26 ottobre 2008

SARÀ LIBERTINO MA È RIFORMISTA

"Mi accorgo di essere spesso in sintonia con Il Riformista e penso che questo sia un bene sia se visto da destra che da sinistra''. Così disse Giancarlo Galan, governatore del Veneto. E così dico io, che lunedì scorso all'alba mi sono fiondato in edicola per non rischiare perdermi la prima de Il Riformista new style. Ho dovuto affrontare una coda infinita di gente sfinita, ma l'ingorgo mi dà la felicità, la gente sta male, io godo impazzisco, poter mettere le mani su un quotidiano di tale caratura è una soddisfazione impagabile ed io non posso proprio farne a meno.
L'hype dato da settimane di martellanti campagne pubblicitarie, ospitate di Antonio Polito in svariati programmi radio e tv ed agghiaccianti marchette al sapore di piña colada è ben più che meritato: è doveroso. Il Riformista ha la grafica della testata simile a quella de Il Manifesto, però se osservato con occhio attento si rivela essere Libero sotto mentite spoglie, ma chi se ne importa? Importa il fatto che sia un quotidiano ribelle, incazzato (anzi, incazzzzzato), talmente incazzzzzato e controcorrente da sfoderare nell'arco delle sue 32 pagine inserzionisti pubblicitari da capogiro: Telecom, Lufthansa, Intesa San Paolo, Kia, Monte dei Paschi di Siena, Fastweb, Sky. Tutte cose che la solita sinistra snob fino ad ora aveva visto solo in sogno, ma in fondo Il Riformista è o non è la vera sinistra? Due insidiosissime pagine di intervista al Cardinal Ruini stanno proprio lì a dimostrarlo, brillanti come il Sol dell'Avvenire. E poi la pagina dello sport, il vero fiore all'occhiello del quotidiano: un'intervista al Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che è puro gonzo journalism, la crisi della Juventus raccontata come se si parlasse del pacchetto europeo per la diminuzione delle emissioni, o come se Giampaolo Pansa non fosse del tutto bollito. Completano il quadro una pagina di gossip in cui tra le altre cose si stronca Fabio Fazio, un corsivo di Guia Soncini nel quale si consiglia a Veltroni di autoinvitarsi a Lucignolo ma nello stesso tempo si stronca Fabio Fazio, un'articolessa nella quale si stronca Carlo Petrini di Slowfood che solo per caso è appena stato ospite di Fabio Fazio: il presentatore genovese ha raccolto materiale a sufficienza per sporgere querela per diffamazione, ma non lo farà mai perché non è consigliabile querelare una testata che finge di denunciare il fatto che Previti è fuori dal mondo della politica ed i previtiani no ma poi incensa il Ministro Sacconi e continua a definirsi oltre l'attuale sinistra. E lo è sul serio: è la sinistra ad uso e consumo della destra berlusconiana. È il sogno dalemiano che finalmente si avvera, ed i salotti buoni, i 30 centesimi di finanziamento statale, le duemila copie vendute al giorno sono tutte bugie, è tutta invidia. Antonio Polito rappresenta assieme a Gianfranco Vissani la più grande colpa di Massimo D'Alema, ed ormai dobbiamo tenercelo.
(Giornalettismo)

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