05 novembre 2008

HISTORY REPEATING

Così come il Number One era il locale dell'impossibile, gli Stati Uniti sono la nazione dell'impossibile, la nazione in cui accadono cose fino ad un attimo prima assolutamente impensabili. Tanto per dire, ultimamente gli Stati Uniti sono perfino riusciti ad eleggere un presidente nero, che di nome fa Barack Obama.
Nonostante Rutelli Obama ha stravinto, alla faccia dell'incolpevole McCain, dei tre neuroni di Sarah Palin e dello pseudo-idraulico nonché evasore fiscale Joe l'idraulico, un personaggio del tutto grottesco che si è rivelato l'unica, vera punta di diamante della campagna elettorale dei Repubblicani (il che è tutto un dire) Obama è stato uno schiacciasassi, ma ora lo aspetta un compito difficile: affrontare Bondi, Cicchitto, la Gelmini, Ronchi e tutti gli altri politici della destra italiana pronti a saltare immediatamente sul carro del vincitore, prendendosi pure il lusso di dichiararsi sostenitori della prima ora. Un'impresa disperata, che gli richiederà mesi e mesi di duro lavoro e che potrebbe distoglierlo da quello che sarà il suo compito principale per i prossimi quattro anni (per la cronaca: fare il presidente degli Stati Uniti d'America). E a questo punto, tanto per non sprecare tempo prezioso ed accelerare i tempi facendo partecipare anche noi alla festa, l'invio dei Marines sul suolo italico diventa un dovere morale. Ormai solo loro, con il loro prezioso operato, potrebbero salvarci da certa gentaglia che è solita frequentare le aule parlamentari.
E solo loro potrebbero salvarci dalla Binetti, che ogni volta che apre bocca andrebbe espulsa all'istante dal (nostro) Partito Democratico.
Obama salvaci.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Per fortuna c'è ancora gente come Gasparri che non è nemmeno in grado di capire da solo quanto sia poco furbo, oggi, andare contro Obama... :P
Non capisco, seriamente, tutto questo gaudio che leggo un po' da tutte le parti. Mi spiego meglio. Io sono contento abbia vinto lui, ma non penso che il mio mondo cambierà. Per quanto stimi Obama vedo già complicato che gli facciano cambiare gli U.S.A., figuriamoci se avrà tempo di pensare anche al nostro paese.
Però qui è tutto uno "Yes, we can!". Ma "We" chi? Al massimo "Yes, they can!". Noi siamo rimasti la solita italia, guidata dai soliti pirla che, come dici pure tu, si son tutti premurati di dichiararsi amici di Obama.
Per quel che mi riguarda, l'unica speranza che ripongo in Obama è che renda gli USA un posto vivibile, così da rendermi appetibile l'idea di andarmene da sto posto di merda...

Anonimo ha detto...

Manca solo che Silvio diachiari di essere negro! Per me comunque Obama, pur facendo meglio di Bush, sarà un pacco colossale, vedrete.

Anonimo ha detto...

ahaha no Silvio ha fatto di meglio...lo ha definito "bello e pure abbronzato", con un tempismo micidiale: 2 giorni dopo la sia elezione!

Adesso aspetto solo i carri armati americani che invadono arcore, mentre un nano schifoso tenta di scappare pateticamente ma viene raggiunto da un razzo in piena fronte.

In ogni caso, i nostri politici con la loro dote migliore(nonchè unica), il "paraculismo", anche questa volta hanno fatto vedere al mondo intero quanto siano patetici: sono riusciti a litigare su chi sosteneva e gioiva di più per questa vittoria( da noi lontana secoli).

YES WE CAN'T( and we WON'T).

accento svedese ha detto...

@ manq: è solo che magari cambiando le cose negli Usa di riflesso le cose potrebbero pian pianino cambiare anche da noi (e non solo perchè tutti stanno salendo sul carro del vincitore) ma proprio perchè abbiamo sempre cercato di scopiazzare gli Usa per star inseguirli. Staremo a vedere.

@ lollodj: tra un po' si dipingerà la faccia col lucido da scarpe, ne sono convinto.

@ tommygun: vedendo Obama ho provato una gran gioia, ma poi ho visto che razza di gente abbiamo in Italia (nomi a caso: Bossi, D'Alema, Latorre, Capezzone, Cicchitto, Ronchi...) e mi ha pigliato uno sconforto pazzesco. sulle ultime gesta del premier ci ho riso su parecchio, ma ci sarebbe da piangere.

Anonimo ha detto...

"nostro"?

Direi meglio: nostrano.