29 novembre 2007

COME SALVARSI DAL PROGRESSO SENZA ESSERE REAZIONARI

"I hear that you and your band have sold your guitars and bought turntables. / I hear that you and your band have sold your turntables and bought guitars."

Mi piace molto andare in giro per concerti. E mi piace non solo perché in quei luoghi di perdizione posso vedere i miei gruppi musicali preferiti (e volendo posso anche scoprirne di nuovi), ma anche perché ivi si incontra gente di tutti i tipi. In sostanza, andando a sentire musica dal vivo ho anche la possibilità di farmi un'idea su un microcosmo molto interessante e monitorare le sue evoluzioni nel tempo. Potrei limitarmi a farmi i cazzi miei e badare solo alla musica ma sarebbe troppo facile e non ci sarebbe gusto, ed allora osservo con attenzione chi mi sta attorno.
Da quando avevo sedici anni ad oggi è passata molta acqua sotto i ponti e sono cambiate tante cose: ho visto diventare mainstream cose nate per combatterlo, ho visto arrivare al successo gruppi partiti suonando in autentiche topaie, ho visto il pubblico andare in delirio per gruppi che si sono poi rivelati autentiche bufale, ho visto i Subsonica diventare una caricatura. Solo una cosa è rimasta costante e non è mai cambiata: quell'interessante e bizzarro esemplare di appassionato di musica che risponde al nome di neoalternativo. Sono cambiate le mode di riferimento, sono cambiati i personaggi, è cambiato il pubblico ma la specie dei neoalternativi non si è mai estinta.
Ma scendiamo più nel dettaglio. Il neoalternativo é colui che mette l'appartenenza a questa specie sopra a tutto e ne fa un vanto, un motivo di distinzione dalla massa. Non si rende assolutamente conto di essere in realtà totalmente omogeneo alla massa. Ha solitamente un'età compresa tra 16 e 21 anni (ma sono stati riscontrati sporadici casi al di fuori di questa fascia di età) ed affronta ogni situazione concertistica con l'attitudine del qui ed ora, come se il gruppo che si appresta a vedere fosse il migliore in assoluto sulla faccia della Terra. Talvolta addirittura passa tutto il tempo a pogare senza sentire nemmeno una nota di quello che viene suonato, ma tanto per lui basta esserci e poter dire che il gruppo ha spaccato. Concerti mediocri sono da lui percepiti come fossero i migliori concerti della storia, in quanto al solo pensiero di poter vedere i propri beniamini il neoalternativo va letteralmente in delirio e perde ogni barlume di spirito critico. E' un animale che sembra crederci parecchio, vive giorno per giorno il trend in ogni suo aspetto salvo poi saltare sul carro del vincitore appena il trend non é più tale.
Bisogna ammettere poi che anche la tecnologia é dalla sua parte. Internet gli ha fornito la possibilità di fare nuove scoperte musicali e di accodarsi ad altrettanto nuovi trend, ed inoltre da quando tra gli internauti ha iniziato a diffondersi l'usanza di aprire blog in cui si parla (anche) di musica, il neoalternativo ha imparato a fare ampio uso dello strumento del commento anonimo come arma per difendere i propri idoli da post più o meno critici. Non tollera l'ironia e ha l'offesa facile, tanto è nascosto dietro una tastiera e non rischia di prendersi un sacrosanto ceffone.
Quando ho iniziato a vederli in giro, i neoalternativi avevano tutti i capelli in stile Oasis ed ascoltavano britpop, poi da un giorno all'altro tutti hanno tagliato i capelli, li hanno tinti ed hanno iniziato a vestire skate, aggiornando i loro ascolti al punk californiano che allora sembrava la cosa più bella del mondo. Hanno ascoltato ska e mille gruppi tutti uguali, e poi hanno fatto crescere i capelli, hanno fatto un passaggio dal parrucchiere per fare i dread, si sono vestiti Adidas come Jonathan Davis dei Korn ed è venuta l'epoca del nu metal (che allora si chiamava ancora crossover, tanti gruppi mediocri che facevano ombra a pochi gruppi veramente validi). Hanno messo il cappellino di Fred Durst ed hanno ballato Nookie, hanno fatto crescere i capelli ed hanno iniziato ad ascoltare gli Iron Maiden che già esistevano quando loro non erano ancora nati, sono diventati depressi con frangetta ed eyeliner perché l'emo era la loro nuova filosofia di vita. Ad oggi hanno capito che tra la discoteca e il rock non c'è poi così tanta distanza e portare impresentabili felpe fluo non è peccato, ed allora è subito new rave. E' dura da accettare, ma così va la vita e non ci si può fare nulla.
Quale sarà il prossimo trend al quale per ovvie ragioni di età io non parteciperò? Forse condurre la finale del Festivalbar indossando la maglietta della Corona's, ma non è ancora detta l'ultima parola. Si accettano scommesse.

