27 novembre 2008

IL LATO OSCURO DELL'ANIMA

Intimacy dei Bloc Party è un disco macchietta. Uno di quei dischi che lo infili nel lettore e ti aspetti che da un momento all'altro venga fuori Gabriele La Porta a spiegarti che è tutto uno scherzo, che quella musica che senti in realtà è lui che si sta prendendo gioco di te e non aspetta altro che tu te la prenda a male per sputtanarti in giro, magari in diretta tv su uno dei suoi fantastici programmi notturni in onda ad orari random sulle reti Rai. E tutto questo perché

- Gabriele La Porta a quanto pare è raccomandatissimo da Fausto Bertinotti e, quando il suo partito esisteva ancora, era in Rai in quota Rifondazione Comunista;

- Fausto Bertinotti è una macchietta da discoteca (cit.);

- i Bloc Party di Intimacy sono macchiette che suonano pseudo-musica da discoteca

e dunque il fatto che Gabriele La Porta possa interessarsi ai Bloc Party per farti uno scherzo non dovrebbe stupire nessuno, tantomeno chi ha il coraggio di gradire il loro ultimo album. Infatti, Intimacy un disco talmente sopraffino che tanto vale organizzare serate a tema con gli amici per sbertucciarlo a dovere mentre si cena insieme e si ride alle spalle di questo ex-gruppo promettente già finito al terzo album. Nemmeno se si fossero impegnati allo spasimo sarebbero riusciti a fare peggio di così, ed ora per loro c'è solo il dimenticatoio.

No, non può essere vero. Non possono essere usciti con un disco del genere. Non un'idea, non un guizzo. Anzi, un'idea che guizza lungo tutto il percorso del disco come fosse un pesce fuor d'acqua, uno di quelli moribondi perché come è noto un pesce fuori dall'acqua non vive molto a lungo. E dunque idee parecchio stantie come le batterie alla Chemical Brothers epoca Setting Sun di Ares, il cantato di Kele Okereke mai così mieloso e democristiano, le chitarre che non pungono, il basso che non si sente più. Più lo ascolti e più ti vien da ridere per quanto si prendono sul serio questi quattro ragazzi, per quanta poca passione siano in grado di comunicare a chi sta comodamente seduto in auto o sul divano di casa e prova a trovare anche un solo motivo per salvare un disco come il loro Intimacy.

Non ne hanno più voglia, vogliono solo spendere i quattrini meritatamente guadagnati e non fare altro. Quando il loro manager li ha chiamati per ricordare che DOVEVANO uscire con un disco nuovo come da contratto si sono trascinati malvolentieri in studio, hanno buttato giù un paio di cose a casaccio, hanno smanettato con Pro-Tools ed hanno provato a raffazzonare qualcosa che si potesse essere chiamato “disco nuovo”, ma la ciambella non è riuscita col buco ed ora ne pagano ampiamente le conseguenze.

Doveva essere l'album allo stesso tempo più dance, scuro e riflessivo dei Bloc Party, è forse il disco più brutto di tutti i tempi. Avrei dovuto evitare di rischiare grosso andandolo a recuperare nei bagni della stazione Autogrill Castelbentivoglio Ovest dove lo avevo lasciato. Avrei dovuto lasciarlo lì al freddo e al gelo, avrei risparmiato ai Bloc Party un'umiliazione.
Mi chiedo solo come faranno i Bloc Party a suonare i brani di Intimacy dal vivo e soprattutto se riusciranno a rimanere seri mentre lo fanno. L'ideale sarebbe che si presentassero sul palco vestiti da clown, ma mi sa tanto che non abbiano il coraggio per compiere un gesto del genere

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono stato troppo buono con loro, lo ammetto. Ho amato i loro primi due album, e a un primo ascolto mi sembrava così interessante sta storia del cambiamento, di una nuova direzione e bla bla bla...
Ma dopo pochi ascolti approfonditi, devo darti ragione, a pacchi:
è un album di mediocre, meno che mediocre. Punto.

(Si, ho fatto autocritica come il PCI)

Anonimo ha detto...

Fa male leggere certe cose, specie quando dicono il vero. O quasi, completamente ragione non riesco a dartela, sono di parte.

Faccio una mezza autocritica, come il PD.

Anonimo ha detto...

Concordo abbastanza solo sulla paura al pensiero di questi brani (la maggior parte) fatti dal vivo. Per il resto no, al netto di qualche (brutto) scivolone quest'album si fa ascoltare volentieri.
Sarò un fan, che ti devo dire. (poi, avessero aspettato un anno in più sarebbe uscito qualcosa di meglio)

Anonimo ha detto...

ahahahaha, leggendo la recensione mi sono ricordato di questo!

http://it.youtube.com/watch?v=xdBjNh4qRe0

JR ha detto...

disco poverino del 2008

LB ha detto...

Concordo su tuttas la linea, avevo scritto suppergiù le medesime cose in una recensione. (ma gruppi che arrivano oltre il terzo album, ne fanno ancora? Boh...)

accento svedese ha detto...

@ lollodj: è un album che prende una direzione interessante, ma che avrebbe avuto bisogno di più tempo per essere sviluppato. Il mondo della musica è veloce, loro non hanno avuto tempo per far maturare certe idee ed allora ecco il risultato.
Va da sè che Silent Alarm rimane un discone.

@ attimo: magari un pezzo o due li salvo, che guarda caso sembrano outtakes del disco precedente.

@ disorder: esatto. Se li avessero lasciati aspettare un anno in più sarebbe stato un bel disco. Invece hanno fatto un passo falso.

@ JR: definizione da manuale. Me la segno. ;)

@ tommygun: il titolo del post infatti è una citazione! ;)

@ LR: per me dopo questo sono finiti.

MUSICA PER DROGATI ha detto...

sarà... ma a me è piaciuto un sacco, tanto che l'ho messo tra i migliori dischi dell'anno... remo contro... come al solito....

Anonimo ha detto...

non lo so, riascolto dopo mesi e penso ancora che ci sono dentro i radiohead, i chemical bro e i new order, le band che più adoro.

Ma che vanno fatto tong e gli altri?