29 ottobre 2010

TEMPO, COMUNQUE VADANO LE COSE LUI PASSA


Il mio nuovo hobby è entrare nelle librerie e vedere vicino a quali altri libri musicali è posizionato Tutto qui, il libro sulla storia dei Massimo Volume a cura di Andrea Pomini. L'ho visto vicino ad un libro di Marco Galli di 105, poi vicino ad uno su Lady Gaga, poi vicino ad uno di Angelo Branduardi, poi vicino ad uno su Patti Smith e poi (clamoroso) vicino a quello su Michael Jackson scritto da Tommaso Labranca a cadavere ancora caldo (Jacko in realtà era già cadavere nel '93, ma ufficialmente è morto circa un anno e mezzo fa – è il libro è stato scritto a seguito di questo triste evento). Tutto molto divertente, tutto documentato da foto scattate con il cellulare ed opportunamente diffuse in giro a testimonianza di come a volte i commessi delle librerie non badino tanto alla disposizione dei libri musicali.

Non ho ancora acquistato Tutto qui, ma mi sa che lo farò quando lo presentano il 31 Ottobre a Ferrara. Non ho più tempo di leggere ma intanto lo compro, poi un giorno o l'altro deciderò affrontare con serietà e rispetto un libro che parla di una band che non conosco (praticamente) per nulla perché quando era in auge non avevo nemmeno l'età per elaborare gli scooter (ossia sedici anni, a Comacchio invece è dodici ma – si sa – Comacchio ha leggi proprie, le leggi della strada). Fa sempre bene conoscere cose nuove, fa sempre bene approfittare della ghiotta occasione ed andare anche al concerto (che si terrà sempre a Ferrara) in cui i Massimo Volume presenteranno in anteprima esclusiva Data Zero il loro nuovo disco di prossima uscita (la formula “anteprima esclusiva” fa molto Rockit, solo che le anteprime esclusive di Rockit riguardano cose di cui non frega un cazzo praticamente a nessuno – e dunque sono anteprime esclusive solo per i ragazzi della redazione del sito, che saluto – mentre dietro a questa anteprima ci sono i tipi di Ferrara Sotto Le Stelle che per mia/nostra gioia hanno organizzato una serie di appuntamenti invernali a cadenza mensile in cui potrò/potremo assistere alle prime esecuzioni live dei dischi in uscita dei principali artisti indipendenti della scena nazionale. Ti pare poco?).

E comunque, questa cosa di Data Zero ha un programma ed ha altre date oltre a quella prestigiosissima dei Massimo Volume. Una cosa tipo questa (copiaincollo a caso con orari e tutto, ed aggiungo note mie personali di cui i ragazzi di Ferrara Sotto Le Stelle non sono in nessun modo responsabili. In pratica son cazzate che non hanno scritto gli organizzatori ma che ho scritto io di mio pugno, probabilmente sotto l'effetto di champagne e Roipnol. Sono un ragazzo giovane, ho anch'io i miei vizi):

FERRARA SOTTO LE STELLE presenta: “DATA ZERO”
Le prime esecuzioni live in anteprima nazionale dei dischi più attesi della stagione:

(il primo episodio è stata l'anteprima del nuovo Uochi Toki, io c'ero ed è andata alla grande)

Episodio #2
31 Ottobre ore 21.30 – c/o Sala Estense (Ferrara)
MASSIMO VOLUME
Aperte le prevendite (presumo stiano per chiudere, presumo siano rimasti pochissimi biglietti)

Episodio #3
5 Novembre 2010 ore 22.00 – c/o Renfe (Ferrara)
MINISTRI (fingo che mi piacciano, in realtà non li sopporto perché ogni volta che provo ad ascoltarli mi vengono le emorroidi. Problema mio, comunque. Devo smetterla di mangiare kebab troppo piccante, devo smetterla di cercare un senso nei loro testi da studenti del Dams fuori corso. Comunque non mancherò, poi capiti quel che capiti. Magari finiranno pure per piacermi)

Episodio #4
11 Novembre 2010 ore 21.30 – c/o Teatro Comunale (Ferrara)
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA
Aperte le prevendite (non mancherò, e sarò disponibile anche a fare da scudo umano pur di salvarlo dai detrattori)

Episodio #5
10 dicembre 2010 ore 22.00 – c/o Renfe
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (DUB VERSION) (mhh... interessante. Fino a qualche tempo fa credevo che il dub fosse roba per studenti fuori corso del Dams, ma poi mi son reso conto che mi sbagliavo di grosso. Il dub è roba seria e se presa nel giusto modo è roba che fa sbroccare parecchio)


Esserci diventa un dovere morale, ed io ci sarò (segue citazione di Alessandro Mara al Festival di Sanremo metà anni '90, non copiaincollo il testo perché l'ho già fatto in passato e non c'è gusto).

Tutto questo per dire che Jovanotti ha fatto davvero una fine terrificante. Nel 1992 era ganzo e vinceva il Festivalbar (o così mi par di ricordare) con un pezzo da paura come Non m'annoio, oggi sta invecchiando in maniera quasi più triste di Santana (che in quanto ad invecchiare male comunque è un fuoriclasse) e crede di essere una specie di santone quando ormai è solo buono per essere intervistato al programma di Fabio Fazio, un quarto d'ora davanti ad una telecamera per fingere di rispondere a domande inesistenti - oltretutto senza avere nulla di interessante da dire. È una settimana che continuo a canticchiarla, è una settimana che nella mia mente si visualizzano frammenti sparsi del relativo (e geniale) video in cui Jovanotti e la sua crew giocano a basket contro una squadra di cardinali, soldati e dittatori utilizzando a tale scopo un pallone a forma di globo terrestre. La partita per la precisione era Rap contro 1992 (tra l'altro nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché la squadra dei cattivi si chiamasse 1992, ma non fa niente), il Rap ha vinto grazie ad un gancio da Nba di Jovanotti e solo sentendo i Massimo Volume dal vivo riuscirò ad uscirne indenne e a togliermi dal cervello questo piccolo grande capolavoro della storia della musica leggera italiana.

