29 giugno 2007

THE SUMMER IS MAGIC

Con colpevole ritardo pubblico il programma completo di Ferrara Sotto Le Stelle, un festival che segnerà l'estate e che è sicuramente la risposta italiana a Glasto.
A dire il vero, il ritardo non è poi così colpevole. La mia vera intenzione era quella di boicottare i Negramaro, uno dei gruppi più inutili che la storia della musica ricordi. Non sono nulla, e non a caso la loro manager è Caterina Caselli, che, dopo aver regalato all'umanità una band memorabile come i Gazosa, ha pensato bene di avere la sua svolta indie e metterli sotto contratto. Ottima scelta. Un gruppo che più che un gruppo è il vuoto siderale. L'importante però è che abbiano portato gente e soldi a Ferrara, così potranno essere pagati gli altri gruppi del cartellone.

Ma basta chiacchiere. Il programma definitivo è questo:

- Negramaro - 28 giugno
- Verdena - 30 giugno
- Sonic Youth + My Cat Is An Alien - 6 luglio
- Arcade Fire - 11 luglio
- Arctic Monkeys + The Coral - 14 luglio
- Tinariwen - 16 luglio (ingresso libero)
- Bright Eyes - 17 luglio (ingresso libero)
- Damien Rice - 18 luglio
- Carmen Consoli - 20 luglio
- Xiu Xiu - 25 luglio (ingresso libero)

Ottimo anche quest'anno, c'è da esserne assolutamente fieri. Un pochino di pubblicità la faccio sempre volentieri, anche se probabilmente questo post è stata tutta una scusa per poter linkare il video di The Summer is Magic, che è una canzone dei Playahitty (e non di Corona come tutti all'epoca credevano). Simbolo di estati passate in cui il Festivalbar sembrava una gran cosa. Simbolo degli anni novanta che stanno tornando prepotentemente. Anche a Ferrara.




28 giugno 2007

COME CONTROLLARE IL CAOS IN POCHE, SEMPLICI MOSSE

Sound Of Silver degli LCD Soundsystem è un grande disco, però io riesco nell'impresa di riconoscergli un piccolo grande difetto. E' troppo perfetto. Tutto è calcolato e nulla è fuori posto, e dopo ascolti ricorrenti inizia a perdere smalto e freschezza, finendo per suonare freddo ed un tantino asettico. Sinceramente preferivo il disco di debutto, in cui erano ancora presenti una certa dose di ingenuità ed incertezza. Ma forse la questione è che sono troppo pignolo e rompicoglioni. Problema mio, quindi.
Ho preso coscienza di tutto ciò ascoltando ripetutamente e compulsivamente Tromatic Reflexxions dei Von Südenfed, che altro non sono che un progetto dei Mouse On Mars assieme a Mark E. Smith dei Fall. A parte che non conoscevo assolutamente i Fall e mi sono perso qualcosa di notevole, ma il disco mi ha stupito. Ha tutta la sporcizia e l'apparente approssimazione che mancano a Sound Of Silver, con in sovrappiù la peculiarità di suonare come se Aphex Twin periodo Analord un bel giorno decidesse di rapire James Murphy, lo imbottisse delle peggio droghe sintetiche e lo costringesse a cantare direttamente dal bagagliaio dell'auto. Delirio, è techno ma anche punk, è un disco completo ed ha una grande carica sovversiva. Parecchio figo, dunque.
E poi scopro che Mark E. Smith è uno degli idoli dichiarati di James Murphy, e i conti iniziano a tornare. L'allievo questa volta non supera il maestro.

26 giugno 2007

SO 90's

Ho capito perché mi piace così tanto Overtones di Just Jack. L'ho realizzato dopo mesi e mesi di ascolti. E' un gran disco di pop moderno, ma c'è la dance e c'è l'hip hop, c'è l'acid jazz e c'è l'alternative rock. Ci stanno dentro allo stesso tempo i Soulwax degli esordi e le felpe dell'Energie, Jamiroquai e Warren G, Beck e Albertino. La discoteca alla domenica pomeriggio e gli autoscontri. Ci sono pure le chitarre in levare.
E' un piccolo bignami degli anni novanta, un'epoca irripetibile, l'unico decennio che è durato nove anni, visto che in pratica è partito con Olimpiadi di Barcellona ed è finito con il crollo delle Twin Towers.
Disco nostalgia, che rappresenta perfettamente il clima di spensieratezza che si respirava in quel periodo. Il disco che sto ancora attendendo da Robbie Williams ma che lui non ha mai avuto il coraggio di fare. E che forse mai riuscirà a fare.

