05 ottobre 2010

QUELLI CHE SBAGLIANO UNA VOLTA LA SECONDA RIPROVANO, MA IO NO

Arrivare a casa un venerdì sera e rendersi conto che in tv ci sono nell'ordine:

  • il Trota ospite al programma di Daria Bignardi su La7

  • a seguire, un fantastico Morgan ospite allo stesso programma

  • in contemporanea, Fabrizio Corona che con la solita classe che lo contraddistingue dice la sua a Matrix su Canale 5

  • quell'immortale capolavoro della cinematografia italiana che risponde al nome di La liceale nella classe dei ripetenti su Canale Italia

è qualcosa di spettacolare. Se l'avessi saputo prima non mi sarei mosso di casa per prepararmi psicologicamente e seguire tutto dall'inizio (per seguire almeno tre programmi facendo zapping ci vuole infatti una certa preparazione psicofisica, preparazione che io non ho più almeno da quando ho iniziato a tagliarmi i capelli da Aldo Coppola). Devo ancora riprendermi e sono bloccato a letto per lo shock.


Il Trota a Le Invasioni Barbariche se l'è cavata alla grande. Ha risposto bene alle insidiose domande della Bignardi e si è pure preso il lusso di mettersi a piangere quando il discorso è andato sulla malattia del padre, segno che nonostante i diecimila euro mensili di stipendio ha ancora un cuore, uno stomaco, due reni e due polmoni. Il Trota, dunque, non è tardo come dicono ma è un bravo ragazzo. Tra l'altro, sentendolo nell'intervista ho capito perché lo chiamano così: quando parla sembra avere la bocca piena di tutto ciò di cui si nutre una trota, dagli insetti ai crostacei, ai pesci, anche trote più piccole, ai topi ed alle rane. Si capisce poco e nulla, ma quel che si capisce è di ottimo livello. Promosso, più o meno come all'esame di maturità.


Subito dopo il Trota è stato il turno di Morgan, che ha dato vita ad una performance che è già entrata nella storia della tv italiana. Morgan è uno che sta male. Non si capiva nulla di quello che diceva, si muoveva di continuo, tormentava i capelli, urlava e sembrava un invasato. Anzi no, sembrava posseduto da uno spirito maligno, tant'è che ad un certo punto ha pure mutato improvvisamente il tono di voce. Non era più Morgan a parlare, era qualcun altro. Erano i suoi demoni, era il crack, era il fatto che tutti nel mondo dello spettacolo sniffano ma ha pagato solo lui per tutti, ed allora Belen Rodriguez va a Sanremo e Morgan no. Sul finale non ci ho più capito nulla, ed ho iniziato a seguire Fabrizio Corona a Matrix. Sembrava di vedere la stessa cosa, solo che al posto del crack c'era Lele Mora – e non so se sia meglio o peggio (probabilmente peggio, visto che su YouTube non hanno nemmeno postato il video - ed allora tanto vale recuperare un video in cui Corona si rompe una mano in diretta tv a Matrix).



Corona è un perseguitato, e con questa storia del suo (presunto) intrallazzo con Lele Mora i giornali di regime hanno minato la sua famiglia e messo in pericolo suo figlio Carlos Maria, che potrebbe anche rimanere traumatizzato per sempre perché hanno dato del ricchione al suo machissimo padre. Il succo di tutto il discorso del grande Fabrizio è stato questo, sulle modalità di esposizione ci sarebbe tanto da dire: Corona sembrava Morgan a Le Invasioni Barbariche, facevi zapping e non riuscivi a capire chi era chi, chi diceva cosa, come diceva cosa, come mai ma chi sarai per fare questo a me. Belen Rodriguez va a Sanremo e Fabrizio Corona no. E ti buttavi su qualcosa d'altro, perché quando è troppo è troppo.


Se devi guardare gente che ne sa poco (Il Trota – avrei voluto scrivere “gente ignorante” nel senso di gente che si diverte con poco, ma temevo che il termine ignorante potesse offendere il Trota ed allora non l'ho scritto), gente sbiellata (Morgan) o gente sbiellata e machista (Corona), tanto vale guardare un ignorantissimo film italiano anni settanta con Gianfranco D'Angelo che fa la parte del fascistissimo padre di uno studente e Lino Banfi che più o meno fa la parte del puttaniere. Ovviamente mi sono imbattuto in La liceale nella classe dei ripetenti mentre cercavo i pornazzi con Lea Di Leo, e non sono più riuscito a staccarmi dallo schermo. Credo di non aver mai visto tanta ignoranza messa insieme come in questo must del genere demenzial-erotico-pecoreccio anni settanta (un'opera che a modo suo può servire a raccontare cos'è diventata l'Italia oggi) e ad un certo punto ho creduto di vedere perfino Giusva Fioravanti tra i protagonisti. Fortunatamente non era lui, ed il film è andato avanti finché non sono collassato sul divano vinto dalla stanchezza, vinto dallo zapping con cui sovente tornavo su Corona a Matrix e mi chiedevo perché un uomo deve mettersi alla berlina così pur di stare al centro dell'attenzione.

Mi sono svegliato che la tv parlava di Berlusconi che ha bestemmiato ed è stato ripreso dalle telecamere (come accade per i calciatori, solo che loro si beccano una lunga squalifica mentre lui al limite si becca i rimproveri del Vaticano). Che dire di una cosa del genere? Silvio è come noi, quindi ci sta che bestemmi – ma poi non ci sta che si permetta di fare il catto-moralista con il resto dell'umanità (non che me ne freghi qualcosa di chi si erge a catto-moralista, ma in Italia ci sono molte persone che si fidano ciecamente dei catto-moralisti ed allora vattelapesca se un politico che bestemmia può permettersi anche di fare il catto-moralista). La barzelletta nella quale era inclusa la bestemmia è roba che girava quando facevo io le medie, è vecchissima e non fa nemmeno troppo ridere, ed allora non si può far altro che concludere il ragionamento con una riflessione copiaincollata a caso dai commenti di YouTube: “Cazzo Silvio! ma che te ne frega di stare al governo?! tu sei un uomo da bar! vieni con noi una sera a bere tutti insieme; e tra una birra e l'altra ne salterebbero fuori di cazzate!”. Per me Silvio è uno di quelli che quando sono in compagnia degli amici fanno la gag di farsi tirare il dito per poi emettere un peto fortissimo, ma non ho elementi concreti per affermarlo con certezza ed allora quest'ultima frase rimane solo una mera considerazione personale.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Genio