Viaggiare un treno ha sempre un suo perché. Hai la possibilità di avere a che fare con un microcosmo di cose e persone che prima non conoscevi (e dunque puoi arricchire il tuo bagaglio culturale), leggi cose che hai in sospeso da tempo, ascolti dischi che hai in sospeso da tempo ma soprattutto puoi ritrovare soldi, cibo e/o preziosi reperti archeologici.
Tanto per dire, sulla tratta Bologna Verona (quella dove, secondo quanto scrive quel fogliaccio reazionario chiamato Il Resto del Carlino i treni arrivano con un quarto d'ora d'anticipo come quando c'era Lui) ho avuto la fortuna di rinvenire una copia di un libro pomposamente chiamato L'amore a Londra in altri luoghi. Qualcuno lo aveva incautamente lasciato sul sedile, io l'ho preso e poi ho trovato il coraggio di leggerlo. E devo dire che non mi è dispiaciuto per nulla. Bisogna solo abituarsi allo stile un tantino ampolloso di Flavio Soriga e alle storie emo che racconta, ma superati gli scogli iniziali il libro scorre via piacevolmente e ti lascia pure un senso di malinconia che ti fa scendere dal treno incurante del tanfo terribile che hai respirato fino a qualche minuto prima dentro al tuo comodo vagone.
Oltretutto c'è da sottolineare una cosa importante: nel racconto intitolato El Presidente il buon Soriga tratteggia la figura di un dittatore sudamericano che è palesemente Silvio Berlusconi sotto mentite spoglie, solo che nessuno se ne accorgerà perché tanto siamo ormai assuefatti a figure tragiche che possiedono tutte le tv del paese e controllano (direttamente o indirettamente) gran parte dell'economia. Se qualcuno che conta lo venisse a sapere Soriga rischia di essere vaporizzato, e dunque gran parte delle recensioni che si leggono in rete e che stroncano il suo libro dovrebbero tener conto della sua temerarietà.
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