26 ottobre 2010

ARRIVA L'AMMÒRE SPUNTA UN FIÒRE: TORNANO I NEGRAMARO, SCAPPIAMO DALL'ITALIA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Sfogliando un numero di Vanity Fair che dal punto di vista musicale definire da infarto è poco (dentro c'erano servizi speciali su Kid Rock che dice di credere nei valori di Dio Patria e Famiglia, su Jamiroquai che dice di credere nei valori di Figa Droga e Macchine Veloci, su una sbarbina bionda chiamata Taylor Swift che rimpiange di essere stata mollata da uno dei Jonas Brothers con una telefonata della durata record di 27 secondi, su Steve Lee dei Gotthard ricordato da quella culona raccomandata di Benedetta Mazzini figlia di Mina) apprendo che tra un mesetto esce il disco nuovo dei Negramaro e a breve esce il singolo nuovo dal incredibile titolo di Sing-hiozzo.

Ne sentivo la mancanza, davvero. Mi mancavano i Negramaro, mi mancavano le loro canzoni sentite e strasentite (ricordano sempre qualcos'altro, sono sempre al limite del plagio), mi mancava la fastidiosissima voce di Giuliano Sangiorgi, mi mancava la panza di Giuliano Sangiorgi (che più o meno ingrassa mezzo chilo ogni volta che in radio programmano una canzone del loro gruppo, se va avanti così a breve Sangiorgi scoppia come Michel Piccoli nel capolavoro La grande abbuffata) e mi mancavano le radio e tv di regime che a tutte le ore irradiano nell'etere canzoni dei Negramaro e finiscono per martoriare gli zebedei di chi i Negramaro proprio non ce la fa a sopportarli. Meno male che sono tornati, ora si può affrontare la vita con maggiore serenità.

Vanity Fair li definisce la più grande rock band italiana dei nostri giorni e dedica loro undici pagine più copertina (segno che la loro discografica Caterina Caselli ha lavorato bene, anzi benone), io continuo sempre di più a chiedermi come mai piacciano così tanto e soprattutto come mai piacciano a tutti indistintamente. Nell'intervista peraltro Sangiorgi si dimostra fastidioso e pieno di sé come non mai: dice che ciò che lui e la sua band suonano non è intrattenimento ma arte (e lo ribadisce più volte, utilizzando come scusa per dirlo persino un omaggio a Nichi Vendola), che il loro è un pubblico attento ed esigente, che lui e la sua band sono legati da amore platonico, che senza la band si sarebbe sentito fuori dal mondo, che per lui cantare è un'esigenza vitale come pisciare (che delicatezza...), che è contro i talent show perché nella musica bisogna fare la gavetta e soprattutto che una volta durante uno show notturno a sorpresa dei Negramaro in un locale romano tra gli spettatori c'erano pure i Metallica che poi alla fine di tutto si sono complimentati con loro ed hanno detto che già li conoscevano ed apprezzavano molto il loro lavoro.

I Metallica che conoscevano i Negramaro ed apprezzavano il loro lavoro. I Metallicahahahahaaahahhahahhahhaaaaaaaaahhahh hahahha hahahhahh Ahahahhahah ahhahah ahhahahha hahhahah ahhahaha hahahahha hahahahha hahahah ahhaha ahahhaha hahahaha hahahhaha i Metallica al concerto a sorpresa dei Negramaro ahahhahahah hahahhaha hahhaha hhhhahhhhhahh aaaahhahahhah i Metallicaahahhah hhahahha hahahah hahahahha! Il ciccione pelato dei Negramaro l'ha sparata bella grossa stavolta, una panzana del genere fa troppo ridere ed è una roba che non ci crede nessuno. Giuliano Sangiorgi ha un ego grosso così (anzi, ha più ego che panza) e se non avesse sfondato come musicista a quest'ora sarebbe uno studente super-fuori corso al Dams a Bologna, uno di quelli che rollano le canne durante le lezioni e se le sfumacchiano durante la pausa, tanto i genitori pagano vitto e alloggio in nero a Bologna. Bei tempi erano quelli in cui Rumore stroncava senza pietà il primo album dei Negramaro, ed invece ora dobbiamo subire e subire e subire. Ed è solo l'inizio, il peggio deve ancora venire. Si salvi chi può.

Update: la storia dei Metallica e dei Negramaro purtroppo è vera, ed in giro c'è pure un video di Giuliano Sangiorgi che si esibisce in una jam insieme alla celeberrima band americana - il che è un aggravante sia per i Metallica (ormai alla fruttissima) che per i Negramaro (gente che ha perso ancora prima di cominciare). Al peggio non c'è mai fine.


25 ottobre 2010

IL CICCIOBOMBO DEI TAKE THAT OLTRE AD ESSERE ANCOR PIÙ CICCIOBOMBO STA INIZIANDO PURE A PERDERE I CAPELLI



Ci sono arrivato un paio di sere fa, dopo una cena da cui sono uscito talmente ebbro di cibo vegan da arrivare ad odiare il fatto di essere un mangiatore abituale di carne suina, bovina ovina ed avicola: i Take That sono la più grande pop band che sia mai esistita.

E per la precisione me ne sono reso definitivamente conto vedendo il video di The Flood, il loro nuovo singolo a cui seguirà un album nuovo con una copertina esilarante: sono vestiti in un modo che renderebbe ridicolo qualsiasi altro essere umano, eppure loro (oppure i loro ghost-writers. ma non fa niente – facciamo finta che i pezzi se li scrivano interamente da soli) riescono a sfornare una ballata technopop che si infila di diritto nella top ten delle loro canzoni più belle di sempre. Il ritorno di Robbie Williams ha riportato le lancette dell'orologio a quindici/sedici anni fa ed ha giovato enormemente al suono della band, ed a questo punto prestare attenzione al momento in cui verranno comunicate le date del loro prossimo tour ed andarli a vedere in una delle date italiane diventa un dovere morale. Al limite se non passano dall'Italia vado a vederli a Londra, che con Ryanair si viaggia di merda ma si spende poco (così si bilancia il prezzo del biglietto del concerto, che sarà sicuro sessanta euro come minimo). L'importante è vedere i Take That, sarebbe il coronamento di un sogno. Sul serio.

