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28 agosto 2009

MA LIBERACI DAL MARE, AMEN

Mai era accaduto che da uno spot nascesse addirittura una band con un singolo già pubblicato dalla Sugar di Caterina Caselli. Mai era accaduto che uno spot televisivo a puntate mi facesse talmente incazzare da costringermi a caricare il televisore sul tetto della macchina lanciandomi a tutta velocità sulla Romea sperando di perdere il suddetto televisore lungo il tragitto. Mai era accaduto che affermassi in maniera convinta che Caterina Caselli andrebbe privata dei diritti civili e politici per aver pubblicato un singolo della Tband, la band virtuale che anima la serie di spot TIM girati da Gabriele Muccino nella suggestiva location balneare di Porto Viro (RO).

Non vedo l'ora che l'estate finisca per scoprire se qualcuno della band riuscirà a portarsi a letto Fiammetta, la tastierista bionda entrata nella Tband dopo essere stata raccolta per strada ed imbottita di pillole colorate. Dovranno farla bere o farà tutto di sua spontanea volontà? Verrà praticato il salto della quaglia come vuole la Chiesa Cattolica oppure resterà incinta e dopo nove mesi partorirà un telefonino di ultima generazione? E chi sarà il fortunato padre dello splendido bebè? Sarà Alan Cappelli che è stato pure ad Amici, sogna di diventare famoso grazie ad uno spot televisivo come è successo in passato a Stefano Accorsi, vorrebbe recitare in un film di Muccino e suona la batteria? O forse Marco Velluti che è il cantante e leader della band, ha il cappello in testa, è deluso dai partiti di destra e sinistra e (copio a caso dal Venerdì di Repubblica - come poi ho fatto finora per scrivere a caso questo pezzo) ha paura di questo clima di razzismo che stiamo vivendo perché tende ad annullare tutte le diversità culturali che sono alla base della convivenza civile e della creazione artistica? O magari sarà Luca Palmieri, metallaro duro, sex symbol della band (metallaro e sex symbol, praticamente il Palmieri è un ossimoro vivente), fidanzato da tre anni, milanese con madre eritrea che studia pianoforte dall'età di dieci anni ma intanto nel gruppo suona il basso ed qualche tempo fa ha fatto parte del gruppo che ha accompagnato Anngun sul palco al Festivalbar? Restiamo in attesa di vedere come andrà a finire, milioni di ragazzi italiani stanno attendendo la conclusione di questa avvincente storia.

Secondo me in realtà non vedremo mai il finale perché durante il concerto d'addio della TBand qualcuno irromperà sul palco sparando all'impazzata come avvenne anni fa mentre suonava il gruppo del povero Dimebag Darrel (R.I.P. e scusami se ho accostato la tua eroica figura a questi quattro mentecatti – cinque contando anche quel perdente di Muccino e sei contando anche la Caselli – ma serviva a rendere meglio l'idea e a rafforzare il tutto), e mattanza sarà.

Alt, fermiamoci un attimo e ragioniamo. Queste sono solo supposizioni, sono solo la bagattella di un momento. Mica è la verità assoluta, mica deve succedere sul serio. Anzi, speriamo che non capiti mai nulla di brutto alla Tband perché altrimenti la polizia postale mi rintraccia, io finisco al gabbio pur essendo assolutamente innocente ed i Radicali devono compiere atti di disobbedienza civile per difendere i miei diritti e per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo all'ingiusta ed immotivata carcerazione di un innocente. Sono un pacifista, io.

24 luglio 2009

COME UNA SPEDIZIONE PUNITIVA A CASA DELL'INSOPPORTABILE PSEUDO-GRUPPO MUSICALE PROTAGONISTA DELL'ALTRETTANTO INSOPPORTABILE PUBBLICITÀ DELLA TIM


