18 luglio 2007

MA IN DEFINITIVA: DOV'E' LA LEGNA?

Mi sa tanto che il bassista che ieri sera accompagnava Conor Oberst fosse Todd Fink dei Faint. Mi sembrava proprio lui, ma se così non fosse almeno mi piace pensarlo.
Io avrei voluto sentire ancora i Faint come spalla dei Bright Eyes ma mi sono dovuto accontentare di Jaymay (chitarra acustica e voce, senza infamia e senza lode). Va bene così. Complessivamente è stato un bel concerto, non tutto mi ha convinto ma i momenti belli sono stati proprio belli. Conor Oberst rimane un bel po' sborone ma ieri sera sembrava più umano, quasi intimidito. Probabilmente è merito delle tante lattine di Birra Moretti che si è scolato durante l'esibizione. Rispetto all'ultima volta che l'ho visto si è fatto crescere i capelli ed sembra pure ingrassato un bel po'.

Bella la musica anche se l'inizio non è stato dei più convincenti, bella l'idea di decorare il palco con i fiori e lanciarli tra il pubblico, bello il fatto di presentarsi di bianco vestiti.
E qui una domanda sorge spontanea: visto che c'era un caldo atroce, come faceva Todd Fink a continuare ad indossare imperterrito la sua (notevole) felpa bianca? Me lo chiederò per almeno un paio di giorni, credo.
Io con un caldo del genere sarei svenuto. Lui però sul palco beveva Stella Artois, e forse questo spiega tutto.

8 commenti:

20nd ha detto...

Eggia'. Sembra che la Stella spopoli fra i rockers :)

Anonimo ha detto...

D'accordo! Anche se in realtà io ho preferito più la prima parte che la seconda. Bis escluso, che è stato ottimo per me.

giac ha detto...

Non resisto e mi faccio dei nemici: per me - come sai - un gran brutto concerto.
L'uomo continua ad essere un esaltato e lo dimostra fin dal primo momento, portando sul palco almeno sei-sette musicisti biancovestiti di troppo. In pratica erano in 12 ma suonavano come 4. Anche perchè probabilmente è troppo arrogante per chiedere aiuto ad un orchestratore (come fan tutti, anche quelli piu' bravi di lui) e quindi c'eran 4 archi e 2 fiati che facevano lunghe note singole che sarebbe stato piu' utile mio cuggino col kazu'. Poi i pezzi son sempre quel pochetto che sono. Con quelli piu' country che continuano a venirgli meglio del resto. Sui testi adolescenziali preferisco direttamente sorvolare, anche perchè tanto trovo non funzioni tutto il resto, dunque inutile preoccuparsi.
E proprio perchè Oberst tira fuori il mio lato peggiore: devo dire che anche il pubblico mi sembrava decisamente meno competente del solito (ho sentito commenti "tecnici" agghiaccianti).
In definitiva davvero non capisco chi ha avuto l'idea di invitarli di nuovo a distanza di così poco tempo, ma va bene, ogni tanto serve anche vedere un brutto concerto, per apprezzare quelli belli.

giac ha detto...

ah, però ti ho visto tentare di fare "la legna" lo stesso!

accento svedese ha detto...

@ zonda: effettivamente è una birra di classe... :)

@ danco: bis ottimo, prima parte veramente buona poi è sopraggiunto un certo effetto noia. Più o meno i pezzi si somigliavano tutti, quindi è ovvio che ci si finisca per annoiare.

@ giac: storica la frase "è mezz'ora che vorrei essere altrove". L'uomo è esaltato ma ha del talento, anche se non è il salvatore del rock come più o meno viene descritto in America.
Il problema è che il talento lo usa per fare sempre le stesse cose. Sull'orchestra concordo: ha scelto di farsi accompagnare dagli archi, ma anche con questi fa sempre le stesse cose. E' un suo limite, non c'è dubbio. I commenti tecnici agghiaccianti probabilmente erano i miei! Da uno che tenta di fare la legna ad un concerto del genere ci si può aspettare anche questo. :D
L'idea di invitarli è stata dello stesso Oberst: pare che abbia insistito lui stesso per tornare a suonare a Ferrara, incantato dalla bellezza della città. Sapeva di essere in Italia in questo periodo e ha voluto tornare. In fondo ha fatto bene. :D

Anonimo ha detto...

Sei sempre sul pezzo, grande!

accento svedese ha detto...

Thanks! ;)

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.