21 ottobre 2010

140bpm YOUTH: DE-DE-DE-DEVI GUSTARE PERCHÈ IN TASCA MANCA MONEY



Stamattina mi sono fermato al bar a fare colazione ed il barista stava chiedendo ad alcuni clienti cosa ne pensavano dei nuovi concorrenti del Grande Fratello. Nessuno li conosceva, a nessuno sembrava importare nulla di un nugolo di poveracci che si fanno rinchiudere tot mesi in una casa per poter poi vivere il loro quarto d'ora di celebrità. In definitiva, nessuno si cagava il barista però in compenso però tutti parlavano del nuovo disco di Vasco Brondi a.k.a. Le luci della centrale elettrica, e tutti giuravano e spergiuravano che che non erano mai stati lì ma soprattutto che il musicista in questione è odioso e sopravvalutato, il nuovo disco è uguale al precedente, il nuovo disco non si ascolta proprio, Vasco è finito, l'hanno visto ubriaco che si lamentava di non riuscire più a scrivere cose decenti, eccetera eccetera. Chi se ne frega di quella gente lì e di quello che (non) pensa, quando un disco è bello lo è a prescindere da tutto ciò che lo circonda. Quelli che ora sparano a zero son gli stessi che due/tre anni fa si commuovevano grazie alle sue canzoni, cantavano in coro e tiravano fuori l'accendino ai suoi concerti. Son tutti musicisti falliti, è solo invidia. Sono vecchi.

Ho consumato il mio caffè accompagnato dal solito croissant alla crema e me ne sono andato con un ghigno beffardo, incurante del resto dell'umanità perché la mattina quando esco dal bar io ho orecchie solo per il mio iPod. Ormai ascolto solo Dargen D'Amico e spesso mi sorprendo a pensare e a parlare come lui, è più forte di me. Dargen D'Amico è l'unico che è riuscito a dire qualcosa di nuovo ultimamente, ma non se lo fila quasi nessuno. Peccato, in un mondo migliore uno come lui sarebbe in heavy rotation su Mtv – o magari talmente famoso da essere ospitato da Fabio Fazio (vorrei proprio vederla questa: Fabio Fazio che fa le sue solite, insidiosissime non-domande e Dargen D'Amico che lo sfotte senza che nemmeno lui se ne renda conto. Una visione oserei dire paradisiaca, una roba per la quale sarei disposto ad investire parecchio denaro contante) – ed invece ben che gli vada viene intervistato cinque minuti nei programmi hip hop di Deejay Tv. Peccato, Fabio Fazio preferisce Jovanotti che parla di fame nel mondo e di Siddartha di Hermann Hesse come è ormai solito fare da quindici anni a questa parte.

A questo punto, in attesa di tempi migliori/di un mondo migliore accontentiamoci di vedere un clamoroso Carlo Freccero che, ospite da Fabio Fazio, dice cose di una potenza terrificante. Mentre parla lo senti rombare, sembra sotto anfetamina ma è solo una delle intelligenze più lucide che ci siano in circolazione. Lo schermo vibra sotto i colpi delle sue parole e Fabio Fazio impallidisce e se la fa sotto, teme di perdere il posto ma non lo perderà perché sostanzialmente è inoffensivo. Carlo Freccero è uno che ha capito qualsiasi cosa vent'anni prima degli altri, talmente prima che nessuno ha avuto il coraggio di postare il video su YouTube perché altrimenti sarebbe stata la fine.

18 ottobre 2010

STRATEGIA DELLA PENSIONE: i Pooh concedono un'intervista esclusiva a questo blog.

Alla peggio (e alla sfiga) non c'è mai limite: tornano i Pooh senza Stefano D’Orazio, che l’anno scorso li abbandonò sulle note di un ultimo concerto (al Forum di Assago con migliaia di persone in lacrime) pieno di tristezza e incognite sul futuro. Il nuovo corso a tre più altrettanti turnisti di lusso come Steve Ferrone alla batteria, Ballo dei Lunapòp alle tastiere e Ludovico Bagnone alla chitarra, è celebrato dal cd Dove comincia il sole. «La notte di capodanno dell’anno scorso - dicono Roby Facchinetti, Red Canzian e Dodi Battaglia - alla fine del brindisi eravamo ubriachi fradici ma ci siamo fatti una promessa, portare avanti il nostro marchio. Fermarci sarebbe stato da stupidi, con tutti i soldi che incassiamo cantando le solite canzoni che cantavamo venti o trenta anni fa... ».

Quanto è importante il sentimento per questo album?
«Tantissimo. Noi siamo una famiglia e, feriti, reagiamo. Stefano è sempre stato più interessato al lato imprenditoriale dell’azienda Pooh e infatti si è messo a produrre spettacoli. Roby invece no, ed infatti tanto per non farsi mancare nulla è sia di Comunione e Liberazione che di Scientology. Siamo felici che Stefano D'Orazio abbia trovato la sua strada e sia andato a raggiungere il suo omonimo Stefano D'Orazio dei Vernice nel paradiso di coloro che sono stati famosi ed ora non lo sono più. ma per noi la musica è sopra ogni cosa. Non ci siamo mai voluti tanto bene come adesso, anche se non siamo gay perché a noi gli uomini non piacciono (anzi, se dobbiamo dirla tutta ci fanno parecchio schifo. Siamo all'antica, siamo per la figa)».

