
Nel 2007 purtroppo esistono ancora musicisti che pur partendo da generi totalmente diversi si ispirano più o meno dichiaratamente ai
Queen (vedi i
pagliacceschi My Chemical Romance o Mika). Il risultato è grottesco, ma mi spinge a fare un paio di riflessioni sulla reale importanza del gruppo inglese. Parlare male dei Queen è come bestemmiare in chiesa. Per alcuni un sacrilegio, per altri un
atto dovuto. Io semplicemente non vado in chiesa ma non ho grande simpatia per loro. Ritengo infatti che siano il gruppo più sopravvalutato della storia, anche se
in passato avrei detto Oasis. Non ho mai capito il perchè del loro grande successo e, soprattutto, del loro grande seguito di di fan devoti a prescindere che perdura tutt'ora.
Generalmente, chi è fan dei Queen non accetta assolutamente che si parli male della band in questione. Ne fa una questione di principio. E' pronto a difendere i propri idoli a tutti i costi, e, se contraddetto, si
incazza parecchio. Mi è capitato di avere interminabili discussioni con soggetti di questo tipo per aver osato mettere in dubbio la bravura chitarristica di Brian May, ad esempio. Credo di aver seriamente rischiato di perdere delle amicizie, e di averle salvate solo per un pelo obbligandomi a mentire sulle
virtù di questa band. Lo so, è un po' squallido. Ma l'amicizia viene prima di tutto.
Il più delle volte, il loro fan è la classica persona che compra (
se va bene) un disco all'anno o, peggio, nella vita ha ascoltato solo la suddetta band. Sia chiaro, non dico assolutamente che essere fan dei Queen equivalga per forza ad essere così. Ci sono persone che oltre ai Queen apprezzano tante altre band e tanti altri generi, ma generalmente il fan dei Queen vive solo per loro e non riconosce il resto. E soprattutto, non riesce a riconoscere gli evidenti difetti della band inglese.
I Queen purtroppo li conosco bene, avendo avuto una breve
passioncella per loro ai tempi delle scuole medie. Chi, almeno una volta nella vita, non ha mai avuto un'infatuazione per loro? Il problema è che per molta gente l'infatuazione continua, sempre e comunque. Un chitarrista mediocre, che fa sempre lo stesso, medesimo, assolo, con in sovrappiù gli zoccoli e capelli improponibili. Un bassista che non si sente, e che, l'unica volta che riesce a fare qualcosa di buono, lo prende di peso da Good Times degli Chic (il giro di passo di Another One Bites The Dust è ai limiti del plagio). Un batterista che sa tenere un unico tempo, tanto da utilizzare praticamente lo stesso schema ritmico in ogni brano. E poi lui,
Freddie Mercury.
Massimo rispetto per il personaggio, coraggioso e trasgressivo, una mosca bianca nell'Inghilterra di Margaret Thatcher. Ma come musicista proprio non comprendo quest'aura di fanatismo che lo ha sempre circondato, che lo circonda e che, probabilmente, sempre lo circonderà. Le soluzioni vocali più kitsch che io abbia mai udito le ho sentite proprio da lui. Tamarro, ma a livelli perfino
imbarazzanti. Ogni volta che risento qualcosa della sua band mi chiedo sempre come una mente umana possa aver concepito cose del genere. Ma forse, sono io a non capire.
Rispetto chi riesce a cogliere aspetti positivi nella band inglese e trova il modo di apprezzarla musicalmente. Tanto di cappello, perchè probabilmente ha maggior apertura mentale di me. Io proprio non ce la faccio. Rispetto anche chi vede in Freddie Mercury un simbolo per il suo essere riuscito a farcela in barba alla mentalità puritana e benpensante. Ma provo lo stesso a fornire una mia ipotesi sul motivo del seguito irriducibile che ha questa band. Ho infatti da sempre il tragico sospetto che la maggior parte di chi ascolta i Queen lo faccia più perchè fa molto "
trasgressivo e dannato" che non perchè apprezza realmente le caratteristiche della band. Più per darsi un tono che per il resto. Una moda che va avanti da tanto tempo, soprattutto da quando è morto Mercury. Ed è una moda parecchio triste.