
Sensazionale:
Matteo Maffucci degli
Zero Assoluto ha provato il lettore di libri elettronici
Kindle, pensa che sia una bomba e chiaramente ha sentito l'esigenza di farlo sapere all'umanità intera utilizzando lo spazio che
Vanity Fair gli concede settimanalmente per scrivere 2500 battute in cui fondamentalmente non dice assolutamente nulla. Come volevasi dimostrare, in fondo in Italia c'è spazio per tutti – soprattutto se
figli di.
“È una svolta epocale” ci racconta Maffucci (casualmente figlio di un noto ex dirigente Rai) con prosa da diario di terza media ma del tutto efficace. Il Kindle può contenere fino a 1500 libri e – a suo dire – darà a breve il via ad un'autentica rivoluzione culturale. Potremo portarci dietro tutti i libri che vogliamo, comprarne di nuovi in un minuto, leggere un quotidiano pagandolo “meno di adesso”. Ad occhio e croce, dopo tutto questo la mia vita migliorerà di sicuro.
Bravo Maffucci, che paragoni la possibilità di avere i libri gratis a quella di avere musica gratis e bolli come “i soliti snob” coloro ai quali sembrerà poco romantico passare da libri di carta a libri in formato digitale. A parte che leggere un libro è un'attività un tantino più impegnativa del semplice ascoltare musica (soprattutto se la musica da ascoltare è quella degli Zero Assoluto, roba che con tutto il rispetto parlando non ascolterei nemmeno sotto tortura perché è talmente minacciosa che riesce nell'impresa di far sembrare il sempreadolescente Federico Socmel Moccia un novello Charles Manson), non è poi così automatico che la gente ricominci a leggere solo perché è più facile e meno costoso procurarsi i libri. Chi legge ora continuerà a leggere, chi non legge ora non inizierà di certo a leggere grazie al portentoso Kindle – a meno che con il termine “leggere” non si intenda scaricare un file pdf, leggerne distrattamente qualche pagina e cestinarlo dopo poco tempo, sopraffatti dalla noia e dalla voglia di fare qualcos'altro di più entusiasmante (così come spesso e volentieri si fa con la musica scaricata dalla rete, ma questo è un altro discorso).
E siamo poi sicuri che sia così figo il fatto che (così come ipotizzato dal buon Maffucci) spariscano del tutto i libri in formato classico? Un Kindle inquina davvero meno di quanto inquina il processo produttivo di un libro o è tutta una scusa per far vendere più Kindle ad Amazon? E chi mi dice che eliminando i libri in formato cartaceo nel tempo non si finisca per perdere per strada i grandi classici, le opere fondamentali o comunque tutti quei libri che hanno molto da dire ma che, per un motivo o per un altro, sono libri scomodi che non devono giungere al pubblico e dunque verranno consegnati all'oblio eterno semplicemente evitando di convertirli in formato pdf?
Vien quasi da pensare allo scenario evocato da Massimo Fini nel suo libro Il Dio Thoth (un libro da leggere preferibilmente in formato cartaceo e da conservare con molta cura) – e dunque mondo governato dalle macchine, omologazione del pensiero, distorsione (o peggio, scomparsa) delle vecchie grandi opere letterarie, dominio attraverso notizie distorte ed opere letterarie opportunamente concepite, dittatura nascosta da un'apparente massima libertà di scelta tra tante attività di intrattenimento - ma probabilmente esagero perché sono il solito snob. Dunque, per espiare le mie colpe e prepararmi alla imminente rivoluzione di Kindle corro subito a leggere Cascasse il mondo, l'immortale capolavoro a cura di Matteo Maffucci – uno che la sa lunga ed ha talmente capito come funziona la vita che scrive pure libri in cui consiglia come affrontarla. Questi sono i veri intellettuali italiani, peccato solo non averlo capito prima.