01 dicembre 2009

(Appunti disordinati di viaggio, disordine mentale, degrado sociale, calcolo renale, fistola anale, blocco intestinale, vaglia postale)


Tortoise @ Estragon, Bologna, 27 Novembre 2009
  • Un concerto per vecchi?

  • C'è tanta gente, ma sembra di essere rimasti fermi al 2001 -con tutto ciò che ne consegue in termini di livello socio-culturale del pubblico, relativa anzianità anagrafica e fumo di sigaretta prodotto.

  • Persi colpevolmente gli ottimi Bachi da pietra (peccato, sarebbe stato interessante confrontare il loro minimalismo con l'opulenza musicale dei nostri eroi) si passa direttamente al piatto forte della serata.

  • Soundcheck di durata biblica. Si teme il peggio, anzi si acquista consapevolezza di ciò che si dovrà sopportare in seguito. Carlos Santana?

  • I Tortoise sanno suonare in maniera divina ma purtroppo te lo fanno pesare, e - ciò non è bene.

  • Prima parte di concerto stellare, poi la stessa idea riciclata all'infinito per un tedio che finisce per rovinare ciò che di buono è stato inizialmente fatto.

  • Minime variazioni sul tema, tanta masturbazione mentale. Si dorme in piedi.

  • Qui non si suona rock, qui si spacca il capello in quattro. E poi in otto, in sedici e si ricomincia, senza pietà.

  • Chi si aspettava un concerto fresco e snello come l'ultimo, favoloso Beacons Of Ancestorship è rimasto deluso. Ma a quanto pare ero l'unico ad aspettarmelo, visto che a fine concerto il pubblico era in delirio.

  • Sono entrati ed usciti tre volte per il bis, manco fossero gli Yes. Ho passato una vita a combattere roba del genere, per me il rock è altro ma forse lo sconfitto sono io.

  • Non è stato un bel concerto, ma nemmeno si può dire che sia stato brutto. Non è stato nulla, me lo sono solo immaginato.

  • Il rock salire sul palco in uno stato avanzato di fattanza e sparare tutte le proprie cartucce (sia in senso figurato che nel vero senso della parola), non dimostrare con freddezza la propria bravura tecnica mediante sterili esercizi di stile.

  • Salgo in macchina che ho voglia di ascoltare i primi Royksopp, il che è tutto un dire riguardo cosa è stato per me il 2001 e cosa invece non è stato.

  • Buonanotte ai suonatori.

múm @ Bronson, Ravenna, 28 Novembre 2009

  • Da un concerto del genere mi aspetto tanto (anzi tantissimo), ma nello stesso tempo son perplesso. Forse soffro di sdoppiamento della personalità.

  • Temo molto la dimensione live per un progetto del genere, e temo molto la dimensione big band. Succede.

  • I múm li ho colpevolmente persi in qualunque occasione, perfino quando hanno suonato gratis a due passi da casa mia. Succede.

  • Si va a sentirli, incuranti dei dubbi e delle occasioni perse nel passato. Ed incuranti del rischio nebbia che come una mannaia ci pende sul capo.

  • Sorpresa: nonostante siano vestiti malissimo i múm suonano da dio.

  • Caldi e coinvolgenti, riescono perfino a far muovere e, perché no, a far ballare la gente.

  • Magistrali intrecci vocali, arrangiamenti maestosi, un batterista a dir poco formidabile. Grande band.

  • Una scaletta quasi del tutto incentrata sugli ultimi due dischi (quelli della svolta big band per intenderci) che ti convince definitivamente del fatto che i múm hanno solo tratto vantaggio dall'abbandono delle due gemelline e dal conseguente cambio di dimensione sonora.

  • Un solo bis: la celeberrima Green Grass Of Tunnel, che scatena ovazioni ed è pure meglio della versione originale presente su Finally We Are No One. Confermo e ribadisco: i múm hanno solo tratto vantaggio dall'abbandono delle due gemelline e dal conseguente cambio di dimensione sonora.

  • E si torna a casa, sfidando la nebbia. Il revival dei tempi che furono è talmente in voga che dopo aver idealmente raggiunto il picco più alto della carriera dei Subsonica si passa direttamente a White Pony dei Deftones. Ci sta tutto.

  • Bisognerebbe andare più spesso al Bronson, ma non sempre è bello sfidare così la nebbia. Dovrei trasferirmi a Ravenna, un giorno o l'altro lo farò. Sono stanco di seguire alla lettera le indicazioni del mio navigatore satellitare che regolarmente mi costringe a fare giri stranissimi per arrivare a destinazione.

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Dopo due giorni del genere la voglia di revival del 2001 è talmente alta che per qualche istante ho anche pensato di fare la cazzata definitiva di questi Anni Zero: andare di domenica sera a sentire i Placebo a Casalecchio di Reno.
I Placebo.
Nel 2009.
Brian Molko con i capelli lunghi.
Brian Molko, che probabilmente ha una parrucca visto che anni fa aveva la chierica.

Poi ho rinunciato, quaranta euro son troppi e pure tre concerti in tre giorni mi sembrano eccessivi. Ho una certa età, in tasca manca money e dunque è meglio ricordare le prodezze di Brian Mongo
a Sanremo nel 2001, quando aveva ancora la chierica ed in evidente stato di ubriachezza ha devastato una chitarra in diretta tv. Si è preso raffiche di insulti dalle mummie che stavano sedute in platea ed ha reagito con una classe incredibile, è entrato nella leggenda ed ha da esserne parecchio fiero. Senza ombra di dubbio uno dei momenti più alti della storia della televisione italiana.

2 commenti:

niccolo' ha detto...

I Mùm (luridi culighiacci) e i Placebo meritano la ghigliottina spuntata.

calcolo renale, fistola anale, blocco intestinale, vaglia postale: Alessandro Haber chirurgo in Fantozzi Subisce Ancora?

accento svedese ha detto...

Esattamente. Alessandro Haber. Proprio lui.