28 novembre 2007

RONALDO LUIS NAZARIO CESARE RAGAZZI DE LIMA IS COMING TO AMERICA

Non è vero che Ronaldo (qui a fianco fotografato con Alberto Gilardino all'uscita dall'allenamento di ieri pomeriggio) stia poi così tanto male con la nuova pettinatura. E' solo che non siamo abituati a vederlo così. Noi che negli anni novanta eravamo soliti vederlo magro, veloce e rasato dobbiamo farci l'abitudine. Sarà dura ma ce la faremo, ne sono sicuro.

E non è neanche vero che se ne va in giro con quella pettinatura per sembrare un panettone o per fare da testimonial ad un centro anti calvizie. Lo fa semplicemente per somigliare all'Eriq La Salle degli esordi, quello che recitò una piccola ma significativa parte in quel capolavoro chiamato Il principe cerca moglie. Un film parecchio trash, un concentrato di buoni sentimenti ed altre ovvietà assortite che viene replicato all'infinito ma che ha sempre il potere di tenerti incollato alla poltrona. Se solo hai il fegato di guardarlo, ovviamente.

Ronaldo ultimamente l'ha visto, ha avuto l'illuminazione ed ha deciso cosa vuole essere da grande.
Una scelta di gran classe, non c'è che dire.

26 novembre 2007

IO VIVO IN MODALITA' RISPARMIO ENERGETICO DA UNA VITA

Dopo aver visto i Wombats venerdì scorso al Covo mi chiedo solo una cosa: come fanno i neoalternativi a pogare con la fotocamera digitale (o al limite, con il cellulare) in mano? Già riuscire a pogare con così tanta veemenza anche quando non ce ne sarebbe assolutamente bisogno è da campioni, ma per compiere prodezze del genere bisogna sicuramente avere molta incoscienza, altrettanta destrezza e un provvidenziale senso dell'equilibrio. O magari bisogna solo essere ubriachi fradici, anche perché solo se si ha troppo alcool in circolo non ci si rende conto che fare foto in situazioni così precarie è perfettamente inutile: vengono tutte mosse e (potenzialmente) cestinabili, dei veri e propri obbrobri in formato jpeg. Probabilmente però comportarsi così riesce a trasmettere allo sbarbato una sensazione di ribellione a basso costo (garantendo oltretutto il privilegio di poterlo raccontare in giro il giorno dopo) e quindi la qualità dello scatto finisce per passare nettamente in secondo piano, travolta da una sensazione più che da un'idea sensata.

Comunque, quello dei Wombats è stato davvero un bel concerto. Facce da bravi ragazzi che spesso esagerano con l'alcool e saltuariamente fanno uso di droghe leggere, hanno una precisione e una perizia tecnica che non ti aspetti da un gruppo del genere. Non fanno assolutamente nulla di nuovo (per la cronaca, classico power-pop con ritmi molto spesso in levare), ma sono divertenti e coinvolgenti, non annoiano e fanno muovere il pubblico pagante, che gradisce ed osserva quantomeno con il sorriso sulle labbra. Il che, al giorno d'oggi, non è poco. Dopo una manciata di singoli e un unico full-lenght alle spalle, è presto per dire se saranno grandi o se rimarranno un gruppo da un disco e via, ma la strada imboccata è quella giusta e se sapranno rendere la loro scrittura più duttile ed eterogenea in futuro si sentirà molto parlare di loro. Ad ogni modo, si prega solo di evitare i momenti Trl che hanno fatto sfoderato a Bologna: far salire sul palco alcuni neoalternativi per cantare e ballare Party in a Forest può risultare esaltante agli occhi di un under 18, ma superata quella fascia di età situazioni del genere cominciano ad essere percepite come tristi ed imbarazzanti, e ciò può risultare controproducente. Io li ho avvertiti, poi ci guarderanno loro.


