13 dicembre 2010

FOLLOW ME TO THE POINT OF NO RETURN


Immanuel Casto è ufficialmente il mio punto di non ritorno, il concerto più basso e nello stesso tempo più alto della mia carriera concertistica. All'Unwound ho visto di tutto. Ho visto gente che pogava, gente che incredibilmente faceva crowd surfing rischiando di schiantarsi contro l'impianto luci, gente in camicia e pullover, gente che rideva a crepapelle perché credeva di essere ad un concerto delle Teste Sciroppate, gente che non capiva le provocazioni semplicemente perché non aveva i mezzi per capirle. Assistendo ad uno spettacolo del genere ho raggiunto un certo grado di consapevolezza.

Immanuel Casto ha cose da dire e le dice nell'unico modo che sa, ossia utilizzando un linguaggio più forbito della media, tanta ironia e basi che puzzano parecchio di anni ottanta e relativo revival (spesso siamo addirittura ai limiti del plagio di gente come Fischerspooner, ma ciò non è un grosso problema). È conscio di fare musica usa e getta buona solo per essere vista su YouTube, è arrivato al (relativo) successo ed ora si gode il suo momento di gloria proponendo canzoni sempre uguali a se stesse, tanto nessuno ci fa caso perché lui è quello che dice cose sconce, lui è quello che parla di cazzofigaculotette et similia, lui è quello che fa divertire. In definitiva: Immanuel Casto passa all'incasso dopo aver giustamente scosso il mondo con un paio di canzoni notevoli, non ha grosse pretese ma nei suoi testi continua a lanciare messaggi che non tutti arrivano a capire perché si fermano alla fase uno (ossia ridere quando senti uno che dice le parolacce, più o meno come si faceva in terza media). Un suo concerto è cosa buona e giusta, si fatica un po' ad arrivare alla fine proprio perché tutto sembra replicarsi di continuo ma in definitiva Immanuel Casto vale ben più di quanto la gente creda. Oltre l'ambiguità ed il doppio senso c'è di più, basta solo saper scavare e non fermarsi in superficie. Non è facile, ma con un po' di sforzo ci si riesce.

E comunque il momento in cui è partita Che bella la cappella ed in simultanea sono partiti visuals del Papa attuale, di Papi del passato (Wojtyla con Pinochet!) e di altri loschi figuri è uno dei momenti più metal di sempre. Complimenti a chi rideva senza sosta per le immagini che venivano proiettate e magari tutte le domeniche ad orario pasti se ne va dritto alla Santa Messa (e ancor peggio ad ogni appuntamento elettorale vota regolarmente la Santa Lega Nord per l'Europa Cristiana e mai Musulmana). L'arguzia non è una dote che tutti possiedono, purtroppo.


Un video a caso:

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