Non ci posso credere: sono riuscito nell'impresa di seguire un concerto stando comodamente steso su di un puff (chiamiamolo così, anche se tecnicamente non era un puff perché su di un puff ti puoi sedere ma non stenderti – ecco, quello su cui mi sono steso era un letto fatto dello stesso materiale di un puff) (e poi tecnicamente quello che ho seguito non era un concerto – o forse sì, devo ancora capirlo) mentre i bassi fungevano da decisivo aiuto alla mia digestione resa difficoltosa dallo stressante tragitto a piedi ufficio / negozi del centro di Bologna / parcheggio sotterraneo / negozi di via Indipendenza / Libreria Coop Ambasciatori / Palazzo Re Enzo, tutto senza tornare a casa a fare una doccia tonificante.
E che concerto, poi! King Midas Sound al Robot Festival, Palazzo Re Enzo, Bologna. Tipo, il progetto dubstep (definizione troppo riduttiva, cazzo quanto mi fanno schifo 'ste etichette messe lì così solo per poter parlare di un disco o di un progetto musicale) di Kevin Martin in una suggestiva location del XIII secolo (l'ho appreso leggendolo su Wikipedia – ho fatto ragioneria, non il liceo artistico). È stato un massacro sonoro, dati i volumi sembrava di essere ad un concerto dei Dinosaur Jr. o dei My Bloody Valentine solo che erano solo ed esclusivamente basse frequenze, di quelle che fanno tremare i lampadari dei palazzi antichi e ti inchiodano al puff dove sei steso perché vibrano le pareti ed il pavimento. A poca distanza da me c'era una ragazza incinta e ad un certo punto ho iniziato a temere che partorisse anzitempo, ma tutto è filato liscio ed la performance dei King Midas Sound è stata di quelle che ti ricorderai a lungo e racconterai agli amici del bar per farli rosicare d'invidia (ammesso che sappiano chi siano i King Midas Sound, ma questo è un altro discorso tipico di una certa sinistra elitaria che poi perde le elezioni perché si divide e si fa troppe seghe mentali). Ed oltretutto al Robot Festival c'era gente cool e non fricchettoni del cazzo con lo zaino Invicta, i baggy pants a righe, la canotta & le ascelle che impestano l'aria, c'era gente da venerdì sera – infatti i King Midas Sound si esibivano di venerdì sera alle ore 23:00 – il che non è mai male quando si tratta di eventi musicali di un certo spessore. Esperienza da ripetere assolutamente.
Oltre ai King Midas Sound ci sono state altre esibizioni di rilievo nelle altre sale del palazzo, ma io non ricordo più nulla perché ero ancora in ecstasy dopo aver pasteggiato con un favoloso cous cous vegetariano alla Libreria Coop Ambasciatori, una vera e propria delizia che vorresti non finisse mai ma poi ad un certo punto come tutte le cose belle finisce ed allora tu devi terminare la cena con un tiramisù da urlo che ti lascia definitivamente ed irrimediabilmente senza parole. Nel cous cous vegetariano c'erano peperoni gialli e rossi, carote a dadini, valeriana, pomodori e forse zucchine (ma non ne sono sicuro perché erano finemente tritate) ed è stata un'esperienza di quelle che ti ricorderai a lungo e racconterai agli amici del bar per farli rosicare d'invidia (sempre che i tuoi amici non siano delle merdacce leghiste che non mangiano cous cous perché è una pietanza araba ed allora ripiegano su polenta e osei, polenta taragna, grappa distillata clandestinamente nella Val Brembana, pesce pescato di frodo a Chioggia, pesce pescato da Frodo a Chioggia, arroganza tipica dei peggiori esponenti del fronte lombardo-veneto, lingue felpate, miraggi). Se potessi mi trasferirei a vivere in quella libreria, si mangia troppo bene ed hanno qualsiasi libro io voglia. Ma non sono un libro e nemmeno un libraio, purtroppo.
E dopo una serata del genere tornare alla macchina e ripartire per andare a casa non è mai stato così piacevole, sopratutto con i Lost Souls dei Doves in sottofondo. Ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire, così come non sto a dire che Lost Souls è un disco della madonna e che i Doves sono un gruppo troppo sottovalutato che meriterebbe di stare al posto dei Coldplay o dei Muse. Se solo fossero esteticamente piacenti, se solo non si fossero giocati la loro dose di fortuna quando hanno fatto il botto come Sub Sub, se solo il mondo della musica non fosse così subdolo e nello stesso tempo spietato. Chris Martin è un culattone raccomandato da Gwyneth Paltrow, i Doves no. Questa è la differenza, anche se credo che a Kevin Martin e ai suoi King Midas Sound System non gliene importi un granché.
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