Invece, di neoalternativi neanche l'ombra sabato scorso all'esibizione bolognese dei Fujiya & Miyagi da Brighton, Gran Bretagna. Troppo cerebrali e complicati per chi cerca l'esibizione da qui e ora, troppo poco appetibili per chi è perennemente all'inseguimento dell'ultimo trend che tra poco non sarà più tale. Peccato perché ci sarebbe stato molto da imparare, visto che i Fujiya & Miyagi hanno suonato semplicemente da paura. Legna di gran classe, per il corpo, le gambe e la mente, una roba che chiudevi gli occhi e ti sembrava di sentire suonare i Joy Division a Colonia nel 1972 oppure i Neu! ad Ibiza nel 1988.

Sono in tre (basso, chitarra/voce e synth/drum machine/diavolerie assortite) e quello che ti stupisce è l'assoluta compostezza che mostrano sul palco: suonano divinamente e sono travolgenti, ma sembrano esserne imbarazzati e mantengono sempre un certo contegno e tanta signorilità. Rispetto a quanto sentito su disco, dal vivo suonano più diretti e un tantino meno krauti, ma la differenza non si nota, visto che mentre li ascoltavo mi capitava ugualmente di perdermi nel vortice dei loro riff ripetuti ad oltranza: musica per gettare la mente oltre l'ostacolo. Hanno riproposto quasi per intero lo stupendo Transparent Things più una manciata di inediti di assoluto valore (segno che i ragazzi sono assai intelligenti e continuano a crescere senza adagiarsi sugli allori) ed hanno vinto, senza nemmeno bisogno di ricorrere a momenti Trl per ingraziarsi il folto pubblico. Per quanto mi riguarda, uno dei concerti definitivi dell'anno.
Mi inchino a loro.

23 novembre 2007

SCENE DA UN MERCIMONIO

"Ho spiegato al presidente Berlusconi le ragioni per le quali non aderisco al nuovo partito". E così, con un improvviso scatto di dignità, Nando Adornato decide di non aderire al nuovo Partito del Popolino Basso. Un uomo che è stato tutto e il contrario di tutto, ex di mille partiti ma soprattutto ex persona, ha deciso di cambiare ancora una volta le carte in tavola. Con un colpo da maestro (del trasformismo) ha spiazzato tutti, compreso il suo datore di lavoro che voleva destinare il buon Nandino ad un ruolo di prestigio.
E ora che ne sarà di lui? Non deve essere facile trovarsi in una situazione del genere, ma sono sicuro che mantenendo la sua solita flemma riuscirà ad uscirne più forte di prima. Senz'altro c'è un altro partito da fondare, un altro spazio da occupare, altra visibilità da conquistare lottando con il coltello fra i denti. La sua coerenza sta nell'essere incoerente, senza pudore alcuno. Un idolo.

Diamogli tempo e fiducia, saprà regalarci altre soddisfazioni.

PRETEND YOU'RE INVINCIBLE AND NO ONE / CAN SAVE YOU FROM YOURSELF

Capelli pettinati con la pece, Lanfranco Pace pigrecomezzi, il predellino suona sempre due volte, il giornalismo all'americana che sublima in giornalismo all'amatriciana, la menzogna diventa realtà, il contradditorio questo sconosciuto, domande scomode accomodate, oltrepassare la soglia del ridicolo, l'ultimo comunista nel senso sovietico del termine, il blocco liberale che si sblocca, la tribù delle libertà.

In poche parole, Silvio Berlusconi intervistato da Giuliano Ferrara ad Otto e Mezzo. Un'esperienza a tratti psichedelica.

Ho addirittura il sospetto di aver visto apparire per pochi istanti il presidente venezuelano Chavez, ma forse era solo un messaggio subliminale.

21 novembre 2007

COSTANTINO VITAGLIANO LO STALLONE ITALIANO

Viaggiando in macchina mi capita spesso di vedere cartelloni pubblicitari come questo, ed ogni volta inorridisco. Passi per l'abbigliamento (anche se avessi pettorali del genere non mi vestirei così nemmeno sotto tortura), ma quella pettinatura proprio no. Non si affronta.

Le ciocche di capelli che scendono in quel modo sulla fronte non le vedevo da almeno dieci anni. Se solo Costantino avesse il coraggio di ossigenarle sarebbe identico alla Ginger Spice degli esordi.

