In poche parole, un disco così non lascia indifferenti. I puristi si lamenteranno perché a loro avviso questa seconda opera di Vitalic potrebbe anche rappresentare un’inutile tributo ai miti&mode imperanti oggi (“Chicken Lady”, “Terminateur Benelux”, “See The Sea (Red)”) , i modernisti troveranno da ridire sul fatto che Vitalic suona essenzialmente variazioni sul tema eurotrance (“Second Lives”, “Flashmob”) tanto in voga a fine anni novanta inframezzate da alcuni momenti in tutto e per tutto moroderiani (“Poison Lips”, “Your Disco Song”) fondamentali per alleggerire la tensione prima dell’assalto finale. Ma in fondo, chi se ne frega di purismo e modernismo quando hai tra le mani un opera dance che ha una sua ben precisa dignità sia sul dancefloor che nello stereo di casa tua? E soprattutto, quanto conta il giudizio di puristi e modernisti se quattro anni fa sul conto di Vitalic venivano dette esattamente le stesse identiche cose (sostituendo però alla parola ‘fidget’ la parola ‘electroclash’)? Nulla, assolutamente nulla.
Quello che conta è il valore di un’opera come “Flashmob”, che dimostra (qualora ce ne sia ancora bisogno) quanto sia superiore al resto del lotto un tipo come Vitalic, uno che preferisce suonare dal vivo i suoi pezzi piuttosto che limitarsi a fare il dj.
2 commenti:
oh si...mi piace questo cantato un po' Yavanna (?) un po' Cocteau Twins e un po' Donna Summar!
Il disco merita molto. ascoltalo tutto. ;)
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