Just Jack- Glory Days (mai titolo fu più azzeccato)
Just Jack - Writer's Block
Just Jack – Starz In Their Eyes (gioia allo stato puro)

25 giugno 2007

I COMUNISTI MANGIANO I BAMBINI, I FANS DEI QUEEN NO

Grazie al solito Shinystat ho scoperto (con mie grasse risate) che il mio post sui Queen é stato citato in un forum di fans dei Sonata Arctica, che mi risultano essere addirittura una metal band finlandese.
Alcuni hanno pure colto il senso del post. Direi che ho fatto progressi.

24 giugno 2007

FERRARA IS BURNING

Io solitamente non ascolto tanta musica italiana. Non so perché, ma non riesce a prendermi. Forse non ho la pazienza di mettermi lì ad ascoltarla, o semplicemente sono un tipo prevenuto.
Ma volte possono capitare anche cose impensabili. Del tipo che mercoledì scorso sono andato all'High Foundation Festival e ho assistito al concerto dei Disfunzione, un gruppo di Padova che non conoscevo assolutamente. Dato il nome temevo (o forse speravo) che fosse il classico gruppo hardcore con cantato in italiano, sulla scia dei Negazione. E invece mi hanno stupito, e mi sono piaciuti tantissimo. Caldi e coinvolgenti, semplici ma mai banali. Roba che un gruppo come i Verdena (che giudico sopravvalutatissimi) si sogna. Indie pop con echi di Travis e Smiths, e ogni tanto la cassa si fa dritta ed io mi sorprendo a battere il tempo con il piedino. Bravi.
A fine concerto ho pure comprato l'album che di titolo fa Il ragazzo di Berlino. Da allora lo ascolto molto spesso, e mi rendo conto che ne è valsa la pena perché è ben fatto e non si perde neppure un briciolo della carica che riescono a sprigionare dal vivo. Escono per la Jestrai ed auguro loro di tornare a Ferrara a breve, ma come headliner a Ferrara Sotto Le Stelle. Se lo meriterebbero sul serio.
Era da tanto che non mi capitava di emozionarmi così per un gruppo che non conoscevo, per giunta italiano. Sto invecchiando.

Disfunzione - La manifestazione

EMOTIVITA' REPRESSA

Il bello di Shinystat è proprio che posso vedere come le persone arrivano al mio blog. Digitano una parola o una frase sul motore di ricerca, arrivano ed io lo scopro. Una bella forma di masturbazione mentale, non c'è che dire.
La maggior parte delle persone arrivano utilizzando come chiave di ricerca il termine emocore, e non può che darmi enorme soddisfazione. L'emo attuale è sicuramente uno stile di vita in cui mi riconosco pienamente, e che non criticherei per nulla al mondo. Mi limito solo a prenderlo per i fondelli, con grande senso di appagamento. Visto che di emo su questo blog non si parla però mai abbastanza, consiglierei di andare a fare una visitina ad Emofobia. Un blog geniale, scoperto per caso e diventato subito oggetto di culto. Vorrei aver avuto io l'idea di fare una cosa del genere. Non ne ho mai avuto il coraggio.

Tornando al discorso chiavi di ricerca, continua ad arrivare gente che cerca "ketamina house una pasta non mi basta" et similia. Anche questo mi fa piacere, e mi farebbe ancora più piacere se questi simpatici amici andassero a leggersi con attenzione questo post su Nonsischerzapiù. E' storia della dance, e ne trarrebbero sicuro giovamento.
Tra l'altro, è il post che avrei sempre voluto scrivere io, ma purtroppo non ce l'ho mai fatta. Peccato. Riproverò più avanti.