Diciamocela tutta: se lo facesse sarebbe fantastico. Tutti si scorderebbero di quanto è truzzo, e talmente tanta gente accorrerebbe ad acquistare i capi d'abbigliamento da lui pubblicizzati che ci sarebbe da transennare i negozi per evitare incidenti. Sono sicuro che l'economia ricomincerebbe a girare a meraviglia grazie al prodigioso incremento delle vendite.
Costantino, la svolta platinata è dovuta. Fallo per il tuo paese.

19 novembre 2007

REPETITA IUVANT

IO CHIEDO AI MIEI CAPELLI DI DARMI LA CONFERMA / CHE ESISTO / E RAPPRESENTO QUALCOSA / PER GLI ALTRI

Proprio nel giorno in cui Silvio Berlusconi raccoglie (5)7 milioni di firme e dal nulla fonda un nuovo partito, Vanna Marchi ricomincia da capo aprendo un centro estetico.


Una curiosa coincidenza, non c'é che dire.

TESTE VUOTE OSSA ROTTE

Non ho mai imparato a fare le capriole, però mi sarebbe sempre piaciuto affrontare la vita in questo modo. Ho visto per caso il video, ed ho capito tutto.



The Pyramids - Hunch Your Body, Love Somebody

16 novembre 2007

UN UOMO PER TUTTE LE STAGIONI

"Per finire facciamo i nostri migliori auguri a Max, nella speranza che ci regali altri pezzi da ricordare. Magari per altri 40 anni."

Io purtroppo non sono riuscito ad andare, ma pare che mercoledì scorso Max Pezzali abbia messo a ferro e fuoco la solitamente tranquilla città di Ferrara. Un grande concerto, nel quale il sommo poeta ha festeggiato i suoi quarant'anni spegnendo le candeline e cantando subito dopo Gli anni. Da brividi.

Per dare l'idea della portata storica dell'evento, al concerto sono pure nati grandi amori (platonici) e qualcuno ha aperto un blog per celebrarli. Non ci posso credere.
E' mancato il tanto atteso ritorno di Repetto, è mancata la legna, ma avrei tanto voluto esserci per farmi quattro risate alle spalle di un uomo che è vecchio da una vita.

LA SPALLATA AL RALLENTATORE

Puntuale come i fantasmagorici retroscena di Augusto Minzolini (alias l'Amico Minzo) su La Stampa, arriva la notizia dell'annullamento del concerto dei Super Furry Animals al Covo.
Bel colpo, non c'è che dire. Soprattutto in considerazione che è saltato alche il tour dei Go! Team, e quindi domani sera niente concerto.
Di conseguenza tutti a nanna che al mattino ci si sveglia di buon ora e si fanno quattro risate leggendo l'ennesimo capolavoro dell'Amico Minzo. Un giornalista dalla schiena dritta, un vero e proprio eroe moderno che quando scrive ti sembra di sognare.
Definirlo Mr. Fantasy non sarebbe fuori luogo. Applausi.

13 novembre 2007

NON C'E' RELIGIONE PER LE CARAMELLE

Quando ero piccolo c'erano anche le caramelle salate.
Non so se al giorno d'oggi esistano ancora, ma all'epoca venivano vendute durante il periodo di Carnevale ed erano un divertente scherzo da fare a tutti i bimbi creduloni. Consistevano in caramelle che sembravano in tutto e per tutto le classiche Sperlari ma che avevano un ripieno decisamente salato, e nelle intenzioni di chi le aveva inventate avrebbero dovuto provocare il disgusto in chi si trovava suo malgrado a mangiarle. Io le compravo tutti gli anni e regolarmente riuscivo a rifilarne parecchie in giro, ma ogni tanto ne mangiavo qualcuna di mia spontanea volontà. Non so quali danni abbiano prodotto in seguito, ma allora trovavo che fossero molto buone.
Ciò che me le faceva gradire così tanto era il contrasto tra la dolcezza dell'esterno ed il salato del ripieno, e sentire gli Asobi Seksu dal vivo venerdì scorso mi ha trasmesso esattamente la stessa sensazione che provavo quando le mangiavo. Preceduti dai romani Sea Dweller (molto bravi, suonano come qualcosa a metà strada tra gli Smashing Pumpkins, i My Bloody Valentine e la maionese fatta in casa), gli Asobi Seksu hanno dato vita ad un bel concerto, coinvolgente dall'inizio alla fine. Dal vivo suonano più ruvidi che su disco, la magnifica voce della cantante Yuki Chikudate ben si lega allo shoegazing duro e puro suonato dalla band e ci si rende ben presto conto di come il contrasto tra le esplosioni chitarristiche e la dolcezza delle linee vocali sia il loro vero punto di forza. Proprio come nelle caramelle salate, percepisci prima la parte dolce, la assapori e te la gusti. Poi viene la durezza del sapore salato, la sensazione diversa dal solito. E lì puoi decidere se fermarti o continuare a scoprire il sapore nuovo. Un gruppo del genere può non piacere a tutti, ma se piace lo fa per davvero. Ti fa perdere il contatto con chi ti circonda, ti lascia inchiodato, incapace di reagire alle aggressioni chitarristiche, perso nel vortice dei tuoi pensieri che si fanno via via più palpabili, come se seguissero l'intensità della musica sospesa nell'aria intorno a te. Un bellissimo stato mentale provocato da bellissima musica.
Mi sa che da piccolo ho esagerato con le caramelle salate. Avrei dovuto drogarmi come fanno tutti quanti.

