27 giugno 2011

THE PAINS OF BEING SICK & BANALE

Il concerto dei Battles al Link di Bologna è stato il concerto di una band decisamente molto più in forma rispetto alle prime, memorabili, entusiasmanti, gremitissime uscite italiane. Un concerto complicato, ma pur sempre un concerto che ha fatto uscire con il sorriso sulle labbra chi ha saputo/voluto/potuto cogliere la complessa proposta sonora della band americana.
Nessuna concessione a Mirrored o ai due primi EP rivelatori del fenomeno Battles, solo Gloss Drop e i suoi suoni stratificati, le sue ritmiche vulcaniche, le sue trame sintetiche, i suoi featuring vocali. L'idea di proiettare alle spalle della band le immagini dei vocalist che hanno collaborato è roba che sembra uscita dalla testa di Enrico Ghezzi, Williams sembra Jim Carrey ultrasnodabile ed acchiappa-animali in Ace Ventura e suona pochissimo la chitarra occupandosi per la quasi totalità della durata dell'esibizione di suonare le tastiere, ballare e gestire i loop, Stanier è un animale che spacca la batteria, Konopka sembra capitato lì per caso eppure riesce ad essere sempre convincente ed esteticamente impeccabile. La vera, grande forza dei Battles è che sono una band a cui piace giocare, e così facendo riescono a rendere pop roba che in mano ad altri sarebbe noiosissima e sterile (se non pura e semplice masturbazione mentale).

Un concerto del genere avrebbe meritato una cornice di pubblico migliore, ma i gusti son gusti e sui gusti altrui non si discute mai. Quello che conta è divertirsi, l'importante è la qualità e non la quantità. Poi tanto ci son sempre gruppi tipo The Pains Of Being Pure At Heart che son buoni per tutte le stagioni, dove li metti stanno e non sporcano. In ogni democrazia liberale c'è facoltà di scelta ed è giusto che venga esercitata.

Dispiace solo non aver potuto vedere anche l'esibizione di Matias Aguayo, ma si era fatto troppo tardi ed ero devastato dalla stanchezza. Sarà per la prossima.

2 commenti:

leo_pan ha detto...

c'ero anch'io e condivido tutto alla lettera anche se, tutto sommato, atlas l'avrei sentita volentieri .

Paolo ha detto...

C'ero anche io, ti avrei stretto volentieri la mano (quella di Stanier no perchè me l'avrebbe stritolata)