01 dicembre 2010

PERLE AI PORCI VERAMENTE (cit.)



Ultimamente vado tutti i giorni al più vicino Melbookstore per leggermi a sbafo l'autobiografia di Gianluca Grignani. È una roba che sembra scritta come un tema di terza media, però mi esalta parecchio (soprattutto nelle parti in cui parla del periodo La fabbrica di plastica, il disco italiano più sottovalutato di sempre. Quando uscì la critica di regime era troppo impegnata ad incensare i C.S.I., eppure è un disco geniale che avrebbe meritato di più) e mi esalta ancora di più perché la posso leggere nei ritagli di tempo, faccio presto e soprattutto non spendo nulla – il che in tempi di crisi e di stress non è poco.

Ma il punto è un altro. Il punto è che l'altro giorno mi ha inaspettatamente telefonato Silvio Berlusconi ma io credevo che fosse un imitatore (fra l'altro di quelli scadenti, tipo uno qualsiasi dell'ultimo Bagaglino). “Salve sono il sogno degli italiani, sono il Presidente", mi ha detto, ed io mi sono cacciato a ridere a più non posso perché non esiste che una persona sia così affetta da complessi di inferiorità da arrivare a dire una cosa del genere per iniziare una conversazione telefonica, ma poi quando mi ha chiesto se avrei votato la fiducia il 14 in Parlamento e per votarla mi ha offerto di far tornare su YouTube il filmato in cui Grignani dà di matto in mentre canta Falco a metà al Festivalbar 1995 io ho capito che era lui sul serio ed ho prontamente accettato la proposta. Al cuor non si comanda, a Grignani strafatto che entra nella storia neppure.

Ovviamente in filmato di Grignani non è ancora tornato (era favoloso, uno di quelli carpiti dalla tv mettendo la videocamera davanti al teleschermo – una cosa che potevi fare solo a metà anni novanta perché non c'erano mica le tecnologie moderne che ci sono ora) in quanto le promesse di Berlusconi sono notoriamente promesse da marinaio, ma almeno mi resta una speranza, una illusione, qualcosa in cui credere e per cui lottare.

E comunque il 14 Berlusconi otterrà la fiducia da entrambe le camere. Al Senato non avrà problemi, alla Camera dei Deputati passerà grazie ad alcune assenze strategiche tra i banchi dell'UDC e del Partito Democratico. Il governo del fare resisterà ancora una volta. L'Italia non può fare a meno del suo conducător.

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