17 agosto 2009

FRATELLI DI RAGLIA


L'odierna edizione delle dodici e trenta di Studio Aperto è stata una visione mistica.
Prima un maestoso servizio sull'inno italiano con relativa intervista in spiaggia a bagnanti costretti dal giornalista con la forza a cantarlo (per la cronaca, nessuno lo conosceva – come vuole la Lega), poi un servizio su una malata di SLA guarita dopo un pellegrinaggio a Lourdes (per la cronaca, la Chiesa ufficialmente è contro l'eutanasia e preferisce nascondere la testa sotto la sabbia negando i funerali religiosi a Piergiorgio Welby invece di impegnarsi affinché venga rispettata la volontà dei malati terminali – ed allora è meglio credere nei miracoli). In poche parole, due nemmeno tanto velate marchette ai soggetti che tengono in piedi il governo Berlusconi sparate nell'etere nel giro di mezz'ora (che poi i due servizi in questione sono andati in onda uno di seguito all'altro, quindi tanto vale dire “due nemmeno tanto velate marchette ai soggetti che tengono in piedi il governo Berlusconi sparate nell'etere nel giro di pochi istanti”). Un record mondiale, nemmeno l'eroina è così dannosa.
Ci sono arrivato: è molto più salutare far vedere un film porno ad orario pasti piuttosto che far vedere Studio Aperto, una sbobba informe e maleodorante che in troppi si ostinano a chiamare ancora telegiornale.

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