22 giugno 2007

IMPRESSIONE, SOLE NASCENTE

Dei Polyphonic Spree ho letteralmente adorato il primo disco The Beginning Stages Of..., un disco deliziosamente fuori dal tempo, con suoni e attitudine che sembravano usciti da Hair o da qualche altro musical di quel periodo. Poi li ho colpevolmente persi di vista, non avvicinandomi per non so quale motivo al successivo Together We're Heavy. Forse sono state le recensioni negative a scoraggiarmi, forse me ne sono scordato o, più probabilmente non era tempo. A volte succede.
E li ritrovo con The Fragile Army, il nuovo disco da poco uscito. Li ritrovo con molto piacere e li sento molto più rock e diretti, come se avessero deciso di incanalare l'energia positiva del passato in qualcosa di più vicino ai giorni nostri (per farla breve, sono meno sognatori e più concreti). Un album bellissimo, che non ha un punto debole e che finisce per lasciarmi l'impressione di un gruppo che vuole suonare come una versione “seria” degli I'm From Barcelona e ce la fa. Un applauso.

The Polyphonic Spree - Running Away

ARCADE IS RIGHT

Neon Bible degli Arcade Fire è un disco favoloso. Prezioso ed intenso, a mio avviso è sicuramente uno dei più belli dell'anno.
Qui se ne parla rendendo perfettamente l'idea delle sensazioni provocate dal suo ascolto.


Non vedo l'ora di sentirlo dal vivo, tra l'altro.

21 giugno 2007

IDEA REGALO (PER FARE BRUTTA FIGURA) #2

I Gemelli Diversi se ne sono usciti di recente con un disco nuovo, laconicamente intitolato Boom!. Non ho la più pallida idea di come suoni, anche se non penso che si discosti più di tanto dai dischi precedenti (di cui mio malgrado ho sentito solo i singoli).
Quello che fa la differenza è la copertina. E' forse una delle più brutte e pacchiane che ci siano in circolazione ultimamente, ed appena l'ho vista ho rischiato di avere un mancamento. Poi mi sono ripreso ed ho iniziato a ridere a crepapelle.
Ecco, l'intento dei Gemelli Diversi forse é proprio questo. Far ridere la gente, regalare un po' di buonumore a questo mondo malato fatto di gente infelice. In questo caso non conta più la musica, conta solo il packaging. Si può addirittura buttare il cd e tenere solo la custodia. In tempi in cui il p2p va per la maggiore e nessuno compra più dischi, questa è una piccola rivoluzione.

Dopo una copertina del genere hanno già detto tutto e sono entrati nella storia. A questo punto, una svolta in stile Anticon è un gesto dovuto. Diventerebbero i miei idoli.

20 giugno 2007

14 min 59 sec

Più o meno a metà degli anni novanta si è vissuto un periodo molto particolare, in cui tutto pareva possibile, sembravano non esistere limiti e accadevano cose impensabili. Ad esempio, c'è stato un momento in cui, assieme a Rocco Siffredi e a Silvan Berlusconi, l'italiano più famoso nel mondo era Robert Miles. Il tutto è durato il breve spazio di un anno, ma più o meno così è stato.
E in quell'annata Miles, che di vero nome faceva Roberto Concina da Udine alla conquista del mondo, ha sbancato tutte le classifiche ed è entrato nella storia. Poi non è più riuscito a ripetere il colpo, però ha mantenuto una certa dignità e non è finito nel dimenticatoio. Chi è stato adolescente negli anni novanta ancora se lo ricorda.
Ripensandoci mi viene da sorridere. Quello che proponeva aveva una certa classe ed era un crossover di progressive, house e chill out (in quel periodo andava di moda chiamare così la ambient), qualcosa con un senso della melodia molto italiano che stento ancora a capire come possa aver fatto così presa all'estero. Ma ce l'ha fatta, e l'Italia dovrebbe andarne fiera.
C'è stato un attimo in cui la musica di Robert Miles si sentiva ovunque, anche nei supermercati. Poi tutto è finito, forse perché ha scelto di non ripetersi, focalizzandosi su altri traguardi come solo i primi della classe sanno fare. Ha evitato di diventare la pallida imitazione di se stesso ma comunque è rimasto nella storia. Tre supersingoli stanno ancora lì a dimostrarlo:
Robert Miles – Children
Robert Miles – Fable

e per fìnire, un capolavoro per cui varrebbe la pena di spendere il termine emo-dance tale è l'intensità che riesce ad esprimere
Robert Miles – One and One
Inno.