Nel disco si sente un Pooh-Sound scomparso dai tempi di Parsifal.
«Qual'è il Pooh-sound? Hanno mai avuto un suono i Pooh? Dico, hanno mai avuto qualcosa che non fosse le solite tre o quattro voci che si alternano e cantano testi da oratorio? Noi volevamo solo tornare alle radici del nostro suono, poi però ci siamo fatti prendere la mano ed è venuta fuori una roba che (facendo le debite proporzioni) è un po' il nostro Human After All. Un sapore di pasticche del 1996, sognante, brani come L’aquila e il falco a metano ti riportano per forza a una musicalità che si era un po’ sopita, in nome di un amore per il denaro che ci ha portato a smettere di sperimentare. Tutta colpa di Stefano D'Orazio, sia quello che suonava con noi che quello pelato dei Vernice (tra l'altro sembra l'arbitro Collina sotto metadone, ma non diciamoglielo). Inoltre Valerio Negrini ha fatto un lavoro eccezionale sui testi. Ha passato intere nottate a guardare i sexy show sulle emittenti private del lombardo-veneto ed ha trovato l'ispirazione per scrivere cose che neanche Vasco Brondi ha mai osato immaginare. E poi, guardare di continuo il filmato di Gianluca Grignani al Festivalbar 1995 è stato decisivo. Ci ha aperto orizzonti nuovi, ed infatti un titolo come L'aquila e il falco a metano è un chiaro omaggio a quel filmato (tra l'altro uno dei più belli di YouTube). Una volta deciso di accantonare i computer, suonare davvero senza farsi aiutare da sequencer, togliere piuttosto che aggiungere, tagliare l'erba sotto i piedi della concorrenza, fuma l'erba che ti passa, l'erba del vicino è sempre più verde, cari amici vicini e lontani, lontano lontano laddove non batte il sole, donna nana tutta tana, un due tre stella, strega comanda color, evitare i loop e altre diavolerie elettroniche, le musiche sono nate da sole. E suonavano elettroniche nonostante non avessimo usato diavolerie elettroniche. Tutto merito di Roby Facchinetti, che essendo sia di Scientology che di Comunione e Liberazione riesce a tirare fuori l’anima in maniera importante».

Concordo sul vostro giudizio sul filmato di Grignani al Festivalbar 1995, mai un uomo ha fatto cose del genere in diretta tv – almeno a livello mainstream. Tornando a voi, questo è il primo disco senza la Warner, un’etichetta alla quale eravate legati da sempre. Adesso incidete per la vostra «Trio», un nome a caso, e siete distribuiti dalla Artist First che ha in scuderia Oxa, Zero e tanti altri artisti che hanno deciso di volare da soli.
«Quello della discografia è un mondo che sta, fortunatamente, scomparendo. La gente scarica e fa bene perché l'80% dei dischi che escono oggi sono merda pura e per giunta costano troppo. Scaricare è giusto, poi se il disco ti piace lo compri, se non ti piace lo getti nel cestino. “If you like it, you buy it. If you don't, you erase it. Freedom of choice!” come diceva un paio di giorni fa il benzinaio di Roby Facchinetti. Per fare questo cd abbiamo speso il doppio di quanto spendemmo per Ascolta che uscì nel 2004, ma ti pare possibile? La verità è che la musica è malata, tutto viene bruciato in fretta ed è poco prezioso. È triste vedere che il suo futuro resta affidato ai talent show, uno dei quali per puro caso è condotto dal figlio di Roby Facchinetti ma noi facciamo finta di nulla perché tanto la maggior parte della gente non si rende conto che è una contraddizione il fatto che noi diciamo peste e corna dei talent show e poi un figlio dei Pooh ne conduce uno. È come se fossimo in un piccolo medioevo della musica: è un momento di buio, anche se giovani bravi ce n’è tanti. Tipo quel finocchio di Tiziano Ferro. Si può dire finocchio su un blog? (ndr. i Pooh ridono, Roby Facchinetti cade dalla sedia. Sembra indemoniato, ma è solo colpa della chimica e dei laboratori clandestini)».

Veniamo al tour che partirà il 23 novembre. Solo sette date, poche visti i precedenti di tournée monstre.
«È solo la partenza di un progetto che durerà un anno e l’occasione per provare una scaletta totalmente nuova (che poi è la stessa scaletta di sempre perché è una vita che nei concerti suoniamo le stesse canzoni). Proporremo tutto il disco nuovo e andremo a ripescare canzoni che non facciamo da trent’anni. Sai che palle vedere concerti del genere? Però la gente ci chiede questo, e noi pur di stare a galla lo facciamo. Pezzi che in passato pensavamo fossero troppo difficili da suonare dal vivo e oggi sono il fulcro della nostra rinascita. Anche perché ormai con Steve Terrone alla batteria al posto di Stefano D'Orazio non abbiamo più limiti (ndr. Roby Facchinetti è ancora riverso a terra, ma continua a ridere. In mano ha una manciata di pasticche colorate, roba da chiamare i Nas)».

Chi sono gli eredi dei Pooh?
«Oggi la musica pop è finita, quell’originalità dei Rolling Stones, ma anche dei Pooh, quel mondo musicale di riferimento non c’è più e resta una situazione irripetibile (e per fortuna, visto che i Rolling Stones ormai sul palco somigliano a delle salme – noi invece siamo ancora in grado di dire la nostra, non ci arrendiamo anche se ci siamo dovuti bombardare il viso di botulino e ci siamo fatti rifare i capelli da Cesare Ragazzi). Oggi la musica pop è tante cose. Christian Zingales che su Blow Up di questo mese scrive una incredibile monografia sull'ecstasy è musica pop. Justin Bieber rallentato dell'800% è musica pop. Igor il capo ultrà serbo arrestato dopo i disordini allo stadio di Genova per la partita della nazionale è musica pop. Bobo Maroni che con quella faccia lì e quegli occhiali lì parla di strage evitata allo stadio di Genova è musica pop. Berlusconi che finalmente sdogana la bestemmia è musica pop. Vedere alle 5 di mattina un filmato di repertorio in cui Scialpi canta indossando solo ed esclusivamente pantaloni ed una terrificante giacca nera sul torso nudo è musica pop. Uno strafattissimo Vasco Rossi ospite di un programma anni ottanta di Mike Bongiorno è musica pop. Mike Bongiorno che litiga con Antonella Elia durante le registrazioni dei programmi è musica pop. L'espressione che aveva Max Pezzali quando Mauro Repetto si è presentato a sorpresa sul palco durante una sua esibizione è musica pop. Il fatto che qualche buontempone su Facebook abbia proposto l'idea di realizzare una puntata di Casa Vianello con mezz'ora di telecamera fissa sul loro letto e due salme sotto le coperte è musica pop. L'intervista a Francesco Nuti ubriaco é musica pop. Il reality show sulla famiglia di Ozzy Osbourne che andava in onda qualche anno fa su Mtv è musica pop. Luca Cordero di Montezemolo che straparla di tutto e poi non si butta in politica è musica pop. Gli incomprensibili monologhi di Enrico Ghezzi prima di Fuori Orario sono musica pop. Enrico Ghezzi avvistato tre anni fa ad un concerto dei !!! a Roma è musica pop. Gli Oasis che hanno scritto la stessa canzone per quindici anni sono musica pop. Il filmato dei Blur a Sanremo con un cartonato al posto di Graham Coxon ed un passante al basso è musica pop. Brian Molko dei Placebo che al Festival di Sanremo distrugge una chitarra è musica pop. Trucebaldazzi che alla fine del video Odio la scuola getta dell'esplosivo nella sua scuola è musica pop. Andare ad un concerto di Metal Carter e non vedere un cazzo perché davanti a te c'hai Trucebaldazzi è musica pop. Trucebaldazzi che sembra un samoano è musica pop. Gel al 2 The Beat 2006 è musica pop. Uno Mattina quando era condotto da Luca Giurato è musica pop. Si potrebbe andare avanti all'infinito ma ci siamo rotti i coglioni, e poi ci sarebbe anche da soccorrere Facchinetti che è un quarto d'ora che giace lì per terra e nessuno l'ha ancora aiutato somministrandogli il Narcan. Comunque, in definitiva: abbiamo avuto la fortuna di aver vissuto un certo periodo e di averne potuto trarre certe esperienze. Inoltre, non c’è nulla che faccia presagire qualcosa di nuovo. Andremo sempre di più verso grandi voci su grandi pezzi, la differenza la farà l’interpretazione. Cosa vuol dire? Boh, non lo sappiamo. Sono solo cazzate fasciste sparate a caso. Dobbiamo andare, ciao».

