12 maggio 2009

SE FAI UN BEL RESPIRO, KARL BUECHNER TI FA VEDERE IL CORPUS CHRISTI

Ci sono stati momenti della mia vita in cui mi sono mancate le parole, e non andava bene così. Occasioni nelle quali invano cercavo di esprimere qualcosa che avevo in testa, ma non riuscivo a dire. Momenti in cui ti sembra di sapere e potere piegare la realtà al tuo mondo, senza trovare la forza e gli strumenti per; o, ancora peggio, neanche uno straccio di sogno consolatorio per alleviare la malinconia. Sono questi i momenti in cui piccoli lembi di canzoni possono darti un senso, illuminare quel cono d'ombra che nasconde il significato che cerchi, quel profondo dove tutto è blu e il silenzio non diventa più un peso, ma una liberazione.

L'altro giorno era diverso, perché ho appreso la notizia della reunion degli Earth Crisis – che per inciso sono una delle migliori band che siano mai esistite. Sì, d'accordo, lo fanno sicuramente per soldi, e allora? Chi non si venderebbe per soldi, meglio se tanti? E comunque già sapere che ci sono, stanno bene e se ne escono a breve con un disco nuovo è già una gran cosa, e dunque al diavolo le solite menate da purista, che tanto le bollette della luce le deve pagare anche chi ha suonato un gruppo fichissimo. Sì, perché a diciotto anni pensavo che gli Earth Crisis erano un gruppo fichissimo e lo penso anche adesso, che sono passati quarant'anni e tanta acqua sotto i miei ponti – solo acqua, come vuole la tradizione straight edge.

Carlo è un diciottenne di provincia con una incontenibile voglia di costruirsi una vita su misura dei suoi sogni. Del suo luogo detesta il vuoto. Soffre i giorni sempre uguali, senza mai una faccia nuova, nel triangolo composto da scuola-casa-weekend in caccia di emozioni. Vive passivamente il rapporto con i genitori, imborghesiti dagli anni e dalle vicende della vita. Per fortuna ci sono gli amici. Con Diego, Adriano e Michele, Carlo vive esperienze a forte impatto sensoriale, dal tuffo notturno nel lago alla droga che si trova facile. Sa che tante delle cose che fa non lo porteranno lontano, ma non conosce altro modo per riempire questo niente se non attraverso la ricerca di affetti sinceri. Poi una notte sale sul tetto della scuola con Francesca, una ragazza appena arrivata in paese di cui si intuisce un passato oscuro. La scintilla scocca e improvvisamente illumina l'orizzonte di una luce nuova.

Carlo ha diciotto anni e non è mai stato ad un concerto degli Earth Crisis, ma questa è la volta buona, visto che gli Earth Crisis a quanto pare passeranno pure per Bologna – per la precisione all'Estragon il 3 settembre 2009, annullamenti e/o variazioni di programma permettendo. E se andrà a quel concerto verrà lanciato di peso in quella fossa dei leoni chiamata “pit di un concerto degli Earth Crisis”, così vivrà sul serio esperienze a forte impatto sensoriale e gli passerà la voglia di tuffarsi nel lago o di farsi la droga che si trova facile. Se dovesse insistere gli faran vedere il Corpus Christi, ma comunque nella pit troverà gli affetti sinceri senza nemmeno salire sul tetto con Francesca e sono sicuro che ne uscirà malconcio ma vincitore perché, come un tempo dicevano i Pitboss 2000, everyone's a winner.

Di mandarlo sul palco ad intervistare Karl Buechner invece non se ne parla proprio. Karl è un tipo irascibile, e non so proprio come potrebbe reagire di fronte ad un diciottenne di provincia con una incontenibile voglia di costruirsi una vita su misura dei suoi sogni.

La reunion degli Earth Crisis è la più importante della storia assieme a quella dei Faith No More e a quella dei Take That.



5 commenti:

niccolo' ha detto...

Beh, gli EC erano (e sono) un buonissimo gruppo, ma non certo dei geni incommensurabili. Karl (lo intervistati tipo 10 anni fa) e' il Joey DeMaio dello straight edge, anche se il mese scorso ho parlato con Scott Crouse che è un tipo molto più facile da maneggiare... :)

Anonimo ha detto...

Vabè Niccolò, aldilà che ti volevi vantare: gli EC per l'hardcore sono un gruppo fondamentale, punto.
Ogni volta che passo per Piazza Verdi o vedo uno coi dreadlocks dentro di me intono il mantra "street by street, block by block..."

accento svedese ha detto...

Già fremo dalla voglia di vederli.

niccolo' ha detto...

Per me sono un bel gruppo ma non sono paragonabili a gente degli stessi anni come Snapcase, Botch o Integrity. Al di là di questo, sì, volevo bullarmi.

Anonimo ha detto...

Se parli di musica sono ovviamente d'accordo, Snapcase e Integrity erano mooolto meglio e sicuramente più innovativi.

Dal punto di vista "ideologico" gli EC verranno, ahimè, ricordati come i minor threat o gli Youth Of Today (mamma mia...) come capostipiti della terza ondata sxe, la peggio merda.
(detto da uno che è ancora in teoria sxe a 33 anni...)