18 giugno 2007

IL FASCIOCOMUNISTA

Ogni volta che lo vedo rilasciare qualche dichiarazione al telegiornale mi pongo la solita domanda, ma non riesco a trovare nessuna risposta plausibile. Un dilemma talmente amletico che se Bruno Vespa avesse anche solo un briciolo di coraggio in più potrebbe ricavarci almeno una decina di puntate di Porta a porta. Quale può essere il motivo che spinge Bobo Maroni ad ostinarsi a portare quegli improbabili occhiali dalla montatura rossa?
Passi per l'espressione del volto, che non sembra tra le più sveglie ed acute. Passi per il suo profilo, non certo uno di quelli scolpiti nella roccia. Passi per i capelli, che sono diventati miracolosamente più folti ed hanno ormai assunto un'improbabile colorazione mogano con sfumature marrone terra di Siena. Ma aggiungere a tutto questo un paio di occhiali somiglianti in tutto e per tutto a quelli a raggi-x che una volta i creduloni acquistavano per corrispondenza (attirati dalla promessa di poter vedere attraverso i vestiti delle ragazze), proprio non ci sta. Si rischia di apparire ridicoli o quantomeno poco credibili. Ammesso che gente come lui possa ancora esserlo.
Personalmente quando lo vedo così conciato non riesco nemmeno a prestare attenzione a quanto sta dicendo, e mi chiedo come possa esserci gente che riesce a non ridere e a prenderlo pure sul serio. Mi viene però quasi il sospetto che le persone che lo seguono siano le stesse che in gioventù compravano piene di speranza gli occhiali pacco a raggi-x, e un po' le cose iniziano a tornare. Probabilmente Maroni continua ad indossarli proprio per conquistare il loro voto, con classe e buon gusto.

17 giugno 2007

L'UOMO CHE FACEVA LE FOTO COL PENSIERO


BEATS OF THE NEAR FUTURE

L'avevo già letto curiosando in rete. E poi ho avuto il piacere di leggerlo anche su Rumore.
Indiscrezioni dicono che i Klaxons siano già al lavoro sul secondo disco e che questo sarà fortemente ispirato alla scena di Canterbury, in particolore ai Caravan.
A parte il fatto che per fare roba del genere bisogna saper suonare e a giudicare dalla resa live loro non possiedono questa dote, ma mi puzza proprio di bufala detta tanto per farsi un po' di pubblicità.
Alla fine verrà fuori che il nuovo dei Klaxons sarà prodotto da Timbaland, suonerà molto più elettronico e sarà gran cosa. Sento che andrà così.
Attendo fiducioso.

16 giugno 2007

EMERGENCY ON PLANET EARTH

L'Heineken Jammin' Festival è stato annullato a causa della tromba d'aria di ieri che ha causato gravi danni alle strutture e 19 feriti. Quasi quasi mi dispiace avere scherzato sopra al festival e a tutto ciò che ci sta intorno.

14 giugno 2007

BERE BIRRA / FARE TARDI / E, ACCIDENTI, BALLARE CON LE TIPE CON I VARI STRUSCIAMENTI

Al via il tanto atteso Heineken Jammin' Festival, un minestrone in quattro giorni che si tiene da quest'anno a Venezia e che vede di scena gente più o meno bollita come Pearl Jam, Linkin' Park, Smashing Pumpkins, The Killers, Slayer, Iron Maiden. Non proprio qualcosa di esaltante, quindi.

Nomi a parte, l'Heineken Jammin' Festival viene ricordato dalla gente per una sola cosa: è il festival di Vasco. L'ultima giornata infatti è da quasi da sempre totalmente incentrata sulla figura di Vasco Rossi, con tutto ciò che ne consegue. Folle oceaniche, biglietti esauriti mesi prima, ressa ai cancelli, svenimenti, accendini sulle note di Albachiara. Prima di lui può suonare chiunque, tanto è lo stesso: fischi, insulti e pernacchie sono assicurati, e forse addirittura anche qualcosa di più. Basta che suoni Vasco, il resto non conta. Sono tutti lì per lui, e probabilmente nella vita hanno ascoltato solo quello. Mi sono sempre chiesto perchè, nonostante passino gli anni e lui abbia ben oltrepassato la soglia del ridicolo, Vasco continui ad avere così tanta presa sulle giovani generazioni. Non sono riuscito a darmi una risposta, purtroppo.
Se penso però che la Heineken in Spagna sponsorizza invece un festival come il Benicàssim (che dura anch'esso quattro giorni e vede, tra gli altri, artisti come !!!, Animal Collective, Armand Van Helden, Arctic Monkeys, Wilco, Antony And The Johnsons, Rapture, Go!Team), certe cose si possono spiegare. E' solo questione di apertura mentale. Tra Italia e Spagna c'è una differenza abissale in materia, e noi ne paghiamo le conseguenze. Anche in piccole cose come questa.

