20 marzo 2007

SEMPRE LORO, ANCHE SE DI MANIERA

Mi sono avvicinato a Pocket Symphony con molta diffidenza ed estrema cautela. Non ne avevo sentito parlare granchè bene in giro e le recensioni erano state parecchio dure con questo disco. Ho ascoltato, ho studiato a fondo, e devo dire che agli Air è riuscito un disco migliore del previsto. Non sarà il loro miglior disco in assoluto, ma non è nemmeno poi così tanto male. L'unico piccolo, grande difetto del disco è uno solo: è troppo uniforme, troppo piatto e monocorde. E' fatto con gran classe, è rilassante e ci sono bellissimi pezzi, ma l'insieme risulta troppo omogeneo perchè manca quel qualcosa che in grado di spezzare il ritmo. In sostanza, manca il colpo a sorpresa come poteva essere Kelly Watch The Stars in Moon Safari.
Già, Moon Safari. Il problema sta proprio qui. Un disco talmente perfetto da non sembrare vero, che all'uscita fece gridare al miracolo e ancora oggi è in grado di dire la sua. Uno dei miei dischi preferiti di sempre, tra l'altro. Provo per lui un affetto particolare.
Pur confezionando grandissimi album in seguito, non sono più riusciti a raggiungere i fasti di Moon Safari. Gli Air inseguono da sempre l'utopia di scrivere il disco pop perfetto e vengono condizionati da questo desiderio, finendo per autolimitarsi e non sfruttare appieno le loro grandi potenzialità. In realtà, il disco perfetto l'hanno già scritto. E' Moon Safari, per l'appunto. Non si può chieder loro di più. Il brutto per loro è che un disco così fungerà sempre da termine di paragone, ed ogni loro nuova uscita verrà confrontata con questo, e ne uscirà sconfitta.
Un disco come Pocket Symphony non raggiunge assolutamente quelle vette, ma merita però la sufficienza piena. Un disco un tantino di maniera, in cui c'è molto mestiere ma che ha grande eleganza, cura per il particolare e trova soluzioni che tanti altri musicisti si sognano. Un disco che dimostra almeno che hanno ancora qualcosa da dire e sono ancora vivi.
Infine, una nota a margine: non hanno mai brillato per la grafica delle copertine, ma quella di Pocket Symphony è letteralmente inguardabile.

10 commenti:

20nd ha detto...

Soffrono della setessa malattia di Cornelius. Hanno dato. Pero' noi continuiamo a crederci

Anonimo ha detto...

Aggiungo: se la copertina é inguardabile dalla foto, io l'ho vista nei negozi di dischi. E l'effetto é se possibile peggiore :)

Sull'album, l'ho ascoltato talmente poco e distrattamente che non posso ancora esprimermi (salvo il fatto che continuano a fare una delle più rilassanti musiche di sottofondo). Certo, il fatto che non abbia attirato la mia attenzine qualcosa vorrà dire...

Tony ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Tony ha detto...

Io non li ho mai amati granchè: troppo soft e sofisticati da risultare soporiferi,
anche se "sexy boy" era di una bellezza intrigante così come la raffinata "kelly watch the stars").
Ti confesso che non ho molta voglia di ascoltare "pocket symphony", con tutta la musica che ho da ascoltare
(ad esempio i 10 dischi che consigliavi qui) devo fare delle scelte e
non ci penso un attimo a sacrificare gli AIR... ;)

accento svedese ha detto...

@ zonda: esatto. Io credo ancora che possano fare un disco superiore a Moon Safari. Le potenzialità le hanno tutte.

@ disorder: la copertina invoglia a non comprare il disco e a boicottarlo in tutte le maniere possibili. Sul disco hai colto un aspetto fondamentale del disco: ottimo sottofondo, che si ascolta facendo qualcos'altro. Non sono in grado di concentrarmi completamente sull'ascolto, mentre lo affronto. :D

@ tony: Sexy Boy è un pezzo da paura. Io li ho visti live e con Sexy Boy ti assicuro che si balla un sacco. :) Se devi proprio ascoltare qualcosa degli Air, fermati a Moon Safari (non è poi così soporifero) e poi buttati sugli altri dischi consigliati che ne vale la pena! :D

Anonimo ha detto...

Provato Au Revoir Simone?

accento svedese ha detto...

Voglio provare... ho l'impressione che mi piaceranno. Nelle recensioni ho sentito volare il nome Stereolab, e quando sento Stereolab io drizzo le antenne, è più forte di me! :D

duccio ha detto...

il 25 Marzo dovrebbero essere qui a Milano mi pare.
Il nuovo non l'ho ancora ascoltato, ma sai come la penso. E' un ritornello costante: "si, però non è come l'altro che hanno fatto"...
spesso è vero, per carità, ma siamo sicuri che il problema sia sempre nei musicisti e non in chi ascolta? il pubblico difficilmente riesce a accettare evoluzioni e cambiamenti, soprattutto quando ha amato particolarmente un album.
io credo che sia sbagliato fare paragoni. Ogni album va valutato in se. Senza condizionamenti. Ti migliara la vita musicale ;)
e poi non è che se l'album nuovo a mio parere non è perfetto , questo rovina lo "stato di servizio" dell'artista! :-D
ciao ;)

20nd ha detto...

@ Federico: Basta vedere cosa riescono a regalarci quando si mettono a produrre dischi di altri colleghi. Non azzardiamoci ad accostare gli Au Revoire con gli intoccabili Stereolab!

@ Bardamu: Non e' che hanno fatto un lavoro nuovo. E' semplicemente che si sente che non c'e' sostanza. Pero' non e' un brutto album.

accento svedese ha detto...

@ bardamu: effettivamente io ci cado molto spesso in questa storia del nuovo disco che non è come i precedenti, come ben sai. ;) forse è proprio questione di ascoltatore, non di musicisti. E' logico che i musicisti si evolvano e facciano dischi diversi dai precedenti, non avrebbe senso fare sempre lo stesso disco per accontentare i fan. Ogni disco è la fotografia di un determinato momento artistico nella vita di un musicista. Solo gli musicisti plastificati fanno sempre le stesse cose. Il musicista che compone un prodotto, non un disco. In sostanza chi vuole soldi a tutti i costi.
Altrettanto logico infatti è che un ascoltatore che ha gradito un disco ne voglia che il successivo sia identico. Per mantenere il successo, un musicista tende a seguire la regola del "disco identico, o che suoni almeno molto simile". Minimo rischio, massimo guadagno. Uno come Pierò Pelù (e mi spaventa averlo citato) uscito dai Litfiba ha fatto 4 dischi uguali, che suonano a loro volta come il suo vecchio gruppo. E ad ogni disco tanto per tirarsela annuncia cambiamenti che poi non si verificano.
Tanto di cappello per chi rischia e fa dischi radicalemente diversi dai precedenti. Farei così pure io. Io che sono pignolo però rimpiango quando un disco è un capolavoro e i successivi non mantengono le aspettative. Ma questo vale solo per i dischi a cui tengo particolarmente.

@ zonda: sentirò gli Au Revoire Simone, credo che il paragone con gli Stereolab sia puramente indicativo. Gli Stereolab sono inimitabili, anche se i Broadcast ci sono andati molto vicini! :D
Gli Air a questo punto si devono buttare sulle collaborazioni, hanno ancora tanto da dare. Pocket Symphony è un bel disco, ma mi sono reso conto che per farlo gli Air hanno preso i momenti più belli dei loro vecchi dischi e li hanno amalgamati e rielaborati.