogrill Castel Bentivoglio Ovest è un fake, ed il gesto di lasciarla lì fa parte di una complessa performance di stampo futurista ad opera di Graziano Cecchini, colui che ha colorato di rosso la fontana di Trevi ed è stato per questo elevato al rango di Nuovo Eroe Moderno.

Avrei dovuto immaginare che prima o poi tutte queste celebrazioni del futurismo, tutte queste mostre rievocative, tutte queste agghiaccianti marchette all'unico movimento culturale partorito (?) dalla destra italiana mi avrebbero giocato un tiro mancino, ma io ci sono caduto ugualmente perché i Prodigy me li ricordavo parecchio ganzi, anche se era il 1997 e tutto il mondo girava molto diversamente.

Non possono essere i Prodigy quelli che nel 2009 se ne escono con un disco in cui sfruttano tre/quattro vecchie idee e le stiracchiano per tutta la durata dell'opera, un disco fatto di canzoni che partono in pompa magna ma poi non arrivano mai al culmine - quasi fossero delle colossali intro in cui non si distingue bene la struttura strofa/ritornello/strofa, annegata in un mare di synth distorti che strocherebbero chiunque. Pura comicità inconsapevole partorita da gente che ha finito la benza da un bel po' ma finge di crederci ancora (tanto da avere il coraggio di chiamare un brano “Piranha”), o forse una fantasmagorica truffa messa in piedi da musicisti che hanno deciso di regalare ai propri fan un disco-gag, concepito per essere ascoltato ed apprezzato durante colossali cene tra amici organizzate per ridere tutti insieme. I Prodigy non esistono più, sono morti a Milano dopo essersi presentati sul palco con la birra in mano alle premiazioni degli Mtv Music Awards del 1998. Solo chi celebra il futurismo può proporre il recupero di un gruppo del genere, che come il futurismo nel 2009 non ha più alcun senso.

Keith Flint ormai sembra Vasco Rossi che prova a darsi alla techno dopo aver scoperto le droghe sintetiche, Invaders Must Die è il disco disbanded definitivo, e soprattutto il centenario del futurismo ha rotto le palle. È ora di finirla: il futurismo è la cosa più sopravvalutata del mondo, non è possibile entrare in libreria o in qualsiasi altro luogo e trovare volumi celebrativi del centenario et altra paccottiglia varia ed eventuale. Una moratoria sarebbe doverosa. Il futurismo non poi è stato così determinante nell'evoluzione dell'arte contemporanea, e non sarà certo uno pseudo-album dei Prodigy lasciato all'Autogrill a farmi cambiare idea,


Ricordiamoli così, quando Keith Flint aveva i capelli lunghi, mangiava pasticche a spugnate ed indossava il bomber:

09 marzo 2009

SUI GIOVANI D'OGGI CI SCATARRO SOPRA

Sono in giro già da un pochino (il loro esordio risale ai tempi delle vittoriose elezioni politiche del 2008) ma questa volta mi sa proprio che hanno fatto il botto, visto che Mtv ed Allmusic programmano i loro video a manetta ed gggiovani d'oggi paiono ipnotizzati ed arrivano perfino ad adottare il loro stesso look. Peccato solo che i Metro Station siano il nulla fatto a gruppo musicale, perché dietro ai tatuaggi, ai piercing, alle magliette con un disegno terribilmente somigliante alla sagoma di Carlo Pastore in versione bandito, ai pantaloni fashion, all'obesità di uno dei tre, alle pettinature improponibili ci sta tutto un sensazione di finta ribellione, come se il sistema avesse deciso di prendere punk, emo, elettronica eighties ed Udeur verrà per creare una grande coalizione in grado di far venire la gastrite ad ogni persona che abbia anche solo un minimo di senso critico. E per questo vincono.

I Metro Station hanno una storia strappalacrime alle spalle (copiaeincollo a caso da Wikipedia: Nel 2006 le madri di Trace Cyrus e Mason Musso fecero conoscere i due ragazzi sul set di "Hannah Montana". Condividendo gli stessi interessi musicali decisero di creare un gruppo; poco dopo Trace Cyrus ingaggiò Black Healy dai Sinthetic Joy per farlo diventare il loro pianista, esperto di musica elettronica e bassista. Cyrus diventò chitarrista solista e cantante; Musso il primo cantante e chitarrista ritmico), segno che hanno fatto la gavetta e sanno cos'è il DIY e sono pronti a conquistare definitivamente l'Italia dopo aver già conquistato il resto del mondo (in Italia, si sa, tutto arriva con un pochino di ritardo, ed anche i miti e le mode del rock non possono di certo arrivare in tempo reale). Sono la musica del Demonio, sono l'equivalente musicale dello stramonio.

