28 novembre 2009

IL SIGNORE DEGLI ANELLI VAGINALI ANTICONCEZIONALI


È stato più forte di me, ci sono cascato: ho acquistato in numero di Rolling Stone con in copertina Berlusconi rockstar dell'anno ed ho pure provato a leggerlo.

Non volevo farlo, ma quando una sera guardano la tv mi sono imbattuto nel ministro Angelino Alfano ed ho capito che esteticamente è identico a Gollum de Il Signore degli Anelli ho immediatamente avvertito l'esigenza di capire perché questo attempato signore con i capelli finti, il cerone, la panza prominente, i rialzi nelle scarpe e svariati complessi di inferiorità che ne condizionano l'operato venga:

  • idolatrato visceralmente da coloro che stanno dalla sua parte

  • schifato visceralmente da coloro che stanno dalla parte avversa

  • ignorato visceralmente da coloro che hanno il coraggio di ignorarlo

senza che nessuna di queste tre posizioni riesca a comprendere e ad accettare pienamente le ragioni delle altre due.

Non ho capito nulla, ma è stato bello provarci. In compenso, fermo restando il fatto che Berlusconi è un'icona pop perché riesce a suscitare nella gggente sensazioni forti ed inequivocabili (che siano amore, odio o grassa indifferenza), ho raggiunto altre (e più alte) consapevolezze.

Se Rolling Stone cercava di farsi della sana pubblicità con una sana provocazione ce l'ha fatta alla grande. Ha fatto parlare di sé, ha venduto molte più copie del solito, è riuscito a risultare interessante e (forse) ha trovato un nuovo lettore nel sottoscritto. Bello il pezzo di Pistolini, belli altri pezzi che non c'entrano nulla con il soggetto che si trova in copertina, bello il rapporto qualità/prezzo, bella la carta utilizzata dal magazine. Però la provocazione copertina + Silvio Berlusconi + rockstar dell'anno (con contorno di Barack Obama e Papa Ratzinger rispettivamente al secondo e terzo posto in questa speciale classifica di fine anno) alla prova dei fatti si è rivelata del tutto innocua. Non graffia come dovrebbe, risulta piuttosto deboluccia e forzata (aggiungerei anche che sembra quasi fatta per far parlare di sé e vendere più copie, ma preferisco credere alla buona fede della rivista in questione).

Non ci siamo proprio, le vere provocazioni sono altre. Tipo chiamare un gruppo musicale “i Kennedy Morti” e rischiare la vita suonando in giro per l'America, tipo avere il fegato di mettere in copertina nel 2009 Claudio Baglioni, un uomo che ormai è stato bandito da tutte le linee aeree del pianeta perché ha si è regalato talmente tanti interventi di chirurgia plastica da essersi tramutato in materiale infiammabile (e come tale non in linea con le severe disposizioni sulla sicurezza aerea post-11 settembre). Vanity Fair ce l'ha fatta, lo ha anche intervistato utilizzando come scusa ufficiale l'uscita del suo nuovo album (che poi è l'ennesima riedizione di Questo piccolo grande amore, questa volta riveduto e corretto con il contributo di ben 70 musicisti famosi) e già che c'era ha intervistato pure la salma di Liam Gallagher degli Oasis (che osa ancora fare proclami da rockstar in nome di un passato che purtroppo per lui non tornerà mai più) e – ciliegina sulla torta – addirittura Andrea Pezzi, un grande uomo che a quanto pare ha perso il lume della ragione per colpa di una pseudo-setta religiosa(?) ed ha cercato di ritrovarlo scrivendo un libro. Questo si chiama rischiare davvero, altroché mettere in copertina di un mensile musicale un disegno che più che un disegno sembra il necrologio di Silvio Berlusconi in persona.

4 commenti:

PB ha detto...

ho trovato il tuo regali di natale

http://www.booksblog.it/post/5517/fuori-programma-sfide-e-metodi-di-andrea-pezzi?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+booksblog%2Fit+%28booksblog%29

ciao

PB

Anonimo ha detto...

"Berlusconi è un'icona pop perché riesce a suscitare nella gggente sensazioni forti ed inequivocabili (che siano amore, odio o grassa indifferenza)"
Tutti ormai hanno scritto post sulla vicenda Berlusconi-Rolling Stone, ma come al solito tu sei stato quello che ha detto le cose più intelligenti. Bravo.

Alex ha detto...

eh...vallo a sapere il perche' ma se ne deve parlare in continuazione. E' un capolavoro di marketing e un danno per l'Italia (sebbene gli italiani continuino a sceglierlo).
Non gli auguro niente di male pero' e, anzi, spero che viva altri 100 anni. Facile sperare che vada in pensione o meglio che muoia; il difficile e' vedere se ci arrivano da soli gli italiani al concetto di liberta' e sano liberalismo. Pero' mi sa che facciamo prima ad aspettare altri 100 anni...

accento svedese ha detto...

@ PB: non riesco a vedere il link, ma se è il libro di Andrea Pezzi ti dico solo che sto pensando di comprarlo sul serio...

@ anonimo: Ti ringrazio,davvero.

@ alex: Berlusconi è la proiezione degli italiani. Sono gli italiani a dover cambiare, lui è solo il risultato della cultura che impera in Italia.