01 febbraio 2008

HO FATTO LA PACE COL MIO PASSATO

Qualche tempo fa, sistemando i cassetti della mia stanza, ho trovato una cosa che nemmeno sapevo di avere. Qualcosa che non ricordavo e che, distratto come sono, ho sempre visto ma non ho mai notato. Un oggetto assolutamente insignificante all'apparenza, ma dotato di una potenza tale da riuscire a scatenare in me un vortice di ricordi da cui sto uscendo a fatica. Non è da tutti i giorni accorgersi di avere ancora una figurina di quelle che venivano regalate con la Nutella in occasione dei mondiali di Francia '98, ma io l'ho ce l'ho fatta. E grazie a quel minuscolo sticker con ritratto un giovanissimo Alex Del Piero nulla è più stato come prima.
I mondiali in Francia furono mondiali pazzeschi, per me addirittura i più belli degli ultimi vent'anni. Bel gioco, clima positivo, grandi giocatori, sorprese a non finire. L'Italia come al solito partì con grandi aspettative ma si sciolse come neve al sole, uscendo ai quarti di finale dopo aver perso ai rigori una drammatica sfida con la Francia, nazionale che poi vinse la competizione. Un magnifico Zidane portò i galletti allla vittoria mentre Del Piero, il giocatore da cui ci si aspettava di più, fu una delusione e giocò parecchio male.
L'Italia uscì ai calci di rigore ma in fondo non me ne importava nulla, perché il giorno dovevo sostenere la prova orale dell'esame di maturità. Una estate che pareva essere interminabile stava per iniziare per davvero, dovevo superare solo l'ultimo ostacolo ed era fatta. La tensione era tanta ma, per uno strano scherzo del destino, almeno in quell'occasione fui in grado di esprimermi in un italiano corretto (e sensato) e superai il tanto temuto giorno del giudizio in maniera più che brillante. Passato l'esame nulla poteva fermarmi. Un'estate da leone da vivere intensamente, senza nessun genere di preoccupazione o paranoia, prima dell'università e delle responsabilità serie: stavo diventando grande e nemmeno volevo rendermene conto. Addirittura non volevo neanche comprarmi il telefono cellulare perché non ne sentivo nessun bisogno.
E ora, dopo quasi dieci anni, ogni volta che vedo la figurina di Del Piero penso a quell'estate ed immancabilmente penso ad un'unica, sola canzone: Drinking in L.A. dei Bran Van 3000. Un brano atipico, che si sentiva ovunque e piaceva a tutti ma non si capiva il perché. Io trascorsi un lunghissimo periodo sabbatico al mare a non abbronzarmi ed impazzii letteralmente per quella strana canzone, così lontana da tutto ciò che ascoltavo di solito.

All'inizio pensavo che fosse Beck, poi mi sono reso conto che si trattava di roba totalmente diversa, qualcosa che possedeva più classe di Mr. Hansen ma che nello stesso tempo sapeva essere facile ed incisiva. Possedeva la capacità di mandar via ogni cattivo pensiero e farti pensare al divertimento, a party lunghi ventiquattr'ore in cui si festeggiava anche se non esisteva un valido motivo per farlo, tanto l'importante era stare insieme ed uscire dalla noia del quotidiano vivere senza badare a quali sarebbero state le conseguenze. Un inno per una gioventù apparentemente sconvolta, ma in realtà assolutamente tranquilla ed inoffensiva.
Ho passato anni a chiedermi grazie a quale genere di miracolo una canzone come Drinking in L.A. sia riuscita a diventare un tormentone (e poi addirittura ad entrare nell'immaginario della generazione che all'epoca era intorno ai diciotto), ma non credo nei miracoli e non sono ancora riuscito a darmi una risposta sensata. Erano gli anni novanta, e forse questo basta a spiegare tutto. E comunque Drinking in L.A. in una manciata di minuti è in grado di fotografare perfettamente un momento (per me) storico, ed è questo ciò che conta.
Un discorso del genere andrebbe chiuso ricordando ancora una volta che è stata una vera fortuna che gli allora sulla cresta dell'onda Bluvertigo non siano riusciti a diventare il gruppo simbolo di una generazione, ma voglio astenermi dal dire cattiverie su Morgan.
Sono come sono
sono cosa sono
sono come sono
forse neanche buono,
ma ormai parlar male di lui è come sparare sulla Croce Rossa, e quindi è meglio non infierire ulteriormente.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

hai preso un libro sui templari?

Anonimo ha detto...

beato te, la colonna sonora della summer pre univers post dipl era affidata a mmmbop.
Come sono messo?!

Anonimo ha detto...

..che bei tempi !! quando guardavo mixo e sgrang su videomusic e mi facevo bollare dai professori mentre leggevo rocksound.. quando sono andato nello stesso negozio di dischi uscito da scuola qualcosa come 10 volte per chiedere "è uscito follow the leader? ..e oggi? ..e oggi?" ..quando per una serata speciale andavo a fare shopping in montagnola a bologna e compravo le felpine nerd con la cerniera che puzzavano di sudore ..quando i jeans si sbragavano sotto le puma e mio babbo si incazzava..quando mi vergongavo a dire che mi piaceva l'electronica, il trip hop o i primal scream perchè non andavano bene a nessuno ma a tutti piaceva teardrop.. quando facevo le cassettine alla morosina e facevo il calcolo dei minuti per ogni traccia per "farle stare" in un lato.. dai va là esco

Sickboy

accento svedese ha detto...

@ sergio: purtroppo no. :D

@ offn: Ti consolo dicendoti che sotto sotto a me mmmbop piaceva e piace tutt'ora. :D

@ sickboy: erano tempi eroici. Io ho preso qualche volta Rocksound, era spaventoso quasi quanto Follow The Leader. Allora però Follow The Leader mi era sembrato fico, mentre Rocksound no. E chi non ha fatto acquisti in montagnola a Bologna? Tra Emilia e Veneto penso chiunque, come chiunque ha almeno una volta in vita suoa fatto una bella cassettina mista. In fondo le rimpiango.

cru7do ha detto...

bellalì, quando uno scheletro nell'armadio lo si condivide in tanti, allora c'è l'assoluzione d'ufficio: 1998, prime ferie in auto, verso mete sfigate ma con una radiolina sempre accesa. quel pezzo mi si è appiccicato addosso. amarcord

accento svedese ha detto...

quel pezzo è uno scheletro nell'armadio di cui vado particolarmente fiero. Credo che abbia segnato le vacanze di tutti nell'anno 1998.