In poche parole, i Metro Station sono il mio nuovo gruppo preferito nonostante siano roba che se hai un minimo di sale in zucca ti fa rimpiangere di non essere più minorenne per poter lanciare senza eventuali conseguenze giuridiche il televisore dalla finestra ogni volta che le tv di regime passano un loro video. Il segno del declino socio-politico dell'Italia sta anche in piccole cose come questa, ma ben vengano supergruppi come i Metro Station a tirarci su di morale in queste tristi giornate di inizio primavera.

07 marzo 2009

BANCAROTTA ITALIA: LA SINISTRA È NOIOSA, CARLO PASTORE NO

I bookmakers inglesi stanno raccogliendo scommesse su quale sarà il primo stato europeo a dichiarare bancarotta nei prossimi mesi, ed ovviamente l'Italia è al primo posto in questa specialissima classifica. Secondo loro è più probabile che l'Italia vada definitivamente a puttane piuttosto che il prossimo tour inglese (ed ultimo tour in assoluto) di Michael Jackson finisca per saltare, e loro che la sanno lunga difficilmente sbagliano su cose come questa. C'è dunque da stare in campana, ma c'è anche da essere ben fieri di aver raggiunto traguardi del genere, perché quando il Michael Jackson italiano dice che la crisi è ingigantita dai mass media ed il potere d'acquisto dei salari è aumentato significa che l'impegno paga sempre.

E come festeggiare un risultato così importante se non leggendo Top Girl che dedica uno speciale di sei pagine alla tribù urbana dei neofascisti, o ancor meglio leggendo la sontuosa intervistessa a Carlo Pastore apparsa a sorpresa su Vanity Fair? Forse per battere Top Girl sul suo stesso campo, Carlo Pastore si candida (lo dice velatamente, ma alla fine si candiderà, eccome se si candiderà) a prossimo leader del Partito Democratico in un'intervista in cui riesce nell'impresa di non dire nulla per tre colonne, se non che è appena uscito un suo romanzo per Mondadori, che è un romanzo a modo suo autobiografico, che ha provato coca/canne/MDMA ma ha smesso, che ha smesso di fumare perché quando fumava aveva sempre il raffreddore e soprattutto che sta lanciando una piccola casa editrice (tra l'altro, prossimamente avrei da sottoporgli un pochino di materiale scritto di mio pugno – lo contatterò non appena la casa editrice sarà cosa fatta). Dunque, autoreferenziale come una certa sinistra che si rispetti e democristiano quanto basta, con in più una strizzatina d'occhio a certi vizi dell'uomo moderno che ormai non appaiono più come trasgressioni agli occhi della gggente: praticamente, la versione liberal di Pierferdinando Casini.

Carlo Pastore è l'uomo giusto per battere la destra perché piace alle figlie ed anche alle mamme. Tirerà fuori dal pantano la sinistra e, più in generale salverà il paese. O ciò che ne rimarrà dopo la bancarotta in stile Argentina di cui sopra. Sostenerlo alle primarie di ottobre è un dovere morale. Amen.

LA STRATEGIA DEL VERME (cit.)

L'unica salvezza per la sinistra è il salto della quaglia, con conseguente attività di cospirazione ecc. ecc. ecc... La battaglia è persa e si può fare solo così.
Tanto per dire, in vista delle prossime europee io ho già iniziato a guardare con estremo interesse ad un eventuale listone Radicali-Repubblicani-Liberali e trovo che il blog di Paolo Guzzanti sia uno dei più geniali di tutti i tempi.

03 marzo 2009

A MEZZANOTTE VA LA RONDA DEL PIACERE

Il vero punto di svolta della serata di sabato è stato quando sono entrato alla stazione di servizio Autogrill Castelbentivoglio Ovest per un pit stop. Dopo una ferocissima pizza consumata dai Fratelli La Bufala, dopo l'impareggiabile sensazione di appagamento regalatami da codesta pizza e dalla sua bontà sopraffina, dopo essermi reso conto che mentre sugli schermi scorrevano immagini di una partita della Juventus io non riconoscevo nessun giocatore tranne Alex Del Piero una sosta per un caffè ed un litro d'acqua scolato in pochi istanti era divenuta assolutamente doverosa. Per riprendere le forze, per affrontare a testa alta il resto del viaggio in macchina, per resistere, per vivere da protagonista le fasi pre-concerto, il concerto stesso ed anche il dopo-concerto una sosta del genere era divenuta essenziale.

