13 febbraio 2008

RIALZATI ITALIA

I Datarock sono 2+2 adorabili cazzoni. Normalmente sarebbero in due ma dal vivo si fanno dare una mano da altri due loschi figuri, ovvero un incredibile bassista che sembra un fuoriuscito dagli Asian Dub Foundation e da un batterista con i baffi a manubrio ed i capelli impomatati sinonimo di ignoranza. Insomma, roba che non c'entra assolutamente nulla con la dance rockeggiante (o il rock danzereccio) proposta dal combo norvegese, ma roba che messa nel contesto ci sta a pennello.
I Datarock sono simpatici e sono persone da ammirare a prescindere, gente che sabato sera si è fatto un'ora e mezza su di un palco illuminato dalle temibili luci del Covo - vestita oltretutto con occhialoni da sole e bizzarre tute rosse che facevano sudare solo a guardarle. Mi sono divertito parecchio con le loro gag, ed in mezzo ci hanno messo un sacco di buona musica per la gioia delle orecchie dei presenti, ma soprattutto delle mie. Il che, per inciso, è sempre cosa buona e giusta.
Su disco sono ottimi, ma dal vivo non me li aspettavo così bravi e convincenti. Non avrei scommesso nulla su di loro, ma hanno superato pienamente l'esame, divertendosi e divertendomi molto. Un inizio più selvaggio, suonato a rotta di collo con gusto punk, e poi la legna preso il sopravvento ed ha iniziato a regnare sovrana perché la legna vince sempre, trascinando le prime file in ballo sfrenato & sudore & sorriso stampato in faccia anche durante il viaggio di ritorno in macchina. Se avessero iniziato a suonare quindici anni e gruppi come i !!! non fossero mai esistiti probabilmente i Datarock sarebbero stati tra i protagonisti musicali del Deejay Time di Albertino. Cambia la forma ma lo spirito è lo stesso, assolutamente identico e quasi sovversivo.
Fare le cose semplici e fatte bene, senza strafare e soprattutto senza prendersi troppo sul serio, pensando solo al divertimento. (Auto)ironia unica via. Praticamente, tutto il contrario del dj set post-concerto a cura dei tipi del Plastic di Milano. Roba spocchiosa nonché ketaminosa, roba da discotecaro da riviera romagnola riciclato alternative perché adesso va di moda quello. Music for zombies, sono fuggito a gambe levate e tanta gente mi ha seguito. Se questo è il divertimento dei neoalternativi milanesi, si salvi chi può. Albertino pensaci tu.

10 commenti:

20nd ha detto...

Devono essere micidiali. Attendo il post sul Vespone ieri...

prostata ha detto...

Riguardo al titolo: pensavo che dopo "Italia, forza" non si potesse fare di peggio...

Anonimo ha detto...

Cioè, non ho capito: al Covo, che oggi è uno egli epicentri della migliore scena musicale italiana, chiamano il sound di quel ritrovo di pseudo alternativi, frangette e studenti fuori sede alla moda che è il Plastic? La scena di Milano poi è in netto declino, cercano pure di esportarla? Ma che stiano a casa loro!

ps. si, da bravo torinese sono un po' in conflitto con la madonnina ;)

cru7do ha detto...

tamarri, ma con stile!
mi è spiaciuto essermeli persi domenica scorsa, ma ero altrove.
recupererò!!!

Anonimo ha detto...

ma trattasi di nu-rave, electro e bla bla tipo digitalism, simiam disco mobile, crystal castle e compagnia bella ? xkè se sfruttata con moderazione e alternata a rock carino a me piace.. cosa hanno messo ?

Sickboy

accento svedese ha detto...

@ zonda: confermo, sono micidiali. ;) putroppo non ho avuto il coraggio di vedere il vespone e non posso scrivere nulla, anche se potrei fare uno sforzo di immaginazione e scrivere lo stesso. :D

@ abs: questo è molto peggio. E' reazionario, ma come lo si poteva essere negli anni 50. Non ne stanno imbroccando una. :D

@ lollodj: purtroppo sì. Al covo, per non so quale motivo, li hanno chiamati. Erano di una magrezza impressionante ed uno di loro aveva i calzini gialli fosforescenti. Ho già detto tutto.
La scena di Milano è in declino e loro, che lì hanno già fatto troppi danni, vogliono cercare di rovinare anche Bologna.

@ cru7do: sono tamarri, ma tamarri molto più di quanto ti immagini. Il tastierista, sosia del rugbista Mirko Bergamasco, ogni tanto veniva in mezzo al pubblico. Era sudato in maniera impressionante e puzzava come un cavallo. La tuta sintetica gioca brutti scherzi.
Ti sei perso un grande concerto, ma torneranno. ;)

@ sickboy: è roba così, ma molto più falsa e pretenziosa. Molto più scura, roba che se la puoi suonare al Morphine del Cocoricò e non se ne accorge nessuno. Magari avessero messo i Digitalism. :D

Anonimo ha detto...

Posso dissentire su un paio di cose?

_Non so se dipendesse dai Datarock, dal tecnico del suono, o dall'ambiente del Covo, ma secondo me (e non solo) l'ACUSTICA faceva a dir poco cagare! Sembrava di ascoltarli da dietro un vetro.
_sul post-concerto, il paragone con il discotecaro romagnolo non sussiste, perché la roba che ascoltano in riviera almeno è ballabile, o orecchiabile. Quella dei due Dj dell'altra sera era penosa. E quando han messo qualcosa un po' più "riempipista" è diventato troppo ruffiano il tutto. A parte un paio di mix interessanti (tipo un ben fatto Beatles-Carrà che se non altro è stato divertente)

Anonimo ha detto...

7 anni a milano (da fuori sede). Mai entrato al plastic. Forse allora ho fatto bene?

accento svedese ha detto...

@ abboriggeno: effettivamente all'inizio l'acustica era improponibile, poi è migliorata. Dipendeva sicuramente dal tecnico del suono. L'ho visto parecchio annoiato, avrà sbadigliato almeno una decina di volte. :D
Il paragone è molto forzato, visto che in Romagna si balla musica di gran lunga superiore. Il frequentatore di quelle discoteche è modaiolo al massimo, proprio come la gente del plasti. Non c'è nessuna differenza. :D

@ blago: se il plastic è tutto quello che ho sentito io al covo, hai fatto benissimo. ;)

Eazye ha detto...

ma che bel post...cazzo io li ho "mancati" l'altra sera per mancanza di biglietti (qui a Parigi)..

http://vespainparis.blogspot.com/2008/01/dal-nord-cercando-il-sud.html