UN SALUTO AGLI AMICI DELLA CASSETTINA

Rispondo volentieri a questo invito di Manq e pubblico una assolutamente incompleta classifica di quindici-brani-quindici che sono stati importanti per me negli anni novanta e che raccontano come ho vissuto quell'epoca. L'ho redatta senza nessun criterio particolare, ho solamente seguito l'istinto (ed i ricordi). Leggendola mi viene quasi nostalgia dei novanta, anni importantissimi per tanti motivi ecc ecc.
Ma ora stop alle chiacchiere da bar.
Ecco la classifica, in rigoroso ordine casuale:

Red Hot Chili Peppers – Soul to Squeeze
2 Unlimited – No Limit
Nirvana – Smells Like Teen Spirit
Soundgarden - Black Hole Sun
Ice Mc – Think About The Way
De Lacy – Hideaway

Phoenix - If I Ever Feel Better
Paolino Paperino Band – Extracomunitario
Snapcase - Caboose

Nofx – Linoleum
Underworld – Born Slippy
White Town – Your Woman
Incubus – Summer Romance (Anti-Gravity Love Song)
Max Gazzé & Niccolò Fabi – Vento d'estate
Bran Van 3000 – Drinkin' in L.A.

Non so dietro a questa storia dell'invito di Manq si nasconda una di quelle famigerate catene, ma mi piace crederlo. E mi piace anche conoscere le opinioni altrui. Per questo motivo quindi giro l'invito a Zonda, Onanrecords, Disorder, Trentesimo, Icepick, Matte, Lollodj, Nonsischerzapiù, Batteria Ricaricabile, Stranigiorni, Felson, Bluto, Goldo, al Prete Messicano, agli Sciampagnini e comunque a chiunque si trovi a passare di qua e giudichi interessante (e non molesta) un'iniziativa del genere.