Ed io mi sono fermato (anzi, la mia auto si è fermata ed ha parcheggiato senza che io le dicessi nulla), sono entrato ed ho consumato. Poi, al momento di uscire, mentre passavo vicino al banco frigo ricolmo di pregiati salumi che sembrano esistere solo negli Autogrill di tutta Italia, ho visto un oggetto che ha attirato subito la mia attenzione illuminandomi d'immenso e costringendomi immediatamente a fermarmi. Mi sono avvicinato quasi intimorito e, tra una soppressa, una noce di prosciutto di cinghiale, un salame di plastica e quel misterioso salume-monolito che sembra una pietra di forma ovoidale completamente ricoperta di pepe, ho scorto una copia masterizzata di Invaders Must Die, il nuovo album dei Prodigy. La mia coscienza mi ha detto di far finta di nulla e di non toccarlo perché nel 2009 un album dei Prodigy non ha più alcun senso, però visto che l'occasione fa l'uomo ladro non ci ho pensato due volte e l'ho subito presa e messa in tasca, incurante degli effetti che un gesto del genere potrebbe avere a livello giuridico e consapevole del fatto che la copia in questione potrebbe essere stata lasciata lì da un fan dei Prodigy rimasto deluso dall'inconsistenza del loro nuovo lavoro. Comunque non ho ancora avuto il coraggio di ascoltare Invaders Must Die, ma rimedierò al più presto (sempre che stare in un banco frigo non causi danni permanenti ed irreparabili ad un cd masterizzato). Trovare un cd in un banco frigo non è cosa da tutti i giorni, e dunque bisogna approfittarne e sperimentare.

La serata ha dunque preso tutta un'altra piega e sono arrivato al Covo ricordando l'ultima volta in cui ci sono andato ma soprattutto pensando al fatto che dopo aver avuto la fortuna di trovare un cd dei Prodigy abbandonato l'ideale sarebbe stato potermi vedere un altro concerto di Swim, che quando ha aperto per Fujiya & Miyagi ha gentilmente donato al pubblico pagante e non una memorabile mezz'ora fatta di electro hip hop e gags a profusione. E difatti si abbassano le luci, incomincia il concerto ed a sorpresa si presenta sul palco proprio Swim. Sono stupito, il resto dei presenti lo è ancor di più ma subito scoppiano le risate (soprattutto le mie risate). A quanto pare nel frattempo ha suonato al Covo un'altra volta – e fanno tre volte in tre mesi, o il Covo è in crisi nera oppure il ragazzo ha le superbazze che gli consentono di suonare di spalla a chiunque - ma sentirlo è sempre come la prima volta: il set è lo stesso tranne un inedito, la voglia di cazzeggiare e prendersi poco sul serio sono la stesse e lui ora come allora ne esce vincitore. Più o meno, Subsonica meets Postal Service in una discoteca della Riviera Romagnola assieme ad una riserva di pasticche che dura un inverno intero, e forse dura anche per il resto della vita se sei sfortunato e ti cali una pasticca tagliata male. Da grande voglio diventare come lui.

E dopo Swim, i Metronomy. Ovvero, dopo di lui tre giovani ragazzi che suonano come i Klaxons che provano a scimmiottare i Devo ma che non ce la fanno e finiscono per suonare cover assortite tratte dal repertorio di Duran Duran, Spandau Ballet, Level 42 e Dead Or Alive. Roba divertente anche se un bel po' reazionaria, nulla per cui strapparsi i capelli perché negli anni ottanta i capelli erano cotonati ma ora non lo sono più. Pochi cazzi: se devo ascoltare musica di quegli anni mi ascolto gli 808 State, mentre se devo ascoltare qualcuno che fa una sorta di revival degli anni ottanta riuscendo nel contempo ad attualizzare la musica di quel dannato decennio mi ascolto gli Zoot Woman. Sul palco i Metronomy si impegnano molto, si vede che ci credono, si divertono molto e ti aspetti pure di vedere sbucare sul palco il fantasma di Bettino Craxi e della Milano da Bere, però poi quando tra il pubblico ti pare di scorgere Gianni De Michelis con la sua faraonica corte di donne di tutte le specie ed immediatamente ti rendi conto che si tratta solo di alcuni studenti inglesi (o americani) che smascellano strafatti di ketamina senti un tantino di amaro in bocca.

O forse si tratta solo di una sensazione di scampato pericolo, anche se poi quanto torni a casa e senti che i tuoi vestiti puzzano di fumo in una maniera assolutamente indegna di un paese civile e democratico ti rendi conto che hai rischiato (e rischi) la vita. Chi fuma nei locali pubblici fottendosene dei divieti è un fascista, e come tale andrebbe appeso a Piazzale Loreto (ovviamente in senso figurato). Detto in maniera più civile, bisognerebbe utilizzare le ronde solo ed esclusivamente per scovare chi fuma nei locali pubblici.

02 marzo 2009

RADIO RADICALE NON SI TOCCA!

Radio Radicale non si tocca ed è doveroso proteggerla dall'assedio, anche se Pannella che si commuove e piange per il ritorno di Rutelli al Congresso del Partito Radicale è roba buona solo per il Libro Cuore.
Per uno come Rutelli non deve esistere commozione. Punto e basta.