15 ottobre 2010

IF YOU THINK THAT PUNK ROCK DOESN'T MIX WITH POLITICS, YOU'RE WRONG

Qualche giorno fa, leggendo dell'intenzione di Silvio Orchideo Berlusconi di mandare i Team della Libertà casa per casa a raccontare quanto di buono è stato fatto dal suo Magnifico Governo, mi è inspiegabilmente tornato alla mente un trashissimo film porno anni ottanta che ho visto durante l'adolescenza (son stato adolescente parecchio tempo dopo gli anni ottanta, sia chiaro. Purtroppo quel film l'ho potuto vedere dopo che la Vhs su cui era copiato era già stata consumata da anni e anni di visioni–pause-fastforward fino alle scene cruciali-stop–cassetta lasciata nei luoghi più impensati della casa per non farla sgamare dal genitore di turno. Credo che quella Vhs sia stata bruciata – o al limite il nastro è stato bollito nell'acqua assieme ad un liquore forte ed utilizzato per sconvolgersi come erano soliti fare alcuni ragazzi brasiliani che popolavano le pagine di Vice Magazine tipo due anni fa). Quel pornazzo era una roba immonda ma faceva troppo ridere e si chiamava qualcosa del tipo Squadra Speciale Inculatori, ossia un capolavoro dell'inguardabile con due decerebrati vestiti più o meno come si vestono gli odierni hipster (avevano perfino i Wayfarer con la montatura colorata, segno che ormai non si inventa più nulla) che, previa chiamata telefonica, si recavano a casa di annoiate signore ad iniziarle alla pratica sessuale oggetto del titolo del film (ometto di descrivere particolari scabrosi perché altrimenti il Moige mi denuncia e mi fa chiudere il blog: basta solo dire che i due tipi avevano in dotazione tubi, unguenti vari, una pompa da bici ed un compressore portatile, tutto il resto è game over). Ecco, i ragazzi dei Team della Libertà che andranno nelle case degli italiani saranno proprio così, solo che invece di vestirsi da hipster si vestiranno con giacca e cravatta azzurra d'ordinanza. E non si presenteranno previa chiamata telefonica.

E quel buontempone di mio padre li prenderà a calci in culo.

LA MUSICA CHE NON SI ASCOLTA

Dopo aver letto questa incredibile intervista in cui Nichi Vendola elogia come prodotto culturale la pizzica, la taranta e il folk per pantaloni a righe, capelli a spinacio ed ascelle pezzate voglio che venga messo a verbale che alle prossime elezioni, qualora il candidato del centrosinistra fosse Vendola, voterò con convinzione Gianfranco Fini. La musica è una cosa seria.

11 ottobre 2010

HO VISTO UN POSTO CHE MI PIACE, SI CHIAMA MONGO

Ultimamente non si fa altro che parlare di Facebook. È colpa di Facebook se Maurizio Belpietro si trova un tizio vestito da finanziere nell'androne del palazzo ma poi la pistola si inceppa e il tizio travestito da finanziere riesce a fuggire, è colpa di Facebook se i giovani non hanno un cazzo da fare ed allora organizzano rave illegali e poi qualche sprovveduto entra in coma per overdose di keta, poveraccio. È colpa di Facebook perché l'italiano medio non sa nemmeno cosa sia 'sto cazzo di Facebook, ed allora è molto facile spaventare la gente descrivendolo come un adunata di persone pronte a sovvertire l'ordine precostituito nonché a turbare la serenità delle povere famiglie borghesi comodamente sedute in poltrona di fronte allo schermo tv.

E non si fa altro che parlare di Tiziano Ferro e del suo outing (o meglio, del suo coming out – visto che ci sarà sempre qualcuno più colto di te che ti correggerà facendoti notare che si dice “coming out” e non “outing”), del suo grande coraggio, della sua forza interiore (o posteriore – qui si scade nell'umorismo da terza media, e qualcuno più colto e politicamente corretto di te sicuramente ti bacchetterà) o del fatto che in realtà l'omosessualità di Tiziano Ferro era il segreto di Pulcinella e tutti ne erano a conoscenza tranne il diretto interessato (ed è vergognoso che in Italia gli omosessuali debbano ancora nascondersi dai benpensanti e da chi fa battute machiste da terza media, l'Italia è davvero un paese di merda), quando l'umanità intera sta attendendo con impazienza che finalmente Gianni Morandi trovi il coraggio di svelare al mondo qual'è il segreto della sua eterna giovinezza ma soprattutto cosa è solito mangiare per cena.

