26 febbraio 2009

ITALIA DE PROFUNDIS, MA I JUNIOR BOYS NO

Ho fatto un sogno. Mi è apparso Lorenzo Caldonazzi, il sensitivo-fashion victim che imperversa sulle piccole emittenti di mezza Italia cazziando con estrema arroganza chi telefona da casa e non gli pone domande di suo gradimento. Mi è apparso in tutto il suo splendore lui, il morphing ben riuscito tra Marcello Pera e Costantino Vitagliano (anzi il figlio di Pera e Costantino o molto più probabilmente colui che vive a Villa Pera in quel di Lucca) e mi ha parlato, dicendomi la Sua Verità.

Mi ha raccontato che l'Italia è in pericolo e che se è messa così male è solo colpa degli italiani e del loro essere babbei sempre e comunque, ma che comunque non mi devo preoccupare troppo perché ormai non c'è più nulla da fare e bisogna solo aspettare che arrivi qualcuno che abbia il coraggio di intonare il de profundis in onore di un paese finito per sempre. Poi mi ha allungato un cd, dicendomi di ascoltarlo con attenzione perché tanto nei negozi uscirà a maggio e prima di allora neanche a Blow Up avranno la possibilità di ascoltarlo. E la musica ha iniziato a suonare diffondendosi nell'aria che mi circondava, ed io mi sono svegliato in un lago di sudore. Ma il sogno era talmente reale che il cd era lì, appoggiato sul mio comodino.

Lorenzo Caldonazzi mi ha donato una copia Begone Dull Care, il nuovo album dei Junior Boys. E nulla sarà più come prima.

A meno che questo Costantino Pera wannabe non mi abbia teso un trabocchetto, Begone Dull Care è un disco della madonna. Un incubo italo-disco con un'anima, con molta più depressione addosso rispetto all'atmosfera di festa che si respirava negli anni ottanta. Mentre lo ascolti ti aspetti di veder sbucare fuori Jerry Calà strafatto come al solito, ebbro di morfina in luogo delle altre sostanze che circolano nel suo organismo durante le sue scorribande notturne nei locali della periferia veronese. Parte Work e sei in coma a Discoring, subentra Work e ti pare di vedere i Franke Goes To Hollywood che risuonano Relax in una situazione di fattanza assai preoccupante. Bits & Pieces è un capolavoro, dopo circa tre minuti sbuca dal nulla un break di quelli che che ti cambiano la vita e ti fanno piangere di felicità. Dull To Pause è la quiete prima della tempesta, mai sentita una cosa così paracula eppure così reale e palpabile. Hazel è il prossimo singolo dei Daft Punk, ne sono convinto, mentre Sneak A Picture sarà il singolo che lo seguirà. The Animator è il 1987, What It's For sono i Global Communication di 76:14 che decidono di fare pop e dotarsi di un cantante al solo scopo di scalare le classifiche di mezzo mondo. Null'altro da aggiungere.
Begone Dull Care è il disco più genuinamente adolescenziale che l'orecchio umano abbia sentito dai tempi di United dei Phoenix, solo che fondamentalmente è pensato per chi era adolescente negli anni ottanta, quando si poteva fare ancora qualcosa per impedire lo scempio di questa povera Italia.

Da ascoltare in loop leggendo Italia De Profundis di Giuseppe Genna, libro che è stato scritto alla faccia di Lorenzo Caldonazzi – il vero simbolo dell'Apocalisse Italiano, un personaggio genuinamente adolescenziale – e di tutti quelli che lo chiamano in trasmissione. Il baratro non è mai stato così vicino.

In sogno Caldonazzi mi ha parlato anche di questo libro, solo che io non ho dato peso alle sue parole perché ero troppo impegnato a deriderlo. Non può andare in trasmissione con i jeans bianchi e la t-shirt smanicata, non è umano. Non può mimare un playback sulle note di un trashissimo drama-pop anni ottanta. Se solo si riflette bene sul fatto che c'è gente che lo segue e lo chiama in trasmissione per avere lumi sul proprio futuro appare chiaro il motivo per cui l'Italia è totalmente irrecuperabile. Che Giuseppe Genna scriva un libro anche su di lui, e subito.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dai, tutto, ma non Genna, uno dei peggio cretini mitomani del paese.

accento svedese ha detto...

Boh, non lo conoscevo. Ho letto di Italia De Profundis su Vanity Fair ed incuriosito ho acquistato e letto con piacere. Mi è piaciuto assai, forse perchè in fondo sono a modo mio mitomane. :D