26 novembre 2007

IO VIVO IN MODALITA' RISPARMIO ENERGETICO DA UNA VITA

Dopo aver visto i Wombats venerdì scorso al Covo mi chiedo solo una cosa: come fanno i neoalternativi a pogare con la fotocamera digitale (o al limite, con il cellulare) in mano? Già riuscire a pogare con così tanta veemenza anche quando non ce ne sarebbe assolutamente bisogno è da campioni, ma per compiere prodezze del genere bisogna sicuramente avere molta incoscienza, altrettanta destrezza e un provvidenziale senso dell'equilibrio. O magari bisogna solo essere ubriachi fradici, anche perché solo se si ha troppo alcool in circolo non ci si rende conto che fare foto in situazioni così precarie è perfettamente inutile: vengono tutte mosse e (potenzialmente) cestinabili, dei veri e propri obbrobri in formato jpeg. Probabilmente però comportarsi così riesce a trasmettere allo sbarbato una sensazione di ribellione a basso costo (garantendo oltretutto il privilegio di poterlo raccontare in giro il giorno dopo) e quindi la qualità dello scatto finisce per passare nettamente in secondo piano, travolta da una sensazione più che da un'idea sensata.

Comunque, quello dei Wombats è stato davvero un bel concerto. Facce da bravi ragazzi che spesso esagerano con l'alcool e saltuariamente fanno uso di droghe leggere, hanno una precisione e una perizia tecnica che non ti aspetti da un gruppo del genere. Non fanno assolutamente nulla di nuovo (per la cronaca, classico power-pop con ritmi molto spesso in levare), ma sono divertenti e coinvolgenti, non annoiano e fanno muovere il pubblico pagante, che gradisce ed osserva quantomeno con il sorriso sulle labbra. Il che, al giorno d'oggi, non è poco. Dopo una manciata di singoli e un unico full-lenght alle spalle, è presto per dire se saranno grandi o se rimarranno un gruppo da un disco e via, ma la strada imboccata è quella giusta e se sapranno rendere la loro scrittura più duttile ed eterogenea in futuro si sentirà molto parlare di loro. Ad ogni modo, si prega solo di evitare i momenti Trl che hanno fatto sfoderato a Bologna: far salire sul palco alcuni neoalternativi per cantare e ballare Party in a Forest può risultare esaltante agli occhi di un under 18, ma superata quella fascia di età situazioni del genere cominciano ad essere percepite come tristi ed imbarazzanti, e ciò può risultare controproducente. Io li ho avvertiti, poi ci guarderanno loro.


Invece, di neoalternativi neanche l'ombra sabato scorso all'esibizione bolognese dei Fujiya & Miyagi da Brighton, Gran Bretagna. Troppo cerebrali e complicati per chi cerca l'esibizione da qui e ora, troppo poco appetibili per chi è perennemente all'inseguimento dell'ultimo trend che tra poco non sarà più tale. Peccato perché ci sarebbe stato molto da imparare, visto che i Fujiya & Miyagi hanno suonato semplicemente da paura. Legna di gran classe, per il corpo, le gambe e la mente, una roba che chiudevi gli occhi e ti sembrava di sentire suonare i Joy Division a Colonia nel 1972 oppure i Neu! ad Ibiza nel 1988.

Sono in tre (basso, chitarra/voce e synth/drum machine/diavolerie assortite) e quello che ti stupisce è l'assoluta compostezza che mostrano sul palco: suonano divinamente e sono travolgenti, ma sembrano esserne imbarazzati e mantengono sempre un certo contegno e tanta signorilità. Rispetto a quanto sentito su disco, dal vivo suonano più diretti e un tantino meno krauti, ma la differenza non si nota, visto che mentre li ascoltavo mi capitava ugualmente di perdermi nel vortice dei loro riff ripetuti ad oltranza: musica per gettare la mente oltre l'ostacolo. Hanno riproposto quasi per intero lo stupendo Transparent Things più una manciata di inediti di assoluto valore (segno che i ragazzi sono assai intelligenti e continuano a crescere senza adagiarsi sugli allori) ed hanno vinto, senza nemmeno bisogno di ricorrere a momenti Trl per ingraziarsi il folto pubblico. Per quanto mi riguarda, uno dei concerti definitivi dell'anno.
Mi inchino a loro.

8 commenti:

20nd ha detto...

Chi li ha visti a Senigallia ha detto che sono stati veramente sopra le aspettative. Io contentissimo dei The Spores. Una rivelazione!

accento svedese ha detto...

Mi attendevo molto da loro,ed ho avuto ancor più di quanto mi attendessi. Non riesco a trovare un difetto ad un concerto del genere. Forse l'unica è che al Covo c'è veramente troppo fumo e ad una certa ora non si respira. :D

Anonimo ha detto...

io ultimamente pogo con la tazza da the in mano. piena.

20nd ha detto...

MA MITICO BLAGO! Anche noi al DJSet all'Officina XD

Anzi... stiamo organizzando una indeiserata a tema :D

Anonimo ha detto...

passo di qua per prendere appunti...come al solito... ho bisogno di qualche buona "nuova" band, o rischio di rimanere stucked in the 90es a vita!
cheers

accento svedese ha detto...

@ blago: un'impresa notevole. Io ultimamente potrei andare ai concerti in pigiama e vestaglia, perchè non pogo più dal 2002. :D

@ zonda: a quella serata a tema mi piacerebbe esserci. Vengo in vestaglia e pigiama, con la borsa dell'acqua calda sotto il braccio.
Metti legna però...

@ morticiachair: queste sono band che avrebbero potuto aver senso anche nei 90's, ma che forse sarebbero passate inosservate perché ancora non era tempo. :D

Anonimo ha detto...

Scusa se sono pedante, ma non potevano suonare (i JD) a Colonia nel 1972. Si sono formati nel 76/77... Errore di battitura I suppose....

accento svedese ha detto...

Era pienamente voluta invece. Era come dire: se fossero nati in Germania a quell'epoca avrebbero suonato krautrock. Come dire, suonano come i Joy Division in botta kraut o come i Neu! in botta house. Un po' farraginoso dirlo così. :D
Grazie comunque della segnalazione. ;)