Si parla (o non si parla) di tutto questo ed io navigando in rete e guardando qualsiasi edizione di Studio Aperto non riesco ancora a capire se Justin Bieber sia famoso o no in Italia, se abbia o no l'età per poter guidare uno scooter (in Italia quattordici anni, negli Stati Uniti francamente non so), se sia una vittima del mondo dello spettacolo come lo era alla sua età Michael Jackson o stia esattamente realizzando il suo sogno nel cassetto. Da dove viene fuori? Dove andrà a finire? Tra dieci anni ci ricorderemo ancora di lui, lo avremo dimenticato o semplicemente non ci saremo più perché nel 2012 finisce il mondo? È l'alternativa maschile a Lady Gaga? È l'alternativa femminile a Lady Gaga? È il figlio di Lady Gaga e di GG Morandi? È esteticamente più gradevole di Lady Gaga? Non ci vuole molto ad essere esteticamente più gradevoli di Lady Gaga. però io certe cose vorrei proprio saperle. Anche perché Justin Bieber è titolare di U Smile rallentata dell'800%, una delle cose più psicotrope dell'anno e forse anche dell'anno prossimo (e dell'anno prossimo ancora, fino alla fine del mondo nell'anno 2012). Dura 35 minuti ed è nettamente più bella di quella schifezza immonda dell'originale, schiacci il tasto play e finisce che neanche te ne accorgi. E poi ricomincia, e ci sei dentro che nemmeno te ne rendi conto. Chi ascolta ancora i Sigur Ròs e la loro forza interiore (o posteriore – vedi sopra) non sa cosa si perde, e sicuramente nemmeno Justin Bieber lo sa – visto che probabilmente l'operazione di prendere una sua canzone e rallentarla dell'800 % è illegale ed il suo management avrà già allertato gli avvocati per portare in tribunale colui che ha tirato fuori dal cilindro questo autentico colpo di genio (probabilmente è stato lo stesso Justin Bieber ancora in botta di keta al ritorno da un rave illegale a rallentare la sua canzone e a scoprire che suonava alla grande. Era Justin Bieber il tipo travestito da finanziere nell'androne del palazzo di Maurizio Belpietro. È solo questione di tempo e lo prenderanno. È colpa di Facebook, Bruno Vespa lo ha già sentenziato in una puntata speciale di Porta a Porta. Anche Bruno Vespa ascolta Justin Bieber rallentato dell'800%). Resta il fatto che non ho ancora capito se Justin Bieber abbia o no successo in Italia, però intanto ho scoperto che esiste un forum di suoi fan pronti a tutto pur di difenderlo. Speriamo che si scordino presto di lui.

J. BIEBZ - U SMILE 800% SLOWER by Shamantis

10 ottobre 2010

LA CINA È VICINA

Giovedì sera durante il Tg1 delle ore 20 si è vista una cosa davvero favolosa: la conduttrice inizia a dare una notizia riguardante (mi par di ricordare) arresti di boss della mafia che stavano preparando una serie attentati ma la foto in bella vista alle sue spalle era quella di Silvio Berlusconi e del presidente cinese durante la visita di quest'ultimo in Italia (tra l'altro pareva più cinese Berlusconi del presidente cinese). Attimi di panico, la conduttrice sbianca ed inizia a balbettare ma poi parte un servizio a caso e tutto si risolve per il meglio. Una scena che pare uscita dal Fying Circus dei Monty Python, su YouTube non c'è ancora il filmato dunque l'hanno censurata preventivamente e allora tanto vale citare uno sketch a caso del Monty Python's Flying Circus che tanto non si sbaglia mai. Se non ci fosse il Tg1 bisognerebbe inventarlo.


QUATTRO MINUTI: Former Ghosts – New Love (Upset The Rhythm)

VIA

Cominciamo subito copiando: Former Ghosts is the project of L.A. based electronic music composer/producer Freddy Ruppert. The project also includes collaborations from a handful of individuals including Jamie Stewart of Xiu Xiu, Nika Roza of Zola Jesus, Yasmine Kittles of Tearist. Capito no? Un’altra riesumazione del cadavere di Ian Curtis – l’ennesima – solo che questa volta ci si mettono di mezzo anche atmosfere che stanno tra una ipotetica versione lo-fi dei New Order ed una ipotetica versione metrosexual di Trent Reznor. New Love suona bene, ci sono cose che sembrano buttate lì a caso eppure hanno una loro importanza nell’economia di ogni singola canzone (oddio, più che di canzoni in un caso come questo ha senso parlare di “abbozzi di canzoni, tentativi, idee non sviluppate ma che suonano così bene che sembrano talmente sviluppate da avere già le tette”) ed è davvero roba che gira alla grande. Gianfranco Zola Jesus c’è ma non si vede, Jamie Stewart idem, Yasmine Kittles un po’ di più, rimane Freddy Ruppert (il progetto essenzialmente è tutto suo) che se arriva a fare un altro disco è la volta buona che con questa roba ci fa il botto.

STOP

(recensire in quattro minuti su Bastonate è facile)

07 ottobre 2010

É PASSATA UNA VITA DAVVERO...MA GLI ANNI 80 SONO SEMPRE NEL MIO CUORE (cit.)

La musica fa schifo, ogni programma televisivo ha il pubblico che si merita ed ogni programma musicale ha i video che si merita, non fa una grinza. Basta guardare Trl su Mtv e ti si aprono strade nuove, mondi nuovi, orizzonti nuovi, svizzero no Novi (citazione agghiacciante, come d'altronde è agghiacciante Trl- dunque ci sta tutta).
Tanto per dire, ultimamente a Trl gira parecchio un video agghiacciante di tale Pierdavide Carone. La canzone si chiama Mi piaci... ma non troppo ed è semplicemente agghiacciante: lui vorrebbe essere spiritoso, vorrebbe essere Rino Gaetano (o magari una versione targata Mediaset di Bugo) ma ha testi da commozione cerebrale, un nome che pare uscito da una puntata a caso de I cinque del quinto piano e per giunta è uscito da Amici di Marione De Filippi. Troppo milanese per essere vero, avrebbe oltretutto bisogno di un buon dentista (ma probabilmente con tutti i soldi che guadagnerà a breve potrà permettersene uno davvero in gamba, ne sono convinto). Fa troppo ridere e nemmeno se ne rende conto, quando ti chiedi come possa piacere ai ragazzi uno del genere non riesci a darti risposta poi pensi a cos'è il pubblico di Trl ed allora capisci tutto.
Su YouTube il video è bloccato e non si può nemmeno inserire nei propri post (scelta molto lungimirante quella della casa discografica, che così facendo nega un altro po' di pubblicità gratuita a Pierdavide Carone...), ed allora tanto vale onorare questo strabiliante musicista copiaincollando parola per parola e senza fare nessun tipo di editing un commento preso a caso dalla sua pagina pomposamente denominata “pierdavidecaronetv”: il fturo sei tu pier davide ..dai che siamo fili d'erba in balia del vento..il vento della Vita,soffia solo ad n senso,e ignoriamo quale sia il percorso in parte scelto da questo meraviglioso vento...il vento della vita...Ciao pier davide.....buon fine settimana.
Nulla da aggiungere, il commento parla da sé.