13 giugno 2007

RIGHT HERE, RIGHT NOW

Sarò telegrafico, oggi va così.
Send Away The Tigers dei Manic Street Preachers è un discone. Del tipo che mi ha fatto tornare a nove anni quando mio cugino mi ha fatto sentire per la prima volta Appetite For Destruction dei Guns N' Roses (che poi successivamente lo stesso cugino mi abbia fatto conoscere anche i Technotronic rovinandomi per sempre è un altro discorso...).
Un disco tamarro al punto giusto, piacevolmente fuori tempo massimo. Lo ascolti e ti viene voglia di ricominciare subito.
Hanno ragione lui e lui, mentre io lo avevo colpevolmente sottovalutato. Mea culpa.

NARCISISMI PARALLELI

Essere preso seriamente e divenire oggetto di studio su Idiotaignorante è una soddisfazione enorme.
Succede in questo bel post, ironico e tonico come piace a me.
Alla lunga il duro lavoro paga, dunque.
Grazie.

12 giugno 2007

PROVACI ANCORA, PETE

C'erano una volta gli El Guapo. Un gruppo fantastico, che usciva per la Dischord, che ha regalato all'umanità un capolavoro come Fake French e che successivamente ha deciso finalmente di cambiare quel bizzarro nome e di dotarsi di un batterista, asciugando la scrittura e divenendo notevolmente più pop. Di conseguenza si trasformarono in Supersystem e continuarono comunque a rimanere ben sopra la media, pubblicando due dischi (Always Never Again e A Million Microphones) e dando vita ad infuocate esibizioni live (che io mi sono sempre perso, peraltro).

Quel gruppo purtroppo non esiste più. Il motivo dell'improvviso scioglimento, avvenuto proprio alla vigilia delle tappe italiane del loro tour, è da ricercarsi nel fatto che Pete Cafarella, uno di loro, ha preferito i facili guadagni ad una incerta vita con i vecchi compagni di avventura. Ed i facili guadagni in questo caso portano il nome di Shy Child, gruppo che sta via via ottenendo sempre più successo nel Regno Unito.
Bisogna ammettere che gli Shy Child non sono nemmeno malaccio, e finiscono anche per risultare divertenti. Composti unicamente dal batterista Nate Smith e da Cafarella alle prese con voce e synth, si collocano in area new rave e cercano di sfruttare totalmente lascia di band come Klaxons e Shitdisco per trarne tanti soldini finchè dura. Il loro vero problema è che in Noise Won't Stop ci sono un paio di idee buone, che vengono ripetute all'infinito per tutto il disco. Ossessivamente, per ottenere massima resa con il minimo sforzo. Senza cuore, con assoluta freddezza. La genialità che caratterizzava gli El Guapo e i Supersystem semplicemente si è persa per strada, sacrificata sull'altare del dio denaro, e tutto suona di maniera, plastificato. Ma qui ci sta una piccola riflessione mastelliana: gli Shy Child vivono di rendita e non prendono nessun rischio in questo disco, ma in fondo fanno bene a fare così. I soldi e il prestigio fanno molto comodo.

Preferisco però pensare che stiano fregando tutti in maniera consapevole, tanto per vedere di nascosto l'effetto che fa. Se credessero nella roba che suonano sarebbe parecchio preoccupante. D'altronde, come fidarsi di uno come Cafarella che osa presentarsi sul palco con una gui-board degna del peggior Sandy Marton?
Shy Child - Drop The Phone
Shy Child - Noise Won't Stop

09 giugno 2007

AUTOBIOGRAPHY OF A NATION (L'Italietta è tutta qua)

