21 giugno 2010

PASSANDO DA MALCOM X ATTRAVERSO GANDHI E SAN PATRIGNANO / ARRIVA DA UN PRETE IN PERIFERIA CHE VA AVANTI NONOSTANTE IL VATICANO

A Ferrara Pete Doherty è riuscito a portare a termine il concerto, e di questi tempi non è cosa da poco. E lo spettacolo – al netto di storie di ero, coca & puttanoni, al netto di tutta la patina glam che circonda il personaggio, al netto di un pubblico (sottoscritto compreso) che probabilmente si trovava lì più per ragioni di costume che per la musica dei Babyshambles – è stato onesto. Nulla per cui impazzire, ma neanche da buttare. Credo sia stata solo questione di aspettative: attendevo gesti eclatanti tipo una rissa, un'overdose, colpi di arma da fuoco oppure un forfait all'ultimo istante, invece è stata solo musica, semplice musica. Buona musica. Purtroppo da Doherty ci si aspetta di tutto tranne che quella, ed il giudizio su una esibizione dei suoi Babyshambles non può che risentire di questo piccolo ma significativo dettaglio.

A questo punto vengono spontanee alcune domande, da porsi di fronte ad uno specchio cercando di darsi una risposta sensata. Quanto conta l'aspetto extra-musicale nel giudizio che si ha della musica di Pete Doherty? E la sua musica sarebbe uguale se non avesse una vita piuttosto movimentata come quella che conduce attualmente? Continuerebbe a piacere alla gente o non se lo filerebbe più nessuno? Continuerebbe a piacere alle donne oppure no? Gli funziona ancora il birillo o ricorre al Viagra? La sparo lì: Pete Doherty è l'equivalente rock di Antonio Cassano. Ha fatto ottime cose, potrebbe fare molto di più, se solo volesse e se avesse un po' più di cervello potrebbe (almeno nel suo ambito) addirittura cambiare il mondo. E invece nulla, butta via tutto sul più bello e gira e rigira va a finire che la gente se lo ricorda più per ciò che combina nella vita privata che per le canzoni che ha scritto, che scrive e che scriverà (lo spero per lui).

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