
È successo che venerdì sera dovevo andare a sentirmi i
Rakes al Covo ma una telefonata ha sparigliato le carte e mi ha portato verso altri lidi, lidi a cui non avrei mai immaginato di approdare ma che si sono rivelati meno perigliosi del previsto.
In pratica, l'uomo al telefono era
il direttore responsabile di
Liberal che mi intimava di andare ad una cena elettorale di Dario Franceschini a Ferrara per scrivere un pezzo che comparirà nei prossimi giorni sul prestigioso quotidiano con il quale
collaboro da ormai qualche mese. Ed io, che sono una persona responsabile e che fa sempre il proprio dovere (anche quando non ne ha per niente voglia perché preferirebbe sentire dal vivo un gruppo che su disco non lo ha mai convinto pienamente), ho preso i miei quattro stracci, ho appuntato alla giacca la stella gialla per protestare contro
il boicottaggio (mediatico e sociale) che i radicali italiani sono da sempre costretti a subire, sono salito in sella al mio Booster del '96 e mi sono recato al Petrolchimico di Ferrara, sede del Grande Evento.
Ed ovviamente la stella gialla ha destato subito sospetto all'ingresso, e solo il fatto che avevo l'accredito stampa ed ero in sella ad un Booster mi ha permesso di entrate (sempre in sella al Booster, che ho parcheggiato ai lati della sala per creare atmosfera) e degustare le succulente pietanze proposte dalla casa: bis di primi (lasagne al forno e risotto con gli asparagi), bistecche di vitello con i funghi, tre giri di patate al forno, due giri di fragole, due fette di ciambella al cocco e cioccolato ed un discorso di Franceschini che è servito a ridare un po' di vigore ai militanti ormai convinti che le prossime europee saranno un bagno di sangue ed ormai poco si può fare per salvare il salvabile.
La situazione è grave, Berlusconi raggiungerà il 51% (dopo aver visto di recente - nei corridoi della stazione treni di una città che non sto qui a specificare - un ragazzo che faceva fumare crack con la biro ad una ragazzina palesemente minorenne sono sempre più convinto che Silvio ce la farà, e magari la ragazzina in crack comincerà pure a chiamare Papi colui che la stava iniziando ai piaceri della cocaina opportunamente lavata col bicarbonato – that's the magia!). L'unica sarebbe stata dare la Binetti ed il resto della truppa teo-dem in pasto ai tipi di
Solomacello (più o meno, la versione metal di Rockit, roba da maneggiare con cura e da ammirare incondizionatamente) e lasciare spazio ai radicali per costruire un partito davvero liberal (nel senso americano del termine) e moderno, ma a quanto pare si preferisce candidare l'ottantenne
Luigi Riforma Berlinguer e il bollitissimo Sergio Cofferati,
l'uomo che prima si ritira dalle scene poi torna in pista a far danni al partito, ciarpame maleodorante da far sparire scegliendo accuratamente altri candidati (tipo
Deborah Serracchiani) però resta sempre il fatto che il partito preferisce mettere ai primi posti della lista loro e non gente fresca e nuova.
Se si vuol puntare sui riciclati tanto vale mettere in lista Veronica Lario, la celeberrima Milf (nel senso di Madre Italiana Libera e Femminista, mica di Milf
nel senso americano del termine) ex moglie del
Cav. Prostaglandina Silvio Berlusconi e nuova eroina della sinistra salottiera e giustizialista, quella sinistra che nelle fabbriche ci va solo per farsi vedere accanto ai potenti del partito in occasione delle cene elettorali e poi quando c'è da sistemare i tavoli sparisce misteriosamente.
Ed è per questa sinistra (e solo per questa) che a fine cena mi sono pulito le mani sporche di unto in una bandiera del Partito Democratico e sono uscito, pronto a scrivere parole di fuoco su Liberal. La Polizia municipale mi ha pure sequestrato lo scooter perché dotato di marmitta
Giannelli non omologata, sono incazzato nero e l'articolo prossimo venturo rifletterà questo mio stato d'animo.
A questo punto lottare per cambiare le cose dall'interno è un dovere morale.