Ci sono arrivato dopo anni ed anni, quando andava in onda ero troppo piccolo ed in Italia dovevano ancora succedere tante cose. Ma poi ho avuto l'illuminazione.
La prima dimostrazione chiara e lampante di cosa sarebbe stato il berlusconismo si è avuta con il telefilm I cinque del quinto piano. Credo che abbia prodotto danni enormi alla gente che lo guardava, danni di cui ancora oggi scontiamo le conseguenze. Allora non si era ancora consapevoli, ma col senno di poi è facile capire. E' semplicemente stato il momento in cui il berlusconismo ha mostrato all'esterno per la prima volta il suo insieme di valori (e convinzioni) plastificati.
Illuminante il giudizio che l'Internet Movie Dabase fornisce riguardo a questo telefilm: “A truly horrific attempt at making an all-Italian sit-com. A mesmerizing experience for all the wrong reasons: from the insipid storylines to the disastrous overacting, this has gone down as one of the worst Italian TV productions of the 80s (and that's saying something). “. Favoloso, non avrei saputo dire di meglio. Sottoscrivo parola per parola.
Una assurda sit-com che era interamente ambientata il quinto piano di un palazzo e che narrava la storia della famigliola tipo del Berlusconi-pensiero (marito e moglie felicemente sposati, lei felicemente casalinga e lui felicemente dirigente d'azienda, un figlio più grande paraculatissimo che studia e si prepara ad entrare nel mondo del lavoro, un figlia in fase adolescenziale e un terzo figlio piccolo ma ancor più odioso), alle prese con vicende talmente futili e banali da risultare sconcertanti. Il tutto in un'atmosfera ovattata, in cui sesso ovviamente era un tabù e tutte le vicende erano una scusa per fare pubblicità.
Il telefilm infatti era un vero e proprio monumento alla pubblicità occulta, un gigantesco contenitore di prodotti che aveva il fine nemmeno tanto velato di spingere la gente a fare sempre più acquisti. Ad esempio, le felpe di Gianfilippo, il fratello maggiore, erano inguardabili come lui, ma avevano il marchio sempre in vista. Quando la famiglia pranzava, lo faceva con i prodotti sistemati sempre in favore di telecamera e si sedeva disposta a ferro di cavallo per lasciare campo libero e non nascondere nemmeno un centimetro del marchio da pubblicizzare. Terribile.
Erano gli anni ottanta ed il telefilm è andato in onda nel tardo pomeriggio per un paio di anni senza ottenere grande successo. Magari non ha lasciato una traccia tangibile nei ricordi della gente, ma è esemplare perché riesce a spiegare come stanno le cose ora. Tutto era già lì, bastava solo ragionare. Tra l'altro, penso che in notturna periodicamente vada ancora in onda, come in una sorta di autocelebrazione del Mediaset-pensiero.

Da piccolo io lo guardavo regolarmente ma (per fortuna) non ho subito danni. O almeno non me ne sono ancora reso conto. Penso che tanti altri in Italia non possano dire lo stesso, purtroppo.



07 giugno 2007

NO PASARAN

Dal blog Halkor apprendo una notizia semplicemente sconcertante, che mi lascia senza parole.
Pare che George Becali, il presidente della squadra di calcio romena Steaua Bucarest, abbia vietato ai tifosi della sua squadra di incitare i propri beniamini intonando We Will Rock You, celeberrima canzone dei Queen. E tutto questo solo perchè Freddie Mercury era gay.
Inoltre Becali ha annunciato che allo stadio verrà trasmessa solo musica religiosa e non musica satanica. Da non crederci.

Anche se è da un po' che fans dei Queen non dicono la loro su questo blog, li esorto a passare dalle parti del sito della Steaua (che è questo) e dire ciò che ne pensano.
Io intanto, nonostante continui a pensare che i Queen siano il gruppo più sopravvalutato della storia, alla faccia di Becali posto il video di We Will Rock You.


L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ALEXIA

Nonsischerzapiù ha capito l'importanza e l'influenza di Ice Mc su tutto ciò che è venuto in seguito, dal punto di vista musicale e non.
Ice Mc, che tra l'altro con Think About The Way è finito pure in una scena di Trainspotting. Roba carica di speranza, che allora sembrava innocua ma che si è dimostrata, almeno sotto certi aspetti, il simbolo di un'epoca. Suoni sempre uguali, tanta urgenza e voglia di cambiare il mondo pur avendo pochi mezzi a disposizione per farlo.
A perenne ricordo un favoloso video relativo ad un'esibizione alla tv slovena nel 1994, con un agghiacciante playback e il pubblico in studio che sembra infastidito. Ho addirittura l'impressione che la cantante che appare nel filmato non sia nemmeno Alexia. Alexia non è così alta.