Tra dieci anni la gente si ricorderà ancora della Ed Banger e della musica che viene spacciata da questa (a dire il vero nobile) etichetta discografica? Dico, se dopo dieci anni la gente che sa ricorda ancora con profonda emozione i travolgenti esordi dei Basement Jaxx ed i Basement Jaxx sono ancora a livello stellare, accadrà lo stesso anche per le produzioni della Ed Banger? Ai posteri l'ardua sentenza, però intanto il dubbio rimane. Ed io, che ho scoperto i Massimo Volume con quattordici anni anni di ritardo rispetto a quando avevano qualcosa da dire perché quattordici anni fa avevo solo sei anni ed avevo appena imparato a leggere e a scrivere (o forse sedici, ventisei, trentasei, quarantasei oppure cinquantasei anni, tanto invertendo l'ordine degli addendi chimici il risultato non cambia), non posso che essere sensibile a tematiche del genere. Il dubbio nobilita l'uomo ma lo rende simile ad una bestia, Paolo Del Debbio nobilita molto meno l'uomo perché a modo suo è una bestia ed anche se non c'entra nulla era bello partire così, con arroganza.

Dubbio o Del Debbio, il dato di fatto è che gli Animal Collective e i Tv On The Radio a Ferrara hanno spaccato, ed io devo ancora riprendermi pienamente nonostante siano passate molte ore (o molti giorni, visto che ho perso la cognizione del tempo, dello spazio e della profondità). Scene di vita vissuta, attimi che non ti scorderai tanto facilmente, momenti che per molto tempo racconterai a gente del tutto incredula: si fa presto ad usare frasi fatte per descrivere uno spettacolo del genere, ed allora usiamole, che non fa mai male. E per completare il tutto e rendere più credibli certe affermazioni diamo anche libero sfogo a tante cose ma soprattutto
all'autocitazione/autoreferenzialità/autoplagio/autoflagellazione:

  • Han suonato prima gli Animal Collective e poi i Tv On The Radio (e comunque a parti invertite avremmo ottenuto esattamente il medesimo risultato), ma è stato come se il concerto fosse un unico flusso capace di rubarti il cervello per alcune ore, utilizzarlo per non meglio precisati scopi e restituirtelo praticamente intatto alla fine di tutto.

  • Gli Animal Collective sembrano fuori di testa ma sono lucidissimi, sono una delle cose più pop che esistano pur essendo materiale molto ostico, ed a Ferrara han suonato per un'ora e mezza eppure avrebbero potuto suonare per altre tre ore e nessuno avrebbe avuto di che lamentarsi.

  • Strati sonori che si sovrappongono, si intrecciano, mutano, cambiano pelle quando meno te lo aspetti dando vita a qualcosa che solo in apparenza è radicalmente diverso dal punto di partenza. Armonie vocali che sembrano essere solo abbozzi di idee ben più complesse eppure funzionano, eccome se funzionano. Musica che sembra suonata assolutamente a caso eppure ha una sua logica, improvvisazioni che hanno come unico filo conduttore la voglia di sperimentare, osare, andare oltre.

  • Sintetizzatori alla muoio domani come Pantani.

  • E poi, i Tv On The Radio. Questi tre, quattro, cinque, sei ragazzi newyorkesi che, suonando una peculiarissima mistura in parti variabili di My Bloody Valentine, Prince, Peter Gabriel, soul, electro e oppioidi, stanno nel loro piccolo conquistando il mondo sono scesi a Ferrara e non hanno fatto prigionieri.

  • Mancava solo Ambulance per trasformare il set in un set definitivo, ma sarebbe stato chiedere troppo ad una serata di quelle che comunque le racconterai per molto tempo.

Siam partiti dal raccontare una serata e siamo arrivati al raccontare una serata. Il cerchio si chiude perfettamente, ed è chiaro che se dovessi scegliere dire quale tra i due gruppi è stato quello che ha spaccato di più direi senza esitazione “Animal Collective!”, ma è un dettaglio assolutamente di poco conto visto il livello eccelso del concerto. È solo questione di gusti personali, spero che i Tv On The Radio non se la prendano troppo. E magari spero che Paolo Del Debbio (uno dei principali strateghi dei Michael Jackson italiano) non se la prenda troppo.

Peccato solo aver perso David Byrne che suonava la sera successiva. Ero ancora perso nel limbo e non sono riuscito ad andare causa miei limiti psicofisici, non ce la facevo proprio. Succede. Alcuni miei informatori fidati mi hanno riferito che tra il folto pubblico c'era pure Marco Giusti, sarebbe stato doveroso andare anche solo per quello. Sarà per la prossima.