Va da sé che Mr. Fantastic degli Electric Diorama è una roba di una fetenza talmente grande che non merita nemmeno di essere commentata. Solo dei culattoni raccomandati milanesi che fingono di essere francesi e addosso hanno tremila euro di vestiti possono spingersi a tanto. La prima volta che li ho visti in tv avevo addirittura letto The Electric Diarrea, ma purtroppo avevo solo letto male. Grazie Trl, anche per oggi ho riso parecchio.

05 ottobre 2010

QUELLI CHE SBAGLIANO UNA VOLTA LA SECONDA RIPROVANO, MA IO NO

Arrivare a casa un venerdì sera e rendersi conto che in tv ci sono nell'ordine:

  • il Trota ospite al programma di Daria Bignardi su La7

  • a seguire, un fantastico Morgan ospite allo stesso programma

  • in contemporanea, Fabrizio Corona che con la solita classe che lo contraddistingue dice la sua a Matrix su Canale 5

  • quell'immortale capolavoro della cinematografia italiana che risponde al nome di La liceale nella classe dei ripetenti su Canale Italia

è qualcosa di spettacolare. Se l'avessi saputo prima non mi sarei mosso di casa per prepararmi psicologicamente e seguire tutto dall'inizio (per seguire almeno tre programmi facendo zapping ci vuole infatti una certa preparazione psicofisica, preparazione che io non ho più almeno da quando ho iniziato a tagliarmi i capelli da Aldo Coppola). Devo ancora riprendermi e sono bloccato a letto per lo shock.


Il Trota a Le Invasioni Barbariche se l'è cavata alla grande. Ha risposto bene alle insidiose domande della Bignardi e si è pure preso il lusso di mettersi a piangere quando il discorso è andato sulla malattia del padre, segno che nonostante i diecimila euro mensili di stipendio ha ancora un cuore, uno stomaco, due reni e due polmoni. Il Trota, dunque, non è tardo come dicono ma è un bravo ragazzo. Tra l'altro, sentendolo nell'intervista ho capito perché lo chiamano così: quando parla sembra avere la bocca piena di tutto ciò di cui si nutre una trota, dagli insetti ai crostacei, ai pesci, anche trote più piccole, ai topi ed alle rane. Si capisce poco e nulla, ma quel che si capisce è di ottimo livello. Promosso, più o meno come all'esame di maturità.


Subito dopo il Trota è stato il turno di Morgan, che ha dato vita ad una performance che è già entrata nella storia della tv italiana. Morgan è uno che sta male. Non si capiva nulla di quello che diceva, si muoveva di continuo, tormentava i capelli, urlava e sembrava un invasato. Anzi no, sembrava posseduto da uno spirito maligno, tant'è che ad un certo punto ha pure mutato improvvisamente il tono di voce. Non era più Morgan a parlare, era qualcun altro. Erano i suoi demoni, era il crack, era il fatto che tutti nel mondo dello spettacolo sniffano ma ha pagato solo lui per tutti, ed allora Belen Rodriguez va a Sanremo e Morgan no. Sul finale non ci ho più capito nulla, ed ho iniziato a seguire Fabrizio Corona a Matrix. Sembrava di vedere la stessa cosa, solo che al posto del crack c'era Lele Mora – e non so se sia meglio o peggio (probabilmente peggio, visto che su YouTube non hanno nemmeno postato il video - ed allora tanto vale recuperare un video in cui Corona si rompe una mano in diretta tv a Matrix).



Corona è un perseguitato, e con questa storia del suo (presunto) intrallazzo con Lele Mora i giornali di regime hanno minato la sua famiglia e messo in pericolo suo figlio Carlos Maria, che potrebbe anche rimanere traumatizzato per sempre perché hanno dato del ricchione al suo machissimo padre. Il succo di tutto il discorso del grande Fabrizio è stato questo, sulle modalità di esposizione ci sarebbe tanto da dire: Corona sembrava Morgan a Le Invasioni Barbariche, facevi zapping e non riuscivi a capire chi era chi, chi diceva cosa, come diceva cosa, come mai ma chi sarai per fare questo a me. Belen Rodriguez va a Sanremo e Fabrizio Corona no. E ti buttavi su qualcosa d'altro, perché quando è troppo è troppo.


Se devi guardare gente che ne sa poco (Il Trota – avrei voluto scrivere “gente ignorante” nel senso di gente che si diverte con poco, ma temevo che il termine ignorante potesse offendere il Trota ed allora non l'ho scritto), gente sbiellata (Morgan) o gente sbiellata e machista (Corona), tanto vale guardare un ignorantissimo film italiano anni settanta con Gianfranco D'Angelo che fa la parte del fascistissimo padre di uno studente e Lino Banfi che più o meno fa la parte del puttaniere. Ovviamente mi sono imbattuto in La liceale nella classe dei ripetenti mentre cercavo i pornazzi con Lea Di Leo, e non sono più riuscito a staccarmi dallo schermo. Credo di non aver mai visto tanta ignoranza messa insieme come in questo must del genere demenzial-erotico-pecoreccio anni settanta (un'opera che a modo suo può servire a raccontare cos'è diventata l'Italia oggi) e ad un certo punto ho creduto di vedere perfino Giusva Fioravanti tra i protagonisti. Fortunatamente non era lui, ed il film è andato avanti finché non sono collassato sul divano vinto dalla stanchezza, vinto dallo zapping con cui sovente tornavo su Corona a Matrix e mi chiedevo perché un uomo deve mettersi alla berlina così pur di stare al centro dell'attenzione.