06 giugno 2007

OLD SCHOOL vs. NEW SCHOOL

Riguardo al concerto dei Modest Mouse di lunedì sera dico solo alcune cose di sfuggita, visto che sto ancora elaborando il fatto di aver visto Johnny Marr per la prima volta nella mia vita. Sono cose che non capitano tutti i giorni, sono cose che ti segnano.
Inconvenienti tecnici a parte, i Modest Mouse hanno suonato benissimo e si sono confermati una band superba. I brani suonavano molto più aspri e spigolosi che su disco e sono riusciti a coinvolgere parecchio me e il resto dei presenti, regalando tantissime soddisfazioni.
Bella serata quindi, ma ho talmente rispetto di Johnny Marr che non dico nient'altro. Al suo cospetto mi sento inadeguato.

05 giugno 2007

...AND JUSTICE FOR ALL

Mentre scopro che il suo blog si presenta in una nuova e sontuosa veste grafica, ecco qualcosa che potrebbe piacere anche a Don Spritz. E lo dico senza ironia, ma con la consapevolezza che i Justice potrebbero piacere davvero a tutti.

Nonostante la copertina del loro disco possa trarre in inganno, i Justice non sono satanisti e non suonano metal, ma semplicemente fanno musica che altro non è che un favoloso tributo ai tre immensi dischi dei Daft Punk. Il momento in cui in Phantom pt. 2 entrano gli archi è da lacrime di gioia, ma tutto il disco è roba geniale e di gran classe, che testimonia ancora una volta l'enorme importanza che Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo hanno avuto sul resto dell'umanità.
L'influenza è palese ma i Justice riescono a suonare freschi e personali, ed un pezzo come D.A.N.C.E sta giusto lì a dimostrarlo. C'è chi l'ha definita la Gam Gam del nuovo millennio, io preferirei definirla una stupenda paraculata, ideale per rendere solari le giornate più scure. Proprio come Gam Gam, che ha però in sovrappiù quella patina di incoscienza tipica degli anni novanta.
In pratica, tanto per parlare chiaro e non usare giri di parole, D.A.N.C.E è molto meno truzza di Gam Gam, ma l'effetto finale è lo stesso. Buon divertimento.

04 giugno 2007

CASSA DRITTA E PEDALARE

Il dato di fatto è che gli Hot Chip sanno come far muovere la gente, anche se dal punto di vista estetico sono letteralmente impresentabili. Essere nerd non è una colpa, però da gente così mai e poi mai ti aspetteresti un concerto come quello che ho visto sabato scorso. Li vedi in faccia e ti chiedi come possano tirare fuori roba del genere. Grandissimi.
Già prima del concerto all'interno dell'Estragon si respirava l'aria del grande evento, e l'impazienza di vederli entrare era palpabile. E poi sono arrivati, tra l'ilarità generale. Per rendere l'idea, uno di loro, per tratti somatici e stazza fisica, assomigliava in maniera inquietante al Barone Andrea Lo Cicero, il pilone della nazionale italiana di rugby, ma sfoderava una agghiacciante maglietta degli Iron Maiden. Quando l'ho visto neanche ci credevo. Un altro aveva addirittura una canotta Nike Air che nemmeno nel 1992, mentre quello che finiva per risultare il più decente del lotto sembrava Dj Jad degli Articolo 31 in versione pre-calvizie, ma aveva una camicia a fiori acquistata con ogni probabilità all'Uba Uba[*]. Complimenti per la scelta.
Considerazioni estetiche a parte, gli Hot Chip si sono presentati sul palco in cinque, armati di una chitarra, percussioni, drum machine e di un plotone di sintetizzatori e hanno dato vita ad un concerto estremamente fisico, che è sembrato un dj set per l'attitudine con cui hanno proposto i brani. Un unico flusso con rarissime pause per scambiarsi gli strumenti, strutturato con il chiaro intento di fare muovere il culo al pubblico, che ha prontamente risposto. Sembrava di essere in discoteca, la cassa incalzava e la gente ballava divertita. Io personalmente non riuscivo a stare fermo e ho sudato le proverbiali sette camicie, completamente assorbito dalla loro musica, per definire la quale potrebbe essere comodamente utilizzato il temine martellone, direttamente dal Deejay Time. Hanno proposto quasi per intero l'ultimo (e fantastico) The Warning, assieme ad alcuni brani del precedente Coming On Strong, all'inedita My Piano e ad una straniante cover di Temptation dei New Order, che è stata la vera chicca della serata ed ha fatto saltare definitivamente tutti gli schemi. E' stato molto bello per me sentirmi mentre la cantavo a squarciagola, come se fosse il 1996 e Trainspotting fosse uscito l'altro ieri. Probabilmente in quei frangenti avevo assunto sembianze mostruose, ma non importa. E' stato un bellissimo momento.
Il concerto è finito troppo presto, e ne avrei voluto ancora. Ma purtroppo non è stato possibile, e forse è stato meglio così, perché altrimenti il tutto avrebbe finito per perdere la sua carica di spontaneità. Il gioco è bello quando dura poco, tanto per usare la solita frase fatta.


