21 agosto 2011

L'ITALIA TRA 150 ANNI



Sono finite le vacanze ed ora tanta voglia di ricominciare, abusivamente (cit.). Son stato una settimana alla Giornata Mondiale della Gioventù[*] a Madrid a 210 euro tutto compreso (scroccando alla grande a quei bigotti che organizzavano il tutto ed evitando accuratamente di partecipare agli eventi in programma, preferendo io andare a spasso per le vie della capitale spagnola a vedere come gira davvero il mondo – rileggendo questa frase mi rendo conto che non è scritta in italiano, ma va bene così) e soprattutto prima di Madrid son stato una settimana ad Ibiza, a fare balconing e ad osservare gli italiani all'estero (spiaggia mai e discoteca mai, non mi piace perdere tempo e poi le pasticche a disposizione le avevo già vendute tutte ad alcuni ragazzi che erano diretti alla Giornata Mondiale della Gioventù, dunque non c'era ragione di fare troppa vita sociale). Ad Ibiza ne ho viste di cotte e di crude, ed è stata una esperienza che mi ha talmente tanto cambiato la vita che ho deciso di trasferirmi lì e guadagnarmi da vivere aprendo un chiosco di piadine così gli italiani in vacanza possono finalmente mangiare qualcosa di italiano e sono contenti perché si sentono a casa. Ed io sono più contento di loro perché li imbroglio con cibi di scarsa qualità e guadagno un sacco di soldi alla faccia della loro mammà che li ha cresciuti a partite degli Azzurri, pizza margherita & spaghetti al sugo, ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire anche perché l'argomento da approfondire è quello degli italiani all'estero – quindi non divaghiamo.

Non è bello generalizzare ma lo faccio perché sono un italiano medio pure io e ragiono solo per macrocategorie, aggregazioni, semplificazioni e/o sfide uno contro l'altro tipo partita di calcio: gli italiani all'estero li riconosci subito perché se vedi uno che sta facendo una figura di merda puoi star sicuro che è in italiano (anzi no, un itaGliano). Si rivolgono in italiano (o, peggio, in dialetto) alla popolazione locale credendo di essere compresi, e quando si rendono drammaticamente conto che non è così iniziano a gesticolare generando situazioni assolutamente comiche, tutte da ridere tantissimo. Cercano di barare sui biglietti dell'autobus o della metro sostenendo di averli appena acquistati anche se la data è quella del giorno prima, e quando si vedono senza scampo iniziano a scagliare generiche minacce a caso verso chi (a loro dire) li avrebbe fatti fessi (più che minacce sono in realtà disperati tentativi di salvare la faccia e mantenere il proprio buon nome, cosa che li illude di essere vincitori quando tutti in realtà stanno ridendo di loro e li pigliano allegramente per i fondelli). In spiaggia giocano a calcio o a racchettoni come se fossimo a Riccione, e se urtano qualcuno si incazzano pure. Vogliono mangiare cibo italiano e si lamentano del cibo locale, senza però sapere bene il perché. Vogliono camere d'albergo perfette e non sanno accontentarsi anche se le hanno avute per un prezzo stracciato. Fanno partire un applauso quando l'aereo atterra (non ho mai capito il motivo di questa usanza tutta italiana) e quando poco prima il comandante aveva detto di prepararsi all'atterraggio e riportare i sedili in posizione verticale non lo hanno fatto perché non conoscono il significato del termine “posizione verticale”.

Potrei andare avanti all'infinito ma mi fermo qui, perché quando vado all'estero anche io in fondo sono italiano all'estero e comunque sto diventando più bacchettone di quei fanatici che partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventù perché ci credono davvero e vanno totally wild quando arriva sul palco Benedetto. Bella la vita che se ne va (cit.).

[*] perché poi si chiama Giornata Mondiale della Gioventù ma dura una settimana? Non riesco a capirlo. Per chiamarsi Settimana Mondiale della Gioventù quanto avrebbe dovuto durare, un mese o un anno?

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