Mi sono svegliato che la tv parlava di Berlusconi che ha bestemmiato ed è stato ripreso dalle telecamere (come accade per i calciatori, solo che loro si beccano una lunga squalifica mentre lui al limite si becca i rimproveri del Vaticano). Che dire di una cosa del genere? Silvio è come noi, quindi ci sta che bestemmi – ma poi non ci sta che si permetta di fare il catto-moralista con il resto dell'umanità (non che me ne freghi qualcosa di chi si erge a catto-moralista, ma in Italia ci sono molte persone che si fidano ciecamente dei catto-moralisti ed allora vattelapesca se un politico che bestemmia può permettersi anche di fare il catto-moralista). La barzelletta nella quale era inclusa la bestemmia è roba che girava quando facevo io le medie, è vecchissima e non fa nemmeno troppo ridere, ed allora non si può far altro che concludere il ragionamento con una riflessione copiaincollata a caso dai commenti di YouTube: “Cazzo Silvio! ma che te ne frega di stare al governo?! tu sei un uomo da bar! vieni con noi una sera a bere tutti insieme; e tra una birra e l'altra ne salterebbero fuori di cazzate!”. Per me Silvio è uno di quelli che quando sono in compagnia degli amici fanno la gag di farsi tirare il dito per poi emettere un peto fortissimo, ma non ho elementi concreti per affermarlo con certezza ed allora quest'ultima frase rimane solo una mera considerazione personale.


04 ottobre 2010

Una recensione di un disco della madonna: Root For Ruin dei Les Savy Fav

Io Tim Harrington lo vidi per la prima volta otto anni fa. Si era tutti lì per la prima italiana dei Mars Volta, eppure i mattatori della serata furono lui e i suoi Les Savy Fav. Quella sera non fecero prigionieri, sia dal punto di vista strettamente musicale che da quello squisitamente scenico: chitarre spigolose sempre in bilico tra Brainiac e Fugazi / tra artistico e autistico, sezione ritmica che non lascia scampo e ti costringe a muovere le chiappe (e di conseguenza a sudare sette camicie) e poi lui, un cantante ciccione con la barba che ha il coraggio di stare su un palco a torso nudo, cerca di baciare alcuni fortunati delle prime file ed improvvisamente ti cambia la serata facendosi portare al guinzaglio dagli stessi. Tante risate, tanto sudore, però fu amore a prima vista (per i Les Savy Fav, ma in fondo anche per lui e la sua panza prominente), fu una corsa al banco del merchandising per procurarsi immediatamente tutta la discografia del gruppo. Una delle esperienze musicali più belle della mia vita, sul serio. C’era pure Enrico Silvestrin, ma non credo che abbia apprezzato quanto me.

Ed otto anni dopo i Les Savy Fav suonano esattamente uguale e Tim Harrington è sempre un vero e proprio animale da palcoscenico, ma in fondo ad artisti del genere non si può chiedere di fare qualcosa di diverso (certi artisti possono permettersi di essere conservatori, tanto alla fin fine sembrano progressisti lo stesso). Nel frattempo, una manciata di singoli e niente dischi ufficiali per cinque anni (cinque anni in cui molta gente – un nome a caso, James Murphy. Un altro, The Rapture - è passata all’incasso suonando roba che i Les Savy Fav facevano prima, e decisamente meglio), un ritorno (“Let’s Stay Friends” ) che li ha resi un gruppo di culto anche per coloro che sono soliti cavalcare miti & mode del rock n’ roll (leggasi NME, Pitchfork e relativi lettori assidui), ed ora questo “Root For Ruin”, un disco che esce nel 2010 ma è come se fossimo ancora nel 2002, un disco senza tempo e senza spazio, un disco che è meno cerebrale del loro capolavoro “Go Forth” ma che è altrettanto lascivo, un disco che ti entra dentro e scava in profondità tanto quanto basta a farti commuovere.

Scava tra i tuoi ricordi, facendoti tornare a quella sera in cui li hai visti per la prima volta e da allora attendi con impazienza che tornino in Italia ad incendiare un palco, a travestirsi da coniglio, a mostrare la panza, a farsi fustigare dal primo che passa, per amore della musica e del proprio pubblico, per amore dell’Arte e dell’Ignoranza. Torni indietro a quando non lavoravi e facevi finta di studiare (o a quando studiavi e facevi finta di lavorare), a quando era tutto più facile e non dovevi caricarti di eccessive responsabilità, tanto avevi sempre chi per te raccoglieva i cocci ed aggiustava il tutto.

Combinare casini, divertirsi e non preoccuparsi di null’altro. Ecco, “Root For Ruin” è tutto questo e molto di più: un disco che non si carica di eccessive responsabilità ma che è in grado di arrivare agevolmente al dunque, si ascolta facile e non si fa troppe menate. Un disco da qui ed ora, ma che ascoltato poi e dopo manterrà intatto il suo fascino innato e sarà sempre in grado di combinare casini senza raccogliere cocci, senza aggiustare nulla perché tanto non c’è più nulla da aggiustare in questo povero mondo malato, ed allora ci resta solo la musica, ci restano solo l’Arte e l’Ignoranza. Ormai non c’è più salvezza, ma finché ci saranno gruppi come i Les Savy Fav potremo anche permetterci di stare tranquilli.

(Indie For Bunnies)

PERCHÈ DALL'ALTO VEDE MILANO E SUO NIPOTE



Il miliardesimo comizio elettorale di Silvio Berlusconi, solo che non siamo più nel 1994 e lui è ormai mummificato. Lo sguardo di chi sta male dentro. Le solite invettive contro i giudici. Commissione d'inchiesta, come se fossero questi benedetti giudici i problemi gravi del paese. Lo vogliono disarcionare, vogliono fare un colpo di stato e far cadere il Presidente Eletto, l'uomo nato per essere presidente. Il capo di tutti. La sinistra, i giornali di sinistra. Anzi no, i comunisti. Gianfranco Fini che ha osato alzare la testa dopo quindici anni da cameriere. Le solite promesse, le solite minacce. La colpa dei problemi è sempre di qualcun altro. Numeri a caso, tanto nessuno può verificarli. Sempre a parlare di elezioni e voti, sempre a lanciare nell'etere un qualcosa che copra la propria inadeguatezza a governare, Mi sono rotto i coglioni. Come deve essere vivere in un paese civile?