08 novembre 2007

SARA' IL CARISMA DI A.C. SLATER AD ORGANIZZARE LA FILA

Lo confesso: in un lontano passato (che poi tanto passato non é) sono stato un grande fan dei telefilm che venivano trasmessi al pomeriggio su Italia Uno. Il berlusconismo fortunatamente non mi ha mai colpito ma ho passato parecchie ore della mia vita a guardare con gusto quei piccoli spaccati di vita adolescenziale provenienti dall'America, e pensandoci bene non me ne vergogno. Presi con la giusta dose di ironia e leggerezza quei telefilm si sono rivelati parecchio formativi, anche se non so dire con precisione quale sia il beneficio che hanno apportato alla mia personalità. Sono stati importanti e basta. O semplicemente sono io che sono diventato grande, con tutto ciò che ne consegue.
Non ero uno di quelli che non perdevano una puntata, ma li seguivo spesso. Ripensandoci a mente fredda e lasciando affiorare ricordi rimasti a decantare per poco più di un decennio, trovo che molti di quei telefilm possano essere ancora attuali, o per lo meno più adeguati all'oggi che a quei (bei) tempi andati. L'unico telefilm che esce in maniera netta da questo schema è il fantastico Bayside School, e per questo motivo io lo considero senza ombra di dubbio il telefilm simbolo di quell'epoca.
Sarebbe troppo facile dire Beverly Hills 90210, ma in fondo ancora oggi d'estate viene replicato e poi i protagonisti (chi più e chi meno) hanno avuto un proseguimento di carriera (con esiti a volte imbarazzanti, come nel caso di Brian Austin Green e del suo terribile primo disco, che giustamente fu un flop colossale). Super Vicky non vale, perché non è vero che Jamie Lawson era interpretato dal piccolo Billy Corgan e poi quel telefilm è anni ottanta: già allora era una replica, un fondo di magazzino rispolverato per riempire un vuoto di palinsesto tra le 18:30 e le 19. Baywatch è andato in onda per troppo tempo e c'era l'immarcescibile David Hasselhoff, e poi Pamela Anderson è assolutamente ottanta perché è siliconata ed ha l'abitudine di frequentare solo metallari. Willy il principe di Bel Air ha lanciato in Europa Will Smith, che negli Stati Uniti era già un rapper famosissimo ma da noi non era un emerito sconosciuto, e visto che Will Smith è tutt'ora un divo il telefilm è di diritto attualissimo. Vale lo stesso per 21 Jump Street: non se lo ricorda proprio nessuno ma ha lanciato un ancora imberbe Johnny Depp, e per questo non può essere rappresentativo.
E quindi il telefilm definitivamente anni novanta é Bayside School. Un telefilm parecchio divertente, che però non viene più replicato. Nessuno se ne ricorda più, nessun personaggio è entrato nell'immaginario collettivo, nessun attore ha avuto un proseguimento di carriera eclatante. Mario Lopez si è ridotto ad una piccola parte in Beautiful, Elizabeth Berkley fu la memorabile protagonista del superflop Showgirls (film in cui, pur recitando nuda per tre quarti della durata, continuava a sembrare vestita tanto scarsa era la sua espressività: in poche parole non ci facevi caso perché sembrava di cera) ma poi si è totalmente volatilizzata nel nulla, Tiffani Amber-Thiessen ha avuto una parte in un ormai agonizzante Beverly Hills 90210 poi stop, mentre gli altri protagonisti risultano non pervenuti. Ogni personaggio è uno stereotipo (memorabile l'ultra-nerd Schreech), le vicende narrate sono quelle tipiche dell'epoca e a ripensarci risultano surreali nella loro ingenuità, così come surreali sono gli abbigliamenti e le acconciature dei giovani attori. Roba che adesso non è assolutamente più proponibile, anche se allora avevano pure lanciato sul mercato l'album delle figurine ispirato a quella serie.
Bayside School è un telefilm da qui e ora, che ha avuto i suoi quindici minuti di popolarità e poi è caduto nel dimenticatoio, che solo allora ha avuto un senso compiuto e proprio per questo è da considerarsi il telefilm simbolo di quei tempi. Tempi in cui con sei ragazzini alle prime armi, sfondi di cartapesta ed un budget di pochi soldi ci facevi un telefilm che piaceva quasi a tutti.

Ora invece a monopolizzare i pomeriggi televisivi ci pensano i tronisti di Maria De Filippi, e questo paese sta letteralmente andando a puttane.

VELTRONI, ANCHE BOBO VA MESSO NEL PANTHEON


"Hai fatto la scelta migliore. Io invece mangio come un malato, mangio come un morto: hamburger, due fette di bresaola, insalata scondita, acqua liscia. Devo mangiare così se no divento cento chili. Di mio mangerei fish’n’chips tutti i giorni, andrei fisso da McDonald’s, berrei decine di lattine di coca."
Christian Vieri é tornato in forma smagliante. Vive in campagna, va agli allenamenti in treno, é fidanzato e non va più in discoteca. Ha pure ripreso a segnare.

L'ho sempre detto che Bobo vota a sinistra.

