
Io compro sempre
Rumore, però a volte osservando le copertine ci resto un pochino male. Tanto per usare un eufemismo diciamo che non sono sempre brillanti, però almeno hanno il pregio di farmi pensare. Tanto per dire, questo mese vedendo i bollitissimi Linea 77 in copertina mi è sorta spontanea una domanda: ma che fine ha fatto
Fred Durst? Uno dei personaggi più antipatici e supponenti che abbiano mai calcato lo star system, un uomo finto dalle scarpe (
almento di un paio di misure più grandi della sua vera taglia) ai capelli (
ossigenati in maniera a dir poco imbarazzante) da (presunta) icona rock che era si è tramutato in un autentico fantasma. È letteralmente sparito nel nulla, vittima di un successo di pubblico che pareva non dover finire mai e che invece fortunatamente si è esaurito, tramutandosi in un ricordo assai sgradevole.
Piccolo bignami della vita del personaggio in questione: nato in Florida, si autodefiniva (con grosso sfoggio di modestia) un self made man. Praticamente: uno che dice di aver vissuto una vita molto avventurosa e che pur di allungare un demo del suo gruppo al bassista dei Korn si è spacciato per un tatuatore professionista nonostante avesse alle spalle solo la frequenza di un corso di poche settimane, per giunta interrotta miseramente. Ma l'occasione fa l'uomo ladro, Durst ha fatto il tatuaggio della sua vita ed il demo è arrivato nelle mani di
Ross Robinson, produttore che ha avuto un quarto d'ora di popolarità ma che da allora è ricordato come colui che ha codificato l'essenza del suono nu metal. I
Limp Bizkit escono con un primo disco (
Three Dollar Bill Y'all$$ - che a dire il vero è un gran bel disco, fatto di canzoni vere, semplici e potenti) e soprattutto con un secondo disco (
Significant Other – caratterizzato da ospiti prestigiosi e da melodie facili e ruffiane, in poche fatto un disco fatto apposta per piacere alla gente ma che in fondo aveva parecchio da salvare) che in America diventa un vero e proprio caso commerciale. Ma è grazie alla
colonna sonora di Mission Impossible 2 che i Limp Bizkit diventano famosi anche in Europa, raggiungendo il pubblico di Mtv e quindi i neoalternativi, dei quali diviene presto il Messia. Dopo di questo il buio totale.
Chitarristi che vanno e vengono, album sempre più mediocri ed una creatività ridotta ai minimi che va a braccetto con il sempre crescente delirio di onnipotenza di Fred Durst, un uomo che si vanta di non aver mai letto un libro in vita sua ma che si mette in testa di fare il
lanciatore di messaggi, un boss delle masse che diventa quasi boss della sua etichetta discografica (ne diviene infatti il vicepresidente, per giunta con la speciale delega di talent scout). È per colpa sua se band improponibili come
Staind e
Puddle of Mudd sono divenute pseudo-famose, infestando per mesi e mesi Mtv e i locali per neoalternativi. C'è stato un periodo in cui Durst era talmente sulla cresta dell'onda che avrebbe potuto benissimo candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti ed avrebbe vinto facile, sia che si fosse presentato con i Repubblicani che con i Democratici. Ma fortunatamente non si è presentato (
anche se credo che avrebbe senz'altro fatto meno danni di George W. Bush), nonostante all'epoca certe sue dichiarazioni avessero fatto addirittura temere il peggio.
Non si hanno più notizie di Durst da almeno un paio di anni. Un disco pubblicato con un'etichetta semi-indipendente, un suono che intendeva tornare alle origini come se negli ultimi dieci anni non fosse successo nulla e Durst fosse ancora un furbo ragazzotto in cerca del successo a tutti i costi. Un autentico colpo di spugna a cura del caro Fred, forse spinto dalla volontà di ricostruirsi una verginità artistica facendo dimenticare uno dei momenti che forse permettono di comprendere meglio quale livello di fama avesse raggiunto, ma nello stesso tempo fanno capire quanto fosse paraculo il personaggio. Al concerto in memoria delle vittime dell'Undici Settembre, a macerie ancora fumanti, Fred Durst
si esibisce in un'agghiacciante cover di Wish You Were Here accompagnato da Johnny Rzeznik dei Goo Goo Dolls. Cappellino in testa, voce pesantemente effettata, stonature che non si controllano, brutta gente a lume di candela, Wes Borland che vorrebbe essere altrove, Syd Barrett che se l'avesse saputo prima avrebbe cercato con tutte le sue forze di impedire quello scempio. Uno dei momenti che hanno definito cosa sarebbe stato (almeno a livello musical-culturale) il nuovo secolo. Certe macchie purtroppo però non si cancellano, e Fred Durst è meritatamente caduto nel dimenticatoio.