02 febbraio 2010

È PASSATA PIÙ DI UNA SETTIMANA MA È ANCORA COME ESSERE NEL 1998: Air @ Estragon, Bologna, 22/01/2010

Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa (un sassolino che a dire il vero ha le dimensioni di un macigno): c'è gente che farebbe meglio a starsene a casa invece di andare ai concerti per farsi le canne, parlare a voce altissima rivolgendo le spalle al palco, fregarsene altamente delle persone che stanno suonando sul palco, ricordare epici momenti vissuti a concerti dieci/quindici anni fa (quando erano tutti azzurri di sci come Fantozzi), disturbare chi sta attorno salvo poi esaltarsi quando gli Air suonano qualcosa tratto da “Moon Safari”. C'è gente che farebbe meglio a rivolgersi ad un buon analista piuttosto che andare ai concerti degli Air per cercare di rivivere i tempi che furono: oltretutto se l'analista non è uno di quelli che generano hype (come ad esempio un Raffaele Morelli qualsiasi) ed è solito lavorare in nero la seduta costerebbe loro molto meno.

Eppure – sassolini nelle scarpe a parte - vale ancora la pena di vedere un concerto degli Air nel 2010, e vale la pena di spendere qualsiasi cifra per essere presenti all'evento. Eccome se ne vale la pena: su disco non hanno praticamente più nulla da dire da parecchio tempo (diciamo da “Talkie Walkie” in poi, 2004 circa), ma dal vivo suonano che è una meraviglia, riescono ancora a fare emozionare, hanno classe da vendere e rendono credibili anche gli episodi tratti dall'ultimo, incertissimo disco “Love 2” (la tripletta “Do The Joy “, “So Light is Her Football” e “Love” acquista una veste nuova, più viva, più umana, più vera).
È chiaro, ad un concerto degli Air si va (anche) sperando di rivivere le magiche atmosfere di “Moon Safari”, e loro gentilmente ti accontentano: “Remember”, “Sexy Boy”, “La Femme D'Argent” e “Kelly Watch The Stars” sono da lacrime agli occhi e con il loro calore analogico riescono ad entrarti dentro scavando in profondità, ma anche il resto (oltretutto, scaletta alla mano, ci si può rendere conto di come all'Estragon gli Air abbiano preferito dare spazio al materiale più recente – come dire “Gonzi, imparate ad accettare il fatto che non siamo più nel 1998, la vita va avanti e noi suoniamo solo ciò che ci piace!) ha lasciato il segno in tutti coloro che hanno voluto ascoltarlo senza preconcetti di sorta.

Gli Air sono come quei calciatori che, ormai giunti a fine carriera, vanno a godersi gli ultimi scampoli di gloria in piccole squadre di provincia (vedi Roby Baggio a Brescia, ma ce ne sono tanti altri): tutti sono scettici e loro invece dimostrano di avere ancora in canna il colpo di genio che ti risolve una partita. Ci sarà sempre qualcuno che non li riterrà degni di calcare ancora i campi di calcio, ma loro procederanno per la loro strada dando lezioni di stile a tutti coloro che li ricordano e li ricoprono d'incenso solo per il loro glorioso passato tralasciando il fatto che a tratti anche il presente sa essere splendido. Ed il bello è che gli Air non sono nemmeno a fine carriera ma hanno ancora tantissimo da dare al mondo della musica.

(IFB)

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