Due salti in pista e poi a casa, giusto in tempo per affrontare la solita insonnia post concerto. Grande stanchezza ma orecchie che fischiano e non si riesce a dormire. Finisco per stazionare davanti alla tv in cerca di qualcosa che mi faccia addormentare. Ghezzi a Fuori Orario stavolta non offre nulla di particolarmente psicotropo, e allora faccio zapping e finisco su La 9, nota emittente del nord-est che una volta offriva esilaranti sexy show e ora ha ripiegato su Quiz Show, che come dice il nome è un quiz a premi con telefonate da casa. Estenuanti dirette che vanno avanti tutta la notte, in cui il pubblico da casa deve indovinare la parola giusta a partire da lettere sparse in disordine su uno schermo in studio. Un gioco in cui si vincono ricchi premi e per partecipare si deve telefonare e sperare di essere estratti, ma soprattutto si spendono 15 euro a chiamata e si acquisisce il diritto a ricevere loghi e suonerie sul cellulare. Le parole sono facili e banali ma la gente che telefona da casa non indovina mai, o al massimo indovina quando la posta in gioco è passata da 4000 euro ad una ricarica del cellulare. L'Italia è anche fatta di cose come questa.
Sono assai perplesso ma me la rido di gusto, e finalmente vado a letto soddisfatto. Ho appurato che Quiz Show è un programma chill out. Mai fare senza.

[*] Uba Uba: grande magazzino di abbigliamento in auge a Ferrara nella prima metà degli anni novanta, famoso per vendere a prezzi molto economici capi di dubbio gusto (e molto spesso di scarsa qualità), caratterizzati da colori sgargianti e dalle fantasie francamente improponibili. Finiti gli anni novanta, è finita anche l'epopea dell'Uba Uba, ed ora al suo posto sorge una sala Bingo. É il segno dei tempi.

02 giugno 2007

DANCING IN THE MOONLIGHT

A Ferrara Sotto Le Stelle il 17 Luglio suona Bright Eyes (o i Bright Eyes? Non ho mai capito se sia una band vera e propria o una one man band, ma fa lo stesso), e per giunta gratis. E io non me lo perdo, perché ritengo che Conor Oberst sia veramente bravo. Può piacere o non piacere, ma almeno non lascia indifferenti perché ha talento e grande fantasia. Peccato solo che se la tiri un sacco, arrivando quasi a rendersi insopportabile. Ma pensando che i fantastici Desaparecidos erano un suo side project gli si perdona tutto.
E a questo punto la memoria non può non correre a quando lo vidi live sempre a Ferrara nel luglio 2005. Il concerto fu impeccabile, ma il vero clou della serata fu il gruppo che suonò prima di lui, che rispondeva al nome di The Faint. Non li conoscevo per nulla, e sono stati una bellissima sorpresa. Del tipo sono passato dalla perplessità iniziale al finire a braccia alzate, quasi in estasi. Dei tamarri, ma talmente tamarri da risultare splendidi. Qualcosa come dance bella pestona, con suoni di synth acidissimi che sembrano di scarto ma ti entrano nel cervello e fanno danni notevoli. Chitarra basso e batteria chirurgici, voce spesso effettata. Qua e là spunta addirittura un vocoder, ed è l'apoteosi. Roba che può spaventare, roba da ballare dall'inizio alla fine.
Spero che anche quest'anno ci sia la sopresa e Conor Oberst porti con sé ancora una volta i Faint. Un gruppo che mi piace molto, e che trovo sia troppo ingiustamente sottovalutato. Meriterebbero di più, ed in un mondo migliore dovrebbero esserci loro al posto dei Klaxons.
Provare per credere:
The Faint - I Disappear
The Faint - Agenda Suicide
The Faint - Worked Up So Sexual
e quello che potrebbe essere considerato il loro inno, la fantasmagorica
The Faint - Glass Danse