17 agosto 2011

LA RADIO, QUESTA SCONOSCIUTA



Diciamo la verità: MoneyGrabber di Fitz And The Tantrums è uno dei tormentoni estivi più belli degli ultimi dieci anni. È roba a livello di Dancing In The Moonlight dei Toploader, però è meno moscio e più soul (peraltro Dancing In The Moonlight era una cover, quindi non so se valga come tormentone estivo -ad occhio e croce direi di sì, ma per stare sul sicuro è meglio chiedere a Vincenzo Mollica). Ti vien voglia di salire in macchina, accendere la radio sintonizzandoti su una stazione radio a caso (tanto puoi star sicuro che prima o poi la senti) e partire a tutta velocità sfidando autovelox e safety tutor, direzione mare, montagna o quel cazzo che vuoi tu.

E poi ascolti il disco e ti rendi conto che incredibilmente è tutto a quel livello, solo che nessuno ci farà caso perché Fitz And The Tantrums sono già nell'immaginario collettivo per MoneyGrabber (anzi, solo MoneyGrabber è nell'immaginario colletttivo, il gruppo nel caso dei tormentoni estivi spesso e volentieri diventa un particolare secondario) e nessuno troverà il tempo per approfondire il resto. Proprio come avvenne per i Toploader, che fecero altri singoli ed altri dischi ma non se li filò nessuno e si sciolsero a causa degli insuccessi. Tra l'altro i Toploader si sono di recente riformati, non lo sapevo nemmeno perché le reunion delle cosiddette one hit wonder son cose a cui non presto troppa attenzione. Forse sono troppo ancorato al passato, ma preferisco ricordarle com'erano e non vedere persone gonfie di alcool & droga, veleni ingurgitati per uccidere i propri demoni e cercare di salire un treno che è passato una volta e non passerà mai più.

E comunque mi auguro che Fitz And The Tantrums non facciano una fine del genere. Non se lo meritano.

2 commenti:

Bakù ha detto...

Che pezzo stupendo.

Anonimo ha detto...

Con questo memorabilia-tormentone che apprezzerai tanto quanto ti avrà,immagino, esasperato al tempo:

http://www.youtube.com/watch?v=f8lZuGaeoyA&feature=related

ti invito a non tralasciare un obbligato accenno al ridicolissimo e giocosissimo fenomeno hype 2.1 di cui si parla qui:

http://pitchfork.com/features/articles/7806-ghosts-in-the-machine/