Ecco, nel libro Popstar della cultura scritto da Alessandro Trocino più o meno c'è dentro tutto questo, anzi molto di più: ci sono i ritratti di sei personaggi come Mauro Corona, Roberto Saviano, Beppe Grillo, Giovanni Allevi, Carlo Petrini, Andrea Camilleri, sei intoccabili elevati al rango di intoccabili da certa sinistra (ma anche da certa destra) e considerati veri e propri guru da centinaia di migliaia di persone. Che si possa essere d'accordo o no con l'autore (personalmente Allevi lo dimenticherei chiuso nella mia auto sotto il sole cocente d'agosto, Saviano mi piace molto anche se deve un pochino rilassarsi perché lo vedo male, Grillo lo considero un fascistello potenzialmente pericoloso ma magari tra qualche anni rivedrò sicuramente il mio giudizio su di lui, gli altri non me li filo proprio perché potenzialmente innocui) resta il fatto che il libro è uno di quelli che - dietro ad una scrittura brillante e narrazione di fatti reali che messi in fila uno dietro l'altro finiscono per risultare assolutamente spassosi – nasconde un significato non troppo nascosto e ti porta a riflettere su come gli italiani non ce la facciano proprio a non affidarsi all'Uomo della Provvidenza e a riporre in lui tutte le speranze di salvezza (che, a seconda dei casi, è una salvezza culturale, alimentare, musicale o politica), spingendosi fin quasi ad adularlo omettendo però di vederne i lati negativi.
Che poi gli italiani stanno dalla parte dell'Uomo della Provvidenza fin quando le cose non mutano e non accade un evento che li porta a gettarlo dal piedistallo e a prenderlo a calci (in senso figurato, ma anche no), sostituendolo con un altro Uomo della Provvidenza più bello e più giusto – ma questo è un altro discorso su cui non è bello porre l'attenzione ed allora parliamo d'altro, cioè di niente.
7 commenti:
Perché il sogno (lo dice Briatore)
bisogna viverlo col cuore.
Più ti seguo, più ti considero un genio (del male)!
@ casadivetro: solo lo scrivere la parola "Briatore" mi fa venire bruciore di stomaco, figuriamoci il resto.
@ cat: dai non esagerare :D
ciao, io lavoro per slow food. e sono un tuo appassionato lettore. sono sicuro che se sapessi veramente di cosa si occupa slow food, se avessi almeno provato a fare qualche copia e incolla dai siti di slow food e terra madre, leggendoti prima qualcosa dai suddetti siti, forse non ci tratteresti in maniera così superficiale. non ce l'ho col fatto che ti mangi i big mac appena senti parlare di slow food, solo mi piacerebbe che corressi a mangiarli sapendo che cosa vuoi evitare e che cosa invece stai sostenendo. ma ognuno sceglie ciò che vuole, peccato che il "cut and paste" che usi con maestria stia rivelando grossi limiti. (il petrini di slow food non è roberto, ma carlo... ;))
con immutata stima.
Ciao, innanzitutto grazie per la stima. Perc così poco, dai... son solo cazzate in libertà :D Ho già corretto Petrini, l'ho confuso con l'ex calciatore che scrive i libri per la Kaos...
Quanto a Slow Food, massimo rispetto per il progetto.Non era un cut & paste quello, era un voler trattare Nichi Vendola in maniera superficiale, mica Slow Food. Ho usato Slow Food come mezzo per pigliare per il culo Vendola. :D
figurati, grazie per la risposta.
ps. Petrini il calciatore, è omonimo del mio presidente, si chama carlo anche lui. Roberto Petrini è un giornalista de la repubblica (come carlo, il mio presidente....) poi ci sarebbe andrea petrini, che è critico gastronomico del gambero rosso... ci mancava che il mio presidente giocasse pure a calcio è la confusione poteva diventare totale.
saluti
C'entra poco, ma sul tuo (giustissimo) rilevamento sull'Uomo della Provvidenza, di consiglio vivamente di ascoltare il miglior gruppo italiano, altro che Il Teatro dei Fortori: i Koza Noztra (e pure qui). E riguardo all'Uomo della Provvidenza, il loro pezzo L'Onorevole.
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