07 novembre 2007

PARAPIGLIA / SCATTA IL GIOCO DELLA BOTTIGLIA

Oliviero Diliberto é un vero fuoriclasse. La sua felicissima uscita sulla salma di Lenin, una perla pronunciata in occasione di un viaggio a Mosca ("La mummia di Lenin? Se la Russia non la vuole potremmo portarla a Roma"), é riuscita in un sol colpo a scatenare le sdegnate reazioni di Maurizio Digggitale Terrrrestre Gasparri, del sempre brillante Luca Volontè e addirittura di tale Sergio Boschiero, segretario dell'Unione Monarchica Italiana, che ne ha approfittato per reclamare a gran voce degna sepoltura in Italia per "i nostri re e le nostre regine, tuttora sepolti in terra straniera".
Un vero e proprio parapiglia, con scambi di accuse molto pesanti (Volontè arriva ad insinuare che l'uscita di Diliberto sia dovuta all'abuso di vodka moscovita, Diliberto ribatte alle accuse ricordando a Volontè lo scandalo di Cosimo Mele) ed uno splendido Gasparri che riesce a sbrogliare in extremis la situazione, facendo sfoggio della solita classe ("Comunque è davvero triste avere personaggi così squalificanti per il nostro paese che girano nel mondo").
Nemmeno la mente politica più geniale del mondo avrebbe potuto immaginare qualcosa del genere. Qui si va ben oltre i limiti dell'umana immaginazione.
Tutto questo succede in Italia, nell'anno 2007. Ma è come se fosse il 1957.

06 novembre 2007

GRANDE SPINTA SULLA FASCIA DESTRA

Vorrei tranquillizzare tutti coloro che continuano ad arrivare a questo blog cercando notizie su Umberto Previti, il mio vero idolo calcistico. Umbertino è un grandissimo portiere, e non è assolutamente raccomandato dal suo caro papà Cesare Previti. Ha grandi mezzi tecnici e sicuramente merita il posto alla Lazio. Anzi, meriterebbe una squadra più importante e, perchè no, la nazionale. Il tempo gli darà ragione e farà tacere le malelingue. Ormai è pronto per una gloriosa carriera, e queste intercettazioni stanno lì a testimoniarlo. Voglio sottolinearlo ancora una volta: chi pensa il contrario è il solito comunista che vede sempre tutto negativo e scende in strada a spaccare bancomat e vetrine.
Abbiamo la fortuna di essere al cospetto del nuovo Ragno Nero, dobbiamo solo esserne fieri.

Umberto sei tutti noi.

IL CALCIO E' UN GRANDE RITO CHE DEVI RISPETTAR


A volte anche gli ultras sanno essere geniali.
(Thanks to Enrico)

01 novembre 2007

GIMME GROWL

Povera Britney Spears. Non paga della figuraccia agli Mtv Music Awards e delle ultime polemiche innescate dalla Catholic League di New York (che con grande destrezza verbale l'ha addirittura accusata di essere una "peccatrice impenitente" che farebbe meglio a "rinchiudersi in una capanna nel bosco per pentirsi dei suoi peccati"), ha pensato bene di promuovere il suo ultimo singolo Gimme More con un video letteralmente terrificante.
Chiaroscuro forzato, primi piani in evanescenza, scarsa coordinazione nei movimenti, capelli plastici, calze smagliate, colori distorti, cellulite in aumento, chili di troppo ed effetto Mick Hucknall[*] per cercare disperatamente di mascherarli: in poche parole, il video é inguardabile. Peccato, perché la canzone è bella (o quantomeno fa la sua figura se confrontata con le ultime cose che la Spears ha proposto). Purtroppo é chiaro che quando un personaggio ha già intrapreso il viale del tramonto la tecnologia moderna non può più far nulla per salvarlo. Non si scappa.
A dire il vero però non riesco proprio a capire una cosa: perché nel ritornello della canzone il controcoro altro non é che una voce che pronuncia la parola "more" servendosi della tecnica del growl, in puro death metal style? Non ne riesco proprio a comprenderne l'utilità. Si poteva mettere qualunque cosa, ma non quello. Non c'entra nulla.
Ma forse Britney non é colpevole per questa lieve imperfezione. Quasi sicuramente quel growl é di natura divina, ed é piovuto dal nulla per disturbare e punire la peccatrice impenitente.

[*] effetto Mick Hucknall: utilizzato da almeno dieci anni nei video dei Simply Red, é un particolare tipo di effetto visivo che consiste nello "stirare" in altezza l'immagine al fine di far apparire il cantante Mick Hucknall (un po') più magro. Questo effetto ha il pregio di camuffare obesità e imperfezioni varie, ma ha il grottesco difetto di rendere oblunghi gli altri protagonisti del video. Nonostante ciò, la tecnica visiva ha però fatto scuola ed è stata negli anni utilizzata da altri artisti in momentaneo declino psicofisico.

I BELIEVE I CAN FLY

Ormai è passato un mese dalla fine del Ferrara Balloons Festival e sulla città é scesa la nebbia, una fitta nebbia che se ne andrà definitivamente in Marzo.

Nell'attesa che tutto passi, guardando queste foto mi sembra di volare.