29 luglio 2009

IL PCI È MORTO, TORNA IL PCI


Ci sono cose nella vita che sono difficili da ammettere, però devi per forza ammetterle altrimenti non sei abbastanza onesto con te stesso. Sono cose della vita, vanno prese un po' così. È tornato il Pci, ed a questo punto si salvi chi può. Fine della corsa per progetti politici di altra natura e spessore.

Ma il punto non è questo. Il punto è che ieri ho avuto l'onore di essere presente ad un'iniziativa a sostegno di Bersani candidato alla segreteria del Partito Democratico, e si dà il caso che l'ospite d'onore fosse addirittura Massimo D'Alema, ex Presidente del Consiglio, ex segretario (o vice-segretario, o dirigente di spicco) di almeno quattro partiti diversi in vent'anni ma soprattutto ex persona. Confesso che Baffino visto dal vivo ha un non so che di femminile, e visto di profilo ricorda addirittura Michael Jackson (dal che si deduce che D'Alema è il Michael Jackson italiano, proprio come Berlusconi), ma magari ho solo bisogno di un paio di occhiali nuovi.

Dopo una interminabile attesa in cui come sottofondo girava in loop La canzone popolare di Ivano Fossati (fossati come quelli che certi loschi figuri che sostengono Bersani stanno scavando per seppellire un'idea di partito moderno, ma non ce la facciamo proprio a scegliere musica decente per accompagnare le nostre manifestazioni politiche?), D'Alema è arrivato parecchio in ritardo ed ha iniziato a parlare, però nel momento esatto in cui ha pronunciato la fatidica frase di rito “Cari compagni, care compagne” mi sono addormentato. Non mi ricordo assolutamente nulla del suo alatissimo discorso, ma so solo che ho dormito di brutto e mi sono inspiegabilmente svegliato a casa, sudato fradicio e parecchio spaventato.

Cos'avrà mai detto D'Alema di tanto interessante? Francamente non lo so, ma tanto non importa. Sono vent'anni che D'Alema parla senza dire nulla e passa per uno che dice cose altamente illuminanti, potrei copiaeincollare un suo discorso di vent'anni fa preso a caso e probabilmente non andrei tanto lontano dal succo delle roboanti frasi da lui pronunciate ieri.

D'Alema è come il vino buono: invecchiando migliora. E come il vino buono non va mai in pensione, ma resta sempre defilato in cantina salvo poi venir fuori nelle occasioni che contano, le occasioni in cui c'è da scegliere da che parte stare, quali posti a tavola occupare e quale succulenta pietanza mangiare.

2 commenti:

delrio ha detto...

Altro che vino buono, sa di tappo !
Oggi ho letto che criticava Franceschini perché, ingrato, si è candidato alla segreteria contro di lui, dimenticando i favori fattigli dal Baffo quando era Presidente del Consiglio...Ma che vada in pensione o a fare l'editorialista !

accento svedese ha detto...

Baffino è così. Per lui la politica è questione di potere, favori fatti per interesse ed altre belle cose. E' uno che ti aiuta ma poi te lo fa pesare, oppure ti dà un calcio in culo e poi te lo fa pesare. Ovviamente la definizione di vino buono era una tirata di culo. Sa di tappo eccome, basta vedere cosa sta succedendo ultimamente in Puglia (il suo feudo elettorale). Se si ritira (ma purtroppo non si ritirerà mai) finirà a fare l'editorialista a Libero.